NUOVI DISTRETTI INDUSTRIALI INNOVATIVI
AMBIENTE PER FARE IMPRESA IN CALABRIA

di DAMIANO SILIPOIl 19 e 20 aprile 2024 si è svolta a Soveria Mannelli la I Conferenza programmatica del Partito Democratico Calabrese, nella quale si sono definite le proposte del Partito Democratico per la Calabria di domani. Una conferenza molto partecipata, con discussioni qualificate, che ha dimostrato la voglia di costruire una Calabria diversa. 

La Calabria oggi è una regione poco sviluppata, pur avendo un notevole potenziale di sviluppo in termini di disponibilità di risorse naturali, umane e culturali. 

Oggi vivere in Calabria è ancora più difficile di ieri, perché le possibilità di lavoro nel settore pubblico si sono fortemente ridotte ed in quello privato ci sono solo opportunità di lavori poco qualificati o poco remunerati. D’altra parte, fare impresa in Calabria è più che una impresa, tra vessazioni della ‘ndrangheta e della burocrazia e il comportamento delle banche, tutt’altro che disposte a condividere i rischi d’impresa. 

Oggi i giovani calabresi hanno perso anche la speranza di poter costruire il loro futuro in questa regione ed emigrano sempre più in massa. D’altronde, l’uso dei fondi pubblici negli ultimi 30 anni non ha rafforzato la speranza che valga la pena investire su sé stessi in questa regione. 

Di recente l’Istat ha certificato che, nonostante la realizzazione di tre Por-Calabria, negli ultimi 20 anni la percentuale di persone che lavorano in Calabria era il 42,8% nel 2000 e si è addirittura ridotta al 42% nel 2021, 16 punti percentuali in meno della media italiana e 26 punti percentuali in meno della media europea. Poi, il tasso di occupazione femminile tra 15-64 anni si attesta al 28,60%.  Inoltre, per le condizioni della sanità calabrese, si sta affermando sempre più la convinzione che conviene emigrare anche per ridurre la propria probabilità di morte, di fronte ad un problema di salute. 

Per dare una qualunque prospettiva di crescita alla Calabria occorre contrastare il decremento demografico ed allargare la base produttiva della regione, aumentando di almeno venti punti percentuali in 10 anni il tasso di occupazione e di 30 punti quello femminile. 

Il Partito Democratico è consapevole che o si determinerà oggi una svolta o mai più. infatti, l’autonomia differenziata avrà due effetti sullo sviluppo della Calabria: non consentirà più di avere le risorse per lo sviluppo, ad iniziare dalla sanità, e spingerà molti occupati qualificati ad emigrare in altre regioni, dove saranno meglio retribuiti. 

Per costruire una prospettiva di sviluppo per questa regione occorre: capire su quali risorse interne puntare, tenendo conto delle dinamiche in atto nell’economia; capire cosa ha impedito finora a queste risorse di essere volano di sviluppo; agire per far sì che i comportamenti individuali e collettivi consentano a queste risorse di generare sviluppo. 

Finora le università calabresi hanno svolto bene la funzione di creare il capitale umano di questa regione. La sfida del futuro è se le università calabresi, da luogo di alta formazione e ricerca, diventeranno motori di sviluppo. Se giovani laureati, utilizzando brevetti e ricerca prodotti nelle università, diventeranno gli imprenditori di domani. Informatica e telematica, attività legate allo sviluppo dell’intelligenza artificiale, biotecnologie, nuovi materiali, ma anche tutte le attività legate alla transizione ecologica, potrebbero allargare la base produttiva regionale e offrire la possibilità a giovani laureati calabresi di sviluppare le proprie capacità imprenditoriali. 

I punti di eccellenza però possono diventare sviluppo solo se c’è una convergenza d’interessi e di risorse tra imprese, banche, istituzioni pubbliche e università, per costruire uno-due distretti industriali innovativi, dove veramente ci sia un ambiente favorevole per fare impresa in Calabria. 

Nuovi distretti industriali si possono creare se si realizza un sistema integrato d’interventi, che va dagli investimenti nelle infrastrutture materiali e immateriali più adeguate a questo scopo, agli incentivi per la creazione di nuove imprese innovative, alle agevolazioni fiscali finalizzate a questo obiettivo, alla condivisione del rischio tra banche, imprese e Stato. 

A questo scopo, l’azione pubblica per essere efficace deve essere in grado di scegliere, superando uno degli ostacoli più importanti che ha impedito finora alla Calabria di svilupparsi: la mancanza di scelte, per non scontentare nessuno e poter promettere a tutti. Da cui ne è scaturita la parcellizzazione delle risorse finanziarie in mille rivoli e la loro inefficacia. Il nuovo PR Calabria 2021-27 è un ulteriore esempio di questo tipo. 

Scegliere comporta definire delle priorità. Per il Partito Democratico Calabrese le priorità per creare sviluppo sono: 1) La creazione di un sistema sanitario pubblico in grado di rispondere ai bisogni di salute dei calabresi; 2) La realizzazione di alcuni distretti industriali attorno alle università calabresi, ai porti di Gioia Tauro e Corigliano-Rossano e all’aeroporto di Lamezia Terme; 3) lo sviluppo di un tessuto imprenditoriale diffuso, basato su turismo, agricoltura e ambiente; 4) investimenti nelle zone interne per creare lavoro nei settori dell’agricoltura, forestazione e ambiente e per incentivare il ripopolamento; 5) investimenti per migliorare la capacità amministrativa delle amministrazioni pubbliche ed accrescere la legalità in questa regione.  

Stabilire delle priorità potrebbe non essere conveniente per vincere le prossime elezioni, ma è la strada migliore per governare in modo efficace e vincere le elezioni nel lungo periodo. 

Una sanità pubblica efficiente non è solo un fattore di equità ma anche di sviluppo.  A questo scopo, occorre rafforzare la sanità pubblica, attraverso un aumento dei posti letto e del personale e attraverso una riorganizzazione dei servizi; aumentare i posti di specializzazione offerti dalle facoltà mediche esistenti in Calabria sulla base del fabbisogno di personale nella sanità calabrese ed usare il PR 2021-2027 a questo scopo. 

La Calabria non ha mai avuto un vero sviluppo industriale. I pochi investimenti industriali promossi dallo Stato si sono rivelati fallimentari, per la totale estraneità delle scelte alla realtà regionale. Per converso, molte competenze artigianali esistenti in vari settori nella regione sono rimaste tali o si sono disperse. Alcuni motivi del mancato sviluppo sono la mancanza di infrastrutture e servizi, un ambiente ostile e una burocrazia inefficiente e opprimente, che scoraggia anche i più audaci. 

Il Partito Democratico ritiene che sia possibile costruire ipotesi di sviluppo industriale in Calabria, attorno ai punti di forza indicati in precedenza. 

Il settore turistico costituisce un altro punto di forza dello sviluppo regionale.  Si tratta, quindi, di superare i limiti dello sviluppo turistico regionale e di fare un salto di qualità in questo settore, estendendo l’offerta alle zone interne, ai percorsi tematici che possono andare dalla religione alla gastronomia, coprendo anche piccole aree di interesse che sommate possono fare buoni numeri. 

A tal fine, è necessario migliorare la qualità dei beni pubblici esistenti in Calabria, ad iniziare dall’ambiente e dai servizi offerti, come i servizi di trasporto e per il tempo libero. 

La Calabria negli ultimi decenni ha subito un notevole degrado ambientale, che compromette anche il suo sviluppo turistico. Il Partito Democratico ritiene che tra gli obiettivi prioritari vi è quello di predisporre un grande progetto di recupero paesistico-ambientale, per realizzare in modo definitivo entro il 2027 l’eliminazione in tutta la regione dell’inquinamento del suolo, del mare e delle acque. 

Al riguardo, è indispensabile realizzare un servizio idrico integrato efficiente e puntare sull’economia circolare, trasformando i rifiuti da problema a risorsa, creando così anche tanti posti di lavoro. 

Fermare lo spopolamento e ripopolare le zone interne è una priorità per lo sviluppo calabrese. A questo scopo, il PD Calabrese ritiene che se si creassero occasioni di lavoro anche per gli immigrati nelle zone interne non sarebbe dannoso per l’Italia e la Calabria. il potenziamento dell’offerta turistica nelle zone interne, un piano straordinario di rimboschimento, lo sviluppo dell’agricoltura biologica sono fattori su cui puntare per lo sviluppo delle zone interne. Ma se in queste zone si chiudono i servizi, come scuole e sanità, perché si sono spopolate è come condannare le zone interne alla morte. 

La burocrazia è considerata dagli imprenditori calabresi il principale ostacolo allo sviluppo. E la recente creazione di una Zes unica nel Mezzogiorno non farà altro che aumentare gli ostacoli burocratici e scoraggiare gli investimenti delle imprese calabresi. 

La costruzione di una Calabria moderna passa quindi da un processo di semplificazione legislativa e burocratica, e da un rapporto diverso tra politica e burocrazia, ad iniziare dal processo di selezione della burocrazia regionale. Tra l’altro, un numero eccessivo di progetti e obiettivi d’investimento associato ad una scarsa capacità amministrativa, può dilazionare oltre ogni misura o vanificare la stessa realizzazione dei progetti. 

Lo sviluppo della Calabria richiede che i governi regionale e nazionale facciano subito chiarezza su quali progetti sono allocati i fondi PNRR e PR-2021-2027 destinati alla Calabria ed i tempi di realizzazione. Ogni ulteriore ritardo è un atto doloso del Presidente Occhiuto e della sua giunta verso i calabresi, perché significa disperdere queste risorse.

Ma se la Conferenza Programmatica di Soveria Mannelli è un inizio per costruire la Calabria di domani dipende da quanto il PD Calabrese sarà in grado di cambiare sé stesso per cambiare la Calabria. (ds)

[Damiano Silipo è docente all’Unical]