Martedì i sindaci del Reggino sottoscriveranno il ‘Patto di Limbadi’

Martedì 28 luglio, alle 11, a Palazzo Corrado Alvaro, il sindaco di Reggio, Giuseppe Falcomatà, e altri sindaci del Reggino, sottoscriveranno il Patto di Limbadi, un documento che «intende offrire alle Amministrazioni locali rappresentate dai loro rispettivi sindaci un’opportunità di riflessione e di impegno per un aiuto concreto alle imprese che hanno deciso di denunciare il triste fenomeno del racket e dell’usura».

Un’iniziativa nata dall’Associazione di volontariato San Benedetto Abate e  l’Università della Ricerca della Memoria e dell’Impegno, dedicata a “Rossella Casini”, che ha visto la firma di don Luigi Ciotti, presidente nazionale di LiberaNicola Morra, presidente della Commissione Parlamentare Antimafia.

Il Patto di Limbadi, dunque, è un documento «composto da 14 punti intende essere innanzitutto un simbolo di riferimento al comune dell’entroterra vibonese» ed «è frutto di ricerca e di ascolto delle necessità di coloro che hanno denunciato il malaffare e sovente, anche a causa di lungaggini burocratiche, si trovano a dover affrontare diverse difficoltà oltre che economiche, anche ambientali e sociali».

«Non possiamo più permettere che i testimoni di giustizia – concludono gli esponenti di Libera – sperimentino, oltre alla burocrazia, anche il dramma della solitudine. Il “Patto di Limbadi” sarà solo l’inizio di un percorso che intendiamo porre in essere assieme alle varie realtà Associative coinvolte ed i sindaci. Periodicamente, almeno una volta all’anno, ci confronteremo e condivideremo le buone prassi amministrative onde verificare l’effettiva applicazione del Patto».

La firma di martedì, da parte dei sindaci del Reggino, «sarà un ulteriore occasione di diffusione del Patto – si legge in una nota – e di coinvolgimento dei sindaci. È nostra intenzione cercare di raggiungere tutte le Amministrazioni comunali in quella che riteniamo una battaglia di civiltà, di democrazia e di vicinanza alle imprese che denunciano e per fronteggiare con atti concreti, con fondamentale aiuto dei sindaci, il triste fenomeno della ‘Ndrangheta». (rvv)

CORTALE (CZ) – Il Comune ha sottoscritto il ‘Patto di Limbadi’

Il Comune di Cortale, guidato dal sindaco Francesco Scalfaro, nei giorni scorsi ha sottoscritto il Patto di Limbadi, un documento in 14 punti che vuole essere per le amministrazioni un’opportunità di riflessione e di impegno per un aiuto concreto alle imprese che hanno deciso di denunciare il triste fenomeno del racket e dell’usura.

Il “Patto di Limbadi” vuole essere un simbolo di riferimento al comune dell’entroterra vibonese dove, su alcuni beni confiscati al clan Mancuso, è sorta per iniziativa dell’Associazione di volontariato San Benedetto Abate, con sede in Cetraro, l’Università della Ricerca della Memoria e dell’Impegno, dedicata a “Rossella Casini”, la giovane studentessa fiorentina barbaramente uccisa dalla ‘ndrangheta quarant’anni fa.

«La nostra amministrazione si è già costituita parte civile nel processo “Imponimento”, ha fatto proprie direttive per la trasparenza e la prevenzione della corruzione – ha affermato la vice sindaca Lina Leuci –. Ha sempre sostenuto le battaglie di Libera per la giustizia e la legalità, contro tutte le organizzazioni mafiose e ‘ndranghetiste. Il Patto di Limbadi è stata un’importante occasione per ribadire e mettere in sinergia le positive pratiche delle amministrazioni locali nonché momento di riflessione sulla condizione regionale, caratterizzata da molteplici  fenomeni di arretratezza che la pongono sempre all’ultimo posto per qualità della vita e, ai primi posti, invece, per la corruzione, lo scioglimento delle amministrazioni, il dissesto finanziario di molti enti locali».

«La presenza di Don Luigi Ciotti e di Libera – ha concluso – rappresentano una speranza per la Calabria e per tutti i cittadini e le cittadine che vogliono impegnarsi affinché i principi della nostra Carta costituzionale vengano pienamente affermati e vissuti a partire dai Comuni che sono il primo presidio di democrazia».

Con la sottoscrizione del documento, l’amministrazione si impegna fra le altre cose a inserire nei propri programmi politici gli obiettivi del Patto; a costituirsi parte civile nei processi di ‘ndrangheta e, in particolare, in quelli che vedono imputati soggetti dediti all’usura e al racket; a semplificare le procedure di accesso alle white list già previste dalle normative vigenti per gli imprenditori che denunciano reati di mafia; a esonerare dal pagamento dei tributi locali chi rinuncia a ospitare le slot nei propri esercizi commerciali; a inserire nelle gare ad Avviso pubblico rivolte ad attività imprenditoriali e commerciali un aumento di punteggio a favore di quanti hanno denunciato alle autorità giudiziarie attività estorsive ed usuraie, oltre a esonerare dal pagamento dei tributi locali per un massimo di cinque anni, a partire dalla data della denuncia, imprenditori e operatori che hanno avviato azioni giudiziarie volte a liberarsi dal giogo dell’usura e dell’estorsione, realizzare campagne di sensibilizzazione e informazione sui propri territori coinvolgendo associazioni di categoria e altre iniziative di promozione del Patto e degli obiettivi che si prefigge. (rcz)

Lotta al racket e all’usura, verso la firma del ‘Patto di Limbadi’

Martedì 13 luglio, a Limbadi, alle 17, nella sede UniRiMI “Rossella Casini”, Casa 21 marzo, sarà firmato il Patto di Limbadi da una nutrita rappresentanza di sindaci calabresi, alla Presenza di don Luigi Ciotti, presidente nazionale Libera, e del Presidente della Commissione Parlamentare antimafia, Nicola Morra.

Introduce Ennio Stamile, referente Libera Calabria. Intervengono Marcello Gozzi, presidente Fondazione Interesse Uomo, Nicola Morra, presidente Commissione Parlamentare Antimafia. Modera Nicola Fiorita, comitato scientifico UniRiMi.

Il documento, composto da 14 punti intende essere, innanzitutto, un simbolo di riferimento al comune dell’entroterra vibonese dove, su alcuni beni confiscati al clan Mancuso, è sorta per iniziativa dell’Associazione di volontariato San Benedetto Abate, con sede in Cetraro, l’Università della Ricerca della Memoria e dell’Impegno, dedicata a “Rossella Casini”, la giovane studentessa fiorentina barbaramente uccisa dalla ‘‘ndrangheta quarant’anni orsono.

Intende offrire, altresì, alle Amministrazioni locali rappresentate dai loro rispettivi Sindaci, un’opportunità di riflessione e di impegno per un aiuto concreto alle imprese che hanno deciso di denunciare il triste fenomeno del racket e dell’usura che, stante anche al periodo di pandemia che stiamo attraversando, sono in continua e preoccupante crescita.

Il documento è frutto di ricerca e di ascolto delle necessità di coloro che hanno denunciato il malaffare e sovente, anche a causa di lungaggini burocratiche, si trovano a dover affrontare diverse difficoltà oltre che economiche, anche ambientali e sociali. Non possiamo più permettere che i testimoni di giustizia sperimentino, oltre alla burocrazia,  anche il dramma della solitudine.

Il “Patto di Limbadi” sarà solo l’inizio di un percorso che intendiamo porre in essere  assieme alle varie realtà Associative coinvolte ed i sindaci. Periodicamente, almeno una volta all’anno, ci confronteremo e condivideremo le buone prassi amministrative onde verificare l’effettiva applicazione del Patto. (rvv)

 

LAMEZIA – L’8 luglio la presentazione dell’evento “Patto di Limbadi”

Giovedì 8 luglio, a Lamezia Terme, alle 16.45, nella sede dello SpiCgil, è in programma la presentazione dell’evento Patto di Limbadi, in programma il 13 luglio a Limbadi.

Intervengono alla conferenza Michele AlbaneseNicola Fioritadon Marcello CozziConni AietaDon Emilio Stamile.

L’evento è stato organizzato da Università della Ricerca, della Memoria e dell’Impegno “Rossella Casini”, dall’Associazione San Benedetto AbateLibera, e prevede la partecipazione di una rappresentanza di sindaci calabresi per la firma del patto, che vuole essere un simbolo ci riferimento al Comune di Limbadi dove, su alcuni beni confiscati al clan Mancuso, è una per iniziativa dell’Associazione San Benedetto Abate, UniRiMi.

Il documento, inoltre, vuole offrire un’opportunità di riflessione e di impregno concreto per un effettivo aiuto alle imprese, che hanno deciso di denunciare il triste fenomeno del racket e dell’usura che, stante anche al pericolo di pandemia, sono in continua e preoccupante crescita.

All’evento del 13 luglio, saranno presenti, oltre al Comitato Scientifico di UniRiMi, il ministro per il Sud, Mara Carfagna, il presidente di Libera, don Luigi Ciotti e una rappresentanza di imprenditori calabresi. (rcz)