Il Consiglio regionale della Calabria ha approvato la legge che regolamenta il gioco d’azzardo.
a modifica, illustrata in aula dal presidente del Consiglio regionale, Filippo Mancuso, prevede la chiusura delle sale gioco, delle scale scommesse, delle rivendite e degli esercizi nei quali sono apposti slot machine o macchinari vari dalle ore 12.30 alle ore 14.30 e dalle ore 24.00 alle ore 9.00: a disporlo è un emendamento alla Pdl originaria che prevedeva la chiusura solo nella fascia oraria notturna.
Una proposta «che mira a normare il gioco – ha spiegato durante la seduta il presidente Mancuso – e a chiarire i termini della questione, sulla quale si è dibattuto tanto ma anche a sproposito e con cose non vere. È stato giusto il primo rinvio per ulteriori approfondimenti, che abbiamo fatto in commissione, io stesso personalmente ho sentito il presidente della Cec, l’arcivescovo metropolita di Reggio-Bova monsignor Fortunato Morrone e abbiamo ascoltato tutte le parti in causa, pervenendo infine a un testo ampiamente inclusivo, che addirittura prevede ristrettezze che in altre regioni d’Italia non ci sono, ponendo rimedio in modo da respingere le speculazioni».
Per Mancuso, infatti, «abbiamo consegnato alla Calabria una legge organica, equa e necessaria».
«Possiamo sostenere, a conclusione di un iter alquanto travagliato e sul presupposto che la salute, la libertà delle persone e la lotta alle dipendenze sono una sfida per tutta la comunità – ha concluso – e non hanno colore politico, che è stato trovato il giusto equilibrio su una normativa che contempera tutti gli interessi in campo».
In disaccordo la consigliera regionale Amalia Bruni che, nel suo intervento ha accusato la maggioranza di star «mettendo un campo un carro armato non solo contro le opposizioni ma contro tutta la collettività – la Chiesa e volontariato – che si è detta contraria. Tutto resterebbe inalterato, e così si aumenterebbe una dipendenza che alla fine alimenta la ‘ndrangheta e distrugge l’economia delle famiglie».
«I dati sul crollo dell’occupazione sono assolutamente indimostrabili. Si approva una legge che ricadrà sulla pelle dei cittadini a colpi di maggioranza e di machete. E ribadisco – ha proseguito – che non è stato acquisito il parere della commissione Sanità come era necessario alla luce anche delle pesanti ricadute del gioco sulla salute dei cittadini e sulla spesa sanitaria».
Poi, l’accusa a Occhiuto: «come fa a restare in silenzio e ad avere un atteggiamento da Ponzio Pilato? Non c’è stato un approfondimento serio, ma un approfondimento passerella. È stato sanato poi il distanziometro. Con questa legge si alza bandiera bianca nel contrasto al gioco d’azzardo».
Michele Comito (FI), ha assicurato che «come Terza Commissione commissione faremmo delle audizioni sul tema delle dipendenze», mentre Ernesto Alecci (PD) ha ribadito che «con questo testo si fa un regalo alla criminalità organizzata».
«Nelle modifiche apportate non vedo alcun miglioramento del testo – ha rilevato Ferdinando Laghi (Dema) vedo che sono stati accontentati i sindaci ma certo non sono stati accontentati la Chiesa, le comunità di recupero e le associazioni e soprattutto non si fa l’interesse dei calabresi che spendono per il gioco d’azzardo dai 2 ai 4 miliardi, e questo è allarmante. È una legge sbagliata che sembra tutelare interessi lobbistici».
«La nostra non è demagogia, ma è un netto dissenso politico perché c’è la convinzione concreta su un testo che danneggia la lotta all’illegalità e avrà pesanti ripercussioni sociali. Animeremo un dibattito importante anche fuori dal Consiglio», ha assicurato Raffaele Mammoliti (PD).
Il presidente Occhiuto, nel suo intervento, ha ricordato che «io cerco di rispettare lo Statuto che prevede una divisione tra l’azione di governo e quella del Consiglio regionale. Ho la consapevolezza di governare una regione molto complessa, dove c’è grande povertà, c’è una pervicace e forte presenza della criminalità organizzata».
«A ciascuno di noi – ha ricordato Occhiuto – è capitato di registrare nella cronaca nera o giudiziaria episodi di riciclaggio, ma non è che si chiudono i supermercati perché danno luogo a situazioni del genere. Certo in Calabria il livello di attenzione dev’essere più alto, per questo qualche giorno fa ho suggerito al Consiglio regionale di riaccendere la discussione con le audizioni di soggetti interessati. È servito perché è stato modificato ulteriormente ed è un testo migliorativo, grazie a questo supplemento di approfondimento in Calabria si approva in aula un testo che ci mette all’avanguardia».
«Senza questo testo saremmo tacciati di essere quelli che favoriscono il gioco illegale rispetto a quello legale – ha continuato –. Rispondo alla Bruni: non c’è da parte mia alcun atteggiamento pilatesco, ho tanti difetti ma una cosa non può essermi contestata, il fatto di metterci la faccia e se su alcune questioni non intervengo è perché ho rispetto delle istituzioni e non voglio sostituirmi al Consiglio regionale nelle prerogative del Consiglio». (rrc)