Saccomanno (Lega): Incomprensibili le condotte assunte per questione del Sant’Anna Hospital di Catanzaro

Il commissario regionale della LegaGiacomo Saccomanno, ha dichiarato che sono «incomprensibili ed al limite del lecito, le condotte assunte in relazione alla questione del Sant’Anna Hospital per le quali sono stati interessati, con una messa in mora, il ministro della Salute e degli Interni, Roberto SperanzaLuciana Lamorgese, e il Presidente del Consiglio Mario Draghi».

«Appare inverosimile – ha aggiunto – che una struttura di eccellenza, unica in Calabria, che ha salvato migliaia di vite, in un sistema sanitario disastrato, possa essere abbattuta proprio dalle istituzioni, che dovrebbero tutelare la salute dei cittadini. In dieci anni, tale struttura ha eseguito 7.645 interventi cardiologici, 5.700 interventi di chirurgia vascolare e 22.455 procedure di emodinamica interventistica. Numeri pesanti, che comprovano quanto sia importante e fondamentale per la salute dei calabresi».

«La Lega, riunita d’urgenza la segreteria regionale – ha informato Saccomanno – ha deciso di sostenere la battaglia a favore del Sant’Anna Hospital fino in fondo. Se ci sono, come sembra, comportamenti dei singoli poco chiari bisogna andare avanti e perseguire eventuali inadempienze o inadeguatezze e non lasciare nulla di intentato. Ognuno si deve assumere le proprie responsabilità non potendo la Calabra perdere una struttura di eccellenza».

«La Lega – ha concluso – controllerà ogni atto e passo e se necessario procederà a denunciare le condotte ritenute non conformi agli interessi dei calabresi. Si spera, comunque, che le Autorità interessate intervengano celermente ed evitino che si prosegua nella disgregazione e nel fallimento ulteriore della sanità». (rcz)

Saccomanno (Lega): Si intervenga per il Sant’Anna Hospital di Catanzaro

Il coordinatore regionale della LegaGiacomo Saccomanno, in una lettera indirizzata al presidente f.f. Nino Spirlì, al commissario ad acta Guido Longo, alla commissione straordinaria dell’Asp di Catanzaro, ai ministri della Salute e dell’Interno, Roberto SperanzaLuciana Lamorgese e al presidente Mario Draghi, ha sollecitato «un immediato intervento secondo le rispettive competenze» per il Sant’Anna Hospital di Catanzaro.

«La situazione del sistema sanità – ha detto – è sotto gli occhi di tutti e non merita commento alcuno per il degrado in cui versa per evidenti errori e incapacità gestionali, incompetenza ed inadeguatezza di chi avrebbe dovuto assumere i relativi provvedimenti. Oltre 11 anni di inutile commissariamento hanno non solo peggiorato le condizioni della sanità, ma hanno aumentato il deficit che dovrebbe essere sopportato dai calabresi, che non hanno mai avuto un servizio adeguato».

«Precisato quanto sopra – ha aggiunto – non può non sottoporsi la gravissima questione della struttura di eccellenza del Sant’Anna Hospital, che rischia di chiudere per le sempre incapacità, inadeguatezza e arroganza di chi dovrebbe pensare al bene collettivo e non, certamente, a qualcosa di diverso. La vicenda è nota a tutti, ma qui di seguito verrà illustrata brevemente. Si vuole solo puntualizzare che la Commissione Straordinaria dell’Asp di Catanzaro non solo non ha proceduto alla sottoscrizione del contratto 2020, ma si sta rifiutando di procedere per l’anno 2021, pur essendo la struttura regolarmente accreditata e, quindi, in possesso di tutti i requisiti di legge». 

«Ritiene, la Commissione Straordinaria – ha proseguito – che non può procedere alla firma del contratto 2020 in quanto pende un procedimento penale. A parte la differenza tra il penale e l’amministrativo, non può non evidenziarsi che questa avrebbe potuto solo chiedere delle garanzie per eventuali rimborsi che il Sant’Anna avrebbe dovuto eseguire in caso di riconoscimento della responsabilità della struttura e non, certamente, dei singoli, che ne rispondono personalmente.  Ma, quel che è più grave ed appare quasi una ritorsione, se non un possibile abuso, è l’inottemperanza alla sottoscrizione del contratto 2021! Ma, non è finita qui: in Calabria non esiste una struttura sanitaria all’avanguardia come il Sant’Anna Hospital che ha salvato migliaia di vite umane. Quindi, un tal rifiuto vuol dire danneggiare pesantemente il popolo calabrese e rischiare di condannare a morte le persone che hanno bisogno di interventi difficili. Una gravissima responsabilità che potrebbe anche ricadere su chi non interviene per evitare tale ulteriore disastro».

«In relazione a quanto sopra brevemente illustrato, con la presente – ha concluso – da una parte sollecito un immediato intervento secondo le rispettive competenze e dall’altro non posso che segnalare l’urgenza e il pericolo di gravissime ed irrimediabili conseguenze. Mi auguro che ciò non accadi e che ognuno faccia il proprio dovere sino in fondo senza se e senza ma, nell’esclusivo interesse dei calabresi e nel rispetto delle regole e della legge». (rrm)

Saccomanno (Lega): Nella sanità calabrese regna il caos

Il commissario regionale della LegaGiacomo Saccomanno, ha ribadito che nella sanità calabrese regna il caos.

«Abbiamo denunciato, ripetutamente – ha detto Saccomanno – il disastro che regna nella sanità calabrese e l’inutilità dei commissariamenti che hanno portato all’attuale situazione veramente intollerabile, oltre all’aumento del deficit. È stato chiesto al presidente del Consiglio dei ministri, Mario Draghi, e al ministro della Salute, Roberto Speranza, un pronto intervento per ovviare a quanto causato in danno della Calabria, ma non pare che ci sia la voglia di porre fine alla catastrofe. Nulla è stato fatto in oltre un anno per migliorare la situazione, e per approntare quanto stabilito nel progetto di riorganizzazione della rete ospedaliera, anche al fine di combattere il devastante virus».

«Pur in presenza di centinaia di milioni di euro – ha spiegato – pronti per alleviare le sofferenze dei calabresi, nulla si è fatto. Ed ora, la rete ospedaliera sta scoppiando e le persone muoiono nelle ambulanze o devono girare la Calabria per trovare un posto letto. Senza poi parlare del fallimento del sistema di prenotazione per i vaccini. La piattaforma non funziona, e le persone non riescono a capire come devono fare. Per non parlare poi dell’abbandono dei soggetti disabili e dei vantaggi, invece, ottenuti dalla categoria “altri”, che ha una percentuale doppia rispetto al resto d’Italia».

«Grandi sacrifici  – ha proseguito il commissario regionale – degli operatori sanitari e dei medici che, con alta professionalità e turni massacranti, hanno cercato di tamponare l’emergenza e dare un minimo di supporto ai tantissimi malati. Ma, spesso non si riesce nemmeno a ricoverare i pazienti! Ed in tutta questa gravissima situazione non solo non ci sono stati gli interventi urgenti per rafforzare il sistema sanitario, pur essendoci le risorse, ma non sono state nemmeno pagate le somme dovute -indennità Covid ed altro- ai medici ed agli infermieri per l’attività svolta e per gli straordinari prestati».

«Una pessima gestione amministrativa – ha concluso – che ha bloccato ogni cosa e che ha messo in ginocchio la sanità ed i poveri calabresi. E cosa succede ancora: in quasi tutte le nomine eseguite non esiste un viso nuovo! Sempre gli stessi a rotazione: cioè quelli che hanno collaborato per ridurre in queste condizioni la sanità calabrese». (rrm)

Saccomanno (Lega): La Regione dia sostegno concreto agli operatori turistici

Giacomo Saccomanno, commissario regionale della Lega, ha chiesto alla Regione Calabria di «di sospendere i tributi di competenza, di concedere immediatamente i ristori necessari essendoci a disposizione somme rilevanti, di disporre le riaperture delle zone non pericolose e di predisporre una strategia per accompagnare gli operatori turistici per l’imminente periodo estivo».

«Un’azione complessiva che sia reale, essenziale, immediata – ha aggiunto – e che consenta a tutti gli operatori turistici di poter riprendere un percorso interrotto dal Covid, ma principalmente aggravato dalla impreparazione ed incompetenza di chi avrebbe dovuto agire con una strategia complessiva e adeguata ai territori».

Saccomanno, infatti, ha ricordato che «le chiusure  indiscriminate degli esercizi relativi agli operatori turistici, ristoratori ed attività connesse è stato un pesante colpo per l’economia del territorio ed in particolare per quelle zone che vivono di solo turismo. Anche per tali categorie è emersa la assoluta mancanza di organizzazione e di un piano comprensibile e strategico».

«Non è assolutamente tollerabile – ha proseguito – che si continui, dopo oltre un anno dall’inizio della pandemia, a navigare a vista. Tale situazione ha comprovato la fragilità dell’azione di governo e la mancanza di una visione complessiva delle condizioni in cui vivono le diverse regioni. La Calabria ora esce dalla zona rossa per la diminuzione dei contagi. Ma, nessuno dice che il vero problema della nostra regione è il sistema sanitario, ove è visibile oggettivamente il fallimento delle misure che dovevano essere assunte e che, invece, nulla si è fatto».

«La Lega – ha aggiunto – ripetutamente ha chiesto che si procedesse con un piano strategico per cercare di ovviare alle limitazioni imposte dal Covid. Ma nessuno è stato in grado di assumere le conseguenti e indispensabili determinazioni. E, allora, oltre che alla dovuta accelerazione sui vaccini da parte del Commissario, è necessario che si proceda alla liberazione delle zone ove il contagio è quasi inesistente o minimo, con riapertura delle strutture alberghiere, di ristorazione e turistiche, e con la immediata concessione dei ristori da parte del Governo che finora sono rimasti solo come proclamo. I calabresi non hanno bisogno di illusioni, ma di azioni concrete. Ma ciò non è ancora sufficiente».

«Appare veramente indispensabile – ha specificato – che si elimini il vincolo del Durc, non essendo concepibile che si possa chiederlo ad un’azienda ferma da oltre 16 mesi. Così come alla regione si chiede, espressamente, l’utilizzo concreto dei propri fondi per offrire un minimo di respiro alle imprese turistiche con l’approvazione di un bando immediato e con criteri semplici e attuabili celermente».

«Ed in tale contesto – ha concluso –  è intollerabile che si chieda il pagamento delle tasse a soggetti che non hanno lavorato per tantissimo tempo a causa del Covid. La Lega, quindi, chiede al Governo di voler seriamente assumere delle azioni concrete con un sostegno reale (sospensione tasse, ristori immediati, eliminazione del Durc)». (rrm)

ANTIMERIDIONALISMO, ODIOSO RITORNO
IL MINISTRO GARAVAGLIA: «PRIMA IL NORD»

di SANTO STRATI – Piacerebbe pensare che il neo ministro Massimo Garavaglia, cui sarà affidato il rinascente dicastero del Turismo, non sappia nemmeno di avere un sito a suo nome. Sarebbe il classico caso del “a mia insaputa” per giustificare la presenza dello slogan razzista, divisivo e stupido che appare su massimogaravaglia.net. Piacerebbe immaginare una schiera di super tecnici addestrati dagli uomini della “Bestia” di Matteo Salvini che in fatto di comunicazione sono travolgenti, cui è scappato il banner incriminato, ignorando il nuovo corso leghista del governo “tutti insieme appassionatamente”, ma sappiamo bene che è una pia illusione. L’atteggiamento arrogante e sfrontato dei polentoni leghisti (scusate, c’è scappato) non è una novità, né si può aspettare qualcosa di diverso quando, come al solito, prevale l’irragionevolezza (detta così sembra persino una cosa bella) sul fair play e sulla ovvia esigenza di superare steccati ideologici in una situazione che non permette divisioni geografiche. E invece no, si continua sull’atteggiamento ipocrita, antimeridionale e antitaliano, che ha il solo pregio di alzare il coperchio sul pentolone del razzismo nordico che il povero (?) Salvini ha cercato di mascherare nel tentativo (mezzo naufragato) di conquistare il Mezzogiorno.

Immaginiamo l’imbarazzo e la difficoltà di leghisti meridionali e intelligenti (ce ne sono, garantiamo) e gli ex (per esempio l’europarlamentare Vincenzo Sofo) di fronte a queste vergognose uscite pubbliche che si sono conquistate le prime pagine di tutti i media. Se l’obiettivo era di avere un po’ di visibilità, il ministro Garavaglia inciampa da subito su una brutta buccia di banana che sarà difficile far scomparire. Il danno è fatto e la memoria storica del web – come sanno tutti – non perdona. Cosa significa “Prima il Nord?” è una dichiarazione d’intenti, una classifica d’arrivo, un desiderio senza speranze, o solamente una stupida offesa al popolo meridionale? E il nostro presidente ff della Giunta di Germaneto, il quasi-leghista (non risulta iscritto, ma è stato scelto direttamente da Salvini) Nino Spirlì non ha nulla da obiettare?

Quando a Roma (e nella Pianura Padana) si pascolavano le pecore – ci sia consentito ripeterci – in Calabria i filosofi magnogreci gettavano le basi della civiltà, il teatro e la cultura mediterranea costituivano i caposaldi del sapere classico che il mondo a venire avrebbe fatto propri. Quindi gli amici (si fa per dire) leghisti si sciacquino la bocca quando parlano di Sud e soprattutto di Calabria, dal cui re Italo prese nome il nostro Paese. Non si può però considerare un semplice scivolone, è l’evidenza che non si può nascondere, che i fautori dell’autonomia differenziata non hanno mai smesso di considerare cittadini di serie B tutti quelli che abitano al di sotto del Rubicone. Non si può lasciargliela passare, sono da pretendere scuse, accettiamo anche l’ormai abituale “a mia insaputa”, diversamente il ministro apparirà titolare di un dicastero troppo orientato a Nord, inconciliabile con i progetti che vedono il Sud protagonista del Turismo, risorsa insostituibile del Paese.

Naturalmente, appena si è sparsa la voce, con relativo screenshot del banner razzista, sono state tante le reazioni. Prima su tutte quella di Giuseppe Nucera, già presidente degli industriali reggini e oggi leader del movimento La Calabria che vogliamo, che ha denunciato lo slogan che compare, in evidenza, sul sito ufficiale del ministro per il Turismo, Massimo Garavaglia, chiedendo al presidente f.f. della Regione Calabria, Nino Spirlì, di prendere posizione in merito.

«Sembra – ha detto Nucera – di essere tornati indietro di 20 anni, alla Lega di Bossi e Borghezio con l’antimeridionalismo che soffiava forte e divideva in due l’Italia. È inaccettabile leggere questo tipo di slogan propagandistici nel 2021, a maggior ragione se presenti sul sito del Ministro per il Turismo. Si tratta di un settore di vitale importanza per tutta l’Italia, e in particolare per la Calabria: se il modus operandi del ministro interessato dovesse essere ‘Prima il Nord’ sarebbero guai per il nostro territorio. Mi rivolgo al presidente f.f. Spirlì chiedendogli di prendere ufficialmente posizione in merito, e invitare il collega di partito ad eliminare quella scritta offensiva verso la regione da Spirlì attualmente presieduta».

Garavaglia«Il ministro Garavaglia, con ogni probabilità, pecca di ignoranza – ha proseguito il leader de La Calabria che vogliamo –. Se correttamente informato sulla storia della Calabria e il patrimonio culturale-artistico di tutto il Sud, non avrebbe inserito quella frase sul proprio sito. Ai tempi delle scuole pitagoriche, della Magna Grecia, del genio di Archimede, forse al nord iniziavano ad imparare l’esistenza della ruota. Consiglio al ministro del Turismo un corso accelerato di storia del Meridione, in modo da poter svolgere al meglio il proprio lavoro in un settore così importante per l’Italia».

«È finito il tempo degli scippi – ha sottolineato l’ex presidente di Confindustria Reggio Calabria – di quando le risorse destinate al Sud venivano dirottate al Nord con nonchalance. Adesso, il Meridione rivendica con orgoglio e determinazione quanto gli spetta, a partire dai fondamentali fondi del Recovery Fund, decisivi per il rilancio e sviluppo del Sud. Parafrasando la discutibile frase presente sul sito di Garavaglia, potremmo dire che quanto previsto dal Recovery Fund e richiesto espressamente dall’Unione Europea per riequilibrare il divario socio-economico che separa le due estremità d’Italia, si può racchiudere in una frase: ‘Prima il Sud’».

«A gestire le importantissime risorse del Recovery Fund – ha detto ancora Nucera – in quanto ministro dello Sviluppo Economico, sarà un altro leghista, Giancarlo Giorgetti. Bisogna combattere con tutte le forze affinché gli investimenti previsti al Sud vengano rispettati».

«Il mio appello a Spirlì si fa doppio – ha concluso – che la Lega si ricordi della Calabria e delle sue esigenze senza effettuare pericolosi ritorni… al passato. Il movimento La Calabria che vogliamo ha dato e continuerà a dare battaglia su questi temi, essenziali per il futuro della nostra regione, e non mollerà sino a quando il Sud e la Calabria non avranno ogni centesimo previsto». 

Non sono teneri con il ministro neanche gli imprenditori napoletani Ruben Santopietro e Paolo Landi, che hanno fondato il portale Visit Italy: «Un rappresentante del Paese, così attento al web, non può lasciare messaggi che dividono l’Italia sul proprio portale. Il turismo è una risorsa essenziale anche per Centro e Sud Italia. Da Nord a Sud lo stivale ha bellezze paesaggistiche che il mondo ci invidia. Tra i compiti di un ministro, soprattutto come quello del turismo, c’è sicuramente la promozione dell’Italia e delle sue meraviglie».

E in tutto il Mezzogiorno non mancano decise prese di posizione: La deputata pentastellata Soave Alemanno (di Nardò, Lecce) partito (o MoviMento?) alleato di Salvini stigmatizza in un post non proprio tenero: «Ci dicono che la Lega del passato non esiste più, perché ora è un partito che guarda “al bene e agli interessi di tutto il Paese”…  Ne siano proprio sicuri? Quando si è ministri si portano avanti le istanze di tutto il Paese, non solo di una parte. Un ministro della Repubblica non può permettersi di dire che il territorio da cui proviene viene prima di altri. E se questo è grave sempre, lo è di più in un periodo complesso come questo, un momento cruciale dal punto di vista economico nel quale il turismo gioca un ruolo chiave, anche e soprattutto al Sud». (s)

L’appello di Giacomo Saccomanno a Draghi: L’Italia riparta dal Sud

L’Italia riparta dal Sud. È questo l’appello che il commissario regionale della LegaGiacomo Saccomanno, ha rivolto al presidente del Consiglio dei ministri Mario Draghi.

«Il Sud – ha spiegato – ha un’occasione storica per passare dalle tante promesse al concreto suo rilancio attraverso la reale realizzazione di opere infrastrutturali che potranno portare, tra l’altro, lavoro e crescita. La Lega, con Matteo Salvini, ha già evidenziato la necessità che si cominci a ragionare in modo fattivo per la realizzazione di quelle opere indispensabili affinchè si possa sostenere lo sviluppo del Sud».

«Oggi ci sono le risorse e, quindi – ha aggiunto – trattasi di esclusiva volontà politica. Per quanto riguarda la Calabria, Matteo Salvini, così come il presidente f.f. Nino Spirlì, hanno già indicato e chiesto la massima attenzione su diversi interventi come l’alta velocità, il ponte sullo Stretto, i collegamenti sulla fascia ionica, il porto di Gioia Tauro, ecc. Si tratta di interventi prioritari che potrebbero trasformare in positivo il futuro della nostra ragione, sui quali tutte le forze politiche devono unirsi per sostenere un piano unitario».

«In tale contesto – ha proseguito Saccomanno – appare anche indispensabile che il Sud e la Calabria vengano adeguatamente rappresentati nel Governo, in modo tale che vi sia quel collegamento stabile tra le esigenze del Mezzogiorno e le scelte che verranno assunte. La Lega, comunque, ritiene che gli interventi del segretario Salvini comprovino, pacificamente, quale sia la volontà espressa per consentire, appunto, che la Calabria diventi il punto di riferimento per i rapporti nel Mediterraneo e, quindi, vi sia la massima attenzione per consentire un corretto utilizzo delle attuali risorse».

«Certamente, risulta, comunque – ha concluso – allo stato prioritaria la lotta alla pandemia, con la evidente necessità di realizzare un piano vaccinale che possa affrontare con coraggio ed efficienza la somministrazione del vaccino a tutta la popolazione». (rcz)

Saccomanno (Lega): «Commissario Longo prosegua la sua azione di ‘bonifica’ del sistema»

Giacomo Saccomanno, commissario regionale della Lega, in merito alle voci sulle possibili dimissioni del commissario ad acta Guido Longo, ha chiesto a quest’ultimo di «proseguire la sua importante azione di “bonifica” del sistema, confermando il pieno appoggio e la vicinanza al suo lavoro, e ogni sostegno che dovesse essere necessario o richiesto».

«Abbandonare, oggi – ha detto – sarebbe come lasciare la nave in mezzo al mare e senza il suo valido ed insostituibile capitano. Comprendiamo che la situazione è difficile, e che il Commissario si sente solo, ma non è così. Tutte le persone per bene ed oneste sono al suo fianco, e la Lega è a completa disposizione dello stesso per qualsiasi possibile necessità. Un sostegno concreto e reale e non certamente di sola facciata».

«In questo momento – ha concluso – di forte pandemia la Calabria ha bisogno di una guida certa e sicura, affidata a persona di altissimo valore umano e professionale». (rrm)

Lega Calabria, Roy Biasi: I fondi europei base di sviluppo per il Mezzogiorno

Roy Biasi, componente della Segreteria nazionale della Lega e responsabile degli amministratori del Sud Italia, nonché membro della segreteria regionale calabrese e sindaco di Taurianova, ha auspicato che gli ingenti finanziamenti europei possano tradursi in azioni potenti di sviluppo, atte al superamento degli annosi ritardi accumulati sul fronte delle infrastrutture primarie e dei servizi essenziali.

«Il Sud – ha dichiarato Roy Biasi – anche grazie alla forte spinta della Lega, meriterà grande attenzione su scelte di natura strategica, a partire dal Ponte sullo Stretto di Messina, per passare all’alta velocità ferroviaria, alla statale jonica 106, all’elettrificazione della linea ferrata jonica, agli interventi per il dissesto idrogeologico, al sostegno reale alle piccole e medie imprese con le leve della decontribuzione, della sburocratizzazione e dell’abbattimento della pressione fiscale. Non appena l’emergenza Coronavirus lo consentirà, incontrerò, regione per regione, tutti gli amministratori leghisti meridionali per costruire una rete forte di sostegno alle grandi battaglie politiche che da anni conduce il nostro leader Matteo Salvini».

Inoltre, Biasi ha ricordato che «la Lega pensa che le elezioni siano il fondamento della democrazia, e quindi auspica che quanto prima il popolo italiano possa esprimersi sul proprio futuro. Al contempo, però, la Lega non rimane sorda all’appello del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, e si confronterà con il presidente incaricato, prof. Mario Draghi, senza pregiudizi di sorta e guardando alle azioni concrete di Governo».

«La Lega, proprio perché partito pragmatico post-ideologico – ha precisato Roy Biasi – mette sempre al centro gli interessi reali del popolo, delle aziende, dei lavoratori, degli artigiani, degli agricoltori e dei commercianti, dei professionisti, dei giovani e delle donne. Pertanto, ascolteremo con grande interesse e disponibilità le proposte che verranno dal professor Draghi al quale riconosciamo un curriculum di grande levatura, e come sempre in maniera unitaria ci muoveremo compatti nella direzione che verrà esplicitata dal segretario Matteo Salvini».

«La Lega è una, unita e forte – ha concluso – sicura di milioni di consensi reali che giungono da tutti i territori del Paese». (rrc)

Giacomo Saccomanno è il nuovo responsabile della Lega in Calabria

È Giacomo Francesco Saccomanno l’uomo scelto da Matteo Salvini per essere il nuovo responsabile della Lega in Calabria.

«Grazie a Cristian Invernizzi per l’impegno e i risultati di questi anni  – si legge in una nota del leader della Lega – con la Lega che per la prima volta è entrata nel Governo regionale e ha conquistato diversi Comuni: in Calabria vogliamo fare sempre di più e sempre meglio, affidando la Lega a una classe dirigente specchiata, capace e cresciuta sul territorio».

I sindaco della Lega di Taurianova, Roy Biasi, invece, entra nella segreteria politica nazionale come rappresentante degli amministratori del Sud, e sarà il vice segretario regionale con delega agli enti locali.

Le decisioni sono state ufficializzate dopo un incontro con Matteo Salvini che, nell’occasione, si è confrontato anche con il presidente f.f. Nino Spirlì per affrontare alcuni nodi quali vaccini, ristori, infrastrutture, lavoro.

Saccomanno, classe 1955, ha un lungo curriculum di impegno civile e professionale: avvocato in diversi processi contro la criminalità organizzata, difensore dei risparmiatori truffati dalle banche, in prima linea in battaglie ambientaliste e contro le barriere architettoniche. Leghista dal 2016, Saccomanno raccoglie il testimone del deputato Cristian Invernizzi.

«Buon lavoro – conclude la nota di Salvini – a Saccomanno e Roy Biasi, che lavoreranno in squadra con Spirlì e con parlamentari, europarlamentari, consiglieri regionali e amministratori del territorio. Appena la situazione sanitaria lo permetterà, la Calabria sarà la prima regione dove tornerò». (rrm)

 

A TAURIANOVA VINCE L’UOMO NON LA LEGA
SALVINI SCONSOLATO E SINISTRA CONFUSA

di SANTO STRATI – La medaglia di cartone che il leader della Lega Matteo Salvini è corso a ritirare a Taurianova è l’unica consolazione per la Lega che esce con le ossa rotte dalla mancata “conquista” della Calabria, avamposto di una ingloriosa quanto impossibile avanzata sudista. Ma in realtà anche la “vittoria” (4.000 voti !) di Taurianova non è merito della Lega né del suo impegno a conquistare le simpatie del Mezzogiorno: il voto ha premiato l’uomo e il suo territorio. Il nuovo sindaco Roy Biasi, ex Forza Italia ora neoleghista, conosce la sua città e, soprattutto, è conosciuto dalla sua città. Ed è un segnale che tutti i partiti, in Calabria, dovrebbero tenere a mente: non si deve e non si può trascurare il territorio se si vuole recuperare la gente alla politica. Purtroppo, passate le elezioni tutto torna come prima e ci si dimentica di promesse e mancate attenzioni, almeno fino al successivo ritorno alle urne.

A Taurianova è avvenuto il contrario di quanto successo a Reggio con l’«uomo del ponte» Minicuci, voluto a ogni costo da Salvini, che lo ha imposto alla città e agli alleati senza curarsi dell’appeal che il candidato avrebbe suscitato. La “batosta” calabrese (non dimentichiamoci della clamorosa vittoria del civico Vincenzo Voce a Crotone) indica che il “modello Salvini” non funziona. Il leader non ne sta azzeccando una, dall’agosto dello scorso anno al Papeete, quando aprì la crisi al buio con l’uscita dal Governo.

Un’elezione comunale non può avere il parametro del voto nazionale: contano la persona e il territorio. Contano la conoscenza l’uno dell’altro e viceversa. Salvini non ne ha tenuto conto e la sua smargiassata è riuscita in un colpo solo non soltanto a spegnere ogni velleità leghista sullo Stretto (ma questo sarebbe il meno) ma anche a lacerare un centrodestra reggino (calabrese) già logorato da continue crisi di nervi. Anche le intemperanze del vicepresidente regionale, Nino Spirlì – scelto anche in questo caso direttamente da Salvini –, giocano in senso contrario, provocando imbarazzi e giustificate preoccupazioni sulla sua compatibilità con una carica istituzionale così rappresentativa. La Lega, sia ben chiaro, possiede personaggi di elevata intelligenza e provata cultura politica: non si capisce perché il vertice lasci annaspare il Capitano in mezzo ai marosi di una politica che gli sta presentando il conto. Ovvero, la spiegazione – politica – ci sarebbe ma nessuno ha voglia di svelare le trame del Palazzo verde con i due protagonisti che aspettano soltanto che si completi il suicidio politico di Salvini. Bobo Maroni punta a raccogliere il testimone con occhio a Palazzo Chigi – in vista di un’improbabile sterzata destro-leghista alla prossime elezioni politiche, con il trionfatore del Veneto Luca Zaia, nelle azzeccate vesti di un facondissimo Richelieu. Per quale ragione non dovrebbero permettere a Salvini di scavarsi la fossa politica da solo con le sue cazzate?

Parliamo di Lega e dell’insuccesso calabrese di tutta la coalizione di centrodestra,  ma non è che la contrapposta parte politica abbia molto da scialare (e non solo in Calabria). Il timore dei cittadini di sinistra è che i “vincitori” si rilassino, credendo di aver vinto tutto, e che venga meno quella sana dialettica destra-sinistra da cui – volendo – possono anche venire importanti riforme e iniziative importanti per il bene della regione. I calabresi hanno mostrato con la loro partecipazione al voto – alta quanto inattesa – che vogliono partecipare alla politica, vogliono essere protagonisti e non pedine che qualche parlamentare pensa di avere a disposizione per spostare voti. La sinistra calabrese è in una peggiore situazione della coalizione di centrodestra: sconfitta clamorosamente alle regionali, ad arginare il disastro crotonese, c’è oggi il significativo risultato reggino che, però, non deve ingannare. I voti di Falcomatà non sono voti della sinistra, sono la risposta – ovvia e scontata dei reggini – di fronte alla paventata “invasione” leghista (al 4%, roba da far ridere i polli). Però, la strategia ha funzionato e, soprattutto, ha permesso di mettere in evidenza che in Calabria – in particolar modo a Reggio – la sinistra è sì in gran parte sonnnecchiosa e divisiva, ma riesce a reagire. Non va allora sprecata questa opportunità di portare avanti personaggi che vanno valorizzati. In vista di un congresso ormai non più rinviabile per un Partito democratico che non riesce nemmeno a presentare il simbolo a Crotone e che in Calabria è immeritatamente commissariato da troppo tempo.

Giuseppe Falcomatà e Antonino Minicuci
Il sindaco Falcomatà riceve a piazza Italia gli auguri dello sfidante Minicuci

Tutte queste cose le sanno benissimo Falcomatà e i suoi compagni di viaggio che hanno riconquistato Palazzo San Giorgio, ma, capita spesso, che dopo l’euforia della vittoria ci si dimentichi del territorio e delle istanze dei cittadini. Reggio chiede un secondo tempo anche per la politica, svillaneggiata, mercificata, svenduta in nome di interessi particolari (e a volte personali): occorre che destra e sinistra ripensino il percorso che – nel parallelismo dei rispettivi ruoli e diversi obiettivi – la città, ma diremmo meglio la Regione, chiedono con ansia e profonda convinzione. Ci vuole il coraggio da parte dei politici locali di individuare prima il bene comune, poi attuare quelle politiche di coesione il cui peso si valuta di fronte alle urne.

Lo stesso Governo regionale ha subito, senza discutere, imposizioni e suggerimenti di Salvini, in un’epoca (sono appena trascorsi otto mesi) che pare assai lontana, accettando posizioni non più sostenibili. Il caso di Spirlì – sul quale è stato chiesto un confronto in Consiglio regionale – è la cartina di tornasole per la presidente Santelli che deve smettere di pagare “cambiali” elettorali agli alleati. La posizione del vicepresidente – che sta ridicolizzando la Calabria e facendo passare un messaggio sbagliato di intolleranza, quando è proprio tutto il contrario – va definita e chiarita non con un sorriso e un’alzatina di spalle come ha fatto la presidente Jole. Il vicepresidente, da libero pensatore, intellettuale e cittadino italiano, è libero di esprimere dovunque e comunque le sue personali opinioni, anche quando siano politicamente incorrette. Che, però, diventano istituzionalmente inaccettabili quando si ricopre una carica pubblica. Poiché “il signor Spirlì” (come si firma nel suo profilo facebook) insiste, l’unica via non sono le dimissioni (che non darebbe mai) ma il ritiro della nomina e delle deleghe. Presidente Jole, un ingrato compito che tocca solo a lei. (s)

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Il video della manifestazione leghista di Taurianova: https://www.facebook.com/avvroybiasi/videos/333968577868994

Il video di Luigi Palamara della proclamazione di Giuseppe Falcomatà a Reggio: https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=10217014400772366&id=1237628419