LA PROPOSTA DEL COMMISSARIO REGIONALE DEM GRAZIANO STA TROVANDO INSOSPETTABILI APERTURE A SINISTRA;
Luigi De Magistris nei panni di Carlo III

CALABRIA, CI PROVA IL “REGNO DI NAPOLI”
LA PROBABILE CAVALCATA DI DE MAGISTRIS

L’ipotesi – ancora non smentita – che la sinistra metta in campo per le prossime regionali in Calabria l’accoppiata tutta napoletana Luigi De MagistrisAnna Falcone (il primo candidato presidente, la seconda vicepresidente designata) ci restituisce definitivamente l’immagine di una terra colonizzata e incapace di autogovernarsi.

Si dirà che il sindaco di Napoli è stato pubblico ministero a Catanzaro e che di Catanzaro è la moglie. Si dirà che la Falcone è nata a Cosenza e che i suoi genitori hanno fatto politica in Calabria. Ma nessuno può mettere in dubbio che entrambi sono totalmente estranei alla realtà calabrese, privi di qualsiasi rapporto con il territorio.

La loro designazione rappresenterebbe la più clamorosa sconfitta per la sinistra che dichiarerebbe l’incapacità ad esprimere un proprio candidato. La Calabria spalancherebbe così le porte ad un politico che ormai ha concluso il suo ciclo come primo cittadino di Napoli (dunque senza alcuno sbocco elettorale nel breve termine) e ad una brillante giurista ed opinionista più volte bocciata dalle urne, oggi molto vicina alle posizioni del “Masaniello” che da quasi dieci anni governa la Capitale partenopea.

Il solo fatto che questa ipotesi sia stata affacciata suona come una rottamazione imposta dall’alto per tutta la classe dirigente post comunista, post socialista e post democristiana che forma l’apparato calabrese del Partito Democratico.

Una rottamazione in salsa napoletana che manda a casa gente come Mario Oliverio, Nicola Adamo, Enza Bruno Bossio, Carlo Guccione, Nicola Irto, Giuseppe Falcomatà, questi ultimi due anche “toccati” dalla triste vicenda dei “morti votanti” alle recenti comunali di Reggio Calabria.

Vicerè di Napoli sono anche i due big del PD nazionale che governano il partito calabrese, Stefano Graziano e Nicola Oddati, al punto che ormai i destini della sinistra calabrese si decidono all’ombra del Maschio Angioino.

La rottamazione del vecchio e perdente PD calabrese ad opera del club napoletano può essere considerata un bene o un male? Dipende dai punti di vista, ma sempre opera di colonizzazione resta. La Calabria, inconsapevolmente, torna a fare parte del Regno di Napoli. L’orologio della storia rimette indietro di qualche secolo le sue lancette. (rp)