CATANZARO – Conclusa la Workshop Week all’Accademia di Belle Arti

È con una mostra estemporanea dei lavori prodotti dagli studenti, la Workshop Week dell’Accademia di Belle Arti di Catanzaro, una settimana di studio intensa, studio e approfondimento in tema di grafica, pittura, illustrazione e scultura e che ha acceso le sale del Museo Marca.

Con l’esposizione dei lavori prodotti durante i workshop, si conclude anche il percorso 2023/24 di Art Talks, il calendario di iniziative di approfondimento che si è snodato durante l’intero Anno Accademico e ha visto diversi protagonisti di primo piano del mondo dell’arte e della cultura incontrare gli iscritti dell’Accademia di Belle Arti di Catanzaro. L’iniziativa è stata promossa dal dipartimento Arti Visive, coordinato dalla docente Simona Caramia, con l’importante contributo organizzativo e didattico della giunta di Dipartimento composta dai docenti Giuseppe Negro e Cristina Gavello e dagli studenti Leopoldo Maggiorini e Ilaria Notaro, dai coordinatori delle scuole Giuseppe Guerrisi (Scultura), Andrea Grosso Ciponte (Grafica-Illustrazione), Claudia Giannuli (Decorazione) e Caterina Arcuri (Pittura), dai docenti del Dipartimento Riccardo Francaviglia, Dobrila Denegri, Francesca Giordano, Maria Saveria Ruga e Pietro Zuccaro.

La mostra, «un evento “one shot”, della durata di appena un giorno – come ha spiegato Dobrila Denegri, docente dell’Accademia che ha curato uno dei workshop – che ha fatto da corollario ad una settimana impegnativa per i giovani aspiranti artisti e professionisti del mondo dell’arte che hanno avuto modo di lavorare fianco a fianco con alcuni artisti di fama nazionale e internazionale del mondo della pittura, della scultura, della grafica e dell’illustrazione». 

Ad accogliere le opere e gli studi dei ragazzi e delle ragazze dell’Accademia, le sale del Museo Marca, coprotagonista di questa settimana di laboratori teorici e tecnici. Le ultime due artiste a concludere i propri workshop sono state la scultrice tedesca Christiane Löhr, e l’illustratrice catanese Lucia Scuderi.

«Vedere le sale del Museo Marca brulicare di attività frenetica, di idee, di concentrazione, di curiosità è stata una straordinaria emozione – ha detto Virgilio Piccari, direttore dell’Accademia di Belle Arti del capoluogo –. La nostra forte volontà è quella di contaminare il territorio con l’arte e la bellezza e questa settimana di workshop ha risposto esattamente a questa intenzione. Sono felice che gli studenti e le studentesse abbiano risposto in massa a questa iniziativa, profondendo ogni energia a disposizione nell’apprendere i segreti del mestiere da grandissimi nomi della pittura, della scultura, dell’illustrazione e della grafica».

«Questo entusiasmo e questa voglia di imparare – ha concluso – sono stati perfettamente condensati in quell’esposizione estemporanea nata proprio dai lavori eseguiti durante i workshop e che ha messo in mostra degli straordinari talenti di cui siamo orgogliosi». (rcz)

 

Musei provinciali, accolta la proposta dell’Accademia di Belle Arti di Catanzaro per la valorizzazione del Marca

È stata accolta, dalla Provincia di Cosenza, la proposta dell’Accademia di Belle Arti di Catanzaro per la valorizzazione del Marca. Il calendario delle iniziative è stato già stilato dall’Accademia e prenderà il via il prossimo 14 luglio con un primo evento speciale. 

Grande soddisfazione è stata espressa da Virgilio Piccari, direttore dell’Aba, sottolineando come «ci sia grande sensibilità e forte unione di intenti da parte delle Istituzioni in merito al tema della gestione e valorizzazione dei musei provinciali di Catanzaro. E sono orgoglioso che il programma prospettato dall’Accademia di Belle Arti alla Provincia di Catanzaro per ottimizzare il funzionamento degli spazi museali sia stato accolto in pieno dal presidente Amedeo Mormile».

«L’Accademia è felice di poter contribuire con le proprie professionalità – ha aggiunto – capacità ed esperienze a valorizzare la cultura e la bellezza nella città capoluogo di regione, per far sì che gli spazi museali e i grandi tesori che essi conservano si consolidino quale attrattore turistico di grande rilevanza per Catanzaro e la Calabria».

Il documento presentato dall’Accademia sarà il cardine sul quale si articolerà l’offerta culturale del Museo delle Arti di Catanzaro (Marca) per i prossimi 2 anni. Tutto ciò in attesa che sia definito il percorso per la nascita di una Fondazione (a cui parteciperà anche l’Accademia) che si occuperà di gestire tutta la rete museale di proprietà della Provincia.

La programmazione artistica pensata per il Marca – Museo delle Arti di Catanzaro si snoda intorno a un unico, ma quanto mai complesso nucleo tematico, che sarà indagato nel corso di due anni di attività e ricerca, attraverso mostre (personali, doppie personali e collettive), seminari, workshop, attività didattiche e di intrattenimento per il pubblico più eterogeneo. In linea con la Terza Missione, un must per le Istituzioni Afam Mur come l’Accademia, la sperimentazione incontrerà la necessità di abitare il territorio, di attraversarlo lasciando tracce, intessendo dialoghi con il tessuto sociale, affinché del patrimonio, della bellezza, della cultura possano partecipare tutti (o il più alto numero possibile di persone).

Tema della programmazione è: Accademie italiane oggi, una riflessione sul sistema del mondo delle Accademie – che storicamente è stato distante dal sistema dell’arte – per coglierne lo stato attuale, alla luce dei cambiamenti di sistema, apportato negli ultimi anni anche in relazione alle recenti graduatorie nazionali, alle nuove normative e revisioni di comparto in atto in questi ultimi mesi. (rcz)

Rocco Guglielmo traccia il bilancio della gestione del Museo Marca di Catanzaro

di ANTONIO ERRIGO – Il direttore artistico del Museo Marca di Catanzaro, Rocco Guglielmo, ha tirato le somme della gestione dell’Ente Museale.

Un bilancio tracciato a pochi giorni dallo scadere della convenzione che dal 2015 ad oggi ha permesso alla struttura museale di proprietà della Provincia di Catanzaro di assicurare continuità alla programmazione culturale del Marca, e un importante apporto tecnico-scientifico.

Al silenzio dell’Ente intermedio, guidato dal presidente Mario Amedeo Mormile, in merito al futuro della convenzione e, quindi, della riuscita sinergia gestionale tra pubblico e privato che ha prodotto ottimi risultati negli ultimi sette anni e mezzo, il direttore artistico del Museo Marca, Rocco Guglielmo risponde con i numeri e i traguardi raggiunti, illustrati nel corso della conferenza stampa che si è tenuta questa mattina nel chiostro del Museo.

La Fondazione Guglielmo – che ha continuato a proiettare a livello internazionale il nome del Museo, contribuendo a farlo diventare sinonimo di qualità e competenza – nell’ambito della gestione del Marca ha al suo attivo: 52 mostre 20 eventi espositivi, altrettanti eventi culturali, 120 presentazioni di libri, 40 rappresentazioni teatrali, 3 residenze di artisti ed oltre 30 laboratori in favore delle scuole oltre a numerose visite guidate avviate nel rispetto di un protocollo firmato a maggio del 2015.

Lo racconta il direttore artistico Guglielmo cercando di rispondere anche all’interrogativo che resta nell’aria: cosa ne sarà del Museo di Arte contemporanea di Catanzaro, orgoglio del panorama museale dell’intera regione e fiore all’occhiello dell’Amministrazione provinciale di Catanzaro? Guglielmo ripercorre le tappe che hanno caratterizzato la proficua collaborazione tra l’Amministrazione provinciale di Catanzaro e la Fondazione Rocco Guglielmo – che ha portato ottimi risultati in termini di visibilità e qualità culturale – al 2 aprile 2015, rivolgendo prima di tutto il proprio ringraziamento al presidente pro tempore, Enzo Bruno, che con grande determinazione ha voluto avviare l’intesa finalizzata ad attività di supporto alla gestione e alla valorizzazione del patrimonio culturale del Museo Marca.

Nel corso degli anni, in seguito al rinnovo della convenzione a scadenza il 31 dicembre prossimo, il direttore artistico Rocco Guglielmo è riuscito a mantenere alta l’attenzione sul Marca e il suo percorso culturale proiettando ancora in avanti il livello qualitativo e i successi nel campo culturale già ottenuti dal nostro museo di arte contemporanea.

C’è da ricordare che la gestione dei musei provinciali è ricompresa nelle competenze cosiddette “residuali” che secondo la legge Delrio continuano ad essere esercitate dalle Province in attesa che la Regione, con propria norma, individuai l’ambito ottimale per la gestione delle stesse. Le spese per far fronte alla gestione ordinaria dei musei continuano ad essere anticipate dalla Provincia e rimborsate dalla Regione a seguito di idoneo rendiconto: ma nel corso degli anni le ristrette possibilità economiche dell’Ente intermedio – messo in ginocchio dalle legge 56/14 e dalla Finanziaria del 2015 – si sono ulteriormente assottigliate.

La Fondazione Guglielmo ha permesso alla Provincia di Catanzaro di mantenere il percorso culturale del Marca, sperimentando la riuscita di un ambito di collaborazione pubblico-privata per alcuni versi inedito con l’unico scopo di perseguire la mission della promozione culturale.

«Quello che tracciamo al termine di quasi 8 anni di gestione del Museo – ha aggiunto Rocco Guglielmo – è un bilancio sicuramente positivo. Il Museo è stato frequentato dai più grandi curatori italiani e da artisti internazionali e locali. Un lavoro enorme portato avanti dalla Fondazione ma anche all’associazione Di.Co che, negli anni, ha collaborato nella gestione del Museo nell’organizzazione delle attività culturali, aprendo in particolare gli spazi alla visita delle scuole, organizzando riusciti e partecipati laboratori”.

Alla conferenza stampa erano presenti, infatti, anche la presidente dell’associazione culturale Di.Co., Rossella Talotta, la vicepresidente Federica LongoLuigia Bruno e Silvia Pujia che hanno ringraziato il notaio Guglielmo, ricordando importanti progetti avviati grazie a bandi regionali vinti e finanziati, come quelli relativi ai percorsi museali per i diversamente abili. Ed in particolare come attraverso le proprie attività laboratoriali, che prima non esistevano, il Marca sia stato aperto agli studenti che hanno potuto avere un approccio nuovo e attivo all’arte contemporanea.

«Non c’è nessuna polemica nei confronti della Provincia rimasta in silenzio nonostante le diverse sollecitazioni – ha aggiunto Rocco Guglielmo – ma solo delusione. Personalmente credo che, per ogni cosa, ci sia un inizio e ci sia una fine. Non contesto la sostanza perché la Provincia, come Ente proprietario della struttura, può anche decidere di gestire autonomamente il museo. Quello che contesto è la forma, che come logico nel mio mestiere diventa sostanza. Anche nel senso che come Fondazione, non abbiamo mai ricevuto risposte alle email ed alle pec inviate».

«Nei 7 anni e mezzo di durata della convenzione con la Fondazione – ha spiegato ancora – l’Amministrazione provinciale ha solo messo a disposizione le somme necessarie per la gestione dell’immobile. Per tutto il resto, mi riferisco all’organizzazione degli eventi e non solo, la Provincia non ha mai partecipato finanziariamente».

Mentre l’Ente intermedio ha già affidato il servizio di vigilanza e di accoglienza ad una associazione diversa dalla Di.co, cosa sarà della programmazione dell’attività museale per il 2023, anche in seguito al silenzio caduto sul rinnovo della convenzione ancora non ci sono notizie. Certo è che la Fondazione Guglielmo continuerà il proprio percorso operativo e progettuale per promuovere l’arte da Catanzaro nel resto del paese: la mostra Art Rizoma organizzata a Gerace è tra i Best of 2022 assegnati da Artribune(aer)

CATANZARO – Giovedì conferenza stampa sulla gestione del Museo Marca

Giovedì 29 dicembre, alle 12, nella Sala Panoramica del Museo Marca di Catanzaro, Rocco Guglielmo, direttore artisitco del Museo Marca, traccerà un bilancio del Museo.

Cosa ne sarà del Museo di Arte contemporanea di Catanzaro, orgoglio del panorama museale dell’intera regione e fiore all’occhiello dell’Amministrazione provinciale di Catanzaro? A pochi giorni dallo scadere della convenzione con la Fondazione “Rocco Guglielmo” che negli ultimi anni ha permesso alla struttura museale di assicurare continuità alla programmazione culturale del Marca, e un importante apporto tecnico-scientifico, c’è da chiedersi, infatti, quali saranno le scelte in materia da parte dell’Ente intermedio, guidato dal presidente Mario Amedeo Mormile.

La proficua collaborazione tra l’Amministrazione provinciale di Catanzaro e la Fondazione Rocco Guglielmo – che ha portato ottimi risultati in termini di visibilità e qualità culturale – al 2 aprile 2015: una determinazione del presidente pro tempore, Enzo Bruno, finalizzata ad attività di supporto alla gestione e alla valorizzazione del patrimonio culturale del Museo Marca.

Nel corso degli anni, in seguito al rinnovo della convenzione a scadenza il 31 dicembre prossimo, il direttore artistico Rocco Guglielmo è riuscito a mantenere alta l’attenzione sul Marca e il suo percorso culturale proiettando ancora in avanti il livello qualitativo e i successi nel campo culturale già ottenuti dal nostro museo di arte contemporanea.

C’è da ricordare che la gestione dei musei provinciali è ricompresa nelle competenze cosiddette “residuali” che secondo la legge Delrio continuano ad essere esercitate dalle Province in attesa che la Regione, con propria norma, individuai l’ambito ottimale per la gestione delle stesse. Le spese per far fronte alla gestione ordinaria dei musei continuano ad essere anticipate dalla Provincia e rimborsate dalla Regione a seguito di idoneo rendiconto: ma nel corso degli anni le ristrette possibilità economiche dell’Ente intermedio – messo in ginocchio dalle legge 56/14 e dalla Finanziaria del 2015 – si sono ulteriormente assottigliate.

Nel corso degli anni, la Fondazione Guglielmo ha permesso alla Provincia di Catanzaro di mantenere il percorso culturale del Marca, sperimentando la riuscita di un ambito di collaborazione pubblico-privata per alcuni versi inedito con l’unico scopo di perseguire la mission della promozione culturale.

Un percorso, quindi, che – a prescindere dalle future determinazioni dell’Ente intermedio in merito al rinnovo della convenzione – chiude un ciclo, e in merito al quale il direttore artistico del Marca, Rocco Guglielmo, traccerà un bilancio nel corso della conferenza stampa. (rcz)

CATANZARO – Il 30 settembre al Marca il convegno della Fondazione Banca Montepaone

Il 30 settembre, al Museo Marca di Catanzaro è in programma il convegno Crescita economica per una società inclusiva e a tutela dell’ambiente della Fondazione Banca Montepaone.

Un convegno organizzato dall’Ente di recente costituzione presieduto dall’avvocato Giovanni Caridi, con l’obiettivo di sostenere iniziative di interesse generale e di utilità sociale capaci di positive ricadute territoriali, con una particolare attenzione ai temi della tutela, promozione e valorizzazione del patrimonio culturale, storico e artistico, oltre che di quello altrettanto prezioso naturale e ambientale. 

«La Fondazione – ha spiegato il presidente Caridi – nasce con l’intento semplice e chiaro di aumentare in ogni direzione possibile il benessere della collettività, promuovendo attività di crescita della socialità e della cultura. Si comincia, quindi, da un significativo convegno di estremo interesse per le delicate e fondamentali tematiche trattate, nonché per le articolate e qualificate relazioni che non mancheranno di portare un serio e originale contributo al dibattito in corso. Il nostro impegno proseguirà subito dopo con l’avvio di iniziative culturali di altrettanto spessore e importanza».  

È questa, dunque, la prima iniziativa convegnistica “pubblica” della Fondazione, che è stata comunque pensata per proporsi e rinnovarsi come un appuntamento annuale di alto profilo, capace di offrire importanti “focus” sui temi scelti, con panel che vedranno presenti sempre testimonial di livello ed “esperti” chiamati appunto a spiegare lo stato dell’arte, a inquadrare gli scenari e a proporre soluzioni possibili e praticabili al di fuori della retorica, e nell’ambito della concretezza e della “scienza” economica.

Al convegno di giorno 30, dopo i previsti saluti delle autorità (sono attesi Filippo Mancuso Presidente del Consiglio Regionale della Calabria; Nicola Fiorita Sindaco del Comune di Catanzaro; Giovambattista De Sarro Rettore Università degli Studi di Catanzaro “Magna Græcia”; Bruno Riziero Direttore p.T. Filiale Banca d’Italia, Catanzaro) con la moderazione del giornalista de Il Sole 24Ore Giuseppe Chiellino, alle 10:30 l’avvio dei lavori sul tema Ambiente: transizione ecologica e rivoluzione verde, con Carmelo Gallo Presidente della Sogesid SPA Ingegneria Territorio Ambiente; Augusto dell’Erba Presidente della Federazione Nazionale delle Banche di Credito Cooperativo e Casse Rurali; Roberto Reggi Responsabile concessioni impianti idroelettrici e termoelettrici, azienda A2A; Salvatore Siviglia Dirigente Generale Dipartimento Territorio e Tutela dell’Ambiente Regione Calabria; Riccardo Trichilo CEO e Direttore Generale CSMT Polo Tecnologico, Brescia.

Alle 12:00, la sezione su Sviluppo economico per un futuro migliore con Alessandro Azzi Presidente della Federazione Lombarda delle BCC; Rocco Reina Ordinario di Organizzazione Aziendale Università Magna Græcia di Catanzaro; Aldo Ferrara Presidente Unindustria Calabria; Maurizio Nicolai Dirigente Generale del Dipartimento Programmazione Unitaria della Regione Calabria; Antonio Russo Segretario Generale Cisl Calabria; Carmine Trecroci Professore Ordinario Scienze Economiche Università degli Studi di Brescia

Nel pomeriggio, a partire dalle ore 15:00, con la moderazione del giornalista parlamentare Roberto Scafuri,  il tema è Inclusione sociale: cultura pe rripartire dalle comunità e per superare le diseguaglianze, con gli interventi di Annarita Trotta Ordinaria di Economia degli Intermediari Finanziari – Università Magna Græcia di Catanzaro Esperta di Finanza per l’impatto; Sergio Gatti Direttore Generale di Federcasse; Maria Luigia Gioffrè Fondatrice In-Ruins Associazione no-profit; Antonella Iunti Direttrice generale Ufficio scolastico regionale per la Calabria; Amedeo Manzo Presidente della Federazione Banche di comunità Credito Cooperativo Campania e Calabria; Padre Piero Puglisi Presidente della Fondazione Città Solidale Onlus – Catanzaro

Alle 16:30, la conclusione con la presentazione di Obiettivo del congresso: Istruzione di qualit – Progetto educazione al bello, e l’intervento dell’Arch. Stefania Argenti Soprintendente Archeologica Belle Arti e Paesaggio per le Province di Catanzaro e Crotone. (rcz)

CATANZARO – Inaugurata la mostra “Unseen”

È stata inaugurata, al Museo Marca di Catanzaro, la mostra Unseen di Roberto Fanari a cura di Alessandro Romanini.

La mostra – promossa dalla Fondazione Rocco Guglielmo, in collaborazione con la Provincia di Catanzaro inaugurata sabato pomeriggio – rientra nel progetto Glocal della Fondazione Rocco Guglielmo giunto alla quinta edizione e precisamente nella sezione dedicata alle “Grandi mostre”, rimarrà aperta fino al 27 novembre ed è accompagnata da un compendioso catalogo, che riproduce tutte le opere esposte e testi curatoriali.

«Un artista elegante e versatile, capace attraverso l’incessante ricerca nel segno, nelle tecniche, nei temi di spaziare in vari ambiti e di produrre con maestria molteplici forme d’arte». Sono le parole usate dal direttore artistico del Museo Marca di Catanzaro, Rocco Guglielmo, nel presentare la personale di Fanari.

Il percorso dell’esposizione composta da circa 50 lavori di varie dimensioni realizzati su supporti diversi e con varie tecniche, è stato interamente concepito espressamente per gli spazi espositivi del museo catanzarese.

“Unseen” è esplorazione nel mondo di Fanari, artista eclettico che si esprime con la pittura, il disegno, la scultura (bronzo e ceramica) e la fotografia. Proprio le fotografie, scattate ai paesaggi nel corso dei suoi viaggi, hanno dato inizio al progetto creativo

«La mostra al Marca – ha affermato Fanari – è stata l’opportunità di realizzare pienamente il mio lavoro e, fino ad ora, posso considerarlo il più compiuto. Le opere nascono da una ricerca di differenti momenti artistici la strada dei paesaggi è uno dei criteri fondamentali dell’arte occidentale e chiedo uno sforzo allo spettatore, di soffermarsi ad osservare per entrare nel paesaggio e riuscire a percepirlo».

Seguendo i canoni dell’arte, da Tiziano ai giorni nostri, Fanari sceglie il rosso, il bianco ed il nero per rappresentare i suoi paesaggi invisibili, alcuni di grandissime dimensioni, assieme a opere realizzate su carta, veri e propri diorami, micro-congegni percettivi e due sculture in alluminio “a lettura orizzontale”, adagiate su delle basi al pavimento, anch’esse elementi che richiedono una visione fuori dai consueti schemi visuali.

Lungo il percorso ci si trova davanti ad un complesso di dipinti – alcuni di grandissime dimensioni – monocromi a tema paesaggistico, che nel loro complesso vanno a costituire un percorso ed un dispositivo dentro il quale lo spettatore è chiamato ad abbandonare la consueta visione passiva a cui è abituato dalla sfera mediatica, per effettuare un viaggio percettivo soggettivo, in cui ognuno recupera, attraverso uno sforzo, il piacere della visione conquistata e non gratuita e superficiale.

“Si è trattato di uno sforzo notevole – ha spiegato Guglielmo – che ha richiesto oltre un anno e mezzo di preparazione, iniziato con la prima visita degli spazi museali a cui sono seguiti numerosi sopralluoghi e confronti con il curatore Alessandro Romanini”.

«Una mostra per allenare sguardo e mente», sottotitola Romanini che spiega: «L’opera di Fanari si caratterizza attraverso la soggettività pittorica, l’oggettività della fotografia e si connota per una temporalità che richiama l’atto performativo e il cinema».

Presente all’inaugurazione anche Giorgio De Finis, ideatore e curatore del Maam Museo dell’Altro e dell’Altrove di Metropoliz e membro del comitato scientifico del MARCA: «Questo voler velare, invece di svelare, mi ha riportato alla questione fondamentale, che qui vedo semplificata, su cosa c’è alla base della nascita e il confronto con l’opera è stimolante, perché ognuno ci vede delle cose».

Fanari è reduce da un ciclo di mostre in Italia e all’estero, che lo hanno visto protagonista in spazi pubblici e privati, la Fabbrica del Vapore e il Museo Francesco Messina a Milano, la Galleria Folini Arte di Lugano, il Museo di Arte Moderna di Genova, la partecipazione all’elegante rassegna d’arte contemporanea “Realism” ad Amsterdam, Palazzo Panichi a Pietrasanta, la Galleria Deleen Art di Rotterdam e sempre nella città olandese dove ha allestito una grande installazione pubblica all’interno del famoso Trompenburg Tuinen & Arboretum.

CATANZARO – Al Marca la mostra “Unseen”

Domani pomeriggio, a Catanzaro, alle 18.30, al Museo Marca, s’inaugura la mostra Unseen di Roberto Fanari a cura di Alessandro Romanini.

La mostra rientra nel progetto Glocal della Fondazione Rocco Guglielmo, giunto alla V edizione, e precisamente nella sezione dedicata alle Grandi mostre, rimarrà aperta al pubblico fino al 27 novembre ed è accompagnata da un catalogo che raccoglie al suo interno tutte le opere esposte e i testi curatoriali.

Il percorso espositivo, costituito da circa 50 lavori di varie dimensioni realizzati su supporti diversi e con varie tecniche, è stato interamente concepito per gli spazi del museo catanzarese. Un lavoro meticoloso, che ha richiesto oltre un anno e mezzo di preparazione, iniziato con la prima visita degli spazi museali a cui sono seguiti numerosi sopralluoghi e confronti con il curatore Alessandro Romanini e con Rocco Guglielmo, direttore artistico del Marca.

Roberto Fanari è artista eclettico, che si esprime con la pittura, il disegno, la scultura (bronzo e ceramica) e la fotografia, reduce da un ciclo di mostre che lo hanno visto protagonista in spazi pubblici e privati, in Italia e all’estero, dall’Olanda (a Rotterdam alla Galleria Deleen Art e con l’installazione pubblica nel Trompenburg Tuinen & Arboretum, la rassegna d’arte contemporanea “Realism” ad Amsterdam) alla Svizzera (Galleria Folini Arte di Lugano) a città italiane come Milano (Fabbrica del Vapore, Museo Francesco Messina) e Genova (Museo di Arte Moderna).

Unseen si presenta attraverso una serie di dipinti – alcuni di grandissime dimensioni – monocromi a tema paesaggistico, che nel loro complesso vanno a costituire un percorso ed un dispositivo dentro il quale lo spettatore è chiamato ad abbandonare la consueta visione passiva a cui è abituato dalla sfera mediatica, per effettuare un viaggio percettivo-soggettivo, in cui recuperare, attraverso uno sforzo, il piacere della visione conquistata e non gratuita e superficiale.

Ogni stanza del Marca è allestita seguendo questo principio, scandita anche dai canoni dettati dalla selezione effettuata dall’artista delle sue opere monocromatiche, all’insegna del colore rosso, bianco e nero. Ad integrare il percorso museale e percettivo, troviamo un nucleo di altre opere realizzate su carta, (veri e propri diorami, micro-congegni percettivi) e due sculture in alluminio di grandi dimensioni, “a lettura orizzontale”, adagiate su delle basi al pavimento, anch‘esse elementi che richiedono una visione fuori dai consueti schemi visuali.

«L’opera di Fanari si caratterizza attraverso la soggettività pittorica, l’oggettività della fotografia e si connota per una temporalità che richiama l’atto performativo e il cinema», sottolinea il curatore Alessandro Romanini. (rcz)

CATANZARO – Inaugurata al Marca la mostra di Beatrice Gallori

Al Museo Marca di Catanzaro è stata inaugurata la mostra Codex di Beatrice Gallori e a cura di Luca Beatrice, promossa dalla Fondazione Rocco Guglielmo, in collaborazione con la Provincia di Catanzaro, Fabbrica Eos Milano e Aria Art Gallery di Firenze.

Ad anticipare il taglio del nastro una partecipata conferenza stampa tenuta nella sala panoramica del Museo, alla presenza dell’artista – che è stata “intervistata” dal curatore, e dal direttore artistico del Marca, Rocco Guglielmo, oltre che di Marco Polimeni, presidente del consiglio comunale di Catanzaro, delegato dal sindaco e presidente Sergio Abramo a rappresentare la Provincia di Catanzaro.

La mostra al Marca propone una serie di opere inedite che sono testimoni del percorso di questa appassionata ricerca espressiva, opere realizzate utilizzando acciaio e marmo, medium mai utilizzati finora dall’artista, che trovano spazio accanto a lavori su polimero, tela e ceramica. Opere organizzate in diverse stanze cromatiche: dai colori metallici al bianco, dal rosso al blu. L’artista sceglie materie sintetiche per costruire e ricoprire le superfici concave e convesse ottenute per colatura e sovrapposizioni di forme influenzate, in questo, dalla cultura 2.0 di visioni digitali e di una stagione cromatica plastificata e virtuale. L’effetto lucido e patinato conduce lo spazialismo di Beatrice Gallori nel mondo più contemporaneo di Museo MARCA www.museomarca.info una cultura post-internet e della glitch art, dove la palette cromatica di Photoshop detta le regole per una nuova scala pittorica.

«Le cellule segnate dal tempo rimangono appese infinitamente ai codici della vita» – questo il fulcro del pensiero dell’artista, che trova spazio all’interno della mostra Codex. Nella sua pratica artistica Beatrice Gallori ha costruito, come scrive Luca Beatrice, curatore della mostra, «un suo personale universo fatto di un repertorio coloratissimo di micromondi da cartoon, di pianeti, costellazioni di cellule ispezionate nel suo laboratorio alchemico nel centro storico di Prato. Un universo astratto fatto di forme e colori elementari, di blob gassosi e bolle, nuclei e sezioni inglobati nella parete altrimenti bidimensionale del quadro».

Ricerca e sperimentazione caratterizzano l’intero percorso della Gallori che, come annota il curatore, «dalle opere di richiamo Nouveau Realisme (per l’inclusione di oggetti, corde, scatole, fili, maglie) è approdata all’uso consapevole del monocromo e della vernice per una versione che può dirsi rivisitazione new pop dello stile materico delle Plastiche di Alberto Burri”.

«L’artista ci offre la possibilità di analizzare e indagare in maniera più intima su temi quali la diversità dell’essere umano e la vita stessa, così fragile il primo, così fugace la seconda – ha detto Rocco Guglielmo –. Crea opere come gusci che contengono e proteggono la vita, tanto vicine alla biologia umana come celle in una rete invisibile di contatti che immagazzinano e nel contempo propagano messaggi e contenuti, ispirata dalla tecnologia. Beatrice sorprende con interventi dall’aspetto ludico, esaltando il valore della comunicatività. Sono installazioni dal potere immersivo straordinario che stimolano lo spettatore a partecipare l’opera, attratto dai profili, dai colori e dai giochi di movimento».

Stimolata dalle domande del curatore, Beatrice Gallori parla della sua ricerca che – spiega – «continua ad essere incentrata sulla vita e sullo studio delle forme cellulari ma è diminuito l’uso della tela. Ho sentito il bisogno di sperimentare, di cambiare, di andare oltre». A Catanzaro espone alcuni lavori in acciaio, un materiale nuovo per l’artista.

«Ero curiosa di veder vivere la mia tecnica su altri supporti – afferma ancora –, ad esempio ho iniziato a lavorare con il marmo, un’idea che mi girava da tempo. Sento che il mio lavoro è più maturo. La nuova maternità mi ha permesso di indagare ancora di più sulla nascita e sulla crescita». E il sorriso aperto e accogliente di Beatrice illumina il suo talento. (rcz)

CATANZARO – Sabato al Museo Marca la mostra “Codex” di Beatrice Gallori

Sabat0 4 giugno, al Museo Marca di Catanzaro, s’inaugura la mostra Codex di Beatrice Gallori a cura di Luca Beatrice, promossa dalla Fondazione Rocco Guglielmo, in collaborazione con la Provincia di Catanzaro, Fabbrica eos Milano e Aria Art Gallery di Firenze.

Attraverso l’utilizzo di polimeri e di altri materiali, sintetici e non, insistendo sulla sfera come forma, le opere di Beatrice Gallori esprimono il concetto della trasformazione, della metamorfosi e, al contempo sono capaci di condensare nella materia l’essenza della natura organica delle cose. Con le sue superfici monocrome l’artista rinuncia alla figurazione interessandosi all’osservazione delle strutture primordiali del tessuto di cui è costituito l’universo, microscopico e cellulare, avvalendosi di una scelta estetica minimale, astratta eppure vivacemente pop.

 «Le cellule segnate dal tempo rimangono appese infinitamente ai codici della vita», questo il fulcro del pensiero dell’artista, che trova spazio all’interno della mostra “CODEX”. Nella sua pratica artisticaBeatrice Gallori ha costruito, come scrive Luca Beatrice, curatore della mostra, «un suo personale universo fatto di un repertorio coloratissimo di micromondi da cartoon, di pianeti, costellazioni di cellule ispezionate nel suo laboratorio alchemico nel centro storico di Prato. Un universo astratto fatto di forme e colori elementari, di blob gassosi e bolle, nuclei e sezioni inglobati nella parete altrimenti bidimensionale del quadro».

Ricerca e sperimentazione caratterizzano l’intero percorso della Gallori che, come annota il curatore, «dalle opere di richiamo Nouveau Realisme (per l’inclusione di oggetti, corde, scatole, fili, maglie) è approdata all’uso consapevole del monocromo e della vernice per una versione che può dirsi rivisitazione new pop dello stile materico delle Plastiche di Alberto Burri».

La mostra al Marca propone una serie di opere inedite che sono testimoni del percorso di questa appassionata ricerca espressiva, opere realizzate utilizzando acciaio e marmo, medium mai utilizzati finora dall’artista, che trovano spazio accanto a lavori su polimero, tela e ceramica. Opere organizzate in diverse stanze cromatiche: dai colori metallici al bianco, dal rosso al blu.

L’artista sceglie materie sintetiche per costruire e ricoprire le superfici concave e convesse ottenute per colatura e sovrapposizioni di forme influenzate, in questo, dalla cultura 2.0 divisioni digitali e di una stagione cromatica plastificata e virtuale.  L’effetto lucido e patinato conduce lo spazialismo di Beatrice Gallori nel mondo più contemporaneo di una cultura post-internet e della glitch art, dove la palette cromatica di Photshop detta le regole per una nuova scala pittorica.

«Rapportandosi con la storia dell’arte e con quella sociale e culturale del suo tempo Beatrice Gallori presenta una visione indipendente e centrata, un racconto aniconico di come la pittura può rinnovare linguaggio, stile e tecniche preservando l’efficacia di una narrazione che crede nell’astrazione ma non rinuncia al fascino di raccontare la vera natura del mondo sensibile». (rcz)

CATANZARO – Al Marca la mostra “Le forme dell’oblio” di Roberto Giglio

Fino al 31 agosto, al Museo Marca di Catanzaro si può visitare la mostra Le forme dell’oblio di Roberto Giglio, a cura di Giorgio de Finis e promossa dalla Fondazione Rocco Guglielmo in collaborazione con l’Amministrazione Provinciale di Catanzaro.

L’esposizione propone 35 opere pittoriche, alcune di grande formato, selezionate tra le più significative della produzione dell’artista, e oltre 90 disegni. La mostra si inserisce nel più vasto progetto ideato dalla Fondazione Rocco Guglielmo, Glocal V, nella sezione Attraversare il Territorio, offrendo ancora una volta l’occasione per conoscere e apprezzare il dinamismo creativo di quegli artisti che si dedicano con passione ad arricchire il patrimonio culturale del territorio.

Alla conferenza stampa – tenuta nella sala panoramica del Museo Marca – assieme all’artista, al direttore artistico Guglielmo e al curatore De Finis, anche Giuseppe Sommario, direttore del Festival delle Spartenze e amico di Giglio conosciuto nel 2007, con il quale l’artista sta collaborando per dare vita ad una pubblicazione in cui saranno raccolte alcune opere corredate da testi che raccontano di questo viaggio nei borghi abbandonati.

Anche uno scritto di Sommario arricchisce il catalogo bilingue, edito da Silvana Editoriale per la collana “Quaderni del Marca”: il volume contiene anche i testi critici di Rocco Guglielmo, Giorgio de Finis e Mimmo Gangemi. Ma nel pubblico c’è anche l’architetto Pasquale Piroso, che Giglio ringrazia, come ha fatto con il pittore spagnolo Pedro Cano, che è diventato suo maestro. Piroso è stato fondamentale per la maturazione della sua cifra artisticalo porterà a sperimentare fusioni di linguaggio tra arte, artigianato e design.

La mostra si apre con una sequenza di opere dedicate alla Calabria e riassume il percorso artistico di un architetto che a un certo punto della sua vita ha deciso di dedicarsi più compiutamente all’arte. Roberto Giglio, artista originario di Badolato – tanti i suoi concittadini presenti, a partire dal sindaco Francesco Severino – ha voluto rivolgere con “Le forme dell’oblio” un riconoscimento alla sua terra natia e non solo. Utilizza il bianco e la luce per decostruire volti e architetture, nell’istintivo bisogno di cercare l’essenziale delle cose e della vita. Dipinge luoghi e persone sospesi nel mistero, nel dolore, nella bellezza, nella loro pura e semplice essenza, forme sospese tra cielo e terra, figura e astrazione, realtà e immaginazione, materia e spirito, centro e periferia, progresso e immobilità.

Giglio mostra una sensibilità profonda per le arti visive, per la pittura e in particolare per l’acquerello, passando dalla figura all’informale. E per De Finis, antropologo e direttore del Museo delle Periferie di Roma, “i quadri guardano avanti e non solo indietro, e guardano ben oltre i confini del proprio territorio”.

«La mostra allestita al Marca riassume il percorso artistico di un architetto che ad un certo punto della sua vita ha deciso di dedicarsi più compiutamente all’arte – ha spiegato Guglielmo –. Giglio mostra una sensibilità profonda per le arti visive, la pittura ed in particolare l’acquerello, mezzo di transizione tra figurazione e astrazione, che gli offre un’estetica che pittura semplicemente non può raggiungere. Nella pittura di Giglio le figure si sottraggono alla tentazione della prossima assenza, come bastioni di difesa si ergono contro  il declino della forma e lo smottamento delle linee. Ogni edificio, ogni paesaggio o volto si qualifica per un’architettura della resistenza, ma non al cambiamento e alle mutazioni del tempo, bensì al disvalore dell’intimità. Tutto è in lui introspezione, è ripiegamento interiore, è sintesi lirica».

«Quando io e Roberto abbiamo cominciato il nostro viaggio eravamo mossi dall’urgenza di ridare un senso ai paesi che noi stessi abbiamo lasciato, mossi dal bisogno di dare un volto ai fantasmi che si aggirano per i paesi, che in realtà sono i nostri fantasmi racconta Sommario –. La nostalgia e il dolore per un mondo che sta finendo in verità celano la paura per il futuro, rendono ancor più manifeste le nostre inquietudini».

«Tormento – ha aggiunto – che la pittura di Roberto tramuta in paesaggi rarefatti in cui l’umano sembra dissolversi in piena luce, ma è proprio in quella luce rarefatta che appare tutta l’umanità di Roberto Giglio. La sua pittura racconta il nostro camminare lento, rappresenta luoghi dove il tempo pare si sia fermato; luoghi che, così rappresentati, travalicano il ricordo soggettivo e diventa memoria collettiva.Ora, noi non sappiamo se i paesi, i nostri paesi si salveranno, riprenderanno vite e forme nuove, non sappiamo se il nostro viaggio, i nostri racconti (fatti dei suoi acquerelli e dei miei scritti) incrociati e complementari contribuiranno alla “rigenerazione” delle aree interne». (rcz)

In copertina, Rocco Guglielmo e Roberto Giglio