Giubileo 2025, presentato a Roma l’tinerario “E ti vengo a cercare” della Diocesi Locri-Gerace

E ti vengo a cercare. Cammini verso l’infinito è il nome dell’itinerario della Diocesi di Locri-Gerace, presentato nel corso dell’incontro svoltosi nei giorni scorsi a Roma, nella Sala Pontificia dell’Università Urbania in Vaticano, per illustrare il progetto Giubileo for All – Itinerari inclusivi tra arte e bellezze, che si propone di migliorare l’accessibilità del Giubileo 2025, con particolare attenzione alle persone con disabilità, trasformando l’evento in un’esperienza inclusiva, arricchente e condivisa.

Un progetto che abbraccia tutte le comunità e che si distingue per la sua visione audace e inclusiva, coinvolgendo comunità, associazioni ed enti locali in una rete che si estende chiaramente ben oltre le barriere culturali e fisiche. L’iniziativa si propone in sintesi di superare ogni forma di discriminazione indipendentemente dalle caratteristiche fisiche, sensoriali, cognitive, anagrafiche, linguistiche, culturali e religiose, aprendo le porte dell’esperienza giubilare a tutti.

Hanno presentato il primo itinerario della Calabria E ti vengo a cercare. Cammini verso l’infinito della diocesi di Locri-Gerace (RC), che si snoda nei tre comuni della Valle dello Stilaro – Pazzano, Bivongi e Stilo e che prevede tre tappe: il Santuario di Santa Maria della Stella a Pazzano (RC), il Monastero Greco Ortodosso di San Giovanni Therestis a Bivongi (RC), la Cattolica di Stilo e chiese rupestri a Stilo (RC) –, Don Enzo Chiodo, rettore dell’eremo-santuario di Santa Maria della Stella che, dopo aver portato i saluti del Vescovo Francesco Oliva di Locri-Gerace impegnato per la visita pastorale, ha rimarcato l’impegno della Diocesi di Locri-Gerace nel rendere sempre più accessibili a persone con disabilità i luoghi di fede; Francesco Macrì, presidente del Gal Terre Locridee, che ha sottolineato come l’itinerario E ti vengo a cercare. Cammini verso l’infinito sia il primo percorso proposto e che l’obiettivo del Gal è quello di coinvolgere tutto il territorio della Locride; Antonio Blandi, project manager di Officine delle Idee (componente del Comitato Nazionale del progetto Turismo For All), che ha evidenziato le importanti peculiarità che la Calabria può mettere in campo per quanto attiene il turismo religioso ed esperienziale e che il progetto Giubileo For All può essere il volano per aiutare anche le piccole comunità, i borghi antichi, le aree interne nel costruire un futuro e uno sviluppo sostenibile, partecipato, circolare e coeso.

Nell’occasione, sono stati presentati i primi quattro itinerari e, assieme a quello della Diocesi calabrese, sono stati illustrati anche Iter Suasanum. Alle radici del cristianesimo della Diocesi di Senigallia; Tra Via Regia e Cammino giubilare della Diocesi di Amalfi-Cava de’ Tirreni; Romanic@mente della Diocesi di Campobasso-Bojano. Ciascun cammino, ispirato a santi, santuari e luoghi di culto, si propone di avvicinare le persone attraverso la condivisione della bellezza intrinseca alla fede e alla cultura.

Mons. Giuseppe Baturi, arcivescovo di Cagliari e segretario generale della Cei, aprendo i lavori della conferenza stampa, ha enfatizzato l’importanza di questa iniziativa, affermando che «Dio è bellezza e deve potersi manifestare ad ogni uomo». Questo concetto, profondo e ispiratore, sottolinea l’essenza del progetto Giubileo For All: rendere accessibile a ogni individuo la bellezza intrinseca alla fede.

«La bellezza del progetto Giubileo For All è la rivoluzione culturale che suggerisce», così Suor Veronica Donatello, responsabile Servizio nazionale per la Pastorale delle persone con disabilità della Cei.

«La speranza – ha proseguito suor Veronica Donatello – mette in moto la creatività».

Dino Angelaccio, presidente di Itria e coordinatore del progetto Giubileo For All, ha sottolineato che questo progetto rappresenta solo «il primo tassello di un mosaico più grande». L’auspicio è che gli itinerari avviati diventino realtà stabili, portando a una rivoluzione del pensiero e dei progetti, ponendo sempre l’inclusività al centro dell’attenzione.

In conclusione, Giubileo For All si presenta come un’opportunità importante per superare barriere e creare connessioni tra le persone al di là delle proprie caratteristiche. L’iniziativa promuove una visione inclusiva del mondo, dove la bellezza e l’arte diventano ponti verso l’infinita varietà umana. È un invito a partecipare a questa esperienza unica, plasmata dalla diversità e arricchita dalla condivisione di esperienze. (rrm)

 

LOCRI (RC) – Domenica si presenta il corso per volontari della Diocesi di Locri-Gerace

Domenica 28 maggio, a Locri, alle 16, nella Sala Convegni del Centro di Solidarietà Santa Marta, sarà presentato il corsi di formazione Percorsi di In-Dipendenza.

Si tratta di un un ciclo di incontri formativi sul tema delle dipendenze e della relazione di aiuto che cerca di rispondere alla tanto delicata quanto diffusa emergenza della dipendenza (soprattutto da gioco d’azzardo) e dei suoi pericolosi risvolti, realizzato dal CeReSo – Centro Reggino di Solidarietà su sollecitazione della Caritas Diocesana di Locri-Gerace e con la collaborazione dell’Associazione Don Milani per l’individuazione delle povertà e delle dipendenze tra i minori.

Questo progetto formativo che, adottando la stessa filosofia del corso per operatori parrocchiali La via degli ultimi, ha come obiettivo principale quello di formare volontari che sappiano dare una risposta efficace e sinergica con gli Enti del territorio, che sappia cogliere le istanze degli utenti, e trasmettere il messaggio speranza del Risorto che guida il servizio ecclesiale e l’azione dei volontari della Caritas, è aperto a tutti coloro che hanno la volontà di conoscere la problematica delle dipendenze o di mettersi al servizio della propria comunità in un’ottica di relazione e incontro con l’altro.

Gli incontri, dopo l’open day di domenica, si svolgeranno nella sede della Caritas diocesana tra le 16 e le 18 dei giorni 10 e 25 giugno e 8 e 23 luglio. In queste occasioni saranno trattati i temi delle Dipendenze patologiche: nuovi scenari di consumo comportamenti a rischio; Dipendenza da sostanze e da comportamenti; La trappola dell’azzardo; Percorsi terapeutici nel nostro territorio; Ruolo della famiglia co-dipendente o co-terapeuta; Gruppi, modalità di conduzione e le diverse tipologie(rrc)

LOCRI (RC) – Al via corso per volontari parrocchiali della Caritas

Ha preso il via, a Locri, La via degli ultimi, percorso di base per volontari parrocchiali della Caritas Locri-Gerace.

«Ricordiamo che tutti – si legge in una nota – possono diventare volontari della Caritas previa richiesta inoltrata alla diocesi o al parroco della propria parrocchia di riferimento e che non è necessario avere requisiti o competenze specifiche per poter accedere al corso. Per diventare volontari a tutti gli effetti sarà dunque richiesta la sola frequenza a un corso di formazione come quello attivato presso la Casa Santa Marta di Locri con l’incontro Osservare per animare di sabato 6 maggio, durante il quale si è parlato di come coniugare le esigenze e i bisogni degli operatori che fanno ascolto in relazione con i bisogni di chi viene ascoltato ed è stata registrata una partecipazione in grado di dimostrare una volta di più la spiccata sensibilità sociale e il grande senso di solidarietà della Locride, da sempre attenta alle necessità degli ultimi».

Lo scopo del percorso La via degli ultimi, è infatti quello di formare, attraverso tre incontri teorici e una formazione specifica sui valori del codice etico, con particolare attenzione ai minori e alle persone fragili e vulnerabili, volontari che possano essere inseriti nei centri d’ascolto parrocchiali, luoghi in cui intessere relazioni con i bisognosi all’interno del quale si lavorerà in squadra, confrontandosi periodicamente su come supportare le persone incontrate. Un ruolo di grande responsabilità che permetterà alla Caritas Diocesana di armonizzare i criteri di intervento e rendere omogeneo lo stile di lavoro, rispondendo in maniera sempre più efficace alle esigenze del comprensorio.

Il secondo incontro, dal titolo Ascoltare per animare si svolgerà sabato 13 maggio e il terzo, Discernere per animare, sabato 27 maggio, sempre dalle ore 15 alle ore 17:30, sempre presso la Casa Santa Marta di Locri e sempre con il coordinamento dalla formatrice e psicologa Sonia Patti.

«C’è ancora tempo per prendere parte a questo progetto di formazione – conclude la nota – e diventare parte di un mondo Caritas in costante crescita. Parallelamente a questo, la Caritas Diocesana sta promuovendo dei corsi di formazione tematici che, a partire da giugno, tratteranno temi delicati come le dipendenze, il gioco d’azzardo, la violenza di genere, la povertà educativa, l’indigenza e il lavoro». (rrc)

 

Una delegazione della Diocesi di Locri-Gerace al confine con l’Ucraina con beni di prima necessità

Una delegazione della Diocesi di Locri-Gerace è arrivata a Vinse Nemecke, cittadina di frontiera tra la Slovacchia e Ucraina, portando indispensabili medicinali, prodotti alimentari e abiti da donare ai profughi in fuga. Un viaggio voluto fortemente da mons. Francesco Oliva, vescovo della Diocesi, che ha visto la delegazione guidata da don Piero Romeo, che ha spiegato come si tratta di una «missione iniziata con il lunghissimo viaggio e che ora continua con l’accoglienza nel nostro territorio, per non abbandonare le 50 persone, donne e bambini, in un momento così terribile e doloroso della loro vita».

«Questi drammatici momenti di guerra ci spingono, come dice il profeta Isaia, a guardare il nostro Dio con occhi nuovi, con occhi di fiducia, umiltà e conversione» ha detto ancora don Piero.

Del gruppo che ha affrontato il viaggio faceva parte anche Don Giuseppe Alfano: «Siamo partiti domenica mattina con due autobus, messi a disposizione dall’agenzia Federico, carichi di indispensabili medicinali, prodotti alimentari e abiti da donare ai profughi in fuga.  Abbiamo pensato che era importante compiere gesti concreti per dare speranza.   Sentivamo l’esigenza di affrontare questa tragedia ed abbiamo pregato per la pace durante il viaggio, mentre era innegabile la preoccupazione di tutti noi per questa missione». 

Ad accompagnare ed assistere i due sacerdoti la dottoressa Veneranda Morelli, la psicologa Rosita Mesiti e due volontarie ucraine, Maria Patkiv e Maria Zabihajeva, indispensabili interpreti. 

«Grazie – ha voluto sottolineare Don Giuseppe –  a chi ci ha accompagnato in questa missione, ascoltando e portando il messaggio di speranza.  Le nostre uniche armi sono l’umiltà, l’abbandono totale a Dio, la solidarietà e l’amore.  Alla guerra dobbiamo rispondere tutti insieme con il digiuno e la preghiera».

Mentre risuona il messaggio forte di Papa Francesco “in nome di Dio fermatevi”, dobbiamo ridare dignità a queste persone fuggite dalla guerra.  

«Le persone – ha concluso Don Piero –  sono state smistate nelle strutture messe a disposizione dalla Caritas Diocesana e dalla stessa Diocesi di Locri-Gerace. Adesso serve l’aiuto di tutti, un atto concreto, una donazione per permetterci di portare avanti questa missione». (rrm)

 

LOCRI (RC) – Dal Rotary Club doni alla Caritas della Diocesi Locri-Gerace

Il Rotary Club Locri ha donato coperte e suppellettili alla Caritas della Diocesi di Locri-Gerace.

L’incontro fra la delegazione rotariana, guidata dal presidente  Vincenzo Schirripa e don Rogobert, è avvenuto presso i locali della stessa Caritas, dove sono state consegnate coperte e suppellettili da destinare alle famiglie bisognose.

Dopo i ringraziamenti e la gratitudine espressi dal direttore della Caritas, è intervenuto il dott. Schirripa che, oltre ad aver citato Papa Francesco – «chiedo espressamente a tutti voi che siete insieme con me a servizio del Vangelo il regalo di Natale: la vostra collaborazione generosa e appassionata nell’annuncio della Buona Novella soprattutto ai poveri» – ha fatto suo il messaggio compiendo un gesto fattivo di solidarietà sostenuto da tutti i soci del Rotary Club di Locri.

«Non potevamo rimanere inerti di fronte all’emergenza in corso – ha detto ancora –. Il primo obbligo degli appartenenti alla nostra associazione è, infatti, quello di contribuire a sostenere ed alleviare i bisogni della comunità locale e a questo scopo il nostro Club dedica tutti i propri sforzi». 

«La pandemia Covid-19 e la conseguente sospensione dell’attività di presenza – ha concluso – ci ha obbligato cambiare alcune nostre abitudini, ma la nostra azione sul territorio non si ferma; il Rotary è composto da persone pronte ad agire, che anche in questo momento di difficoltà dimostrano che anche a distanza, ci sono molti modi per aiutare». (rrc)

Caso Morra: cresce l’indignazione. Il rettore di Polsi: «Un’enorme offesa»

Cresce l’indignazione popolare per le offensive dichiarazioni rese in Senato dal sen. Nicola Morra, presidente della Commissione Antimafia, sui calabresi e l’accostamento dei simboli religiosi alla ‘ndrangheta (vedi l’editoriale di Santo Strati). E a Polsi, davanti al Santuario, si farà prossimamente un sit-in promosso da La Calabria che vogliamo, il movimento guidato dall’ex presidente degli industriali reggini Giuseppe Nucera. L’imprenditore ha, a questo proposito, dichiarato: «L’orgoglio calabrese che è figlio di un avvertibile risveglio del Mezzogiorno e del Mediterraneo, alza i toni dopo le clamorose e lesive dichiarazioni rese in sede parlamentare dal Presidente della Commissione Antimafia. Provo sconcerto e amarezza nell’ascolto delle parole del sen. Morra. Accostare i calabresi ed il Santuario di Polsi alla simbologia della ‘ndragheta è, ancora una volta, un’azione di denigrazione verso un popolo ed un territorio che merita rispetto e giusta considerazione – afferma Giuseppe  Nucera – Noi della Piattaforma la Calabria che vogliamo intendiamo portare avanti un’azione di verità contro i pregiudizi e le false analisi sui calabresi, recuperando la reputazione che è fondamentale per il riscatto e la rinascita.
«Il 27 giugno al Senato della Repubblica – prosegue Nucera – abbiamo presentato il rapporto sulla Reputazione del Territorio, dimostrando le grandi prospettive di rinascita della Calabria. Domenica 25 Agosto abbiamo convocato un sit-in di forte protesta civile (laica e religiosa) in prossimità del Santuario e e il 15 settembre andremo  a Polsi per un pellegrinaggio di preghiera e costituiremo formalmente la piattaforma di impegno civico e pensiero politico, economico e istituzionale  “La Calabria che Vogliamo”. Intendiamo, come società civile calabrese  con la sua diaspora intellettuale e professionale,  residente ed emigrata, riaffermare che Polsi è un luogo di fede e tradizioni e non di ‘ndrangheta».

Il rettore del Santuario di Polsi, don Tonino Saraco ha rilasciato una piccata dichiarazione all’ADNKronos: «Le accuse di Morra – dice don Saraco – ci offendono enormemente. Per attaccare Salvini ha usato, si è servito di un luogo comune ignorando quanto le forze dell’ordine hanno fatto per liberare il santuario dalla profanazione della ‘ndrangheta».

«Il problema – dice il rettore del santuario di Polsi – non è il fatto di esibire il rosario, cosa che peraltro Salvini ha fatto sempre. Il problema è che dopo anni si continua a dire che il santuario di Polsi è luogo dove si continua a riunire la ‘ndrangheta. Mi dispiace che l’abbia detto proprio il responsabile dell’Antimafia. Il santuario che sorge nel comune di San Luca negli anni è stato profanato dalla criminalità ‘ndranghetista tanto che sono dovute intervenire le forze dell’ordine per presidiare il luogo di devozione. La profanazione è stata fermata? Non è che siamo riusciti noi come Chiesa. – dice il rettore del santuario – Il punto è che non è che lo dice la Chiesa che il santuario è libero, lo dicono le forze dell’ordine e quindi diventa mancanza di rispetto nei confronti del lavoro fatto sino ad ora dalle forze dell’ordine. Questa la delusione maggiore. Gli sforzi che cerchiamo di fare per scongiurare questo accostamento vengono smontati da uscite di questo tipo. E quel che è peggio è che lo dice il responsabile della Commissione Antimafia».

Quanto al gesto di Salvini di esibire il rosario, il rettore di Polsi dice: «Salvini avrà fatto eventualmente un affronto al mondo cattolico ma sono problemi suoi. A me ha dato fastidio che il senatore Morra abbia parlato così. Allora chiudiamolo questo santuario se continuiamo a dire che è luogo di ‘ndrangheta. Il vero volto di Polsi sono i pellegrini con la loro devozione e non si può offendere questa gente. Non so se è stato fatto per controbattere a Salvini, ma non puoi attaccare una persona con delle assurdità. Chi viene a Polsi si sente offeso dalle accuse di Morra. Non mi sento offeso per la mancanza di rispetto del nostro lavoro ma per la mancanza di rispetto delle forze ordine e della magistratura. E poi Morra lo sa che due anni fa è venuto Minniti a Polsi dicendo in modo chiaro che è un luogo che appartiene allo Stato e non più alla ‘ndrangheta? Se ne è uscito con questa cosa per attaccare Salvini ma non può farlo così perchè ha detto a tutta Italia – se non al mondo intero – che il santuario di Polsi è luogo di incontro della ‘ndrangheta e allora mi sento offeso perchè se avessi la minima percezione che le cose stessero così non ci starei un minuto di più».

Anche il vescovo di Locri-Gerace, in un’intervista all’emittente calabrese TeleMia, si è scagliato contro Salvini e Morra.  «Di pessimo gusto – ha detto mons. Oliva – è il frequente ricorso all’ostentazione dei simboli religiosi per usi impropri. Ancor più fuori luogo è farlo in una sede qualificata per la sua laicità qual è il Parlamento. Il simbolo religioso parla solo a chi lo usa con fede. Attraverso il Rosario il vero devoto incrocia il volto di Maria meditando la vita del suo Figlio. Parimenti il vero politico sa di non trovare protezione mostrando un simbolo religioso per altri fini che non sono quelli propri di chi ha fede. È vero che spesso i mafiosi hanno fatto uso della simbologia religiosa, ma questo non aveva e non ha alcun valore religioso. La loro ostentazione di immagini o simboli religiosi era un gesto sacrilego. È sacrilego usare per fini impropri la simbologia religiosa. La vera religione non si concilia col crimine ed il malaffare». Il Vescovo della diocesi Locri-Gerace, ha sottolineato che «il Santuario della Madonna di Polsi non può essere accostato alla ‘ndrangheta. E quando uomini di ‘ndrangheta sono andati lì con altri intenti, non certo per pregare, hanno tradito e rinnegato la fede ricevuta da piccoli. La loro presenza al Santuario non aveva alcun significato di devozione mariana. La Madonna è la madre che non plaude ai figli che scelgono la via del delinquere, ma soffre per loro ed indica la strada del ravvedimento. Continuare ad associare il Santuario della Madonna di Polsi alla ‘ndrangheta non solo non è corretto, ma è poco rispettoso per chi lavora quotidianamente per ridargli la sua vera identità di luogo di preghiera. È da tempo che si sta operando per liberare questo luogo da ogni accostamento alla ‘ndrangheta. Il Santuario di Polsi intende per sempre rinnegare la ‘ndrangheta e qualunque forma di criminalità. Vuole essere solo luogo di spiritualità». (rrm)

GERACE: AL VIA LA TERZA EDIZIONE DI UN’ESTATE TRA ARTE E FEDE

23 luglio – Ha preso il via ieri, a Gerace, presso la cittadella Vescovile, la terza edizione del progetto “Un’estate tra Arte e Fede nella Diocesi di Locri-Gerace 2018”.
L’iniziativa è stato ideato dal restauratore Giuseppe Mantella, promosso da Mons. Francesco Oliva, coordinato da don Fabrizio Cotardo, direttore dell’Ufficio Beni Culturali della Diocesi, e da don Angelo Festa in collaborazione con il Segretariato Regionale della Calabria, Regione Calabria partecipando al bando regionale Asse 6 Azione 6.7.1 e Soprintendenza ABAP per le provincie di Reggio Calabria e Vibo Valentia , al quale aderiscono: Università Mediterranea della Calabria, Unical – Università della Calabria, Pontificia Università Gregoriana, Università degli Studi di Napoli Federico II, Accademia di Belle Arti di Reggio Calabria, Accademia di Belle Arti dell’Aquila, Accademia di Belle Arti di Napoli e Il Corso di Formazione Professionale per Collaboratore Restauratore di Beni Culturali Settore 8 della Città Metropolitana di Reggio Calabria.
L’obiettivo di questa iniziativa, che quest’anno propone il tema “Il culto dei santi taumaturghi in Calabria espressione di arte e fede”, è quello di promuovere la conoscenza, il recupero, il restauro, la conservazione e la restituzione, dove possibile, alla loro funzione, dei manufatti storico-artistici d’interesse sacro e religioso.


Il tema, infatti, riguarderà opere provenienti da tutto il territorio calabrese, che saranno sottoposte ad interventi conservativi e di restituzione alla comunità dei fedeli. Gli interventi, infatti, si concentreranno su diverse tipologie di manufatti, tra cui i dipinti su tela e tavola, sculture lignee, paramenti liturgici, suppellettile liturgica, sculture in marmo e manufatti cartacei.
Lo studio e il restauro di tali opere, infatti, verrà effettuata, anche, per consentirne la fruizione pubblica attraverso la mostra “Il culto dei santi taumaturghi in Calabria espressione di arte e fede” che sarà allestita nel Museo Diocesano di Gerace.
Conclusa la mostra, ogni opera tornerà nei Musei o nella Parrocchia di provenienza, dove sarà presentata e resa fruibile con un evento appositamente programmato. (rrc)