C’È ANCHE IL DIVARIO DIGITALE NORD-SUD
LA CALABRIA ULTIMA NELLE CONNESSIONI

di SANTO STRATI – Hai un bel parlare di fibra, internet, didattica a distanza, ma poi scopri che più l’Italia avanza dal punto di vista della comunicazione digitale, più si allarga il divario nel Paese. Ma non è soltanto la abituale contrapposizione nord-sud a tenere campo perché ci sono vaste aree d’Italia dove internet è ancora un miraggio, indipendentemente che si tratti di Mezzogiorno o delle ricche regioni del Nord. Il problema principale riguarda l’assenza di una strategia “tecnologica” che abbia sopperito alle croniche disfunzioni del territorio: già orograficamente l’Italia è un Paese difficile, ma con le nuove tecnologie non ci sono montagne che tengano, il segnale si può far arrivare dovunque, ma è nell’assenza di infrastrutture digitali adeguate che accresce in maniera incontrollabile il divario. Non ci sono Nord e Sud a confronto, ma tante Italie diverse, quasi a macchia di leopardo, dove a distanza di pochi chilometri si precipita nel vuoto digitale. Segnale scarso o inesistente, connessione impossibile, sviluppo del territorio in base alle opportunità del digitale pari a zero.

In questo quadro non certo esaltante la Calabria paga un prezzo a dir poco stravagante: è nato qui il Piano telematico nazionale, nel lontano 1987, con le sperimentazioni fatte da Telcal – al tempo guidata efficacemente dall’ing. Nicola Barone (vedi calabria.live del l’11 luglio), all’avanguardia rispetto alle altre regioni italiane, ma il consorzio non ha avuto la trasformazione “commerciale” che avrebbe permesso un salto di qualità: la Calabria sarebbe diventata – come mostrava di essere – un punto di riferimento eccezionale per l’intero comparto delle telecomunicazioni e del digitale. Oggi la situazione è desolante. ci sono aree dove con la fibra si arriva 200MB al secondo (nei capoluoghi e nei grandi centri sono sorte un po’ dovunque le cabine che portano il segnale in fibra al altissima velocità), ma nel contempo esistono larghe aree della regione dove è persino assente il segnale televisivo.

Se l’obiettivo era di rendere la connessione a internet un’utility al pari dell’acqua e dell’energia elettrica, beh, occorre dire che non si è riusciti a raggiungerlo. Senza contare che molto spesso la connessione con la fibra è solo parziale: per essere ad alta banda dovrebbe verificarsi che la fibra entri dentro le case (FTTH, ovvero Fiber to the home ) e non si fermi ai cabinet delle strade, da cui parte il vecchio doppino in rame (FTTC, Fiber to the cabinet) con una forte perdita del segnale. Cosa significa tutto questo? Che da un lato sono stati interrati chilometri di fibra ottica e realizzati milioni di cabinet, ma il segnale si ferma davanti al marciapiedi, perché poi su doppino di rame, dal cabinet a casa, viaggia a velocità molto ridotta.

Un’indagine del Censis dello scorso febbraio commissionata dalle aziende di telecomunicazioni più importanti che hanno dato vita al progetto Risorgimento digitale ha dato esiti non proprio entusiasmanti. Il progetto (capitanato da Telecom Italia) ha offerto formazione online a insegnanti delle scuole di ogni ordine e grado per far scoprire le opportunità del digitale nel campo della scuola. Un’iniziativa degna della massima considerazione per “portare in rete quelli che sono rimasti fuori”. Si calcola che siano almeno 18 milioni gli italiani che non hanno mai usato internet e i cosiddetti esclusi dalla rete son o per lo più ultracinquantenni che vivono in piccoli centri o città con meno di 60mila abitanti. Il progetto Telecom ha coinvolto 107 province, con 400 formatori che hanno prodotto 20mila ore di lezione. Un’ottima base di partenza, ma come si supera il divario se non si interviene sulle infrastrutture che mancano?

La Calabria, nel rapporto Censis sulla comunicazione digitale, è tra le ultime regioni in termini di utilizzo del digitale: scarso utilizzo di internet, ma soprattutto assenza quasi totale di collegamento con i servizi della pubblica amministrazione. Ovvero, la possibilità di “dialogare” con lo Stato e i suoi uffici centrali o periferici senza spostarsi da casa: una bellissima prospettiva mentre si allarga il fronte dell’utilizzo del digitale nella pubblica amministrazione. Identità digitale, pagamenti on line, richieste di informazioni o documenti. E, nel caso dovesse tornare a servire, didattica a distanza, senza nessuna esclusione. Ma come si fa a dotare i ragazzi di tablet senza offrire loro una connessione di rete che permetta di interagire? La Regione dovrebbe fare uno screening molto accurato sulla situazione della rete telematica calabrese: c’è stato un momento in cui la Calabria faceva da apripista, oggi siamo di-riventati ultimi. C’è da farci una seria riflessione: crescita e sviluppo non possono prescindere dalle tecnologie e l’inclusione non è soltanto un problema sociale. Senza internet non c’è sviluppo, questo sembra evidente. (s)