Tansi accoglie De Magistris: una rivoluzione arancione insieme per cambiare la Calabria

De Magistris, ieri in Calabria, è stato ospite di Carlo Tansi con cui ha dialogato sul futuro della Regione e una comune strategia per la conquista di Germaneto. È stato lo stesso Tansi a darne notizia: «Una rivoluzione all’insegna della buona politica e del vero cambiamento in Calabria – ha detto –, partita da casa mia, oggi pomeriggio. Sì, perché battuta a parte sul luogo della riunione, poco fa ho avuto il piacere di ospitare il sindaco di Napoli Luigi De Magistris per un faccia a faccia, appuntamento riservato e ristrettissimo anche in ragione del rispetto delle vigenti norme antiCovid, incentrato su un programma di governo virtuoso della nostra meravigliosa regione. Un incontro al cui termine, al di là di ogni forma di egoismo e personalismo evocata ad arte da settimane da alcuni organi di stampa o da qualche vecchio arnese del sottobosco affaristico calabrese, si è capito come ci siano i margini per procedere lungo binari paralleli in una stessa direzione. Una strada che porta alla liberazione della Calabria dalla cappa, opprimente e soffocante, della partitocrazia di tutti i colori. Un’immarcescibile nomenclatura affaristico-mafiosa,  che è giunta l’ora di mandare a casa una volta per sempre.

«Certo, il cammino da fare è ancora lungo – ha aggiunto Tansi – e io dovrò sempre confrontarmi con la base del mio Movimento, Tesoro Calabria, e i candidati delle tre liste che mi sostengono, ma i presupposti per far partire da questo momento in avanti un’onda arancione, un autentico tsunami capace di travolgere un sistema politico subalterno, inefficiente e paralizzato, esistono. Eccome. Anzi, mi spingo fino al punto di dire che ci sono le basi per far partire dalla nostra regione una sorta di laboratorio. Una casa comune che, se ne ricorreranno tutte le premesse da me evocate di continuo quale fondamento del buon governo, possa gettare uno sguardo ben oltre i confini territoriali calabresi. Un piano di amministrazione virtuosa dei cittadini e delle varie realtà meridionali e nazionali che si focalizzi su tutto il Sud e non solo. È il mio auspicio e quello delle tante donne e uomini meravigliosi che lavorano con me a questo progetto fin dall’estate del 2019. Ecco perché abbiamo gettato un macigno nella palude in cui da decenni è impantanata e frenata la Calabria, cercando da adesso in poi di prosciugarla, senza pensare alla spartizione delle cariche o al ruolo del leader. Liturgie della politica-politicante che, come noto, non ci appartengono e da cui rifuggiamo». (rp)

 

De Magistris scioglie la riserva: Correrà a Governatore della Calabria

«Mi candido per amore della Calabria» ha dichiarato Luigi De Magistris, annunciando la sua ‘corsa’ alla presidenza della Regione Calabria.

Il sindaco di Napoli, infatti, è in queste ore a Cosenza e a Rende per una serie di incontri per l’avvio della campagna elettorale e, in una nota, ha raccontato del suo legame indissolubile, fin da bambino, per la nostra terra: «le estati dal 1975 al 1992; la prima sede da pubblico ministero (per scelta) dal 1995 al 1998; il ritorno (per scelta) dal 2003 al 2008 (cacciato dal Sistema per aver investigato il Sistema criminale); le estati dal 1995 ad oggi. Moglie calabrese, un figlio nato in Calabria. Sono napoletano doc, genitori napoletani, nonni paterni di origini lucane, nonno materno di origini siciliane. Insomma orgogliosamente un uomo del Sud».

Sempre in una nota ha, poi, spiegato i motivi della sua candidatura: «Mi rivolgerò, con umiltà e rispetto – continua ancora la nota – a tutte le donne e a tutti gli uomini di questa Regione. So quanto sia profonda la sete di giustizia. Migrazioni di migliaia di giovani che vanno via, ambiente spesso violentato, servizi non sempre all’altezza di un popolo che ha una grande umanità e dignità, una criminalità non di rado oppressiva, una borghesia mafiosa alquanto dominante in settori della politica e delle istituzioni. Non sono un candidato calato dall’alto, ho sempre affrontato le sfide con la gente e tra la gente. Il popolo è la forza di quella rivoluzione che deve coniugare rottura del sistema e capacità di governo. Posso essere strumento per un processo di liberazione dal basso per dare voce ai tanti calabresi che non si piegano, che lottano per i valori costituzionali».

«Per una Calabria forte e autorevole – si legge ancora nella nota – mai con il cappello in mano e il guinzaglio di un ceto politico trasversale che ha annichilito la potenzialità di questa terra. Abbiamo dimostrato di saper governare, con le mani pulite, senza mai cedere al compromesso morale e spezzando i legami tra criminalità organizzata e politica. Porto in dote autonomia, indipendenza, libertà, coraggio, amore e passione. Costruiremo insieme un programma chiaro e forte. Candideremo persone che hanno storie individuali e collettive credibili».

«Voglio dare voce a chi non l’ha avuta – conclude la nota – potere a chi considera il potere come servizio per il bene comune e non come luogo per perseguire interessi di parte. Sono consapevole dell’impresa che appare impossibile, ma nulla è impossibile se c’è la volontà e lotterò con entusiasmo fino alla fine per la vittoria insieme alla maggioranza del popolo calabrese che desidera riscatto, sviluppo, libertà, giustizia sociale e uguaglianza».

«Da magistrato in Calabria – ha detto in una nota De Magistris – ho dimostrato fedeltà alla Costituzione applicando l’uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge. Ho pagato un prezzo altissimo perché non sono scappato, e non mi sono girato dall’altra parte anche quando ero consapevole che mi avrebbero fatto fuori. Sono autonomo e libero, senza prezzo. Sono stato fermato (scippandomi indagini su fatti gravissimi, strappandomi le funzioni di Pm e trasferendomi per incompatibilità ambientale) per aver individuato un Sistema criminale – composto da politici, affaristi, magistrati, professionisti e uomini delle istituzioni – che gestiva in modo illecito fiumi di denaro pubblico che erano destinati allo sviluppo della Calabria».

«La mia radice è questa – continua la nota – un uomo di giustizia che si è anche scontrato con la legalità formale divenuta abuso del diritto. Sono stato poi eletto deputato al Parlamento Europeo, con circa 500.000 voti, per due anni ho svolto le funzioni di presidente della Commissione controllo bilancio, occupandomi dei fondi europei. Poi ho accettato la sfida, inizialmente folle, di candidarmi a sindaco di Napoli, con una coalizione civica. Ho vinto al ballottaggio con circa il 70% dei voti. Poi confermato, al ballottaggio e sempre con circa il 70% del consenso, nel 2016, con una coalizione prettamente civica. Unica esperienza in Italia di una grande città con un’amministrazione autonoma che ha vinto contro tutto il ceto politico dominante. Ho ereditato Napoli con i rifiuti sino al primo piano e l’abbiamo portata, prima della pandemia, ad essere la città d’Italia che più è cresciuta in cultura e turismo. Ma ora non è il momento di parlare di Napoli. Ma della Calabria».

L’annuncio di De Magistris se da una parte ha trovato il consenso di molti cittadini, dall’altra ha raccolto critiche da parte dei partiti. Il leader della LegaMatteo Salvini, ha commentato la candidatura, su Twitter, scrivendo che «De Magistris si candida in Calabria ma continua a fare (male) il sindaco di Napoli. Mancanza di rispetto sia per i cittadini napoletani che per i calabresi, ormai la fame di poltrone della sinistra non conosce limiti».

Duro anche il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri, che ha ricordato che «la Calabria è una grande terra, ricca di personalità e di storia e non può essere una colonia per una candidatura alla presidenza di chi viene da altre realtà, dove già ha arrecato gravi danni».

«La Calabria – ha aggiunto – non è un luogo per appagare sete di poltrone, e quindi De Magistris offende i calabresi e umilia la sinistra locale, che dovrebbe adattarsi a una candidatura perdente e di serie B, di una persona che non ha nulla a che vedere con una Regione che ha bisogno di una guida forte ed espressione del territorio e non certo di avventurieri che la vorrebbero usare per inseguire poltrone che in ogni caso non otterranno mai».

«Sarà il centrodestra unito – ha concluso – a fare rapidamente scelte sagge e ben radicate in Calabria, per dare continuità alla stagione di rinnovamento che era stata aperta da Jole Santelli. Gli avventurieri al bando, a meno che la sinistra non voglia gettarsi definitivamente al macero facendo da cavalier servente di candidature estranee al territorio e comunque perdenti». (rrm)

CALABRIA, SOFFIA VENTO DI POPULISMO
DE MAGISTRIS, AMATO-ODIATO, È TENTATO

di SANTO STRATI – È trascorso appena qualche giorno dalla firma del decreto di indizione dei comizi elettorali per l’11 aprile da parte del presidente pro-tempore Nino Spirlì, che già circola con insistenza la voce dell’inevitabile rinvio al 9 giugno. Un election-day che vedrà impegnati gli italiani nel rinnovo di importanti Consigli comunali (a Roma, Milano, Napoli, etc). E proprio da Napoli, dove concluderà il 9 giugno il secondo e ultimo mandato da sindaco, Luigi De Magistris viene “strattonato” dalla sinistra più a sinistra e dagli arancioni per un impegno personale come futuro governatore. E De Magistris, che conosce molto bene la Calabria (e Catanzaro, sia perché è stato alla Procura, sia perché ha sposato una catanzarese) ci sta pensando. La tentazione è forte, ma sono necessarie alcune condizioni per la sua discesa in campo. Innanzitutto c’è da vedere cosa succederà al Governo: chi entra, chi esce, e quali nuovi equilibri saranno partoriti dalla crisi mancata (?). Poi ci sono alcune perplessità che derivano dalla diversità di vedute sul futuro di Germaneto e, quindi della Calabria, tra la tentazione del civismo e l’inossidabile scelta dell’usato sicuro, con i partiti tradizionali.

Cominciamo dalla parte più facile: in Calabria sta soffiando un forte vento di populismo e il movimento arancione di De Magistris si attaglia perfettamente alle istanze di quanti non credono più nei partiti tradizionali e aspirano a un radicale cambiamento. Quando, lo scorso settembre, l’attuale sindaco di Napoli è venuto a Reggio per chiudere la campagna elettorale di Saverio Pazzano (La Strada) l’accoglienza in piazza è stata abbastanza calda: a quel tempo nessuno s’immaginava la repentina scomparsa della compianta Jole Santelli e non c’era motivo di ipotizzare un qualsiasi impegno a respiro regionale. Certo, i segnali di aspettative diverse erano ben evidenti: lo stesso successo riportato da Pazzano, antagonista-David contro Falcomatà-Golia, è stato superiore a quanto ci si attendeva. Poi ci sono le varie anime dei movimenti civici che mostrano aneliti populisti che niente hanno a che vedere con le promesse mancate dei pentastellati: a cominciare da quello di Pino Aprile, per finire a Carlo Tansi (Tesoro di Calabria) passando per il Movimento La Calabria che vogliamo di Giuseppe Nucera. Tante anime civiche che non sono riuscite a trovare una pur minima intesa, con toro-scatenato Tansi che ha subito rotto ogni premessa di accordo e annunciato più volte di voler andare per proprio conto.

E Tansi rappresenta una delle spine al fianco delle aspirazioni del primo cittadino di Napoli: l’ex capo della Protezione Civile calabrese ondeggia e tentenna sul possibile accordo con De Magistris e il suo peso elettorale (8-10%) è sicuramente determinante ai fini di una corsa che possa vedere una (im)possibile corsa unita a sinistra. È questa la parte più difficile: Stefano Graziano, attuale commissario dem in Calabria, napoletano, è il primo sponsor di De Magistris e sta cercando in tutti i modi di presentare questa candidatura come la soluzione alle divisività e incomprensioni che caratterizzano tutto il centro sinistra . Non sarebbe una soluzione “alla Callipo” che si è rivelata disastrosa sotto tutti i punti di vista (considerate anche le dimissioni quasi immediate dal Consiglio del re del tonno), ma un compromesso per battere un centrodestra già sicuro di avere la vittoria a tavolino. De Magistris incontrerà entro il 19 gennaio Tansi e i notabili del Partito Democratico in una sede simbolica (la sede del PD al Nazareno, a Roma) per capire se ci sono i margini per un’intesa che lo vedrebbe candidato governatore con Tansi alla vicepresidenza, oppure se è una missione suicida, senza alcuna possibilità di successo. Dunque è da immaginare che entro il 20 gennaio avremo la risposta definitiva dallo stesso De Magistris circa il suo impegno in prima persona per la conquista del Palazzo Santelli a Germaneto. Se dovesse essere negativa, difficile ipotizzare un suo impegno a favore di Carlo Tansi sempre più intestardito a correre da solo con le tre liste pronte già da prima di Natale: De Magistris non avrebbe alcun interesse specifico a inimicarsi i dem in una campagna contraria al loro (disperato) tentativo di unire e riunire le forze per la Presidenza della Regione.

I militanti di DemA Calabria, Rinascita per Cinquefronti e La Strada  hanno stilato un manifesto di intenti  pro De Magistris: «In un momento in cui si discute solo di nomenclature, e in cui il nome di de Magistris viene usato come spauracchio da certi ambienti del centrosinistra e da certo civismo di facciata – scrivono Michele Conia e Saverio Pazzano –, dopo aver parlato con​ tanti soggetti calabresi che lottano nei territori, portatori sani di valori democratici e protagonisti di vertenze legate ai diritti e consapevoli della necessità di un’alternativa seria, concreta, avulsa dal sistema di spartizione di posti e prebende che governa da decenni questa regione, il passo successivo è stato naturale. Abbiamo incontrato Luigi de Magistris e gli abbiamo chiesto di candidarsi per guidare uno schieramento di rottura, fuori da logiche stantie e schemi classici, perché come noi, conosce e ama la Calabria, come noi è consapevole che bisogna rompere col passato, come noi sa che questo non può avvenire per miracolo ma con un grande lavoro e con l’entusiasmo di chi sa che la Calabria ha le energie e le intelligenze per farlo. Gli abbiamo detto che saremo al suo fianco con le nostre energie e le nostre esperienze».

In questo contesto, non va però, dimenticata la figura di Mario Oliverio, “riabilitato” con colpevole ritardo e non ancora “riammesso” a corte dai dem (fa ancora parte della Direzione Nazionale): la sua assoluzione non gli dà via libera per una ricandidatura in prima persona (avrebbe il suo uomo da mettere in corsa, visto che ha ancora qualche grana giudiziaria da cui uscire) ma gli consente di tenere un atteggiamento oltremodo critico sulla proposta di Graziano per candidare De Magistris a rappresentare il centro-sinistra. Il suo scarso feeling con Graziano è arcinoto, come sono pesanti le dichiarazioni che ha fatto a proposito dei rumours sulla candidatura del “papa straniero” che viene da Napoli. Difficile presagire gli esiti dell’incontro prossimo venturo in cui ci sarà l’abbraccio dei dem all’avventura De Magistris-Tansi o se il gelo (probabile) metterà ulteriore scompiglio su un elettorato di sinistra sempre più disorientato e amareggiato.

Il candidato naturale che poteva essere l’ex presidente del Consiglio regionale (e attuale vicepresidente) Nicola Irto, in grado di raccogliere un discreto consenso per una partenza in pole position, non piace – a quanto sembra – ai piani alti del Nazareno, ovvero non è riuscito a trovare sponsor pronti a impegnarsi sulla sua persona. Ha un profilo pulito, Irto, ma ha il torto, durante i cinque anni di Presidenza del Consiglio, di non aver saputo adeguatamente seminare opzioni a suo favore e preparare il consenso necessario a favorire la discesa in campo. In confronto, De Magistris – amato-odiato in pari misura – a Catanzaro e in Calabria ha saputo tenere la piazza, anche nel confronto con il presidente De Luca, mostrando di aver maturato un’attitudine politica che non può permettersi di mandare alla deriva.

Le elezioni al 9 giugno potrebbero essere quella combinazione astrale di eventi che a volte cambiano il corso delle cose: finisce il mandato (non rinnovabile) a Napoli, e De Magistris si trova nelle condizioni ideali per tentare il ritorno in Calabria. La moglie e i figli sarebbero felici di tornare a Catanzaro, bisognerà vedere che ne pensano i calabresi. (s)

CALABRIA, CI PROVA IL “REGNO DI NAPOLI”
LA PROBABILE CAVALCATA DI DE MAGISTRIS

L’ipotesi – ancora non smentita – che la sinistra metta in campo per le prossime regionali in Calabria l’accoppiata tutta napoletana Luigi De MagistrisAnna Falcone (il primo candidato presidente, la seconda vicepresidente designata) ci restituisce definitivamente l’immagine di una terra colonizzata e incapace di autogovernarsi.

Si dirà che il sindaco di Napoli è stato pubblico ministero a Catanzaro e che di Catanzaro è la moglie. Si dirà che la Falcone è nata a Cosenza e che i suoi genitori hanno fatto politica in Calabria. Ma nessuno può mettere in dubbio che entrambi sono totalmente estranei alla realtà calabrese, privi di qualsiasi rapporto con il territorio.

La loro designazione rappresenterebbe la più clamorosa sconfitta per la sinistra che dichiarerebbe l’incapacità ad esprimere un proprio candidato. La Calabria spalancherebbe così le porte ad un politico che ormai ha concluso il suo ciclo come primo cittadino di Napoli (dunque senza alcuno sbocco elettorale nel breve termine) e ad una brillante giurista ed opinionista più volte bocciata dalle urne, oggi molto vicina alle posizioni del “Masaniello” che da quasi dieci anni governa la Capitale partenopea.

Il solo fatto che questa ipotesi sia stata affacciata suona come una rottamazione imposta dall’alto per tutta la classe dirigente post comunista, post socialista e post democristiana che forma l’apparato calabrese del Partito Democratico.

Una rottamazione in salsa napoletana che manda a casa gente come Mario Oliverio, Nicola Adamo, Enza Bruno Bossio, Carlo Guccione, Nicola Irto, Giuseppe Falcomatà, questi ultimi due anche “toccati” dalla triste vicenda dei “morti votanti” alle recenti comunali di Reggio Calabria.

Vicerè di Napoli sono anche i due big del PD nazionale che governano il partito calabrese, Stefano Graziano e Nicola Oddati, al punto che ormai i destini della sinistra calabrese si decidono all’ombra del Maschio Angioino.

La rottamazione del vecchio e perdente PD calabrese ad opera del club napoletano può essere considerata un bene o un male? Dipende dai punti di vista, ma sempre opera di colonizzazione resta. La Calabria, inconsapevolmente, torna a fare parte del Regno di Napoli. L’orologio della storia rimette indietro di qualche secolo le sue lancette. (rp)

Elezioni: Tansi accoglie la candidatura di De Magistris a governatore, anzi no, o forse se…

Appena si è sparsa la voce della proposta avanzata dal coordinatore regionale del Partito Democratico in Calabria, on. Stefano Graziano, all’attuale sindaco di Napoli Luigi De Magistris, come candidtao unitario della sinistra alle prossime elezioni regionali, numerose sono state le reazioni. La principale quella dell’ex capo della Protezione civile in Calabria, Carlo Tansi, già candidato presidente alle passate elezioni, e di fatto candidato presidente con tre liste (pronte) che fanno riferimento al suo movimento Tesoro di Calabria. Prima Tansi ha mostrato disponibilità, fatta salva la riserva sulla disponibilità di De Magistris di non ricandidare consiglieri uscenti. Poi – a seguito di una lettera (apocrifa?) di critiche da parte di De Magistris, Tansi ha corretto il tiro, sparigliando ancora una volta il confuso mondo della sinistra calabrese.

«Ho appreso dagli organi di stampa – aveva scritto in una nota Carlo Tansi – che per la costruenda coalizione di centrosinistra PD-Movimento 5 Stelle si potrebbe proporre candidato alla presidenza della Regione Calabria Luigi De Magistris, attuale Sindaco di Napoli in scadenza del mandato decennale. In verità l’interessato non ha confermato ma non ha nemmeno smentito. La notizia non mi coglie né indifferente né impreparato, anzi, se l’attuale sindaco di Napoli volesse offrire – da una diversa prospettiva rispetto a più di dieci anni orsono quando rivestiva il ruolo di magistrato – il suo diretto contributo per favorire il riscatto sociale, civile e democratico della nostra regione, sarebbe già un primo passo verso la possibilità di un radicale cambiamento della gestione politica e burocratica che il Movimento Civico Tesoro Calabria auspica da tempo. Ma il problema principale resta il vero ed integrale ricambio della rappresentanza politica che andrà a governare la Calabria dai seggi del Consiglio Regionale, che è il motivo per cui sono stato costretto ad abbandonare il “tavolo di confronto” organizzato dal PD.
Vorrei chiedere a De Magistris se accetterebbe di guidare una coalizione avendo nelle liste ex Consiglieri Regionali, ex Assessori e uomini politici che ricoprendo incarichi di governo o sottogoverno, hanno contribuito alle attuali condizioni di sfacelo in cui è stata ridotta la Regione più bella ma anche più povera d’Italia. Mi riferisco esplicitamente ai consiglieri Guccione (che siede sugli scranni del consiglio regionale da ben oltre 20 anni!), Bevacqua, Irto, Aieta e affini, e a soggetti riferibili, a vario titolo a Incarnato, Adamo-Bruno Bossio, Sebi Romeo e affini…. e ad altri soggetti similari che in questo momento possono sfuggirmi.
Io mi sono rifiutato di accettare le candidature di tali soggetti e, dal primo incontro, ho precisato – ai rappresentanti del PD e agli altri esponenti convocati al “tavolo” – questa mia richiesta che, insieme alla scelta in tempi brevi di un candidato alla presidenza, ha rappresentato il motivo del mio definitivo abbandono del tavolo stesso, in quanto nodo principale mai sciolto all’interno di una coalizione regionale che aspirava a essere – ahimè solo a parole – erede naturale della migliore tradizione riformista.
Luigi De Magistris, qualora volesse candidarsi, dovrebbe chiarire il suo pensiero sull’attuale classe politica. Se anche egli dichiara, come ho fatto io, indispensabile l’esclusione dalle candidature degli attuali proprietari di scranni regionali che ho citato sopra, allora le possibilità di offrire un’alternativa seria e concreta di rinnovamento morale ed etica della classe politica calabrese, diventa più che concreta».

Poi, a seguito di una nota critica nei suoi confornti, Tansi ha replicato subito. «Voglio manifestare un atroce dubbio: siamo sicuri che la nota nei miei confronti l’abbia scritta De Magistris? Oppure è opera di qualche politicaccio regionale che ancora vuole restare imbullonato alla sua poltrona per altri cinque anni?». Manifestando la sua «stima incondizionata nei confronti di Luigi De Magistris che in passato ha mostrato da PM in Calabria tanto coraggio e determinazione con le sue acute indagini giudiziarie contro la casta calabra, prima che fosse ingiustamente allontanato dal potente sistema ndranghetistico dei colletti bianchi che hanno impedito il decollo della Calabria», Tansi ha sottolineato la correttezza del suo operato durante l’incarico presso la Protezione Civile. «Sento spesso dire – ha dichiarato –, quando si parla di me, che in passato sarei stato un beneficiato della politica per l’incarico di dg della Protezione Civile calabrese. Una critica strumentale, e quel che più conta falsa, considerato come il ruolo di dirigente della Prociv regionale io lo abbia ottenuto a seguito della partecipazione a una selezione pubblica nazionale per titoli, cioè a cui si partecipava in base al curriculum. E invito a prendere visione del mio curriculum tecnico-scientifico frutto di un’attività di ricerca applicata tecnico-scientifica maturata in campo internazionale in trent’anni di servizio presso il Consiglio Nazionale delle Ricerche del quale mi onoro di essere ricercatore. A ciò si aggiungono 13 anni di docenza universitaria presso l’Unical».  (rp)