La Regione approva il piano del Dimensionamento scolastico

La Giunta regionale, guidata dal presidente Roberto Occhiuto, ha approvato il piano di dimensionamento scolastico per l’anno 2024/25. Un’operazione di razionalizzazione della rete che ha registrato, sin dalle fasi preliminari, il coinvolgimento responsabile di tutti gli enti: Regione, Ufficio scolastico regionale della Calabria, Organizzazioni sindacali di categoria, Province e Città metropolitana di Reggio Calabria.

Lo ha reso noto la vicepresidente Giusi Princi, spiegando come «sono stati indubbiamente mesi intensi e non facili. Da criteri del Pnrr – spiega la vicepresidente -, sono state infatti 79 le autonomie che la Calabria ha dovuto ridurre. Un numero elevato perché, rispetto ad altre regioni d’Italia che hanno effettuato ridimensionamenti ogni due anni, in Calabria l’ultimo risale al 2012. Nei criteri di predisposizione dei piani provinciali proposti dalla Regione, che abbiamo fortemente voluto con il presidente Occhiuto, è stato evidenziato di salvaguardare le aree interne e i comuni isolati».

«Le linee di indirizzo regionali, a differenza di quelle di altre regioni non hanno previsto, infatti – ha spiegato – un tetto minimo o massimo di studenti ai fini del mantenimento dell’autonomia scolastica, ma hanno indirizzano le Province a mantenere le dirigenze scolastiche e, quindi, le autonomie nelle aree interne o, in ogni caso, in quei territori laddove sono maggiori le situazioni di disagio socio economico. Agli enti provinciali è stato fornito dalla Regione un prezioso strumento che è l’Osservatorio per il diritto allo studio, attraverso cui è stato possibile avere una lettura georeferenziata dei territori con l’esatta mappatura delle zone più critiche, cosiddette da ‘’bollino rosso’».

«Questo ha permesso alle Province – ha aggiunto – di mantenere l’autonomia scolastica in istituti, collocati in aree interne, con appena 300 studenti. Parallelamente alla razionalizzazione della rete, è stata aggiornata l’offerta formativa con autorizzazione di nuovi indirizzi di studio coerenti alle vocazioni dei territori e a prospettive lavorative e di sviluppo delle aree di riferimento. La perdita dell’autonomia – chiarisce inoltre Princi – non comporterà la chiusura dei plessi scolastici che continueranno ad operare nelle realtà in cui sono sempre stati, garantendo con il personale docente ed ata, i medesimi servizi agli studenti e alle famiglie».

«Tanto è stato fatto, ma tanto si potrà ancora fare per migliorare il piano. Nei prossimi anni – ha detto ancora la vicepresidente –, essendo intervenuti in maniera poderosa in questa fase, potremo lavorare, d’intesa con gli enti tutti, con piccoli aggiustamenti alla rete scolastica, funzionali alle esigenze dei territori. Tengo a chiarire, che le parziali modifiche operate dalla Regione rispetto al piano deliberato dalle Province, sono state legate alla non coerenza con le linee guida e comunque a ciò che era stato già evidenziato, agli stessi enti, con dei rilievi. Anche in questo caso, le operazioni sono state concertate con gli stessi enti provinciali a cui la legge rimanda le prerogative di fusione e di aggregazione».

«È stata una sfida ardua – ha concluso – che la Calabria ha percorso lavorando in anticipo e governando i processi anziché rischiare il commissariamento come si sta avvenendo altrove. Ringrazio tutti gli enti con cui ci si è confrontati intensamente lungo questi mesi, il Dipartimento istruzione nella persona della dirigente generale Maria Francesca Gatto e, soprattutto, della dirigente di settore, Anna Perani». (rcz)

L’OPINIONE / Daniela Palaia e Vincenzo Capellupo: Regione certifica errori della Provincia su dimensionamento

di DANIELA PALAIA E VINCENZO CAPELLUPO – Con la delibera emessa nel pomeriggio di ieri, la Regione ha certificato quanto l’Amministrazione comunale di Catanzaro aveva urlato a gran voce: le scelte della Provincia  in tema di dimensionamento scolastico, erano sbagliate.

Che fosse un piano non coerente con i criteri richiesti dalla normativa era apparso fin da subito, già ad una prima lettura della bozza, poi confermata nel provvedimento definitivo.

Nonostante la mancanza di concertazione tra le Istituzioni, mai formalmente avviata dalla Provincia, l’Amministrazione comunale aveva spontaneamente inoltrato un chiaro dissenso attraverso una nota a firma del Sindaco Fiorita e dell’assessore Belcaro e, successivamente, sempre in mancanza di audizioni formali, la questione era stata portata alla discussione del Consiglio comunale da cui era scaturita (quasi all’unanimità, va ricordato, al netto dell’astensione dei consiglieri Costanzo e Riccio) la decisione di procedere all’impugnazione del piano di dimensionamento provinciale.

A tale ultima volontà si è poi effettivamente dato corso per il tramite del settore Avvocatura del Comune, con il deposito di un articolato ricorso in cui sono state censurate le scelte contenute nel piano della Provincia.

A seguito della decisione adottata ieri dalla Regione, ci riteniamo tuttavia solo parzialmente soddisfatti, limitatamente alla parte in cui è stata sostanzialmente accolta la nostra richiesta di non creare il ‘mostro’ originariamente previsto che prevedeva la fusione del Convitto Galluppi, del Liceo Galluppi e del Liceo De Nobili, richiesta emersa in Consiglio Comunale, espressa anche nel deliberato dei Consigli di Istituto del Convitto e del Liceo Classico, poi ribadita nella successiva formale dichiarazione espressa dal sindaco Fiorita nella conferenza dei Sindaci del 16 ottobre e, infine, messa nero su bianco nel nostro ricorso.

Ribadiamo però l’urgenza di continuare a coltivare in tutte le sedi la nostra contrarietà rispetto alla logica del dimensionamento nel mondo della scuola, su cui il Governo opera con criteri ragionieristici e aziendali. Riteniamo ancora eccessivo il peso dei sette accorpamenti nella città di Catanzaro, che si sobbarca la metà delle esigenze dell’intera provincia, con ripercussioni negative soprattutto sugli istituti comprensivi, oggi dimezzati nel numero e raddoppiati nelle dimensioni, o con plessi distanti molti chilometri, in contesti dove si vivono spesso situazioni di disagio sociale e su cui occorrerebbe aumentare l’attenzione dello Stato e non comprimerla. Perché la scuola è lo Stato, nella vita delle famiglie, prima di qualsiasi altra istituzione.

Ad essere censurato deve essere l’intero percorso, viziato ab origine dalla mancanza di dialogo tra le istituzioni ed i soggetti interessati e sfociato in un provvedimento confezionato dall’alto. Per mesi, dunque, a causa dell’irrigidimento della Provincia, abbiamo perso l’occasione di ragionare tra Comuni, scuole ed Ente intermedio su un piano coerente e sostenibile da proporre alla Regione e quindi all’Ufficio Scolastico Regionale.

L’amministrazione comunale, pertanto, sicuramente dovrà valutare con i suoi organi preposti le posizioni da assumere, anche in sede giudiziaria, dopo la delibera regionale, confermando che l’Amministrazione comunale di Catanzaro continuerà con atti e fatti concreti a difendere le scuole, gli studenti e il loro diritto a una formazione di qualità. (dp e vc)

[Daniela Palaia e Vincenzo Capellupo sono consiglieri di Catanzaro]

Dimensionamento scolastico, la consigliera Straface: Recuperate 4 autonomie per Corigliano Rossano

La consigliera regionale Pasqualina Straface ha reso noto come «la Giunta Regionale della Calabria ha approvato le modifiche al Piano di Dimensionamento Scolastico, prevedendo il recupero di ben 4 autonomie per quanto riguarda gli Istituti Superiori della nostra città per i quali erano stati previsti degli incomprensibili accorpamenti».

«Non appena investita della problematica da parte di Dirigenti, docenti, studenti e famiglie – ha aggiunto – mi sono subito attivata con gli uffici regionali e devo ringraziare il Presidente Roberto Occhiuto e la Vice Presidente Giusy Princi per aver preso nota dei rilievi posti al Piano così come presentato in origine. Pertanto restano autonomi il Polo Liceale di Rossano, il Polo Liceale di Corigliano, l’ITI-IPA-ITA “Majorana” e l’ITAS-IRC di Rossano. Si tratta di istituti che rappresentano eccellenza e storia del territorio e che continueranno nella loro opera di formazione e crescita della popolazione studentesca».

«Quello di oggi – ha concluso – è un risultato importante frutto di un lavoro sinergico fra istituzioni regionali e che è stato reso possibile grazie all’autorevolezza delle interlocuzioni e al riguardo che il management regionale ha per questa città e il suo comprensorio. Questi sono gli strumenti che permettono sviluppo e crescita, e arrivano laddove la protesta fine a sé stessa non permette mai di arrivare». (rrc)

L’OPINIONE / Flavio Stasi: Intervenire sugli istituti superiori non basta

di FLAVIO STASI – Più passano i giorni, e meno si vedono spiragli per una risoluzione istituzionale dei gravi problemi generati dalla proposta di dimensionamento scolastico approvata dalla Provincia di Cosenza, perché si fa sempre più insistente l’ipotesi di intervento esclusivamente sugli istituti superiori.

Lo dico con grande chiarezza: non basta. La città di Corigliano-Rossano presenta tre parametri di criticità su quattro secondo l’osservatorio regionale, e tale circostanza autorizzerebbe delle deroghe positive, ovvero la salvaguardia di tutte le autonomie scolastiche, tenendo conto di un territorio di 350 chilometri quadrati, caratterizzati da località rurali, montane ed estremamente fragili. Ad essere penalizzate sarebbero soprattutto queste.

Nel peggiore dei casi, ovvero di mancata concessione di deroghe positive, non sono nemmeno plausibili “deroghe negative”. La popolazione scolastica di Corigliano-Rossano conta 7610 iscritti, tali da rendere necessarie almeno 7 autonomie con oltre 1000 iscritti, mentre l’attuale configurazione ne prevede 6.

Non voglio nemmeno citare gli altri casi, imbarazzanti sotto il profilo politico ed istituzionale, per i quali sono state mantenute o addirittura istituite autonomie che non hanno alcuna giustificazione. La città di Corigliano-Rossano deve essere rispettata tanto per ciò che riguarda gli istituti superiori, quanto per gli istituti comprensivi: in entrambi gli ambiti la proposta di piano è disastrosa, incoerente, inaccettabile.

Mi appello dunque nuovamente al Presidente della Giunta Regionale, Roberto Occhiuto, ed alla Vice Presidente, Giuseppina Princi: non si creino ulteriori ed inutili corto circuiti istituzionali – che creerebbero confusione e non giovano alla Calabria – e ci si relazioni con i contesti reali del territorio, partendo proprio dai dati dell’osservatorio regionale. Corigliano-Rossano non chiede di essere privilegiata, ma merita di essere rispettata. (fs)

[Flavio Stasi è sindaco di Corigliano Rossano]

L’OPINIONE / Davide Tavernise: Apportare giusti correttivi al dimensionamento scolastico

di DAVIDE TAVERNISE – Pensare di poter gestire la scuola pubblica solo ed esclusivamente attraverso un piano di tagli alla spesa, come sta avvendendo con il dimensionamento scolastico, è pura follia. Ancora più grave il fatto che per portare avanti questo scellerato piano, il governo e le sue diramazioni territoriali, hanno agito in piena autonomia, senza coinvolgere gli attori principali di questa vicenda: le scuole e le amministrazioni comunali, giustamente allarmate dall’improvvisazione con la quale anche la Provincia di Cosenza sta procedendo alla futura riduzione del personale amministrativo che si tradurrà in minori diritti e tutele per tutti.

Perché a fronte di tagli al personale, il piano prevede l’accorpamento di istituti grandi e piccoli, arrivando a sfiorare numeri importanti. Il caso Corigliano-Rossano è indicativo di questo disagio, che dirigenti scolastici lungimiranti stanno giustamente affrontando prima che sia troppo tardi.

Il Piano deliberato dalla Provincia di Cosenza il 16 ottobre scorso prevede infatti l’accorpamento dell’I.C.” Amarelli” con l’I.C. Rossano 1. e lo smembramento del  PES  di Piragineti che verrebbe unito in parte all’I.C. “Guidi” di Corigliano, paese distante ben 12 km, con la creazione di un mega-Istituto comprensivo di ben 1.486 alunni con ben 15 plessi. Il che si trasformerà nella gestione delle esigenze di 2972 genitori e di circa 250 docenti con istituti dislocati tanto nel centro storico di Rossano, quanto nell’area urbana e nelle contrade periferiche (Amica e Piragineti). Quale logica segue questo accorpamento? Siamo sicuri che si potrà continuare ad offrire un servizio di qualità, come avviene oggi, seguendo le esigenze dei vari territori e delle persone che lo vivono?

L’I.C. Amarelli, ad esempio, da sempre simbolo di legalità e riferimento per un’intera comunità, che gravita nel quartiere Tornice, zona a rischio dispersione, dove sono presenti fenomeni migratori e disagio economico, con l’accorpamento potrebbe disperdere la sua identità storica e la sua autonomia nel contesto urbano.

Credo ci siano tutte le premesse per stare dalla parte dei dirigenti, del personale docente e Ata, delle famiglie dell’IC Amarelli, ed esprimere profonda contrarietà a questi tagli indiscriminati che spazzerebbero via una gestione razionale della scuola e le sue eccellenze, a vantaggio di un mero calcolo economico. (dt)

[Davide Tavernise è consigliere regionale e capogruppo del M5S]

Il Comune di Cz promuove ricorso al Tar contro dimensionamento scolastico

La Giunta comunale di Catanzaro ha promosso un ricorso al Tar Calabria per ottenere l’annullamento del Piano di dimensionamento scolastico, programmazione dell’offerta formativa e riorganizzazione della rete scolastica della Provincia di Catanzaro – Triennio 2024/2025 – 2026/2027.

Una iniziativa che «completa il percorso di questa Amministrazione contro la posizione assunta dalla Provincia di Catanzaro  di accorpare gli istituti scolastici cittadini senza tenere conto delle loro peculiarità e della loro storia, oltre che in spregio dei criteri individuati nelle linee guida generali proposte dalla Regione», ha commentato la consigliera comunale, Daniela Palaia.

«La decisione dell’esecutivo Fiorita – ha spiegato – arriva in accoglimento del pronunciamento già espresso dal Consiglio comunale sul medesimo tema. In quella sede, ho portato alla discussione dell’aula (che votò la mozione quasi all’unanimità) la necessità di cassare e prendere le distanze da un progetto che, già allora, appariva illegittimo e palesemente lesivo dei diritti e degli interessi della popolazione studentesca della città di Catanzaro nel senso dell’impedimento della realizzazione e del perseguimento degli obiettivi di formazione ed istruzione degli studenti catanzaresi».

1Un piano, peraltro, adottato dall’Ente intermedio – ha proseguito – senza tenere in alcuna considerazione le osservazioni e le obiezioni pur argomentate dal sindaco della città di Catanzaro, dall’assessore alla Pubblica istruzione, dai dirigenti scolastici e dai Consigli d’istituto. Un piano che, infine, comprometterebbe, se attuato, istituzioni scolastiche cittadine di lunga tradizione mettendone a serio rischio la qualità».

«Ed allora, non resta che auspicare, nell’interesse superiore del sistema scuola nel Capoluogo, – ha concluso – che la giustizia amministrativa ponga rimedio a tali guasti». (rcz)

Cuzzupi (Ugl): «Dimensionamento, non è il momento di sbagliare»

L’applicazione del Decreto sul dimensionamento scolastico sta sollevando notevoli perplessità e molte voci contrarie. Su tale questione, sostanziale per la vita dell’Istituzione scuola, si stanno addensando molteplici voci e una ridda di ipotesi che invece di determinare un quadro chiaro sta provocando grossi dubbi sul futuro della funzionalità scolastica.

«È un momento molto delicato nella vita dell’Istituzione, senza lasciarsi prendere la mano da facili traduzioni allarmistiche occorre invece, con molto senso di realismo, affrontare la questione delineandone perimetro e tipologia di intervento».

Queste le parole del Segretario Nazionale Ugl Scuola, Ornella Cuzzupi, che analizzando il tema solleva diversi dubbi sulle ricadute dell’applicazione delle norme ipotizzate.

«L’Esecutivo con un intervento come quello previsto dal Decreto del 30 giugno intenderebbe, almeno nelle dichiarate intenzioni, rendere funzionale ed efficiente il sistema scolastico. Lo stesso Ministro Valditara in diverse occasioni ha parlato di una “razionalizzazione. Ebbene questa parola non può né deve essere però tradotta in una semplificazione dei processi limitata alla necessità di eliminare centri di costo senza badare alla piena funzionalità dell’Istituzione scolastica»

«In altre parole – continua Ornella Cuzzupi – non si può rischiare di veder cancellate diverse autonomie scolastiche, e quindi perdere di fatto posti di lavoro considerati Dirigenti, Dsga e conseguente personale di Segreteria, senza un preciso piano di ammodernamento e allineamento della scuola a parametri più moderni e adeguati. Noi non diciamo che una razionalizzazione non può esser fatta ma occorre realizzarla in un ambito complessivo dove siano previsti interventi anche relativi al dimensionamento delle classi e aprendo la scuola al tempo pieno. Non ci si può avviare su una china di tagli e dimenticare le enormi problematiche che esistono e che maggiormente influiscono sulla vita dell’istituzione».

Continuando nell’analisi, il Segretario Nazionale chiarisce: «Le autonomie scolastiche servono anche per una risposta concreta dello Stato nei confronti dei territori. Non è possibile definire numeri minimi di alunni senza individuare un tetto massimo e, soprattutto, senza calarsi nella realtà. Le regioni hanno sì un impatto importante, ma solo attenendosi alle specifiche dettate dalla normativa e questo appare un paradosso se i limiti sono applicati senza le dovute accortezze. Per tali motivi l’UGL Scuola chiede al Ministro una deroga alle tempistiche previste per rivedere parametri e logiche che regolano il dimensionamento. Lo ripeto, il momento è delicato, e il Ministro Valditara è chiamato ad un compito di enorme portata. Non è questo il momento di sbagliare!». (rrm)

“UNA SCUOLA GIUSTA” PER LA CALABRIA
NON GLI ACCORPAMENTI DANNOSI

In Calabria, e particolarmente in alcune aree della Regione, il panorama dei servizi è sempre più caratterizzato da una serie di controversie che, giocoforza, conducono verso accorpamenti degli stessi.

Con l’aggravante, non certo trascurabile, di arrecare un danno esclusivo a quelle zone periferiche e marginali rispetto agli equilibri dei centralismi storici.

Gli Enti intermedi calabresi, ognuno per propria parte, fedeli ai dettami imposti già dal Governo Draghi e perpetuati dal Governo in carica, hanno (ma sarebbe più oppurtuno dire avrebbero) proceduto a parametrare le autonomie delle proprie Istituzioni scolastiche. Il parametro richiesto, nel rispetto della norma, prevede un minimo di 1000 studenti per Istituto nei comuni superiori a 15mila abitanti e almeno 600 studenti per quei Comuni inferiori al dato demografico su riportato.

Quanto premesso, a introdurre le scellerate scelte che, nelle ultime ore, la Provincia di Cosenza ha consegnato in Regione con la bozza di dimensionamento scolastico provinciale. Nel richiamato contesto, si sta consumando una delle peggiori pagine della storia del centralismo legato al potere dei Capoluoghi storici. Una Città come Corigliano-Rossano (75mila ab.), dall’alto dei suoi oltre 5000 studenti frequentanti gli Istituti di secondo grado, vede accorpate le proprie scuole a 3 elefantiaci Istituti d’istruzione superiore.

Si pensi che centri come Castrovillari, con meno della metà della popolazione studentesca rispetto alla Comunità  jonica e un dato demografico che comunque supera i 15mila abitanti, mantiene lo stesso numero di Dirigenze. Nella città Capoluogo, poi, dove il corpo studentesco si assesta su circa 9670 alunni (compresi circa 1500 studenti in forza ad ex autonomie di Comuni dirimpettai al Capoluogo), il numero delle autonomie d’istituto si equalizza su 9. Storture, dunque, che non hanno eguali e non lasciano spazio a fraintendimenti: senza una rinnovata visione di territorio, l’area jonica è destinata alla lenta e latente soccombenza. E pari discorso dicasi per gli Istituti comprensivi che vedono falcidiate ben 3 delle 9 autonomie a fronte di 7610 discenti.

È surreale pensare che per tutelare l’autonomia di scuole storiche come il Liceo Telesio (500 studenti circa), o numeri che non suffragherebbero 3 autonomie (Castrovillari, 2577 studenti), si faccia razzia del dimensionamento jonico, dove il dato della popolazione scolastica avrebbe tutelato — secondo i dettami disposti dallo Stato — almeno 5 Dirigenze per gli Istituti superiori e 7 per i Comprensivi.

Rincara la drammaticità della questione aver disegnato in riva allo Jonio, dalla cabina di regia di piazza XV Marzo, un polo liceale unico di 2000 studenti. Tale operazione, per motivi legati ad un drappello di studenti in più nell’ex polo rossanese rispetto a quello coriglianese, vedrebbe l’unica Dirigenza sull’area bizantina della Città. E va da sé che un’azione del genere potrebbe acuire gli spiriti separatisti di quei nostalgici che ancora oggi aizzano sentimenti scissionisti fra le due estinte Città. Con l’aggravante di additare scelte insensate al processo di fusione amministrativa e non già alle decisioni prese nelle fredde stanze del potere provinciale. Quartier generale — quello della Provincia bruzia — che, con ogni probabilità, disconosce finanche dove l’area jonica sia allocata. Vieppiù, nella consapevolezza che, con piccole levigature, entrambi i poli liceali jonici avrebbero potuto mantenere le proprie autonomie.

Quanto dichiarato, la dice lunga su come il centralismo cali dall’alto imposizioni che infliggono ulteriori squilibri in aree già pervase da problematiche importanti. Il tutto, per tutelare ed ovattare contesti che a stento riconoscono il significato del termine disservizio. Acclarando — e il file che dimensiona le autonomie scolastiche nei Centri della Provincia di Cosenza lo comprova — che l’ambito bruzio si conferma terra di figli e di figliastri. Vieppiù, conclamando l’inquadramento della terra jonica nella seconda delle su richiamate casistiche.  Ad aggravare, ancora, la drammatica condizione di trattamento inflitta allo Jonio è il dato che non tiene conto delle linee guida regionali sul livello di criticità dei Comuni della Provincia di Cosenza.

Ebbene, mentre nel calderone delle Comunità a criticità “0” si concentra tutta la cinta di Municipalità che coronano la Città di Cosenza, Corigliano-Rossano giace in criticità “3”. Quasi la più alta della scala e ben oltre anche alcuni centri della Sila Graeca.

A questo punto sarebbe lecito chiedersi se nelle sale dei bottoni della Provincia di Cosenza siano a conoscenza del livello dei collegamenti infrastrutturali esistenti sullo Jonio. Così come, se siano state o meno parametrate scelte tenendo conto che i Comuni annoverati in criticità “0” distano dalla Città Capoluogo un intervallo di tempo compreso tra i 5 ed i 15 minuti di percorso, mentre lungo lo Jonio spostarsi da un Comune all’altro (e talvolta anche nello stesso Comune) equivale a fare un viaggio. Con ogni probabilità, la risposta a questi interrogativi non arriverà da parte di quegli Enti a cui lo Jonio torna utile solo per calcoli di natura meramente elettorale. Tuttavia, è bene si sappia che determinate scelte — nel nostro caso illogiche — vengono varate nei Capoluoghi. Pertanto, senza il sacrosanto diritto di un riconoscimento in tal senso a Corigliano-Rossano (ed in comunione con la Città di Pitagora), puntualmente ci ritroveremo a dover commentare e riflettere su tagli capestri applicati senza la benché minima cognizione di causa e senza la reale percezione del tessuto territoriale jonico; così come la storia degli ultimi decenni ci ha ripetutamente dimostrato.

Inoltre, le Popolazioni joniche così come la politica locale dovrebbero comprendere che la soluzione non può limitarsi a resistere agli accorpamenti (scolastici e non solo).

Le proteste, così come i pianti di coccodrillo, servono a poco. Si smetta, quindi, di perseverare nelle battaglie di Pirro sui social. In mancanza di un’azione corale finalizzata al riconoscimento di un’autonomia politica — scevra da lacci e laccioli che legano scampoli della vita amministrativa, sindacale e delle professioni joniche ai poteri del centralismo storico — non si andrà da nessuna parte. È necessario, altresì, estirpare il problema alla radice, cercando di stimolare lo sviluppo economico di tutto l’Arco Jonico.

Il progetto di elevazione a Capoluogo di Corigliano-Rossano e l’idea di creare un’area metropolitana tra Gallipoli e Crotone rappresenterebbero opportunità interessanti per creare posti di lavoro e rinvigorire l’economia locale. Le menzionate iniziative potrebbero promuovere il turismo e il settore terziario, offrendo nuove prospettive di lavoro per i residenti. Senza la creazione di nuovi posti di lavoro, d’altronde, i prossimi anni saranno anche peggiori rispetto a quelli appena trascorsi: il dato demografico continuerà a calare e lo Jonio reciterà la parte del gatto che si morde la coda.

Nel frattempo è bene che la politica, a tutti i livelli istituzionali, s’impegni per scongiurare sciagurare operazioni di taglio indiscriminato ed insensato.

E, contemporaneamente, le popolazioni joniche si mobilitino! Sarebbe opportuno che i Cittadini evitassero la malsana abitudine dell’eccesso di delega.

Concentrandosi, magari, su azioni che possano consentire al territorio jonico di aspirare alla propria autonomia, liberandosi dal cappio centralista. Autonomia, fra l’altro, suffragata dai numeri e non già figlia di capricci o barricate campaniliste.

Solo così facendo sì potrebbe procedere a scelte e decisioni consapevoli, poiché ad operare sarebbero persone del luogo che, presumibilmente, dovrebbero conoscere i limiti e le potenzialità del territorio in cui vivono. (rcs)

I presidenti degli Istituti di Lamezia contro il dimensionamento: No all’aziendalizzazione del sistema formativo

Sono 10 i presidenti degli Istituti di Lamezia Terme che alzano la loro voce contro il dimensionamento scolastico, ribadendo il loro “no” non solo «all’aziendalizzazione del sistema formativo», ma anche a una misura che penalizza fortemente Lamezia.

«Le indicazioni Ministeriali, a cui hanno dato seguito Comune e Provincia – hanno scritto – per il dimensionamento degli Istituti scolastici che prevedono i parametri per il mantenimento dell’autonomia, non sono altro che il rafforzamento dell’aziendalizzazione del sistema formativo italiano. Queste sono scelte molto delicate perché andranno ad incidere sulla formazione dei nostri ragazzi e quindi sul futuro della nostra Nazione”.

«Senza entrare nel merito delle scelte fatte dalle amministrazioni locali, come genitori e Presidenti dei Consigli d’Istituto della città di Lamezia Terme – continuano – riteniamo che procedere a grandi passi verso un concetto privatistico-organizzativo del sistema formativo scolastico sia un errore che pagheremo a caro prezzo, così come stiamo pagando purtroppo a carissimo prezzo, con la perdita di vite umane, l’errore che in passato è stato commesso, e si continua a perpetrare, nell’aziendalizzare il sistema sanitario nazionale. Ma in settori strategici come scuola, sanità, giustizia che riguardano la formazione, la salute e la vita del cittadino, non si può pensare di ragionare in termini solo numerici, come se fossero delle aziende che devono produrre un introito: questi sono servizi che non possono e non devono produrre guadagni materiali, anzi ci aspettiamo che lavorino in perdita per garantire i migliori servizi possibili ai cittadini».

«Questi servizi sono fondamentali per la democrazia stessa di un Paese – viene evidenziato dai presidenti – e ci aspettiamo che essi siano garantiti anche se economicamente gravosi per i bilanci dello Stato, in quanto vengono sostenute con le tasse dei contribuenti. Ci saremmo aspettati un potenziamento in questi settori strategici, fondamentali per la democrazia, la salute e la crescita di un Paese, in particolare nella scuola pubblica che è fondamentale per la formazione delle nuove generazioni che saranno chiamate a sfide sempre più importanti e che solo attraverso di esse una Nazione può sperare di migliorare e crescere anche economicamente. Invece purtroppo siamo costretti ad assistere alla perdita di servizi, di posti di lavoro e della presenza dello Stato sul territorio».

«Se facciamo un confronto con le altre nazioni – dicono – noi ci poniamo come fanalino di coda, considerato che per la formazione e la ricerca vengono destinate pochissime risorse, mentre si può giocare la partita per il miglioramento, la crescita, lo sviluppo e il futuro di una Nazione. Il depauperamento sistematico di questi settori strategici mette in serio pericolo il nostro futuro e quello delle nuove generazioni. Questa politica dei tagli è una gestione semplicistica e ragionieristica che nulla ha a che fare con il concetto di politica volta all’interesse del cittadino e delle loro famiglie, mentre crea un vulnus su tutti i territori nazionali e in particolare su un territorio ad alta densità mafiosa come il nostro al quale vengono sottratti presidi di legalità. Inoltre c’è il fenomeno crescente della dispersione e dell’abbandono scolastico, specie nella nostra regione, fenomeno che è stato evidenziato proprio dal ministro Valditara in occasione delle sue recenti visita in Calabria».

«Per una fase così delicata, visto che non è stato facile decidere sulle teste dei cittadini – evidenziano – ci saremmo aspettati un coinvolgimento maggiore, un confronto con tutti gli attori anche solo per decidere con maggiore consapevolezza e porsi con atteggiamento meno ostile nei confronti della popolazione. Questa posizione non fa che aggravare la situazione di una gestione poco attenta e distratta sulle necessità della città di Lamezia Terme, più volte rappresentate e non ancora considerate».

«Come genitori – hanno concluso – esprimiamo tutta la nostra preoccupazione per gli effetti che il dimensionamento, così come concepito dal livello centrale e attuato dai livelli secondari, produrrà sul nostro Comune con la creazione di mega scuole fino a duemila alunni e la soppressione di istituti storici e importanti che rappresentavano un riferimento sul territorio per tutte le famiglie». (rcz)

La consigliera Straface: Alecci continua a fare disinformazione su dimensionamento scolastico

La consigliera regionale Pasqualina Straface ha evidenziato come «ha ragione il Consigliere Alecci quando afferma che i problemi causati dal dimensionamento scolastico sono frutto delle scelte di governo. Quello che però Alecci dimentica di dire, è che il governo che ha determinato i criteri è quello guidato da Draghi di cui il Partito Democratico era forza di maggioranza».

«E Alecci e i suoi colleghi di partito non hanno mai protestato o fatto opposizione permettendo i tagli che oggi le scuole calabresi stanno subendo», ha aggiunto, sottolineando come «il presidente Occhiuto, chiamato in causa impropriamente, in tutto questo non ha nessuna responsabilità ed anzi insieme alla Vice Presidente Princi ha cercato di mitigare la severità del provvedimento emanando delle linee guida che hanno permesso di tutelare il diritto allo studio nelle zone con più rischio dispersione scolastica, mentre il PD pensava a fare solo disinformazione. Anzi, dato che Alecci ha parlato di dispersione scolastica, giova ricordare che questa Giunta ha recuperato dei fondi fermi dal 2017, governo regionale PD, e altri ne metterà a disposizione per combattere la dispersione».

«Per non parlare – ha proseguito – della figura fatta da tutto il gruppo Dem, che ha appoggiato senza pensarci un attimo la sortita del senatore Rapani dimostrando scarsa conoscenza delle normative e irresistibile voglia di propaganda.
Infine, sperando di non dover tornare ancora sull’argomento, bisogna chiarire un’ultima cosa: tutte le Regioni interessate dal provvedimento, anche quelle citate come eroiche per aver fatto opposizione, stanno approvando i loro piani, perché è legge dello Stato, esattamente come sta facendo la Calabria».

«Dunque è ora di pensare seriamente al bene dei calabresi – ha concluso – invece di cercare facile propaganda e generare confusione e false aspettative nella popolazione». (rrc)