I sette sindaci dell’Alto Jonio: Domani incontro con Occhiuto per Terzo Megalotto della Statale 106

I sindaci di Cassano Giovanni Papasso, Villapiana Paolo Montalti, Francavilla Marittima Gaetano Tursi, Cerchiara Antonio Carlomagno, Albidona Leonardo Aurelio, Antonello Ciminelli (in rappresentanza del comune di Amendolara) e Roseto Capo Spulico Rosanna Mazzia, incontreranno il presidente della Regione, Roberto Occhiuto, per discutere della questione del Terzo Megalotto della Strada Statale 106.

Una notizia arrivata dopo il sit-in pacifico a cui hanno preso parte i sette primi cittadini dell’Alto Jonio, in Prefettura a Cosenza: «Dopo il sit-in durato oltre 36 ore – hanno raccontato i sette sindaci dell’Alto Ionio all’uscita della nuova riunione che si è tenuta in mattinata – siamo stati nuovamente ricevuti dal Viceprefetto Vicario e dal Capo di Gabinetto e l’occasione è stata utile innanzitutto per sgomberare il campo da qualche fraintendimento e per ribadire ai rappresentanti territoriali del Governo che la nostra azione ha interessato la Prefettura proprio per la fiducia che riponiamo da sempre nei confronti della stessa e soltanto per richiamare l’attenzione del Governo. Proprio in virtù di questa fiducia abbiamo chiesto alla Prefettura  di continuare a starci ancora vicini.L’incontro che si è svolto alla presenza del consigliere regionale Franco Iacucci, si è tenuto in un clima di estrema serenità e collaborazione teso a risolvere l’annosa problematica posta dai Sindaci nell’interesse dell’intero Alto Jonio».

Poi la notizia dell’incontro col Governatore, dettosi disponibile a fare da mediatore col Governo Meloni per arrivare a una soluzione definitiva. Una decisione accolta con favore dai sindaci che hanno così sospeso il sit-in pacifico visto che l’obiettivo, al momento, può dirsi raggiunto.

«In riferimento all’articolo di stampa apparso questa mattina – hanno voluto precisare Papasso, Montalti, Tursi, Carlomagno, Aurelio, Ciminelli e Mazzia – che ricostruisce in modo parziale una vicenda lunga 20 anni, giova ricordare che è stato proprio il Cipe a deliberare il diritto del territorio che ospita la nuova SS106 Jonica alla compensazione ambientale e a stabilire l’entità delle risorse a ciò destinate.
Su come dette somme dovessero essere suddivise sui vari territori esiste un accordo, sottoscritto nella sede dell’Anas a Roma, che risale al 7 luglio 2014. Oggi appare evidente che qualcuno vuole modificare quell’accordo a discapito dei sette comuni che si sono ritrovati a Cosenza in questi giorni.

Tra queste, ad esempio, spiccava un’opera, un waterfront che da Sibari arrivasse fino a Roseto. Quell’accordo era però chiarissimo anche su un altro tema: l’abbattimento del Pagliara non doveva rientrare tra le somme per le compensazioni ambientali. È evidente che di fronte al tentativo di vedere svanire queste risorse i Sindaci chiedono che siano i Comuni, così com’è stato fatto per il Parco Archeologico di Sibari, ad essere destinatari diretti delle risorse e poterle spendere nel solco delle indicazioni già date dalla Commissione Via, che fornisce peraltro soltanto un parere consultivo e a cui nessuno dei rappresentanti del Tavolo Tecnico ( non ne fanno parte soltanto o Sindaci dei Comuni interessati) ha mai inteso fornire una adeguata risposta.

Per questo i sindaci, nel ribadire la loro determinazione a portare avanti le istanze dei Cittadini del territorio interessato dal passaggio dell’Opera e vedersi risarciti dei tanti disagi sopportati, sottolineano come sia responsabilità di tutte le parti in causa, a partire da Anas, quella di assumersi le responsabilità già messe in passato nero su bianco ed evitare di giocare a dividere i sindaci.

«La speranza – hanno concluso i sette sindaci – è che l’incontro di giovedì  col Presidente Occhiuto sia propedeutico a quello chiesto alla Presidente Meloni per risolvere definitivamente, dopo quasi dieci anni di stallo e promesse disattese la vicenda delle Opere Compensative, affinché i territori dei comuni, visto che le stesse opere di compensazione ambientale sono previste per legge e visto il grande impatto ambientale che si porta dietro la costruzione del terzo megalotto Sibari-Roseto, possano essere risarciti. Per quanto riguarda gli svincoli, chiediamo al Governo e ad Anas una nuova riflessione: non vogliamo svincoli “a diamante” impattanti ma semisvincoli di modo da rendere la strada accessibile e utilizzabile da tutti i cittadini». (rcs)

 

Fillea Cgil: «Governo non faccia cassa su chi ha perso un proprio caro sul lavoro»

«Non si faccia cassa su chi ha perso un proprio caro sul lavoro. Non si porti avanti un provvedimento indegno, che infierisce su chi già paga lo scotto della perdita di un proprio caro. Un taglio che svilisce, ancora di più di quanto il governo non stia già facendo, la dignità dei lavoratori e si accanisce ancora una volta sui più deboli». Simone Celebre, segretario generale Fillea Cgil Calabria, commenta così la riduzione delle risorse del fondo di risarcimento per i familiari di vittime del lavoro.

«Le cronache sono inclementi e segnano il ritmo incessante di morti bianche, specie in Calabria. Il Governo anziché investire sulla sicurezza sul lavoro, individuando, magari, risorse straordinarie, va a comprimere quelle esistenti. Un ulteriore segnale di uno Stato sociale sempre più assente e di un approccio da parte del governo lontano dal Paese reale, dalla vita quotidiana, dal sudore della fronte di chi tutti i giorni si reca sui cantieri o nelle fabbriche. Ridurre il sostegno economico a chi resta senza un marito o una moglie, un padre o una madre, significa segnare ulteriormente il suo futuro», afferma Celebre.

«Ci opponiamo fermamente e porteremo anche queste ragioni nella manifestazione del 24 giugno a Roma per il diritto alla salute e alla sicurezza. Chiediamo – conclude – che il governo ci ripensi, faccia marcia indietro e individui le risorse necessarie da dedicare anche ai controlli, alle ispezioni, al personale, all’innovazione tecnologica e alla ricerca scientifica». (rcz)

PERDE COLPI L’AUTONOMIA DI CALDEROLI
SI LAVORI INVECE A FAR CRESCERE IL SUD

di PIETRO MASSIMO BUSETTALa marcia veloce, senza ostacoli, che aveva immaginato Calderoli è facile che debba fermarsi. Troppi sono i segnali e le prese di posizione di organismi non politici che dichiarano la loro contrarietà a un equilibrio nazionale  che potrebbe non reggere, nel caso in cui si attuassero i livelli essenziali delle prestazioni in tutto il Paese. La convinzione che ha pervaso  i documenti e le dichiarazioni  sia dell’organo tecnico del Senato, ma anche di Bankitalia, di Confindustria, e recentemente anche dell’Unione Europea, va nello stesso senso.

La conclusione che se la riforma, che attuerebbe il titolo quinto della Costituzione, inopinatamente modificato dal Centro Sinistra, dovrà essere attuata senza oneri per il bilancio statale, la situazione non potrà che rimanere invariata e quindi l’autonomia differenziata fermarsi. 

Ma mentre la contrarietà rispetto ad una riforma che vuole statuire come corretta una spesa storica che toglierebbe ogni anno al Mezzogiorno, a seconda dei calcoli, dai 30 ai 60 miliardi, è assoluta si deve però criticamente riflettere sulla situazione, ormai consolidata,  che certamente con crescite non particolarmente elevate non può essere cambiata, anche se sarebbe assolutamente corretto che lo fosse.

L’esempio diffusamente riportato dei 66 asili nido di Reggio Emilia rispetto ai 3 di Reggio Calabria dimostrano plasticamente come sarebbe estremamente complicato, certamente non senza aggravio di costi, stabilire diritti analoghi per tutti. 

Ma anche se l’autonomia differenziata voluta da Calderoli e che avrebbe, nello schema previsto dal Ministro, scavalcato totalmente il Parlamento, seguendo un accordo pattizio tra Regioni e Presidente del Consiglio, dovesse essere fermata non vi è dubbio che rimane in piedi il grande problema della differenza di diritti di cittadinanza esistenti nelle due parti del Paese, come anche quello della spesa storica che sarà estremamente complicato poter mettere in discussione. 

Perché evidentemente mentre é relativamente facile fornire servizi a chi non li ha, è assolutamente impossibile pensare, senza rivolgimenti sociali, di sottrarre i diritti di cittadinanza a chi ne usufruisce da anni. 

Ed allora se la strada di tenersi un residuo fiscale teorico, che in realtà proviene da meccanismi complessi che hanno la loro origine in tutte le parti del Paese, tra loro connesse, è assolutamente da bloccare, non si può non considerare che le realtà più evolute, come Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto, che hanno chiesto per prime di poter gestire al meglio le risorse che con i limiti già detti produrrebbero, hanno bisogno di confrontarsi con quello che avviene nella realtà più evolute della MittelEuropa e cercare di non perdere passi per esempio nella infrastrutturazione. 

La Regione Veneto ha annunciato una svolta nel sistema dei trasporti: Hyper Trasfer arriverà e a progettarlo sarà il consorzio Webuild-Leonardo. Le capsule di trasporto realizzate con il nuovo sistema potranno viaggiare a più di 1.200 chilometri ora, tra l’Interporto di Padova e il Porto di Venezia. 

Bene stare all’avanguardia ha dei costi che queste Regioni hanno paura di non poter sostenere, per questo vogliono quella autonomia che consentirebbe loro di correre al passo degli altri competitori. Ed allora il tema non è tanto quello di fermare qualcuno per far crescere gli altri, non è quello di far correre Milano anche a costo che Napoli affondi, come incautamente affermò qualche anno fa Guido Tabellini, quanto invece quello di fare in modo che la locomotiva Sud, che può, come dice Lino Patruno, dare anche lezioni di sviluppo all’Italia, parta veramente e che produca quel reddito annuo che aumenti il Pil nazionale di una dimensione tale da consentire, aldilà delle risorse eccezionali del Pnrr, di poter avere un welfare, che non possa più prevedere che alcuni medicamenti possano essere a carico del servizio sanitario nazionale in alcune regioni ed in altre invece a carico del paziente, come avviene tuttora. 

Per questo la strada da percorrere è quella di procedere velocemente con investimenti adeguati, che consentano l’attrazione di iniziative dall’esterno dell’area, intanto nelle aree Zes, che già pare comincino a funzionare, anche se in modo diverso da regione a regione, ma anche riuscendo ad avere un progetto di sviluppo per il settore turistico che rifletta adeguatamente sulla necessità che si attui una normativa speciale che consenta l’insediamento accelerato di investimenti alberghieri, con l’adozione di una normativa che imiti le Zes manifatturiere, riproponendo il meccanismo. 

La strada che si è intrapresa per quanto riguarda il Ponte sullo stretto e le altre infrastrutture del sistema ferroviario, autostradale e portuale del Mezzogiorno e che Salvini, con una determinazione che stupisce, e che sta passo dopo passo portando avanti, é quella giusta. 

Per questo è necessario che si proceda con tempificazioni adeguate perché il tempo non è una variabile indipendente e i ritmi della crescita devono essere sostenuti, per dimostrare al Paese intero che la strada non può essere quella della divisione tra piccoli Staterelli indipendenti o quasi, quanto quella di una sinergica attività che porti, invece  che a a dividere l’unico tavolo che si ha a disposizione, rendendolo praticamente inutilizzabile per tutti, a moltiplicarne il numero perché si possa stare meglio in più.  (pmb)

[Courtesy Il Quotidiano del Sud – L’Altravoce dell’Italia]

Stop Statale 106 tra Sibari e Corigliano, Basta Vittime: Siano rimossi dirigenti di Anas Calabria

L’Odv Basta Vittime sulla Strada Statale 106 ha chiesto alla politica calabrese di rimuovere i dirigenti della struttura territoriale di Anas in Calabria. Una richiesta che arriva dopo lo “stop” per la Strada Statale 106 tra Sibari e Corigliano Rossano. Questo perché «riteniamo che per il rilancio delle infrastrutture nella regione meno dotata d’Italia – ha spiegato l’Odv – siano necessari i migliori dirigenti dell’Anas Spa che operano nel Paese e non quelli attuali».

Oltre a questo, l’Odv confida nella «possibilità che sia sollecitato il Governo affinché possa al più presto approvare una Delibera Cipess che vincoli i 3 miliardi di euro previsti nell’ultima legge di bilancio per la Statale 106 evitando che tale intenzione economica-programmatica possa essere disattesa nei prossimi anni».

«Lo scorso 1° marzo, il Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici – ha spiegato l’Odv – ha espresso un parere sul progetto di fattibilità tecnico economico del tratto Crotone-Catanzaro. Sul progetto diverse sono le prescrizioni in ordine agli aspetti generali, all’analisi costi benefici, agli aspetti archeologici, urbanistici, ambientali, paesaggistici, architettonici, geologici, geotecnici, idrologici ed idraulici, viari, strutturali, impiantistici, acustici, ecc. ecc».

«L’Anas Spa – continua Basta Vittime – che rappresenta il soggetto proponente, ha quindi già provveduto a pubblicare la gara di appalto integrato per la realizzazione del primo Stralcio di 16Km da Crotone fino a Cutro per un importo complessivo di 350 milioni di euro “con espressa possibilità di annullamento della procedura e/o di revoca dell’aggiudicazione intervenuta nel caso in cui non sia autorizzata la copertura finanziaria dell’importo indicato e quindi di effettuare tutti gli adempimenti di competenza per la tempestiva realizzazione dell’opera in oggetto”».

«Per il tratto compreso tra Sibari-Corigliano-Rossano – viene spiegato ancora –, il progetto ha ottenuto diverse prescrizioni e dovrà, quindi, anch’esso essere rielaborato. La specificità di questa valutazione risiede però nello spessore delle prescrizioni. Basti pensare che “l’attuale livello di conoscenza delle interferenze – si legge nel parere – è modesto e potrebbe incidere sulla fattibilità dell’intervento”. Mentre meritano attenzione le evidenti e rilevanti constatazioni riportate nel verbale del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici».

“Il progetto esaminato non risulta corredato da valutazioni approfondite ed è caratterizzato da una serie di carenze rilevanti dal punto di vista impiantistico, geotecnico, di sicurezza delle gallerie ecc., che non giustificano né la scelta tecnica operata, che potrebbe essere ulteriormente ottimizzata per conseguire dei risparmi, né il dimensionamento corretto dei costi”.

«Il Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici va giù duro – si legge nella nota – e specifica che il progetto presentato dall’Anas Spa non può “basarsi su dichiarazioni generiche o puramente apodittiche, ma devono contenere descrizioni dettagliate, in coerenza con il livello progettale considerato, degli interventi selezionati, che consenta di pervenire ad una corretta valutazione dei costi e, di conseguenza, ad una valida Analisi Benefici Costi a tutela dell’interesse generale dei cittadini”».

«Oltre le rilevanti considerazioni del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici – continua Basta Vittime – non si comprendono le ragioni per le quali l’Anas Spa abbia deciso di dividere in due Stralci i 51Km della Catanzaro-Crotone (uno da 16Km e l’altro da 35Km), mentre i 32 Km della Sibari-Corigliano-Rossano sono stati divisi addirittura in tre stralci (lo stralcio A di 12,5Km, B da 8,4Km e C da 11,1Km). L’altro elemento rilevante è questo: viene promossa a progetto bandiera la tratta Crotone-Catanzaro che poi è anche la prima ad andare in gara d’appalto per i primi 16Km. Viene premiato, quindi, un progetto realizzato dal basso grazie al lavoro delle province e dei comuni sul territorio nell’ambito di un percorso partecipato e condiviso dai territori ormai da anni».

«Infine – conclude la nota – è emerso che per la realizzazione della Catanzaro-Crotone occorrono 3.016 milioni di euro mentre per la Sibari-Corigliano-Rossano ne serviranno 1.147 milioni. I due interventi, insieme quindi, avranno un costo complessivo pari a 4,1 miliardi di euro». (rkr)

Tavernise (M5S): Inaccettabile che Governo tratti Statale 106 come opera secondaria

Il consigliere regionale e capogruppo del M5S, Davide Tavernise, ha definito inaccettabile che il Governo abbia stanziato 7 miliardi per i 3 km del Ponte sullo Stretto, mentre per i 300 della Strada Statale 106 ne siano stati messi appena 3.

«Dal suo insediamento – ha ricordato – il governo nazionale si caratterizza per una schizofrenica rincorsa alle priorità del proprio elettorato. Solo dall’ultimo consiglio dei ministri due provvedimenti dai costi proibitivi: l’autonomia differenziata, che se volesse garantire i lep costerebbe circa 100 miliardi di euro, e il ponte sullo Stretto per un costo ricadente sulle casse pubbliche per 7 miliardi. Parliamo di un collegamento di appena 3 km».

«E se resta incerto da dove il governo possa prendere i soldi necessari per questi provvedimenti – ha proseguito – prioritari per una parte di elettorato ma non per tutti gli italiani, e soprattutto per i calabresi, resta una certezza cristallizzata ora anche nelle dichiarazioni del presidente Occhiuto: la statale 106 con i suoi oltre 320 km è relegata ad opera secondaria, complementare al ponte sullo Stretto».

«È inaccettabile che una strada mietitrice di vittime ogni 15 giorni venga relegata da questo governo ad opera secondaria – ha evidenziato –. Se il centrodestra si affretta a cercare i 7 miliardi per finanziare il ponte resta fermo sui 3 miliardi della statale 106 spalmanti in 15 anni. Eppure secondo dati Anas i 3 miliardi stanziati nell’ultima manovra di bilancio non sarebbero sufficienti neppure per completare la tratta Sibari – Catanzaro».

«Solo 200 milioni – ha illustrato – sarebbero le risorse stanziate per la 106 nei prossimi 3 anni. E non va bene neppure per l’alta velocità che vede la nostra regione al momento esclusa dalle risorse disponibili. In questo contesto fatto di risorse centellinate appare illogico, fuori da ogni comprensibile ragionamento pensare di non riversare quanto disponibile in opere prioritarie per lo sviluppo della Calabria, come confermato da uno studio dell’Unical al riguardo della Statale 106».

«È dal completamento delle infrastrutture attese e necessarie – ha concluso – che passa la fiducia del mondo intero sulla nostra regione, piuttosto che da un’opera avvenieristica che oggi va avanti con dichiarazioni stampa ma è frenata dai dubbi forti della politica romana. Occhiuto e Salvini rincorrano le vere priorità della Calabria ed oggi su tutte ce n’è una: la statale 106». (rrc)

Il presidente del Consiglio Ue Michel: Lavorare insieme per impedire tragedie come a Cutro

Lavorando insieme e agendo con decisione dobbiamo evitare che si ripetano tragedie così terribili come quella al largo della Calabria». È così che si conclude la lettera che Charles Michel, presidente del Consiglio Ue, ha inviato a Palazzo Chigi.

Nella lettera, il presidente Michel ha evidenziato come «il tragico naufragio al largo di Crotone è un forte richiamo alla necessità di trovare soluzioni reali e praticabili per gestire meglio la migrazione e combattere il traffico di migranti».

«Al Consiglio europeo del 9 febbraio – ha ricordato il presidente Michel – abbiamo affermato la nostra determinazione collettiva a sviluppare un’adeguata risposta europea al complesso fenomeno della migrazione».

«Abbiamo concordato – ha continuato – una serie di misure pratiche e concrete nel campo dell’aumento dell’azione esterna, della cooperazione rafforzata in materia di rimpatri e riammissione, controllo delle frontiere esterne dell’Ue, lotta alla strumentalizzazione, alla tratta e al traffico di migranti. Tra l’altro è previsto l’uso di tutte le politiche Ue e di tutti gli strumenti previsti, comprese le opportunità di migrazione legale».

«Allo stesso tempo – prosegue la lettera – abbiamo chiarito che è imperativo che i colegislatori continuino i lavori sul patto sulla migrazione e l’asilo, in linea con la tabella di marcia comune del Parlamento europeo e delle presidenze di turno del Consiglio, e in vista dell’adozione delle proposte prima della fine dell’attuale legislatura».

«L’attuazione delle conclusioni del Consiglio europeo di febbraio è ora fondamentale – conclude la lettera –. Non abbiamo tempo da perdere ed è per questo che la Presidenza svedese del Consiglio e la Commissione ci informeranno sui progressi finora compiuti già durante la prossima riunione del 23 e 24 marzo. La rapida attuazione delle misure concordate è una priorità per tutti noi e su questo punto conto fermamente sull’Italia».

Palazzo Chigi, attraverso una nota, ha espresso apprezzamento per le parole del presidente Michel.

Parole, quelle del presidente del Consiglio Ue, «in piena sintonia con l’azione del governo italiano in Europa volta a una migliore gestione della migrazione e al contrasto del traffico di migranti».

«Dopo la terribile tragedia di Cutro – si legge nella nota – l’impegno comune a una risposta europea adeguata al complesso fenomeno della migrazione rende ancora più improcrastinabile l’attuazione di quanto deciso al Consiglio europeo di febbraio – prosegue Palazzo Chigi -. Come sottolineato dal Presidente Michel, occorre realizzare misure concrete di aumentata azione esterna, una cooperazione rafforzata in materia di rimpatri e riammissioni, il controllo delle frontiere esterne dell’Ue e la lotta al traffico di esseri umani, utilizzando tutte le politiche e gli strumenti necessari da parte dell’Ue». (rrm)

Biondo (Uil): Il Governo frena su attuazione del Pnrr

Il segretario generale di Uil Calabria, Santo Biondo, ha denunciato come il Governo, mentre accelera sul progetto Calderoli, «che autonomia differenziata non è, frena su attuazione del Pnrr e la politica locale e gli amministratori locali, il Mezzogiorno e la Calabria stanno a guardare».

«In questi giorni il governo, nel silenzio da parte della Calabria – ha spiegato – ha provveduto a rivedere la governance del Pnrr e delle politiche di coesione 14/20 e 21/27, questo è un fatto che non aiuta la velocizzazione sull’attuazione delle risorse e degli investimenti per l’apertura dei cantieri proprio nel 2023 anno in cui bisogna avviare gli investimenti, promuovere l’occupazione e migliorare i servizi così come prevede il Pnrr».

«Piuttosto – ha sottolineato – sarebbe più utile e opportuno avviare un confronto sul territorio, avviare la cabina regia, avviare il monitoraggio su piano attuazione per evitare che il Pnrr non diventi un nuovo miraggio come quello del ponte sullo Stretto che ci accompagna dagli anni Settanta».

«La macchina in questa direzione – ha spiegato ancora – è completamente ferma, il rischio di perdere le risorse è pesante, la politica è disattenta. È necessario, invece, che vengano applicate queste risorse e anche trovi applicazione la clausola della destinazione del 40% dei delle risorse del Pnrr allocabili territorialmente, indipendentemente dalla fonte finanziaria di provenienza, sia destinato  alle  regioni  del  Mezzogiorno».

«Purtroppo – ha detto ancora – si perseguono metodi da vecchia politica, non ci si concentra sull’attuazione progetti e non si risolve il problema che impedisce la giusta applicazione dei fondi che, nei fatti, è il ritardo della pubblica amministrazione locale, la sua incapacità a poter assolvere ai compiti che gli sono stati assegnati».

«In primo luogo – ha suggerito – occorre affrontare, sul livello nazionale e regionale, il tema dell’incapacità amministrativa della pubblica amministrazione, soprattutto dei Comuni. Occorre un piano straordinario di assunzioni a tempo indeterminato di personale specializzato, che riveda anche i parametri per le assunzioni di quegli enti locali che si trovano in situazioni di dissesto e predissesto, e in Calabria sono più del 50% i comuni che si trovano in questa condizione, e non possono di fatto procedere alle assunzioni di personale. Vanno stabilizzati, così come fatto per i loro colleghi nei ministeri, i tecnici assunti nei mesi scorsi nei comuni calabresi con contratti tempo determinato per attuare il Pnrr».

1Nel frattempo – ha continuato – che si dia l’avvio alle assunzioni, la Regione promuova l’aggregazione dei comuni per ambito territoriale per l’attuazione del Pnrr. Questa è un’operazione funzionale a mettere in campo tra gli enti territoriali una “solidarietà amministrativa” che abbia come centralità la messa a disposizione di competenze da alcuni comuni in favore di altri che ne sono carenti».

«Si convochi subito – ha rilanciato – la cabina di regia per il Pnrr in Regione e nei comuni per facilitare l’azione di sorveglianza sociale sulla spesa di questi importanti finanziamenti europei. Allo stesso tempo vanno attenzionati i cronoprogrammi sulle opere e gli impatti occupazionali delle stesse in Calabria e gli investimenti previsti dal Piano. Vanno applicati i protocolli di legalità e sicurezza sui luoghi di lavoro tra istituzioni, procure e prefetture».

«Solo la corretta applicazione di questi percorsi virtuosi – ha concluso – può evitare alla Calabria di vedere sprecata questa importante occasione di ripartenza e di cadere nella trappola del sottosviluppo». (rcz)

Il presidente Occhiuto: Governo inserirà rigassificatore di Gioia nel piano investimenti energetici

Il governo, nella persona del ministro Pichetto Fratin, mi ha annunciato che inserirà il rigassificatore di Gioia Tauro nel Piano degli investimenti energetici del nostro Paes». È quanto ha annunciato il presidente della Regione, Roberto Occhiuto, intervenendo alla presentazione di Agenda Calabria, il piano di azioni e interventi per la regione messo a punto da Confindustria.

«Sto cercando di spiegare da più tempo – ha ricordato – che il rigassificatore di Gioia Tauro potrebbe davvero consentire al nostro Paese di arrivare a un tetto italiano della spesa del gas, perché questo impianto produrrebbe circa il 50% del gas che prima importavamo dalla Russia».

«Come sappiamo – ha proseguito – il rigassificatore funziona a fisarmonica: se ti serve il 10%, lo fai funzionare per il 10, se ti serve il 30%, lo fai funzionare per il 30, e così via».

«Ma se hai questa infrastruttura – ha spiegato – puoi dire agli altri Paesi dai quali stai comprando il gas, che o te lo vendono a un prezzo regolato, oppure, tra tre anni, quando i lavori del rigassificatore saranno completati – intanto sarà concluso anche l’intervento sulla rete Snam, che il governo ha già previsto -, il gas lo andrai a comprare liquido dagli Stati Uniti, pagandolo venti volte in meno».

«E non avrai più bisogno – ha detto ancora – del gas degli altri Paesi. Quindi, questo impianto darebbe un potere negoziale straordinario all’Italia».

«Sto anche chiedendo – ha concluso – il rigassificatore di Gioia Tauro perché al suo sistema di rigassificazione, connetteremmo la costruzione della piastra del freddo, che ci darebbe la possibilità di allocare in Calabria un grande distretto dell’agroindustria».

Presente, all’evento, il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, ribadendo che il rigassificatore di Gioia Tauro «è un’infrastruttura strategica nazionale».

«Perché – ha aggiunto –non vorrei che venuta meno la tensione adesso tutti noi ci rilassiamo e poi invece ci ritroveremo magari con un altro problema. E teniamo conto che non era un progetto incentrato solo sul rigassificatore ma prevedeva la costruzione di una piastra del freddo che è fondamentale per un paese come l’Italia e in particolar modo per una regione della Calabria fa dell’agroalimentare uno dei suoi prodotti di punta. «Io,quindi – ha concluso – credo che sia un progetto attuale e sul quale bisogna lavorare tutti».

«Incontri come quelli organizzati oggi (ieri ndr) da Unindustria Calabria  – ha scritto su Facebook il ministro Fitto – nella sede della Regione Calabria alla quale hanno partecipato il presidente Confindustria, Carlo Bonomi, il presidente della Calabria, Roberto Occhiuto, e il sottosegretario all’Interno, Wanda Ferro, sono molto utili per uno scambio di informazioni necessarie sul decreto legge di attuazione del Pnrr».

«È stata l’occasione – ha spiegato – per ribadire la necessità di un forte raccordo tra i diversi programmi europei (Pnrr, RepowerEU e Fondi di Sviluppo e Coesione) per avere una visione unica e coerente delle linee di intervento sui territori».

«Non dobbiamo mai dimenticare – ha continuato – che il RepowerEU è una grande opportunità, per dare risposte al problema energetico».

«Per queste ragioni – ha concluso – la proficua collaborazione istituzionale con la Regione Calabria ed in particolare il costante e positivo confronto con il presidente Occhiuto, rappresenta un passaggio rilevante per raggiungere gli ambiziosi  obiettivi che ci siamo posti». (rrm)

L’APPELLO / Giacomo Saccomanno: Governo confermi il rigassificatore di Gioia Tauro

di GIACOMO SACCOMANNO – La Calabria ha necessità di sviluppo e di creazione delle condizioni di sistema per poter procedere alla realizzazione di un progetto strategico di crescita e di innovazione. Il rigassificatore a Gioia Tauro, di cui si è parlato molto e si sono letti molti annunci, è di rilevante importanza per l’espansione dell’area portuale e per la crescita dell’intero Mezzogiorno.

Significherebbe, infatti, fornire degli strumenti concreti affinché si possano creare le condizioni per un percorso innovativo che possa portare sostegno all’impresa ed all’occupazione, oltre che rafforzare il sistema energetico dell’Italia. In un momento in cui, per la “miopia” della sinistra si è smantellato, nel tempo, il complesso di strutture producenti energia e si ha necessità di coprire l’importazione di gas dall’estero, non sembra che si possa fare a meno di costruire il rigassificatore a Gioia Tauro.

Zona che ha tutti i requisiti di sostenibilità, anche ambientali, per rendere l’opera immediatamente realizzabile e creare un importante indotto attorno al porto ed all’immensa area industriale. È necessario, pertanto, che il Governo assuma delle precise e celeri decisioni sulla realizzazione di tale opera, in modo tale che non solo si cominci a coprire, per tempo, il fabbisogno dell’Italia, ma si inizi quell’azione di sostegno concreto al Sudper diminuire l’esistente gap per come ripetutamente richiesto anche dall’Europa. (gs)

Tra le nomine-chiave del Governo c’è anche il calabrese Enrico Maria Puija

di PINO NANOIl Consiglio dei Ministri nella sua ultima seduta di ieri ha deliberato nuove nomine ai vertici di vari Dipartimenti-chiave della vita economica e sociale del Paese, e tra queste c’è anche quella di un economista di origini calabresi, lui è nato a Polia, che ha alle spalle un cursus accademico di tutto rispetto. 

Parliamo di Enrico Maria Puija, e che su proposta del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti Matteo Salvini, diventa ufficialmente Capo del Dipartimento per la programmazione strategica, i sistemi infrastrutturali, di trasporto a rete, informativi e statistici, un incarico di altissimo livello istituzionale e di grandissima responsabilità politica nazionale. 

Laureato in Scienze Politiche presso l’Università la Sapienza di Roma, specializzato in Economia e Politiche dei trasporti ed in Diritto Internazionale Tributario lo studioso ha collaborato con diverse Università Italiane come Professore per le materie economico-giuridiche connesse alle materie dei trasporti ed in particolare alle attività portuali, ai trasporti marittimi, ferroviari ed alla navigazione marittima ed interna. Per più di un decennio, ha ricoperto gli incarichi di Focal Point nazionale presso la Commissione europea per lo Short Sea Shipping e per la Politica Marittima integrata europea. Ha partecipato, in rappresentanza del MIT, ai lavori di numerose organizzazioni internazionali (Imo, Ue, Oil, Otif, Unece, etc.) per le materie inerenti il diritto internazionale marittimo, della navigazione e dei trasporti ferroviari, ricoprendo spesso l’incarico di Capo Delegazione. 

Nel tempo Enrico Maria Puija ha anche presieduto per diversi anni la Commissione Mista italo-svizzera per la disciplina della navigazione sui laghi Maggiore e di Lugano, attualmente presiede la Commissione Itergovernativa tra Italia e la Francia per il miglioramento della circolazione nelle Alpi del Sud, il che la dice lunga sulle sue referenze internazionali.

Ma già dall’11settembre del 2017, l’economista calabrese ricopre l’incarico di Direttore Generale della Direzione Generale per il Trasporto e le Infrastrutture Ferroviarie presso il Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili. Presso questa stessa Amministrazione Enrico Maria Puija ha ricoperto dal 2008 l’incarico di Direttore Generale presso la Direzione Generale per il Trasporto Marittimo e per vie d’acque interne; e la stessa la Direzione Generale per la vigilanza sulle Autorità portuali, le infrastrutture portuali ed il trasporto marittimo e per vie d’acqua interne. Nel corso del 2014 ha ricoperto, inoltre, l’incarico di Commissario Straordinario per l’Autorità Portuale del Porto di Augusta. 

Tra le cose più importanti che l’economista calabrese ha realizzato- ci dicono a Palazzo Chigi- c’è la Privatizzazione del Gruppo Tirrenia e delle società regionali (Carema, Toremar, Sirema r, Saremar e Laziomar) avviata nel 2008; il suo ruolo di Commissario del porto di Augusta nel 2014 dove si è distinto nella gestione dell’Autorità Portuale rilanciando le attività portuali e facendo approvare il primo regolamento per la gestione delle aree demaniali in porto. Ma fondamentale è stata la sua mediazione nel negoziato per gli accordi bilaterali di navigazione marittima con i Paesi terzi: con la Cina e con tutti i Paesi del Nord Africa dalla Siria al Marocco e con l’Ucraina. Qualche giorno fa, addirittura, ha sottoscritto i Contratti di Programma e di Servizi con RFI per 23 miliardi di euro.

Naturalmente la domanda a questo punto è d’obbligo: cosa potrebbe venirne di buono da una presenza di alto profilo come la sua ai vertici del Ministero dei trasporti per la Calabria? Lo capiremo meglio solo nei prossimi mesi che verranno. (pn)