Al via Oikos Calabria, il progetto formazione migranti vulnerabili

È iniziata la fase attuativa di Oikos, uno schema di convenzione per l’attivazione di percorsi formativi destinati ai migranti vulnerabili, e ad altre categorie di cittadini stranieri, in condizione di vulnerabilità con permessi di soggiorno.

Si tratta di un progetto che la Regione Calabria e gli Enti Bilaterali del settore edile insieme, che è stato deliberato dalla Giunta del presidente Occhiuto nello scorso mese di aprile, anche a seguito della triste vicenda del naufragio dei migranti, avvenuto a Cutro, che ha sconvolto l’intera Nazione.

«Abbiamo avviato un percorso, condiviso con Ance e sindacati del settore, che mira – ha spiegato l’assessore regionale al lavoro e formazione professionale Giovanni Calabrese – al concreto inserimento socio lavorativo dei migranti, rispondendo anche alla preoccupazione del settore circa la carenza di manodopera».

«Ringrazio il dipartimento per il lavoro svolto, che ha consentito di avviare questa nuova fase. Con la firma della convenzione – ha rimarcato Calabrese – e l’elaborazione dell’attività progettuale che individua anche le figure professionali, si sta, infatti, concretizzando l’obiettivo della Regione che punta a favorire la convivenza dei cittadini italiani e stranieri ed offre opportunità lavorative».

Oikos rappresenta un metodo innovativo e sperimentale di inclusione socio lavorativa per migranti, che mira ad opportunità concrete di lavoro nel settore dell’edilizia da realizzarsi per il tramite dell’attività degli enti bilaterali calabresi operanti nel settore edilizio.

La fase operativa vedrà la Regione affidare, tramite sottoscrizione di apposita Convenzione, percorsi che prevedono lo svolgimento di attività formativa sia teorica che tramite esperienza professionalizzante presso le imprese calabresi del settore edilizia. (rcz)

REGGIO: AL MUSEO LA CASA “OIKOS” NELLA MAGNA GRECIA

10 agosto – Sarà inaugurata questo pomeriggio al Museo Archeologico di Reggio alle 17.30 la bella mostra “Oikos. La casa in Magna Grecia e Sicilia”, curata dal direttore Carmelo Malacrino e dall’archeologo Maurizio Cannatà.Tra le attività di valorizzazione del MArRC, questa esposizione rappresenta il principale evento culturale della stagione.
Tra gli oltre 100 preziosi reperti in mostra, spicca il Mosaico del drago di Kaulon in prestito da Monasterace. Accanto a reperti della collezione del MArRC ci sono numerosi altri prestiti dei Musei Archeologici Nazionali di Napoli e di Taranto, dal Museo Archeologico Regionale “Paolo Orsi” di Siracusa, dai Parchi Archeologici di Paestum e dei Campi Flegrei e dal Museo Archeologico dell’Antica Kaulon, afferente al Polo Museale della Calabria. In un percorso suggestivo viene così illustrato il tema della casa e dell’abitare nel mondo magnogreco e siciliota.
«Sarà un affascinante viaggio nel tempo attraversando la casa greca, per conoscerne la distribuzione degli spazi, gli arredi, gli oggetti d’uso quotidiano comune, ma anche i suoi protagonisti, accolti dal benvenuto dei padroni di casa, con le donne affacciate alla finestra avvolte nei loro himatia», dichiara il direttore Carmelo Malacrino. «L’allestimento è stato concepito con il supporto degli strumenti multimediali per presentare concretamente quale fosse il modo di vivere e di abitare in Magna Grecia». Il filo conduttore è l’oikos, termine che «per i Greci era la casa intesa come spazio fisico di vita dei suoi abitanti e, al tempo stesso, la famiglia con i suoi beni», continua Malacrino. «Attraverso la scelta espositiva dell’allestimento delle vetrine, i pannelli didattici, le ricostruzioni grafiche e digitali architettoniche e i video in 3d di descrizione di momenti di vita quotidiana, abbiamo voluto ricreare le forme dell’abitare nel mondo greco antico».
«La casa è per i Greci antichi l’espressione dell’identità della comunità dei suoi abitanti e si evolve nel tempo a seconda di come cambia la società», afferma Maurizio Cannatà. «Nella lingua greca non esiste un termine equivalente al latino familia. Esiste un unico termine, oikos. E ciò significa che rispetto ai legami di sangue prevale l’appartenenza al gruppo familiare, cellula base della società». Se nel corso dei secoli, nel mondo greco antico in Calabria e in Sicilia, si modifica l’organizzazione strutturale degli spazi della casa – spiega l’archeologo – non cambia la funzione degli ambienti rispetto ai ruoli all’interno della famiglia. «L’uomo, cittadino, politico, atleta e guerriero, vive nell’andron i momenti conviviali, delle relazioni esterne, nel simposio. La donna sovrintende ai lavori domestici e ha nel gineceo il suo regno indiscusso». (rrc)