I giovani di Coldiretti alla Fieragricola di Verona contro la guerra

È la Fieragricola di Verona il luogo in cui i giovani di Coldiretti si sono mobilitati per la pace e contro la guerra che fa perdere vite umane e mette in pericolo il futuro di un’intera generazione nata dopo la caduta del muro di Berlino, con il rischio della perdita del lavoro, della stabilità economica ma anche delle forniture alimentari in Italia e nel mondo.

Si svuotino gli arsenali, si colmino i granai è il filo conduttore della manifestazione che riprende il messaggio di fine anno agli italiani nel 1979 dal presidente partigiano Sandro Pertini, di grande attualità con le armi che sono tornate a sparare e i granai che sono svuotati e il rischio reale di scaffali deserti ma anche di speculazioni e carestie che nel passato hanno provocato tensioni sociali e politiche e flussi migratori.

«Come il petrolio e il gas anche il prezzo del grano – riferisce Coldiretti – balza e raggiunge i massimi da 14 anni ad un valore di 33,3 centesimi al chilo che non si raggiungeva dal 2008 ma su valori alti si collocano anche le quotazioni di mais e soia necessarie per l’ alimentazione degli animali negli allevamenti. È una emergenza mondiale che riguarda direttamente l’Italia che è un Paese deficitario ed importa addirittura il 64% del proprio fabbisogno di grano per la produzione di pane e biscotti e il 53% del mais di cui ha bisogno per l’alimentazione del bestiame. L’aumento di mais e soia sta mettendo in ginocchio gli allevatori che devono affrontare aumenti vertiginosi dei costi per l’alimentazione del bestiame (+40%) e dell’energia (+70%) a fronte di compensi fermi su valori insostenibili».

«Per fermare le speculazioni a livello internazionale – continua – e garantire la disponibilità del grano occorre lavorare per accordi di filiera tra imprese agricole ed industriali con precisi obiettivi qualitativi e quantitativi e prezzi equi che non scendano mai sotto i costi di produzione come prevede la nuova legge di contrasto alle pratiche sleali. Dai giovani viene un messaggio forte: “Occorre sostenere il fenomeno del ritorno alla terra e la capacità dell’agricoltura di offrire e creare opportunità occupazionali e di crescita professionale, peraltro destinate ad aumentare nel tempo superando le tensioni internazionali, ristabilire la pace e investire su un settore strategico per far ripartire l’Italia e l’Europa grazie anche a una nuova generazione di giovani attenti all’innovazione e alla sostenibilità”». (rrm)

Consegnati gli Oscar Green 2021 della Coldiretti

Si è svolta con successo ed entusiasmo, all’agriturismo Bardari di Curigna, la finale regionale il premio Oscar Green 2021 promosso da Coldiretti Giovani Impresa, che ha visto la partecipazione di 50 aziende under40.

Presente, alla cerimonia, il procuratore Nicola Gratteri, che ha espresso soddisfazione e entusiasmo per l’incontro con i giovani, «proiezione di una Calabria che io amo, che io sogno».

«La potenzialità sfruttata nella nostra Regione – ha spiegato Gratteri – non è che al 50%, perciò c’è ancora da tanto ma tanto da fare. Indica che l’unica via d’uscita per la Calabria è l’agricoltura e il turismo. Incentiviamo i giovani ad iscriversi alla facoltà di Agraria e proponiamo di aprire una facoltà universitaria per creare alte competenze sul turismo con le nostre innumerevoli potenzialità. Da esperto e cultore dell’agricoltura ha affermato con una convinzione straordinaria e contagiosa che “l’agricoltura con i suoi ritmi e la sua bellezza è un attività che mi fa tornare umano».

«Il premio conferma l’indiscutibile appeal dell’agricoltura ed agroalimentare, che non si sono arresi alla pandemia» ha dichiarato Enrico Parisi leader dei giovani Coldiretti, parafrasando il libro scritto dal Procuratore Non chiamateli eroi, afferma che «non ci sentiamo eroi ma determinati e in prima linea si; ci sono idee, ispirazioni e suggestioni che si traduciamo in progetti innovativi e l’intervento del Procuratore è un immenso stimolo a fare di più e meglio. E lo faremo!».

«Ringrazio il dott. Gratteri per tutto quello che ci ha detto non solo con le parole ma con la sua quotidiana testimonianza. Ancora una volta – ha aggiunto Franco Aceto, presidente di Coldiretti Calabria – i giovani, che non sono il futuro ma già il presente, hanno messo in mostra il proprio talento innescando un messaggio positivo che punta a rendere praticabili valori e aspirazioni rispettosi dell’ambiente, tecnologicamente equilibrati e all’avanguardia».

«Arriva – ha aggiunto – dai campi la spinta alla ripresa e alla resilienza da parte di chi con lungimiranza ed estro anche nel 2021 ha inventato prodotti e straordinarie innovazioni rigorosamente ‘Made in Calabria”. Realizzazioni e attività che motivano e Coldiretti da anni lavora nello scouting di talenti».

Ecco chi sono i premiati per le sei categorie. Per la categoria sostenibilità, premiato Antonio Lancellotta della Lao GreenhouseSoc.Agr.Arl di Scalea che si occupa di Agrofotovoltaico, con la copertura delle serre dove si coltiva il cedro, con modalità tali da azzerare l’impatto ambientale e il consumo di suolo agricolo proteggendo il frutto dagli eventi atmosferici. Si mixa la produzione agricola con quella di energia pulita solare. Giuseppe Porcelli dell’azienda Livasì di Spilinga (VV) è stato premiato per la categoria “Campagna Amica”. Ha realizzato in collaborazione con un maestro pasticcere “il pandujotto Dark”dove l’ingrediente principe è la ‘nduja. Un Panettone lavorato tradizionalmente con lievito naturale con un sapore autentico e genuino.

Èun dolce salato dove il piccante della ‘Nduja si sposa con il cioccolato fondente. Un contrasto audace, bilanciato e gustoso. Per il segmento “Noi per il sociale” il riconoscimento alla coop.Sociale “Felice da Matti” di Roccella Jonica (RC), rappresentata da  Maria Teresa Nesci. Opera a favore dell’ambiente e delle comunità. Effettua la raccolta di recupero e riciclo di oli esausti e grazie all’aggiunta di oli essenziali di agrumi e materie prime naturali, produce detergenti della linea “Bergolio Eco” e saponi. La coop.

Applica l’economia circolare, promuove l’inserimento per soggetti svantaggiati e persone con disabilità mentale. Nella categoria Impresa Digitale è stato premiato Andrea Patrizio Romano dell’Azienda Agricola Bio Land Romano di Rossano (CS) specializzata in agrumi, olio e biologico. L’idea di far conoscere i prodotti ha favorito la rivoluzione digitale  e la realizzazione, di un sito internet, di un logo personalizzato, di pagine social (Instagram-Facebook) arricchiti dall’e-commerce. Con l’ingresso nell’online, ha offerto i prodotti bio ai consumatori appassionati con un positivo riscontro economico.

Nella categoria Creatività, premiato Antonio Greco dell’azienda elicicola “Chiocciola” di Cosenza. Dalle chiocciole da gastronomia produce, in collaborazione con l’Istituto di Elicicoltura, lo Spray igienizzante “S’Agapò”. L’idea nasce per offrire in questa situazione pandemica un prodotto igienizzante che possa disinfettare e proteggere le mani con gli effetti benevoli della bava delle chiocciole.

Nella tipologia “Fare Rete” emerge il“Passaporto Biologico Circolare”di “Calabria Maceri” di Rende (CS). L’azienda, parte dai principi dell’economia circolare, con il legame tra i diversi attori della filiera e buone pratiche, produce un ammendante compostato dalla trasformazione della frazione organica dei rifiuti, denominato “Terrasana Bio”, destinato all’agricoltura biologica. L’azienda collabora con il Dipartimento di Chimica dell’Università della Calabria, di Agraria dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria e con l’Arsac.

Due “menzioni speciali” assegnate la prima a Martina Aceto di Montalto Uffugo (CS) per il progetto “Kigold: Chips” di kiwi disidratato. Snack che soddisfa il fabbisogno giornaliero di vitamina C, pratico e comodo nell’assunzione. La seconda a Salvatore Friscia dell’ azienda Agricola Friberga di Motta San Giovanni.

Valorizza i prodotti con le colture autoctone come il bergamotto di Reggio Calabria e l’olio delle cultivar Sinopolese e Ottobratica. Da questo connubio nasce“Regginoro” l’olio aromatizzato al bergamotto. È stato annunciato che Antonio Lancellotta della Lao GreenhouseSoc.Agr.Arl di Scalea parteciperà alla finalissima nazionale.

Giovedì a Curinga la finale regionale del Premio Oscar Green Calabria di Coldiretti

Giovedì 14 ottobre, a Curinga, alle 10.30, in contrada Trunchi nell’Agriturismo Bardari, saranno rese note le sei imprese che hanno vinto il Premio Oscar Green Calabria “Giovani che sfidano il Covid”, la selezione regionale del Concorso nazionale sull’innovazione in agricoltura promosso da Coldiretti Giovani Impresa.

In ognuna delle sei categorie in concorso, Impresa 5.Terra, Campagna Amica, Sostenibilità Ambientale, Fare Rete, Noi per il sociale e Creatività verrà proclamato il vincitore regionale che prenderà parte alla selezione nazionale. 

Sarà una giornata impegnativa ed emozionante, anche perché interverrà il Procuratore della Repubblica di Catanzaro Nicola Gratteri, che presenterà il suo ultimo libro, Non chiamateli eroi, scritto a quattro mani con Antonio Nicaso.

Si tratta di una raccolta di storie di uomini delle istituzioni e semplici cittadini che si sono opposti alla mafia. Il Procuratore, ama coltivare la terra e parlerà ai e con i giovani Coldiretti, raccontando anche la sua passione di esperto agricoltore, che come spesso ha detto, «andare in campagna a lavorare dopo un duro lavoro fatto di sacrifici e rinunce è il mio momento di relax ma anche di impegno di contadino» così come, cogliendo la vocazione della Regione, più volte ha sottolineato l’importanza «di avere in Calabria più scuole e facoltà universitarie ad indirizzo agrario, ambientale e turistico»

«Sono i talenti del territorio – commenta il presidente di Coldiretti Calabria, Franco Aceto – che gareggiano con progetti imprenditoriali legati alla tradizione con uno spiccato indirizzo moderno. Realizzazioni messe in campo per “sfidare il Covid”. I progetti delle aziende partecipanti da tutta la regione evidenziano la possibilità di trasformare le difficoltà in un’opportunità».

 All’interno della manifestazione, il produttore Antonio Morrone guiderà una degustazione di birre calabresi alla quale darà il contributo il prof. Giuseppe Caruso, autore del libro La botanica della birraAll’importante evento parteciperanno insieme ai giovani, provenienti dalla regione, il delegato regionale Enrico Parisii delegati provinciali, i Presidenti e Direttori della Coldiretti della Calabria.

 

La Fattoria della Piana sul podio del Premio nazionale Oscar Green di Coldiretti

Prestigioso riconoscimento per Federica Basile, della Cooperativa agricola Fattoria della Piana, che è salita sul podio, per la categoria sostenibilità, del Premio nazionale Oscar Green di Coldiretti e svoltosi nei giorni scorsi a Roma.

Protagoniste assolute tante imprese condotte da giovani, che hanno esposto straordinarie innovazioni nate durante la pandemia Covid dall’ingegno delle nuove generazioni e presentate all’Oscar Green, il salone della creatività Made in Italy.

Giovani motivati che, hanno idee chiare in occasione di Youth4Climate che anticipa la riunione dei ministri della Cop26, la conferenza mondiale dell’Onu sui cambiamenti climatici in programma a Glasgow dall’1 al 12 novembre.

La storia professionale ed imprenditoriale di Federica Basile è affascinante e un esempio per tanti giovani. Federica, ad un certo punto cambia vita, da operation manager nei magazzini robotici di Amazon, in Inghilterra, ritorna a Rosarno e si dedica alla fattoria agricola più hi-tech del Sud Italia.Nella sua azienda fa economia circolare, produce latte e formaggi di alta qualità, ma soprattutto energia pulita con i pannelli solari, impianto di biogas e fitodepurazione.

Gli scarti di potatura, insieme al letame, al siero, alla sansa d’olive e al pesto di agrumi prodotti qui e in altre 80 aziende agricole che aderiscono alla cooperativa, sono la premessa per produrre gas biologico, con il 55% di metano e concime per nutrire 260 ettari di terreno che danno vita ai foraggi per le mucche da latte. L’energia termica e l’elettricità prodotta dai pannelli solari alimentano la fattoria, l’energia elettrica invece da biometano alimenta le abitazioni di oltre 6.500 famiglie. Per la creazione di biogas si utilizzano gli scarti della Fattoria di altre aziende agricole in un sistema di economia circolare che usa materie prime che prima erano un problema e le trasforma in una risorsa.

Il letame e il liquame provenienti dalle stalle, unitamente al siero che rimane come residuo dalle lavorazioni del caseificio, vengono raccolti in due fermentatori, all’interno dei quali, grazie alla tecnologia di miscelazione e riscaldamento, avviene un processo di fermentazione anaerobica che produce biogas, un gas biologico che contiene una percentuale del 55% di metano. Attraverso il processo di fermentazione e la combustione del biogas tutti gli scarti agricoli vengono trasformati in fonte energetica, mentre i resti della fermentazione diventano concime organico per le coltivazioni di foraggi.

La Fattoria della Piana è così un vero e proprio ecosistema autosufficiente, capace di produrre energia dagli scarti dell’industria agroalimentare e zootecnica, e di fornire una opportunità di smaltimento e di valorizzazione di biomasse che da rifiuto possono diventare risorsa e ricchezza per la nostra terra.

«Siamo sempre in prima fila – è il commento del Presidente di Coldiretti Calabria, Franco Aceto che parla di aziende della nostra regione innovative e che già stanno facendo transizione ecologica riducendo l’impatto della chimica nei campi; questo processo che si sta affermando nei nostri territori – spiega – non assolve solo ad interessi aziendali ma anche collettivi».

«Per Coldiretti – ha concluso – abbiamo chiaro che ciò che fa bene all’agricoltore deve far bene anche alla società e alla natura». (rrm)

Domenica al Villaggio Mancuso di Taverna arriva il Mercato di Campagna Amica di Coldiretti

Domenica 1° agosto, a Taverna, al Villaggio Mancuso, all’interno del piazzale dell’Olimpo Sila Hotel, si svolgerà il Mercato di Campagna Amica, con i tradizionali gazebo gialli e i prodotti provenienti direttamente dagli agricoltori.

«Per venire incontro – si legge in una nota – alle esigenze dei turisti che in questo periodo si recheranno per le vacanze nella Sila piccola catanzarese, nel ridente e affascinante Villaggio Mancuso dalla forte impronta green, il mercato si terrà tutte le domeniche di agosto e settembre p.v. dalla mattina con prolungamento al pomeriggio. Campagna Amica vuole unire accoglienza, turismo e sostenibilità».

Il direttore interprovinciale di Coldiretti Catanzaro-Crotone e Vibo Valentia, Pietro Bozzo, ha sottolineato come le imprese agricole ed agroalimentari calabresi contribuiscono in modo determinante alla valorizzazione del territorio e come la multifunzionalità sia la leva che può permettere di realizzare iniziative produttive offrendo la possibilità a tanti imprenditori agricoli di fare la vendita diretta e incrementare il proprio fatturato.

«Dopo l’emergenza Covid – ha dichiarato il presidente della Coldiretti interprovinciale, Fabio Borrello – vogliamo contribuire a valorizzare il turismo di prossimità e i sapori del nostro territorio con i prodotti della terra e degli allevamenti acquistati direttamente dalle mani degli agricoltori senza intermediazioni. In molti, quest’anno, hanno scelto una destinazione vicino casa, all’interno della propria regione di residenza, con molti turisti che hanno deciso di riaprire le seconde case di proprietà o di recarsi nelle strutture alberghiere ed agrituristiche».

«Il contesto silano – ha aggiunto – permette di unire sostenibilità e imprenditorialità, due concetti chiave intorno ai quali si sviluppa il progetto di Campagna Amica. L’opportunità non è solo di fare una spesa di qualità e ascoltare i preziosi suggerimenti dei produttori, ma anche di acquistare come ricordo della vacanza i prodotti agroalimentari tipici del territorio, da gustare con amici e parenti al rientro dalle vacanze». (rcz)

I giovani agricoltori calabresi lanciano la petizione contro i pannelli mangia suolo

I giovani imprenditori calabresi hanno lanciato una petizione contro i pannelli solari mangia suolo per combattere il rischio idrogeologico di fronte ai cambiamenti climatici, e spingere, invece, il fotovoltaico pulito ed ecosostenibile sui tetti di stalle, cascine, magazzini, fienili, laboratori di trasformazione e strutture agricole.

Obiettivo della petizione, chiedere « alle istituzioni di investire nelle fonti alternative di energia senza dimenticare il ruolo fondamentale dell’agricoltura e la bellezza unica dei nostri territori, che andrebbero compromessi senza una programmazione territoriale degli impianti fotovoltaici a terra».

«Una mobilitazione – ha dichiarato Enrico Parisi, leader dei giovani di Coldiretti Calabria – a tutela del suolo agricolo chiedendo alle istituzioni di investire nelle fonti alternative di energia senza dimenticare il ruolo fondamentale dell’agricoltura e la bellezza unica dei nostri territori, che andrebbero compromessi senza una programmazione territoriale degli impianti fotovoltaici a terra»

«Preoccupati per l’emergenza climatica, i giovani agricoltori – ha spiegato Parisi – vogliono cogliere ogni opportunità offerta dalle tecnologie innovative, avendo come obiettivo la piena attuazione dell’accordo di Parigi sul clima e l’agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile».

«Il consumo di suolo agricolo destinato al fotovoltaico a terra – ha dichiarato Coldiretti Giovani Impresa – minaccia il futuro delle nuove generazioni di agricoltori».

«Come giovani agricoltori, sosteniamo e promuoviamo ogni giorno l’innovazione tecnologica sostenibile, ma destinando i suoli agricoli al fotovoltaico non ci saranno più terreni da coltivare ed accelereremo la perdita di biodiversità unica della nostra Regione» ha spiegato ancora Parisi, nel sottolineare che «il suolo vocato all’agricoltura appartiene agli agricoltori e la di multifunzionalità energetica va sviluppata come attività integrata alla coltivazione e all’allevamento, sino a un massimo del 5% della superficie dell’azienda, da realizzare direttamente dagli agricoltori e in aree marginali».

«Possediamo – ha evidenziato – terreni non destinati all’agricoltura che potrebbero essere messi a valore con il fotovoltaico, ci domandiamo perché utilizzare terreni fertili che già producono valore economico, sociale ed ambientale togliendo traiettorie di futuro alle nuove generazioni di agricoltori».

«La pandemia da Coronavirus – ha commentato Coldiretti – ha rivoluzionato le priorità dei mercati e dei consumatori con le produzioni agricole, dalle quali dipendono le forniture alimentari, diventate più preziose e richieste del petrolio, con l’emergenza che ha ribaltato la geografia del valore della terra che è divenuta una ‘riserva naturale’ strategica da tutelare e proteggere».

«Coinvolgeremo altre associazioni che hanno a cuore il tema – ha concluso Parisi – per adesso i cittadini possono recarsi per la firma negli uffici della Coldiretti, nei mercati e negli agriturismi di Campagna Amica». (rrm)

In copertina, Enrico Parisi

IL MIELE È AMARO ANCHE PER LA CALABRIA
OGGI IL GIORNO DELLE API PER L’AMBIENTE

Sono 118 mila gli alveari a rischio in Calabria. Un gravissimo danno, se si considera che, nella nostra regione, secondo i dati della Anagrafe Nazionale Zootecnica – Banca Dati Apistica, lavorano 1385 apicoltori tra professionisti e hobbisti e, questi ultimi, producono miele per autoconsumo ma possiedono il codice di attività. Gli apiari sono 5406, gli alveari 118.465 e gli sciami 12.103.

«Dati e numeri nel tempo sono aumentati in parallelo con gli alveari dedicati al biologico, ma che adesso stanno subendo un duro colpo. Sono più di 3.500.000 i Kg di miele che si produce, che genera un valore alla produzione di oltre 15 milioni di euro. In media una singola ape visita in genere circa 7 mila fiori al giorno e ci vogliono quattro milioni di visite floreali per produrre un chilogrammo di miele». È l’allarme lanciato da Coldiretti Calabria, in occasione della Giornata Mondiale delle Api, che si celebra il 20 maggio, sottolineando come «l’inverno bollente e la primavera primavera segnata da ripetute gelate, hanno creato gravi problemi agli alveari con le api che non hanno avuto la possibilità di raccogliere il nettare, a causa delle basse temperature che hanno danneggiato i fiori».

Per questo, l’Associazione, visto il momento di grave difficoltà per gli agricoltori, ha ribadito la richiesta al Dipartimento Agricoltura della Regione Calabria «di verificare i danni sulle aziende apistiche per la dichiarazione dello stato di calamità in questo delicato comparto, fondamentale per la salvaguardia della biodiversità e delle produzioni di qualità».

«Le anomalie del meteo – ha sottolineato Coldiretti – che si sono registrate hanno colpito le piante in piena fioritura, con pesanti conseguenze sul raccolto di miele mentre la pioggia ed il forte vento hanno ulteriormente ostacolato l’attività di bottinatura delle api per salvare le quali sono state somministrate sostanze zuccherine. Un intervento straordinario e costoso a causa della carestia da clima pazzo. Le difficoltà delle api sono un pericolo grave per la biodiversità, considerato che questi insetti contribuiscono all’impollinazione».

«Il ruolo delle api è fondamentale considerato che – ha evidenziato la Coldiretti – dall’impollinazione dalle api dipendono, in una certa misura, ben 3 colture alimentari su 4, come mele, le pere, le fragole, le ciliegie, i cocomeri e i meloni e secondo la Fao, ma l’impollinazione operata dalle api è fondamentale anche per la conservazione del patrimonio vegetale spontaneo. La crisi delle api rappresenta un danno ambientale ed economico in una situazione in cui ha spinto all’aumento del 13% degli acquisti familiari di miele nel 2020. Ma sugli scaffali dei supermercati italiani, più di 1 vasetto di miele su 2 viene dall’estero.  Per evitare di portare in tavola prodotti provenienti dall’estero, spesso di bassa qualità, occorre verificare con attenzione l’origine in etichetta oppure di rivolgersi direttamente ai produttori nelle aziende agricole, negli agriturismi o nei mercati di Campagna Amica.

«La Coldiretti – si legge in una nota – ricorda che il miele prodotto sul territorio è riconoscibile attraverso l’etichettatura di origine obbligatoria fortemente sostenuta dalla Coldiretti».

A ribadire che il contrasto alla moria delle api sul territorio italiano passa necessariamente dal sostegno agli apicoltori, è il deputato del Movimento 5 StellePaolo Parentela, ricordando che «numerosi sono tati i risultati raggiunti a tutela delle produzioni made in Italy: creazione dell’anagrafe apistica, introduzione dell’obbligo dell’indicazione del Paese di origine in etichettatura, lotta al coleottero Aethina Tumida, potenziamento dei controlli dell’Ispettorato Repressione Frodi (Icqrf) sul falso miele cinese, semplificazioni burocratiche per la vendita diretta, per il nomadismo e limitazioni e divieti all’utilizzo di fitofarmaci così da tutelare le api».

«Agli interventi normativi, incluso il riavvio del Tavolo apistico al Mipaaf grazie all’impegno dell’ex Sottosegretario Giuseppe L’Abbate – ha proseguito – si sono aggiunti i sostegni economici come i 2 milioni di euro per progetti finalizzati a sostenere produzioni e allevamenti di particolare rilievo ambientale, economico, sociale e occupazionale. Il comparto apistico potrà contare anche su parte dei 10 milioni di euro messi a disposizione delle cosiddette filiere minori nell’ultima Legge di Bilancio nonché è stato tra i settori che hanno sempre beneficiato degli esoneri contributivi previdenziali e assistenziali per 10 mesi nel 2020 e ora nel 2021».

«L’impegno del MoVimento 5 Stelle – ha concluso Parentela – per la salvaguardia delle produzioni apistiche continua. Stiamo lavorando per l’abbassamento dell’Iva sulla pappa e gelatina reale e servizi di impollinazione, per estendere l’obbligo in etichetta dei paesi di origine anche dei mieli in miscela, l’estensione del credito d’imposta per investimenti innovativi (Transizione 4.0) per tutelare le arnie dai furti e dai parassiti nonché per prevedere un ecoschema dedicato agli impollinatori nel Piano Strategico Nazionale della nuova Pac, dove il settore apistico è l’unico a vedersi raddoppiate le risorse». (rrm)

COL GREEN PASS RIAPRIRE ANCHE I LOCALI
COSÍ SI SALVERÀ IL TURISMO IN CALABRIA

Salvare il turismo in Calabria riaprendo, anche, i locali. È questa la parola d’ordine che Coldiretti Calabria ha dato per rilanciare uno dei pilastri della nostra regione che, ogni anno, ha attratto viaggiatori provenienti da ogni regione e parte del mondo. Quindi, per l’Ente, bene l’entrata in vigore del pass vaccinale il prossimo 15 maggio ma, con esso, deve esserci anche una riapertura dei locali.

Coldiretti, infatti, ha già spiegato che «l’assenza di turisti stranieri e italiani ha un impatto pesante sulla loro sopravvivenza legata alla storia e all’economia dei territori, che sono il simbolo della grande creatività, tradizione, qualità e sicurezza alla base del successo del Made in Calabria» e che «il crollo del turismo straniero in Calabria ha causato un buco di oltre 300 milioni nelle spese dei viaggiatori dall’estero. La mancanza di vacanzieri si trasferisce a valanga sull’insieme dell’economia per il crollo delle spese per, alimentazione, alloggio trasporti, divertimenti, shopping e souvenir. Il cibo è la voce principale del budget delle famiglie in vacanza, con circa un terzo della spesa di italiani e stranieri destinato alla tavola».

«Per questo – afferma la Coldiretti – è indispensabile che avanzi la campagna di vaccinazione e diminuiscano il numero dei contagi; aspetti che consentono di riprendere una nuova normalità; fronti che devono essere particolarmente curati in questa fase decisiva nella quale i turisti orientano la scelta delle località per le vacanze alla vigilia del Bit di Milano (Borsa Internazionale del Turismo) che, seppur digitalmente e aperto al pubblico, punta a mostrare agli operatori del settore le migliori offerte del mercato turistico nostrano.  Tropea poi, eletta quest’anno borgo dei borghi è il passepartout del nostro turismo».

«Attualmente – ha sottolineato la Coldiretti – essendo in zona arancione pesa sull’economia calabrese la chiusura di oltre 15mila tra ristoranti, bar, pizzerie e agriturismi  che complessivamente  contano su  32668 addetti che operano nella Regione e pesa anche il limite fissato del coprifuoco alle 22 per tutti, sia nelle città che nelle campagne e nelle località turistiche. Il solo sistema agrituristico in Calabria può contare su circa 350 strutture operanti con 12200 posti a tavola e circa 1500 posti letto».

«Il cibo batte l’alloggio, ed è diventato – sostiene la Coldiretti – la voce principale del budget delle famiglie in vacanza. Il cibo rappresenta, per molti turisti, la principale motivazione del viaggio perché possiamo contare primati nella qualità, nella sostenibilità ambientale e nella sicurezza della produzione agroalimentare che ha contribuito a mantenere nel tempo un territorio con paesaggi di una bellezza unica. La spesa in vacanza per il cibo lo scorso anno per la pandemia Covid, è scesa di oltre il 60%, il minimo da almeno un decennio, e gli effetti delle difficoltà delle attività di ristorazione si sono fatti sentire a cascata sull’intera filiera agroalimentare, con disdette di ordini per le forniture di molti prodotti agroalimentari, dal vino all’olio, dalla carne al pesce, dalla frutta alla verdura ma anche su salumi e formaggi di alta qualità che trovano nel consumo fuori casa un importante mercato di sbocco».

«In alcuni settori, come quello ittico e vitivinicolo la ristorazione rappresenta addirittura il principale canale di commercializzazione per fatturato. Senza turismo, sono a rischio anche i 269 tesori alimentari tradizionali dei borghi d’Italia custoditi da generazioni dagli agricoltori e salvati per sostenere la rinascita del Paese, 13 prodotti Dop, 6 Igp, 9 vini Doc e 10 Igt».

«L’assenza di turisti stranieri e italiani ha un impatto pesante sulla sopravvivenza di tesori agroalimentari unici al mondo legati alla storia e all’economia dei territori, che – ha sottolineato il Presidente i Coldiretti Calabria, Franco Aceto – sono il simbolo della grande creatività, tradizione, qualità e sicurezza alla base del successo nel mondo. Una patrimonio da salvare che non ha solo un valore economico, ma anche storico, culturale ed ambientale e che garantisce la sopravvivenza della popolazione anche nelle aree interne più isolate». (rrm)

[foto tratta dal video promozionale della Riviera dei Cedri, courtesy Nik Channel Youtube]

L’ECCELLENTE EXTRAVERGINE DI CALABRIA
INSIDIATO DALLA SCARSA QUALITÀ ESTERA

C’è una grande insidia per il nostro ottimo olio extravergine d’oliva, sulla cui qualità non si discute: arriva dalle importazioni di “olio estero” a prezzi stracciati e di qualità assolutamente inferiore.  «In un momento storico difficile – ha commentato Coldiretti –  dove stimolare la domanda da parte dei consumatori dovrebbe essere un obbligo morale, saper di ricevere in “casa Italia” olio proveniente dall’estero significa aumentare il consumo di olio straniero, a discapito delle aziende olivicole calabresi con un forte impatto anche sulle nostre produzioni di olio certificate Igp e Dop. Occorre diffidare dei prezzi troppo bassi, guardare con più attenzione le etichette e acquistare extravergini a denominazione di origine Dop e Igp, quelli in cui è esplicitamente indicato che sono stati ottenuti al 100 per 100 da olive italiane o acquistare direttamente dai produttori olivicoli, nei frantoi o nei mercati di Campagna Amica, dove  è possibile assaggiare l’olio Evo prima di comprarlo e riconoscerne le caratteristiche positive. È doveroso intensificare i controlli e aumentare le valutazioni organolettiche per evitare che i consumatori possano essere vittime di frodi».

Un allarme che non deve lasciare indifferenti, soprattutto se si considera che «oltre la metà della giacenza nazionale di olio di oliva (51%) è presente nelle regioni del Sud Italia, con il significativo contributo delle regioni Puglia e Calabria (35,0% e 8,8%, rispettivamente). A livello provinciale, da segnalare il 16,8% delle giacenze nella provincia di Bari, il 10,4% in quella di Perugia e il 7,8% nella provincia di Barletta-Andria-Trani» si legge nel report Frantoio d’Italia del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali del 28 febbraio 2021, che rileva anche come la Calabria, insieme alla Puglia, Sicilia e Toscana, è tra le regioni che detengono più olio bio (13,9%).

La stagione olivicola, peraltro si presenta «ottima, con una fioritura eccezionale e una eccellente vegetazione e che, quindi, fa presagire un olio di qualità». secondo Coldiretti Calabria che fotografa la situazione dell’olio calabrese, dopo l’anno horribilis in cui la produzione era scesa di oltre il 40% a causa delle anomalie climatiche, ricordando quanto «sia importante per l’economia della nostra regione».

«L’ olivicoltura – hanno illustrato i tecnici di Coldiretti Calabria – si sviluppa sul 24% della superficie agricola della regione, con oltre 84mila aziende, una superficie coltivata di oltre 189mila ettari, oltre 35 milioni di piante  e moltissime cultivar, con una produzione media negli ultimi cinque anni di oltre 35mila tonnellate di olio Evo; un tesoro esclusivo di biodiversità di cui quasi il 50% biologico, per una filiera che coinvolge oltre 650  frantoi, il 15% del totale italiano, che sul mercato vale circa 600 milioni e con un forte impiego di manodopera sempre di più specializzata. Nonostante questi primati, nemmeno la pandemia ha fermato  l’invasione di olio straniero in Italia con gli arrivi in crescita del 5% nell’ultimo anno con bottiglie  sugli scaffali di supermercati, negozi e discount a prezzi stracciati che fanno suonare un campanello di allarme sulla qualità del prodotto che si porta a tavola».

«L’ultima indagine del mensile il Salvagente – si legge in una nota – ha svelato che ben 7 miscele di oli stranieri, venduti come extravergini sui 15, analizzati al panel test, sono risultati essere dei semplici olii di oliva.  Una crescita di importazione di olio che arriva nei porti e poi  diventa  magicamente olio calabrese ed italiano solo sulla carta. Una pericolosissima “macchia d’olio”  che si sta allargando, che favorisce comportamenti e triangolazioni che per la pervasività assestano un duro colpo alla nostra olivicoltura».

«Succede poi – ha spiegato Coldiretti – che si fa pagare di più ai consumatori un prodotto che, invece, può valere fino alla metà del prezzo indicato visto che ha una qualità inferiore, in un momento storico in cui i consumi delle famiglie italiane di olio d’oliva sono in crescita. Un olio, per essere definito e venduto come extravergine, deve rispettare i parametri chimici previsti dalla normativa e superare la prova del panel test, obbligatoria per legge dal 1991 e condotta da assaggiatori esperti e allenati, senza presentare difetti organolettici. Il Consiglio di Stato con la sentenza del 20 novembre 2020, ha detto una parola definitiva sull’attendibilità e oggettività del panel test, ritenendo la prova organolettica ‘essenziale per la corretta classificazione degli oli’ e sancendo che i suoi risultati non si traducono in ‘decisioni arbitrarie’ essendo ‘governata da stringenti parametri normativi predeterminati’».

Insomma, per poter proteggere non solo una nostra eccellenza, ma anche i nostri produttori agricoli – che ogni anno, grazie alle loro produzioni ottengono prestigiosi riconoscimenti dando lustro alla Calabria – bisogna stare attenti, e continuare a promuovere «la grande qualità dell’olio extravergine Made in Italy» e, sopratutto, made in Calabria(rrm)

Al via in Calabria il concorso Oscar Green 2021 di Coldiretti

Ha preso il via, in Calabria, per i giovani che hanno scelto di impegnarsi in agricoltura l’Oscar Green 2021, il premio all’innovazione per le imprese che creano sviluppo e lavoro per rilanciare l’economia dei propri territori danneggiati dall’emergenza sanitaria.

Lo ha reso noto Enrico Parisi, delegato Coldiretti Giovani Impresa Calabria, aggiungendo che «nonostante il momento di difficoltà dovuto all’emergenza Covid, la voglia di fare e la creatività dei giovani agricoltori non si ferma, Oscar Green, ogni anno, racconta le storie di giovani agricoltori under 40 protagonisti di un’agricoltura sempre più sensibile alla tutela dell’ambiente, alla biodiversità, all’innovazione sostenibile e durevole».

Il rinnovato fascino della campagna per i giovani si riflette nella convinzione comune che, in tempi di pandemia, l’agricoltura è diventata un settore che offre e crea opportunità occupazionali e di crescita professionale, grazie alle grandi possibilità di innovazione che il settore offre sul piano produttivo, ambientale e della sicurezza alimentare.

Al premio Oscar Green, promosso a livello nazionale da Coldiretti Giovani Impresa, sarà possibile iscriversi fino al 15 maggio 2021 direttamente sul sito https://giovanimpresa.coldiretti.it/ nella sezione Oscar Green in una delle sei categorie di concorso, che,  iniziato dal 2006 è alla sua  quindicesima edizione e ha visto finora in Calabria, oltre 500  imprese giovani partecipare con i propri progetti. Queste le categorie alle quali ci si può iscrivere:

La prima categoria, “Sostenibilità e transizione ecologica”, per le   imprese che lavorano e producono in modo ecosostenibile, tutelano, valorizzano e recuperano e rispondono ai principi di economia circolare e alla chimica verde, riducendo al minimo la produzione di rifiuti, con processi che tutelano l’ambiente.

«La categoria “Campagna Amica” – continua Coldiretti – promuove e valorizza i prodotti Made in Italy attraverso la realizzazione di nuove forme di vendita e di consumo volte a favorire l’incontro tra impresa e cittadini. “Creatività” è la parola d’ordine di esperienze imprenditoriali orientate alla introduzione di innovazioni produttive e distributive, sempre orientate a creare opportunità lavorative».

«“Impresa Digitale” – spiega la Coldiretti – mette sotto i riflettori le aziende che coniugano tradizione e innovazione con l’applicazione di nuove tecnologie e l’introduzione digitale quale leva strategica per garantire maggiore competitività all’agroalimentare, anche attraverso modalità di comunicazione e vendita quali l’e-commerce o il web marketing. “Fare Rete” sono progetti promossi nell’ambito di partenariati variegati, che coniugano agricoltura e tecnologia così come artigianato tradizionale e mondo digitale, fino agli ambiti del turismo, del design e di ricerca accademica. “Noi per il sociale” premia le iniziative che rispondono ai bisogni della persona e della collettività, per trasformare idee innovative in servizi e al tempo stesso creare valore economico, etico e sociale. Oltre alle imprese agricole, possono partecipare enti pubblici, cooperative e consorzi».

«Si tratta – ha concluso Parisi – di uno spaccato importante sull’andamento dell’imprenditoria agricola più viva,  un’occasione di promozione e di confronto per le aziende agricole. Storie di giovani, protagonisti della transizione ecologica, che nascono tanto dall’esigenza di rendere reale un sogno individuale d’impresa quanto dalla voglia di dare risposte alle necessità di una collettività, realizzando prodotti originali o arricchendo il territorio di servizi altrimenti impossibili da garantire». (rrm)  

In copertina, i vincitori dell’edizione 2020