Bevacqua (PD): Inaccettabile che al Festival delle Regioni non siano stati invitati i consiglieri regionali

Il consigliere regionale e capogruppo del Pd, Mimmo Bevacqua, ha definito «inaccettabile che al Festival delle Regioni di Torino non siano stati invitati i consiglieri regionali delle Assemblee italiane».

«Cinque tavoli di lavoro si confronteranno su questioni cruciali: lo sviluppo sostenibile, la tutela del territorio, il sostegno alle persone, l’attrazione dei talenti e l’internazionalizzazione delle imprese – ha aggiunto –. Faranno parte dei tavoli i ministri, i governatori e i rappresentanti del mondo pubblico e privato, ma nessuna rappresentanza degli organi legislativi regionali».

«Pur sapendo che la rappresentanza dela Regione spetta al governatore – ha proseguito – questo è l’ennesimo atto che mortifica il ruolo delle massime Assemblee legislative dei territori, quasi che le Regioni siano rappresentate esclusivamente dai Presidenti, azzerando il ruolo di tutti gli altri soggetti che hanno raccolto il consenso dei cittadini e che sono direttamente deputati a portare avanti le legittime istanze dei territori».

«E, in tutto questo, non sappiamo cosa abbiano messo in campo i presidenti dei consigli regionali – ha spiegato – nel rivendicare le prerogative e le funzioni fondamentali che la rappresentanza istituzionale  assegna ai consessi che essi sono stati chiamati a guidare. Lo stiamo dicendo in più occasioni: lo squilibrio che si è venuto a creare tra il potere esecutivo e quello legislativo mette a rischio i cardini basilari e fondanti di una sana democrazia».

«Non è più ulteriormente accettabile e, dopo oltre 50 anni di regionalismo – ha detto ancora – si tratta di un tema che va affrontato in maniera seria e nelle sedi opportune. Domani presenterò una mozione che mi auguro venga condivisa da tutto il Consiglio regionale della Calabria,  nella quale il gruppo PD, esprimendo preoccupazione e delusione per tale approccio personalistico e accentratore, inviterà il presidente dell’Assemblea a farsi carico della difesa effettiva delle prerogative dell’organo legislativo».

Alle dichiarazioni di Bevacqua ha risposto il presidente del Consiglio regionale, Filippo Mancuso, sottolinenando come «il ‘Festival delle Regioni’ di Torino (cui prende parte anche il presidente Mattarella) non arreca, come paventa il capogruppo del Pd Bevacqua, alcun vulnus alle prerogative dei consiglieri regionali, garantite dalla Costituzione e dagli Statuti regionali».

«Il ‘Festival delle Regioni’ (dedicato alle infrastrutture) è organizzato dalla ‘Conferenza delle Regioni’, che – com’è noto – è espressione dei Presidenti e degli Esecutivi regionali – ha concluso – e i suoi contenuti sono stati annunciati dal presidente della ‘Conferenza delle Regioni’, Massimiliano Fedriga, il 2 settembre a Roma nel corso di una conferenza stampa». (rcz)

Pd Calabria: Serve accordo tra Corap e Autorità di Sistema per evitare che si perdano 10 mln del Pnrr

Il consigliere regionale del Pd, Mimmo Bevacqua, ha ribadito la necessità di trovare un accordo tra Corap e Autorità di Sistema Portuale per evitare che si perdano i 10 mln del Pnrr. Per questo ha rivolto un appello al presidente della Regione, Roberto Occhiuto, affinché «attivi tutti gli strumenti necessari per risolvere la controversia».

«Il porto di Gioia Tauro non può permettersi di perdere dieci milioni di euro del Pnrr e la Calabria non può assistere a una battaglia legale priva di senso tra l’Autorità di sistema portuale e il Corap sulla destinazione di aree che, peraltro, hanno già una chiara funzione di sviluppo per le attività portuali», ha detto Bevacqua, condividendo l’appello lanciato dal presidente dell’Autorità Portuale di Gioia Tauro, Andrea Agostinelli, «sulla necessità di fare chiarezza in ordine alla destinazione delle aree ex Enel (circa 97.68.53 ettari). Si tratta di un’area oggetto, da anni, di una tormentata disputa giudiziaria tra l’Autorità e il Corap che, in seguito all’ultima sentenza della Corte d’Appello, è stato riconosciuto proprietario».

«Una pronuncia cha ha un sapore squisitamente formale – ha proseguito – tanto da poter considerate il Corap un mero intestatario, così come emerge anche dal parere dell’ all’Avvocatura Distrettuale dello Stato di Reggio Calabria che pure Agostinelli ha richiamato. In ogni caso, sarebbe indispensabile evitare ulteriori scontri nelle aule di Tribunale tra Autorità e Enti che dovrebbero remare in una medesima direzione e cioè l’interesse superiore della collettività calabrese che non può certo permettersi di vedere sfumare risorse fondamentali».

«I dieci milioni del Pnrr costituiscono ossigeno indispensabile – ha concluso – per lo sviluppo del porto di Gioia Tauro e occorre al più presto una mediazione per trovare, in tempi rapidissimi, la migliore soluzione per tutti». (rrc)

Morti bianche, il Pd calabrese chiede al Governo interventi tempestivi

«La sicurezza nei luoghi di lavoro sia una priorità del governo Meloni, che ha il dovere di intervenire nell’immediato con nuove norme e apposite risorse». È quanto ha chiesto il Partito Democratico della Calabria, sottolineando come anche «l’esecutivo deve fare al più presto la sua parte, al fine di evitare che ci siano altre morti bianche e di tutelare le famiglie calabresi, già molto colpite da inaccettabili tragedie sul lavoro e, in parallelo, dall’aumento del costo della vita, dalla precarietà esistenziale e dalla nuova, continua emigrazione».

«Non è più possibile – avvertono i dem calabresi – ignorare o sottovalutare il problema delle condizioni di sicurezza nei luoghi di lavoro e non assumersi la responsabilità di affrontarlo in maniera tempestiva ed adeguata. Il lavoro è il fondamento costituzionale della Repubblica italiana. Allora continueremo – concludono – a dare battaglia nelle piazze e nelle sedi istituzionali, a partire dal Parlamento, per scuotere la coscienza del governo nazionale e spingerlo ad agire». (rcz)

Il Pd Calabria: Maggiori investimenti per la sanità

A Cosenza cinque Regioni si sono confrontati sul sistema sanitario all’iniziativa del Pd in Consiglio regionale. Quello che è emerso è un appello unanime al Governo, ossia che servono «maggiori investimenti per la sanità pubblica».

Un vero e proprio incontro di lavoro (“Il partito democratico e i gruppi regionali a difesa della sanità pubblica”) che è stato molto apprezzato per sostanza e forma. Con Mimmo Bevacqua al tavolo dei relatori il capogruppo Pd in commissione sanità della Regione Lombardia, Carlo Borghetti e Micaela Fanelli, consigliere regionale del Pd Molise. Collegati da remoto Roberto Arboscello, consigliere regionale del Pd Liguria e Daniele Leodori, consigliere regionale del Pd del Lazio e vicepresidente del consiglio regionale.

Presente in blocco anche il gruppo consiliare regionale del Pd con Amalia Bruni relatrice e in sala Iacucci, Alecci e Mammoliti. Presente anche il segretario regionale e senatore del Pd Nicola Irto, che ha illustrato il piano di battaglia nazionale che il partito ha intenzione di seguire per difendere la sanità pubblica. 

Al dibattito hanno preso parte, in maniera vivace e con spunti interessanti, i sindaci del territorio, a partire da quello di Cosenza Franz Caruso, e poi gli amministratori, le segreterie delle federazioni provinciali dei sindacati, le associazioni di categoria e gli ordini professionali di settore. 

Veri e propri “stati generali” attorno alla difesa della sanità pubblica che chiedono a gran voce maggiori investimenti. Il governo nazionale deve riportare gli investimenti in sanità al 7,5% del Pil, così come accaduto in pandemia. Allontanandosi dal “misero” 6,2% attuale, tendente al ribasso. Mancherebbero 50 miliardi per avvicinare la sanità pubblica italiana a quella tedesca, il Pd ne chiede almeno 4 al governo, ma non è per niente facile spuntarla con questo centrodestra.

Il ruolo egemone del privato, la migrazione sanitaria, i tetti di spesa per il personale datati 2003, sono stati gli altri temi sensibili affrontati con un’attenzione particolare alle gravissime debolezze del sistema sanitario calabrese, tra bilanci scritti e approvati sulla sabbia e medici cubani in corsia nei nostri ospedali e i camici calabresi costretti, invece, ad emigrare.

«Non c’è niente da fare – ha detto Bevacqua –. Quella per la difesa della sanità pubblica è la prima battaglia del Pd in tutto il Paese. Il nostro gruppo regionale, coeso e determinato, non darà tregua su questo al commissario Occhiuto così come fatto fin qui, attraverso la nostra attività in Aula e in Commissione. La sanità è di tutti, senza distinzione di partito. La sanità è della gente e il Pd si batterà per renderla a portata di ogni cittadino, a prescindere dal suo reddito o dal territorio in cui è nato o si trova a vivere e lavorare».

«Questa problematica della sanità che si risolve ci dice solo una cosa: è lo strumento del commissariamento ad essere assolutamente sbagliato, andrebbe rivisitato», ha detto Amalia Bruni al Corriere della Calabria, suggerendo una «riorganizzazione e rimodulazione di un assetto legislativo che possa essere realmente di aiuto», perché le regioni «che hanno un commissariamento sono mandate a morte, così come è accaduto per la nostra».

«Non bastano i passaggi di carte – ha ribadito – ci vorrebbe un’assistenza molto più seria e molto più forte. Le scelte fatte dal governatore, mi riferisco in particolare ovviamente alla vicenda dei cubani, non le condividiamo. Servivano concorsi a tempo indeterminato, potevano essere banditi e in maniera cospicua. Sono stati assolutamente pochi e comunque con tempi non agibili. Questo significa ovviamente un ampliamento della rete formativa da parte delle Università».

Irto, sempre intervistato dal Corriere della Calabria, condanna «gli slogan» del presidente della Regione, Roberto Occhiuto, sottolineando come non ci sia stato «nessun passo in avanti, mentre i nostri reparti chiudono, mentre continua la migrazione sanitaria, e non c’è una risposta in termini veri di efficienza da parte della sanità calabrese. Ogni giorno ci viene raccontata una tragedia, qualcosa non funziona».

«È sotto gli occhi di tutti – ha detto – che il territorio è al collasso, il territorio non fa assistenza domiciliare, non c’è un filtro verso gli ospedali, è tutto collegato sugli hub e sugli spoke di questa regione. Abbiamo chiesto di destinare delle risorse ed aumentare le borse degli specializzandi dell’Università di medicina, abbiamo anche chiesto – nelle ultime due finanziarie – un aumento dei posti di specializzazione medica. Abbiamo un problema di personale medico? E allora aumentiamo i posti».

«Giochiamo ancora con il bluff dei medici cubani, che non rappresentano una soluzione strutturale», ha concluso. (rcs)

lnfrastrutture, il Pd Calabria: Calabria di nuovo penalizzata come l’intero Sud

Il Pd Calabria ha evidenziato quanto sia «grave» la decisione, da parte del ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, di togliere 2,5 miliardi di euro «per le infrastrutture del Sud e dirottato questi fondi in favore di quelle settentrionali, confermando di voler spaccare il Paese e di scippare al Mezzogiorno le risorse per le opere necessarie, per esempio a velocizzare la linea ferroviaria Lamezia Terme-Catanzaro e la Sibari-Porto Salvo in Calabria».

Per i dem «si tratta dell’ennesima riprova di quanto la Lega, che condiziona il governo Meloni, sia pericolosa per l’unità nazionale e per il futuro del Sud. Proprio di recente, il Carroccio aveva spinto a ridurre all’osso le somme del Pnrr già destinate alle regioni meridionali e accelerato sul progetto dell’autonomia differenziata, che, in spregio ai fondamenti della Costituzione, mira ad impoverire il Mezzogiorno per arricchire il Nord».

«In Parlamento e nelle piazze continueremo a combattere contro queste manovre dei ministri leghisti, avallate dalla rassegnazione delle altre forze di governo e dal silenzio imbarazzante delle varie rappresentanze del centrodestra, che – conclude il comunicato dei dem calabresi – seguitano a negare o a nascondere i fatti accaduti e le esigenze dei cittadini e territori meridionali, in particolare della Calabria». (rcz)

Il PD Calabria interroga Occhiuto per la paventata chiusura della Jonio-Tirreno

Il Pd Calabria ha presentato una interrogazione, a risposta scritta, al presidente della Regione, Roberto Occhiuto, per sapere come la Giunta regionale intende affrontare e gestire la paventata chiusura della Jonio-Tirreno, la strada di collegamento tra le due relative coste del territorio provinciale di Reggio Calabria, comprendente 42 Comuni.

L’iniziativa del gruppo dem arriva dopo settimane di assiduo confronto con gli amministratori del territorio e dopo l’ultima iniziativa pubblica organizzata dal Pd regionale, alla presenza di Marco Simiani e Nicola Irto, che ha avuto luogo a Cittanova.

In particolare i consiglieri dem con l’interrogazione depositata a palazzo Campanella, primo firmatario il capogruppo Mimmo Bevacqua, chiedono al presidente Occhiuto «quali iniziative intende intraprendere verso il Governo nazionale per richiamare la necessaria attenzione e sollecitare le adeguate risposte e nei confronti di Anas al fine di far conoscere agli amministratori locali e ai cittadini gli interventi da realizzare e al fine di garantire la certezza dei tempi di chiusura dell’arteria; se si è attivato per programmare valide e sicure alternative al percorso inibito; se sono previsti interventi di messa in sicurezza e riqualificazione della SP 5 Limina-Mammola e della SP 1 Cittanova-Locri».

Infine, qualora la chiusura fosse indispensabile, il gruppo del Pd chiede al governo regionale  «se intende prendere in considerazione la possibilità di riconoscere ristori economici agli operatori economici che, irrimediabilmente, subiranno contraccolpi negativi dalla chiusura della strada». (rrc)

Riforma Consorzi, il Pd: Un provvedimento sbagliato nel merito e nel metodo

Il gruppo del Pd in Consiglio regionale ha votato no alla riforma dei Consorzi di bonifica imposta da Roberto Occhiuto, sottolineando come si tratta di «un provvedimento sbagliato nel merito e nel metodo che svilisce il ruolo del Consiglio regionale».

«Con questa scelta – ha spiegato il capogruppo Mimmo Bevacqua, nel corso del suo intervento a nome dei consiglieri dem – ha determinato  suo de profundis del ruolo del Consiglio. Porre la fiducia su una materia come quella dei consorzi che difficilmente potrebbe essere inquadrata tra le materie di interesse diffuso per la collettività, vuol dire far diventare il meccanismo una regola da utilizzare per qualsiasi materia e non un istituto straordinario ed eccezionale».

«È questo l’aspetto più grave e sconcertante della giornata odierna – ha spiegato – silenziare il dissenso, cancellare il dibattito significa piegare l’istituzione democratica al volere dell’uomo solo al comando. E in tale contesto, al di là della sua irricevibilità nella forma, la proposta di riforma sui Consorzi presenta dubbi, perplessità e criticità nel merito. È nel merito che, da settimane, si è aperto un dibattito con posizioni chiare e nette. Anche noi diciamo basta a Consorzi mal gestiti, ma da 4 anni chi c’è alla guida del governo di questo settore? Cosa è stato fatto in termini di programmazione e controllo per dare risposte a chi chiedeva supporto e sostegno?».

Il capogruppo ha poi ricordato la proposta di riforma presentata dal Pd durante le scorse settimane che neanche è stata esaminata in Commissione come pure il regolamento prevede.

«Avevamo provato – ha ricordato Bevacqua – a coinvolgere i sindacati e i rappresentanti degli stessi Consorzi per arrivare ad una riforma, necessaria e urgente, ma in modo condiviso e ascoltando opinione e proposte di tutti gli attori coinvolti. Il governatore, invece, ha voluto proseguire a colpi di accetta. E la domanda che tanti di noi si stanno ponendo in questi giorni è: qual è il reale  motivo per il quale si decide di tagliare e impedire ogni discussione su una riforma che impatta fortemente sul mondo agricolo? Di certo si tratta di un segnale di estrema debolezza politica».

«Il testo del disegno di legge predisposto e imposto dal Presidente Occhiuto, proprio per la modalità con il quale è stato predisposto è zeppo di errori evidenti che si sarebbero potuti evitare. Ad esempio la legge non contiene alcun richiamo alla intesa Stato-Regioni del 18 settembre 2008  che definisce i criteri per il riordino dei consorzi di bonifica;  né fa alcun riferimento ai comprensori su territori definiti sulla base di unità idrografiche ed idrauliche omogenee sia per la difesa del suolo sia per la gestione delle acque. Così come è chiaro che l’estensione all’intero territorio regionale, non favorirebbe una vera partecipazione dei Consorziati né alla gestione del Consorzio, che diventerebbe un Ente ancor più lontano dagli agricoltori, né alla programmazione del territorio». 

«Anche noi – ha detto ancora Bevacqua – eravamo e siamo convinti della necessità di una riforma strutturale e organica per il settore. Lungi da noi, infatti, difendere o garantire sacche di parassitismo o cattive gestioni. Sappiamo bene la situazione in cui versano, in particolar modo, alcuni Consorzi. Abbiamo partecipato, in questi mesi, ad iniziative pubbliche, a scioperi come quello dei lavoratori dell’ente di Trebisacce e conosciamo bene i problemi legati agli stipendi, al tfr, al pagamento dei fornitori. Riteniamo, però, che per una più efficace razionalizzazione strutturale si debba seguire proprio lo schema dell’Intesa Stato-Regioni già citata del 2008».

«E siamo partiti da questa premessa – ha continuato – per elaborare la nostra proposta di legge. Avevamo proposto di arrivare a fusione degli attuali comprensori in numero non superiore a 5 e su ogni comprensorio istituire un Consorzio, questo avrebbe richiesto il buon senso e la ragionevolezza per immaginare un’organizzazione territoriale diversa».

«L’articolazione territoriale dei Consorzi – ha concluso – era frutto di studi e attenzione ai territori e non di improvvisazione ed approssimazione, come emerge da questa proposta di legge che, ne siamo sicuri, presto dovrà essere modificata». (rrc)

Bevacqua (PD): Regione faccia chiarezza su sparizione della locomotiva a vapore di Carlopoli

Il capogruppo del Pd in Consiglio regionale, Domenico Bevacqua, ha chiesto alla Regione di fare chiarezza in merito alla sparizione della «storica locomotiva a vapore che è stata trasferita verso ignota destinazione senza che nessuno sapesse niente. Un autentico paradosso considerato che si stratta di un bene vincolato dalla Soprintendenza Archeologica».

«L’Associazione Ferrovie in Calabria ha segnalato quanto avvenuto al Ministero della Cultura che ha risposto di non avere nessuna informazione in ordine allo storico locomotore. Il ministero ha poi invitato il governo regionale ad agire celermente per verificare dove si trova la locomotiva e mettere in atto tutte le iniziative necessarie per la tutela di un bene divenuto, a tutti gli effetti, facente parte del patrimonio culturale collettivo del Comune di Carlopoli. A tali richieste – ha detto ancora Bevacqua – ci associamo pienamente ricordando che proprio l’Amministrazione comunale di Carlopoli, nel 2018, aveva inoltrato apposita richiesta per avere in affidamento la locomotiva alla società Ferrovie della Calabria senza avere alcuna risposta in merito».

«L’occasione sarebbe utile a questo punto per fare immediata luce su quanto avvenuto – ha concluso Bevacqua – e procedere all’affidamento del locomotore al Comune di Carlopoli che ne farebbe un attrattore turistico e culturale». (rcz)

Il Pd Calabria: Da oggi riapre la Sila-Mare per Longobucco

Da Mezzogiorno riapre «la strada statale 177 Sila-Mare” per Longobucco, nel tratto iniziale interrotto a causa del crollo, avvenuto più avanti, della campata centrale del viadotto Ortiano 2». È quanto ha annunciato il Pd Calabria, in cui ricorda, in proposito, l’impegno decisivo dei parlamentari dem Marco Simiani e Nicola Irto, segretario del partito calabrese, che nei mesi scorsi avevano coinvolto al riguardo l’ingegnere Francesco Caporaso, responsabile Anas per la Calabria, e a parte interrogato il ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, Matteo Salvini, per quanto di competenza impegnandolo al fine di normalizzare la «viabilità sulla Statale 177», accertare le cause del crollo del viadotto Ortiano 2 e definire insieme alla stessa Anas il cronoprogramma, con i relativi finanziamenti, di tutti gli interventi necessari a garantire la sicurezza della circolazione sulla Statale “Sila-Mare”».

«La nostra regione, le sue coste ed aree interne – sottolineano i dem calabresi nel loro comunicato – non possono essere trascurate, abbandonate e dimenticate. Con i nostri parlamentari e con i nostri consiglieri regionali, guidati dal capogruppo Domenico Bevacqua, continueremo ad esercitare forti pressioni sul governo in carica, che deve rimettere al centro dell’attenzione il Sud e dunque la Calabria. L’Italia è una e non può essere divisa con l’autonomia differenziata o con altri progetti discriminatori». (rcs)

Questione di fiducia sui Consorzi, il gruppo del Pd: Ennesimo atto che svilisce Consiglio regionale

Il gruppo del Pd in Consiglio regionale ha evidenziato come «in oltre cinquant’anni di regionalismo, il funzionamento della massima Assemblea legislativa calabrese non era stato mai mortificato in un modo così riprovevole e costretto a piegarsi alla prepotenza di un uomo solo al comando: l’apposizione della questione di fiducia sulla riforma dei Consorzi di bonifica evidenzia un’arroganza istituzionale senza precedenti».

«A essere mortificata – hanno spiegato i dem – non è soltanto la funzione della minoranza consiliare, ma il ruolo di tutti i consiglieri, compresi i tanti di maggioranza contrari a questo stravolgimento normativo. E c’è di più: il silenziamento del dibattito, taglia fuori anche le categorie direttamente interessate, i sindacati e tutti gli attori del territorio. A questo punto non comprendiamo l’utilità della seduta di commissione già convocata per lunedì 31, in occasione della quale erano in calendario le diverse audizioni».

«È davvero questo il concetto di democrazia che intende portare avanti il presidente Occhiuto? – ha chiesto il gruppo del Pd –. E davvero i consiglieri regionali di maggioranza sono disposti ad accettare senza fiatare l’annullamento del loro ruolo e delle loro prerogative? Noi speriamo ancora di no e continueremo le interlocuzioni con tutti i gruppi consiliari: si tratta di una questione che va ben al di là delle naturali divisioni fra maggioranza e opposizione. Qui sono in gioco le fondamenta della democrazia rappresentativa». (rrc)