ENI E GOVERNO SCOMMETTANO SU JONIO
LAVORO, DIGNITÀ E FUTURO SONO POSSIBILI

di DOMENICO CRITELLI – Conservo memoria di quando i partiti, nel distinguo delle posizioni di Governo o di opposizione, esercitavano il loro potere di influenza sui livelli Regionali e Nazionali. Vi era rispetto delle regole e, soprattutto, del consenso che essi esprimevano su base territoriale e non sempre in funzione di governo.

Erano i tempi dei partiti di massa, del sistema proporzionale e del peso specifico che il collegio elettorale esprimeva nella formazione del consenso Nazionale. Ebbene, al netto anche dei difetti che quel sistema elettorale generava, i candidati avevano come riferimento i territori, e, l’azione politico istituzionale, imponeva una visione generale.

Come nel caso del processo di deindustrializzazione che ci ha riguardato a partire dagli anni ’80 fino agli anni ’90. Ricordiamo tutti la stagione dei “Fuochi” e lo scontro politico e sindacale che ne scaturì.

Ognuno di noi difendeva posizioni politiche, visioni diverse talvolta contrastanti senza nulla di personale e a poco varrebbe stabilire, oggi, chi avesse ragione o torto nel difenderle.

Sta di fatto, però, che quella crisi trovò ascolto e impegno del Governo Nazionale, oltre che fronte comune del movimento Sindacale e delle Istituzioni Locali e Regionali, pur in presenza di equilibri politici non sempre coincidenti.

Quella crisi assunse una dignità nazionale con la istituzione di un tavolo concertativo (task force) presso la stessa Presidenza del Consiglio. Bisognava ridefinire una prospettiva di sviluppo per un’area, quella Crotonese, che aveva rappresentato un unicum nell’intero mezzogiorno.

Vi era da prevenire oltre che l’impoverimento di un territorio che aveva garantito quasi piena occupazione anche una diversificazione del suo tessuto imprenditoriale e produttivo.

L’autorevolezza di quel livello di interlocuzione che il sistema Politico e Sindacale seppe realizzare, garanti’ un monitoraggio della crisi che generò un’idea di “Contratto d’area e Sovvenzione globale” con le risorse Nazionali adeguate ed un soggetto locale, “Crotone Sviluppo Spa, che sapesse valutare le manifestazioni di interesse di imprenditori locali e Nazionali a raccogliere la sfida del Governo.

In pratica, una lunga e virtuosa stagione di riconversione industriale, ambientale e produttiva. Osservando, oggi, il montare dell’onda protestataria, dopo anni di silenzi, omissioni, rinvii e un fatalistico “quieta non movere” degli ultimi Governi nazionali, escluso l’ultimo, sembra di essere in presenza di un’onda anomala che può trasformarsi in uno tsunami.

Mi verrebbe da suggerire, a tutti i protagonisti in campo, di immaginare che le attività industriali di Pertusola e Montedison non siano cessate, compiutamente, sul finire degli anni 90(oltre 20 anni fa’) ma da appena qualche anno, in coincidenza della Pandemia, giusto per intrecciare, suggestivamente, una fase di cimento globale.

Provo ad usare questo schema per capire se il confronto, sempre fra gli attori locali si concentrerebbe sulle prospettive e le potenzialità da cogliere piuttosto che sul rimpallo di responsabilità di chi ha avvelenato e di chi si è girato dall’altra parte; di chi ha fatto la faccia feroce nei confronti “dell’avvelenatore” e di chi, invece, ha svestito i panni del Masaniello per indossare quelli del Macchiavelli o del “Re Travicello”.

Si tenga conto, oltretutto, che anche le Amministrazioni Comunali che hanno interloquito con “l’avvelenatore”, per i diversi atti concessori e autorizzativi, dovrebbero essere posti sul banco degli imputati, quanto meno per culpa in vigilandi. E a cascata le Direzioni Aziendali piuttosto che i Sindacati che sarebbero venute meno alla funzione di sicurezza e tutela della salute dei lavoratori.

Un puzzle inestricabile. Un collo di bottiglia che non so’ quanto convenga perpetuare se si intende “Bonificare” piuttosto che tombare che, poi, è poco meglio della realtà fattuale: tutti quei veleni sono a cielo aperto o in fondo al mare.

Al netto del giudizio che si può avere sulle Amministrazioni locali, Comune e Provincia, e su quella Regionale, esiste un punto di caduta che impone di ricreare la stessa “unità-diversita’” degli anni della concertazione sapendo che oggi, meglio di ieri, non vi è la necessità di inventarsi o reperire risorse, strumenti e strategie, perché esistono e si chiamano: Sin (Sito interesse nazionale), Pnrr (Piano nazionale ripresa resilienza); Green Deal (Comm.ne Europea); Zes ( Zona Economica Speciale).

A mio giudizio, e non perché elettore di Roberto Occhiuto, il Governo Regionale ha una guida autorevole, di peso nazionale, anche un po’ solitaria, visto il contesto generale e lo stato di salute dei partiti a tutti i livelli.

Non ho la pretesa di essere condiviso nel mio giudizio su Occhiuto, così come, all’epoca, nessuno poteva contestare il ruolo e il peso specifico che ebbe Riccardo Misasi.

Si converrà che se si ricreassero le stesse condizioni politiche degli anni ’90 di “unità nella diversità” ed il tavolo concertativo, guidato da Occhiuto, chiamasse alle loro responsabilità, il Governo Nazionale ed Eni Corporate, forse si potrebbe immaginare di riscrivere la storia della Calabria Jonica “Ripartendo dall’ultima e dalla Polis”.

L’ho virgolettato perché è l’apertura del documento politico col quale, con un gruppo di amici, proviamo a ridare voce ad un’area politica in grande sofferenza, soprattutto alle nostre latitudini, rispetto alla visione di sviluppo e di rilancio della Città di Crotone e della sua Provincia: quella Popolare Liberale e Riformista.

Ma l’imperativo è per tutti, perché ci stiamo spopolando e non possiamo consentirci pause di riflessione, addirittura di conflitto o di visione monocorde. Ci sono decisioni e iniziative che si sarebbero dovute prendere 20 anni fa.

Ecco perché la storia non assolverà nessuno: né quelli di ieri ma neppure quelli oggi.

Proprio in quell’area dove Crotone ha conosciuto il suo riscatto e il suo benessere, l’ex area industriale, bisogna ricreare le condizioni per ridare speranza ai nostri giovani che un futuro di dignità del lavoro è possibile senza dover emigrare e, magari, dando l’opportunità agli altri anche di ritornare a casa per remare, tutti, nella stessa direzione. Nella diversità. (dc)

L’OPINIONE / Pietro Molinaro: In Calabria si etrae un quinto del Gas metano italiano e da Eni solo le briciole

di PIETRO MOLINARO Al largo del mare di Crotone, l’Eni ha 31 pozzi e tre a terra dai quali estrae gas metano. Negli anni diversi i contenziosi per l’erogazione delle Royalties (canoni) per il tramite della Regione ai Comuni del litorale Crotonese.

L’intesa firmata tra Eni e Regione nel 2019 per l’erogazione di risorse finalizzate allo sviluppo economico e promozione sociale dei territori interessati prevede aiuti: a) sul fronte delle famiglie che versano in particolari condizioni di disagio; b) potenziamento di servizi e strutture rivolte ad anziani; c) creazione di strutture e servizi rivolti a dare supporto a famiglie con soggetti affetti da Autismo; d) per lo sviluppo turistico ed economico; e) l’impegno alla fornitura di importanti quantitativi di gas metano a prezzo vantaggioso in quanto abbattuto dei costi di trasporto e fiscali.

Parole e impegni altisonanti che purtroppo non ci sono nella realtà! Visto il momento di estrema difficoltà per famiglie ed imprese e considerata la scarsa percentuale, dal 7al 10%, versata nelle casse pubbliche, minimamente paragonabile a quella di Paesi (vedi Austria, Danimarca, Norvegia, Regno Unito) considerati confrontabili al nostro, dove le Royalties sono intorno al 50%, si rende necessario un riequilibrio tra le multinazionali (in questo caso Eni) e i territori dove viene estratto il gas-metano. Continuiamo ad essere una Regione ricca di risorse naturali ma sfruttata che resta l’ultima d’Italia e d’Europa.

Non possiamo più far finta di niente o accontentarci delle briciole date a singhiozzo facendo arricchire le multinazionali energetiche. Dietro questo sistema c’è sicuramente un eccesso di avidità consumato alle spalle dei calabresi e che non possiamo più consentire. (pm)

(Pietro Molinaro è stato consigliere regionale nella passata legislatura, Presidente della Commissione Agricoltura e Foreste)