di FRANCESCO COSTANTINO – L’intervento di “Restauro e riqualificazione per l’integrazione tra il Museo Archeologico Nazionale e il contesto urbano” si è concluso con la consegna all’amministrazione delle opere ultimate.
Nella serata del 3 dicembre, alla presenza del Sindaco di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà, della direttrice del segretariato regionale della Calabria del ministero della cultura Maria Mallemace, del direttore del museo archeologico nazionale di Reggio Calabria Fabrizio Sudano, e delle massime autorità cittadine la nuova piazza è stata, finalmente, aperta al pubblico in modo ufficiale.
Sono passati quasi quattro anni da quando è stato reso pubblico il progetto di riqualificazione di Piazza de Nava ed è stata indetta dal Mibact la relativa Conferenza dei Servizi con termine ultimo per la presentazione di note da parte dei soggetti portatori d’interesse al 30 aprile 2021.
Poteva e doveva essere una buona occasione di civile confronto tra diverse visioni su come affrontare una significativa vicenda di trasformazione urbanistica cittadina e, invece, la vicenda si è impantanata intorno a quella che è apparsa ai più come una sorta di regolamento di conti personali a spese della città che si è tentato di incartare con la stoffa pregiata di un dibattito pseudoculturale.
Che quando fosse stato tale avrebbe escluso le illazioni su presunti e indimostrabili conflitti d’interesse e le offese gratuite, personali ed anche generalizzate, ripetute ossessivamente e rivolte a singoli, a Istituzioni e ad associazioni culturali indipendenti.
Associazioni che, in quanto tali, esprimono pluralità di punti vista non sempre sintetizzabili in un unico giudizio.
Meno che mai quando si tratta di giudizi di valore su una puntuale operazione di trasformazione urbanistica.
La città di Reggio Calabria avrebbe avuto ad ha ancora certamente bisogno di ritrovarsi ricostruendo le ragioni dello stare assieme come presupposto per vivere in armonia ma nessuno dovrebbe considerarsi depositario di verità assolute da affermare ad ogni costo, ostinatamente, anche a spese della verità.
Come se potesse esistere una sola ragione esistenziale tale da giustificare la consapevole reiterazione anche di false informazioni in ordine, per esempio, a presunte mutilazioni del monumento a De Nava che nessuno aveva mai pensato di proporre e che non si sono realizzate, oltre ad altre assurde polemiche sui compensi dei professionisti coinvolti.
Ci sarebbero state certo le ragioni per esprimere civilmente il proprio diverso punto di vista ma molti hanno preferito restarne fuori per non alimentare un clima di pettegolezzo al quale molti si sono aggregati, anche inconsapevolmente.
C’era una Storia da tenere in considerazione ma c’era anche un’esigenza di realizzare una fusione tra il Museo e la Piazza.
Il “Restauro” del monumento a De Nava, realizzato secondo canoni scientifici rigorosi, ha indiscutibilmente salvaguardato la Storia conservando l’elemento caratterizzante e più importante della Piazza; la “Riqualificazione” spinta dello spazio piazza è stata molto condizionata dall’obiettivo dichiarato e cercato del collegamento diretto Museo-Piazza senza spazi interposti con diversa destinazione.
Si poteva fare diversamente?
Certamente sì, ma non è detto che altre soluzioni sarebbero state più soddisfacenti per quest’ultimo obiettivo.
Si calmino ora finalmente gli animi nella speranza che della nuova Piazza ne facciano buon uso e ne godano i responsabili della gestione del Museo, gli Amministratori pro-tempore della città, i turisti, e gli stessi cittadini. (fc)
[Francesco Costantino è assessore comunale di RC]