L’appello di Giacomo Saccomanno a Draghi: L’Italia riparta dal Sud

L’Italia riparta dal Sud. È questo l’appello che il commissario regionale della LegaGiacomo Saccomanno, ha rivolto al presidente del Consiglio dei ministri Mario Draghi.

«Il Sud – ha spiegato – ha un’occasione storica per passare dalle tante promesse al concreto suo rilancio attraverso la reale realizzazione di opere infrastrutturali che potranno portare, tra l’altro, lavoro e crescita. La Lega, con Matteo Salvini, ha già evidenziato la necessità che si cominci a ragionare in modo fattivo per la realizzazione di quelle opere indispensabili affinchè si possa sostenere lo sviluppo del Sud».

«Oggi ci sono le risorse e, quindi – ha aggiunto – trattasi di esclusiva volontà politica. Per quanto riguarda la Calabria, Matteo Salvini, così come il presidente f.f. Nino Spirlì, hanno già indicato e chiesto la massima attenzione su diversi interventi come l’alta velocità, il ponte sullo Stretto, i collegamenti sulla fascia ionica, il porto di Gioia Tauro, ecc. Si tratta di interventi prioritari che potrebbero trasformare in positivo il futuro della nostra ragione, sui quali tutte le forze politiche devono unirsi per sostenere un piano unitario».

«In tale contesto – ha proseguito Saccomanno – appare anche indispensabile che il Sud e la Calabria vengano adeguatamente rappresentati nel Governo, in modo tale che vi sia quel collegamento stabile tra le esigenze del Mezzogiorno e le scelte che verranno assunte. La Lega, comunque, ritiene che gli interventi del segretario Salvini comprovino, pacificamente, quale sia la volontà espressa per consentire, appunto, che la Calabria diventi il punto di riferimento per i rapporti nel Mediterraneo e, quindi, vi sia la massima attenzione per consentire un corretto utilizzo delle attuali risorse».

«Certamente, risulta, comunque – ha concluso – allo stato prioritaria la lotta alla pandemia, con la evidente necessità di realizzare un piano vaccinale che possa affrontare con coraggio ed efficienza la somministrazione del vaccino a tutta la popolazione». (rcz)

Saccomanno (Lega): «Commissario Longo prosegua la sua azione di ‘bonifica’ del sistema»

Giacomo Saccomanno, commissario regionale della Lega, in merito alle voci sulle possibili dimissioni del commissario ad acta Guido Longo, ha chiesto a quest’ultimo di «proseguire la sua importante azione di “bonifica” del sistema, confermando il pieno appoggio e la vicinanza al suo lavoro, e ogni sostegno che dovesse essere necessario o richiesto».

«Abbandonare, oggi – ha detto – sarebbe come lasciare la nave in mezzo al mare e senza il suo valido ed insostituibile capitano. Comprendiamo che la situazione è difficile, e che il Commissario si sente solo, ma non è così. Tutte le persone per bene ed oneste sono al suo fianco, e la Lega è a completa disposizione dello stesso per qualsiasi possibile necessità. Un sostegno concreto e reale e non certamente di sola facciata».

«In questo momento – ha concluso – di forte pandemia la Calabria ha bisogno di una guida certa e sicura, affidata a persona di altissimo valore umano e professionale». (rrm)

Lega Calabria, Roy Biasi: I fondi europei base di sviluppo per il Mezzogiorno

Roy Biasi, componente della Segreteria nazionale della Lega e responsabile degli amministratori del Sud Italia, nonché membro della segreteria regionale calabrese e sindaco di Taurianova, ha auspicato che gli ingenti finanziamenti europei possano tradursi in azioni potenti di sviluppo, atte al superamento degli annosi ritardi accumulati sul fronte delle infrastrutture primarie e dei servizi essenziali.

«Il Sud – ha dichiarato Roy Biasi – anche grazie alla forte spinta della Lega, meriterà grande attenzione su scelte di natura strategica, a partire dal Ponte sullo Stretto di Messina, per passare all’alta velocità ferroviaria, alla statale jonica 106, all’elettrificazione della linea ferrata jonica, agli interventi per il dissesto idrogeologico, al sostegno reale alle piccole e medie imprese con le leve della decontribuzione, della sburocratizzazione e dell’abbattimento della pressione fiscale. Non appena l’emergenza Coronavirus lo consentirà, incontrerò, regione per regione, tutti gli amministratori leghisti meridionali per costruire una rete forte di sostegno alle grandi battaglie politiche che da anni conduce il nostro leader Matteo Salvini».

Inoltre, Biasi ha ricordato che «la Lega pensa che le elezioni siano il fondamento della democrazia, e quindi auspica che quanto prima il popolo italiano possa esprimersi sul proprio futuro. Al contempo, però, la Lega non rimane sorda all’appello del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, e si confronterà con il presidente incaricato, prof. Mario Draghi, senza pregiudizi di sorta e guardando alle azioni concrete di Governo».

«La Lega, proprio perché partito pragmatico post-ideologico – ha precisato Roy Biasi – mette sempre al centro gli interessi reali del popolo, delle aziende, dei lavoratori, degli artigiani, degli agricoltori e dei commercianti, dei professionisti, dei giovani e delle donne. Pertanto, ascolteremo con grande interesse e disponibilità le proposte che verranno dal professor Draghi al quale riconosciamo un curriculum di grande levatura, e come sempre in maniera unitaria ci muoveremo compatti nella direzione che verrà esplicitata dal segretario Matteo Salvini».

«La Lega è una, unita e forte – ha concluso – sicura di milioni di consensi reali che giungono da tutti i territori del Paese». (rrc)

Giacomo Saccomanno è il nuovo responsabile della Lega in Calabria

È Giacomo Francesco Saccomanno l’uomo scelto da Matteo Salvini per essere il nuovo responsabile della Lega in Calabria.

«Grazie a Cristian Invernizzi per l’impegno e i risultati di questi anni  – si legge in una nota del leader della Lega – con la Lega che per la prima volta è entrata nel Governo regionale e ha conquistato diversi Comuni: in Calabria vogliamo fare sempre di più e sempre meglio, affidando la Lega a una classe dirigente specchiata, capace e cresciuta sul territorio».

I sindaco della Lega di Taurianova, Roy Biasi, invece, entra nella segreteria politica nazionale come rappresentante degli amministratori del Sud, e sarà il vice segretario regionale con delega agli enti locali.

Le decisioni sono state ufficializzate dopo un incontro con Matteo Salvini che, nell’occasione, si è confrontato anche con il presidente f.f. Nino Spirlì per affrontare alcuni nodi quali vaccini, ristori, infrastrutture, lavoro.

Saccomanno, classe 1955, ha un lungo curriculum di impegno civile e professionale: avvocato in diversi processi contro la criminalità organizzata, difensore dei risparmiatori truffati dalle banche, in prima linea in battaglie ambientaliste e contro le barriere architettoniche. Leghista dal 2016, Saccomanno raccoglie il testimone del deputato Cristian Invernizzi.

«Buon lavoro – conclude la nota di Salvini – a Saccomanno e Roy Biasi, che lavoreranno in squadra con Spirlì e con parlamentari, europarlamentari, consiglieri regionali e amministratori del territorio. Appena la situazione sanitaria lo permetterà, la Calabria sarà la prima regione dove tornerò». (rrm)

 

A TAURIANOVA VINCE L’UOMO NON LA LEGA
SALVINI SCONSOLATO E SINISTRA CONFUSA

di SANTO STRATI – La medaglia di cartone che il leader della Lega Matteo Salvini è corso a ritirare a Taurianova è l’unica consolazione per la Lega che esce con le ossa rotte dalla mancata “conquista” della Calabria, avamposto di una ingloriosa quanto impossibile avanzata sudista. Ma in realtà anche la “vittoria” (4.000 voti !) di Taurianova non è merito della Lega né del suo impegno a conquistare le simpatie del Mezzogiorno: il voto ha premiato l’uomo e il suo territorio. Il nuovo sindaco Roy Biasi, ex Forza Italia ora neoleghista, conosce la sua città e, soprattutto, è conosciuto dalla sua città. Ed è un segnale che tutti i partiti, in Calabria, dovrebbero tenere a mente: non si deve e non si può trascurare il territorio se si vuole recuperare la gente alla politica. Purtroppo, passate le elezioni tutto torna come prima e ci si dimentica di promesse e mancate attenzioni, almeno fino al successivo ritorno alle urne.

A Taurianova è avvenuto il contrario di quanto successo a Reggio con l’«uomo del ponte» Minicuci, voluto a ogni costo da Salvini, che lo ha imposto alla città e agli alleati senza curarsi dell’appeal che il candidato avrebbe suscitato. La “batosta” calabrese (non dimentichiamoci della clamorosa vittoria del civico Vincenzo Voce a Crotone) indica che il “modello Salvini” non funziona. Il leader non ne sta azzeccando una, dall’agosto dello scorso anno al Papeete, quando aprì la crisi al buio con l’uscita dal Governo.

Un’elezione comunale non può avere il parametro del voto nazionale: contano la persona e il territorio. Contano la conoscenza l’uno dell’altro e viceversa. Salvini non ne ha tenuto conto e la sua smargiassata è riuscita in un colpo solo non soltanto a spegnere ogni velleità leghista sullo Stretto (ma questo sarebbe il meno) ma anche a lacerare un centrodestra reggino (calabrese) già logorato da continue crisi di nervi. Anche le intemperanze del vicepresidente regionale, Nino Spirlì – scelto anche in questo caso direttamente da Salvini –, giocano in senso contrario, provocando imbarazzi e giustificate preoccupazioni sulla sua compatibilità con una carica istituzionale così rappresentativa. La Lega, sia ben chiaro, possiede personaggi di elevata intelligenza e provata cultura politica: non si capisce perché il vertice lasci annaspare il Capitano in mezzo ai marosi di una politica che gli sta presentando il conto. Ovvero, la spiegazione – politica – ci sarebbe ma nessuno ha voglia di svelare le trame del Palazzo verde con i due protagonisti che aspettano soltanto che si completi il suicidio politico di Salvini. Bobo Maroni punta a raccogliere il testimone con occhio a Palazzo Chigi – in vista di un’improbabile sterzata destro-leghista alla prossime elezioni politiche, con il trionfatore del Veneto Luca Zaia, nelle azzeccate vesti di un facondissimo Richelieu. Per quale ragione non dovrebbero permettere a Salvini di scavarsi la fossa politica da solo con le sue cazzate?

Parliamo di Lega e dell’insuccesso calabrese di tutta la coalizione di centrodestra,  ma non è che la contrapposta parte politica abbia molto da scialare (e non solo in Calabria). Il timore dei cittadini di sinistra è che i “vincitori” si rilassino, credendo di aver vinto tutto, e che venga meno quella sana dialettica destra-sinistra da cui – volendo – possono anche venire importanti riforme e iniziative importanti per il bene della regione. I calabresi hanno mostrato con la loro partecipazione al voto – alta quanto inattesa – che vogliono partecipare alla politica, vogliono essere protagonisti e non pedine che qualche parlamentare pensa di avere a disposizione per spostare voti. La sinistra calabrese è in una peggiore situazione della coalizione di centrodestra: sconfitta clamorosamente alle regionali, ad arginare il disastro crotonese, c’è oggi il significativo risultato reggino che, però, non deve ingannare. I voti di Falcomatà non sono voti della sinistra, sono la risposta – ovvia e scontata dei reggini – di fronte alla paventata “invasione” leghista (al 4%, roba da far ridere i polli). Però, la strategia ha funzionato e, soprattutto, ha permesso di mettere in evidenza che in Calabria – in particolar modo a Reggio – la sinistra è sì in gran parte sonnnecchiosa e divisiva, ma riesce a reagire. Non va allora sprecata questa opportunità di portare avanti personaggi che vanno valorizzati. In vista di un congresso ormai non più rinviabile per un Partito democratico che non riesce nemmeno a presentare il simbolo a Crotone e che in Calabria è immeritatamente commissariato da troppo tempo.

Giuseppe Falcomatà e Antonino Minicuci
Il sindaco Falcomatà riceve a piazza Italia gli auguri dello sfidante Minicuci

Tutte queste cose le sanno benissimo Falcomatà e i suoi compagni di viaggio che hanno riconquistato Palazzo San Giorgio, ma, capita spesso, che dopo l’euforia della vittoria ci si dimentichi del territorio e delle istanze dei cittadini. Reggio chiede un secondo tempo anche per la politica, svillaneggiata, mercificata, svenduta in nome di interessi particolari (e a volte personali): occorre che destra e sinistra ripensino il percorso che – nel parallelismo dei rispettivi ruoli e diversi obiettivi – la città, ma diremmo meglio la Regione, chiedono con ansia e profonda convinzione. Ci vuole il coraggio da parte dei politici locali di individuare prima il bene comune, poi attuare quelle politiche di coesione il cui peso si valuta di fronte alle urne.

Lo stesso Governo regionale ha subito, senza discutere, imposizioni e suggerimenti di Salvini, in un’epoca (sono appena trascorsi otto mesi) che pare assai lontana, accettando posizioni non più sostenibili. Il caso di Spirlì – sul quale è stato chiesto un confronto in Consiglio regionale – è la cartina di tornasole per la presidente Santelli che deve smettere di pagare “cambiali” elettorali agli alleati. La posizione del vicepresidente – che sta ridicolizzando la Calabria e facendo passare un messaggio sbagliato di intolleranza, quando è proprio tutto il contrario – va definita e chiarita non con un sorriso e un’alzatina di spalle come ha fatto la presidente Jole. Il vicepresidente, da libero pensatore, intellettuale e cittadino italiano, è libero di esprimere dovunque e comunque le sue personali opinioni, anche quando siano politicamente incorrette. Che, però, diventano istituzionalmente inaccettabili quando si ricopre una carica pubblica. Poiché “il signor Spirlì” (come si firma nel suo profilo facebook) insiste, l’unica via non sono le dimissioni (che non darebbe mai) ma il ritiro della nomina e delle deleghe. Presidente Jole, un ingrato compito che tocca solo a lei. (s)

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Il video della manifestazione leghista di Taurianova: https://www.facebook.com/avvroybiasi/videos/333968577868994

Il video di Luigi Palamara della proclamazione di Giuseppe Falcomatà a Reggio: https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=10217014400772366&id=1237628419

Lega umiliata da Forza Italia in Calabria. Fallisce il disegno “coloniale” di Salvini

Altro che assalto. La Lega esce con le ossa rotte dalle elezioni in Calabria, addirittura umiliata da Forza Italia che, sotto la regia sorniona dell’ape regina Jole Santelli, si conferma primo partito nella Regione, con percentuali nelle grandi città doppie o addirittura triple a quelle irrisorie del Carroccio. A testimonianza della quasi irrilevanza della Lega nella nostra regione. Se a ciò si aggiunge lo scarso appeal del candidato “leghista” al Comune di Reggio, Nino Minicuci, andato al ballottaggio, ma con 7 punti percentuali al di sotto delle proprie liste, si avrà il quadro devastante di un partito che non è mai decollato in Calabria e che probabilmente mai decollerà con le attuali percentuali.

La Lega infatti va sotto il 5% a Reggio Calabria (dove, alle regionali del 26 gennaio, aveva raggiunto l’ 8,19), mentre la lista Forza Italia costruita dal vulcanico deputato Ciccio Cannizzaro supera l’11% a cui bisogna aggiungere il 2,5% raccolto dalla lista civica Ogni Giorno Reggio, costruita dal consigliere regionale azzurro Domenico Giannetta.

A Crotone è addirittura un disastro, con la Lega ridotta al 3,59% (solo pochi mesi fa, alle regionali, era il primo partito della città col 14,27%), mentre Forza Italia è il primo partito della città con il 12,42% a cui bisogna aggiungere la lista civica Consenso, messa in piedi da un consigliere provinciale azzurro.

Materiale a bizzeffe per le riflessioni del commissario leghista in Calabria, il bergamasco Cristian Invernizzi, che sicuramente sarà rimasto deluso, se non devastato, dalla Waterloo del Carroccio in terra calabra.

«Siamo di certo – ha detto in serata la presidente Santelli che è anche coordinatrice regionale del partito di Berlusconi – la prima lista della Calabria. Forza Italiasulla base dei dati attuali, dovrebbe essere il primo partito a Reggio Calabria e Crotone, gli unici due capoluoghi di provincia chiamati alle urne in queste elezioni Amministrative. È un risultato straordinario che conferma la bontà del nostro progetto politico e l’ottimo stato di salute di un partito che vuole raggiungere obiettivi sempre più ambiziosi. In entrambi i casi l’apporto di Forza Italia è stato fondamentale e ha permesso ai rispettivi candidati del centrodestra, Antonino Minicuci a Reggio e Antonio Manica a Crotone, di arrivare al ballottaggio. Sono certa che sia a Reggio che a Crotone il centrodestra riuscirà a vincere e a chiudere stagioni politiche del passato che si sono rivelate fallimentari. I risultati che FI ha ottenuto in quest’ultima tornata elettorale dimostrano la forza di un partito vitale e ancora determinante per le sorti dell’intero centrodestra. Avanti così, la Calabria è sempre più azzurra». (dr)

Presentati a Lamezia i candidati delle Europee per la Lega

Presentati questa mattina a Lamezia Terme i candidati calabresi alle prossime tornate elettorali per l’elezione dei rappresentanti al Parlamento europeo ed il rinnovo dei consigli comunali, ospiti il Sottosegretario di Stato on. Claudio Durigon “padre” di quota 100 e l’avv. Cataldo Calabretta. il quale parlerà della Legge sulla legittima difesa, fortemente voluta dai cittadini e promossa dalla Lega in Parlamento.

Claudio Durigon, Cataldo Calabretta e Domenico Furgiuele
Claudio Durigon, Cataldo Calabretta e Domenico Furgiuele

Tra le figure selezionate dall’Accademia Federale della Lega anche una rappresentante della Lega Giovani Calabria, Francesca Anastasia Porpiglia, ventisette anni, bocconiana, laureata in Economia, due volte consigliere comunale e attualmente assessore al comune di Villa San Giovanni.

Gli altri candidati presentati questa mattina sono Emma Staine, trentasette anni, avvocato esperta in europrogettazione, da poco più che adolescente si avvicina alla politica e rimane affascinata dalle ideologie di destra ma anche dalla necessità di portare del “buonsenso meridionale” in Europa, sostenendo e promuovendo le positività del Sud e Giancarlo Cerrelli avvocato cassazionista di lungo corso, esperto di diritto della persona, della famiglia e dei minori, esperto audito più volte in commissione giustizia di Camera e Senato, già candidato in quota Lega alle politiche del 2018.

Espressa grande soddisfazione, da parte del responsabile dell’Accademia Federale Lega-Calabria Antonio D’Alessi e dal sen. Manuel Vescovi responsabile nazionale dell’Accademia Federale Lega.

Parole e attestazione di soddisfazione e orgoglio per il lavoro di formazione che si sta svolgendo sul territorio calabrese, da parte della dirigenza di via Gorizia ed in particolar modo dall’onorevole Domenico Furgiuele, parlamentare e padre fondatore della Lega-Calabria.

Imperdibile Mimmo Lucano stasera a “Che Tempo che fa” da Fazio, tra i mugugni della Lega

21 ottobre – Questa sera su Rai1 l’ex sindaco di Riace Mimmo Lucano sarà ospite per un’intervista da Fabio Fazio a Che tempo che fa. Un’ospitata “scomoda”, tra i mugugni dei parlamentari leghisti della Commissione di Vigilanza che hanno chiesto in vari modi a Fazio e alla RAI di non invitare l’uomo simbolo del modello Riace nell’accoglienza ai migranti. «Nonostante la revoca agli arresti domiciliari – hanno scritto in una nota i parlamentari della Lega membri della commissione di Vigilanza – è evidente come Lucano sia accusato di aver violato norme civili, amministrative e penali sull’accoglienza. Chiediamo quindi che Fazio non chiami il sindaco in trasmissione. La tv pubblica non può divulgare modelli distorti sull’onda di strumentalizzazioni ideologiche. Sulla questione prepareremo, inoltre un’interrogazione in Commissione di Vigilanza Rai». I parlamentari della Lega in Commissione di Vigilanza sono: Paolo Tiramani, Massimiliano Capitanio, Simona Pergreffi, Dimitri Coin, Igor Iezzi, Giorgio Maria Bergesio e Umberto Fusco.
Ai leghisti ha risposto con un tweet Davide Faraone, membro della Commissione di Vigilanza, di area PD: «Secondo i parlamentari della Lega  Mimmo Lucano non dovrebbe essere invitato in trasmissione da Fazio perché comunicherebbe modelli distorti e lontani dalla legalità. Se questo è il criterio, chiederei alla Rai di far sparire dagli schermi Salvini ed i dirigenti Lega». Contro la presa di posizione della Lega si è schierato anche il Partito democratico: «La Lega vuole limitare la libertà di informazione e distruggere un modello di accoglienza che ha funzionato. Per questo vuole censurare l’intervista di Fabio Fazio a Domenico Lucano. Sono metodi di altre epoche storiche, non applicabili nel 2018 e in una democrazia moderna. I parlamentari leghisti in Commissione di Vigilanza Rai dovrebbe dimettersi per inadeguatezza. E quelli del Movimento 5 stelle non hanno niente da dire?».
La Federazione della Stampa e l’Usigrai (il sindacato dei giornalisti Rai) a questo proposito hanno fatto pervenire un perentorio messaggio al governo: «Rassegnatevi, i partiti non possono e non devono decidere chi può e chi non può essere ospite di una trasmissione. Come non devono mettere bocca sui sommari dei Tg. O peggio sui direttori di reti e testate. Siamo certi che nessuno in Rai cederà al veto dei parlamentari della Lega su Domenico Lucano. La soluzione non è mai cancellare. Ma semmai aumentare le occasioni di ascolto, di confronto e di dibattito. È di questo che si nutre la democrazia liberale».
Per questo l’intervista di stasera di Fazio a Mimmo Lucano diventa imperdibile. Com’è noto, l’ex sindaco (il prefetto di Reggio lo ha sospeso dall’incarico e il Tribunale del Riesame ha disposto il divieto di dimora a Riace) continua a raccogliere tanta solidarietà in ogni parte d’Italia e non solo. In più si sono mobilitati artisti, intellettuali, esponenti politici, a sua difesa e crescono iniziative in suo favore. È importante ascoltare dalla viva voce – in diretta – di Lucano le sue idee, i suoi progetti che molti vogliono soffocare, le sue ragioni. Non dovrà difendersi (ci sono i tribunali per questo) ma raccontare pacatamente come stanno i fatti, cosa è successo prima, cosa è successo negli ultimi tempi, cosa potrebbe succedere domani. La gente deve potersi fare un’idea personale, senza obbligo di schierarsi pro o contro, ma soprattutto è giusto lasciar parlare e quindi ascoltare Lucano.
In Calabria il modello Riace ha fatto scuola: ovviamente se sono stati commessi reati i responsabili dovranno essere giudicati e subire le conseguenze, ma – una volta tanto – c’è da sperare che la giustizia non rispetti i suoi usuali tempi biblici. Occorre in questo caso che il processo, ove vi siano rinvii a giudizio, sia rapido, veloce e lontano da qualunque condizionamento. Purtroppo la tv ci ha abituati a processi mediatici che assolvono e condannano con una faciloneria che fa paura: evitiamo, questa volta, di creare presunti eroi o indifendibili “colpevoli”. Lucano è una persona per bene, parlano per lui dieci anni di accoglienza. I giudici ci dicano dove e come ha sbagliato, nel caso i fatti lo accertino, ma rispettino l’uomo e le sue idee e, soprattutto, rispettino i calabresi che sul modello di Lucano hanno mostrato, come sempre, di saper interpretare a pieno i sentimenti di accoglienza e solidarietà. E cioè facciano presto, prima che il processo mediatico che inevitabilmente verrà divida l’Italia e il Paese, tra chi stima Lucano e chi non lo approva. (s)