Le Associazioni dello Sportello Ambiente di Reggio: Mantenere valori di attenzione su esposizione ai Cem

Mantenere i lavori di attenzioni ai campi elettromagnetici a radio frequenza attualmente in vigore, ovvero 6 V/m, calcolando tale valore come media nei 6 minuti e non nell’arco delle 24 ore per salvaguardare la salute di bambini, donne incinte, adolescenti, malati». È l’appello al Comune di Reggio dei rappresentati delle Associazioni aderenti allo Sportello Ambiente, chiedendo alla massima autorità sanitaria locale di intervenire nel Governo e della Coferenza Stato-Città ed autonomie locali.

Nei giorni scorsi, infatti, Ambiente mare Italia – delegazione di RC, Anpana Gepa, Associazione Culturale “Le due Sicilie”, Club per l’Unesco della Città Metropolitana di Reggio di Calabria “Re Italo”, Differenziamoci Differenziando, Kronos 1972, Sandhi, la Consulta Assetto del Territorio, l’Associazione Stop 5G e numerosi cittadini sensibili all’inquinamento elettromagnetico si sono riuniti ieri per discutere del recente innalzamento dei limiti di esposizione ai campi elettromagnetici.

«Il DDL Concorrenza, pubblicato in Gazzetta Ufficiale – si legge in una nota – prevede l’aumento dei valori di esposizione ai Campi elettromagnetici da 6 V/m a 15 V/m, valori che potrebbero essere ulteriormente aumentati nei prossimi 4 mesi finanche a 61 V/m. Si deve rilevare che gli attuali limiti di esposizione sono stati definiti dall’INCNIRP alla fine degli anni ’90 in relazione ai soli effetti termici ma non dei possibili effetti biologici/sanitari e quest’anno l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro dovrebbe riclassificare i CEM inserendoli tra le sostanze e gli agenti fisici “Probabili cancerogeni per l’uomo”».

«Riteniamo, confortati da numerosi studi scientifici – prosegue la nota – che non è ammissibile, ai fini della determinazione dei limiti di esposizione, non considerare anche gli effetti biologi. Nella perizia disposta dal Giudice per le indagini preliminari nel procedimento contro Radio Vaticana in cui i periti hanno registrato un notevole aumento di malattie, come la leucemia, anche a distanza di alcuni Km dalla fonte di emissione si legge “Possiamo considerare un organismo vivente come un’entità elettromagnetica in cui operano attività elettriche spontanee che influenzano processi fondamentali come la divisione cellulare e i movimenti ionici pericellulari. È quindi credibile che una pur minima interferenza energetica proveniente dall’esterno possa provocare effetti di allontanamento dall’equilibrio omeostatico modificando i flussi di varie specie ioniche (calcio, sodio, potassio, magnesio, litio)”».

«Per quanto riguarda i limiti di esposizione fin ad oggi in vigore, 6 V/m, e l’aumento a 15 V/m adottato con il Ddl concorrenza questi risultano essere ben decine di volte superiori ai valori determinati dalla Commissione Permanente dell’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa che nel 2011 con la risoluzione n. 1815 – viene ricordato – raccomandava agli Stati membri “di intraprendere tutte le ragionevoli misure per ridurre l’esposizione ai CEM, di riconsiderare le basi scientifiche per gli attuali standard di esposizione ai Cem fissati dall’ICNIRP, che hanno serie limitazioni, di fissare soglie preventive per l’ esposizione a lungo termine alle microonde e in tutte le zone all’interno (indoor), in accordo con il Principio di Precauzione, che non superino gli 0,6 Volt/metro e nel medio termine ridurre questo valore a 0,2 V/m».

«Le fasce di rispetto per gli elettrodotti, rideterminate dopo le evidenze che associavano una maggior incidenza di gravi malattie – conclude la nota – tra i cittadini residenti prossimi alle linee aeree, dimostrano che per quanto riguarda gli effetti biologici all’esposizione ai Cem bisogna prestare massima cautela. Già oggi, nel rispetto dei limiti attuali, c’è sempre più gente che sta male e con l’aumento dei limiti di esposizione probabilmente molti si aggraveranno ed aumenterà il numero dei soggetti malati». (rrc)

Il sindaco di Cassano allo Ionio Papasso chiede una legge per inquinamento elettromagnetico

Il sindaco di Cassano allo Ionio, Gianni Papasso, ha scritto al presidente del Consiglio regionale, Filippo Mancuso, chiedendo un intervento legislativo regionale per l’inquinamento elettromagnetico e telefonia mobile.

Nella formale comunicazione, inviata per conoscenza anche al presidente della Regione, Roberto Occhiuto, viene spiegato che «il frenetico aumento dell’uso dei sistemi di telecomunicazione e l’incremento delle richieste di connettività, hanno determinato una massiccia infrastrutturazione, con una diffusione sempre maggiore delle stazioni radio base sul territorio ed un innalzamento dei livelli di esposizione derivanti dalle implementazioni di tecnologie di ultima generazione».

«La trattazione dell’inquinamento elettromagnetico – ha aggiunto – apre il campo a numerose ed ulteriori riflessioni su tematiche connesse e parimenti importanti come la tutela dell’ambiente, la tutela della   salute, il governo del territorio, l’implementazione e il miglioramento dei sistemi di comunicazione. Se, da una parte, ha sottolineato il primo cittadino di Cassano, troviamo il bisogno di intensificare gli impianti per migliorare la rete e la connettività, dall’altra, vi sono le tante preoccupazioni delle comunità locali restie alla installazione degli impianti che spesso sfociano in vere e proprie tensioni sociali».

«Il riferimento è a quanto sta accadendo nel comune di Cassano All’Ionio – viene spiegato – dove la richiesta di installazione di un impianto di telecomunicazioni con parabola per ponte radio da parte di una società a Sibari in via Plinio, in pieno centro urbano e in adiacenza di punti   sensibili, nello specifico una scuola dell’infanzia, una scuola media inferiore e l’ufficio postale, ha provocato un vero e proprio allarme sociale. Ciò – ha argomentato Gianni Papasso – desta una notevole apprensione e molto timore, poiché è necessario adottare il principio di  precauzione attraverso l’adozione di criteri di minimizzazione dell’esposizione per la popolazione».

«Mi duole constatare – ha scritto il sindaco di Cassano – che la Regione Calabria attualmente è una delle pochissime​ regioni italiane, se non l’unica, a non essersi dotata di una normativa regionale di riferimento riguardante la protezione ambientale e la prevenzione dei danni derivanti dall’esposizione dai campi elettromagnetici, a mio avviso fondamentale e necessaria. Una disciplina inerente la riduzione e la conformità dei limiti di esposizione al campo elettromagnetico ai sensi e per gli effetti della legge n.36 del 22 febbraio 2001 “Legge quadro sulla protezione dalle esposizioni a campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici».

Per Papasso, sebbene la fissazione degli standard ambientali sia di esclusiva competenza statale, la regione può certamente incidere sui criteri di localizzazione e sugli standard urbanistici, proprio in virtù della difesa e della tutela dell’ambiente e della popolazione, o più in generale, in riferimento al governo del territorio così come sancito costituzionalmente all’art. 117 cm 3. Tutto ciò, ha rimarcato, impedisce ai sindaci, per come è accaduto allo stesso, di emettere provvedimenti e/o determinazioni tendenti a tutelare i centri abitati o quantomeno i punti sensibili.

«Tutto avviene nell’incredulità popolare – ha affermato – e come Lei, rivolgendosi al presidente del Consiglio Regionale, è ben a conoscenza, per ogni accadimento sul territorio, si individua il sindaco quale soggetto deputato a risolvere qualsiasi questione. A parte l’impopolarità e le denigrazioni che i sindaci sono costretti a subire, soprattutto quando a cavalcare il disagio e la rabbia sono anche le opposizioni consiliari, come accade qui a Cassano, tutto, ha sottolineato il sindaco di Cassano, diventa più difficile e ingestibile».

«Ma a prescindere da ciò – continua la lettera – si determinano tensioni che sfociano in gravissime preoccupazioni per la tenuta dell’ordine e della sicurezza pubblica. A ciò si aggiunge, secondo Papasso, che di fronte al vuoto normativo regionale molto spesso i sindaci sono costretti ad assumere provvedimenti che però si infrangono dinnanzi a sentenze del Tar e del Consiglio di Stato».

In chiusura dello scritto, il sindaco di Cassano ha suggerito all’autorità regionale destinataria della missiva di azionare tutti i meccanismi possibili affinché anche la nostra regione possa dotarsi, in tempi brevi, di una legge a riguardo. (rcs)