L’OPINIONE / Walter Bloise: Nessun aumento sull’importo stanziato su indennità di pronto soccorso

di WALTER BLOISE – Nessun aumento c’è stato sull’importo stanziato sulle indennità di pronto soccorso. Precisiamo: nessun aumento! A volte la statistica, per i profani, può indurre in errori, ma certamente il lavoratore la busta paga la saprà  leggere.

Usiamo un esempio scolastico per spiegare meglio la nostra posizione: 2 topolini prima mangiavano 600 grammi di formaggio al mese, il totale faceva 1,2 kg.

Dicono  che adesso un topolino mangerà 800 grammi al mese. Secondo voi, ci chiediamo e chiediamo ai nostri interlocutori e a chi ci legge, all’altro topolino quanto spetterà, in considerazione che il formaggio totale è sempre 1,2 Kg? Fate voi il conteggio, ma senza esultare sul fatto che è aumentato il formaggio.

L’accordo sulle indennità di Pronto soccorso per i lavoratori del comparto sanità, era già stato sottoscritto il 15 febbraio 2024 (10 mesi fa), per l’importo di 66 euro al mese, con il parere contrario (l’unico parere contrario) della Uil Fpl Calabria, che già in sede di pre-intesa aveva esternato delle riserve sulla modalità di definizione della platea degli aventi diritto.

Successivamente a distanza di diversi mesi (troppi mesi) i dati precedentemente comunicati alla Regione Calabria dalle Aziende sanitarie e ospedaliere , sono stati rettificati in aumento (in particolare quelli di Catanzaro) inglobando ulteriori 200 unità tra i fruitori. Ne è derivata una rivisitazione dei calcoli fatti dalla parte pubblica, con una proposta di riduzione dell’importo da 66 euro a 59 euro mensili cadauno, prospettata alle Organizzazioni sindacali.

L’Ufficio del Commissario per il piano di rientro dal debito sanitario, anche con uno sforzo di sintesi, ha così riconvocato le parti. Le stesse, ora unitariamente hanno espresso riserve e contrarietà rispetto ad una proposta a ribasso per i lavoratori del comparto, chiedendo ulteriori risorse da destinare al finanziamento di tale istituto ritenuto da tutti contrattualmente fondamentale per i lavoratori che stanno in trincea in Pronto Soccorso.

L’Ufficio del Commissario, dopo le opportune valutazioni, ha riunito ancora una volta le Organizzazioni sindacali ed ha illustrato un nuovo sistema di calcolo per l’erogazione di tali risorse basato su conteggi orari. In sintesi le risorse restano esattamente inalterate rispetto a prima, non lievitano, non aumentano, nessun euro in più viene stanziato.

È, quindi, errato dire che si passa da 60 ad 80 euro mensili, ancor peggiore è il fatto che a dirlo non sia la parte pubblica. Per maggiore precisione e crediamo cautela, si deve affermare che l’indennità verrà corrisposta a 0,56 euro lorde l’ora (dicasi zerovirgolacinquantasei) e sarà calcolata sull’effettiva presenza oraria in Pronto soccorso.

La Uil Fpl ha così riconfermato il parere negativo, ripetiamo già espresso 10 mesi fa, con la consapevolezza e l’aggravante che la toppa, dopo così tanto tempo, è peggiore del buco. Ma certo la toppa alla Uil Fpl non piace.

Aspettiamo ad esultare, dal momento che  pochi spiccioli, ed in ritardo, arriveranno nella busta paga dei lavoratori al netto delle trattenute.

La Uil Fpl, nel ringraziare la parte pubblica per la correttezza istituzionale delle trattative e gli sforzi che compie, ha il dovere però di chiarire la propria posizione, erroneamente riportata da alcuni organi di stampa ed è curiosa di capire cosa ne pensano i lavoratori. Coloro che in Pronto soccorso, ogni giorno, affrontano un lavoro di trincea e vengono gratificati con 0,56 euro lordi all’ora. Questo è il valore del loro impegno? (wb)

[Walter Bloise è segretario generale Uil Fpl Calabria]

L’OPINIONE / Carmelo Versace: I danni sull’agricoltura deve risarcirli la Regione

di CARMELO VERSACE – In Parlamento, gli esponenti della maggioranza di centrodestra, ancora dimenticano o forse disconoscono che la Città metropolitana di Reggio Calabria è l’unico Ente pubblico intermedio d’Italia al quale, ancora, non sono state conferite le funzioni, assegnate per legge, da parte della Regione.

Abbiamo ascoltato e visto, con sgomento, interventi di parlamentari della Lega che stigmatizzavano un nostro mancato risarcimento agli agricoltori reggini per i danni causati dai cinghiali sui loro terreni.

Dispiace constatare che anche ai più alti livelli istituzionali, in questo caso in Parlamento, non si riconosca, ancora, questo assurdo ritardo, unico in Italia.

Noi, pur con i nostri limiti d’azione,. abbiamo comunque cercato di restare vicini agli agricoltori reggini e ai sindaci dei territori danneggiati dai cinghiali. La caccia è stata chiusa in maniera totale, nella zona 2 del territorio di Reggio Calabria, con un’ordinanza del 2 ottobre scorso, una condizione che ha limitato notevolmente le azioni di depopolamento dei cinghiali.

Il risarcimento dei danni va, quindi, erogato direttamente dalla Regione Calabria. Gli agricoltori reggini attendono da anni, da parte del dipartimento Agricoltura della Regione, il pagamento di quanto dovuto a titolo di risarcimento danni da cinghiale, unico soggetto istituzionale al momento gravato dell’onere di provvedere.

Anche in questo caso la Città metropolitana di Reggio Calabria potrebbe procedere direttamente agli indennizzi dovuti, a patto che la Regione trasferisca le deleghe e i relativi fondi fino a oggi trattenuti presso la cittadella regionale. (cv)

[Carmelo Versace è vicesindaco della Città Metropolitana di Reggio Calabria]

L’OPINIONE / Flavio Stasi: Serve azione del Governo per superare problemi ed avviare percorsi condivisi

di FLAVIO STASI – Ho apprezzato espressioni politiche come quelle del segretario regionale UDC, Bulzomí, e dell’onorevole Cesa i quali hanno espresso interesse per la questione portuale emersa agli onori della cronaca in queste settimane.

Lo dico apertamente seppur non si tratti di espressioni politiche che fanno parte del campo di riferimento della nostra Amministrazione, perché su questi temi serve raggiungere gli obiettivi e non alzare le bandierine. Si tratta di una azione meritoria e concreta che traccia una differenza sostanziale con altre forze che, da ben prima dell’annuncio di BH, si sono limitati ad uno strumentale immobilismo.

È utile sapere, infatti, che l’amministrazione comunale ha più volte richiesto l’intervento delle istituzioni superiori per risolvere le criticità della questione, e lo ha messo nero su bianco. L’amministrazione è sempre stata e continuerà ad essere disponibile sul tema, ponendo sempre le soluzioni insieme ai problemi, seppur finora non siamo stati ascoltati.

È anche utile conoscere il contesto di un Porto nel quale continuano a restare fermi – da anni – gli investimenti pubblici; nel quale qualche briciola utile a servizi essenziali, come l’acqua e la luce, sono state fatte passare per rivoluzioni; dove continua a restare nel cassetto un Piano Regolatore ambizioso per il quale sono stati spesi soldi pubblici; nel quale continuano ad essere disattesi gli impegni, di anno in anno. L’assenza totale di percorsi condivisi certamente non agevole i necessari investimenti privati.

Contestualmente chiedo a tutte le forze politiche di approfondire anche altre questioni, a partire dalle ragioni per le quali soltanto pochi mesi fa Enel ha deliberatamente fatto perdere al nostro territorio 20 milioni di euro di investimento pubblico, di cui 15 PNRR, per il rilancio sostenibile di un sito già industriale, quello di Sant’Irene. Un percorso che era stato condiviso da Comune, Regione e sindacati.

Si approfondiscano le ragioni del ritardo dell’intesa Anas – Regione sul tratto di Ss. 106 Sibari-Coserie, tenendo conto che si tratta di un investimento pubblico da 975 milioni di euro.

Concludo chiedendo a tutte le forze politiche di chiedere le ragioni della cancellazione del nodo AV di Tarsia, che taglia fuori dalla alta velocità un terzo dei calabresi, che comporta un investimento pubblico di alcuni miliardi di euro e che, secondo stime, porterebbe un aumento del 6% del Pil.

È giunto il tempo di dimostrare chi davvero vuol bene al territorio ed alla Calabria e chi, invece, si occupa da decenni di strumentalizzazioni elettorali a scapito sempre dei territori. Una cosa è certa: il tempo dei Comuni e dei territori silenti e supini è finito. (fs)

[Flavio Stasi è sindaco di Corigliano Rossano]

L’OPINIONE / Aldo Ferrara: È necessario intervenire immediatamente affinché si rafforzi la resilienza dei territori

di ALDO FERRARAC’è preoccupazione nel sistema confindustriale calabrese per le criticità legate al sistema viario in conseguenza delle recenti avversità climatiche che hanno interessato tutta la Calabria.

Il recente cedimento di una parte della SS280, che fortunatamente non ha causato danni seri a persone, e l’interruzione di molte delle strade alternative alla trasversale principale che collega la costa jonica a quella tirrenica della nostra regione sono fonte di apprensione per le ricadute sulla viabilità di persone e merci in Calabria, nel presente e nel futuro. Il caso della città di Catanzaro, da questo punto di vista, è emblematico: alle già difficili condizioni determinate dalla riduzione della portata di carico del Ponte Morandi, per il quale si attende, a lavori conclusi ormai da tempo, la riapertura al traffico di una delle due corsie in uscita dalla città, e soprattutto la chiusura per 18 mesi della galleria Sansinato in ingresso avevano già posto un problema al quale non sono ancora state posse in essere delle soluzioni pienamente soddisfacenti.

A maggior ragione, con la SS280 in difficoltà, i problemi si ampliano e minacciano di isolare la città capoluogo, la Cittadella regionale, il mercato agroalimentare calabrese (l’unico della regione) e le tante imprese che quotidianamente operano con clienti e fornitori di tutta Italia. In questo senso, oltre alla insufficiente copertura ferroviaria tra costa jonica e costa tirrenica, le forti limitazioni alle possibilità di connessione viaria da e per il Policlinico e l’Università, la stazione di Lamezia Terme Centrale, con l’aeroporto internazionale, con il Porto di Gioia Tauro, le aree industriali e altre infrastrutture venutesi a creare da lunedì scorso hanno messo in evidenza la fragilità di un sistema esposto a quelle che saranno, purtroppo, condizioni climatiche avverse sempre più frequenti, dannose e potenzialmente pericolose. 

Su tutti questi temi auspichiamo che il sindaco di Catanzaro, Nicola Fiorita, possa far valere con vigore le ragioni della città nei confronti di Anas. Appreso dalla viva voce del presidente Occhiuto che ci vorranno un paio di settimane perché la SS280 torni a essere pienamente percorribile, rimane l’esigenza di intervenire nel breve periodo affinché i percorsi alternativi siano messi in sicurezza e siano resi idonei a sopportare i normali flussi veicolari. Accogliamo con favore, quindi, dichiarazione dello stato di emergenza deliberata dalla Giunta regionale.

In più, il nostro appello è perché ci si attivi affinché in tutta la regione i rischi derivanti da certe condizioni meteorologiche siano mitigati considerevolmente e non impattino così sui cittadini e sulle prospettive a breve, medio e lungo termine dei centri produttivi che hanno una ricaduta positiva sull’assetto sociale ed economico della popolazione. È necessario intervenire immediatamente affinché si rafforzi la resilienza dei territori, delle aree più sensibili. In questo senso, proprio nelle ultime ore, ho ricevuto decine e decine di sollecitazioni da parte degli imprenditori calabresi, preoccupati per i rischi connessi all’isolamento fisico e per i danni che potenzialmente le imprese potrebbero subire a causa del dissesto idrogeologico del territorio calabrese.

Anche questo aspetto non è secondario nella costruzione di una regione capace di attrarre investimenti capaci di portare sviluppo e lavoro in Calabria. (af)

[Aldo Ferrara è presidente di Unindustria Calabria]

L’OPINIONE / Francesco Forciniti: Baker Hughes, il territorio pretende ben altro

di FRANCESCO FORCINITI – È singolare – ma allo stesso tempo illuminante – il fatto che mentre il carrozzone politico-istituzionale-sindacale e gran parte di quello mediatico continuino a dipingere la rinuncia della Baker Hughes come un disastro di proporzioni bibliche, agitando persino lo spettro di rivolte sociali e pregandoli di tornare, andando ben oltre i canonici tre giorni di lutto previsti in questi casi, in realtà la gran parte della popolazione abbia accolto tale notizia con assoluta indifferenza se non addirittura con sollievo.

Forse perché ha capito che il nostro porto, per quanto oggi certamente valorizzato ben al di sotto del suo potenziale, possa in prospettiva produrre ben più di poche decine di presunti posti di lavoro a bassa qualifica e retribuzione (saldatori, verniciatori e poco altro).

Forse perché ha capito che sarebbe del tutto innaturale e fuori dalla logica delle cose impegnare per sempre le banchine di un porto con degli enormi capannoni industriali, quando a poche centinaia di metri una enorme zona industriale appositamente pensata per questo tipo di cose ce l’abbiamo già.

Forse perché ha capito che per il nostro porto dobbiamo piuttosto pretendere investimenti pubblici (gli stessi che da dieci anni vengono sistematicamente dirottati su Gioia Tauro), banchine crocieristiche, programmazione e pianificazione, collegamenti con la zona industriale e con la ferrovia, affinché anche l’area del porto e quella retrostante retrostante diventino appetibili e fruibili per tutte le aziende, non per una sola.

Forse perché ha capito che sono totalmente fuori luogo gli atteggiamenti arroganti di un ammiraglio che per dieci anni non ha fatto nulla di tutto ciò per il nostro porto, e oggi viene a dirci che nel nostro porto non c’è nulla, come se non l’avesse gestito lui fino a oggi.

Forse perché ha capito che la desertificazione del porto è responsabilità di quella stessa classe dirigente che oggi prova a sfruttarla proponendoci di svendere il nostro patrimonio pubblico, non avendo voluto o non essendo riuscita a farlo fruttare.

E tutto ciò è desolante ma anche illuminante, appunto, perché ci rivela in maniera inequivocabile quanto poco o nulla sia rappresentativa una classe dirigente che ad oggi, nella sua quasi totalità, se la canta e se la suona continuando fino allo stremo, con la bava alla bocca, a raccontare la ormai trita e ritrita favoletta del grande investimento che avrebbe salvato le nostre vite e ci avrebbe reso tutti milionari, mentre sostanzialmente la gente che dovrebbe essere da questi rappresentata se ne frega altamente dei loro deliri. (ff)

[Francesco Forciniti è un libero cittadino e già deputato della Repubblica]

L’OPINIONE / Filippo Mancuso: Potenziare la cultura della prevenzione

di FILIPPO MANCUSO – Il ciclone temporalesco ha provocato vittime, frane e allagamenti, evidenziando, ancora una volta, la continua evoluzione dei fenomeni atmosferici attraverso i cambiamenti climatici ed il fragile assetto idrogeologico in cui versa il nostro Paese. Immagini drammatiche sono arrivate, in particolare, dalla Liguria, dall’Emilia Romagna e dalla Calabria, dove si sono registrate notevoli difficoltà sulla viabilità stradale: un tratto dell’autostrada A2 tra Pizzo e Lamezia Terme è stato chiuso a causa di allagamenti, mentre addirittura una macchina è stata ingoiata da una voragine apertasi sulla strada statale “280”: i passeggeri sono rimasti, per fortuna, illesi.

Non posso non evidenziare come le forti piogge continuino a cancellare ingenti investimenti pubblici e privati ed interi progetti di vita. In particolare, non sono eccezioni gli eventi alluvionali che colpiscono annualmente la Calabria, danneggiando paesaggi, case, aziende, strade. Per questo, oltre alle polemiche del giorno dopo, bisogna sostenere con forza la cultura della prevenzione e del contrasto al dissesto idrogeologico, attraverso azioni mirate per ciò che riguarda l’etica dell’ambiente, la cultura del territorio ispirata alla tutela, ed il rispetto e mitigazione degli impatti ambientali.

È necessario assumere decisioni responsabili, attraverso piani operativi che agiscano con concretezza così da fronteggiare in maniera più decisa ed adeguata le conseguenze delle calamità naturali purtroppo sempre più frequenti nel nostro Paese.
Solidarietà, da parte del Consiglio regionale, ai cittadini ed alle amministrazioni locali colpite duramente dalle condizioni meteorologiche avverse che hanno imperversato su gran parte del territorio italiano e, al contempo, un ringraziamento alla Protezione civile ed a tutti coloro che si stanno adoperando per la messa in sicurezza delle persone e delle aree interessate dal maltempo. (fm)
[Filippo Mancuso è presidente del Consiglio regionale]

L’OPINIONE / Mariaelena Senese: Serve un piano straordinario di investimenti per messa in sicurezza del territorio

di MARIAELENA SENESE – La Calabria è in piena emergenza per il dissesto idrogeologico, con oltre il 90% del territorio classificato ad alto rischio frane e alluvioni, secondo i dati Ispra 2024. La mancata manutenzione delle infrastrutture e il degrado del territorio espongono i cittadini a pericoli quotidiani. È inaccettabile che, nonostante questa situazione, manchi ancora un piano di intervento strutturato e mirato a proteggere il nostro territorio e le nostre comunità.

Non vogliamo fare terrorismo mediatico anche perché le immagini delle ultime ore sono sotto gli occhi di tutti ma la Calabria è da bollino rosso. Ci sono vari indicatori che collocano la Calabria in una posizione di alto pericolo: la conformazione morfologica; le ricadute dei cambiamenti climatici e gli incendi boschivi che hanno reso più fragile il nostro territorio.

Davanti a tutto questo, però, continuiamo ad agire come se vivessimo nel paese dei balocchi. Preferiamo gestire tutto quanto accade in regime emergenziale, con enorme dispendio di risorse umane ed economiche, anche sull’onda delle forti emozioni che durano qualche giorno,  mentre trascuriamo colpevolmente la prevenzione.

In Calabria la manutenzione costante, la pulizia degli alvei fluviali, il presidio sul territorio, il monitoraggio continuo, la progettazione e la programmazione di interventi dopo un accurata analisi e valutazione del territorio definendo le priorità territoriali, sono buone presi che rimangono intrappolate nel libro dei sogni.
Per il monitoraggio del rischio idrogeologico sono stati stanziati 500 milioni del Pnrr. Dopo quanto accaduto in queste ore in Calabria non possiamo non chiederci che fine abbiano fatto questi fondi? Uno stanziamento irrisorio per la realtà con la quale si trova a fare i conti la Calabria ma che vanno, comunque, spesi per fare prevenzione.

Chiediamo, quindi, al governo regionale e nazionale un piano straordinario di investimenti per la messa in sicurezza del territorio, che preveda fondi adeguati per la prevenzione e la manutenzione. Non possiamo permettere che il dissesto idrogeologico continui a causare danni irreparabili, come accaduto troppo spesso nel passato. La protezione delle vite umane e la salvaguardia delle nostre aree deve essere una priorità assoluta.

La carta della pericolosità idraulica, redatta dall’Ispra, evidenzia le aree del territorio nazionale più vulnerabili a inondazioni. Circa l’11,8% delle famiglie italiane vive in zone potenzialmente inondabili, con conseguenze economiche e sociali notevoli. Una grossa fetta di queste famiglie risiede e lavora in Calabria, una regione in cui la quasi totalità del territorio è segnalato come a forte rischio.

La  Calabria ha un commissario per il contrasto al dissesto idrogeologico. Una struttura commissariale, però, che non è ancora riuscita a dispiegare effetti positivi sul territorio e gli eventi catastrofici delle ultime ore nel lametino sono il segnale concreto di quanto stiamo sostenendo.

Spulciando il cruscotto del sito governativo Opencoesione, infatti, possiamo capire che solo il 2% dei progetti in capo alla struttura commissariale, alla quale sono stati destinati oltre 500 milioni di euro, sono stati conclusi a fronte del 95% di quelli che sono ancora in corso. Ritardi che non possono essere accettati.

L’impermeabilizzazione del suolo e la riduzione delle superfici naturali di espansione delle acque stanno aggravando le conseguenze degli eventi alluvionali. Parallelamente, il consumo di suolo continua a crescere, con una progressiva riduzione delle aree agricole e una perdita di biodiversità, aumentando la necessità di azioni incisive di ripristino.

La protezione del nostro territorio e la sicurezza dei cittadini devono essere una priorità per tutti noi. Per questo ribadiamo, ancora una volta, la necessità per la Calabria di creare una rete virtuosa fra sindaci, esperti e ordini professionali che sia in grado di partorire delle linee guida chiare per intervenire e mitigare il rischio idrogeologico.

Per fare questo, però, non è più rinviabile il potenziamento della macchina amministrativa regionale e locale, perché anche sul potenziamento della macchina burocratica si gioca una partita importante per evitare alla Calabria di dover registrare una catastrofe idrogeologica inaccettabile.

Non possiamo più aspettare che tragedie colpiscano le nostre comunità prima di agire. La Uil Calabria continuerà a monitorare la situazione e a fare pressione affinché le istituzioni competenti intervengano in modo tempestivo ed efficace. (ms)

[Mariaelena Senese è segretaria generale Uil Calabria]

L’OPINIONE / Francesca Dorato: Regione e Governo usino fondi per le infrastrutture inutili per il territorio

di FRANCESCA DORATO – I violenti e repentini cambiamenti climatici stanno letteralmente mettendo in ginocchio tante regioni italiane, devastate da alluvioni, smottamenti, straripamenti di fiumi e torrenti. Anche la Calabria negli ultimi giorni è stata interessata da importanti eventi atmosferici che hanno provocato danni al territorio e alle sue infrastrutture stradali.  Emblematico quanto accaduto sulla SS 208 nei pressi di Lamezia Terme.

Appare chiaro che in una terra già fortemente interessata  da fenomeni di dissesto idrogeologico ed erosione del suolo, occorra la massima attenzione da parte del governo regionale alla manutenzione e alla cura dell’ambiente, così come alla sicurezza di tutte le arterie di comunicazione. Sul punto, inutile dire, che la governance Occhiuto è deficitaria, assente tanto nella programmazione di strategie di prevenzione, quanto incapace di far fronte alle tante emergenze quotidiane.

È necessaria la predisposizione di risorse e misure idonee ad evitare, o quanto meno ridurre, il pericolo di incendi nei periodi più caldi, e di allagamenti, esondazioni e smottamenti nei periodi di maggiori precipitazioni.
Occorre mettere a punto un piano di sicurezza territoriale e ambientale che renda sicuro il territorio e le sue infrastrutture, attraverso investimenti economici concreti ed immediati.

Il governo regionale e quello nazionale abbandonino, dunque, pseudo-futuribili progetti di inutili infrastrutture e recuperino – destinandole al loro naturale e legittimo utilizzo – le risorse per la manutenzione della rete viaria e il contenimento del rischio meteo-idrogeologico e idraulico. (fd)

[Francesca Dorato è responsabile ambiente Pd Calabria]

L’OPINIONE / Mariaelena Senese: Regione metta in atto misure strutturali per messa in sicurezza del territorio

di MARIAELENA SENESE – La Uil Calabria esprime forte preoccupazione per l’emergenza maltempo che ha colpito il territorio lametino, in particolare per l’esondazione del torrente che ha isolato il comune di Maida e bloccato la Strada dei Due Mari, arteria di fondamentale importanza per i collegamenti locali e regionali. È inaccettabile che situazioni del genere si ripetano con allarmante frequenza, dimostrando l’inefficacia delle politiche di prevenzione e manutenzione del territorio.

Chiediamo con forza all’Amministrazione Regionale di assumersi le proprie responsabilità, mettendo in atto misure strutturali e urgenti per la messa in sicurezza del territorio. Non è più possibile accettare una gestione emergenziale che, oltre a mettere a rischio la vita dei cittadini, paralizza l’economia locale e compromette la vivibilità di intere comunità.

Ribadiamo l’importanza di investimenti adeguati per prevenire i rischi idrogeologici, il monitoraggio costante delle aree più vulnerabili e l’adozione di un piano di manutenzione che garantisca la sicurezza delle infrastrutture viarie e delle opere di contenimento delle acque. Il nostro territorio, già fragile e vulnerabile, non può essere lasciato solo davanti all’avanzare di eventi atmosferici sempre più estremi e frequenti.

La Uil Calabria continuerà a vigilare affinché le autorità competenti intervengano con celerità e decisione, perché la sicurezza e il benessere dei cittadini devono essere una priorità assoluta. (ms)

[Mariaelena Senese è segretaria generale Uil Calabria]

L’OPINIONE / Mons. Serafino Parisi: Le immagini del maltempo non possono lasciarci indifferenti

di MONS. SERAFINO PARISIIn questo difficile momento che sta attraversando il nostro territorio flagellato dal maltempo, la Chiesa di Lamezia Terme è vicina alle persone che hanno subito danni dovuti alle forti piogge.

Nell’esprimere vicinanza a tutti, così come ho avuto modo di dire sia al sindaco di San Pietro a Maida, Domenico Giampà, al quale ho chiamato appena appresa la notizia sulla problematica situazione che sta vivendo il suo comune rimasto isolato, che al commissario prefettizio di Maida, il vice prefetto Costanza Pino, come Chiesa lametina assicuriamo le nostre preghiere ed il nostro aiuto per i territori interessati da questa inaspettata situazione. 

Mi sono messo in contatto con i parroci delle zone colpite dalle forti piogge (San Pietro a Maida, Maida, Curinga, Acconia, Jacurso, S. Pietro Lametino, Cortale, Lamezia Terme) per sincerarmi della situazione e per sollecitare le Caritas parrocchiali a mettere a disposizione quanto necessario per poter aiutare chi ne avesse necessità a far fronte al difficile momento che, fortunatamente, non ha registrato tragici risvolti.

Le immagini che stiamo vedendo in queste ore non possono lasciarci indifferenti, non solo perché ci raccontano difficoltà di famiglie colpite dal maltempo che in pochi minuti si sono trovate a dover affrontare una tale emergenza, ma anche perché ci fanno pensare al futuro di queste zone: i campi coltivati sommersi dall’acqua così come l’area industriale di Lamezia, dove insistono aziende attive ed operose che in questi due anni di episcopato ho imparato a conoscere ed apprezzare, il centro commerciale allagato, devono indurci a riflettere anche sull’emergenza occupazionale, che speriamo sia scongiurata, che tali eventi potrebbero implicare.

A tutti giunga la vicinanza mia e della Chiesa Lametina insieme alla gratitudine nei confronti di rappresentanti istituzionali, volontari, Protezione civile, Vigili del Fuoco, Forze dell’ordine, Anas, associazioni che da stanotte stanno operando per aiutare chi è in difficoltà e far sì che la situazione giunga quanto prima alla normalità.

Momenti difficili come quelli che stiamo vivendo, devono farci comprendere sempre più il senso di comunità e, per noi credenti, di Chiesa pronta a porgere la mano a chi è in difficoltà, non perdendo di vista che, come ci ricorda papa Francesco nella “Laudato sì”, l’ambiente che ci circonda è un dono di Dio, “eredità comune”, rispetto al quale abbiamo una “tremenda responsabilità” perché “è un dono collettivo, patrimonio di tutta l’umanità” che noi abbiamo il compito di custodire. (sp)

[Mons. Serafino Parisi è vescovo di Lamezia]