MENDICINO (CS) – Sguardi a Sud: il 3 dicembre, va in scena lo spettacolo “I figli di Babbo Natale”

L’aria natalizia si fa sempre più coinvolgente al Teatro comunale di Mendicino, grazie agli imperdibili appuntamenti proposti dalla compagnia Porta Cenere, sotto la sapiente guida di Mario Massaro. Con il patrocinio del Comune di Mendicino e il sostegno della Fondazione Carical, gli spettacoli della sesta edizione della rassegna di teatro contemporaneo “Sguardi a Sud” si confermano come momenti di intrattenimento e riflessione di altissima qualità.

Prossimo evento da segnare in agenda è per domenica 3 dicembre (ore 18). Il pubblico potrà immergersi nella magia natalizia con lo spettacolo “I figli di Babbo Natale”, liberamente ispirato a “Marcovaldo”, capolavoro di Italo Calvino. Una pièce teatrale di e con Elisa Ianni Palarchio e Mario Massaro e la partecipazione di Mirko Iaquinta. Gli occhi del pubblico saranno rapiti dalle scenografie di Gino Veneruso, mentre la consulenza multimediale di Natale Filice e il video mapping a cura di MediaStage Lab contribuiranno a creare un’esperienza multisensoriale indimenticabile. Un’occasione unica per lasciarsi catapultare in un mondo incantato e vivere la magia del Natale attraverso gli occhi di Marcovaldo e della compagnia Porta Cenere.

La sesta stagione di Sguardi a Sud omaggia Calvino con uno dei suoi racconti più profondi e carichi di significato. Protagonista della storia è Marcovaldo, un uomo semplice e buono, impiegato come facchino presso la Sbav, un’azienda guidata da un ricco direttore interessato unicamente al profitto. Il Natale, tempo di festa e condivisione, si trasforma per Marcovaldo in una sfida epica quando il suo datore di lavoro decide di fargli consegnare un grande carico di doni ai magnati della città. Un lavoro straordinario che costringe il povero facchino a vestire i panni di Babbo Natale, in un contesto in cui il consumismo ha ormai preso il sopravvento. In questa esperienza, la sua umanità sarà messa a dura prova.

La trama, ricca di humor e poesia, svela la dicotomia del Natale moderno: da un lato, la frenetica corsa ai regali, dall’altro, il valore più alto dei sentimenti e della famiglia. Un racconto che mette in luce i veri valori della festività attraverso gli occhi innocenti di un bambino, il figlio di Marcovaldo. Attraverso la sua dolcezza e genuinità, riesce a far divertire il figlio viziato e annoiato del direttore, dimostrando che la gioia del Natale si trova nella semplicità e nell’amore familiare. Una lezione preziosa che supera i confini del tempo e dello spazio.

Il direttore artistico Mario Massaro: «Sguardi a Sud si impegna a offrire uno spettacolo che possa toccare il cuore di ogni spettatore, indipendentemente dall’età. “I figli di Babbo Natale” è la nostra risposta alla sfida di portare autenticità ed emozione sulla scena, contrastando il materialismo che ossessiona molte persone durante questo particolare periodo dell’anno».

La produzione della compagnia Porta Cenere mira a toccare le corde dell’anima, a riaccendere la fiamma dell’altruismo e a far brillare più intensamente i sentimenti. Un invito a coltivare le relazioni umane e i legami familiari, dando importanza a ciò che conta realmente. Una pièce teatrale coinvolgente adatta a un pubblico di tutte le età. (rcs)

MENDICINO (CS) – Per Sguardi a Sud arriva il duo Lanzoni-Presti in concerto

Nella suggestiva cornice di Mendicino, la sesta edizione della rassegna di teatro contemporaneo “Sguardi a Sud” continua a conquistare il plauso del pubblico e a regalare intense emozioni. La compagnia teatrale Porta Cenere, sotto la sapiente direzione artistica di Mario Massaro, ha trasformato la pittoresca cittadina calabrese in un epicentro di creatività, con una kermesse che ha superato ogni aspettativa. Con il patrocinio del Comune di Mendicino e il sostegno della Fondazione Carical, “Sguardi a Sud” si sta affermando come una vetrina di eccellenza per la cultura in Calabria con un programma ricco di appuntamenti che abbraccia tre settori distinti: il teatro di prosa, il teatro ragazzi e la musica.

Il 25 novembre (ore 21), i riflettori del Teatro comunale di Mendicino saranno puntati su un duo d’eccezione: Alessandro Lanzoni (pianista) e Alessandro Presti (trombettista). Un concerto che promette di catturare l’attenzione e l’entusiasmo di un pubblico sempre più esigente. Il 26 novembre (ore 18), Mendicino ospiterà un altro eccezionale concerto, piano solo, di Alessandro Lanzoni. Un doppio appuntamento imperdibile per omaggiare Luca Flores, pianista e compositore italiano, figura di spicco della scena jazzistica italiana. Una proposta musicale Harvest. Sarà un’occasione unica per immergersi in un mondo di melodie avvolgenti e di virtuosismo.

Alessandro Lanzoni, fiorentino di nascita, è tra i pianisti italiani più brillanti a livello internazionale. Diplomato al Conservatorio “Cherubini”, ha vinto nel 2013 il prestigioso premio “Top Jazz” come miglior nuovo talento. La sua versatilità e il suo eclettismo lo rendono un leader indiscusso, con recensioni lusinghiere che lo descrivono già come un maestro del suo mestiere.

Ad accompagnare Lanzoni, il trombettista di fama internazionale Alessandro Presti. Una carriera costellata da collaborazioni con i grandi nomi del panorama jazzistico come Eddie Gomez, Salvatore Bonafede, Stefano Di Battista Francesco Cafiso, Lew Tabachkin, Bill Mays, Nasheet Waits, Mario Biondi, Dario Deidda. Dal 2014, Presti collabora stabilmente con il batterista italiano Roberto Gatto entrando a far parte del suo quartetto. Nel 2023, è stato nominato miglior nuovo talento del jazz italiano.

La sesta edizione di “Sguardi a Sud” si presenta come un evento straordinario, capace di unire tradizione e innovazione, dando spazio a talenti emergenti e a figure consolidate nel panorama culturale. Mendicino si conferma così non solo come un luogo di bellezze naturali, ma anche come un crocevia di esperienze culturali che arricchiscono e stimolano la comunità locale.

Nel settore del teatro di prosa, il pubblico ha già avuto l’opportunità di immergersi in spettacoli coinvolgenti, presentati da compagnie provenienti da tutta Italia. Un viaggio attraverso il talento e la sperimentazione teatrale che ha catturato l’attenzione degli spettatori del Teatro comunale di Mendicino. Tuttavia, la vera novità di quest’anno è la sezione dedicata alla musica, un passo audace verso una visione artistica multidisciplinare che arricchisce ulteriormente l’offerta culturale della kermesse.

Il direttore artistico Mario Massaro: «Sguardi a Sud è un invito a lasciarsi trasportare dalle emozioni, a esplorare nuovi orizzonti culturali e a vivere la magia del teatro. Un laboratorio di idee e sogni che si trasformano in realtà. La sesta edizione rappresenta un punto di svolta; l’intento è offrire al nostro affezionato pubblico un’offerta culturale che abbraccia l’arte in tutte le sue forme». (rcs)

MENDICINO (CS) – Per Sguardi a sud va in scena Le Bureau de Porc

La rassegna di teatro contemporaneo “Sguardi a Sud” continua a incantare il pubblico con un viaggio straordinario nell’arte scenica. Con la direzione artistica di Mario Massaro, il patrocinio del Comune di Mendicino e il sostegno della Fondazione Carical, la kermesse si conferma un crocevia di creatività che si nutre di tradizione e innovazione. Domenica 19 novembre (ore 18), al Teatro comunale di Mendicino, andrà in scena “Le Bureau de Porc”. Uno spettacolo unico nel suo genere, scritto e diretto da Natale Filice, autore visionario in grado di combinare sapientemente le dimensioni del reale e del virtuale. Il protagonista della pièce teatrale Mario Massaro sarà affiancato sul palcoscenico da Elisa Ianni Palarchio e Mirko Iaquinta, che appariranno in video, regalando al pubblico un’esperienza visiva e sonora senza precedenti. Gianpaolo Palumbo e Valerio Massimo Filice daranno vita a scenografie virtuali mozzafiato grazie alla tecnica del videomapping, trasformando il palco in un mondo affascinante e surreale. Costumi firmati da Antonella Carbone e suggestivi contributi video di Antonio Arena completano un quadro artistico di straordinaria complessità. La multidisciplinarità delle arti è il cuore pulsante di questo spettacolo che promette di trasportare il pubblico in un vortice di emozioni e riflessioni.

Nella narrazione originale di Perrault, Barbablù è un uomo dal passato ombroso che, nonostante la sua storia di mogli scomparse, riesce a conquistare la figlia più giovane di una vicina. La trama prende una svolta cupa quando, prima di partire per un viaggio di lavoro, Barbablù consegna alla moglie un mazzo di chiavi che apre tutte le porte della casa, tranne una. La curiosità induce la giovane ad aprire la porta proibita; da qui, la terrificante scoperta della camera gli orrori. La vicenda culmina con il tentativo di Barbablù di punire la moglie per la sua indiscrezione, svelando così la brutalità dell’uomo.

La moderna interpretazione de “Le Bureau de Porc” si spinge oltre: la narrazione si sviluppa attraverso il filtro di uno studio televisivo che coinvolge conduttori e opinionisti nell’analisi della tragedia di Barbablù mettendo a nudo la realtà delle cronache con sguardo cinico, evidenziando una denuncia di facciata e il sensazionalismo mediatico.

Un ritratto allegorico che, nel contesto attuale, trova riscontri nella dura realtà di abusi e violenza. La ricchezza di Barbablù, simbolo di potere sfrenato, si scontra con la fragilità delle sue mogli, vittime di un male che permea la storia umana: la crudeltà alimentata dalla sete di controllo.

Mario Massaro, in duplice veste di attore e direttore artistico della rassegna Sguardi a Sud, ha dichiarato: «“Le Bureau de porc” è uno spettacolo che porta al centro della nostra attenzione la tematica della violenza di genere, usando a pretesto la fiaba di Perrault, narrata come una ricostruzione cronachistica da studio televisivo, con tanto di conduttore ed opinionisti esperti dei drammi del momento. Le Bureau de Porc è uno spettacolo che non fa sconti al tema del femminicidio e lo racconta, talvolta, con marcato realismo, ponendo di fronte agli occhi dello spettatore una verità narrativa che è in coscienza inaccettabile, ma che, purtroppo rispetta in pieno ciò che accade nel nostro Paese, a tutte le latitudini e in tutte le fasce d’età. Per il giovane spettatore può essere un’opportunità in più per discutere di educazione sentimentale, di rispetto reciproco, di rapporto tra uomo e donna che possa slegarsi dalla logica del possesso, di accettazione e normalizzazione del fallimento, di dialogo costruttivo tra due parti apparentemente opposte. Il 19 novembre, l’arte e la magia del teatro vi aspettano per un viaggio indimenticabile».

L’appuntamento con “Le Bureau de Porc” è un’occasione imperdibile per lasciarsi trasportare in un universo fatto di immagini, suoni ed emozioni, dove il teatro diventa un laboratorio di sogni e la scena si trasforma in un luogo magico da esplorare.

Al termine dello spettacolo, il Teatro comunale di Mendicino si tingerà di festa per celebrare i primi vent’anni della compagnia Porta Cenere. Una lunga e appassionante storia fatta di impegno, dedizione e amore per la scena, che ha saputo conquistare il cuore degli spettatori e lasciare un segno indelebile nel panorama teatrale calabrese e non solo. (rcs)

MENDICINO (CS) – Il 12 novembre in scena “Antigone – Una donna di Calabria”

Domenica 12 novembre, a Mendicino, alle 18, al Teatro Comunale, in scena Antigone – Una donna di Calabria, firmata da Franco Dionesalvi e Massimo Costabile, l’interpretazione di Antonella Carbone, la traduzione in lingua calabrese e le musiche originali curate da Mario Artese, la scenografia di Gino Veneruso, il disegno luci di Matteo Costabile e il progetto regia di Massimo Costabile.

L’evento rientra nell’ambito della rassegna Sguardi al Sud della compagnia Porta Cenere, con la direzione di Mario Massaro, con il patrocinio del Comune di Mendicino e il sostegno della Fondazione Carical.

Nel cuore delle tenebre, Antigone si risveglia nella realtà del presente, rinchiusa e confinata nella sua prigione. La sua voce è un grido che emerge dal mare e continua a risuonare nel tempo trascinandoci in un mondo di sofferenza e disperazione. Una tragedia che raffigura l’eco straziante dei giorni nostri. Una narrazione che ha inizio tra i resti di migliaia di vite naufragate e disperse nel Mar Mediterraneo, un tempo considerato culla della civiltà, ora trasformato in un orribile cimitero all’aperto.

In un mondo che spesso ignora le voci degli invisibili, “Antigone- una donna di Calabria” emerge come una rivisitazione teatrale che scava profondamente nella realtà dei migranti, portando alla luce storie ignorate e sofferenze taciute. Questa rappresentazione non è una semplice riscrittura della tragedia di Sofocle, ma un viaggio che ci costringe a confrontarci con la crudele verità del nostro tempo.

La narrazione che si dipana sul palco è al tempo stesso tragica ed epica, un’opera di straordinaria potenza emotiva. La tragedia emerge quotidianamente, incarnandosi nei naufragi, nei respingimenti e nelle tragedie umane che sfuggono alle parole. Le storie di coloro che cercano una via d’uscita, spingendosi verso orizzonti incerti, sono spesso raccontate solo attraverso cifre e statistiche. Questo spettacolo dà voce alle storie umane che si nascondono dietro le notizie di cronaca. Ma c’è anche l’elemento epico: è l’epopea degli uomini e delle donne che, pur affrontando la morte, lottano per cambiare il loro destino da “ultimi del mondo”. Armati di resilienza, determinazione e speranza, sfidano le avversità intraprendendo il pericoloso viaggio attraverso il Mediterraneo in cerca di speranza e libertà e ci ricordano la straordinaria forza dell’animo umano.

In questa potente pièce, Antigone emerge come simbolo eloquente di coloro il cui grido è stato soffocato, ma le cui suppliche continuano a risuonare tra le onde implacabili dell’immensità marina. “Antigone- una donna di Calabria” è uno specchio che riflette le sfide e le contraddizioni del nostro tempo, spingendoci a riflettere sulla nostra responsabilità collettiva nei confronti di coloro che sono alla ricerca di un futuro migliore.

Un altro aspetto di questo spettacolo che non può essere trascurato è l’impegno a preservare il dialetto calabrese, riconoscendo il suo valore intrinseco e il suo ruolo nel mantenere vive le radici culturali. Lavorare per la salvaguardia del dialetto calabrese è una chiara dimostrazione d’amore per la storia, le tradizioni e l’identità della nostra Regione e delle persone che la abitano.

Il regista Massimo Costabile spiega che: «Questo testo è stato scritto 10 anni prima della tragedia di Cutro insieme all’amico Franco Dionesalvi con cui ho condiviso un lavoro artistico di scrittura teatrale dal 1992. In ricordo di Franco ho voluto riscriverlo in forma di monologo».

Il direttore artistico di Sguardi a Sud Mario Massaro: «Antigone rappresenta una voce che risuona nella lotta per la dignità umana e la compassione in un mondo segnato da tragedie senza fine. La sua storia e il suo messaggio sono un richiamo a riflettere sulle sfide dell’immigrazione e sulle speranze di un futuro più luminoso». (rcs)

MENDICINO (CS) – Per Sguardi a sud va in scena “Il profilo panciuto di Mister”

La storia del teatro è intrinsecamente legata alla capacità di toccare le corde più profonde dell’animo umano e “Sguardi a Sud”, la rassegna di teatro contemporaneo curata con passione e dedizione dalla compagnia Porta Cenere, si presenta come un appuntamento imperdibile per immergersi in narrazioni coinvolgenti, in grado di rapire la mente e il cuore degli spettatori. Sotto la magistrale direzione artistica di Mario Massaro, il palcoscenico di Sguardi a Sud si accende con una potenza straordinaria. L’ultima proposta da segnare in agenda è “Il profilo panciuto di Mister” di Daniele Mattera, in scena domenica 29 ottobre (ore 18), con Marisa Casciaro e Giada Claudia Grandinetti.

“Il profilo panciuto di Mister” è una pièce teatrale che affronta il tema universale della guerra e della sua devastante influenza sulle vite umane. La storia si ispira a una tragica notizia di cronaca: il 3 marzo 1944, oltre 600 persone persero la vita asfissiate nella Galleria delle Armi tra Balvano e Muro Lucano mentre viaggiavano sul treno Napoli – Bari 8017.

Attraverso la storia di tre personaggi, Lucia, Camilla e Mister, lo spettacolo esplora la complessità delle emozioni umane in un mondo postbellico. Ciascuno di loro ha una storia da raccontare. Uno stralcio di vita che si intreccia con profonde riflessioni sull’umanità e scatena una guerra interiore che attendeva solo il momento giusto per esplodere. Ma, come sottolinea lo spettacolo, la crisi, se riconosciuta e affrontata, può portare alla maieutica reciproca e alla consapevolezza di sé. Attraverso il confronto con le proprie fragilità, si scopre la vera forza che conduce alla pace.

Nel corso della notte, Lucia legge a Camilla alcuni frammenti di storie raccolti durante i suoi viaggi in treno, storie che rappresentano un simbolo di uguaglianza e di solidarietà umana. Nel frattempo, Mister porta con sé il dolore della perdita di sua figlia in un bombardamento, rappresentando il lato più doloroso e reale della guerra.

Ma quali sono le peculiarità di questi personaggi? Marisa Casciaro e Giada Claudia Grandinetti hanno dichiarato: «A primo impatto, Lucia appare con un carattere sognante e indagatore, mentre Camilla come una lavoratrice indefessa. In realtà, nello scorrere del testo, le parole si completano di attitudini che svelano le sfumature di due sensibilità che si cercano e si scoprono, prima di incontrarsi in un’amicizia profonda. Un’amicizia che unisce e dona quiete e diventa esempio di ricerca di pace in un modo di disattenzione e diffidenza. Lucia svela i suoi racconti a Camilla ma confessa anche le sue fragilità e riesce con la sua semplicità e con la sua innocente invadenza a condurre Camilla verso riflessioni profonde sulla varietà umana alla quale talvolta sembra voglia sottrarsi. Insieme, altra parola che potrebbe essere chiave rivelatrice dello spettacolo, le due donne mostrano di avere uno sguardo concreto sul mondo: Lucia attraverso il desiderio di indicare il piacere dell’ascolto, del dialogo, del passaggio comunicativo, della bellezza e gioia di vita, mentre Camilla con la forza costruttiva e concreta del lavoro e l’abbandono di idee disfattiste e vittimiste. La conoscenza che si approfondisce tra le due, anche attraverso lo scontro, svela la fine sensibilità di entrambe e la ricchezza di sfumature che ogni carattere può contenere».

Chi interpreterà il ruolo di Mister? «È una storia lunga e complessa. Nella prima versione dello spettacolo (risalente a circa 14 anni fa) – hanno osservato Marisa Casciaro e Giada Claudia Grandinetti- Mister è stato interpretato da Daniele Mattera, amico, regista e mentore, che purtroppo ci ha lasciate qualche anno fa, ma al quale non abbiamo mai smesso di sentirci legate da un filo emotivo intriso di memoria e gratitudine, nonché di affinità di anima. Abbiamo promesso a Daniele che avremmo fatto rivivere le sue opere. Il testo di questo spettacolo è suo. Con questa nuova versione abbiamo fatto molto di più: siamo riuscite a portarlo nuovamente in scena con noi. Come? Attraverso l’uso delle nuove tecnologie, più esattamente del videomapping. Quando ci è venuta in mente questa bizzarra, ma entusiasmante idea, sapevamo che non sarebbe stato facile. Noi amiamo le sfide e così abbiamo contattato il responsabile tecnico Eros Leale il quale ci ha indicato a sua volta Anselmo De Filippis (video-creator) che ha scorporato tutte le immagini di Mister con un certosino lavoro di editing di un vecchio video. Giampaolo Palumbo ha reso le immagini proiettabili attraverso una raffinata tecnica di videomapping. Il fonico Geppino Canonaco ha equilibrato suoni e voci. E così, come avviene nella favola de “I musicanti di Brema”, abbiamo formato una valida squadra e, unendo le diverse professionalità, siamo partiti verso la nostra meta, che ora può dirsi finalmente raggiunta».

“Il profilo panciuto di Mister” attinge a storie vere, amalgamando esperienze di uomini e donne provenienti da diverse parti del mondo con i ricordi dei membri della compagnia. Lo spettacolo si svolge su quattro sedie, l’unico “compartimento” in cui vivono i due personaggi femminili, un luogo che simboleggia la speranza di pace in contrasto con la realtà della guerra personificata da Mister. L’atmosfera eterea, sostenuta dalle note del “Flauto Magico” di Mozart, rappresenta il percorso simbolico dalla tenebra dell’ignoranza alla luce della consapevolezza.

Un viaggio emozionante e commovente conduce Camilla verso la luce della solidarietà. Ma il treno su cui si trovano i personaggi potrebbe anche condurli verso un disastro ferroviario, aprendo interrogativi sul loro destino. La risposta a questa domanda rimane un mistero che solo gli spettatori potranno scoprire.

“Il profilo panciuto di Mister” è una rappresentazione teatrale che testimonia la potenza della narrazione e della comprensione reciproca, promuovendo il dialogo e la solidarietà tra le persone in un mondo che spesso sembra diviso dalla discordia e dal conflitto. In questo contesto, il palcoscenico diventa uno strumento formidabile per la promozione della pace e della speranza.

Con il patrocinio Comune di Mendicino e il sostegno della Fondazione Carical, Sguardi a Sud è un esempio di come l’arte scenica possa trasformarsi in una potente arma di sensibilizzazione e riflessione. Questa kermesse è una vera e propria calamita, attirando l’attenzione di appassionati e curiosi, creando un vortice di emozioni inarrestabile.

Il direttore artistico di Sguardi a Sud Mario Massaro: «Sguardi a Sud si illumina con “Il profilo panciuto di Mister”, uno spettacolo che toccherà il cuore del pubblico, rivelando le cicatrici della guerra e il potere della pace. Attraverso questa intensa rappresentazione, celebriamo la resilienza dell’animo umano e la speranza che unisce le anime, sfidando le divisioni del mondo contemporaneo». (rcs)

MENDICINO (CS) – VI stagione Sguardi a Sud: il 15 ottobre va in scena “Spine”

Prosegue con successo la sesta edizione di Sguardi a Sud, la rassegna di teatro contemporaneo curata dalla compagnia Porta Cenere con la direzione artistica di Mario Massaro, il patrocinio del Comune di Mendicino e il sostegno della Fondazione Carical. Prossimo appuntamento da non perdere: domenica 15 ottobre (ore 18). A calcare il palcoscenico del Teatro Comunale di Mendicino sarà la compagnia Mana Chuma con lo spettacolo “Spine”. Un’opera che porta la firma di Massimo Barilla e Salvatore Arena. Il cast è composto da Stefania De Cola, Mariano Nieddu e Lorenzo Praticò. Scenografie di Aldo Zucco e musiche originali di Luigi Polimeni.

“Spine” nasce da una necessità espressiva profonda, dalla voglia di confrontarsi con una storia che si sviluppa partendo dai margini, dai vuoti spesso trascurati, dalla volontà di esplorare strade raramente percorse, sia in termini di drammaturgia che di ricerca linguistica. Uno spettacolo che sfida le convenzioni, che osa esplorare territori sconosciuti e nascosti. È un viaggio nella lingua e nella cultura del Sud Italia, un inno alla diversità e alla ricchezza delle sue radici. I dialetti si mescolano armoniosamente. Il sardo, il siciliano e il calabrese, lingue madri degli attori, si fondono in un linguaggio alto, intriso di vita e significato, lontano dall’ordinarietà del quotidiano. Le voci degli attori si intrecciano in un canto che parla di vita, di storie mai raccontate, di identità e di appartenenza.

Salvatore Arena e Massimo Barilla spiegano che: «Spine è l’anima di un luogo che non ha uscite, rinchiuso in sé stesso, imploso, eppure incapace di sparire, di annullarsi sotto la polvere del tempo, sotto l’accumulo dei gesti e delle parole. È un tentativo ciclico, un meccanismo chiuso, impossibile da scardinare, eppure fervido, agitato dall’interno, come un corpo da una febbre che ti esalta e ti consuma. E i tre personaggi – ombre che lo abitano, tra pasta ca faciola e pani e alivi, sono essi stessi questa febbre che si portano addosso, per sé stessi e per gli altri, troppo vivi per dimenticare, troppo evanescenti per perdonarsi e perdonare. Abbiamo immaginato un lavoro nella distanza tra i personaggi, un incedere automatico, un ripetere di azioni senza fine, un riempire e svuotare di bicchieri. Un andare e ritornare come ci fossero gli avventori ai tavoli, come se i personaggi si sentissero chiamati per davvero. Un arrestarsi di colpo, un restare in attesa come “incantesimati”, come pietra immobile attonita. Un alternarsi di riso e lacrime, una farsa che è tragedia. Un patetico tentativo filodrammatico di cunto».

L’attrice Stefania De Cola osserva che: «Questo spettacolo è il racconto di tre personaggi (forse fantasmi) che ripetono in modo ossessivo una storia che li ha resi testimoni. La storia “grande” quella di Otello, Cassio, Desdemona, Jago s’intreccia con la vita dei gestori della locanda. Pretesto per raccontare vuoti di una storia irrisolta. Per noi attori ogni replica è la scoperta di nuove forme di ricerca, verità e condivisione».

Mana Chuma, la compagnia diretta da Massimo Barilla e Salvatore Arena, racconta la storia contemporanea del Sud Italia. Spettacoli intesi come progetti di ricerca poetica e artistica finalizzati alla creazione di nuove forme di drammaturgia e teatro narrativo. Ricorrendo all’uso dell’italiano e del dialetto regionale, la compagnia realizza un’attenta ricerca sullo spazio e sulla sperimentazione di luoghi “altri” per il teatro. Lo spettacolo “Spine” che andrà in scena a Mendicino è finalista del Premio Ustica per il teatro 2003.

Il direttore artistico di Sguardi a Sud Mario Massaro: «Desidero esprimere la mia più profonda riconoscenza alla compagnia Mana Chuma.”Spine” è un viaggio attraverso l’animo umano, un’opera teatrale che ha sfidato i confini dell’immaginazione e ha spalancato le porte alla verità del racconto. Questo spettacolo ci consentirà di entrare e uscire da mondi profondi e misteriosi, di ridere sfrenatamente e lasciare spazio a un pianto primordiale, tutto mentre ci condurrà al nodo centrale, alla “spina” appunto. La capacità della compagnia Mana Chuma di catturare l’essenza della vita umana in tutta la sua complessità e vulnerabilità è stupefacente. Invito il pubblico ad esplorare il mondo del teatro con noi e a rimanere aperti alle emozioni e alle verità che solo il teatro può offrire». (rcs)

MENDICINO (CS) – VI stagione Sguardi a Sud: un’esplosione di cultura e creatività

Il Teatro comunale di Mendicino si prepara ad alzare il sipario sulla sesta edizione di “Sguardi a Sud”. Un’opportunità unica per riscoprire l’incanto del teatro e della musica in uno dei borghi più suggestivi della nostra amata Regione. Attesa con trepidazione da appassionati di teatro, amanti della musica e giovani spettatori, la rassegna, curata magistralmente dalla compagnia teatrale Porta Cenere, con il patrocinio del Comune di Mendicino e il generoso sostegno della Fondazione Carical, promette di incantare il pubblico con una stagione ricca di sorprese e innovazione artistica.

Quest’anno, “Sguardi a Sud” ci stupirà con 13 appuntamenti che abbracciano tre dimensioni dell’arte: il teatro di prosa, la musica e il teatro ragazzi.

La stagione si aprirà domenica 1° ottobre (ore 18) con lo spettacolo “Fimmene!” della compagnia Astragali Teatro di Lecce. Un tributo vibrante alla cultura e alla storia del Salento. Una rappresentazione teatrale che promette di regalare al pubblico un’esperienza intensa e coinvolgente fin dal suo primo respiro. Questa performance è il risultato di un lavoro appassionato di ricerca sui canti popolari salentini a cura della cantante Anna Cinzia Villani. Autentiche testimonianze di vita ed emozioni delle donne del Salento che raccontano la quotidianità, l’amore, la nostalgia, la lotta e il desiderio. Da questi canti, nascono testi poetici e musicali, curati da Fabio Tolledi, che daranno vita a uno spettacolo indimenticabile. In scena, il talento e la passione di Anna Cinzia Villani, Roberta Quarta, Simonetta Rotundo, con la partecipazione speciale di Matteo Mele. Con una potente narrazione musicale e scenica, questo spettacolo accompagnerà il pubblico in un viaggio avvincente tra passato e presente.

Per quanto riguarda il teatro ragazzi, il 2 ottobre, la compagnia Astragali Teatro porterà in scena un omaggio a Italo Calvino. La magia di Marcovaldo prenderà vita sul palcoscenico con lo spettacolo “Le Stagioni in Città”. Questa produzione teatrale avvolgerà gli spettatori in un mondo affascinante, dove la quotidianità urbana si intreccia con la poesia e la struggente bellezza dei racconti di Calvino. A calcare il palcoscenico, saranno gli attori: Cosimo Guarini, Giovanna Kapodistria, Matteo Mele, Roberta Quarta e Simonetta Rotundo.

Una delle caratteristiche distintive di “Sguardi a Sud” è la sua ferma dedizione alla qualità. La rassegna accoglie compagnie teatrali nazionali e internazionali che nel corso degli anni hanno conquistato il plauso di pubblico e critica. Questa selezione attenta è ciò che fa davvero risplendere la kermesse nel panorama culturale italiano. Ed è così che la Calabria si dimostra ancora una volta faro di creatività e talento e il mondo dell’arte è pronto a rivolgere il suo sguardo verso Sud.

Il direttore artistico Mario Massaro ha dichiarato: «Anche quest’anno, abbiamo lavorato con passione e impegno per creare un programma che sia all’altezza delle aspettative del nostro affezionato pubblico e che, allo stesso tempo, continui a sorprenderlo. La varietà è stata la chiave di questa edizione. Vogliamo che “Sguardi a Sud” sia un luogo di incontro per tutti gli amanti delle arti performative. Abbiamo dedicato tre spettacoli al nostro pubblico giovane e curioso per il centenario della nascita di uno dei più grandi autori italiani del XX secolo, Italo Calvino. Oltre a “Le Stagioni in Città”, il 4 ottobre porteremo in scena “Le avventure di Giovannino” con Elisa Ianni Palarchio, mentre il 3 dicembre il Teatro comunale di Mendicino accoglierà “I figli di Babbo Natale”. Vi aspettiamo numerosi». (rcs)

MENDICINO (CS) – Al via la sesta stagione di Sguardi a Sud

La città di Mendicino, scrigno di cultura nel cuore della Calabria, si prepara a ospitare la kermesse più attesa dell’anno: la sesta edizione di “Sguardi a Sud”. Questa straordinaria rassegna di teatro contemporaneo, curata con fervore e dedizione dalla compagnia Porta Cenere, con il patrocinio del Comune di Mendicino e il generoso sostegno della Fondazione Carical, promette di incantare il pubblico con una stagione ricca di sorprese.

Quest’anno, la kermesse ci sorprenderà con un programma variegato che abbraccia tre settori distinti: il teatro di prosa, la musica e il teatro ragazzi. Con ben 13 appuntamenti in cartellone, la rassegna si preannuncia un’occasione imperdibile per gli amanti delle arti performative.

Nel settore del teatro di prosa, il pubblico potrà assistere agli spettacoli di compagnie provenienti da tutta Italia. Sarà un viaggio attraverso il talento e la creatività di attori che abbracciano l’innovazione e la sperimentazione teatrale.

La vera novità di quest’anno è la sezione dedicata alla musica, che includerà esibizioni di artisti di fama internazionale. Questa decisione rappresenta un passo audace verso una visione artistica multidisciplinare, arricchendo ulteriormente l’offerta culturale della kermesse.

Per quanto riguarda il teatro ragazzi, tre spettacoli saranno interamente dedicati a celebrare il centenario della nascita di uno dei più grandi autori italiani del XX secolo, Italo Calvino. Questo omaggio allo scrittore italiano amato in tutto il mondo promette di incantare sia i giovani che i meno giovani.

La proposta teatrale di “Sguardi a Sud” è fortemente orientata alla qualità, accogliendo compagnie nazionali e internazionali che negli anni hanno conquistato il plauso di pubblico e critica. Il direttore artistico della rassegna, Mario Massaro, ha sottolineato l’importanza di portare spettacoli di altissimo livello sul territorio, contribuendo così a rivitalizzare la scena del teatro contemporaneo in Calabria. Massaro ha dichiarato con entusiasmo: «Il teatro contemporaneo sta affrontando sfide significative nella nostra Regione. È nostro dovere dare un segnale di vitalità e innovazione. La sesta edizione di “Sguardi a Sud” sarà un’occasione straordinaria per farlo».

Quest’anno, il Teatro Comunale di Mendicino è destinato a risplendere più luminoso che mai. La compagnia Porta Cenere ha lavorato instancabilmente per portare in scena una serie di spettacoli che non mancheranno di toccare le corde più profonde del cuore e catturare l’anima degli spettatori.

A seguire, tutti gli appuntamenti della sesta edizione di “Sguardi a Sud”:

· 1° ottobre: in scena “Fìmmene” a cura della compagnia “Astràgali Teatro” (Lecce);
· 2 ottobre: in scena “Le stagioni in città” – omaggio ai 100 anni di Italo Calvino a cura della compagnia “Astràgali Teatro” (Lecce);
· 4 ottobre: in scena “Le avventure di Giovannino” – omaggio ai 100 anni di Italo Calvino a cura della compagnia Porta Cenere (Cosenza);
· 15 ottobre: in scena “Spine” a cura della compagnia Mana Chuma (Reggio Calabria);
· 22 ottobre: in scena “Il mio amico cane” a cura della compagnia “Live Art” (Firenze);
· 29 ottobre: in scena “Il profilo panciuto di Mister” a cura della compagnia “Gioco di Dame” (Cosenza);
· 5 novembre: in scena “Ulisse on the road” a cura della compagnia “Officine Joniche” (Reggio Calabria);
· 12 novembre: in scena “Antigone, una donna di Calabria” a cura della compagnia “Lalineasottile” (Cosenza);
· 19 novembre: il concerto “Emiliano Pari downtown Hammond 4et”;
· 25 novembre: “Lanzoni, Presti, concerto piano e tromba” – omaggio a Luca Flores;
· 26 novembre: “Alessandro Lanzoni piano solo” – omaggio a Luca Flores;
· 3 dicembre: in scena “I figli di Babbo Natale”- omaggio 100 anni Calvino a cura della compagnia Porta Cenere;
· 10 dicembre: il concerto Peppa Marriti Band.

Una selezione di spettacoli che invita il pubblico a guardare oltre, a sondare gli abissi dell’umanità, a scoprire nuove prospettive. Un’occasione per mettere in discussione le convinzioni e perdersi in un mondo di creatività senza fine che consentirà agli spettatori di riflettere e sognare ad occhi aperti. Il Teatro Comunale di Mendicino diventa così il palcoscenico di una metamorfosi che abbraccia tutte le sfaccettature dell’arte contemporanea. (rcs)

A Mendicino inaugurate le opere del Museo Urbano della Seda all’Aperto di Gulìa Urbana

Sono state inaugurate, a Mendicino, le nuove opere di Musa – Museo Urbano della Sera all’Aperto, il progetto espositivo open air voluto fortemenre dal sindaco, Antonio Palermo e con la direzione artistica di Gulìa Urbana, il progetto di arte urbana promosso dal collettivo Rublanum, punto di riferimento nell’arte urbana nazionale e internazionale.

Un’idea vincente che ha portato centinaia di visitatori ad attraversare con occhi nuovi il borgo, scoprendo attraverso un linguaggio fortemente contemporaneo, una storia fatta di sapienza, manualità e amore verso un prodotto che è un vero e proprio simbolo del borgo delle serre cosentine: la seta.

Un incontro tra passato e presente per continuare a raccontare con occhi nuovi l’operosità di donne e uomini che hanno reso la seta calabrese un prodotto d’eccellenza mondiale.

Il progetto curato da Gulìa Urbana, e promosso dal sindaco Palermo, ha visto la realizzazione di sei opere di arte urbana e il coinvolgimento di street-artist di indiscussa fama internazionale: il portoghese Aheneah, il greco Taxis, lo spagnolo Slim Safont e dall’Italia: Attorrep e Morne.

In questa 2° edizione, oltre ai murales, sono state realizzate due installazioni site specific dell’artista portoghese Aheneah che incrementeranno il valore creativo del percorso artistico creato nel borgo di Mendicino (Cs): tutti hanno voluto celebrare attraverso la loro opera, la delicatezza, gli impieghi e le lavorazioni della preziosa stoffa.

«Museo della Seta all’Aperto è così un sogno che quest’anno si è arricchito di nuove opere d’arte in tutto il nostro centro storico.  Mendicino, grazie anche a questo progetto, diventa così ancora più attrattiva e il nostro borgo della seta sempre più faro di bellezza e di cultura», ha dichiarato il sindaco Palermo.

Un progetto di assoluto valore artistico che nei prossimi anni diventerà un punto di riferimento nell’arte urbana e da oggi meta di visitatori in numero esponenzialmente sempre crescente. (rcs)

MENDICINO (CS) – Si presenta la Coppa Sila

Domani pomeriggio, a Mendicino, alle 17.30, nella Sala Congressi Parco degli Enotri della Fondazione Carical, sarà presentata la 42esima edizione della Coppa Sila, la gara automobilistica di Automobile Club Cosenza inserita nel Calendario Sportivo Nazionale e valida per il Trofeo Italiano Velocità Montagna Sud.

Si tratta dell’edizione che anticipa il centenario della corsa in salita più importante del panorama sportivo automobilistico della Calabria, che si terrà il prossimo anno, essendo stata istituita nel 1924 su idea del prof. Giuseppe Catalani.

L’appuntamento con i media regionali, aperto dai saluti di benvenuto del direttore della Fondazione Carical, Carlo Cannataro, sarà moderato dall’esperto giornalista sportivo dell’ufficio stampa nazionale di Aci SportRosario Giordano, che illustrerà ai colleghi presenti i principali punti di forza della gara, già apprezzata in tutta Italia per la capacità organizzativa dell’Automobile Club Cosenza e per la spettacolarità delle strade sulle quali si snoda.

Prenderanno parte alla conferenza: il presidente nazionale Aci, Angelo Sticchi Damiani; il presidente provinciale di ACI Cosenza, Ernesto Ferraro; il presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto; la presidente della Provincia di Cosenza, Rosaria Succurro; il presidente del Parco Nazionale della Sila, Francesco Curcio; il sindaco di Casali del Manco, Francesca Pisani; il sindaco di Celico, Matteo Francesco Lettieri; il sindaco di San Pietro in Guarano, Francesco Acri; il sindaco di Spezzano della Sila, Salvatore Monaco.

Tutte figure autorevoli che sottolineano l’efficace dialogo dell’evento con la Federazione e con l’intero territorio di cui è autentica icona.

La gara, conosciuta anche come Trofeo Domenico Scola, si snoda tra le montagne della Sila e prevede la partenza della competizione dal comune di Spezzano della Sila, in località “Acquacoperta”, con arrivo nei pressi di “Montescuro”, nel comune di Celico, percorrendo la vecchia strada per Camigliatello Silano: per questo, l’evento sportivo rappresenta a tutti gli effetti un elemento di promozione territoriale e di forte attrazione turistica, in quanto tracciato lungo le strade del più grande altopiano d’Europa, che suscita da sempre sentimenti di apprezzamento nei piloti che vi partecipano, creando in loro un legame speciale con il singolare ambiente naturalistico del “Gran Bosco d’Italia”.

Anche per questa nuova edizione della Coppa Sila sono attesi oltre 100 concorrenti, mentre non si sono ancora spenti gli echi di giubilo della vittoria di Domenico Scola, nipote del famoso e amatissimo Mimì Scola, per aver distanziato nettamente in gara i piloti siciliani Luca Caruso e Samuele Cassiba.

Da ricordare anche i vincitori delle altre due precedenti edizioni, emozionanti per l’impegno e le prestazioni dei piloti in competizione: la 40a edizione ha visto salire sul gradino più alto del podio il pilota Antonio Fuscaldo, mentre la vittoria della 39a edizione è andata a Danny Molinaro(rcs)