Coldiretti Calabria: Oltre il 75% degli italiani non vuole il cibo sintetico

Il 75% degli italiani non vuole il cibo sintetico. Lo dimostra, anche, la grande adesione in Calabria e in tutto il Paese, da parte dei cittadini, del mondo accademico, dei rappresentanti istituzionali e regionali,  sindaci e amministratori, rappresentanti del mondo delle imprese e della Chiesa alla petizione contro il cibo sintetico promossa da ColdirettiCampania Amica.

Intanto proprio a sottolinearne l’importanza e l’urgenza per una corale condivisione in modo da sventare l’incombente minaccia, giunge notizia che per la prima volta negli Stati Uniti è stata autorizzata per il consumo umano la “carne”(per modo di dire!) in provetta. A darne notizia sono Coldiretti e Filiera Italia dopo l’annuncio della Food and Drug Administration (Fda) di aver approvato un prodotto a base di carne ottenuto da cellule animali proposto dalla Upside Foods, un’azienda che produce “pollo” sintetico raccogliendo cellule da animali vivi che vengono moltiplicate in un bioreattore.

«Si tratta – sottolineano Coldiretti e Filiera Italia – della prima autorizzazione al consumo umano di cibi in provetta rilasciata dall’Autorità alimentare statunitense che rischia di aprire la strada a scenari preoccupanti e catastrofici per il cibo Made in Italy. Fondata nel 2015 come prima azienda al mondo di carne in provetta Upside Foods, con sede a Berkeley, in California, produce “carne”, “pollame” e “frutti di mare” sintetici ed ha raccolto fondi per un totale di 608 milioni di dollari».

«L’avvenuta approvazione negli Stati Unti potrebbe aprire presto la strada – secondo Coldiretti e Filiera Italia – ai “cibi sintetici” nell’Unione Europea dove già ad inizio 2023 potrebbero essere, infatti, introdotte le prime richieste di autorizzazione all’immissione in commercio che coinvolgono Efsa e Commissione Ue. Una preoccupante novità contro la quale si schiera oltre il 75% degli italiani che non è disposto a portare a tavola nel piatto la “carne” di Frankestein secondo gli ultimi dati del Consiglio per la Ricerca in Agricoltura e l’analisi economica».

«Per questo in Italia prosegue a ritmo intenso la grande mobilitazione di Coldiretti, Filiera Italia e Campagna Amica contro il cibo sintetico, con la raccolta di firme su tutto il territorio nazionale per fermare una pericolosa deriva che mette a rischio il futuro della cultura alimentare nazionale – viene evidenziato – delle campagne e dei pascoli e dell’intera filiera del cibo Made in Italy. L’obiettivo è promuovere una legge che vieti la produzione, l’uso e la commercializzazione del cibo sintetico in Italia, dalla “carne” prodotta in laboratorio al “latte” senza mucche fino al “pesce” senza mari, laghi e fiumi. Prodotti che potrebbero presto inondare il mercato europeo sulla spinta delle multinazionali».

«Per quanto riguarda la “carne” da laboratorio la verità che non viene pubblicizzata è che non è carne ma un prodotto sintetico e ingegnerizzato – si legge – non salva gli animali perché viene fabbricata sfruttando i feti delle mucche, non salva l’ambiente perché consuma più acqua ed energia di molti allevamenti tradizionali, non aiuta la salute perché non c’è garanzia che i prodotti chimici usati siano sicuri per il consumo alimentare, non è accessibile a tutti».

«Le bugie sul cibo in provetta confermano che c’è una precisa strategia che con abili operazioni di marketing che puntano a modificare stili alimentari naturali fondati sulla qualità e la tradizione – afferma Franco Aceto Presidente di Coldiretti Calabria – continueremo a dare battaglia poiché quello del cibo Frankenstein è un futuro da cui non ci faremo mangiare contrastando con fermezza  quelle poche multinazionali globali che pensano che con i loro miliardi di dollari investiti in disinformazione si possa distruggere il nostro lavoro distintivo e di qualità, mentendo sul danno fatto all’ambiente, biodiversità e cittadini-consumatori» (rcz)

Coldiretti: In Calabria l’agropirateria è salita a 2 mld di valore

In Calabria l’agropirateria ha raggiunto il valore di 2 miliardi, mentre in Italia a 120 miliardi. È quanto ha denunciato Coldiretti Calabria, spiegando che «anche sulla spinta della guerra che frena gli scambi commerciali con sanzioni ed embarghi, favorisce il protezionismo e moltiplica la diffusione di alimenti taroccati che non hanno nulla a che fare con il sistema produttivo nazionale».

 La classifica dei prodotti più taroccati è ampia: olio extravergine di oliva, salumi, formaggi, vini, conserve di pomodoro e tanto altro.

«Dobbiamo continuare – ha dichiaratoFranco Aceto, presidente di Coldiretti Calabria – il percorso di trasparenza e qualità che fanno la differenza e consentono di essere protagonisti. Difendere il cibo che produciamo, a livello nazionale e internazionale, è un modo per salvaguardare la nostra salute e le nostre filiere di qualità, garantendo inoltre il giusto riconoscimento al valore della nostra agricoltura e della nostra pesca».

«Prodotti come l’olio extravergine d’oliva, gli ortaggi e la frutta ottenuti grazie alle numerose biodiversità presenti in Calabria, i formaggi – ha proseguito – la carne e i salumi, il miele nonché il pesce locale, sono alcune eccellenze che identificano la nostra regione, per le quali la maggior trasparenza permetterà una piena valorizzazione rispetto alla concorrenza sleale dei falsi Made in Calabria: prodotti che non possono competere con i nostri in freschezza e qualità. Un “mare” di contraffazioni che purtroppo arriva in modo copioso: anche questi sono percorsi di legalità di cui la Calabria ha bisogno».

L’occasione dell’avvio della Settimana della cucina italiana nel mondo, che si celebra fino al 20 novembre, dedicata al tema “Convivialità, sostenibilità e innovazione: gli ingredienti della cucina italiana per la salute delle persone e la tutela del Pianeta «è un’iniziativa utile – ha sottolineato la Coldiretti – per valorizzare l’identità dell’agroalimentare nazionale e fare finalmente chiarezza sulle troppe mistificazioni che all’estero tolgono spazio di mercato ai prodotti originali».

«È capitato quasi a tutti – ha proseguito Coldiretti –. Infatti circa tre italiani su quattro (73%) in viaggio all’estero per lavoro o in vacanza si sono imbattuti almeno una volta in un piatto o una specialità Made in Italy taroccati. Insomma si fa leva sul prestigio, qualità e varietà della cucina italiana che possiede vibranti elementi strategici e culturali e si introducono ingredienti che nulla hanno a che fare con la ricetta originale. Davvero una cosa orribile! Tanti sono i casi. Per fare leva sui turisti ecco che ci sono i menù “acchiappa turisti”. Si mette nei menù il titolo del piatto italiano ma poi gli ingredienti non sono quelli giusti».

«Ad esempio panna al posto del pecorino – si legge in una nota – la nostra pasta con le polpette che nemmeno lontanamente ha il sapore e il gusto della nostra, uso di formaggi comuni che nulla hanno a che vedere con il nostro ed ancora la diffusa e tipica caprese che viene servita con formaggio industriale al posto della mozzarella di bufala o del fiordilatte. Esempi di piatti traditi. La carbonara piatto della capitale ma diffuso in tutta Italia,  è stata addirittura oggetto di uno scandalo in Francia dove è stata diffusa una video-ricetta delle farfalle alla carbonara con panna, uovo crudo, pancetta e pasta stracotta per quindici minuti che ha suscitato indignazione e pubbliche scuse».

«Le esportazioni di prodotti agroalimentari tricolori – ha detto ancora Coldiretti – potrebbero triplicare se venisse uno stop alla contraffazione alimentare internazionale che è causa di danni economici, ma anche di immagine», ha affermato Coldiretti, nel sottolineare che «l’export del cibo Made in Italy nel 2022 raggiunge la cifra vicino ai 60 miliardi in valore se il trend di crescita del 14% rispetto al 2021 sarà mantenuto anche negli ultimi mesi dell’anno, secondo i dati Istat relativi ai primi otto mesi dell’anno». (rcz)

 

Coldiretti Calabria: Daremo battaglia al cibo sintetico

«La Calabria non ci sta! Daremo battaglia poiché quello del cibo Frankenstein è un futuro che non ci appartiene e da cui non ci faremo mangiare». È quanto ha dichiarato il presidente di Coldiretti CalabriaFranco Aceto, sottolineando come «le bugie sul cibo in provetta confermano che c’è una precisa strategia delle multinazionali che con abili operazioni di marketing puntano a modificare stili alimentari naturali fondati sulla qualità e la tradizione».

È partita, infatti, la grande mobilitazione della Coldiretti contro il cibo sintetico, anche in Calabria con la raccolta di firme su tutto il territorio Regionale per fermare una pericolosa deriva che mette a rischio il futuro dei nostri allevamenti e dell’intera filiera del cibo Made in Italy. La petizione potrà essere sottoscritta negli uffici Coldiretti, nei mercati contadini di Campagna Amica e in tutti gli eventi promossi da Coldiretti e Campagna Amica Calabria.

«C’è – ha comunicato Coldirettti – una grande e convinta adesione dei cittadini-consumatori. L’obiettivo è promuovere una legge che vieti la produzione, l’uso e la commercializzazione del cibo sintetico in Italia, dalla carne prodotta in laboratorio al latte “senza mucche” fino al pesce senza mari, laghi e fiumi. Prodotti che potrebbero presto inondare il mercato europeo sulla spinta delle multinazionali e dei colossi dell’hi tech. Già ad inizio 2023 potrebbero essere, infatti, introdotte a livello Ue le prime richieste di autorizzazione all’immissione in commercio che coinvolgono Efsa e Commissione Ue, mentre entro il primo semestre 2023 negli Usa potrebbero entrare in commercio i primi prodotti sintetici».

«Una pericolosa deriva degli alimenti creati in laboratorio – ha proseguito Coldiretti – iniziata con la finta carne della società americana Beyond Meat e sostenuta da importanti campagne di marketing che tendono a nascondere i colossali interessi commerciali e speculativi in ballo per esaltare invece il mito della maggior sostenibilità rispetto alle tradizionali attività di allevamento e pesca. Gli investimenti nel campo del cibo sintetico stanno crescendo molto sostenuti da diversi protagonisti del settore hi tech e della nuova finanza mondiale. L’esempio più lampante è quello della carne artificiale dove solo nel 2020 sono stati investiti 366 milioni di dollari, con una crescita del 6000% in 5 anni. Per quanto riguarda la carne da laboratorio la verità che non viene pubblicizzata è che non salva gli animali perché viene fabbricata sfruttando i feti delle mucche, non salva l’ambiente perché consuma più acqua ed energia di molti allevamenti tradizionali, non aiuta la salute perché non c’è garanzia che i prodotti chimici usati siano sicuri per il consumo alimentare, non è accessibile a tutti poiché per farla serve un bioreattore, non è neppure carne ma un prodotto sintetico e ingegnerizzato. Ma non c’è solo la bistecca in provetta».

«Ci sono esempi che hanno dell’assurdo! La società Remilk – ha concluso Coldiretti – vuole poi aprire una fabbrica chimica in Danimarca per la produzione di latte sintetico realizzato in laboratorio senza mucche. In Germania si lavora a bastoncini di sostanza ittica coltivati in vitro senza aver mai neppure visto il mare, mentre negli Usa si stanno buttando anche sul sushi in provetta. Quindi senza se e senza ma. a difesa del cibo naturale!». (rcz)

Siccità, Coldiretti Calabria: Chiesto a Dipartimento Agricoltura di accertare danni sul territorio

Coldiretti Calabria ha chiesto al Dipartimento Agricoltura l’accertamento dei danni sull’intero territorio regionale provocato dalla siccità.

«Nella nostra regione ha fatto diminuire le produzione in agricoltura e questo si abbatterà a cascata sulle tavole dei cittadini. Il 2022 – ha commentato Coldiretti Calabria – si classifica fino ad ora come l’anno più caldo di sempre con una temperatura nei primi dieci mesi del 2022 addirittura superiore di +1,07 gradi rispetto alla media storica, ma si registrano anche precipitazioni ridotte di oltre 1/3, secondo l’analisi Coldiretti su dati Isac Cnr».

«Davanti a tale reale condizione che ha interessato tutta la regione nessun territorio escluso –ha riferito Franco Aceto, presidente di Coldiretti Calabria – abbiamo chiesto al Dipartimento Regionale Agricoltura di attivare le procedure per modificare la Delibera di Giunta n. 526 del 31.ottobre, la declaratoria cui declaratoria prevede lo stato di calamità per eccezionale e prolungata siccità solo sulla sola fascia ionica della regione nel periodo giugno-settembre 2022, ma vista e constatata la prolungata siccità di dichiarare lo stato di calamità su tutto il territorio regionale nessuna zona esclusa».

«Abbiamo notizia – ha confermato Aceto – che il Dipartimento si è immediatamente attivato dando disposizioni ai dirigenti dei settori interessati per le varie province e Città metropolitana di Reggio Calabria, di relazionare sulla situazione. Per fare un solo esempio a pesare sull’olivicoltura, che riguarda oltre il 30%della nostra economia agricola e agroalimentare, è stata unasiccità devastante mai vista negli ultimi 70 anni che ha messo in stress idrico gli uliveti danneggiando prima la fioritura e poi le gemme, soprattutto in quelle zone dove non si è potuto intervenire con le irrigazioni di soccorso per dissetare e rinfrescare le piante e diverse aziende che hanno deciso di non intervenire per gli elevati costi di carburante, elettricità e prodotti di supporto alla nutrizione dei terreni».

«L’agricoltura – ha proseguito Aceto – è l’attività economica che più di tutte le altre vive quotidianamente le conseguenze dei cambiamenti climatici ma è anche il settore più impegnato per contrastarli promuovendo l’uso razionale dell’acqua, l’innovazione tecnologica per la riduzione dell’impatto ambientale, l’economia circolare con la produzione di energie rinnovabili come biogas e biometano e lo sviluppo del fotovoltaico sui tetti senza consumo di terra fertile».

«L’agricoltura italiana di cui la Calabria è un pezzo importante – ha detto ancora – è diventata negli anni la più green d’Europa ma di fronte al caro energia e al cambio del clima bisogna intervenire al più presto per salvare stalle e aziende ed investire con interventi strutturali per guardare al futuro, dai bacini di accumulo per l’acqua di cui le campagne hanno bisogno all’agricoltura 4.0 per tagliare spese e aumentare produttività».

«Occorre, senza dubbio – ha concluso – agire per evitare che, passata l’estate, il tema ritorni in secondo piano, salvo ripresentarsi la prossima primavera perché l’acqua dolce, vista la situazione pluviometrica  è un bene che diventa sempre di più scarso e prezioso». (rcz)

Coldiretti Calabria: Il florovivaismo è un comparto che vale 50 milioni

«Il florovivaismo fra produzione di piante e fiori in vaso e quelle di piantine da trapianto è, infatti, un comparto importante per la nostra regione che vale oltre 50 milioni di euro  e garantisce oltre 400 posti di lavoro altamente specializzati». È quanto ha riferito Coldiretti Calabria ricordando come dall’ultimo censimento Istat è emerso che nella nostra regione ci sono 156 aziende floro-vivaistiche che impiegano complessivamente 182 ettari.

«Un patrimonio del made in Italy – ha detto Coldiretti – messo sotto pressione dalla crisi energetica, ma anche dalle importazioni dall’estero cresciute del +59% nei primi sette mesi del 2022 rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, con oltre 2/3 (71%) rappresentati dagli arrivi dall’Olanda. A livello nazionale tra gennaio e luglio di quest’anno, gli arrivi di piante e fiori hanno raggiunto i 508 milioni di euro coprendo in sette mesi l’87% del valore registrato in tutto il 2021, nonostante la frenata degli scambi internazionali causati dalle tensioni per la guerra in Ucraina con la riduzione nella Ue del 40% del commercio di fiore reciso e della perdita del 30% del potere d’acquisto dei consumatori dell’Unione, secondo le ultime stime del Copa Cogeca».

«Occorre combattere la concorrenza sleale di prodotti importati dall’estero facendo in modo che piante e fiori vendita in Italia ed in Europa rispettino le stesse regole su ambiente, salute e diritti dei lavoratori», ha dichiarato il presidente della Coldiretti Calabria, Franco Aceto nel sottolineare «l’importanza di preferire in un momento difficile per l’economia nazionale le produzioni Made in Italy scegliendo l’acquisto di fiori tricolori, direttamente dai produttori o da punti vendita che ne garantiscano l’origine, per sostenere le imprese, l’occupazione e il territorio».

L’Associazione, poi, ha evidenziato come due calabresi su tre (il 69%) acquistano piante e fiori in occasione delle festività di ognissanti e dei morti per porgerli in dono ai propri defunti, in una ricorrenza che resta tra le più radicate nella nostra tradizione.

«Il ricordo dei defunti – ha sottolineato la Coldiretti – rappresenta la ricorrenza più importante dell’anno per molti italiani ma anche per la floricoltura tricolore che realizza in questo periodo circa 1/5 del proprio fatturato seppur alle prese con una drammatica crisi scatenata dall’aumento dei costi di produzione legato alla guerra in Ucraina».

«I più gettonati nell’occasione – ha precisato la Coldiretti – sono i crisantemi con prezzi che vanno da 1,5 ai 3 euro ma possono arrivare quasi a 20  euro se si tratta di vasi o mazzi di fiori. A causa dei rincari energetici le spese per i vivai sono in media raddoppiate (+95%) con punte che vanno dal +250% per i fertilizzanti al +110% per il gasolio o il +1200% per il metano per il riscaldamento delle serre, secondo l’analisi Coldiretti. Ma gli incrementi colpiscono anche gli imballaggi – ha continuato Coldiretti – dalla plastica per i vasetti dei fiori (+72%) al vetro (+40%) fino alla carta (+31%) per i quali peraltro si allungano anche i tempi di consegna, in qualche caso addirittura quintuplicati».

«E – ha sottolineato Coldiretti – sono esplose anche le spese di trasporto in un paese come l’Italia dove l’85% delle merci viaggia su gomma. Una situazione che – denuncia Coldiretti – rischia di pesare anche sulle vendite, favorendo illegalità e fenomeni criminali. Il consiglio è quello di non fare acquisti di impulso, ma verificare e mettere a confronto i diversi prezzi».

«Per evitare di cadere nelle trappole del mercato e non alimentare l’abusivismo è meglio – ha ricordato la Coldiretti – evitare venditori improvvisati e preferire l’acquisto, se possibile, direttamente dai produttori, ricordando che acquistando fiori italiani si sostengono le imprese, l’occupazione, il territorio». (aer)

Agricoltura biologica, Coldiretti Calabria: Sbloccati 24 mln per rafforzare filiere e distretti

Sono 24 milioni di euro la somma stanziata per rafforzare filiere e distretti dell’agricoltura biologica. Lo ha reso noto Coldiretti Calabria, ricordando che in Calabria ci sono più di un campo su tre in bio, nonostante «gli agricoltori siano stretti tra speculazioni e caro bollette, aggravati dalla guerra in Ucraina».

Questo importante intervento è stato possibile grazie alla firma del Decreto del Ministero delle Politiche Agricole con cui diventano operativi, dopo anni di attesa, gli interventi previsti dalla Legge di Bilancio 2020 per il settore dell’agricoltura biologica. La legge di Bilancio aveva istituito il “Fondo per l’agricoltura biologica”, «con l’obiettivo – spiega Coldiretti Calabria – di dare attuazione a interventi a favore delle forme di produzione agricola a ridotto impatto ambientale e per la promozione di filiere e distretti di agricoltura biologica e di ogni attività a queste connessa, con una dotazione che nel 2021 è stata ulteriormente incrementata, per arrivare ad una disponibilità totale, per il 2020 e il 2021, di 24 milioni di euro e che vedrà per ciascun anno successivo una dotazione di 5 milioni di euro».

«L’obiettivo è di favorire forme aggregative e partecipative nei rapporti tra i differenti soggetti delle filiere biologiche – aggiunge Coldiretti Calabria – implementando la transizione ecologica del comparto, lo sviluppo, la collaborazione e l’integrazione fra i soggetti della filiera, stimolare le relazioni di mercato e garantire ricadute positive sulla produzione agricola di prossimità e sull’economia del territorio».

«Coldiretti – ha spiegato Vincenzo Abbruzzese vice-presidente Coldiretti Calabria e componente nazionale di  “Coldiretti Bio – è da tempo convinta che sia necessario per il biologico ritrovare la sua dimensione agricola, saldamente legata al territorio di produzione e per questo auspica che questi obiettivi possano guidare lo sviluppo di un modello produttivo attento all’ambiente e alle persone, di cui le aziende agricole sono da tempo protagoniste e che contano, nella nostra regione,  un patrimonio di oltre 11mila aziende agricole coinvolte su un totale nazionale di 80.643».

«Una crescita – ha annotato Coldiretti – alla quale fa però da contraltare l’invasione di prodotti biologici da Paesi extracomunitari che registra un incremento. Grazie alla ricerca il settore biologico può diventare un formidabile strumento di valorizzazione e un bacino di approvvigionamento di prodotti di alta qualità e un valore aggiunto per gli enti pubblici sensibili alla corretta alimentazione di adulti e bambini. È necessario, al contempo, che tutti i prodotti che entrano nei confini regionali, nazionali ed europei rispettino gli stessi criteri a tutela della sicurezza dei consumatori, perché dietro gli alimenti, italiani e stranieri in vendita sugli scaffali ci deve essere la garanzia di un percorso di qualità che riguarda l’ambiente, la salute e il lavoro, con una giusta distribuzione del valore».

«L’attenzione dei consumatori di cibo biologico – si legge ancora – ha portato alla realizzazione nei Mercati di Campagna Amica di spazi destinati alle produzioni agroalimentari biologiche, oltre alle Botteghe Italiane completamente bio e numerosi agriturismo di Campagna Amica che hanno impostato la ristorazione proprio sulle produzioni aziendali bio.Altro punto centrale del progetto di Coldiretti sul biologico è l’attenzione alla sicurezza alimentare nei servizi di ristorazione collettiva, che deve diventare un preciso dovere degli enti locali (Comuni, Province e Regioni)».

«La continua richiesta di prodotti freschi e di stagione stimola l’imprenditore biologico a ricercare ulteriori forme di contatto commerciale con il consumatore. I timori dei consumatori, innescati dal Covid e soprattutto dagli scandali alimentari, si sono tradotti – ha aggiunto  Vincenzo Abbruzzese – in una seria preoccupazione per la sicurezza alimentare e in una domanda crescente di garanzie di qualità e maggiori informazioni sui metodi di produzione».

«L’Italia è uno dei maggiori importatori di alimenti biologici da Paesi extracomunitari – ha concluso – e non può accettare passi indietro sulla sicurezza alimentare che mettono a rischio la salute dei consumatori ma anche la competitività del Made in Italy campo alla tavola, con la leadership Ue proprio nel biologico». (rrm)

Aceto (Coldiretti): Caro bollette minaccia disponibilità di prodotti

«Non c’è tempo da perdere non è il tempo di una calma piatta: Bisogna intervenire subito perché la drammatica situazione dei costi delle imprese agricole minaccia direttamente la disponibilità di prodotti per le forniture di cibo alle famiglie con uno shock dal punto di vista alimentare, economico e occupazionale». È quanto ha dichiarato il presidente di Coldiretti CalabriaFranco Aceto, in merito al caro bollette.

E, proprio questa situazione drammatica ha portato l’agroalimentare italiano in Piazza, per denunciare una situazione insostenibile che minaccia il lavoro, l’economia e la sopravvivenza del Made in Italy a tavola, a causa dell’esplosione dei costi di produzione scatenata dalla guerra in Ucraina.

«Una manifestazione di protesta –ha comunicato Aceto – in Piazza Cannone nel Parco Sempione di Milano per sottolineare la drammaticità del momento con l’aumento dell’inflazione e delle bollette. La situazione è da allarme rosso, e più di un italiano su due (51%) taglia la spesa nel carrello a causa della crescita record dei prezzi che ha ridotto il potere d’acquisto dei cittadini con un effetto a valanga sull’intera filiera agroalimentare che dal campo alla tavola che a livello nazionale vale 575 miliardi di euro, quasi un quarto del Pil nazionale, che dal campo alla tavola, vede impegnati ben 4 milioni di lavoratori in 740mila aziende agricole, 70mila industrie alimentari, oltre 330mila realtà della ristorazione e 230mila punti vendita al dettaglio».

«Il 18% dei consumatori per effetto dell’inflazione rilevata dall’Istat dichiara di aver ridotto la qualità degli acquisti, orientandosi verso prodotti low cost per poter ad arrivare a fine mese, mentre solo 1/3 (31%) è riuscito a non modificare le abitudini di spesa. Gli italiani – ha sottolineato la Coldiretti – vanno a caccia dei prezzi più bassi anche facendo lo slalom nel punto vendita, cambiando negozio, supermercato o discount alla ricerca di promozioni per i diversi prodotti. Se i prezzi per le famiglie corrono, l’aumento dei costi colpisce duramente l’intera filiera agroalimentare diffusa su tutto il territorio che quotidianamente rifornisce le tavole dei consumatori italiani».

«Nelle campagne – ha denunciato la Coldiretti – ben 1/3 delle aziende agricole sta lavorando in perdita a causa di rincari dei costi che – evidenzia Coldiretti – vanno dal +250% dei concimi al +95% dei mangimi al +110% per il gasolio fino al +300% delle bollette per pompare l’acqua per l’irrigazione dei raccolti. Il risultato è un aggravio medio di oltre 17mila euro per azienda, mentre crolla il valore aggiunto (-42%)».

«Non c’è tempo da perdere non è il tempo di una calma piatta – ha insistito Aceto – bisogna intervenire subito perché la drammatica situazione dei costi delle imprese agricole minaccia direttamente la disponibilità di prodotti per le forniture di cibo alle famiglie con uno shock dal punto di vista alimentare, economico e occupazionale. Nell’ambito delle misure fiscali a sostegno di famiglie e imprese si rende indispensabile la moratoria sui debiti bancari almeno sulla quota capitale».

«Questo consente al debitore una sospensione, un rinvio oppure una riduzione dei pagamenti dovuti in base al piano di rimborso previsto dal prestito allentando le tensioni di liquidità per un periodo circoscritto e quindi contribuisce ad  un’impresa o a una famiglia a prendere tempo per riorganizzarsi. Ed ancora, per mitigare gli effetti sistemici di uno shock derivante da una situazione di emergenza ed eccezionale – ha concluso – occorrono ancora misure altrettanto eccezionali quali  il credito di imposta almeno al 45%, il taglio netto dell’Iva sulle forniture energetiche e quello del cuneo fiscale su tutti i lavoratori». (rrm)

Aperto lo spazio ristorazione al Mercato aperto di Campagna Amica di Cosenza

È stata inaugurata, a Cosenza, l’area ristorazione del Mercato Aperto di Campagna Amica di Coldiretti, che sarà gestita dalla Coop. Sociale Volando Oltre, in collaborazione con Campagna Amica e Coldiretti Calabria, ideatrice peraltro dell’ iniziativa imprenditoriale/sociale, che prende il nome di “buoni buoni – cucina sociale contadina”.

Ad arricchire l’inaugurazione, il convegno dal titolo Agricoltura e Sociale che generano comunità, che è stato un vivaio di idee e considerazioni mirate appunto alla socialità legata al mondo agricolo. Tra gli ospiti dell’evento Adriana De Luca associazione “Gli altri siamo noi Odv” , Carmelo Troccoli direttore Fondazione Campagna Amica, Fabio Comunello Fattoria sociale “Conca d’oro” di Bassano del Grappa, Marco Ottocento Fondazione “Più di un sogno” di Zevio (VE), Mauro Magatti dell’Università Cattolica di Milano, Teresa Nesci Coop sociale “Felice da matti” e Maria Teresa Pagliuso direttrice f.f. Igiene degli alimenti e Nutrizione Asp Cosenza, oltre che Klaus Algieri presidente Camera di Commercio di Cosenza, Gianluca Gallo assessore regionale agricoltura, Franz Caruso sindaco di Cosenza, Franco Aceto presidente Coldiretti Calabria.

«Non perdete l’occasione di mangiar bene e stare meglio», è quanto ha affermato l’assessore Gallo, unitamente al sindaco di Cosenza Franz Caruso che aggiunge: «Un’iniziativa lodevole che rende la nostra città sempre più inclusiva e solidale; questi giovani ci insegnano che con l’impegno e la volontà si possono realizzare grandi progetti ed oggi, per tutti loro, inizia un’ importante avventura lavorativa».

Il direttore Troccoli ha affermato che, «la comunità di Campagna Amica diventa ancora più ricca; un progetto imprenditoriale civico, sociale, agricolo e inclusivo. I mercati contadini si basano su sistema di relazioni e contrappongono ai modelli globali e omologanti un modello del cibo locale di comunità. Sono convinto che l’esempio di Cosenza sarà seguito da altre realtà. Tutto questo è possibile grazie alla costante opera di relazioni costruita da agricoltori e coordinatori di Campagna Amica, figure cruciali della nostra crescita e a cui va il più sentito ringraziamento per l’opera quotidiana che svolgono».

Enorme  soddisfazione è stata espressa dal presidente di Coldiretti Calabria Franco Aceto che ha parlato di una realizzazione ambiziosa che unisce i valori etici , il senso della famiglia e l’empatia.

«Valori fondamentali – ha proseguito – che amplificano e sostengono nuove voci nel mondo dell’imprenditoria sociale che stanno dando forma a idee innovative per creare un futuro sempre più inclusivo che arricchisce noi stessi e gli altri. . In un tutt’uno con le nostre produzioni, si afferma un modo di essere e di vivere, fatto di impegno, lavoro e  lealtà».

«Nella cornice di del nostro mercato coperto – ha commentato Francesco Cosentini, direttore di Coldiretti Calabria – vogliamo comunicare un grande esempio di passione e determinazione  con una cifra di stile armonica nel  messaggio, con valori condivisi in linea con gli impegni quotidiani di Coldiretti che continuamente arricchiremo con progetti sempre più inclusivi». (rcs)

A Lamezia Venerdì Coldiretti Calabria incontra i candidati delle coalizioni dei partiti

Venerdì 16 settembre, a Lamezia Terme, Coldiretti Calabria, nella sua sede, ha organizzato una sequenza di incontri con i candidati delle coalizioni e partiti politici nei collegi uninominali e plurinominali della Regione Calabria.

«Nel corso dell’ iniziativa – ha dichiarato il presidente di Coldiretti Calabria, Franco Aceto – alla quale interverranno dirigenti e soci, Coldiretti illustrerà e consegnerà ai candidati un documento con le priorità da affrontare con immediatezza. Sarà per i temi che si tratteranno – prosegue – nello stile di Coldiretti un confronto pressante, autorevole e concreto e sicuramente proficuo anche perché, il protagonismo dell’agricoltura e dell’agroalimentare e le politiche da attuare rappresentano, per la nostra Regione, questioni decisive per l’economia,il lavoro, la crescita e lo sviluppo».

La capacità di resilienza e rinascita delle aziende agricole,agroalimentari e zootecniche – conclude Coldiretti – dipenderà dalle misure rapide e concrete che verranno messe in campo dalla nuova classe politica che scaturirà dal verdetto delle urne dopo il 25 settembre. (rcz)

Il programma

ore 10.00 – Enza Bruno Bossio, Nicola Irto, Francesco Pitaro, Dalila Nesci

11.30 – Mario Occhiuto, Fulvia Michela Caligiuri

13.00 – Ernesto Magorno

15.00 – Wanda Ferro, Fausto Orsomarso,

16.30 – Tilde Minasi, Domenico Furgiuele, Simona Loizzo,

Coldiretti Calabria: Si stima una diminuzione di olio di una bottiglia su tre

Le famiglie devono dire addio a quasi una bottiglia su tre di olio, a causa dell’aumento dei costi. È quanto è emerso dal report La guerra dell’olio Made in Italy, redatto da ColdirettiUnaprol, da cui è emerso che si assisterà a un crollo della produzione nazionale e regionale di olive.

Un dato preoccupante, se si considera che la Calabria l’olivicoltura si sviluppa su oltre il 24% della superficie agricola utilizzata, con oltre 84mila aziende ad indirizzo olivicolo, una superficie investita in olivo di oltre 189mila ettari, circa 25milioni di piante e oltre 100 varietà di olive, un tesoro di biodiversità, con quasi il 50% biologico e un forte impiego di manodopera, nell’intera filiera. che coinvolge in Calabria oltre 600 frantoi e che ha tre Dop e una I.G.P.

«Questo – ha sottolineato Coldiretti – è un anno profondamente segnato dai cambiamenti climatici e dai rincari di energia e materie prime che pesano su aziende e famiglie.  A pesare sulla produzione nazionale, con un calo stimato del -30%, é stata una siccità devastante mai vista negli ultimi 70 anni che ha messo in stress idrico gli uliveti danneggiando prima la fioritura e poi le gemme, soprattutto in quelle zone dove non si è potuto intervenire con le irrigazioni di soccorso per dissetare e rinfrescare le piante. Ma diverse aziende hanno deciso di non intervenire per gli elevati costi di carburante, elettricità, service e prodotti di supporto alla nutrizione dei terreni».
«Salva la qualità, con la Calabria che può vantare uno dei più ricchi patrimoni di varietà di olii. Con l’esplosione dei costi aumentati in media del 50% nelle aziende olivicole – hanno evidenziato Coldiretti e Unaprol – quasi 1 su 10 (9%) lavora in perdita ed è a rischio di chiusura, secondo dati Crea. Olivicoltori e frantoiani sono costretti a fronteggiare l’incremento dell’elettricità, i cui costi sono quintuplicati.  E se i costi crescono mentre scendono i ricavi delle imprese, il carrello della spesa delle famiglie registra aumenti dei prezzi al dettaglio per la maggior parte dei prodotti della tavola con l’olio extravergine d’oliva per il quale sono attesi forti rincari sugli scaffali in autunno con l’arrivo delle nuove produzioni».
«La raccolta – hanno riferito Coldiretti e Unaprol – è partita in Sicilia, che da sempre anticipa tutte le altre regioni italiane. Il calo è diffuso del Sud Italia, specie nelle regioni più vocate all’olivicoltura come Puglia e Calabria, che da sole, rappresentano circa il 70% della produzione olivicola nazionale».
«Per sostenere la produzione, resistere ai cambiamenti climatici e difendere la sovranità alimentare nazionale e la dieta Mediterranea di cui l’olio è componente fondamentale – hanno spiegato Coldiretti e Unaprol – occorrono un piano strategico per la realizzazione di nuovi impianti olivicoli con varietà italiane, risorse per contrastare l’aumento vertiginoso dei costi di gestione delle aziende agricole e realizzare nuovi sistemi di irrigazione ma servono anche opere infrastrutturali di manutenzione, risparmio, recupero e riciclaggio delle acque potenziando la rete di invasi sui territori, creando bacini e utilizzando anche le ex cave per raccogliere l’acqua piovana in modo da raccoglierla quando è troppa e gestirne l’utilizzo quando serve».
«Occorre sostenere le aziende e non cadere nell’inganno del falso Made in Italy  – hanno concluso – scegliendo e verificando attentamente l’etichetta. L’obiettivo – conclude Coldiretti -è di rilanciare una produzione nazionale dell’olio d’oliva messa a rischio anche dal Nutriscore sistema di etichettatura fuorviante, discriminatorio ed incompleto che finisce paradossalmente per escludere dalla dieta alimenti sani e naturali come l’olio d’oliva che è uno dei pilastri della Dieta Mediterranea conosciuta in tutto il mondo grazie agli effetti positivi sulla longevità e ai benefici per la salute». (rrm)