Elezioni europee, ufficializzato l’accordo per una lista unica fra Forza Italia e Noi moderati

di SALVATORE DE BIASE – In una mossa politica volta a garantire coesione e prospettiva futurista, Forza Italia e Noi moderati hanno ufficialmente siglato un accordo per presentare una lista unitaria alle prossime Elezioni europee. Questa decisione riflette l’aderenza ai principi salutari dell’Europa unita e promette di portare avanti l’eredità ideale di Silvio Berlusconi, il cui contributo ideologico rimane un faro guida per entrambe le parti.

Forza Italia si presenta come forza di governo responsabile e orientata al futuro, ancorata a valori di moderazione e cultura europeista. Noi Moderati si configura come il partito del riformismo e della moderazione nel centrodestra, proponendosi come punto di riferimento per questa posizione politica.

Il partito di Forza Italia si impegna a rispondere alle esigenze delle famiglie e della società, a sostenere le imprese e ad aderire ai principi fondamentali dell’Europa unita. Nel contesto della coalizione di centrodestra, entrambi i partiti sostengono i valori cristiano-democratici.

Il consolidamento territoriale di Forza Italia negli ultimi anni rappresenta una testimonianza tangibile del suo costante impegno per la crescita e lo sviluppo del paese. Il partito si distingue per la sua apertura all’accoglienza di idee e progetti innovativi, nonché per il suo incessante sostegno alla partecipazione attiva dei cittadini. Questo impegno riflette il nostro profondo rispetto per i principi della libertà e dell’aggregazione democratica, fondamentali per il progresso e il benessere della nostra società.

Forza Italia è impegnata nel fornire servizi a beneficio dei giovani, sostenere il settore dello sport, promuovere l’arte e la cultura. L’obiettivo è quello di recuperare il consenso del popolo e offrire una governabilità basata sui principi della democrazia partecipativa.

Questo accordo rappresenta un passo significativo verso un’Europa più forte e coesa. Siamo fiduciosi che la nostra lista comune rappresenterà al meglio gli interessi dei cittadini italiani e contribuirà alla costruzione di un futuro migliore per tutti. (sdb)

[Salvatore De Biase è coordinatore di Forza Italia a Lamezia Terme]

Callà (NOi Moderati): Al fianco degli agricoltori rosarnesi contro aumento dell’aliquota imu

Il coordinatore cittadino e componente del direttivo di Noi Moderati di Rosarno, Giuseppe Callà, ha evidenziato come «la battaglia che, da qualche mese, stanno portando avanti gli agricoltori deve interessare l’intera Calabria a tutela dell’economia calabrese e della qualità dei prodotti alimentari».

Per Callà, infatti, «occorrono misure governative che proteggano il settore agricolo, che, per alcune regioni come la Calabria, vuol dire anche evitare una grande crisi economica e sociale, che rischia di incidere sull’ulteriore spopolamento del nostro territorio. Per tutelare gli imprenditori agricoli e poter rilanciare il settore agrumicolo, occorre prendere in considerazione la riduzione di tasse e imposte e prevedere agevolazioni sul carburante agricolo o comunque una calmierazione dei costi».

«L’Amministrazione Comunale di Rosarno guidata dal sindaco Cutrì – ha spiegato – ha pensato, invece, noncurante della crisi del settore che sta, ormai da diversi anni, attanagliando la nostra città e non solo, di portare all’ordine del giorno, nella seduta del Consiglio Comunale del 15 marzo u.s., una proposta di delibera, mortificante per i cittadini rosarnesi, poi approvata con i voti della sola maggioranza, che ha previsto l’aumento dell’aliquota Imu sui terreni agricoli dall’otto per mille al dieci per mille».

«Tale aumento – ha spiegato ancora – risulta quantomai ingiustificato, assurdo e poco opportuno (si pensi che la Commissione Straordinaria, con delibera n. 5 del 20.1.2022, ha approvato e confermato l’aliquota dell’IMU sui terreni agricoli all’otto per mille per l’anno 2022), in quanto, ancora una volta colpisce pesantemente gli imprenditori, mettendo in ginocchio, il settore agricolo, che sino a circa dieci anni fa era il cuore pulsante dell’economia rosarnese e sul quale intere generazioni hanno costruito l’intera storia familiare».

«La riduzione della produzione agrumaria ha, oramai  – ha proseguito – raggiunto livelli senza via di ripresa, tant’è che negli ultimi anni abbiamo assistito ad una riduzione della produzione pari al 50-60%. Stessa sorte stanno subendo anche le piantagioni di kiwi. Tanti agricoltori avevano sperato di trovare in esse una coltura alternativa e redditizia che potesse colmare il deficit causato dagli agrumi. Purtroppo, però, dopo un boom iniziale, siamo diventati spettatori passivi e inermi anche del tracollo di tale comparto produttivo».

«A fare da cornice a tale situazione – ha detto ancora – si è aggiunto anche il cambiamento climatico. La nostra Calabria era la terra del sole e del clima mite, condizione rosea per la coltura di agrumi. Purtroppo, le forti piogge ed il clima rigido e gelido, la siccità degli ultimi anni non hanno favorito le piantagioni che ancora con grosse difficoltà resistono, dando alla luce quei pochi frutti che verranno immessi sul mercato a cifre indecorose, tant’è che molti proprietari terrieri non riescono neanche a coprire le spese di gestione e manutenzione delle proprie colture».

«Una lotta impari – ha sottolineato – poiché i costi dei prodotti e della manodopera aumentano sempre di più, ma i prezzi di vendita ormai hanno raggiunto i minimi imponibili. Nei mesi scorsi anche sulle nostre strade si sono generati dei sit-in di protesta per dar voce a tutti gli agricoltori che non possono più reggere il peso di questa situazione. In tale contesto, ciò che più allibisce è l’indifferenza della maggioranza, quasi disinteressata a tali problematiche, come se tutto andasse bene e ci trovassimo di fronte ad una fiorente situazione, che, invece, ha colpito in modo ancora più violentemente i nostri agricoltori, che, a dire della maggioranza “possono fare un piccolo sacrificio».

«Tutti conosciamo bene le difficoltà economiche in cui versa il nostro Ente – ha ricordato – come, d’altronde, tanti altri, ma la strada corretta da percorrere, per incassare somme di denaro per far quadrare il bilancio ed evitare il dissesto, non è certamente quella che sta perseguendo l’Amministrazione Comunale di Rosarno guidata dal Sindaco Cutrì, che, invece, di stare al fianco degli agricoltori e trovare soluzioni concrete per una reale ripresa e non affossare quel poco che ancora sopravvive, ha pensato bene di aumentare l’aliquota IMU sui terreni agricoli».

«In questo modo si è solo spento quel barlume di speranza che ancora aleggiava in modo fioco – ha concluso –. Noi Moderati siamo e saremo sempre vicini alle problematiche degli imprenditori agricoli rosarnesi, per rilanciare un settore che rimane e può essere ancora strategico, non solo per Rosarno e la Calabria, ma per l’intera Italia». (rrc)

Anghelone (Noi Moderati): Riavviare iter per Fiera Centro Congressi di Aghillà

Saverio Anghelone, consigliere comunale e coordinatore di Reggio di Noi Moderati, ha chiesto di riavviare l’iter per la realizzazione della Fiera Centro Congressi di Arghillà, «perché può concretamente e senza nessun dubbio rappresentare un obiettivo per il futuro del nostro territorio».

L’opera, infatti, era stata progettata dall’archistar Vittorio Gregotti ed era «una delle opere che poteva creare ricchezza per l’intera area della Città metropolitana, oltre a rivalutare la zona di Arghillà, tristemente nota oggi per il suo stato di degrado e abbandono», ha evidenziato Anghelone, ricordando come, tuttavia, «l’iter della grande opera» è stata definanziata dal sindaco di Reggio, Giuseppe Falcomatà, a progetto definitivo già approvato».

«Otre 15 anni fa l’Amministrazione targata Scopelliti – ha proseguito – aveva guardato al futuro pensando di costruire nella zona di Arghillà, una nuova ed imponente infrastruttura che potesse avere più funzioni. Progettata in un punto incantevole, la struttura si sarebbe prestata a diverse finalità grazie alla collocazione in un punto strategico. Principalmente la sua funzione sarebbe stata quella di agevolare l’organizzazione di attività e l’offerta di servizi direttamente collegati ad eventi fieristici tematici e congressuali, con un target ben preciso di imprese e di pubblico».

«Il progetto originale – ha spiegato – prevedeva, su una superficie di 8000 metri quadri, due padiglioni espositivi, una sala stampa, un ristorante, servizi ed un cortile legato alla valorizzazione del verde.   Tutto quindi destinato ad ospitare sia manifestazioni espositive, di livello nazionale, che convegni, avvenimenti artistici e musicali, intercettando quindi un importante segmento di flusso turistico di tutto il Sud Italia».

«Dobbiamo guardare al futuro – ha commentato Anghelone – perché se vogliamo pensare a qualcosa di produttivo ed innovativo per la nostra città, abbiamo la necessità di programmarlo adesso. Era il 2009 quando la celebre archistar Zaha Hadid vinse il concorso internazionale Regium Waterfront indetto dal Comune di Reggio Calabria per realizzare un grande complesso architettonico sul lungomare.  Nel 2024 parliamo ancora semplicemente di inizio dei lavori, sono trascorsi 15 anni. Lo stesso vale per il Ponte dello Stretto che finalmente non sembra più un’illusione. Ecco perché la Nuova Fiera di Arghillà, in un momento in cui molti progetti prendono forma,  va rifinanziata e realizzata».

«È stato sicuramente un errore – ha evidenziato – accantonare questo progetto, che da un parte porta la firma di un architetto di fama internazionale, ormai non più tra noi, e dall’altro la collaborazione di professionisti reggini come l’Ing. Michele Polimeni e l’arch. Gianni Artuso. La nostra collocazione geografica inoltre renderebbe il Centro Congressi appetibile per molte iniziative. In Italia ogni anno ci sono oltre 300mila tra congressi ed eventi business che vedono la partecipazione annua di oltre 21 milioni di persone».

Il consigliere comunale ha sottolineato poi come «in questi giorni sentiamo parlare di quello che simpaticamente possiamo chiamare un “cambio di rotta” sull’Aeroporto di Reggio Calabria.  In futuro il Tito Minniti, potrebbe con l’arrivo di Ryanair e il potenziamento di altre tratte nazionali, arrivare a veicolare un buon numero di passeggeri.  La vera sfida adesso sarà un’altra: rendere la città completa, concentrandosi su servizi, risorse e la loro accessibilità».

«Un territorio – ha concluso Anghelone – che sceglie il turismo deve innanzitutto assicurarsi la sostenibilità delle azioni ed attività che intraprenderà, sia nel breve periodo con l’immediata attrazione di flussi consistenti di turisti e dopo,  nel medio-lungo, la possibilità di sviluppare un insieme di relazioni e risorse finanziarie volte a sostenere in futuro la capacità competitiva del territorio rispetto ad altre aree che si pongano come mete turistiche alternative. La Nuova Fiera di Arghillà è, quindi, indispensabile per il futuro di Reggio e di tutta la città metropolitana». (rrc)

 

Garzaniti (Noi Moderati): In Calabria ci sono giovani ferocemente “meritocratici”

Caterina Garzaniti, giovane avvocato e candidata al Senato della Repubblica (Noi Moderati) nel Collegio Plurinominale Calabria con Noi Moderati, ha evidenziato come in Calabria ci siano «giovani ferocemente meritocratici, che certamente non intendono sopravvivere con il cosiddetto “Reddito di Cittadinanza”, ma piuttosto vogliono essere parte attiva della società, impegnandosi nella formazione e nella ricerca di un lavoro adeguato alle loro competenze e capacità».

«Ragion per cui, investire sulle capacità dei più giovani – ha evidenziato – diventa una priorità dal momento che il livello di istruzione è uno degli aspetti che più contribuisce a determinare la stabilità economica delle persone».

«È, dunque evidente che famiglia, lavoro e scuola – ha ribadito – sono il focus principale del programma di governo di “Noi Moderati”; una proposta politica il cui voto resta il più utile di tutti, anche per affermare il valore del dialogo su questi temi così urgenti».

Garzaniti si dice convinta che all’Italia serva «un Governo che sappia fare delle scelte, anche scelte difficili. Serve avere un governo che sia stabile, che funzioni e dia risposte ai cittadini. E noi siamo, nella coalizione di centrodestra, quella forza di più partiti che si uniscono con una proposta comune e che si assume il compito futuro, nel caso di vittoria, di “garante dei conti e della crescita” attraverso una buona politica fatta di progetti fattibili e amore verso i territori. Ed infatti, non può immaginarsi sviluppo per l’Italia senza sviluppo al Sud».

«La mia campagna elettorale è, ad esempio – ha spiegato – impostata sul tema di un utilizzo del Pnrr inteso come opportunità di crescita, facendo leva su progetti che diano rilievo alla “territorializzazione” delle risorse, impedendo così ai giovani calabresi di lasciare la loro terra di appartenenza. Per ottenere questo risultato, il Pnrr deve dare vita ad interventi infrastrutturali per la rete ferroviaria, viaria, logistica, portuale e aeroportuale; consentire la costruzione di nuovi istituti, nuove palestre e mense scolastiche; realizzare la ristrutturazione e l’innovazione degli edifici esistenti per una scuola che diventi più inclusiva, costellata di next generation labs, ovvero spazi destinati alla formazione delle professioni digitali del futuro, onde risolvere l’annoso problema del collegamento tra scuola e mondo del lavoro, in un’ottica di continuità e collaborazione che rappresenta il vero punto di forza di una politica avveduta e produttiva».

 

Elezioni / Nino Foti, le priorità: lavoro, infrastrutture e giovani

di SANTO STRATI – Reggino doc, Nino Foti, 64 anni, è stato deputato alla XVI legislatura, eletto nel 2008 per il Popolo della Libertà. Come parlamentare è stato membro della IX Commissione Trasporti e Lavoro della Camera. Laureato in Giurisprudenza, è presidente della Fondazione Magna Grecia, un’organizzazione no-profit che promuove lo sviluppo economico del Paese e, soprattutto, delle regioni meridionali.

Il pensiero fisso per Nino Foti è il lavoro. L’ex deputato si ricandida alla Camera nelle liste di Noi moderati – quarto raggruppamento della coalizione di centrodestra – quale capolista in quota proporzionale per Montecitorio in Calabria ed è convinto che solo cona profonda riforma del mondo del lavoro si possano ristabilire i canoni base dello sviluppo. «Il lavoro – secondo Foti – non nasce per decreto legge, lo creano le imprese…». 

– E la Pubblica amministrazione?

«Noi abbiamo molto a cuore il lavoro privato, perché sappiamo bene che è il motore della creazione di un’occupazione sana che contribuisce al Prodotto interno lordo del nostro Paese. Detto questo, lo Stato svolge compiti preziosi e ineliminabili, ma va anche riformato nel profondo. La Pubblica amministrazione per Noi moderati va svecchiata con estrema urgenza, agevolando l’uscita di chi è in età pensionabile e assumendo al più presto decine di migliaia di giovani, tra l’altro decisivi per non affliggere l’attività degli Enti pubblici con quel digital divide di cui soffrono tanti impiegati e funzionari di vecchia data. 

Sburocratizzare, insomma, dev’essere un’autentica “parola d’ordine” per il nuovo Governo di centrodestra; e un’oculata spending review sarà sicuramente d’aiuto. Poi però ci sono anche varie categorie professionali penalizzate ingiustamente, penso ad esempio agli insegnanti. I docenti italiani sono quelli con gli stipendi più bassi d’Europa: noi proponiamo d’aumentare subito la loro retribuzione del 10% per poi riallinearla a quella degli altri Paesi europei».

– Lei proviene da Noi con l’Italia, una delle quattro ‘anime’ di questa lista insieme a Coraggio Italia, Italia al centro e Udc. Maurizio Lupi l’abbiamo spesso sentito molto critico verso i Cinquestelle e il Reddito di cittadinanza…

«Intanto, distinguiamo. Proprio a causa di Giuseppe Conte e del Movimento Cinquestelle è venuto meno il governo Draghi: una ‘mossa’ da incoscienti, da irresponsabili a fronte di sfide epocali che l’Italia ha davanti, dal rapido e proficuo utilizzo delle enormi risorse del Pnrr all’esigenza di farsi valere sui mercati mondiali nonostante la gravissima crisi energetica. Quanto al Reddito di cittadinanza, noi non abbiamo mai chiesto d’abolirlo, ma di rimodularlo completamente. Proprio Lupi ha chiarito che la misura complessivamente costa al nostro Paese 8 miliardi di euro all’anno e che, di questi, 3 miliardi potrebbero continuare a finanziare un “Sostegno” destinato solo a chi non può lavorare o proprio non riesce a trovare un’occupazione».

«Gli altri, però, debbono lavorare, non adagiarsi su una misura assistenzialistica che non fa crescere l’economia del Paese. Va detto con chiarezza che su 3 milioni 450mila percettori circa di questa misura, circa 1 milione 800mila ne hanno effettivamente diritto in relazione a fragilità psicofisiche. 

Ma con gli altri 7 miliardi di euro si potrebbero defiscalizzare tutte le nuove assunzioni, specialmente quelle che coinvolgono le nuove generazioni, creando le condizioni ottimali per le imprese affinché tornino ad assumere gli addetti di cui hanno bisogno. 

I contributi previdenziali figurativi andrebbe a pagarli lo Stato, proprio con questi 7 miliardi. La verità è che i nostri giovani vanno accompagnati al lavoro, non a un sussidio che, una volta terminato, li lascerà in una marginalità da cui sarà davvero difficile uscire».

– Ma non si potrebbero creare migliaia di posti di lavoro con grandi investimenti, realizzando le maxi-infrastrutture di cui nel Mezzogiorno si parla da anni?

«C’è una premessa da fare: il maggior investimento in assoluto è quello nell’ “infrastruttura sociale”, cioè sul capitale umano, sulle competenze, sulla creatività. Quanto alle infrastrutture la priorità, specie qui al Sud, è non farci “scippare” quelle a portata di mano. Faccio un esempio: tutti pensavano che l’Alta velocità ferroviaria, che a nostro avviso deve necessariamente interessare l’intero Mezzogiorno, fosse finanziabile attraverso il Pnrr. 

Ma oggi sappiamo che non è così: è chiaro che la politica deve farsi carico di questo e trovare rapidamente una soluzione. E una soluzione sensata, aggiungo io: non s’è mai vista un’arteria ad “alta velocità” che però è più lunga di quasi 50 km del tracciato ad oggi esistente e costa 2,5 miliardi di euro in più».

«Vogliamo dirne un’altra? Il Ponte sullo Stretto ha generato decenni di discussioni e di polemiche inutili. Una volta al Governo, la coalizione di centrodestra saprà dire “basta” a tutto questo e avviare una volta per tutte la realizzazione di un’infrastruttura cruciale non tanto per collegare la Sicilia alla Calabria, ma per consentire appieno le connessioni previste dall’Ue. Peraltro, i soldi ci sono, incluso l’intervento dei privati nel project financing; così come esiste il progetto esecutivo, ovviamente da integrare alla luce delle nuove evoluzioni tecnologiche. Resta un solo rammarico: aver perso l’occasione di realizzare il Ponte e aver speso le stesse risorse che sarebbero bastate a costruirlo in contenziosi col general contractor Impregilo e altri soggetti».

– A proposito: e il trasporto aereo? Non ci avevano promesso impetuosi sviluppi per gli scali calabresi in questi anni?

«Guardi, dobbiamo misurarci con una realtà completamente diversa. Quest’estate, perfino i turisti arrivati a Reggio Calabria dagli Stati Uniti o dall’Australia non hanno trovato voli e sono stati costretti a bivaccare all’aeroporto di Fiumicino senza che nessuno protestasse davvero. Non è possibile che all’Aeroporto dello Stretto ci sia un solo volo al giorno, peraltro operato da una società pubblica ossia l’Ita, l’ex Alitalia insomma, che proprio in quanto pubblica aveva il dovere d’impegnare pochi milioni di euro per coprire il periodo da maggio a settembre senza lasciare tanti passeggeri in gravi difficoltà, incluse persone malate o piccoli commercianti che non possono permettersi di restare una notte a Roma e per guadagnare mille euro finiscono per spenderne magari 1.200».

– La campagna elettorale è il ‘classico’ momento delle promesse che non sempre dopo il voto si realizzano. Ma famiglie e aziende stanno soffrendo terribilmente già oggi per gli aumenti vertiginosi, dal prezzo del pane a quello dei carburanti, legati agli enormi rincari di gas ed energia elettrica. Cosa si può fare al riguardo?

«Il Paese deve dotarsi di una seria pianificazione energetica che in questi anni purtroppo è mancata. Secondo Noi moderati, il nuovo Governo ovviamente si dovrà far carico di aiuti immediati e molto ingenti, soprattutto verso le imprese letteralmente stremate dalle bollette. Ma dovrà anche cancellare l’insulsa politica del “no a tutto” tipico di un certo ecologismo sinistroide che non ha a cuore né il progresso né il futuro dei nostri giovani e iniziare a dire tanti “sì”. “Sì” innanzitutto alle fonti rinnovabili d’energia, “sì” anche alla ricerca per reintrodurre l’energia nucleare su basi nuove, sicure e affidabili. Soprattutto perché l’Italia, così come gli altri Paesi, non ha altra scelta». (s)

Brugnaro (Coraggio Italia): Occorre finire le grandi opere che si stanno facendo in Calabria

«Oltre ai grandi discorsi, occorre finire le grandi opere che si stanno facendo in Calabria, soprattutto bisogna portare la dorsale informatica che consente di avere la connettività, e garantire ai bambini di oggi di avere un futuro in questa regione». È quanto ha dichiarato Luigi Brugnaro , presidente di Coraggio Italia, all’Agenzia Dire, nel corso del suo tour elettorale a Reggio Calabria.

«È un concetto che vale per tutti a maggior ragione al Sud. La Silicon Valley è stata realizzata in una valle, e voi avete le valli, avete i cervelli, i genitori di oggi devono pensare a un futuro per i prossimi vent’anni, non alla convenienza dell’amico che promette e basta», ha aggiunto il sindaco di Venezia.

Coraggio Italia – ha poi evidenziato il presidente di Coraggio Italia – «si è alleato con gli altri per una sfida nazionale, noi sappiamo che è un inizio, non abbiamo un’ambizione di traguardo, ma pensiamo invece di iniziare un consolidamento e l’abbiamo già fatto presentandoci alle elezioni regionali. Come Coraggio Italia in Calabria abbiamo preso il 5,7%, Lupi ha preso il 4%».

«Sul reddito di cittadinanza – ha spiegato – riteniamo che non debba essere abolito, ma modificato, oggi costa 10 miliardi di euro all’anno. Lasciamo 3 miliardi per sostenere le persone che hanno problemi davvero, che non riescono a lavorare o per le persone che perdono il lavoro senza una loro colpa. I sette miliardi che restano diamoli ai giovani sotto i trent’anni, togliendo tutte le tasse e contributi, in maniera tale che a un lavoratore dipendente sotto i trent’anni, i contributi figurativi li paga lo Stato e gli altri finiscono nelle buste paga». (rrc)

 

Gualtieri (Noi Moderati): Porre al centro la dignità della persona

Oreste Gualtieri, alle elezioni Politiche del prossimo 25 settembre candidato al Senato nel collegio plurinominale della Calabria con “Noi Moderati”, ha ribadito l’importanza di «porre al centro la dignità della persona e la sua credibilità. Il senso del fare, il senso del bene comune».

Gualtieri, crotonese, farmacista, vice Presidente di Federfarma Crotone, membro del consiglio Direttivo dell’Ordine dei Farmacisti di Crotone e coordinatore provinciale per Crotone di “Noi con l’Italia”, ha una idea romantica della politica e annuncia di voler «creare, diffondere e condividere una visione ispiratrice, creare entusiasmo e motivazione attraverso l’arte della comunicazione; trasmettere fiducia e credibilità, una vera e propria “Cultura del Noi”, dove nessuno è migliore dell’altro e dove tutti operano per lo scopo e il bene comune».

Argomentando sullo schieramento con cui è candidato, Gualtieri definisce “Noi Moderati” «una colazione che mette insieme identità, valori, storie diverse che si accomunano rispetto ad una visione, ma dove ognuno porta il proprio contributo, questa è la nostra forza, forza di fare associazione, forza di mediare di spiegare, sono proprio le diversità dei partiti che si trasformano in positività.

Se si vuole assicurare il vantaggio competitivo, si deve rinforzare la catena del valore e per far questo, è necessario prestare la massima attenzione agli uomini, ovvero il fattore umano, sulla capacità di soddisfare i bisogni umani di riconoscimento, vivere in linea con i propri valori, in parole povere a rinforzare l’autostima delle persone.

Penso che la saggezza, l’intuito e l’esperienza di questa nostra coalizione, di questi nostri uomini politici, sta proprio nel mettere insieme modi e visioni opposte dei rispettivi partiti, capire che sono proprio le diversità le vere ricchezze di questa nostra coalizione per ritornare a governare il nostro territorio».

Insistendo sul concetto di “visione comune”, Gualtieri pone l’accento sull’intento di dare vita a «una coalizione che possa fare una politica concreta “del buon senso”, una politica ragionata, di coscienza e di responsabilità, perché chi fa una politica concreta ha il dovere di assumersi la responsabilità, di mediare, di agire e di decidere».

Poi conclude: «A “Noi Moderati” piace coinvolgere gli altri ad intraprendere nuove strade, creare grandi opportunità di crescita, nuove sfide eccitanti proprio come la mia, dunque una vera e propria politica moderna». (rkr)

Falvo (Noi Moderati): Dare pari dignità a famiglie calabresi e al territorio

Il candidato alla Camera di Noi ModeratiEnnio Falvo, ha ribadito la necessità di «dare pari dignità alle famiglie calabresi e al nostro territorio».

«Ho pienamente fiducia –  ha spiegato – nel Presidente Occhiuto, a cui ho segnalato ad esempio  i problemi della circolazione stradale,  quasi inesistente dai  paesi aspromontani e della piana di Gioia Tauro. Bisogna agire tutelando in agricoltura i nostri prodotti, che oggi vengono premiati a livello internazionale per la loro qualità ma che allo stesso tempo non ricevono le stesse attenzioni commerciali. Bisogna aumentare certamente l’offerta di posti letto regionale con una copertura omogenea dell’intero territorio e sollecitare anche il potenziamento dei voli internazionali e di voli nazionali in aeroporti come Reggio Calabria e Crotone».

«Rafforzare il porto di Corigliano – ha rimarcato – per una maggiore commercializzazione e ovviamente valorizzare l’enorme patrimonio naturale dell’intera Calabria. Dobbiamo rappresentare un modo diverso di fare politica, vicino alla gente e tra la gente, fortemente mossi da una formazione cattolica e per un amore verso il popolo e la nostra bellissima terra». (rrm)

In copertina, Gaetano Quagliarello e Falvo

Bevilacqua (Noi Moderati): Vogliamo un’Italia che investa sui giovani

Francesco Bevilacqua, capolista nel proporzionale al Senato di Noi Moderati, ha ribadito come «“Noi Moderati” (la coalizione che raggruppa “Italia al Centro – Toti”, “Noi con l’Italia – Lupi”, Coraggio Italia – Brugnaro” e Udc”) ha puntato su tutto ciò affidandosi all’Italia che funziona, alla buona amministrazione con donne e uomini che hanno già dimostrato capacità e coraggio nella propria vita».

«Ma la battaglia delle battaglie – ha evidenziato Bevilacqua – è la libertà di scelta nell’educazione, e per questo chiediamo autonomia e parità scolastica. Non dimentichiamo anche il difficile momento per tutte le famiglie colpite dai rincari dovuti all’inflazione e al caro-energia. Oggi per l’istruzione dei propri figli una famiglia può detrarre dal proprio reddito solo 800 euro. Come centrodestra chiediamo che si possa arrivare a una detrazione almeno sino a 1600 euro: fare sacrifici per far studiare i propri figli non vuol dire solo investire sul futuro della propria famiglia, ma costruire quello di tutta la società».

Dalla scuola ai giovani il passo è breve: «vogliamo un’Italia sempre che scommetta sul futuro – ha evidenziato – sui progetti, sui sogni delle nuove generazioni – insiste -. Perché ciò si concretizzi è necessario puntare sul contrasto alla dispersione scolastica e al fenomeno dei Neet (Not in education, employment or training), sull’introduzione della formazione capacitante per agevolare l’ingresso nel mondo del lavoro e il raggiungimento dell’indipendenza economica e sul superamento del mismatch di competenze fra domanda e offerta di lavoro investendo sulle materie digitali e legate alla transizione energetica».

Nelle sue idee non manca la sempre attuale questione del divario salariale tra uomini e donne. «Rappresenta ancora un grave problema sia in Italia sia negli altri 26 Paesi dell’Unione europea – l’analisi di Bevilacqua – dove la differenza nella retribuzione è in media del 36,7%. Oltre alle misure di contrasto al gender gap, vogliamo rafforzare la ricerca medica di genere e promuovere la partecipazione femminile alle lauree tecnico –  scientifiche attraverso borse di studio, campagne informative e workshop nelle scuole primarie e secondarie».

E poi il nodo rifiuti. «L’Italia – ha concluso Bevilacqua – paga ogni anno l’assenza di una strategia di riciclo e smaltimento efficiente. Nonostante diverse regioni siano in linea con la media europea, in Italia sono presenti solo 37 termovalorizzatori contro i 96 attivi in Germania e i 126 della Francia. Non sono solo numeri, dobbiamo costruire nuovi termovalorizzatori, parallelamente, debellare il problema delle discariche abusive». (rrm)

REGGIO – Inaugurata a Reggio la sede di Noi Moderati

È stata inaugurata, a Reggio, la sede di Noi moderati, la formazione politica del centrodestra che riunisce diverse importanti realtà centriste e liberali.

Momento anche di discussione tra i dirigenti di “Noi con l’Italia”, “Coraggio Italia”, “Italia al Centro” e “Udc”, per una coalizione che ogni giorno di più conferma di essere oltre la soglia del 3% nazionale prevista dal “Rosatellum”.

«Non una sede ma una casa, un rifugio in un momento in cui la politica spaventa. Moderati e liberali confusi e in cerca di concretezza, a cui possiamo offrire contenuti e competenza», ha detto Serena Anghelone, candidata nel collegio proporzionale calabrese per Noi Moderati che rappresenta la parte moderata e centrista della colazione del centrodestra; moderata solo nei toni ma determinata negli obiettivi che vuole ottenere per il Paese: riforme, cambiamento e modernizzazione.

A fare gli onori di casa il candidato capolista alla Camera dei Deputati Nino Foti: «Abbiamo pensato che non ci potesse essere migliore sede che il Corso Garibaldi per dedicarci all’ascolto di una cittadinanza, che oggi bussa per chiedere semplicemente aiuto. Il caro vita degli ultimi mesi ha messo in ginocchio famiglie di lavoratori, che in passato mai avrebbero pensato di non arrivare a fine mese. Serve una politica energetica, ma serve soprattutto una svolta».

Foti conclude: «Siamo ampiamente sopra la soglia del 3%. ma non ci fermiamo. L’obiettivo è di contribuire più possibile alla causa del centro destra». (rrc)