MENDICINO (CS) – Per Sguardi a sud va in scena “Il profilo panciuto di Mister”

La storia del teatro è intrinsecamente legata alla capacità di toccare le corde più profonde dell’animo umano e “Sguardi a Sud”, la rassegna di teatro contemporaneo curata con passione e dedizione dalla compagnia Porta Cenere, si presenta come un appuntamento imperdibile per immergersi in narrazioni coinvolgenti, in grado di rapire la mente e il cuore degli spettatori. Sotto la magistrale direzione artistica di Mario Massaro, il palcoscenico di Sguardi a Sud si accende con una potenza straordinaria. L’ultima proposta da segnare in agenda è “Il profilo panciuto di Mister” di Daniele Mattera, in scena domenica 29 ottobre (ore 18), con Marisa Casciaro e Giada Claudia Grandinetti.

“Il profilo panciuto di Mister” è una pièce teatrale che affronta il tema universale della guerra e della sua devastante influenza sulle vite umane. La storia si ispira a una tragica notizia di cronaca: il 3 marzo 1944, oltre 600 persone persero la vita asfissiate nella Galleria delle Armi tra Balvano e Muro Lucano mentre viaggiavano sul treno Napoli – Bari 8017.

Attraverso la storia di tre personaggi, Lucia, Camilla e Mister, lo spettacolo esplora la complessità delle emozioni umane in un mondo postbellico. Ciascuno di loro ha una storia da raccontare. Uno stralcio di vita che si intreccia con profonde riflessioni sull’umanità e scatena una guerra interiore che attendeva solo il momento giusto per esplodere. Ma, come sottolinea lo spettacolo, la crisi, se riconosciuta e affrontata, può portare alla maieutica reciproca e alla consapevolezza di sé. Attraverso il confronto con le proprie fragilità, si scopre la vera forza che conduce alla pace.

Nel corso della notte, Lucia legge a Camilla alcuni frammenti di storie raccolti durante i suoi viaggi in treno, storie che rappresentano un simbolo di uguaglianza e di solidarietà umana. Nel frattempo, Mister porta con sé il dolore della perdita di sua figlia in un bombardamento, rappresentando il lato più doloroso e reale della guerra.

Ma quali sono le peculiarità di questi personaggi? Marisa Casciaro e Giada Claudia Grandinetti hanno dichiarato: «A primo impatto, Lucia appare con un carattere sognante e indagatore, mentre Camilla come una lavoratrice indefessa. In realtà, nello scorrere del testo, le parole si completano di attitudini che svelano le sfumature di due sensibilità che si cercano e si scoprono, prima di incontrarsi in un’amicizia profonda. Un’amicizia che unisce e dona quiete e diventa esempio di ricerca di pace in un modo di disattenzione e diffidenza. Lucia svela i suoi racconti a Camilla ma confessa anche le sue fragilità e riesce con la sua semplicità e con la sua innocente invadenza a condurre Camilla verso riflessioni profonde sulla varietà umana alla quale talvolta sembra voglia sottrarsi. Insieme, altra parola che potrebbe essere chiave rivelatrice dello spettacolo, le due donne mostrano di avere uno sguardo concreto sul mondo: Lucia attraverso il desiderio di indicare il piacere dell’ascolto, del dialogo, del passaggio comunicativo, della bellezza e gioia di vita, mentre Camilla con la forza costruttiva e concreta del lavoro e l’abbandono di idee disfattiste e vittimiste. La conoscenza che si approfondisce tra le due, anche attraverso lo scontro, svela la fine sensibilità di entrambe e la ricchezza di sfumature che ogni carattere può contenere».

Chi interpreterà il ruolo di Mister? «È una storia lunga e complessa. Nella prima versione dello spettacolo (risalente a circa 14 anni fa) – hanno osservato Marisa Casciaro e Giada Claudia Grandinetti- Mister è stato interpretato da Daniele Mattera, amico, regista e mentore, che purtroppo ci ha lasciate qualche anno fa, ma al quale non abbiamo mai smesso di sentirci legate da un filo emotivo intriso di memoria e gratitudine, nonché di affinità di anima. Abbiamo promesso a Daniele che avremmo fatto rivivere le sue opere. Il testo di questo spettacolo è suo. Con questa nuova versione abbiamo fatto molto di più: siamo riuscite a portarlo nuovamente in scena con noi. Come? Attraverso l’uso delle nuove tecnologie, più esattamente del videomapping. Quando ci è venuta in mente questa bizzarra, ma entusiasmante idea, sapevamo che non sarebbe stato facile. Noi amiamo le sfide e così abbiamo contattato il responsabile tecnico Eros Leale il quale ci ha indicato a sua volta Anselmo De Filippis (video-creator) che ha scorporato tutte le immagini di Mister con un certosino lavoro di editing di un vecchio video. Giampaolo Palumbo ha reso le immagini proiettabili attraverso una raffinata tecnica di videomapping. Il fonico Geppino Canonaco ha equilibrato suoni e voci. E così, come avviene nella favola de “I musicanti di Brema”, abbiamo formato una valida squadra e, unendo le diverse professionalità, siamo partiti verso la nostra meta, che ora può dirsi finalmente raggiunta».

“Il profilo panciuto di Mister” attinge a storie vere, amalgamando esperienze di uomini e donne provenienti da diverse parti del mondo con i ricordi dei membri della compagnia. Lo spettacolo si svolge su quattro sedie, l’unico “compartimento” in cui vivono i due personaggi femminili, un luogo che simboleggia la speranza di pace in contrasto con la realtà della guerra personificata da Mister. L’atmosfera eterea, sostenuta dalle note del “Flauto Magico” di Mozart, rappresenta il percorso simbolico dalla tenebra dell’ignoranza alla luce della consapevolezza.

Un viaggio emozionante e commovente conduce Camilla verso la luce della solidarietà. Ma il treno su cui si trovano i personaggi potrebbe anche condurli verso un disastro ferroviario, aprendo interrogativi sul loro destino. La risposta a questa domanda rimane un mistero che solo gli spettatori potranno scoprire.

“Il profilo panciuto di Mister” è una rappresentazione teatrale che testimonia la potenza della narrazione e della comprensione reciproca, promuovendo il dialogo e la solidarietà tra le persone in un mondo che spesso sembra diviso dalla discordia e dal conflitto. In questo contesto, il palcoscenico diventa uno strumento formidabile per la promozione della pace e della speranza.

Con il patrocinio Comune di Mendicino e il sostegno della Fondazione Carical, Sguardi a Sud è un esempio di come l’arte scenica possa trasformarsi in una potente arma di sensibilizzazione e riflessione. Questa kermesse è una vera e propria calamita, attirando l’attenzione di appassionati e curiosi, creando un vortice di emozioni inarrestabile.

Il direttore artistico di Sguardi a Sud Mario Massaro: «Sguardi a Sud si illumina con “Il profilo panciuto di Mister”, uno spettacolo che toccherà il cuore del pubblico, rivelando le cicatrici della guerra e il potere della pace. Attraverso questa intensa rappresentazione, celebriamo la resilienza dell’animo umano e la speranza che unisce le anime, sfidando le divisioni del mondo contemporaneo». (rcs)

MENDICINO (CS) – VI stagione Sguardi a Sud: il 15 ottobre va in scena “Spine”

Prosegue con successo la sesta edizione di Sguardi a Sud, la rassegna di teatro contemporaneo curata dalla compagnia Porta Cenere con la direzione artistica di Mario Massaro, il patrocinio del Comune di Mendicino e il sostegno della Fondazione Carical. Prossimo appuntamento da non perdere: domenica 15 ottobre (ore 18). A calcare il palcoscenico del Teatro Comunale di Mendicino sarà la compagnia Mana Chuma con lo spettacolo “Spine”. Un’opera che porta la firma di Massimo Barilla e Salvatore Arena. Il cast è composto da Stefania De Cola, Mariano Nieddu e Lorenzo Praticò. Scenografie di Aldo Zucco e musiche originali di Luigi Polimeni.

“Spine” nasce da una necessità espressiva profonda, dalla voglia di confrontarsi con una storia che si sviluppa partendo dai margini, dai vuoti spesso trascurati, dalla volontà di esplorare strade raramente percorse, sia in termini di drammaturgia che di ricerca linguistica. Uno spettacolo che sfida le convenzioni, che osa esplorare territori sconosciuti e nascosti. È un viaggio nella lingua e nella cultura del Sud Italia, un inno alla diversità e alla ricchezza delle sue radici. I dialetti si mescolano armoniosamente. Il sardo, il siciliano e il calabrese, lingue madri degli attori, si fondono in un linguaggio alto, intriso di vita e significato, lontano dall’ordinarietà del quotidiano. Le voci degli attori si intrecciano in un canto che parla di vita, di storie mai raccontate, di identità e di appartenenza.

Salvatore Arena e Massimo Barilla spiegano che: «Spine è l’anima di un luogo che non ha uscite, rinchiuso in sé stesso, imploso, eppure incapace di sparire, di annullarsi sotto la polvere del tempo, sotto l’accumulo dei gesti e delle parole. È un tentativo ciclico, un meccanismo chiuso, impossibile da scardinare, eppure fervido, agitato dall’interno, come un corpo da una febbre che ti esalta e ti consuma. E i tre personaggi – ombre che lo abitano, tra pasta ca faciola e pani e alivi, sono essi stessi questa febbre che si portano addosso, per sé stessi e per gli altri, troppo vivi per dimenticare, troppo evanescenti per perdonarsi e perdonare. Abbiamo immaginato un lavoro nella distanza tra i personaggi, un incedere automatico, un ripetere di azioni senza fine, un riempire e svuotare di bicchieri. Un andare e ritornare come ci fossero gli avventori ai tavoli, come se i personaggi si sentissero chiamati per davvero. Un arrestarsi di colpo, un restare in attesa come “incantesimati”, come pietra immobile attonita. Un alternarsi di riso e lacrime, una farsa che è tragedia. Un patetico tentativo filodrammatico di cunto».

L’attrice Stefania De Cola osserva che: «Questo spettacolo è il racconto di tre personaggi (forse fantasmi) che ripetono in modo ossessivo una storia che li ha resi testimoni. La storia “grande” quella di Otello, Cassio, Desdemona, Jago s’intreccia con la vita dei gestori della locanda. Pretesto per raccontare vuoti di una storia irrisolta. Per noi attori ogni replica è la scoperta di nuove forme di ricerca, verità e condivisione».

Mana Chuma, la compagnia diretta da Massimo Barilla e Salvatore Arena, racconta la storia contemporanea del Sud Italia. Spettacoli intesi come progetti di ricerca poetica e artistica finalizzati alla creazione di nuove forme di drammaturgia e teatro narrativo. Ricorrendo all’uso dell’italiano e del dialetto regionale, la compagnia realizza un’attenta ricerca sullo spazio e sulla sperimentazione di luoghi “altri” per il teatro. Lo spettacolo “Spine” che andrà in scena a Mendicino è finalista del Premio Ustica per il teatro 2003.

Il direttore artistico di Sguardi a Sud Mario Massaro: «Desidero esprimere la mia più profonda riconoscenza alla compagnia Mana Chuma.”Spine” è un viaggio attraverso l’animo umano, un’opera teatrale che ha sfidato i confini dell’immaginazione e ha spalancato le porte alla verità del racconto. Questo spettacolo ci consentirà di entrare e uscire da mondi profondi e misteriosi, di ridere sfrenatamente e lasciare spazio a un pianto primordiale, tutto mentre ci condurrà al nodo centrale, alla “spina” appunto. La capacità della compagnia Mana Chuma di catturare l’essenza della vita umana in tutta la sua complessità e vulnerabilità è stupefacente. Invito il pubblico ad esplorare il mondo del teatro con noi e a rimanere aperti alle emozioni e alle verità che solo il teatro può offrire». (rcs)

MENDICINO (CS) – VI stagione Sguardi a Sud: un’esplosione di cultura e creatività

Il Teatro comunale di Mendicino si prepara ad alzare il sipario sulla sesta edizione di “Sguardi a Sud”. Un’opportunità unica per riscoprire l’incanto del teatro e della musica in uno dei borghi più suggestivi della nostra amata Regione. Attesa con trepidazione da appassionati di teatro, amanti della musica e giovani spettatori, la rassegna, curata magistralmente dalla compagnia teatrale Porta Cenere, con il patrocinio del Comune di Mendicino e il generoso sostegno della Fondazione Carical, promette di incantare il pubblico con una stagione ricca di sorprese e innovazione artistica.

Quest’anno, “Sguardi a Sud” ci stupirà con 13 appuntamenti che abbracciano tre dimensioni dell’arte: il teatro di prosa, la musica e il teatro ragazzi.

La stagione si aprirà domenica 1° ottobre (ore 18) con lo spettacolo “Fimmene!” della compagnia Astragali Teatro di Lecce. Un tributo vibrante alla cultura e alla storia del Salento. Una rappresentazione teatrale che promette di regalare al pubblico un’esperienza intensa e coinvolgente fin dal suo primo respiro. Questa performance è il risultato di un lavoro appassionato di ricerca sui canti popolari salentini a cura della cantante Anna Cinzia Villani. Autentiche testimonianze di vita ed emozioni delle donne del Salento che raccontano la quotidianità, l’amore, la nostalgia, la lotta e il desiderio. Da questi canti, nascono testi poetici e musicali, curati da Fabio Tolledi, che daranno vita a uno spettacolo indimenticabile. In scena, il talento e la passione di Anna Cinzia Villani, Roberta Quarta, Simonetta Rotundo, con la partecipazione speciale di Matteo Mele. Con una potente narrazione musicale e scenica, questo spettacolo accompagnerà il pubblico in un viaggio avvincente tra passato e presente.

Per quanto riguarda il teatro ragazzi, il 2 ottobre, la compagnia Astragali Teatro porterà in scena un omaggio a Italo Calvino. La magia di Marcovaldo prenderà vita sul palcoscenico con lo spettacolo “Le Stagioni in Città”. Questa produzione teatrale avvolgerà gli spettatori in un mondo affascinante, dove la quotidianità urbana si intreccia con la poesia e la struggente bellezza dei racconti di Calvino. A calcare il palcoscenico, saranno gli attori: Cosimo Guarini, Giovanna Kapodistria, Matteo Mele, Roberta Quarta e Simonetta Rotundo.

Una delle caratteristiche distintive di “Sguardi a Sud” è la sua ferma dedizione alla qualità. La rassegna accoglie compagnie teatrali nazionali e internazionali che nel corso degli anni hanno conquistato il plauso di pubblico e critica. Questa selezione attenta è ciò che fa davvero risplendere la kermesse nel panorama culturale italiano. Ed è così che la Calabria si dimostra ancora una volta faro di creatività e talento e il mondo dell’arte è pronto a rivolgere il suo sguardo verso Sud.

Il direttore artistico Mario Massaro ha dichiarato: «Anche quest’anno, abbiamo lavorato con passione e impegno per creare un programma che sia all’altezza delle aspettative del nostro affezionato pubblico e che, allo stesso tempo, continui a sorprenderlo. La varietà è stata la chiave di questa edizione. Vogliamo che “Sguardi a Sud” sia un luogo di incontro per tutti gli amanti delle arti performative. Abbiamo dedicato tre spettacoli al nostro pubblico giovane e curioso per il centenario della nascita di uno dei più grandi autori italiani del XX secolo, Italo Calvino. Oltre a “Le Stagioni in Città”, il 4 ottobre porteremo in scena “Le avventure di Giovannino” con Elisa Ianni Palarchio, mentre il 3 dicembre il Teatro comunale di Mendicino accoglierà “I figli di Babbo Natale”. Vi aspettiamo numerosi». (rcs)

MENDICINO (CS) – Al via la sesta stagione di Sguardi a Sud

La città di Mendicino, scrigno di cultura nel cuore della Calabria, si prepara a ospitare la kermesse più attesa dell’anno: la sesta edizione di “Sguardi a Sud”. Questa straordinaria rassegna di teatro contemporaneo, curata con fervore e dedizione dalla compagnia Porta Cenere, con il patrocinio del Comune di Mendicino e il generoso sostegno della Fondazione Carical, promette di incantare il pubblico con una stagione ricca di sorprese.

Quest’anno, la kermesse ci sorprenderà con un programma variegato che abbraccia tre settori distinti: il teatro di prosa, la musica e il teatro ragazzi. Con ben 13 appuntamenti in cartellone, la rassegna si preannuncia un’occasione imperdibile per gli amanti delle arti performative.

Nel settore del teatro di prosa, il pubblico potrà assistere agli spettacoli di compagnie provenienti da tutta Italia. Sarà un viaggio attraverso il talento e la creatività di attori che abbracciano l’innovazione e la sperimentazione teatrale.

La vera novità di quest’anno è la sezione dedicata alla musica, che includerà esibizioni di artisti di fama internazionale. Questa decisione rappresenta un passo audace verso una visione artistica multidisciplinare, arricchendo ulteriormente l’offerta culturale della kermesse.

Per quanto riguarda il teatro ragazzi, tre spettacoli saranno interamente dedicati a celebrare il centenario della nascita di uno dei più grandi autori italiani del XX secolo, Italo Calvino. Questo omaggio allo scrittore italiano amato in tutto il mondo promette di incantare sia i giovani che i meno giovani.

La proposta teatrale di “Sguardi a Sud” è fortemente orientata alla qualità, accogliendo compagnie nazionali e internazionali che negli anni hanno conquistato il plauso di pubblico e critica. Il direttore artistico della rassegna, Mario Massaro, ha sottolineato l’importanza di portare spettacoli di altissimo livello sul territorio, contribuendo così a rivitalizzare la scena del teatro contemporaneo in Calabria. Massaro ha dichiarato con entusiasmo: «Il teatro contemporaneo sta affrontando sfide significative nella nostra Regione. È nostro dovere dare un segnale di vitalità e innovazione. La sesta edizione di “Sguardi a Sud” sarà un’occasione straordinaria per farlo».

Quest’anno, il Teatro Comunale di Mendicino è destinato a risplendere più luminoso che mai. La compagnia Porta Cenere ha lavorato instancabilmente per portare in scena una serie di spettacoli che non mancheranno di toccare le corde più profonde del cuore e catturare l’anima degli spettatori.

A seguire, tutti gli appuntamenti della sesta edizione di “Sguardi a Sud”:

· 1° ottobre: in scena “Fìmmene” a cura della compagnia “Astràgali Teatro” (Lecce);
· 2 ottobre: in scena “Le stagioni in città” – omaggio ai 100 anni di Italo Calvino a cura della compagnia “Astràgali Teatro” (Lecce);
· 4 ottobre: in scena “Le avventure di Giovannino” – omaggio ai 100 anni di Italo Calvino a cura della compagnia Porta Cenere (Cosenza);
· 15 ottobre: in scena “Spine” a cura della compagnia Mana Chuma (Reggio Calabria);
· 22 ottobre: in scena “Il mio amico cane” a cura della compagnia “Live Art” (Firenze);
· 29 ottobre: in scena “Il profilo panciuto di Mister” a cura della compagnia “Gioco di Dame” (Cosenza);
· 5 novembre: in scena “Ulisse on the road” a cura della compagnia “Officine Joniche” (Reggio Calabria);
· 12 novembre: in scena “Antigone, una donna di Calabria” a cura della compagnia “Lalineasottile” (Cosenza);
· 19 novembre: il concerto “Emiliano Pari downtown Hammond 4et”;
· 25 novembre: “Lanzoni, Presti, concerto piano e tromba” – omaggio a Luca Flores;
· 26 novembre: “Alessandro Lanzoni piano solo” – omaggio a Luca Flores;
· 3 dicembre: in scena “I figli di Babbo Natale”- omaggio 100 anni Calvino a cura della compagnia Porta Cenere;
· 10 dicembre: il concerto Peppa Marriti Band.

Una selezione di spettacoli che invita il pubblico a guardare oltre, a sondare gli abissi dell’umanità, a scoprire nuove prospettive. Un’occasione per mettere in discussione le convinzioni e perdersi in un mondo di creatività senza fine che consentirà agli spettatori di riflettere e sognare ad occhi aperti. Il Teatro Comunale di Mendicino diventa così il palcoscenico di una metamorfosi che abbraccia tutte le sfaccettature dell’arte contemporanea. (rcs)

A Mendicino inaugurate le opere del Museo Urbano della Seda all’Aperto di Gulìa Urbana

Sono state inaugurate, a Mendicino, le nuove opere di Musa – Museo Urbano della Sera all’Aperto, il progetto espositivo open air voluto fortemenre dal sindaco, Antonio Palermo e con la direzione artistica di Gulìa Urbana, il progetto di arte urbana promosso dal collettivo Rublanum, punto di riferimento nell’arte urbana nazionale e internazionale.

Un’idea vincente che ha portato centinaia di visitatori ad attraversare con occhi nuovi il borgo, scoprendo attraverso un linguaggio fortemente contemporaneo, una storia fatta di sapienza, manualità e amore verso un prodotto che è un vero e proprio simbolo del borgo delle serre cosentine: la seta.

Un incontro tra passato e presente per continuare a raccontare con occhi nuovi l’operosità di donne e uomini che hanno reso la seta calabrese un prodotto d’eccellenza mondiale.

Il progetto curato da Gulìa Urbana, e promosso dal sindaco Palermo, ha visto la realizzazione di sei opere di arte urbana e il coinvolgimento di street-artist di indiscussa fama internazionale: il portoghese Aheneah, il greco Taxis, lo spagnolo Slim Safont e dall’Italia: Attorrep e Morne.

In questa 2° edizione, oltre ai murales, sono state realizzate due installazioni site specific dell’artista portoghese Aheneah che incrementeranno il valore creativo del percorso artistico creato nel borgo di Mendicino (Cs): tutti hanno voluto celebrare attraverso la loro opera, la delicatezza, gli impieghi e le lavorazioni della preziosa stoffa.

«Museo della Seta all’Aperto è così un sogno che quest’anno si è arricchito di nuove opere d’arte in tutto il nostro centro storico.  Mendicino, grazie anche a questo progetto, diventa così ancora più attrattiva e il nostro borgo della seta sempre più faro di bellezza e di cultura», ha dichiarato il sindaco Palermo.

Un progetto di assoluto valore artistico che nei prossimi anni diventerà un punto di riferimento nell’arte urbana e da oggi meta di visitatori in numero esponenzialmente sempre crescente. (rcs)

MENDICINO (CS) – Si presenta la Coppa Sila

Domani pomeriggio, a Mendicino, alle 17.30, nella Sala Congressi Parco degli Enotri della Fondazione Carical, sarà presentata la 42esima edizione della Coppa Sila, la gara automobilistica di Automobile Club Cosenza inserita nel Calendario Sportivo Nazionale e valida per il Trofeo Italiano Velocità Montagna Sud.

Si tratta dell’edizione che anticipa il centenario della corsa in salita più importante del panorama sportivo automobilistico della Calabria, che si terrà il prossimo anno, essendo stata istituita nel 1924 su idea del prof. Giuseppe Catalani.

L’appuntamento con i media regionali, aperto dai saluti di benvenuto del direttore della Fondazione Carical, Carlo Cannataro, sarà moderato dall’esperto giornalista sportivo dell’ufficio stampa nazionale di Aci SportRosario Giordano, che illustrerà ai colleghi presenti i principali punti di forza della gara, già apprezzata in tutta Italia per la capacità organizzativa dell’Automobile Club Cosenza e per la spettacolarità delle strade sulle quali si snoda.

Prenderanno parte alla conferenza: il presidente nazionale Aci, Angelo Sticchi Damiani; il presidente provinciale di ACI Cosenza, Ernesto Ferraro; il presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto; la presidente della Provincia di Cosenza, Rosaria Succurro; il presidente del Parco Nazionale della Sila, Francesco Curcio; il sindaco di Casali del Manco, Francesca Pisani; il sindaco di Celico, Matteo Francesco Lettieri; il sindaco di San Pietro in Guarano, Francesco Acri; il sindaco di Spezzano della Sila, Salvatore Monaco.

Tutte figure autorevoli che sottolineano l’efficace dialogo dell’evento con la Federazione e con l’intero territorio di cui è autentica icona.

La gara, conosciuta anche come Trofeo Domenico Scola, si snoda tra le montagne della Sila e prevede la partenza della competizione dal comune di Spezzano della Sila, in località “Acquacoperta”, con arrivo nei pressi di “Montescuro”, nel comune di Celico, percorrendo la vecchia strada per Camigliatello Silano: per questo, l’evento sportivo rappresenta a tutti gli effetti un elemento di promozione territoriale e di forte attrazione turistica, in quanto tracciato lungo le strade del più grande altopiano d’Europa, che suscita da sempre sentimenti di apprezzamento nei piloti che vi partecipano, creando in loro un legame speciale con il singolare ambiente naturalistico del “Gran Bosco d’Italia”.

Anche per questa nuova edizione della Coppa Sila sono attesi oltre 100 concorrenti, mentre non si sono ancora spenti gli echi di giubilo della vittoria di Domenico Scola, nipote del famoso e amatissimo Mimì Scola, per aver distanziato nettamente in gara i piloti siciliani Luca Caruso e Samuele Cassiba.

Da ricordare anche i vincitori delle altre due precedenti edizioni, emozionanti per l’impegno e le prestazioni dei piloti in competizione: la 40a edizione ha visto salire sul gradino più alto del podio il pilota Antonio Fuscaldo, mentre la vittoria della 39a edizione è andata a Danny Molinaro(rcs)

MENDICINO (CS) – Gulìa Urbana e Comune presentano la seconda edizione di Musa

Ritorna a Mendicino, borgo di origini medioevali nella provincia di Cosenza, in Calabria, per il secondo anno consecutivo Gulìa Urbana, il progetto di arte urbana promosso dal collettivo Rublanum.

Dal sodalizio tra l’amministrazione comunale guidata dal sindaco Antonio Palermo e il collettivo, prosegue la costruzione di Musa – Museo Urbano della Seta all’Aperto, progetto espositivo open-air che dopo il successo e la partenza del primo anno, prosegue in questa seconda edizione la costruzione di un museo unico in Italia.

Un’idea vincente che ha portato centinaia di visitatori ad attraversare con occhi nuovi il borgo, scoprendo attraverso un linguaggio fortemente contemporaneo, una storia fatta di sapienza, manualità e amore verso un prodotto che è un vero e proprio simbolo del borgo delle serre cosentine.

Un incontro tra passato e presente per continuare a raccontare con occhi nuovi l’operosità di donne e uomini che hanno reso la seta calabrese un prodotto d’eccellenza mondiale.

Il progetto curato da Gulìa Urbana, e fortemente voluto dal Sindaco Palermo, prevede la realizzazione di sei opere di arte urbana e il coinvolgimento di street-artist di indiscussa fama internazionale: il portoghese Aheneah, il greco Taxis, lo spagnolo Slim Safont e dall’Italia: Attorrep e Morne.

In questa 2° edizione, oltre ai murales, saranno realizzate due installazioni site specific dell’artista portoghese Aheneah che incrementeranno il valore creativo del percorso artistico creato nel borgo di Mendicino (Cs).
Un vero e proprio contenitore di idee e di eventi che affronteranno tematiche sociali e di divulgazione, lavorando per educare i più piccoli al rispetto del bello e delle tradizioni.

Gulìa Urbana è il progetto ideato e sviluppato dal collettivo Rublanum. Oltre un decennio di attività che ne hanno fatto un punto di riferimento nell’arte urbana nazionale e internazionale. (rcs)

MENDICINO (CS) – “Match d’improvvisazione”: riflettori puntati sulla performance teatrale del progetto “Il giro del Mondo in 80 giorni”

Il sipario del Teatro comunale di Mendicino si è chiuso su una lezione aperta sul “Match d’improvvisazione” a cura degli attori Elisa Ianni Palarchio, Emilia Brandi e Mario Massaro per il percorso teatrale del progetto “Il giro del Mondo in 80 giorni”. Un’iniziativa promossa dall’associazione PartecipaAzione Ape in collaborazione con la compagnia teatrale Porta Cenere. Un percorso educativo di orientamento geografico e integrazione finanziato dall’Otto per Mille della Chiesa Valdese rivolto principalmente ai minori stranieri non accompagnati ospiti dei centri Sai (Sistema accoglienza integrazione) di Mendicino, Casali del Manco e Dipignano.

Il progetto “Il giro del Mondo in 80 giorni” è nato con l’intento di favorire negli adolescenti l’assunzione di consapevolezza dell’“io” come “individuo sociale”, attraverso opportunità educative efficaci e spazi di socializzazione, integrazione e condivisione.

L’avvocato Vittoria Paradiso, presidente dell’associazione PartecipaAzione, ha dichiarato che: «Questo progetto nasce dall’ennesima attività condotta insieme all’associazione Porta Cenere. Si tratta di un percorso di inclusione per minori stranieri non accompagnati nel territorio cosentino. Il fine è stimolare le occasioni di confronto e di conoscenza con i coetanei autoctoni. Il progetto si articola in tre percorsi: il percorso teatrale, il percorso di conoscenza del territorio e il percorso di cittadinanza attiva. Il percorso teatrale si è appena concluso con una performance finale, mentre le altre attività proseguiranno. Contiamo di portare a termine il progetto in estate o, eventualmente, a settembre».

Il direttore artistico della compagnia teatrale Porta Cenere, nonché attore, Mario Massaro, ha spiegato che: «In questi progetti, non è tanto importante come si arriva alla performance finale ma l’intero percorso che ha accompagnato questi ragazzi fino a qui. Si parte dalla conoscenza del sé e del rapporto del sé con gli altri per poi scoprire insieme quale impatto il teatro può avere nelle loro vite, il che si traduce in libertà, voglia di fare, impegnarsi nel ricoprire un ruolo o nel raggiungimento di un obiettivo. I ragazzi coinvolti nell’intero progetto sono tantissimi e provengono da tre centri Sai del territorio cosentino. Quelli coinvolti nel percorso teatrale sono stati una ventina, di cui otto sono stati impegnati al teatro comunale di Mendicino per dare un segnale di presenza e di cultura sul territorio».

Attraverso il percorso teatrale, i giovani hanno appreso l’arte della recitazione, partendo proprio dall’improvvisazione. Un formato di spettacolo amato nei teatri off, nei cabaret e in tv, in cui gli attori non seguono un copione, ma si affidano a stimoli e colpi di scena guidati dal regista. Non vi sono battute prestabilite o finali prevedibili. Lo spettacolo nasce sul palco di fronte agli occhi increduli e sorpresi del pubblico.

Sul palco, i ragazzi coinvolti nel percorso teatrale del progetto “Il giro del Mondo in 80 giorni” hanno utilizzato oggetti reali o inventati e, indossando un abbigliamento casuale, hanno costruito le scene davanti agli spettatori. Così il pubblico ha avuto l’opportunità di assistere dal vivo al processo creativo della drammaturgia scenica.

L’attrice Emilia Brandi ha evidenziato di aver: «insegnato ai ragazzi l’Abc del teatro, invitandoli a prestare attenzione agli altri e a ciò che gli sta intorno, perché è da lì che nascono le azioni teatrali. Da lì, nasce il teatro. Nei nostri incontri abbiamo sempre dedicato del tempo all’esercitazione dell’immaginazione oltre che all’ascolto e alla disponibilità dell’altro sul palco. Poste queste basi, abbiamo dato loro pochi elementi, lasciandoli liberi di improvvisare senza troppe costrizioni. In questo modo, possono nascere milioni di scene che possiamo rifare in altri milioni di modi».

Il laboratorio teatrale è stata un’opportunità di crescita personale e collettiva, che ha consolidato il rapporto con sé stessi, stimolato l’immaginazione, superato inibizioni e paure e incoraggiato l’espressione individuale all’interno del gruppo.

Ma in cosa consiste l’arte dell’improvvisazione? A spiegarlo è l’attrice Elisa Ianni Palarchio: «Per l’attore, l’arte dell’improvvisazione è tutto. È il pane quotidiano. L’improvvisazione allena l’immaginazione. E l’immaginazione è come un muscolo: se non viene usato rischia di atrofizzarsi. L’attore preparato riesce ad utilizzare tutti gli strumenti che ha a disposizione durante il laboratorio. Così vengono fuori scene che hanno un inizio, uno svolgimento con degli accadimenti e una fine totalmente sorprendente perché non prestabilita. Ultimamente, l’improvvisazione sta diventando una bella e interessante proposta di spettacolo vero e proprio. Questo apre allo spettatore la possibilità di scoprire un percorso sconosciuto». (rcs)

A Mendicino al via le riprese del film “Quando soffia il vento” con Ettore Bassi

Partiranno il 6 Giugno a Mendicino le riprese del film Quando soffia il vento, opera scritta e diretta da Mauro Cerminara realizzata in collaborazione con Aido e prodotta da Illusion Factory.

Il borgo cosentino è ormai da diverse settimane epicentro dell’attività della produzione, per diversi giorni la troupe ha visitato il centro cittadino alla ricerca di location in cui ambientare le scene del corto, e il palazzo del municipio è stata la sede che ha ospitato la fase di casting gestita dal casting director Giovanni Maletta, in cui sono stati selezionati diversi ruoli e molti figuranti che faranno parte del progetto.

Protagonisti di Quando soffia il vento sono Ettore Bassi e Lucia Rossi rispettivamente nei ruoli di Christian ed Eva Marcello Arnone che interpreta il commissario Costanzi, Arianna Valentini nel ruolo della dottoressa Giulia Sileri e lo stesso Mauro Cerminara che vestirà i panni del dottor Marco Rossi.

Per quanto riguarda la scelta del cast tecnico, la fotografia sarà curata da Ernesto Boccuti, il montaggio affidato a Takeshi Yamato, completano il team di produzione di Illusion Factory Caterina Gioconda Di Dio, Rocco Parise, Aurora Sanso e Raffaele Lisco. I Costumi sono creati dallo stilista Giuseppe Cupelli.

Prodotto da Mauro Cerminara e Francesco Garasto per Illusion Factory e Pasquale Arnone, Quando soffia il vento è realizzato in collaborazione con Vanilla, imoviez Studios. L’opera ha il patrocinio di Aido, 118, Provincia di Cosenza e Regione Calabria

Le riprese come già detto partiranno da Mendicino (Cs) il 6 Giugno ei proseguiranno successivamente sulla costa tirrenica cosentina. (rcs)

Le Città Visibili in visita a Mendicino

di ANNA MISURACA – Il Cammino di San Francesco di Paola è stato ideato per ripercorrere i principali viaggi compiuti dal Santo, eremita e fondatore dell’Ordine dei Minimi, ed è un percorso riconosciuto dal Ministero per i Beni e le Attività culturali inserito nell’Atlante dei Cammini d’Italia. Il percorso consta di tre itinerari: la Via del Giovane, la Via dell’Eremita e la Via dei Monasteri, ciascuna con la storia legata ad una particolare fase della vita del taumaturgo. Il Cammino non vuole essere soltanto «di memoria storica, ma anche di tradizioni, di identità culturale, di sostenibilità ambientale, di conoscenza di luoghi tanto belli quanto inesplorati».

Tra i paesi attraversati nel Cammino di San Francesco di Paola, la Via dell’Eremita passa per Mendicino (tratta Paola-Paterno Calabro e viceversa), piccolo centro alle falde dello splendido e inconfondibile Monte Cocuzzo. È un luogo assai suggestivo con vicoli a gradoni, piazzuole, antichi palazzi, in cui le storie antiche e le tradizioni si intrecciano e oggi rivivono grazie all’impegno dell’amministrazione comunale e di alcuni appassionati e infaticabili abitanti, come Francesco La Carbonara, Lucia Parise e Franco Barca che fanno a gara per fornirci notizie e curiosità sulla loro cittadina.
Grazie a loro l’interessante e sorprendente visita di questo piccolo gioiello ha arricchito ulteriormente il carnet di viaggi delle Città Visibili. Arrivando nel centro storico, tra il verde e i colori della primavera spiccano le macchie bianche e viola degli iris che caratterizzano la zona; la natura rigogliosa si alterna a pareti di roccia, strapiombi, verdi vallate e colline fiorite, montagne scoscese e maestose. Il borgo antico rappresenta sicuramente la zona più caratteristica del paese che merita di essere visitata, rigorosamente a piedi.
Da Piazza Duomo ammiriamo la Chiesa di San Nicola di Mira, aperta appositamente per Le Città Visibili; secondo alcune fonti una chiesa intitolata al Santo esisteva già nel ‘600 ma nel corso degli anni si sono susseguiti vari rimaneggiamenti (anche a seguito dei vari terremoti, tra i quali quello del 1852) fino alla struttura attuale. La facciata è in pietra rosa di Mendicino (calcarenite) e sul portale Francesco guida ambientale ed escursionistica ci fa osservare rocce da sedimentazioni carsiche con impronte fossili di bivalve. Ci spiega brevemente la formazione di queste rocce che, nelle zone circostanti, hanno dato origine a grotte con stalattiti e stalagmiti. Il finestrone sulla sinistra raffigura il vescovo di Mira con tre perle in mano; Francesco ce ne racconta la storia: San Nicola venne a sapere di una famiglia nobile e ricca caduta in miseria, motivo per il quale il padre, vergognoso dello stato di povertà in cui versava, decise di far prostituire le figlie.
San Nicola, di nascosto, fece scivolare dalla finestra, nell’abitazione dell’uomo, tre perle con cui il padre poté far sposare le figlie e risparmiare loro la tremenda alternativa.  A Mendicino il 6 dicembre si scambiano come dono tre piccoli panini tondeggianti, uniti tra loro. La tradizione è quella di far recitare ai bambini una filastrocca per la quale ricevono in dono i panetti sferici. L’interno della chiesa è a tre navate; notevole un affresco del 1913, mentre ai lati sono presenti varie cappelle; in quella di San Nicola sono conservate da decenni due reliquie: la sacra manna e un frammento di canino.
L’icona raffigurante il Santo vi è stata posta negli anni 2000. Tra le altre cappelle notiamo quella dedicata a San Francesco di Paola, quella di madre Elena Aiello (che creò un istituto per ragazze madri e orfani) in cui è conservato un fazzoletto pieno del sangue delle sue stimmate, la cappella di San Pio da Pietrelcina, di S. Rita e del SS Cuore di Gesù. Proseguiamo la nostra visita alla Torre dell’orologio, risalente al 1906, costruita dopo il terremoto dell’ anno precedente, oggi simbolo del paese. Domina un bellissimo panorama ed è una costruzione a base quadrata che presenta tre orologi circolari su tre lati; i puntualissimi rintocchi scandiscono la nostra giornata.
In questa cornice Francesco ci racconta la storia del paese, citato, peraltro, nell’opera del medico e naturalista napoletano Michele Tenore «Viaggio in alcuni luoghi della Basilicata e della Calabria citeriore effettuato nel 1826», da cui estrapola un passo che descrive la florida gioventù mendicinese, a riprova del benessere e del fulgido passato economico di quest’area, grazie alla coltivazione del gelso e alla produzione e lavorazione della seta di pregiata qualità. Francesco ci fa successivamente notare una serie di palazzi e scorci che visiteremo da vicino; siamo incuriositi da alcuni decori simili a centrini, visibili sui muri di alcune costruzioni.
Ne è autrice l’artista polacca contemporanea NeSpoon che, ispirata da pizzi e merletti, li ha ricreati, attraverso stencil e vernici, sulle facciate dei palazzi, durante un recente festival di Street Art tenutosi a Mendicino. Installazioni, con centrini veri e propri, opere di Lucia Parise (che gestisce anche un piccolo laboratorio in paese, in cui produce borse, scialli e oggetti, riutilizzando stoffe, filati lavori di crochet di Riccardo Torri Gerbasi, un bolognese trapiantato a Mendicino) ne riprendono la tematica in vari angoli delle strade e dei piazzali.
Ci incamminiamo verso Palazzo Campagna (voluto dal nobile Carlo Del Gaudio tra il 1780 e il 1784, come si evince dall’iscrizione sullo stemma nobiliare all’ingresso della costruzione), il più importante palazzo nobiliare di Mendicino, dove ci attendono varie sorprese, come in un gioco di scatole cinesi. Partiamo dalla singolare mostra permanente “I Maccaturi” nata da un’idea di Adele Lo Feudo e Gianni Termine. Come ti riinvento l’indumento più popolare della tradizione e del costume calabrese in “un omaggio al mondo femminile del passato”: i “maccaturi” diventano un pretesto per celebrare la bellezza del paesaggio calabrese, il valori degli affetti, delle emozioni, la forza simbolica del colore, l’artigianato (alcuni maccaturi sono in seta dipinta), la creatività coniugata attraverso molteplici tecniche artistiche…
Passiamo poi, al Museo Storico “Juovi Santu”, dove sono custodite testimonianze fotografiche (solo alcune, per ora), statue e arredi in cartapesta (opera dell’artista Franco Barca), diorama e costumi utilizzati durante la processione che si tiene da oltre un secolo e coinvolge figure inusuali come gli angeli e “u pinnune” (staffetta romana, impersonata da un giovane atletico e scattante, che corre richiamato da trombe e poi da tamburi verso il Cristo, che verrà da lui dileggiato e condotto verso la Croce. Si instaura, poi, una sorta di gioco tra la folla che chiama il soldato romano da una parte all’altra con la finalità di affaticarlo e stremarlo), mentre i canti di” i mistiari” a più voci recitano la Passione ed eseguono in sottofondo canti antichi a cappella, musicati da musicisti amatoriali.
Oltre quattrocento costumi sono stati noleggiati da Cinecittà  per l’evento del 1976  prodotti per il film Ben Hur per allestimenti degni di una vera e propria rappresentazione teatrale e sul muro troneggiano diversi premi e riconoscimenti ottenuti. Il Museo è nato durante la pandemia dall’idea dell’Associazione “Juovi Santu” e verrà completato con numerose altre foto delle rappresentazioni nel tempo e da diorama e plastici in cartapesta realizzati da Franco Barca, autore, attore e regista teatrale e cinematografico. Prima di lasciare il palazzo, visitiamo in anteprima le opere in cartapesta dedicate al grande Totò, che il maestro sta realizzando per una mostra a tema di prossima realizzazione. Un rapido sguardo al bellissimo Palazzo Campagna ci fa scoprire ambienti bellissimi in corso di restauro e decorazioni raffinate e ricercate. Uno sguardo, uscendo, alla Chiesetta di San Giuseppe (o degli ultimi, poiché pare venne costruita per ospitare i poveri e i barboni a cui non era consentito l’ingresso in duomo), che poggia sulla nuda roccia ed è chiusa dal 1930.
È ora di pranzo e ci avviamo al ristorante “Il nostro” dove gustosissimi piatti della tradizione calabrese ci rimettono in moto per la continuazione del nostro tour pomeridiano in cui ci conduce Lucia. Ci immergiamo nei vicoletti per ritrovarci  affacciati sulla verde rigogliosa vallata del Parco Fluviale e giungere alla Filanda e al Museo Dinamico della Seta. Il Museo, riaperto al pubblico nel 2015, è articolato in diversi ambienti ed è realizzato all’interno dell’antica Filanda Del Gaudio che mantiene l’aspetto e i macchinari originali, tuttora funzionanti. Lucia ci introduce nella storia della filanda e ci illustra il lungo  paziente percorso della seta, mostrandoci i vari arnesi utilizzati e leggendoci documenti originali che testimoniano l’ampio smercio dei preziosi filati in varie regioni italiane.
Veniamo, inoltre, a sapere che, queste preziose sete venivano vendute al consorzio della seta di San Leucio da dove raggiungevano le corti europee, in primis quelle di Francia. All’interno del Museo Francesco ci riassume la lavorazione della trattura, ci fa vedere i bozzoli essiccati e mostra praticamente l’operazione di dipanamento dei fili dai bozzoli fino a formare un unico filo per essere avvolto in forma di matassa.
Appena ci propone di provare, più di una signora si cimenta nell’operazione, con attenzione e destrezza. Intorno a noi ammiriamo coperte e indumenti creati in seta, immaginando la fatica e la pazienza che sta dietro ad ogni singolo pezzo. Il tempo è volato e raggiungiamo il nostro pullman, ancora una volta soddisfatti della piacevolissima giornata trascorsa scoprendo cose nuove in compagnia di amici. (am)