Piscioneri (Cisl): Calabria ultima per welfare, soprattutto per gli anziani

«In Calabria siamo agli ultimi posti nelle graduatorie nazionali relative alle politiche di welfare, soprattutto per quanto riguarda gli anziani». È quanto ha denunciato Cosimo Piscioneri, segretario regionale della Federazione Pensionati Cisl Calabria, nel corso al Consiglio generale dell’organizzazione, svoltosi a Pizzo.

«Pensioni, politica fiscale, sanità, non autosufficienza sono i temi della piattaforma unitaria di mobilitazione sui quali il Governo e il Parlamento, e per la sua parte la Regione, devono ascoltare i pensionati», ha detto Piscioneri, ribadendo quanto sia prioritario il contrasto alle diseguaglianze sociali, economiche e geografiche del Paese».

«Bisogna fare di più – ha evidenziato – in un territorio in cui sono molti i comuni montani e quelli al di sotto dei mille abitanti; in cui vengono meno le guardie mediche e i trasporti pubblici non garantiscono la necessaria mobilità; in cui tantissime persone avanzate negli anni vivono da sole; in cui i comuni non investono sulle politiche sociali e i tributi sono spesso al massimo. Su questi temi e sull’utilizzo efficace delle risorse, che pure ci sono, bisogna programmare e agire con tempestività. Ad esempio, i fondi previsti per finanziare la legge nazionale e la legge regionale sull’invecchiamento attivo devono essere senza dubbio implementati».

«L’urgenza riguarda più in generale – ha proseguito – l’organizzazione dell’integrazione socio-sanitaria, della medicina territoriale, della rete ospedaliera. Strutture utili non sono per gli anziani, ma per le persone disabili e per i cittadini di ogni età. Non si può più rinviare a domani, come troppo spesso avviene in questa regione. Sui temi della Sanità ascoltiamo in Calabria molti annunci, ma non vediamo alcun miglioramento nei servizi».

«Vogliamo pensioni adeguate– ha detto ancora – che non perdano valore con il passare degli anni; una riforma strutturale del sistema pensionistico che riporti equità, garanzie per i giovani e per le donne, flessibilità nell’accesso, riconoscimento del lavoro di cura. Chiediamo l’indicizzazione piena delle pensioni, l’ampliamento dei beneficiari della quattordicesima e l’innalzamento degli importi per chi già la riceve. Vogliamo una politica fiscale più equa e una forte riduzione delle tasse a lavoratori dipendenti e pensionati, un forte contrasto all’evasione fiscale, chiarezza sull’entità della spesa previdenziale in Italia. Bisogna definire e incrementare i finanziamenti per i livelli essenziali delle prestazioni sociali (Leps), che devono essere uniformi su tutto il territorio nazionale, privilegiare nelle residenze per anziani la dimensione comunitaria, implementare le esperienze di sostegno alla vita indipendente e all’abitare condiviso, consentire alla persona di rimanere nel proprio domicilio e ricevere le cure adeguate».

«La Fnp Cisl – ha sottolineato, inoltre, Piscioneri – partecipa attivamente anche in Calabria alla raccolta delle firme per la presentazione la legge di iniziativa popolare, promossa dalla Cisl, che punta a riconoscere ai lavoratori il giusto protagonismo all’interno delle aziende, a sentirsi e ad essere parte attiva e non meramente esecutiva nella gestione delle imprese. Come ha affermato il Segretario generale della Cisl, Luigi Sbarra, primo firmatario della proposta di legge, “a 75 anni dalla nascita della nostra Costituzione è arrivato il momento di dare piena attuazione all’articolo 46 che disciplina il diritto dei lavoratori a pesare di più e a star dentro alle decisioni e agli utili delle imprese. Quella della partecipazione è una opportunità che raccoglie tutte le grandi sfide di questo tempo».

«Avessimo avuto la legge in questi anni – ha detto ancora – avremmo avuto salari più alti, qualità e stabilità del lavoro, meno delocalizzazioni, più produttività, maggiore controllo sulla sicurezza, innovazione e crescita”, si sarebbe dato più “protagonismo al mondo del lavoro e dell’impresa nella costruzione della coesione e della crescita della comunità nazionale”. La proposta di legge è un passo importante verso una più piena democrazia economica».

Molto atteso l’intervento con cui il segretario generale nazionale della Fnp Cisl, Emilio Didonè, ha concluso il Consiglio generale.  «Abbiamo considerato positivo – ha detto – l’impianto emergenziale della manovra 2023 del Governo per contrastare il caro bollette delle famiglie, per fronteggiare l’aumento dell’inflazione causata dalla crescita dei prezzi energetici e dei beni alimentari, ma per quanto riguarda la rivalutazione delle pensioni l’intervento del Governo non risponde alle sue stesse “promesse” e alle richieste di Fnp e Cisl, che hanno chiesto la totale indicizzazione di tutte le pensioni, che non sono “regalate”, ma pagate con i contributi versati in una vita di lavoro».

«Dopo anni di pensioni praticamente “ferme” e con un’inflazione a due cifre – ha aggiunto – finalmente sarebbe arrivato un riconoscimento economico significativo e, in particolare, con l’aumento delle pensioni minime si va verso il giusto obiettivo, ma la decisione del Governo di rivalutare del 100% solo le pensioni fino a circa 2.100 euro lordi mese e poi via via a scalare, sempre meno, per gli importi superiori, non ci soddisfa, non ci trova d’accordo e, soprattutto, non è quello che si aspettano i pensionati italiani. La nostra priorità è difendere il potere di acquisto di pensioni e salari falcidiati da un’inflazione che ha raggiunto doppia cifra».

«Inoltre – ha affermato ancora Didonè –, non si può accettare che in questo Paese sulla rivalutazione delle pensioni si continui a pensare “di fare cassa” con pensionate e pensionati. Le pensionate e i pensionati italiani non sono un bancomat! Ci aspettiamo un serio confronto per sanare subito questa ingiustizia della rivalutazione».

«È urgente anche – ha ribadito – aprire un dibattito con il Governo su una riforma complessiva della previdenza, a partire dalla separazione tra assistenza e previdenza. E su una riforma strutturale del fisco poiché è inaccettabile, iniquo, incompatibile con la Costituzione e il buon senso la flat tax fino a 85 mila euro per i lavoratori autonomi con partita Iva proposta dal Governo. Non si può finanziare la flat tax con i soldi promessi (e prelevati) ai pensionati. Come si può ridurre le tasse solo agli autonomi con Iva mentre il lavoratore dipendente e pensionato, con lo stesso reddito, continua a pagare tre volte tanto?».

«E poi – ha sostenuto in conclusione il segretario nazionale dei Pensionati Cisl – occorre avviare subito confronti tecnici con il Governo sulle grandi riforme strutturali e complessive di cui questo Paese ha urgente bisogno: lavoro, fisco, sanità, non autosufficienza e pensioni. Quello che serve oggi è impegno, responsabilità e partecipazione sociale, e la Federazione Pensionati Cisl è pronta!»

Intervenendo durante i lavori, il Segretario generale della Cisl calabrese, Tonino Russo, si è associato alla solidarietà espressa dal Consiglio della Fnp calabrese verso le popolazioni drammaticamente colpite dall’alluvione in Emilia Romagna: il dissesto idrogeologico, ha sottolineato, è anche per la Calabria una piaga sulla quale è urgente intervenire soprattutto sul piano della prevenzione e della educazione.

Qualsiasi ipotesi di crescita è fondata sulla gestione del territorio. Verso lo sviluppo e la crescita, ha sottolineato tra l’altro, devono essere indirizzate le risorse del Pnrr, i fondi derivanti dal Next Generation Eu, il piano per le generazioni dell’Europa che verrà. Utilizzarli efficacemente e tempestivamente significa rallentare la fuga dei giovani dalla Calabria. La Cisl è impegnata a questo fine nella partecipazione, a livello nazionale e regionale, a tutti i tavoli del confronto, senza disertarli, con la forza delle proprie proposte e la pazienza di un atteggiamento costruttivo.

Il dibattito, molto partecipato, ha visto interventi dai diversi territori della regione, dove la Fnp è punto di riferimento, insieme alla rete dei servizi Cisl, per moltissimi pensionati e per le loro famiglie. (rvv)

Cgil, Cisl e Uil Calabria: Conoscere tempistiche per integrazione socio-sanitaria

I segretari generali di  Spi Cgil, Fnp Cisl e Uilp Uil, rispettivamente Claudia CarlinoCosimo PiscioneriFrancesco De Biase, hanno chiesto di conoscere «i tempi di conclusione del Tavolo Tecnico per l’Integrazione Socio Sanitaria al netto dell’esigenza di pervenire prima possibile a provvedimenti che rendano attuativa l’integrazione socio-sanitaria».

Una richiesta avanzata in merito al decreto del commissario ad acta Occhiuto n.74 del 3.3.2023, che ha finalmente istituito il Tavolo tecnico sul tema e che avrà il compito di approfondire e attuare le relative politiche regionali.

I sindacati dei pensionati si rivolgono alla coordinatrice del Tavolo, la vicepresidente Giusy Princi, perché si faccia presto. Dal canto loro, le sigle spiegano che vigileranno sull’andamento dei lavori riservandosi di esprimere il loro giudizio sui risultati e sulla loro pratica attuazione.

«Attiveremo le opportune relazioni sindacali – hanno detto i sindacati – affinché ci sia permesso di esercitare il diritto a dire la nostra su un provvedimento che consideriamo strategico per lo sviluppo di un modello di assistenza sanitaria e sociale che integra i due aspetti e realizza la presa in carico completa del paziente».

«Il tema dell’integrazione socio-sanitaria, prevista da decenni in tutte le pianificazioni di tipo sanitario e sociale e purtroppo mai praticata, è da anni al centro delle nostre rivendicazioni  – hanno aggiunto – perché la riteniamo indispensabile per consentire soprattutto alle persone anziane, di usufruire di alcuni loro diritti fondamentali».

Gli stessi anziani dai quali proviene una domanda che si caratterizza per la sua fragilità bisogna mettere a terra strategie utili ad integrare, a coordinare programmi, per favorire un percorso di inclusione sociale, per riscrivere strategie e destinare le necessarie risorse, a rispondere ai bisogni di una società che invecchia.

L’invecchiamento della popolazione fa prevedere l’aumento della domanda di assistenza a lungo termine al quale occorre dare una risposta.

«Nell’incontro del 13 febbraio scorso – hanno concluso – abbiamo rivendicato e sollecitato che fosse proprio l’assessore al Welfare ad assumere ogni opportuna iniziativa presso il Commissario ad acta e il Dipartimento Tutela della Salute affinché si procedesse speditamente in tal senso , alla luce anche delle più recenti pianificazioni nazionali che mettono al centro l’integrazione socio-sanitaria. È per noi fondamentale incrementare il servizio pubblico socio- sanitario per dare ai tanti anziani che spesso soli, devono  provvedere a questo bisogno». (rcz)

Cgil, Cisl e Uil Calabria: Da Regione silenzio sulla Legge sull’invecchiamento

I segretari generale dello Spi CgilFnp Calabria, e Uilp Calabria, rispettivamente Claudia Carlino, Cosimo PiscioneriFrancesco De Biase, hanno denunciato il silenzio, da parte della Regione, sulla Legge sull’Invecchiamento attivo.

«In Calabria gli anziani stentano! Quasi il 70 per cento dei pensionati, percepisce una retribuzione mensile molto al di sotto di mille euro al mese. Il welfare regionale si dimostra claudicante e la sanità, oltre che la medicina territoriale sono ancora piene di lacune» hanno detto i sindacalisti, aggiungendo che «siamo anche costretti a registrare, come, dopo un primo dialogo avviato con l’assessore regionale alle Politiche Sociali Tilde Minasi in merito alla legge regionale n.12 del 2018 sull’invecchiamento attivo, alle promesse non siano susseguiti i fatti. A poco sono servite ad oggi le sollecitazioni formali già presentate rispetto alle quali attendiamo ancora risposta».

«Il tutto in una terra in cui gli anziani sono l’anello debole – hanno evidenziato –. Sono di queste ore i dati diffusi dallo studio “I servizi sociali territoriali: un’analisi per territorio provinciale”, redatto dall’Osservatorio Nazionale sui Servizi Sociali Territoriali del Cnel, realizzato in collaborazione con Istat sul database informativo 2018, che rivelano che la Calabria purtroppo ancora una volta, è agli ultimi posti per la spesa a loro dedicata».

«In Calabria – hanno sottolineato – la legge non è mai di fatto diventata operativa e a tale scopo lo scorso aprile le scriventi sigle sindacali avevano incontrato l’assessore. La riunione si è conclusa con la decisione di istituire una “Commissione Permanente sulle problematiche degli anziani e dei pensionati”, prevista dall’articolo 11 della Legge regionale nr. 12/2018″, e propedeutica all’attivazione del provvedimento».

«Pur avendo ogni sigla comunicato i nominativi dei propri rappresentanti nel nascente organo – hanno proseguito – da allora nulla si è smosso. Anche il nostro ultimo sollecito in merito all’insediamento della commissione è caduto nel vuoto. La Commissione permanente di contro avrebbe consentito l’apertura, al di là della legge, di un ragionamento sulle carenze che non garantiscono alla terza età la qualità della vita dovuta, privando gli anziani di diritti e servizi, condannandoli spesso all’isolamento, anziché all’inclusione e appesantendone la fragilità. Ancora di più nel caso in cui si sia costretti a sopravvivere con condizioni e risorse economiche esigue».

«Come sigle di categoria dei pensionati – hanno concluso – chiediamo di essere convocati per l’insediamento della Commissione Permanente e che si cominci a lavorare quanto prima ad una legge rimasta per troppo tempo in un cassetto». (rcz)