«Chiediamo misure urgenti e strutturali per calmierare i prezzi dei trasporti da e per la Calabria nei periodi di alta domanda». È quanto hanno chiesto la deputata Anna Laura Orrico e il consigliere regionale Davide Tavernise del M5S, ribadendo la necessità di «un monitoraggio serrato da parte dell’Antitrust e dell’Enac per verificare se vi siano pratiche speculative, ma soprattutto è necessario un piano nazionale che garantisca la continuità territoriale anche per la nostra regione».
«Tornare a casa non può essere un privilegio per pochi. È una questione di giustizia sociale, di equità territoriale e di dignità per migliaia di calabresi», hanno aggiunto, sottolineando come «ancora una volta, in occasione delle festività, tornare in Calabria per migliaia di fuorisede diventa un miraggio. Una situazione ormai cronica che si ripresenta puntualmente a ogni Natale, Pasqua o ponte festivo: voli introvabili, tariffe esorbitanti, e una terra sempre più isolata dal resto del Paese».
«Le segnalazioni che arrivano da studenti e lavoratori calabresi fuori sede – hanno proseguito – sono a dir poco allarmanti: per volare da Milano a Lamezia Terme e ritorno si superano abbondantemente i 600 euro, con picchi che toccano i 728 euro anche con compagnie cosiddette low cost. Ma non è tutto. Dalla stampa apprendiamo che per tornare da Bologna a Crotone, in autobus, servono fino a 550 euro. Un rincaro che sfiora il 300% rispetto ai prezzi standard. È inaccettabile che chi vuole tornare nella propria terra per riabbracciare la famiglia debba spendere cifre da capogiro, quando spesso si tratta di giovani precari, studenti, lavoratori con stipendi bassi».
«Siamo di fronte a una distorsione del mercato che penalizza ancora una volta il Sud e in particolare la Calabria. Il diritto alla mobilità – hanno concluso – non può essere soggetto alle sole regole del profitto, soprattutto in regioni come la nostra dove l’alternativa ferroviaria è inadeguata e il trasporto su gomma non è sostenibile per tempi e costi. Questo sistema non fa che aggravare lo spopolamento e l’emigrazione giovanile, isolando ulteriormente il nostro territorio». (rrm)