L’OPINIONE / Emilio Errigo: Calabria, se il fuoco cova sotto la cenere

di EMILIO ERRIGO – Non c’è nulla da ridere affatto! La Calabria, Sud del Sud, arde sotto la cenere, fuoco coperto dai residui derivanti dai processi di combustione popolare e alimentato da risentimenti sociali, crisi economica e occupazionale.
In questi ultimi diversi decenni, non sono certo mancati i segnali e le grida di allarme, che lasciavano intendere chiaramente che in Calabria e al Sud Italia, le cose non andassero bene e così come ancora oggi non vanno assolutamente bene.
Le statistiche semestrali e annuali della DIA , DNA, le analisi di contesto delle Forze di Polizia, i report dei sindacati, le chiare e rappresentative relazioni sull’operato dell’Autorità Giudiziaria diffuse puntualmente in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario, parrebbero parole e scritti insufficienti per far comprendere al potere legislativo ed esecutivo, che in Calabria e nelle Regioni del Sud Italia la gente è disperata, disorientata e confusa.
La mia ultra quarantennale esperienza umana e professionale al servizio dello Stato, mi ha consentito di comprendere quanto sia difficile per tutti, adempiere al proprio dovere in Calabria, Sicilia, Puglia e Campania.
Al Sud Italia non occorre solo tanta buona e sana volontà istituzionale, per continuare a operare in stato di emergenza sociale e occupazionale continua h 24, 365 giorni l’anno, ma a mio pensiero necessita un impegno da stato di calamità naturale, come se si fosse verificato una catastrofe umanitaria ed economica interregionale a rilevanza nazionale ed europea.
Occorrono interventi urgenti e necessari di Protezione Sociale, Civile e Umanitaria.
Non si può pensare che è una crisi occupazionale di facile soluzione, occorre ben altro. Occorre costituire una “Missione Italiana Interforze Governativa”, per stabilizzare e ricostruire, le infrastrutture sociali crollate, i centri amministrativi decisionali allo stato insufficienti, risanare e far ripartire veramente, l’economia del territorio che l’istituto delle Zone Economiche Speciali (ZES) non sono state ancora idonee per attrarre investimenti nelle aree delle Regioni del Sud complesse e complicate.
Chi volete che investa un euro o un dollaro, in Calabria e Sicilia, se oltre il timore della malavita, l’eventuale investitore non sia accompagnato e supportato adeguatamente dalle Istituzioni?
Sarà cosa molto difficile.
Si potrebbe rivelare credo molto utile, attribuire alla Ministra per il Sud e la Coesione Territoriale, Mara Carfagna, il potere decisionale di poter decidere come, a chi e quando, “destinare” i beni sottratti dallo Stato, alle organizzazioni criminali e alle mafie nazionali ed estere in Italia, attualmente amministrate e destinate, dall’Agenzia Nazionale per l’amministrazione dei beni sequestrati e confiscati alle organizzazioni criminali (ANBSC).
Inoltre affidare l’amministrazione dei beni utilizzabili nelle Aree ZES, provenienti da fallimenti o altre misure giudiziarie, a cura di un Magistrato della Corte dei Conti o della Ragioneria Generale dello Stato, che opera avvalendosi dei competenti Reparti Specializzati del Corpo della Guardia di Finanza e delle altre benemerite Forze di Polizia.
Solo così si può da una parte ridurre i rilevanti costi di gestione, amministrazione e manutenzione dei citati beni, accendere una o più speranze per la crescita economica e civile, della Calabria e il Sud Italia, di contro i sorrisi e gli arresti sempre più numerosi, non pacificheranno ne la Calabria ne il Sud. (ee)

[Emilio Errigo è nato in Calabria, Docente Universitario e Generale in ausiliaria della Guardia di Finanza]