CATANZARO – Al Museo Marca la mostra “Minima fragmenta” di Antonio Tropiano

Sabato 29 gennaio, al Museo Marca di Catanzaro, s’inaugura la mostra Minima Fragmenta dello scultore Antonio Tropiano a cura di Alessandro Romanini e promossa dalla Fondazione Rocco Guglielmo e dall’Amministrazione provinciale di Catanzaro.

L’esposizione, visitabile fino al 17 aprile, propone venti opere in legno, alcune di grande formato, selezionate tra le più significative della sua produzione. Le opere di Antonio Tropiano sono frutto di un personale processo creativo, alimentato equamente da una profonda cultura e da un’eccelsa perizia tecnica. L’artista rifugge le facili formule preconfezionate e le categorie precostituite per creare dinamiche espressive improntate alla metafora, che valorizzano ogni singola opera e stabilisce con il fruitore un patto vocato alla riflessione, al pensiero. Opere come isole sature di senso, riunite in un arcipelago-mostra, in cui si incrociano e moltiplicano pensieri e visioni che arricchiscono lo sguardo e lo spirito.

“Minima Fragmenta” rientra nel più ampio progetto della Fondazione denominato Glocal IV – Sezione “Attraversare il Territorio”, progetto che nasce per promuovere gli artisti di origini calabresi che hanno mantenuto un legame con il Territorio. Per l’occasione è stato realizzato un catalogo bilingue (italiano /inglese), edito da Silvana Editoriale per la collana “Quaderni del Marca”, contenente i testi critici di Alessandro Romanini, Giorgio de Finis, Rocco Guglielmo e Alberto Dambruoso.

Antonio Tropiano nasce in Calabria nel 1976, vive e lavora tra Roma e Santa Caterina dello Ionio (CZ). Compie i suoi studi tra Bologna e Firenze, dove prosegue le sue ricerche nel campo della filologia medievale e rinascimentale. Collabora con una nota casa editrice, l’ERMA di Bretchneider, come saggista nel campo della storia dell’arte e della letteratura umanistica. Fin da ragazzo mostra una certa predilezione per la creazione plastica e per la naturale versatilità del legno, che proprio nella scultura sembrano trovare il giusto grado di conciliazione. Sotto l’impulso di un’assidua ricerca linguistica, mette a punto una cifra stilistica personale, capace di operare una sintesi tra l’ispirazione metaforica di matrice letteraria e la resa figurativa di una fenomenologia dell’agire umano. (rcz)

CATANZARO – Al Museo Marca la mostra “Autarkeia. Il richiamo della materia”

S’inaugura oggi, alle 18, al Museo Marca di Catanzaro, la mostra Autarkeia. Il richiamo della materia di Aron Demetz e a cura di Alessandro Romanini.

La mostra, promossa dalla Fondazione Rocco Guglielmo in collaborazione con la Provincia di Catanzaro, si potrà visitare fino al 31 marzo e propone una serie di opere che sono testimoni del percorso  di questa appassionata ricerca espressiva: opere figurali in legno, bronzo, in  gesso e vetro, a conferma come in Demetz la scultura sia pensiero tradotto in  forma, elaborazione filosofica tradotta in prassi plastica.

L’artista gardesano è nel vortice di una serie di esposizioni in  molti musei internazionali e in altrettante prestigiose sedi italiane. Le sue  sculture realizzate prevalentemente in legno, sono premiate dall’attenzione della  critica e dei collezionisti di tutta Europa. 

«…essere invitato ad esporre al Marca dalla Fondazione Rocco Guglielmo con un  progetto site-specific… – riconosce l’artista – …mi risulta doppiamente  stimolante. Innanzitutto perché il Marca è già stata sede di importanti mostre di  scultura, sia perché per un artista, esporre le proprie opere scultoree a  Catanzaro, in piena Magna Grecia, significa inevitabilmente confrontarsi con il  Genius loci di una terra che affonda le sue radici nella tradizione artistico culturale greco-romana…».

La riflessione che sottende a questa mostra, che va a continuare e approfondire il  percorso di ricerca avviato dalla recente esposizione al Museo Archeologico  Nazionale di Napoli, ruota intorno al concetto di “Autarchia”, derivato dal greco  “Autarkeia” e declinato in una serie di soluzioni formali connesse  semanticamente al concetto di “Autosufficienza”. Nell’accezione di Demetz  “Autarkeia” non va intesa nel senso dell’ “accontentarsi”, bensì – come scrive  Alessandro Romanini, curatore della mostra, “… come forma di conquista  veicolata da una rigida autodisciplina, sostenuta dall’inesausta ricerca ed  esercizio e alimentata da un continuo confronto con i capisaldi storici dell’arte  plastica. E tra quest’ultimi la dimensione legata all’arte greca è al primo posto…”. 

Ricerca e sperimentazione caratterizzano l’intero percorso di Demetz,  discendente da una famiglia di scultori e originario della Val Gardena, terra di  santi e di scultori di altari lignei che si possono ammirare nelle chiese di tutto il  mondo.  

Con Demetz le forme tradizionali divengono altro così come diventa altro il ruolo  assunto dal materiale lavorato abilmente dall’artista; il legno diventa così autore di un racconto; le resine provenienti dagli alberi delle montagne di casa per  effetto del fuoco corrodono e riplasmano l’oggettiva bellezza delle forme,  creando piaghe sugli adolescenziali corpi nudi intagliati. 

Progressivamente si assiste all’ingresso in scena di altri materiali: il bronzo, il  gesso, il vetro, così come alla figura singola si affiancano gruppi di figure infine le  installazioni. 

CATANZARO – Inaugurata la mostra “Il disegno non ha tempo” di Omar Galliani

Fino al 31 dicembre è possibile visitare, al Museo Marca di Catanzaro, la mostra Il disegno non ha tempo di Omar Galliani, a cura di Vera Agosti.

Presenti, all’inaugurazione, il direttore artistico del Museo Marca, Rocco Guglielmo, la curatrice e critica d’arte Vera Agosti, e l’editore Giampaolo Preiaro.

«Il disegno di Galliani – ha spiegato Rocco Guglielmo – riesce a dilatarsi al massimo le dimensioni, con pezzi che diventano monumentali, affonda le radici in quello rinascimentale – Leonardo da Vinci –  ma non solo, in un dialogo con gli antichi maestri è fatto di amore, studio e confronto».

«La sua abilità è anche nel coniugare culture diverse – ha affermato ancora – in molte opere che andremo a vedere, specialmente quelle degli anni ’90, con i mantra, c’è  una perfetta commistione di esperienze orientali e cultura occidentale».

Quello tracciato dall’esposizione è infatti di forte effetto che parla dei grandi temi dell’uomo: la natura, la vita, l’arte,  la pandemia, la morte, la santità, sono tracciati sul foglio di carta o sulla tavola di pioppo.

La mostra presenta grandi opere significative del percorso dell’autore ma, dice la curatrice Agosti, «non possiamo definirla una antologica perché non c’è tutto, ma c’è molto».

«Se qualcuno ancora può non conoscerlo, cosa difficile perché molto noto a livello internazionale – ha aggiunto – da questa esposizione ne uscirà con le idee chiare su chi è Omar Galliani, su quale è stato il suo percorso, la sua evoluzione».

Il disegno ha un suo tempo di esecuzione che per l’artista si traduce in giorni e giorni, ore e ore di fatica. La pressione sanguigna modifica il segno, si imprime sul foglio di carta o sulla tavola di pioppo. Il lavoro è la prima religione di Omar Galliani; il disegno è il suo mantra, la sua pietra filosofale per l’immortalità.

Della mostra è stato realizzato un bellissimo catalogo edito dalla Prearo editore, a cura di Vera Agosti, con all’interno un suo saggio critico oltre a un’intervista e una poesia di Teodolinda Coltellaro.

«Il tempo del disegno è un tempo molto lungo –  ha spiegato l’artista Galliani –. Lo schizzo è un attimo ma può diventare infinito. In genere è sempre considerato il progetto di un’opera più importante,  nel mio caso è proprio un’opera finita». i(rcz)

CATANZARO – Al Marca s’inaugura la mostra “Il disegno non ha tempo”

Il 9 ottobre, al Museo Marca di Catanzaro, alle 18.30, s’inaugura la mostra Il disegno non ha tempo di Omar Galliani a cura di Vera Agosti.

L’esposizione, promossa da Provincia di Catanzaro, Museo Marca e Fondazione Rocco Guglielmo, è realizzata con il contributo di Phidias Antiques. Saranno presenti la curatrice, Rocco Guglielmo, direttore artistico del Museo.

La frase emblematica, scelta per il titolo dell’esposizione, sottolinea l’eternità del disegno, data dalla forza dell’opera. Omar Galliani è un maestro della pratica artistica, conosciuto a livello internazionale, che vanta in particolare mostre in Cina e in Russia.

Il suo disegno affonda le radici in quello rinascimentale – Leonardo da Vinci –, ma non solo. Il dialogo con gli antichi maestri è fatto di amore, studio e confronto. L’opera di Omar Galliani non è bozzetto o prova preparatoria, ma lavoro a sé stante, nobilitando l’arte disegnatoria. Anche per questo, l’autore inventa il suo disegno “infinitissimo”, dilatando al massimo le dimensioni, con pezzi che diventano monumentali.

Si guarda ad artisti della contemporaneità, come Gino De Dominicis, Robert Longo, Troy Brauntuch, ma anche alle suggestioni della moda, del cinema (Michelangelo Antonioni, Wim Wenders, Robert Altman). E ancora i viaggi intorno al mondo, in particolare in Asia, che contaminano il suo immaginario e la quotidianità, con gli incontri casuali, i volti incrociati di sfuggita. La componente concettuale è sempre presente, più o meno velata”.

Il disegno ha un suo tempo di esecuzione che per l’artista si traduce in giorni e giorni, ore e ore di fatica. La pressione sanguigna modifica il segno, si imprime sul foglio di carta o sulla tavola di pioppo. Il lavoro è la prima religione di Omar Galliani; il disegno è il suo mantra, la sua pietra filosofale per l’immortalità.

In mostra, grandi opere significative del suo percorso: da un primo disegno del 1977, “Dalla bocca e dal collo del foglio”, alla pittura degli anni ‘80, con importanti lavori storici, come “Cavalieri d’Ellissi”, presentato alla Biennale di Venezia del 1986, e “Cadmio” dello stesso anno, fino al grande “Mantra per Laura” del 1999. Quindi la ricca produzione dagli anni 2000 in poi (“La principessa Lyu Ji nel suo quindicesimo anno di età”, 2008; “Omar Roma Amor”, 2012; “Per Santa Teresa D’Avila”, 2016) e i pezzi più recenti (“Floralia”, 2019; “De rerum natura”, 2020), quelli sui notturni stellari (il trittico “Nella costellazione di Orione”, 2019; “Siderea”, 2020) e i lavori dedicati alla pandemia (“Baci rubati/Covid 2019”). Esposti anche due inediti del 2021 (“Chlorophelia” e “NGC/7419”).

È allora un percorso di forte impatto ed emozione che ci parla dei grandi temi dell’uomo: la natura, la vita, l’arte, la pandemia, la morte, la santità, giocato in particolare sul bianco candido della tavola di pioppo e il nero scintillante e misterioso della grafite.

Accesso sarà consentito ai visitatori muniti di mascherina e certificazione verde Covid-19 (Green pass) sino ad esaurimento dei posti disponibili. Per informazioni ed approfondimenti: www.museomarca.info,  www.omargalliani.com. (rcz)

CATANZARO – Con il libro di Domenico Piraina si delinea una nuova filosofia museologica

Al Museo Marca di Catanzaro è stato presentato il libro La Nuova Museologia: le nuove opportunità nell’incertezza. Verso uno sviluppo sostenibile di Domenico PirainaMaurizio Vanni.

Con questo volume, i due autori – rispettivamente direttore del Polo Mostre e Musei Scientifici del Comune di Milano e direttore di Palazzo Reale a Milano – e dello storico dell’arte e museologo, è quello di delineare una nuova filosofia museologica, secondo la quale i musei del futuro dovranno diventare vere e proprie “piattaforme di benessere esperienziale”, senza abbandonare le proprie funzioni istituzionali.

«I musei devono cambiare con le persone. Le persone devono trovare nei musei risposte a domande che ancora non hanno formulato»: è questo l’assunto da cui parte la riflessione di un confronto che il direttore del Museo, Guglielmo, ha indirizzato guardando anche all’importante esperienza della struttura che cerca di attrarre e fidelizzare attraverso proposte originali e differenziate un vasto pubblico, rivolgendosi con progetti specifici anche diversamente abili (persone con disagi o patologie fisiche o mentali), terza età.

La chiave, insomma, è “far entrare l’esperienza museo nella loro quotidianità”. A prescindere dai servizi (ristorante, caffetteria, bookshop, giftshop, sale laboratoriali permanenti e zone lounge) utilissimi per stimolare una frequentazione regolare, funzionano le proposte culturali supportate da performance teatrali e musicali.

Il museo, infatti, deve sempre tenere in considerazione le aspettative dei possibili visitatori-interlocutori e le tematiche che potrebbero incidere sul loro desiderio di partecipare o meno le “offerte green” della struttura museale.

All’indomani del Covid-19 quasi tutte le strategie di profilazione andranno modificate: l’attenzione nei confronti del sociale, dell’ambiente, della salute e del benessere diventeranno gli strumenti principali di fidelizzazione.

«Nell’ottica del rilancio di un museo nell’era della pandemia, le opportunità di un progetto connesso alla crescita sostenibile sono veramente interessanti – ha rilevato Piraina –. La nuova museologia, in piena sintonia con la recente ratifica da parte del nostro Governo della Convenzione di Faro, suggerisce un’apertura decisa verso il “diritto all’eredità culturale attraverso un utilizzo sostenibile che ha come obiettivo lo sviluppo umano e quello della qualità della vita».

L’intento è quello di favorire un clima economico e sociale che promuova la protezione dell’eredità culturale basata su tre elementi imprescindibili: lo sviluppo sostenibile, un approccio interdisciplinare e una particolare attenzione alla creatività contemporanea. La strada della sostenibilità corrisponde a un vero e proprio atto di fede nei confronti del futuro: significa accogliere i cambiamenti antropologici, culturali, sociali ed economici della comunità.

«La vera ricchezza del Museo – ha sottolineato Domenico Piraina – non risiede soltanto nelle proprie collezioni, ma soprattutto nei visitatori che, portatori di un proprio vissuto personale e culturale, arricchiscono di significato e di senso il patrimonio culturale. Mai i visitatori devono essere visti come consumatori ma sempre come produttori di senso e, questo, contribuisce ad arricchire la visione pluralistica del patrimonio che è la realizzazione di una effettiva democrazia culturale». (rcz)

CATANZARO – Domani la presentazione del libro “La nuova Museologia”

Lunedì 27 settembre, alle 18.30, al Museo Marca di Catanzaro, la presentazione del libro La nuova Museologia: le nuove opportunità nell’incertezza. Verso uno sviluppo sostenibile di Domenico PirainaMaurizio Vanni.

Sarà presente, per l’occasione, il prof. Domenico Piraina, coautore del libro. L’incontro sarà introdotto dal direttore artistico del Marca, dott. Rocco Guglielmo.

Il libro è edito da Celid Edizioni.

Come salvare i musei dalla crisi globale? Come trasformare le incertezze del presente pandemico in opportunità future? Quali gli scenari possibili per la cultura e le sue istituzioni? Salute, economia, turismo, tecnologia, sociale e ambiente sono gli aspetti presi in esame da Domenico Piraina  e Maurizio Vanni per delineare una nuova filosofia museologica, secondo la quale i musei del futuro dovranno diventare vere e proprie “piattaforme di benessere esperienziale”, senza abbandonare le proprie funzioni istituzionali.

«La vera ricchezza del Museo – sottolinea Domenico Piraina – non risiede soltanto nelle proprie collezioni, ma soprattutto nei visitatori che, portatori di un proprio vissuto personale e culturale, arricchiscono di significato e di senso il patrimonio culturale. Mai i visitatori devono essere visti come consumatori ma sempre come produttori di senso e, questo, contribuisce ad arricchire la visione pluralistica del patrimonio che è la realizzazione di una effettiva democrazia culturale».

«Sono quattro – ha spiegato Vanni – i segmenti di pubblico prioritari, da attrarre e fidelizzare attraverso proposte originali e differenziate: diversamente abili (persone con disagi o patologie fisiche o mentali), terza età, famiglie con bambini e adolescenti. La chiave è «far entrare l’esperienza museo nella loro quotidianità».

«A prescindere dai servizi (ristorante, caffetteria, bookshop, giftshop, sale laboratoriali permanenti e zone lounge) – ha proseguito – utilissimi per stimolare una frequentazione regolare, funzionano le proposte culturali supportate da performance teatrali e musicali. Ogni visita guidata diventa un piccolo spettacolo a tema, facilmente comprensibile e divulgativo, in grado di meravigliare, stupire ed emozionare generazioni diverse di pubblico, sollecitando benessere interiore, energia positiva e buonumore nei presenti. La condivisione delle emozioni, del bene comune e del bene relazionale permette di connettere persone dallo stesso stile di vita. Adesso il museo è veramente di tutti».

 

CATANZARO – Dal 25 giugno al Marca la mostra “Max Marra”

Il 25 giugno, a Catanzaro, alle 18.30, al Museo Marca, s’inaugura la mostra Max Marra – L’inquieta bellezza della materia a cura di Teodolinda Coltellaro.

Promossa dall’Amministrazione Provinciale di Catanzaro e dalla Fondazione Rocco Guglielmo, l’esposizione, visitabile fino al 7 settembre 2021, attraversa analiticamente il lavoro dell’artista permettendo di ricostruirne la sostanzialità linguistica nella raffinata dimensione espositiva museale.

 La mostra presenta ben 115 opere, tra cui 41 provenienti da collezioni pubbliche e private, comprendenti due assemblaggi polimaterici, una installazione e 38 “Timbriche” impaginate come opera unica. Le opere delineano lo straordinario viaggio creativo compiuto dall’artista Max Marra dagli anni ’80 fino a oggi ripercorrendo le diverse fasi evolutive della sua ricerca in una narrazione antologica che ne scandisce la storia espressiva. 

La selezione espositiva, realizzata dalla curatrice, sintetizza con esemplare efficacia il percorso evolutivo dell’artista, evidenziando un filo conduttore sostenuto negli anni da una riflessione legata alla condizione dell’uomo. Infatti, le sue opere si offrono spesso come cruda metafora del vivere sociale attraverso cui interrogarsi sul senso più profondo dell’esistenza. L’impaginazione nelle varie sale individua i punti di svolta nella carriera dell’artista, dalle sperimentazioni polimateriche alle recenti mappe metafisiche “Timbriche”, passando per la fondamentale esperienza degli anni ’80 che vede Marra tra i fondatori del collettivo milanese Osaon insieme al poeta amodale Luigi Bianco e ad altri artisti, coinvolti in modo interdisciplinare su fronti creativi, espositivi ed editoriali. 

L’esposizione si avvale dal progetto espositivo dell’Arch. Giovanni Ronzoni, ed è impreziosita da una sezione fotografica che propone una ulteriore storicizzazione attraverso scatti di amici artisti che hanno ritratto Marra, e una bibliografia di esposizioni e accrediti in prestigiose location in Italia e all’estero, da Tokyo a Guangzou, da Bruxelles a Sofia in Bulgaria. 

La mostra è accompagnata da un corposo catalogo bilingue (italiano/inglese) edito da Il Rio Edizioni, con testi di Teodolinda Coltellaro e Giorgio Bonomi. Gli accessi saranno limitati fino ad esaurimento posti in ottemperanza alle misure di prevenzione covid 19. 

Costante tra le varie tappe evolutive resta la fascinazione di Marra per la materia: di cui coglie le suggestioni evocative, le infinite possibilità formali, sempre inedite e feconde, quelle stesse che la natura organica dei materiali suggerisce (Coltellaro). Materiali che Marra trasforma in corpo fisico dolente, cartilagini stremate dalle tensioni, gonfie di suppurazione, in superfici suturate, in attesa di una trasfigurazione che nelle opere più recenti vira verso una spiritualità sempre più essenziale, riducendo la pur limitata gamma di colori del passato a cromatismi rarefatti. È una materia inquieta, tormentata”, afferma Coltellaro, “che assomma in sé l’angoscia, la tragicità del vivere, le ansie, le sofferte decisioni della vita morale (…). L’artista ne cuce le lacerazioni, invocando la cicatrizzazione della pelle sofferta, squarciata da violente ferite, percorrendo il corpo dell’opera con un colore gravido di sofferenza. Ma, nella disposizione di materiali diversi e nella interazione tra essi, nel rispondere ad una struttura generativa ricca di connessioni e rimandi, si realizza un’incredibile armonia, un equilibrio formale che genera bellezza, che genera tensione, spinta verso una classicità senza tempo. D’altronde, è anche vero che l’opera di Marra- come scrive Giorgio Bonomi nel suo testo critico- (…) è poco “classificabile” in qualche schedatura definita se non in quella di un’arte che è in continua ricerca e in incessante elaborazione senza, peraltro, cedere mai all’eclettismo o alla provvisorietà, dato che è proprio la “ossessiva” attenzione alla materia e ai materiali la costante, il filo rosso, che lega tutto il suo quarantennale iter artistico(rcz)

CATANZARO – Il convegno “Arte e politica in Italia Meridionale”

Il 3 e il 4 giugno, al Museo Marca di Catanzaro e in diretta streaming, è in programma il convegno Arte e politica in Italia Meridionale – Una cronologia del Risorgimento in Calabria attraverso le opere d’arte 1820-1911, a cura di Giovanna CapitelliLeonardo PassarelliMaria Saveria Ruga.

L’evento è stato organizzato dalla Fondazione Cefaly, e una collaborazione attiva con la Provincia di Catanzaro, il Comune di Catanzaro, il Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università Roma TRE, il Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università della Calabria, il Dipartimento di ricerca della Fondazione Rocco Guglielmo di Catanzaro, l’Istituto di Studi Filosofici di Napoli e l’Accademia di Belle Arti di Catanzaro.

La Fondazione Andrea Cefaly, vuole costruire un momento di valorizzazione dell’importante nucleo di dipinti di Cefaly conservato presso il Marca -Museo delle Arti di Catanzaro – che accoglie anche la gipsoteca di Francesco Jerace –, punto focale di un percorso che metterà in rete i “luoghi dell’Ottocento” sul territorio tra cui la casa che ospitò Luigi Settembrini, Palazzo Fazzari, il monumento a Francesco Stocco, attraverso l’adozione di sistemi innovativi tesi a garantire la maggiore conoscenza e fruizione del patrimonio culturale mediante l’utilizzo delle nuove tecnologie Ict.

Andrea Cefaly (Cortale, CZ, 1827-1907), è una figura poca nota di pittore, garibaldino e deputato del Parlamento d’Italia, Cefaly si pone  al centro di una fitta trama di relazioni tra centro e periferia, attraverso documentati rapporti con Giuseppe Mazzini e Giuseppe Garibaldi, Filippo Palizzi e Michele Cammarano (solo per citarne alcuni) in uno stretto legame tra arte e politica in cui diventa preziosa la riscoperta del periodo del soggiorno calabrese di Luigi Settembrini (Napoli, 1813-1876), personalità di riferimento per tutta una generazione di patrioti, che a Catanzaro insegnerà nel Real Collegio (dove Cefaly riceve la sua prima formazione) e sarà poi arrestato. (rcz)

CATANZARO – S’inaugura la mostra “Corpo a Corpo con la pittura”

Questo pomeriggio, a Catanzaro, alle 18.00, al Museo Marca, s’inaugura la mostra Corpo a Corpo con la pittura di Enzo Esposito e a cura di Francesco Tedeschi, che ha ha firmato la ricca monografia sull’opera di Enzo Esposito, edita da Prearo, che viene presentata in questa occasione.

L’esposizione, organizzata dalla Fondazione Rocco Gugliemo in collaborazione con l’Amministrazione provinciale di Catanzaro e il supporto dell’editore Giampaolo Prearo e di ArtCom e visitabile fino al 20 novembre, si concentra su un nucleo di opere di grande formato che rappresentano al meglio la continuità di un rapporto con la pittura avviato dall’artista tra la fine degli anni Settanta e i primi anni Ottanta.

Dopo esperienze di natura concettuale, nella prima parte degli anni Settanta, l’artista campano (nato a Benevento nel 1946), nel clima di “ritorno alla pittura” in cui va definendosi il gruppo della Transavanguardia e si costituiscono situazioni come quella dei “Nuovi Nuovi”, che lo vede coinvolto, elabora interventi disegnativo-pittorici di natura ambientale, con sviluppi a parete, come quello realizzato per l’importante mostra Pittura-ambiente, curata da Renato Barilli e Francesca Alinovi, in Palazzo Reale a Milano nel 1979. Recupera in quel periodo attenzione per le origini dell’astrattismo, misurandosi con le esperienze dell’espressionismo kandinskyano, in opere di grande formato, come i due grandi lavori del 1980 che concludono il percorso espositivo.

Da allora la sua pittura è andata svolgendosi con una forte sensibilità plastica, che si definisce in un modo di costruire con segni e colore che travalica il concetto di quadro, per impossessarsi dello spazio, fino alle recenti realizzazioni che prefigurano una pittura “tridimensionale”, come nel grande lavoro Senza titolo del 2015, composto da diversi elementi di natura “architettonica”, posto al centro di uno degli ambienti espositivi, o il grande Senza titolo ovale del 2006, che modifica la percezione dello spazio-colore. Alternando momenti di più attenta indagine sulla superficie come luogo di una personale lotta con le sue qualità immediate, in cui la pittura diventa azione diretta, a momenti di più approfondita meditazione sul senso della profondità e dell’ombra, la sua pittura viene qui presentata nel suo carattere espansivo, emotivo e coinvolgente, esito di un “corpo a corpo” in cui l’artista afferma la sua visione di un modo di costruire attraverso la gestualità.

Il percorso della mostra, per questo, vuole restituire il senso proprio dell’opera dell’autore, più che seguire una evoluzione in senso cronologico del suo lavoro pittorico, permettendo un confronto con il suo modo di essere e di operare.

L’evento sarà preceduto dalla conferenza stampa di presentazione, alle 17.30, nella sala panoramica del Marca. Partecipano l’artista,  il curatore e l’editore. (rcz)

CATANZARO – Tour virtuale tra le opere di Maria Luigia Gioffrè

È ormai imminente la riapertura dei Musei e, nell’attesa, il Museo Marca di Catanzaro propone un viaggio virtuale tra le Memorie di un giardino di Maria Luigia Gioffrè, in mostra dal 24 febbraio.

Per quanto riguarda la riapertura, prevista per lunedì 18 maggio, per Rocco Guglielmo, direttore artistico del Marca, «avviamo un percorso che conduce alla ripresa delle attività culturali attraverso misure sperimentali che sono funzionali a un ritorno alla normalità della fruizione culturale nella nostra città. E ci prepariamo ad affrontare questo momento con un nuovo approccio che può essere fattore di crescita personale e collettivo».

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«Da questa drammatica esperienza – ha dichiarato il direttore artistico – è emerso che il mondo dell’arte ha trovato un valido modo di cui avvalersi: il mondo digitale, per divulgare notizie e immagini, musei, gallerie potranno fidelizzare artisti, pubblico, mercanti e appassionati, proprio attraverso le nuove piattaforme che si sono ulteriormente moltiplicate in questo periodo. Questo sistema permette a quanti ne sentano il bisogno, l’opportunità di soddisfare il desiderio di “visitare” un luogo, ammirare un’opera d’arte e poterlo fare in ogni momento. Ma la vitalità, il fermento che regna nei luoghi dove si fa cultura si percepisce meglio fisicamente, respirandone anche solo l’aria». (rcz)

In attesa di riaprire le nostre stanze il prossimo 18 maggio, godetevi un giro virtuale tra le opere di Maria Luigia Gioffrè in mostra al MUSEO MARCA

Posted by Marca – Museo delle Arti di Catanzaro on Monday, 4 May 2020