NON SPESI E PERDUTI I FONDI UE DI LAMEZIA
PER COLLEGARE AEROPORTO E CATANZARO

La Commissione Europea dice di no al collegamento multimodale fra l’Aeroporto di Lamezia Terme e Catanzaro Lido. Una bocciatura che ‘brucia’ per la Calabria, che vede sfumare una importantissima opera che, tramite i fondi Por e dal costo di 135 milioni di euro, avrebbe «migliorato la mobilità regionale, nonché per garantire la qualità, l’interconnessione e la funzionalità del sistema dei trasporti in Calabria».

A rendere noto questo triste esito, da parte della Commissione Europea, l’europarlamentare del Movimento 5 StelleLaura Ferrara, a seguito della risposta scritta a una sua interrogazione, in cui chiedeva «alla Commissione europea se fosse a conoscenza di un cronoprogramma dettagliato sui tempi necessari al completamento dell’opera, e l’ammontare della spesa relativa al progetto, già certificato».

«La risposta giunta qualche giorno fa evidenzia ancora una volta l’assoluta incapacità di spesa e di programmazione da parte della Regione Calabria» ha detto la Ferrara, che nei mesi scorsi aveva ribadito che «la Calabria non può permettersi di perdere anche il progetto multimodale fra l’Aeroporto di Lamezia Terme e Catanzaro Lido», sottolineando la necessità di portare a compimento tale opera, in quanto, altrimenti, sarebbe «un’opportunità sottratta alla nostra terra, a causa, ancora una volta, di una classe politica regionale assolutamente incapace» conclude la parlamentare europea».

Nella sua risposta la Commissaria alla Coesione, Elisa Ferreira, ha scritto: «il progetto di collegamento multimodale Aeroporto – Stazione di Lamezia Terme Centrale – Germaneto – Catanzaro Lido è stato ritirato dal programma operativo regionale Calabria 2014-2020 del Fondo europeo di sviluppo regionale – Fondo sociale europeo. Fino ad allora non era stata certificata alcuna spesa alla Commissione».

«Il ritiro dell’importantissimo progetto da parte della Regione Calabria è avvenuto in occasione della riprogrammazione delle risorse non spese nel quadro dell’Iniziativa di investimento in risposta al coronavirus Plus. Risorse di cui, purtroppo, la nostra Regione abbonda considerati i ritardi su tantissimi progetti e fra questi proprio il collegamento multimodale Lamezia Terme – Catanzaro Lido, fermo all’anno zero. I calabresi dovranno rinunciare ancora per molto ad un intervento strategico volto ad una migliore funzionalità del principale scalo aeroportuale calabrese. Un progetto a cavallo di due programmazioni e cioè la 7/13 e la 14/20 e che quindi si sarebbe dovuto completare già da tempo. Il ritiro di questo progetto non può assolutamente passare in sordina e né essere banalizzato come fatto dall’autorità di gestione che ha comunicato che “gli investimenti per il progetto saranno coperti dai fondi nazionali (Fondo Sociale di Coesione 2014-2020 e 2021-2027)”. Tradotto bisognerà attendere, semmai il progetto verrà concretamente avviato, almeno un’altra decina di anni».

«In questa risposta, così come in quelle precedenti – ha detto Ferrara – in cui si certifica il fallimento di altri progetti, si manifesta tutta l’incapacità delle amministrazioni regionali succedutesi negli anni. Giunte e maggioranze che zoppicano nella realizzazione delle opere utili allo sviluppo del territorio inserite nelle programmazioni comunitarie, ma efficientissime e rapidissime nella contrattualizzazione e nelle assunzioni di natura politica, ancora oggi, nonostante l’Assemblea regionale sia formalmente sciolta. Non bastano più i moti d’indignazione, di fronte ai quali i nostri amministratori regionali rimangono, evidentemente, inermi continuando a ripetere sempre gli stessi errori».

«Chi oggi guida la nostra Regione – ha concluso – deve prendersi le responsabilità di questo fallimento, e chi si propone di amministrarla domani, deve garantire e promuovere un necessario cambiamento rispetto al passato».

A ‘provare’ a rimediare, l’assessore regionale alle Infrastrutture, Domenica Catalfamo che, dopo aver «stigmatizzato i forti ritardi con cui procede l’intervento di elettrificazione della tratta ferroviaria Lamezia Terme-Catanzaro» a nome della Regione, ha chiesto di rivedere il cronoprogramma. Stessa richiesta è stata fatta dall’Agenzia per la Coesione.

 

Un appello, quello dell’eurodeputata, che fa riflettere, sopratutto se, quando quest’opera fu presentata nel 2018, l’allora presidente della Regione, Mario Oliverio, aveva dichiarato che Lamezia Terme «e i suoi cittadini non meritano di pagare altri ritardi», e che la città è considerata «il punto centrale, il nodo della nostra visione di sviluppo regionale». Dichiarazioni, quelle di Oliverio, che oggi sanno di grottesco, sopratutto se, allo stato attuale e paradossalmente, Lamezia Terme, oggi – e il suo aeroporto – è molto più considerata rispetto ad altre città considerate strategiche, come Crotone e Reggio Calabria che, invece, sono lasciate in balia di sè stesse, così come sono nella stessa situazione i piccoli borghi o qualsiasi altra città e gli stessi capoluoghi di Provincia. Non c’è chi merita o non merita, c’è che la Calabria non merita i ritardi di cui è ripetutamente vittima, perché è questo uno dei tanti problemi che affliggono la nostra terra. I ritardi. Ritardi su infrastrutture, su sanità, su qualsiasi cosa, perdendo treni importantissimi che sarebbero una boccata d’ossigeno per una terra che ha bisogno di rinascere.

L’esperienza di questa ennesima bocciatura, da parte della Commissione Europea, dovrebbe essere un monito e un input, per la futura Giunta regionale, che è necessario non solo un cambio di passo, ma anche di visione, per il futuro di una terra che ha tanto da offrire e su cui si può e si deve investire. (rrm)

Mariateresa Fragomeni: Il Sud spende poco e male i fondi europei

La candidata a sindaco di Siderno, Mariateresa Fragomeni, ha dichiarato che il Sud spende poco e male i fondi europei, e che serve invertire la rotta.

La Fragomeni, infatti, ha ricordato che non ci sono solo «problemi legati all’idoneo utilizzo dei fondi, ma anche al completamento delle opere pubbliche, come dimostra la spesa di poco più di 3 miliardi dei 47,3 miliardi di euro stanziati del Fondo per lo Sviluppo e la Coesione dal 2014 al 2020, pari solo al 6,7% delle risorse disponibili. E la percentuale di opere avviate e non completate, nel 2017: 647 opere pubbliche, di cui il 70% localizzate al Sud, per un valore di 2 miliardi».

«Sarà, dunque necessario – ha aggiunto – saper spendere i fondi europei, a partire da quelli di Next Generation Eu, incanalandoli innanzitutto nel filone della transizione digitale ed ecologica come indicato dall’Ue. Con particolare attenzione ai giovani e alle donne, e a tutti i settori sui quali è fondamentale intervenire, sanità, scuola, infrastrutture. Questa è un’occasione storica, che non si ripresenterà facilmente in futuro, un’occasione da non perdere per passare finalmente da un Sud “Cenerentola” d’Italia a Sud motore di sviluppo per l’intero Paese».

La candidata a sindaco di Siderno, infine, ha auspicato che «il positivo confronto sul Sud, promosso dalla ministra per il Sud, Mara Carfagna, in vista dell’elaborazione del Pnrr e della definizione dell’accordo di partenariato, dia i suoi frutti». (rrc)

Tilde Minasi: Serve una gestione diversa dei Fondi Europei nella nostra regione

La consigliera regionale della LegaTilde Minasi, ha dichiarato che serve una «gestione diversa, rispetto al passato» dei Fondi europei nella Regione Calabria.

La Minasi, infatti, ha evidenziato che la Corte dei Conti Europea, nella consueta relazione annuale sull’utilizzo dei Fondi Comunitari della Regione Calabria, ci sono delle problematiche. Nello specifico, si tratta di irregolarità nella spesa, pagamenti a rilento nel Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (Fesr) e nel Fondo Sociale Europeo (Fse).

«Un gap che viene da lontano – ha dichiarato la Minasi – ma che può essere colmato con l’adeguata programmazione 2021- 2027 sui fondi strutturali. Pur non volendoci soffermare sulla gestione passata, sugli errori commessi e sulle occasioni mancate, è necessario però rimarcare come sia indispensabile non arroccarsi sulle modalità che ci hanno portato, oggi, ad essere classificati negativamente, nonostante le condizioni dei nostri territori richiedano a gran voce un modus operandi completamente diverso rispetto agli anni trascorsi».

«L’attuale fase storico-economica – ha aggiunto – ci mette di fronte ad un’opportunità che non ha precedenti. A seguito della pandemia, infatti, l’Europa ha messo a disposizione dei vari Stati notevoli risorse economiche attraverso il Recovery Fund per favorire la ripresa ed a questi si affiancheranno i tradizionali canali di finanziamento. Per cogliere quest’opportunità, però, è necessario anche un supporto di professionalità adeguate ai soggetti chiamati a realizzare programmi adeguati per sfruttare appieno tali risorse, e non ‘sperperare’ in mille sussidi che poco o niente porterebbero sul territorio. Proprio per questo è improcrastinabile una gestione diversa rispetto al passato».

«Ma perché – ha proseguito – questi rilievi da parte dei magistrati contabili? È mancata una valida progettazione, poiché ci si è sempre affidati, per non dover restituire alla Ce i fondi non spesi, a dei progetti senza alcun beneficio sul territorio e non nati per essere finanziati con i Fondi Por. La sfida che ci attende, ma che non ci scoraggia, è notevole. L’impegno è quello di canalizzare risorse ed energie su macro aree ben individuate anche per il loro apporto futuro, quali ad esempio la banda larga, le energie rinnovabili, lo sviluppo urbano, l’ambiente, che, contestualizzate ai territori, permettano di progettare dei bandi ad hoc, creando una rete e non fare spesa tanto per non perdere le risorse, ma utilizzarli per il conseguimento di obiettivi di crescita e sviluppo attinenti alle esigenze delle comunità, alle caratteristiche della nostra regione, esaltandone le tipicità e le eccellenze».

«Un impegno – ha concluso – che necessita la massima sinergia possibile da parte di tutti gli attori coinvolti, sia direttamente che indirettamente, consapevoli che dopo l’emergenza sanitaria ve ne sarà una ancor più pesante da sostenere, che è quella economica». (rcz)

LA CALABRIA NON SA SPENDERE I FONDI UE
EURISPES: HA RINUNCIATO A 1,125 MILIARDI

1 miliardo e 499.000 euro sono stati stanziati per il Fondo Europeo di Sviluppo Regionale, e 430 milioni per il Fondo Sociale Europeo, ma Calabria «è riuscita a non spendere 951 milioni di euro del Fesr e 173 milioni di euro dell’Fse, per un totale di 1 miliardo 125.000 euro». Lo rivela, impietosamente, un’approfondimento di Maurizio Lovecchio, direttore della sede Eurispes Calabria, sui fondi destinati alla Regione.

«In pieno agosto – ha scritto Maurizio Lovecchio – abbiamo assistito a commenti e reazioni esaltanti per le performance della Regione Calabria circa gli obiettivi raggiunti e l’impegno della spesa (non l’attuazione della spesa) relativamente alle risorse del Por Fesr 2014-2020. Tuttavia, come emerge anche dal Rapporto Italia 2020, elaborato dal nostro Istituto, la percezione della spesa dei fondi europei sul territorio è molto bassa e soprattutto l’efficacia della spesa delle risorse europee sul territorio è molto scarsa».

Infatti, nonostante si debbano aspettare i dati di questo programma, il direttore Lovecchio ha rilevato come, analizzando i dati del programma 2007-2013, «i primi dati indicano un andamento simile, se non peggiore», sottolineando che «aver ottenuto risorse per coprire le spese certificate/impegnate, non significa quindi poter sostenere l’avvenuto impiego per la realizzazione di interventi e investimenti reali sul territorio».

Bocciatura, dunque, per la Regione Calabria, che ha dimostrato inefficienza della programmazione, l’inefficacia della spesa, gap nella distribuzione delle risorse tra i beneficiari pubblici e i beneficiari privati e i ritardi procedurali nell’attuazione dei bandi.

Per spiegare il primo punto, ossia l’inefficienza della programmazione, il direttore Lovecchio ha spiegato che la Regione, per il settennio 2014-2020, aveva individuato 14 assi prioritari sul Programma Operativo Regionale e, che 9 di questi (Promozione della Ricerca e dell’Innovazione, Sviluppo dell’Agenda digitale, Efficienza energetica, Mobilità Sostenibile, Istruzione e formazione, Tutela e Valorizzazione del Patrimonio ambientale e culturale, Inclusione sociale, Sviluppo delle reti di Mobilità Sostenibile e Promozione dell’occupazione sostenibile) erano stati indicati quali prioritari già nella precedente programmazione.

«Ciò significa – ha spiegato – che in 7 anni (quindi dal 2007 al 2013) non solo non sono stati raggiunti gli obiettivi né impegnate tutte le risorse a disposizione; ma evidentemente non sono stati realizzati interventi tali da consentire di non considerare più come priorità ben 9 settori intesi come strategici per lo sviluppo socio-economico del territorio regionale».

Inoltre, Lovecchio ha rilevato come «se osserviamo le anticipazioni del prossimo Programma Regionale Por Fesr/Fse 2021-2027, le priorità sembrano essere ancora quelle degli anni precedenti».

Per quanto riguarda il gap tra beneficiari pubblici e privati, il direttore di Eurispes Calabria ha indicato come per la Pubblica Amministrazione siano stati stanziati 671 milioni 518.235 di fondi a fronte di 246 milioni 959.057 (dati riportati dal Siurp della Regione Calabria): «una discrepanza – ha commentato Lovecchio – che deve far riflettere soprattutto sul principio di solidarietà che è uno dei cardini su cui si fonda l’Unione europea e incide sulla percezione  dei cittadini e degli imprenditori».

«Seppure sia corretto – ha aggiunto – che gran parte delle risorse europee siano destinate alla spesa ed agli interventi diretti a favore delle Pp.Aa. in una Regione in perenne crisi di occupazione, inserita nell’elenco delle Regioni più depresse d’Europa, e che indica la Promozione dell’Occupazione tra i suoi Assi prioritari, tuttavia il mancato impiego da un lato e la mancata realizzazione degli interventi pubblici programmati, impongono una riflessione attenta in ordine alla programmazione futura ed alla destinazione dei fondi del nuovo Por».

Per quanto riguarda i ritardi procedurali nell’attuazione dei bandi, Lovecchio ha rilevato che «dal momento della pubblicazione del bando e fino alla erogazione del contributo passa molto tempo; troppo per chi (il privato) confida di avviare ovvero realizzare i propri investimenti mediante il supporto di finanziamenti pubblici», e ne riporta un esempio lampante: un bando su startup e spin off che, a distanza di quasi 3 anni, non ha ancora «pubblicato gli esiti, oggetto anche di una interrogazione prioritaria con richiesta di risposta scritta alla Commissione».

Un altro esempio, e anche più recente, è la protesta da parte dell’Associazione Operatori Turistici “Riviera e Borghi degli Angeli, spazientiti per la mancanza di notizie e/o nuove direttive ufficiali sul bando regionale Valorizzazione dei Borghi della Calabria e il Potenziamento dell’offerta turistica e culturale. Dopo quasi 4 anni dal varo dell’iniziativa, non se ne sa nulla.

Concludendo, Lovecchio ritiene che, «per la ripartenza e per la efficace programmazione serve, utilizzando una sola parola, “Efficienza”. Quell’efficienza matrice di buone pratiche amministrative e politiche; quell’efficienza che aiuta a comprendere quali siano le reali esigenze di un territorio e che, di conseguenza, indirizza verso scelte strategiche. Quell’efficienza che è soprattutto sapersi rivolgere a figure professionali adeguate, in grado di stilare un bando, valutare le proposte e anche presentare progetti che abbiano ricadute positive sulla collettività».

Un ingrediente fondamentale, che «è mancato e continua a mancare in Calabria, «fanalino di coda delle Regioni d’Europa che proprio nell’Europa (intesa come istituzione) avrebbe potuto trovare la chiave di volta per la propria rinascita, ma che invece non è riuscita a sfruttare quel tanto di buono che l’Unione “dona” ai suoi 27 “figli”».

Maurizio Lovecchio, dopo questi dati poco rassicurati, confida «nella nuova programmazione dei Fondi Strutturali e del Fondo di Coesione grazie ai quali viene finanziata la possibilità di investire per realizzare infrastrutture in diversi settori strategici, con la concreta prospettiva di crescita e miglioramento per il territorio».

«E confidiamo che si dia corso, finalmente – ha concluso – ad una programmazione efficace, frutto di lungimiranza amministrativa, che impieghi competenze tecniche specializzate e valorizzi le risorse interne alla P.A., favorendo il passaggio dalla burocrazia asfittica ed inconcludente ad una azione di dinamicità e performance elevate, che agevoli la percezione della spesa pubblica e dell’impiego delle risorse europee per le reali esigenze del territorio, delle imprese e dei cittadini calabresi». (rrm)

La ricerca Eurispes Calabria

La Calabria non sa usare i fondi dell’Europa
No a Metro Cosenza e Aerostazione di Lamezia

La Calabria non sa utilizzare, oltre a non sapere spendere i fondi dell’Europa. Due notizie di questi giorni confermano questa insopportabile verità. Occorre dunque rivedere, riprogrammare e utilizzare capacità e competenze per usufruire delle opportunità che i Fondi europei offrono. La prima notizia riguarda la metro leggera che avrebbe dovuto collegare Cosenza con Rende e l’Università della Calabria: i ritardi sul progetto hanno costretto l’autorità di gestione del Por Calabria a comunicare alla Commissione Europea la volontà di ritirare il grande progetto della metro-tranvia. Da un lato esultano una parte di cittadini del centro storico che temevano di dover sopportare un lungo sventramento della città e il Movimento 5 Stelle che si è da sempre schierato contro, dall’altro è la conferma del fallimento, dell’incapacità progettuale della nostra classe dirigente. Come per tutte le opere destinate a cambiare la mobilità delle città e del centro storico, erano evidenti i disagi richiesti alla popolazione, ma dall’altro si trascura di pensare ai vantaggi futuri che qualsiasi miglioramento nei trasporti è destinato a portare. Come se non bastasse, è arrivata anche la conferma che il progetto del nuovo terminal dello scalo internazionale di Lamezia Terme è stato accantonato.

È stata il commissario europeo Elisa Ferreira, che si occupa di coesione e riforme, a comunicarlo all’europarlamentare Laura Ferrara che aveva chiesto notizie con una interrogazione a Bruxelles. Il motivo dell’accantonamento? Semplice: troppi ritardi nella programmazione e quindi esclusione del progetto dai finanziamenti già previsti e predisposti nel 2016. Quattro anni buttati via, un investimento di oltre 51 milioni di euro, di cui 17 ascritti al piano regionale di azione e coesione, svanito e con esso l’obiettivo di dotare lo scalo di Lamezia, che – ricordiamolo – risulta uno dei 12 aeroporti strategici per l’Italia di un’aerostazione degna di un aeroporto internazionale. Invece, niente.

Secondo quanto ha dichiarato il sindaco di Lamezia Terme Paolo Mascaro, «Già da almeno due anni si aspettava l’intervento della Sacal, la società di gestione dei tre aeroporti calabresi, che doveva investire 34 milioni di euro». La Sacal – secondo Mascaro – non è riuscita a reperire attraverso un mutuo bancario la somma necessaria ed è stato necessario cercare altre soluzioni. Il sindaco Mascaro  ha detto che vi è una continua interlocuzione per l’adeguamento dell’aerostazione e, a quanto pare, esistono 25 milioni di fondi accantonati a tal proposito, per i quali si attende la rimodulazione del progetto.

L’intervento europeo faceva riferimento al Por regionale Calabria 2007-2013, scaduto il quale senza alcuna progettazione valida, non è stato più possibile agganciarsi al Piano operativo regionale 2014-2020  che non preveda investimenti destinati allo scalo di Lamezia. Era un sogno la nuova aerostazione che avrebbe dovuto prendere il posto della “baracchetta” che attualmente viene spacciato per terminal: in un’area di 24 mila mq avrebbe dovuto vedere la luce un’aerostazione avveniristica e funzionale, in grado di poter gestire un traffico vicino ai 3-4 milioni di passeggeri l’anno (attualmente sono 2,5 milioni). Il Covid, in questo caso, non c’entra niente, è l’incapacità di progettare e saper accedere ai soldi che, regolamrnete, vengono retsituiti – inutilizztai – alle Ue e che vanno a finire a Paesi più furbi e svegli del nostro.

Il deputato Nicola Carè di Italia Viva, eletto nella circoscrizione estera Africa, Asia, Oceania e Antartide, calabrese originario di Guardavalle, ha stigmatizzato la perdita del finanziamento: «Non posso che essere deluso e amareggiato – ha dichiarato – per l’accantonamento, a causa di ritardi nella realizzazione dell’opera, del progetto di 51 milioni di euro, approvato dalla Commissione europea nel mese di luglio del 2016, che prevedeva la realizzazione della nuova Aerostazione nell’Aeroporto Internazionale di Lamezia Terme. Un’opera necessaria, in quanto lo scalo calabrese, tra i 12 aeroporti nazionali ritenuti a rilevanza ‘strategica’, non è più sufficiente ad accogliere il transito di passeggeri sempre crescente che si attesta sui tre milioni circa all’anno. La comunicazione ufficiale dell’esclusione del progetto, peraltro già nota, da parte del Commissario Europeo per la coesione e le riforme Elisa Ferreira, implica l’assunzione di un forte senso di responsabilità e la necessità di rilanciare l’idea e realizzare un’infrastruttura che è indispensabile per lo sviluppo della Calabria. Da quanto si apprende, infatti, esistono accantonati fondi pari a 25 milioni di euro destinati proprio alla realizzazione dell’Aerostazione che attestano la volontà dell’amministrazione regionale di procedere alla materializzazione dell’opera e la necessità di procedere entro la data del 31 dicembre 2020 alla rimodulazione del progetto. Questa volta, però, è necessario – ha concluso l’on. Carè – rispettare tempi, termini e modi di realizzazione dell’opera. Non bisogna più sbagliare. Solo così è possibile rilanciare il sistema aeroportuale calabrese, incrementando le rotte internazionali su Lamezia Terme e creando uno sviluppo sinergico con gli scali di Reggio Calabria e Crotone».

Sulla bocciatura del progetto di Lamezia da parte della Commissione europea, è intervenuto anche Pippo Callipo, leader di Io resto in Calabria: «È la cronaca di un fallimento annunciato, un’altra occasione persa per l’intera Calabria. È indispensabile che si faccia prima possibile una seria operazione verità sui fondi europei. Tra l’altro, è di qualche giorno fa anche l’audizione del ministro per il Sud e la Coesione Territoriale, Giuseppe Provenzano, in Commissione Affari europei del Senato, durante la quale è emerso un ritardo della Calabria sul Fondo europeo di sviluppo regionale, il cui utilizzo è fermo al 25%. Un dato preoccupante, tanto quanto quello emerso dalla risposta del Commissario europeo per la coesione e le riforme Elisa Ferreira all’interrogazione dell’europarlamentare Laura Ferrara sul progetto dell’aerostazione di Lamezia».

«In quest’ultimo caso la Commissione europea – prosegue il capogruppo di IRIC – conferma ciò che si sapeva già da tempo, ma resta il fatto che è stato presentato un progetto ambizioso e poi tutto è rimasto sulla carta, con i lavori che non sono mai partiti. Regione e Sacal ora almeno dicano cosa intendono fare per investire sull’aeroporto che rappresenta la nostra principale porta d’ingresso internazionale, visto che anche in relazione ai collegamenti di “ultimo miglio” tra la stazione ferroviaria e l’aeroporto si registrerebbero notevoli ritardi».

«Tutto ciò è grave e non può passare sotto silenzio. È doveroso che i calabresi sappiano di chi sono le responsabilità di questi clamorosi insuccessi e che chi ha dimostrato tanta inadeguatezza politica e gestionale ne risponda pubblicamente. Non si può perdere altro tempo. Se non si mette in campo una pianificazione seria che porti a ricadute reali sull’economia – conclude Callipo – è inutile anche solo parlare di qualsiasi ipotesi di sviluppo per la nostra regione».

Un’interrogazione alla presidente Santelli è stata a questo proposito presentata dal consigliere del Gruppo Misto Francesco Pitaro per sapere «se ha contezza di quanto evidenziato  dagli organi di stampa, in merito al fatto che il progetto relativo alla realizzazione della nuova aerostazione di Lamezia Terme è stato escluso dal programma di investimenti europeo; quali interventi intende porre in essere, con riferimento alla Sacal di cui la Regione è detentrice  di importanti quote azionarie, al fine di comprendere le ragioni dei ritardi a cui è imputata l’esclusione del progetto e le eventuali responsabilità; quali atti e interventi politici e amministrativi intende adottare al fine di permettere all’Aeroporto internazionale di Lamezia Terme, in cui vi è un importante flusso di passeggeri, e che è centrale e fondamentale per gli spostamenti da e per la Calabria oltre che strategico per qualsivoglia progettualità di sviluppo reale,  di realizzare la nuova aerostazione moderna e tecnologica che tutto il territorio e i calabresi attendono da anni». 

Per quel che riguarda, invece, la bocciatura della metro Cosenza-Rende, il sindaco Mario Occhiuto sarà ascoltato venerdì prossimo 29 maggio dalla Commissione Trasporti del Comune di Cosenza. Gisberto Spadafora, presidente della Commissione Trasporti unitamente alla collega Anna Rugiero della Commissione Lavori Pubblici, ha chiesto di sentire il sindaco Occhiuto «per conoscere lo stato dell’arte dei lavori», sulla prosecuzione o meno degli stessi, «alla luce delle dichiarazioni rese in questi giorni dall’eurodeputata Laura Ferrara, prontamente smentite dall’Amministrazione comunale». «È importante – ha detto Spadafora – fare chiarezza nell’interesse dei cosentini che, rispetto alla fattibilità o meno dell’opera, mostrano, in questo particolare momento, una sorta di comprensibile disorientamento».

Mario Occhiuto
Il sindaco di Cosenza Mario Occhiuto davanti al lavori nel centro storico della città

Il sindaco Occhiuto, com’è noto, difende l’opera che di fatto è bloccata, dividendo il centro storico della città. Una mega impresa “incompiuta” da 220 milioni che, a causa dei ritardi, rischia di perdere definitivamente i finanziamenti europei senza i quali diventa impossibile portare a termine il collegamento. «Fermare la metrotranvia è una follia – ha detto il primo cittadino di Cosenza -.

Mentre tutto il mondo va nella direzione del traporto pubblico urbano  e della riduzione del traffico veicolare e dell’inquinamento, qui si decide, dopo aver appaltato un’opera, di fare il contrario, con quale risultato? La ditta esecutrice pretenderà non solo il mancato utile ma anche il risarcimento danni per i lavori avviati e non completati». Il progetto – secondo il sindaco di Rende Marcello Manna, è invece da rimodulare «anche perché ha quasi 20 anni». (rp)