L’OPINIONE / Emilio Errigo: La Calabria è bella e ricca di cultura

di EMILIO ERRIGO – Se dicessi che la Calabria è bella e che i calabresi sono ricchi di cultura, affermerei il vero, qualcosa di acclarato, risaputo, constatato e scontato, ma peccherei di incompletezza nell’esplicitare il mio pensiero.

In Calabria ancora oggi, mi spiace dire che esistono tanti comportamenti umani sicuramente non belli, atteggiamenti fuorvianti, dannosi e per molti aspetti ancora incomprensibili ai più.
Penso alla noia, all’indifferenza, alla rassegnazione, al risentimento fine a se stesso, al silenzio accompagnato da mimiche espressive facciali di forte dissenso politico. Avrei tanto altro da dire di non bello su quei cittadini italiani nati in Calabria, che per amor della mia terra genetica non oso dire.

Ma non è di questo che voglio argomentare oggi.

Voglio scrivere immaginando la bellezza più intensa della Calabria, rappresentata sicuramente dai Giovani, dalle bellezze paesaggistiche e ambientali delle lunghe e ampie spiagge bianche, dal mare splendente color smeraldo e blu intenso, dal verde dei boschi, dai Borghi secolari alcuni dei quali disabitati, dai profumi a base di essenza del bergamotto, del gelsomino, mandarini, limoni, mandarance amare, ginestra, annone e dai mille e più fiori spontanei degli Appennini Calabresi, delle basse montagne, dagli incantevoli territori collinari, pianure coltivate a cereali, graminacei, piante da frutto, dai fiori mediterranei della fascia costiera marittima, fluviale e lacuale.

Chi nei secoli scorsi arrivava da ogni parte del mondo in Calabria, non poteva non cogliere il profondo senso dell’amore verso il prossimo, della naturale propensione all’ospitalità e accoglienza verso lo straniero, atteggiamenti questi consuetudinari caratteristici della bella Gente di Calabria.

Oggi anche se i tempi più duri sono un ricordo lontano tra i più anziani e gli ultra centenari ancora molto presenti in diverse aree della Calabria, devo e mi duole tanto pensare e scrivere, che la mancanza di lavoro onesto, lede profondamente le basi del vivere civile in Calabria.

La buona vita per molti parrebbe lontana, come se fosse una meta irraggiungibile, impossibile da conquistare anche a costo di grandi sacrifici e tantissime rinunce personali e famigliari.

La conquista della civiltà di un popolo non è stata mai indolore, priva di sofferenze e privazioni. In ogni tempo prima e dopo la venuta al modo del Dio Padre, non sono mancati guerre fratricide, distruzioni, mali di ogni natura e genere, terremoti, alluvioni, maremoti, disastri ambientali, con perdite immani di vite umane.

Oggi dobbiamo constatare che il mal di vivere in Calabria è ancora presente, tanto è vero quel che dico, che ogni giorno, mese e anno, sono migliaia i Giovani e meno Giovani che partono dalla Calabria in cerca di migliori fortune economiche e di affermazione personali nel complesso mondo delle città più ricche e fortunate del nord Italia e dei territori esteri.

Quanta tristezza e rassegnazione ho intravisto negli occhi dei tanti Calabresi che ho incontrato negli aeroporti, stazioni ferroviarie, fermate delle metropolitane, pullman e porti di tanti Stati stranieri, Cittadini italiani di origini Calabresi, che ho avuto modo di conoscere, per via della mia professione che mi vede sempre più spesso in viaggio.

Ho conosciuto validissimi e colti professionisti nati in Calabria o figli di Calabresi, tra i quali molti di loro erano politici, alti dirigenti, funzionari e impiegati, i quali assicuravano e molti di loro ancora assicurano, il loro colto sapere all’interno delle diverse Istituzioni, Agenzie Specializzate dell’Unione Europea e nelle tante Organizzazioni Internazionali.

Allora proseguendo nel partecipare il mio pensiero, attiro la vostra attenzione, ponendovi una semplice domanda, credete voi o ancora non siete convinti che in Calabria non manchi certamente tra i Giovani la cultura, ma ci sia tanto bisogno di opportunità lavorative allo scopo di poter svolgere là propria professione, pari o adeguata al titolo universitario o specializzazione post universitaria conseguita, per poter vivere dignitosamente e civilmente tra i propri affetti nella e per affermare la legalità?

Certo che è così, non era necessario riaprire una ferita aperta che non tende a cicatrizzarsi, penseranno molti di voi. Ma io cari amici e lettori di Calabria.Live, la penso diversamente.

Non occorre tacere, votare e attendere che qualcuno dei tanti politici nazionali eletti in Calabria, Consiglieri regionali o che uno più Sindaci, facciano sentire la propria voce.

Le grida stonano e creano solo tensioni, sono poco utili.

Occorre studiare e osservare le dinamiche territoriali e sociali, poi scrivere molto, rappresentando direttamente e civilmente alle pubbliche Autorità competenti per materia, le proprie idee, convinzioni, buoni propositi, azioni amministrative costruttive e necessarie, volte al migliorare la qualità della vita in Calabria.

Il silenzio non porta pane si dice, logora la mente, distrae dai veri problemi, crea conflitti interiori e dannosi comportamenti sociali.

La cultura in Calabria è un patrimonio inalienabile, un bene economico da valorizzare, una risorsa umana molto importante, che va resa disponibile a favore del prossimo e di se stessi. Obbedir tacendo e aspettando che le promesse elettorali si avverino, non è un buon segno di concretezza e lungimiranza.

La cultura è la vera ricchezza dei Giovani che sono nati e vivono in Calabria.

La cultura deve essere la vera forza trainante del riscatto sociale dei Giovani Calabresi, per potersi affermare in ogni dove e nei variegati settori professionali, se possibile in primis a favore della Calabria, altrimenti in Italia o in territorio estero, dove la cultura della più bella e colta Gente di Calabria, viene richiesta, valorizzata, ben retribuita e riconosciuta importante, per la crescita economica e morale della società civile nazionale e internazionale. (em)

[Emilio Errigo è nato in Calabria, docente universitario e Generale in ausiliaria della Guardia di Finanza]