L’OPINIONE / Nicola Fiorita: Estirpare violenza facendo piena luce sui fatti

di NICOLA FIORITA – Prima e più di ogni altra cosa voglio esprimere la mia piena solidarietà alle forze dell’ordine e voglio  ringraziare il sindaco Franz Caruso e la città di Cosenza per l’accoglienza cordiale che mi hanno riservato. Voglio rimarcare questo dato perché credo sia giunta l’ora di isolare i facinorosi e di superare una volta per sempre questa stupida rivalità che divide due città civili e colte di una stessa regione.

Ma se si vuole davvero estirpare la mala pianta della violenza legata al calcio, occorre che sugli episodi che accadono prima, durante e dopo le partite si faccia piena luce, attribuendo ad ognuno le proprie responsabilità. Lo chiedo anche per quanto accaduto nel dopopartita di ieri. Autorevoli giornalisti (e tifosi) cosentini hanno sostenuto che la miccia dei disordini potrebbe essere stata innescata da pochi scalmanati che hanno scagliato sassi e fumogeni contro i pullman dei tifosi giallorossi.

Nessuna intenzione di giustificare alcuno, se ci sono state reazioni incontrollate e violente vanno perseguite, ma la correttezza della nostra tifoseria è fuori discussione. Non è la prima volta che nell’immediatezza i fatti vengono percepiti in maniera incompleta o distorta, era accaduto già a Bolzano, ma il tempo consente sempre di attribuire con precisione le responsabilità. Il mio appello è rivolto a tutte le tifoserie calabresi: isolate i violenti e i facinorosi. Con il calcio non hanno nulla a che fare. Dispiace solo che per colpa di pochi sia stata gettata un’ombra su quella che è stata una bellissima giornata di sport, con due squadre che hanno dimostrato le proprie qualità e con due grandi tifoserie che hanno sostenuto i propri colori.

Viva la passione e abbasso la violenza, da qualunque parte provenga. (nf)

[Nicola Fiorita è sindaco di Catanzaro]

 

L’OPINIONE / Nicola Fiorita: «No al Centro per il rimpatrio di migranti irregolari ad Alli»

di NICOLA FIORITA – Il governo sta valutando la possibilità di realizzare sul nostro territorio, nella zona di Alli, uno dei Centri per il rimpatrio degli immigrati irregolari (Cpr) previsti dal Decreto Cutro. Ho comunicato al Prefetto il mio “no” convinto per una serie di motivazioni.

La prima è che considero queste strutture disumane e inutili, lontane dallo spirito di solidarietà umana di cui la nostra città ha dato prova. I Cpr non risolveranno il problema dell’immigrazione irregolare e clandestina.
La seconda motivazione riguarda i criteri che devono guidare la scelta del governo. Non si capisce perché il centro dovrebbe essere collocato proprio a Catanzaro, una città che sta facendo i conti con un attacco criminale molto preoccupante e che vede il nostro Comune sotto assedio, come dimostra da ultimo il vigliacco maxi furto nel Centro fieristico.

Noi dal governo ci aspettiamo piuttosto un ulteriore potenziamento delle forze dell’ordine per contrastare i fenomeni delinquenziali e mafiosi che inquietano i cittadini e minacciano imprenditori e operatori commerciali. Il Governo invece si dimentica di Catanzaro e del suo ruolo istituzionale, magari organizzando il G7 non nel Capoluogo di Regione, e poi si ricorda di noi solo per individuare un’area che considera come «luogo scarsamente abitato».

Noi queste strutture disumane e pericolose non le vogliamo. Noi siamo per accogliere i rifugiati, coloro che scappano da guerre e carestie, con un modello diffuso che salvaguardi i bambini, le donne, gli adolescenti. Un modello che si spalmi su più località, non una specie di campo di concentramento che potrà solo amplificare l’illegalità. Il governo ha le armi per imporci questa scelta, ma sappia che ha la netta contrarietà della nostra comunità. (nf)

(Nicola Fiorita è sindaco di Catanzaro)

Il sindaco di Catanzaro Fiorita: Da Succurro parole sincere e convinte

Il sindaco di Catanzaro, Nicola Fiorita, ha evidenziato come la ferma presa di posizione da Rosaria Succurro, presidente di Anci Calabria, sull’autonomia differenziata «non lasciano dubbi sulla loro sincerità e convinzione, mi fa ricredere sulla sua etero-dipendenza dai partiti del centrodestra. Ancora più significativo il fatto che questa posizione si diversifichi clamorosamente da molte voci di deputati e senatori calabresi, supinamente appiattiti  sugli ordini di scuderia provenienti dal governo nazionale».

«Non ho votato Rosaria Succurro come presidente dell’Anci perché la sua elezione fu utilizzata in quella fase dal centrodestra calabrese per compiere una prova di forza, preferendo all’unità della associazione il ridimensionamento di alcune voci autorevoli mediante l’esclusione dalla trattativa dei sindaci delle grandi e delle medie città della regione», ha spiegato Fiorita, tuttavia la presa di posizione contro il ddl Calderoli è significativa, soprattutto perché « si diversifica clamorosamente da molte voci di deputati e senatori calabresi, supinamente appiattiti  sugli ordini di scuderia provenienti dal governo nazionale».

«È per questi motivo – ha concluso – sicuro che la posizione del presidente Anci non sia una semplice tattica per uscire dall’angolo, ho deciso di partecipare martedì prossimo al sit in davanti alla prefettura per ribadire il no dei sindaci calabresi al grande inganno dell’autonomia differenziata, la riforma che potrebbe spezzare per sempre in due il nostro Paese». (rcz)

Vertenza Abramo Cc, il sindaco di Catanzaro Fiorita incontra i sindacati: «Accanto ai lavoratori»

Tanti posti di lavoro rischiano di essere persi in Calabria proprio durante le feste natalizie. Il sindaco di Catanzaro, Nicola Fiorita, e il presidente del Consiglio Comunale Gianmichele Bosco questa mattina hanno incontrato i rappresentanti sindacali di Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil, Ugl Telecomunicazioni, per confrontarsi sulla situazione relativa all’azienda Abramo Customer Care che, nei giorni scorsi, ha informato che Tim, con decorrenza 1° gennaio 2024, cesserà il contratto commerciale per le attività finora prestate. I sindacati hanno evidenziato che questa decisione del committente Tim si ripercuoterà su 493 dipendenti, tra Catanzaro, Crotone, Cosenza e Palermo, che a partire dal 1° gennaio saranno collocati in cassa integrazione a zero ore.

«Sono profondamente turbato e preoccupato per la situazione che si sta sviluppando per i nostri cittadini lavoratori a seguito della decisione di Tim di cessare il contratto con l’Abramo Customer Care. Tale scelta appare come un comportamento irresponsabile che mette in grave pericolo il sostentamento di quasi 500 famiglie, non solo a Catanzaro, ma anche a Cosenza e Crotone. Voglio assicurare ai lavoratori che non sono soli in questa battaglia. Come sindaco – ha detto Fiorita – mi impegno fermamente a stare al loro fianco e a fare tutto ciò che è in mio potere per scongiurare il rischio che queste famiglie finiscano in cassa integrazione a zero ore. Proprio per questo, faccio appello a Tim perché attui, in tempi brevi, una proroga sul contratto. L’altro appello è a tutta la comunità politica di Catanzaro, a prescindere dalle appartenenze politiche, per unirsi in questo momento critico e sostenere i nostri lavoratori. È il momento di mettere da parte le differenze e lavorare insieme per il bene dei nostri cittadini. Non possiamo permettere che le decisioni di un’azienda abbiano un impatto così devastante sulle vite delle persone». (rcz)

Il sindaco di CZ rilancia proposta di referendum sul Ponte sullo Stretto

Un referendum consultivo in Calabria sull’utilità del Ponte sullo Stretto e, di riflesso, sulla possibilità che la Regione contribuisca al finanziamento dell’opera rinunciando a parte del Fondo di Sviluppo e Coesione. È la proposta lanciata dal sindaco di Catanzaro, Nicola Fiorita, ospite di Radio24.

«Se c’è la volontà politica si può votare anche assieme alle Europee della prossima primavera – ha detto il primo cittadino –. Qualcuno, terrorizzato da questa ipotesi, sostiene che il referendum consultivo non è contemplato. Non è così. Il referendum consultivo su questioni di interesse regionale è previsto dall’art.12 dello Statuto e a farne richiesta possono essere il 10% del corpo elettorale o il 40% dei Consiglieri regionali. Manca, è vero, la legge attuativa e la Calabria, se non erro, è una delle tre Regioni che non lo hanno fatto, assieme a Basilicata e Molise».

«Cosa impedisce al Consiglio regionale – ha aggiunto – di varare in due mesi la legge attuativa e consentire così lo svolgimento del referendum? Io credo sia interesse dello stesso presidente Occhiuto e dello stesso ministro Salvini conoscere la volontà popolare della Calabria su un tema così serio».

«È l’unico strumento democratico – ha concluso – per sapere se davvero la Calabria, come sostiene Salvini , è favorevole al Ponte e se è disposta ad ogni sacrificio pur di averlo. Se la Calabria si pronuncerà per il ponte, allora il ragionamento di Salvini di una compartecipazione della nostra Regione, potrebbe anche avere una logica. Si faccia dunque senza paura il referendum». (rrm)

L’OPINIONE/ Nicola Fiorita: Preoccupante escalation criminale a danni di imprenditori

di NICOLA FIORITA – Quello che è successo negli ultimi giorni a Catanzaro ha messo in evidenza che c’è in atto un’escalation criminale a danno dell’imprenditoria locale. Episodi che si sono succeduti in un breve arco di tempo e che hanno tutti la stessa connotazione di gesto intimidatorio nei confronti di titolari di attività in campo edile operanti sul nostro territorio. In particolare, alcuni cantieri presenti nell’area sud sono stati presi di mira con mezzi e attrezzi danneggiati da incendi di natura dolosa.

Le denunce sono scattate subito, così come le indagini delle forze dell’ordine per tentare di fare luce su questo pericoloso vortice di violenza, che colpisce la libera attività d’impresa e l’economia e influisce sulla percezione di sicurezza della comunità rischiando di deprimere ogni iniziativa.
Per questo motivo, sottolineando la mia vicinanza e solidarietà agli imprenditori vittime di intimidazioni, ho sentito personalmente il prefetto Enrico Ricci per condividere la preoccupazione dell’amministrazione e della città in un momento che richiede una ferma presa di posizione da parte di tutte le istituzioni.

A tal fine, ho appreso che tornerà a riunirsi ad hoc il Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica per fare il punto sulla situazione e delineare le possibili contromosse da mettere in campo per arginare il fenomeno criminale. Nell’occasione, non potrò che ribadire l’esigenza che vengano adoperati tutti gli strumenti possibili, in termini di mezzi, uomini e strumenti di videosorveglianza, per garantire un presidio nelle zone più sensibili della città e alzare il livello di attenzione contro i tentacoli criminali. (nf)

[Nicola Fiorita è sindaco di Catanzaro]

 

L’OPINIONE / Franco Cimino: chi vince e chi perde a Catanzaro

di FRANCO CIMINO – La Politica non è un gioco, anche se ormai sono in tanti, tra coloro che la praticano, che pensano che lo sia. Non lo è in quella sede, l’Amministrazione locale, che vorrebbe essere la più Politica, ma che da noi sempre più distante da essa si trova, venuta fatta camminare nella direzione opposta. Vieppiù in questi ultimi anni, compreso quest’ultimo. È un gioco, pressoché ovunque, in Italia. Altrove, dove si è più sofisticati ed eleganti, il gioco è quello degli scacchi, in cui notoriamente è richiesto l’abbinamento pazienza-intelligenza.

Conoscenza profonda della tecnica e delle regole. Quando non sono gli scacchi, il gioco preferito è il biliardo. Anche qui, la regola, semplice ma ferrea, si accompagna strettamente alla tecnica. E, questa, alla fantasia, all’abilità quasi artistica nel rendere nuovo ogni tiro, inattesa la decisione, precisissimo il rotolare della palla e il suo toccare il pallino e i birilli, per poi andare in buca per sua scelta, talvolta necessaria. Qui da noi, galvanizzati dai successioni del Catanzaro e dalle ambizioni represse di molti (le abbiamo avute in verità tutti da ragazzi) aspiranti calciatori, il gioco scelto è il calcio. La posta in gioco, non richiesta da alcun campionato, è la Giunta Comunale. Il premio, non promesso da alcuno, è la maggioranza numerica per sostenerla (sic!). La partita è iniziata, in verità, poco dopo l’avvio di una grande avventura, politica e non calcistica.

Esattamente quattordici mesi fa, anche se è da fine aprile- primi di maggio che, al coperto di qualche ristorante o abitazione, rigorosamente in campo neutro, sono iniziati i preparativi “atletici” e il riscaldamento negli spogliatoi. Questa partita è appena finita. È, però, solo quella di andata. Presto ci sarà il ritorno. Si gioca attualmente senza stadio. Senza pubblico. Senza regole, senza l’arbitro. E con un pallone a tempo, quello breve nelle mani di un presumibile vero padrone del pallone. Di colui il quale deciderà di lasciarlo o di riprenderlo a secondo di come sarà al momento il risultato. L’unica cosa certa che ha “certamente” operato durante questa lunga fase preparatoria, è stata la classica campagna acquisti dei diversi giocatori, valutabili non per la qualità tecnica ma per la quantità di un qualcosa.

Nessun nome, ma un numero. Moltiplicabile al massimo per uno. Nessuna squadra e nessun colore di maglietta, perché mancano sia le squadre che le divise. Nemmeno qualche procuratore che curi i passaggi dei “giocatori”da una società a un’altra, ché mancante queste, ciascun giocatore ha giocato per sé, mettendo sul mercato soltanto sé stesso e qualche tifoso dichiarato sulla carta. Ma le partite, per quanto bruttissime e senza regole e arbitro e spettatori, soprattutto senza campo e stadio, come queste, si chiudono sempre con vincitori e sconfitti. Se ci fosse stata, in mancanza di intelligenza, almeno un poco di furbizia, questa partita, qui da noi, si sarebbe dovuta giocare per come aveva iniziato. E cioè in sordina, con discrezione, intorno a qualche bella cena innaffiata da buon vino, visto che vi erano al tavolo competenti “enogastronomi”.

Invece, si è voluto trasformare una semplice brutta partita di pallone, con il mercatino aggiunto, in un fatto politico. L’arbitro, o chi avrebbe dovuto esserlo, ha lasciato fare. Su tutto è stata fatta campeggiare una domanda e la conseguente richiesta tra le parti. “ Questo governo ( nascente, ora nato), è di sinistra o di destra?” È la conseguenza: per essere definito dell’una o dell’altra ci vogliono numeri. In Consiglio si chiamano numero dei consiglieri. In giunta, degli assessori.

Siccome i numeri, per chi in politica li sostituisce alle idee, sono soltanto tali, volendo leggerli “ideologicamente” (la mia analisi sulla Città dalle elezioni in poi, è naturalmente assai diversa, ma ne parlerò in altro contesto) essi dicono chi ha vinto e chi ha perso.

Ha perso, e pesantemente ancora una volta, il PD. Ha perso sul terreno suo privilegiato. Quello della furbizia da furbetti del quartierino. A luglio scorso gli è andata bene per la soggezione che ha avuto l’arbitro verso di esso. Il quale ha concesso che a un partito con il minimo dei consensi elettorali, quasi ultimo tra le liste concorrenti, ricevesse, con solo due consiglieri comunali (ah, i numeri!), due assessori con deleghe pesanti, di cui il vicesindaco. Questa volta avrebbe voluto fare il bis (anzi il tris per la richiesta del terzo assessore, dicono le cronache pettegole), ma non gli è riuscito. Il tris l’ha fatto, invece, quel furbo vero di Antonello Talerico. Il quale ha accettato la sfida colorando il suo rafforzato esercito di “politica” su cui ha impresso l’egida del suo nuovo partito. Partito che a quanto parrebbe non sarebbe di sinistra. Pertanto, si può dire che ha vinto lui. E da solo. Un consigliere comunale (anche regionale) contro un intero partito della “ sinistra” a Catanzaro, il PD. Il PD comunale, provinciale, regionale e nazionale. Questo dicono i numeri, la loro logica. E questo risultato offre la partita. Quella brutta, a cui pochi abbiamo potuto assistere, per assenza totale di pubblico. Il pubblico dei cittadini, sempre più pericolosamente sofferenti e indifferenti rispetto a ciò che si vorrebbe chiamare politica e istituzioni.

Dicono che da quelle parti, considerata la debolezza e cedevolezza dell’arbitro, si stia già pensando alla partita di ritorno. Io consiglierei prudenza. La logica del mercato, di questo mercatino, dice che chi vince trova più gente dietro la porta col cappello in mano. La prossima sfida, pertanto, potrebbe chiudersi con un altro vantaggio a favore dell’attuale vincitore. Che vorrebbe – ah i numeri! – fare almeno quaterna! (fci)

L’OPINIONE / Nicola Fiorita: Catanzaro è dei catanzaresi perbene e non di un pugno di criminali

di NICOLA FIORITA – Domenica sera, saremo tutti al quartiere Aranceto. E l’auspicio è che vi sia tutta la città, non solo quella istituzionale ma quella Catanzaro che nella sua stragrande maggioranza è fatta di persone perbene, oneste, operose, che conoscono il senso e il valore della parola comunità. Un pugno di criminali, ad Aranceto, ha sostanzialmente impedito, ieri sera, la proiezione del film in programma nel cartellone della rassegna “Schermi”.

Lo ha fatto con l’unico linguaggio che conosce: il linguaggio della violenza, della intimidazione, della inciviltà. Eppure, lo scopo della rassegna, dei giovani operatori culturali che l’hanno pensata e organizzata, con il sostegno convinto dell’Amministrazione Comunale, è di animare proprio le periferie, quelle porzioni di città che più hanno bisogno di allontanare da sé il rischio di sentirsi ai margini, di sentirsi esclusi, fuori dal contesto.

Quelle porzioni di città che tutte le persone di buona volontà, ciascuno per la propria parte e per le proprie responsabilità, stiamo invece cercando di far sentire parte di una comunità che include e che non vuole lasciare dietro nessuno. La rassegna di proiezioni nelle periferie sta raccogliendo, come ha confermato il regista Mauro Lamanna un’accoglienza amorevole, com’è giusto e immaginabile che sia. Perché Catanzaro è capace di questi slanci di generosità. E anche Aranceto si preparava a vivere la medesima esperienza, se non fosse stato per quel pugno di criminali che ha spinto gli organizzatori a sospendere la proiezione. Sospendere, ma non rinunciare. Perché non si rinuncia a vivere, perché la violenza non può avere alcun diritto di cittadinanza.

Perché la violenza troverà sempre tutti noi a sbarrargli strada. Ed è bene che quel pugno di criminali se lo ficchi in testa una volta per tutte. La proiezione si farà domenica prossima, 16 luglio e noi saremo lì a ripeterglielo: Catanzaro non è la loro, non lo è la città e neppure quel quartiere. Catanzaro è dei catanzaresi perbene e solo di quelli. (nf)

[Nicola Fiorita è sindaco di Catanzaro]

CATANZARO – Il sindaco Fiorita spinge per la nascita della Grande Catanzaro

«Inizia a prendere corpo il percorso di costruzione verso la “Grande Catanzaro». A dirlo è il sindaco di Catanzaro Nicola Fiorita.

Mercoledì 14 giugno prossimo, alle ore 16, nella Biblioteca comunale “De Nobili”, si terrà un primo incontro formativo, rivolto ai sindaci della provincia coinvolti, per avviare una fase concreta di dialogo e di concertazione mirata a dare vita ad un nuovo modello di associazionismo intercomunale.

«Il capoluogo di Regione vuole porsi come soggetto promotore e propulsivo di questo processo – dice il primo cittadino – con l’obiettivo di migliorare la qualità dei servizi e della vita degli abitanti di un ampio territorio, con progetti di ampio respiro nel campo della trasportistica, dei cicli delle acque e dei rifiuti, dell’istruzione, della cultura e del turismo, partendo da quanto già in itinere, a livello provinciale, con gli Ambiti Territoriali Ottimali. Una sfida che, se ben interpretata, potrà contestualmente giocare un ruolo decisivo anche per rafforzare la capacità rappresentativa dell’intero territorio e la sua dimensione politica e amministrativa nel contesto regionale».

Continua Fiorita: «Un percorso che ho inteso avviare avvalendoci del più alto supporto specialistico. Per l’organizzazione della riunione tecnica di mercoledì, l’Anci ha garantito la propria collaborazione, tramite le sue strutture nazionali e le rappresentanze regionali. Catanzaro ospiterà il team di esperti del progetto Italia – promosso dal Dipartimento degli Affari Regionali e delle Autonomie della Presidenza del Consiglio dei Ministri – che ha già sperimentato con successo percorsi mirati alla nascita di Unioni di Comuni. Sarà l’occasione per entrare nel vivo di una materia complessa, quanto mai attuale e necessaria, partendo da modelli concreti che possono rappresentare un riferimento per la “Grande Catanzaro”». (rcz)

Medicina all’Unical / Fiorita non è un sovversivo: difende Catanzaro

di SERGIO DRAGONE – Paride Leporace e Filippo Veltri sono due luminosi esempi di giornalismo militante. Socialista e un po’ anarchico il primo, comunista mai pentito il secondo. Sono due fuoriclasse della penna, autori di inchieste e servizi, nonché di approfonditi saggi di politica e costume. Li considero due cari amici dall’intelligenza fervida e vivace, le cui analisi sono sempre molto profonde e attente.

Si sono ritrovati entrambi, riflettendo sulla dura polemica per la nascita di una nuova facoltà di medicina ad Arcavacata, su una posizione che non mi sento di condividere e che anzi ritengo poco opportuna: il parallelismo tra la mite assemblea indetta dall’altrettanto mite sindaco Nicola Fiorita nei giorni scorsi per discutere con la società civile su quello che a Catanzaro considerano uno scippo e l’ormai celebre ed infuocato “rapporto alla Città” del sindaco Demetrio Battaglia che più di 50 anni fa diede vita ai sanguinosi moti di Reggio Calabria.

Non posso essere tacciato di campanilismo, anche se amo smisuratamente la mia città, Catanzaro. Ho vissuto e lavorato molti anni a Cosenza, dove ho mosso i più importanti passi professionali e dove ho avuto il grande onore di conoscere Giacomo Mancini. Ancora oggi conservo molte amicizie in quella Città, tra cui Pietro e Giacomo Mancini junior. Non tutti sanno che sono stato io a suggerire a Pietro e Giacomo la realizzazione della statua in ricordo del grande leader socialista che oggi campeggia sul corso Mazzini, a due passi da Palazzo dei Bruzi. Ho fornito all’indimenticabile Giuseppe Petitto il soggetto del riuscitissimo docu-film Il leone socialista. Per inciso, sono stato anche per due anni membro del CdA dell’Unical, quando rettore era il professore Latorre. Non ho difficoltà a riconoscere lo straordinario ruolo di quell’Ateneo per la nostra regione.

No, cari Paride e Filippo, Fiorita non è un nuovo “boia chi molla” e da Catanzaro non partirà mai nessun moto violento e sovversivo. Non c’è nessuna analogia storica tra la chiamata alle armi di Demetrio Battaglia e la quasi soporifera riunione indetta da Fiorita. A Reggio, nel luglio del 1970, c’erano più di settemila reggini e un clima incandescente che l’oratore fomentò con un evidente richiamo alla forza fisica. Si sentivano già nell’aria gli odori dei lacrimogeni e il rumore dei cingolati dei carri armati dell’esercito.

Nulla di questo nella piccola sala concerti di palazzo De Nobili che contiene meno di un centinaio di persone. Ho seguito, per la lontananza, la diretta facebook dell’evento. Nessun tono minaccioso, solo l’ipotesi di un ricorso al TAR su deliberazioni che la Città di Catanzaro percepisce come illegittime e lesive dei suoi interessi. Tutto qui. 

Ho sentito quasi tutti gli interventi. Vi immaginate la mite e gentile notaia Paola Gualtieri su barricate infuocate su viale De Filippis? O l’elegante e colto professore Valerio Donato alla testa di rivoluzionari di un’ipotetica “repubblica di Gagliano”?

No, cari colleghi, credo abbiate commesso un errore nel solo evocare uno dei momenti più bui della storia calabrese. Concordo con voi che questa guerra delle facoltà è controproducente e fa ripiombare, come ho scritto qualche giorno fa, la Calabria nel Medioevo del campanilismo.

Ma chi doveva governare questi processi? Chi doveva inquadrare la nascita della nuova Facoltà di medicina ad Arcavacata in un disegno più ampio, senza dare l’impressione di un atto di prepotenza o violenza ? Chi doveva preparare l’opinione pubblica calabrese ad un nuovo assetto del sistema universitario ? Credo che qualche domanda in questo senso se la debba porre il presidente Occhiuto.

Fiorita, che peraltro è docente dell’Unical, ha fatto e fa il suo dovere. Senza un disegno generale del sistema universitario, si rischia di generare una concorrenzialità tra due debolezze. E credo che Leporace e Veltri concorderanno con me nel riconoscere che l’Annunziata di Cosenza, ospedale purtroppo con enormi problemi logistici e strutturali, tutto può essere meno che un Policlinico universitario.

Ora si tratta di ricomporre la frattura e non sarà facile. Ma evocare i moti di Reggio Calabria per giustificare una enorme forzatura, con evidenti limiti di legittimità, non aiuta e addirittura rischia di alimentare questa suggestione. Catanzaro, come ha detto Fiorita nel suo discorso che ho seguito in diretta, è una città colta e civile, portata al dialogo e non alla contrapposizione. E così sarà anche in questa occasione.