Pnrr, Nesci (Fdi): Commissione Ue tenga conto delle esigenze degli Stati membri

L’eurodeputato di Fratelli d’ItaliaDenis Nesci, ha chiesto che la Commissione Europea tenga conto delle esigenze degli Stati membri per quanto riguarda il Pnrr.

Nesci, infatti, è intervenuto in commissione congiunta Econ / Empl a Strasburgo durante l’audizione dei tre Commissari europei Valdis Dombrovskis, Paolo Gentiloni e Nicolas Schmit al Parlamento europeo.

«La Commissione europea ha ribadito che il Pnrr – ha spiegato – si può modificare soltanto per quanto riguarda parametri molto stringenti, e che rinvii sulle scadenze temporali ‘non sono possibili dal punto di vista tecnico, politico e legale’, ma questo approccio non tiene conto dell’esigenza di alcuni Stati membri, tra cui l’Italia, di ridiscutere determinate linee d’intervento del Pnrr».

«Infatti, i costi delle materie prime sono spropositamente aumentati rispetto alla stesura del Piano – ha concluso – e, dunque, dal punto di vista delle scadenze temporali, oltre alla necessità di rivedere gli obiettivi intermedi, sarebbe doveroso ragionare sulla possibilità di prolungare i progetti previsti, oltre il 2026». (rrm)

Occhiuto: Le Regioni siano coinvolte nella fase dell’attuazione del Pnrr

Il presidente della Regione, Roberto Occhiuto, ha chiesto che le Regioni siano coinvolte nella fase dell’attuazione del Pnrr. Nel suo intervento a Start di TgSky24, il Governatore ha evidenziato come le «Regioni non sono state protagoniste della stesura del Pnrr e non lo sono nemmeno ora nella fase di gestione e di attuazione: molte volte fanno semplicemente gli aggregatori di iniziative che però vedono beneficiari i Comuni».

«Un presidente di Regione dovrebbe avere una visione dello sviluppo complessivo del suo territorio, e questa visione la dovrebbe realizzare attraverso le risorse, nel nostro caso, del fondo di sviluppo e coesione, ma soprattutto del Pnrr. Quindi, non coinvolgere i governatori forse è stato un errore», ha detto il Governatore, spiegando che «la situazione in Calabria rispetto al Piano nazionale di ripresa e resilienza è, più o meno, quella che c’è in tutte le Regioni: il blocco dei cantieri dovuto al caro energia e al caro materie prime. Questa è una circostanza che l’Europa deve approfondire».

«Il Pnrr – ha spiegato – è stato preparato prima della guerra, prima del caro materie prime. Adesso l’Europa deve avere la capacità di reagire con immediatezza alle sfide che ha davanti. Sono perciò contento che queste richieste che il presidente Meloni ha fatto, di maggiore flessibilità nella spesa o nei tempi di realizzazione degli interventi del Pnrr – che molti in Italia affermavano fossero impossibili a farsi, come se il Pnrr nelle sue regole fosse un dogma -, ora siano condivise da altri Paesi europei. Quindi, una volta tanto, l’Italia riesce a mettersi alla guida anche in Europa di processi che fanno migliorare le decisioni che l’Ue deve prendere».

«Noi non avremmo potuto superare la pandemia senza l’aiuto delle istituzioni europee – ha proseguito – non avremmo rimesso in moto l’economia dell’Unione senza un atteggiamento diverso da parte delle istituzioni europee rispetto a quello che avevamo conosciuto negli anni precedenti la pandemia. L’Europa ha recuperato credibilità, non deve perderla ora, non deve ritornare ad essere l’Europa intransigente e lontana dai temi che riguardano lo sviluppo. Credo che affermare queste necessità, e farlo con decisione e rispetto delle istituzioni europee come ha fatto il nostro premier, fa bene all’Ue oltre che all’Italia».

Sul tema dei migranti, Occhiuto ha spiegato che la Calabria «ha già accolto in questo anno 17mila migranti. L’abbiamo fatto senza mai protestare, creando un rapporto improntato alla leale collaborazione con le Prefetture e con i sindaci. La Calabria ha dimostrato di essere una Regione accogliente, peró il peso di questa emergenza non può essere lasciato soltanto all’Italia»

«I migranti arrivano da Paesi che si affacciano sul Mediterraneo – ha spiegato ancora – che appartengono ad un continente, l’Africa, che nei prossimi decenni moltiplicherà per due la sua popolazione, per cui questi flussi sono destinati a crescere. Allora, o l’Europa si pone nella condizione di governare insieme questo processo, oppure dimostra di non avere contezza di quello che sarà da qui a qualche tempo questo fenomeno. Peraltro il Mediterraneo sta diventando centrale nell’agenda dell’Europa, anche in quella economica. Noi stiamo comprando l’energia dal Mediterraneo, con questi Paesi dovremmo anche intensificare i rapporti commerciali perché avranno tassi d’incremento del Pil segnatamente superiori a quelli delle economie europee».

«Allora, vivere passivamente questo problema lasciando che prevalgano gli egoismi nazionali credo sia sbagliato – ha continuato –. Devo dire che il presidente Meloni sta facendo un buon lavoro in Europa. Ricordiamoci che prima che si insediasse questo governo qualcuno in Italia, che non vuole bene al nostro Paese, rappresentava in Europa un’idea sbagliata del governo e del presidente Meloni, come se si trattasse di un esecutivo di estrema destra, nemico dell’Unione europea. Il presidente Meloni sta dimostrando di avere rispetto dell’Europa e anche di non avere nessuna soggezione, nessun complesso di inferiorità. È così che l’Italia deve rappresentarsi in Europa».

Per quanto riguarda il Reddito di Cittadinanza, il presidente della Regione ha evidenziato che in Calabria ci sono 240 mila percettori.

«Considero questa misura giusta nella parte che riguarda la necessità di affrontare il tema della povertà – ha spiegato – ma è sbagliatissima in quella parte che affronta le politiche attive del lavoro. Si è trattato di un clamoroso errore dei 5 Stelle. A un errore si ripara con una soluzione che sia davvero efficace e funzionante. Se ci si limita a cancellare l’errore senza proporre una soluzione alternativa, si rischia di commettere un errore ancora peggiore del precedente».

«Nel nostro Paese, e a maggior ragione nel Meridione – ha proseguito – c’è un disallineamento tra domanda e offerta di lavoro, anche perché non funzionano bene i Centri per l’impiego. Secondo me si tratta di istituti che peraltro scontano il fatto di essere stati pensati in epoche diverse da quella attuale. Ormai un’azienda che cerca un dipendente o un collaboratore lo fa in maniera differente da come avveniva tradizionalmente. Nell’era delle grandi tecnologie, i Centri per l’impiego forse dovrebbero non essere luoghi fisici ma addirittura delle App che i singoli imprenditori potrebbero utilizzare. Noi abbiamo un sistema del mercato del lavoro che dovrebbe incrociare domanda e offerta, ma che non funziona da anni. Se prima quindi non poniamo il mercato del lavoro nella condizione di funzionare, riformandolo, e non interveniamo nella formazione dei disoccupati, non ne usciremo».

«Suppongo che sia difficile per un disoccupato in Calabria, in Campania o in Sicilia – ha concluso – trovare un lavoro in sei o otto mesi, per cui se si toglie il reddito di cittadinanza senza aver realizzato prima efficacemente la riforma del mercato del lavoro, credo che si cancelli un errore, ma non si trovi una soluzione. Mi auguro che in questo senso ci sia un approfondimento da parte del governo». (rrm)

Il presidente Occhiuto: Su Autonomia differenziata la bussola è la Costituzione

Il presidente della Regione, Roberto Occhiuto, ha dichiarato che la bussola per l’autonomia differenziata è la Costituzione.

Occhiuto, nel suo intervento a Radio 1, ha detto di aver apprezzato l’intervento del presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, «che ha sottolineato che la bussola è la Costituzione, nella quale è previsto che i diritti vadano riconosciuti con uniformità su tutto il territorio del Paese, sia che un cittadino viva a Crotone sia che viva a Treviso».

«Purtroppo così non è – ha aggiunto – perché per anni questi diritti sono stati finanziati, non secondo i fabbisogni ma con il criterio ingiusto della spesa storica. Faccio un esempio: se per ipotesi Crotone spende 100mila euro per gli asili nido e Treviso un milione, perché ha più capacità fiscale, l’anno seguente, quando c’è un incremento sul fondo per gli asili nido del 10%, Crotone avrà 10mila euro in più, mentre Treviso ne avrà 100mila».

«Bisogna passare – ha evidenziato – dalla spesa storica ai fabbisogni proprio perché questo lo prevede la Costituzione. E poi bisogna far lavorare la perequazione, che non ha mai funzionato, e anche questa parte è contenuta nella Costituzione, all’articolo 119. Ecco, se si rispettano questi criteri, si può anche andare avanti con l’autonomia differenziata».

Per quanto riguarda il Pnrr, il Governatore ha sottolineato che «meriterebbe di essere aggiornato», in quanto «è stato fatto prima che scoppiasse la guerra e prima dell’aumento dei prezzi delle materie prime».

«Con questo aumento – ha evidenziato – e la difficoltà che hanno oggi i cantieri, per lo più bloccati, è difficile che si realizzino le opere e si raggiungano i target previsti. L’Europa dovrebbe convincersi del fatto che un minimo di flessibilità dovuta alle circostanze che hanno determinato l’aumento dei prezzi è assolutamente necessaria».

Per quanto riguarda la manovra, Occhiuto ha ricordato che «la Banca d’Italia ha espresso un parere largamente positivo sulla manovra, forse ci si è concentrati su un aspetto che secondo me è di dettaglio, cioè la soglia del contante».

«La manovra mette in equilibrio i conti del Paese e la Banca d’Italia dà un giudizio sostanzialmente positivo – ha continuato –. Ma è chiaro, questo è il primo governo, dopo tanti anni, che ha una maggioranza politica, per cui ogni volta che c’è un elemento che può indurre polemica, questo elemento viene in qualche modo ingigantito».

«Rispetto alla soglia del contante – ha concluso – la Banca d’Italia fa il suo lavoro, ma il governo deve fare altrettanto, anzi, deve contemperare due esigenze: la prima è la lotta all’evasione, che è sacrosanta, e va combattuta in ogni modo; la seconda, invece, è la libertà da parte dei cittadini di spendere i soldi che guadagnano nel modo in cui meglio preferiscono. La Banca d’Italia non ha il compito di occuparsi di questa seconda questione, anche se è normale che faccia le eccezioni che ritenga opportuno. Ad ogni modo, si tratta di una norma di dettaglio che il Parlamento può migliorare nel testo definitivo». (rrm)

 

Occhiuto: Il Governo dica all’Ue che servono modifiche al Pnrr

«Servono modifiche al Pnrr e il Governo lo dica alla Ue». È quanto ha dichiarato il presidente della Regione, Roberto Occhiuto, a margine de “L’Italia delle Regioni”, il primo Festival delle Regioni e delle Province Autonome, in corso a Milano.

«Stiamo dibattendo molto sul Piano nazionale di ripresa e resilienza – ha spiegato – e siamo molto preoccupati che l’aumento dei costi dell’energia e delle materie prime stia bloccando moltissime attività previste dal Pnrr. Confidiamo che il governo sappia rappresentare questa circostanza in Europa».

«Quello che sta accadendo, dovuto al fatto che il Pnrr è stato pensato prima della guerra e prima dell’aumento dei costi – ha evidenziato – dovrebbe indurre a qualche modifica: o si riducono le opere oppure si tiene conto dell’aumentato costo per la realizzazione dei diversi progetti e delle diverse attività previsti».

Per quanto riguarda l’autonomia differenziata, Occhiuto ha detto di non aver «alcun pregiudizio». Governo una Regione del Sud e, in più di un’occasione, ho rappresentato al ministro Calderoli che alcune materie possono essere importanti come asset di sviluppo per le Regioni del Mezzogiorno».

«Penso, ad esempio, all’energia – ha spiegato –. La mia Regione produce il 42% dell’energia da fonti rinnovabili, la Lombardia e il Veneto ne producono tra il 13 e il 16%. Se a queste fonti aggiungiamo quelle non fossili, come l’idroelettrico, nella mia Regione si produce più energia di quella che si consuma. Se l’autonomia differenzia partisse dall’energia ciò sarebbe un’opportunità per la Calabria».

«Penso però che ciò che è contenuto nel Titolo V della Costituzione e che Calderoli vuole giustamente attuare – ha concluso – è il primo valore dell’autonomia differenziata; poi c’è un altro valore che riguarda i diritti sociali e civili che la nostra Carta stabilisce, e che devono esser applicati con uniformità su tutto il territorio nazionale; e infine c’è il terzo valore, che è quello della perequazione infrastrutturale: articolo 119 della Costituzione. Se il treno corre velocemente, perché il macchinista Calderoli vuole portare al traguardo il vagone dell’autonomia differenziata, io sono contento, perché penso che anche gli altri due vagoni – diritti e perequazione – arriveranno di pari passo». (rrm)

Pnrr, il ministro Fitto: Cercheremo di mettere in campo strategia per il Sud

Per quanto riguarda il Pnrr, «cercheremo di mettere in campo una strategia per il Sud, che possa incidere concretamente su un processo di crescita e sviluppo del Mezzogiorno». È quanto ha dichiarato in un video messaggioRaffaele Fitto, ministro per gli Affari Europei, il Sud e il Pnrr, in apertura dei lavori di un incontri in Regione Calabria.

Il Pnrr è un «grande progetto che deve mettere in campo uno sforzo da parte di tutti, una visione che guardi ben oltre le scadenze immediate», ha detto il ministro, sottolineando che «il Pnrr sta per entrare nel vivo nella parte più complessa, quella della spesa e della mesa a terra dei progetti».

Per Fitto, il Pnrr è «una grande opportunità, ma anche dobbiamo essere onesti tra di noi – grandi problemi e grandi rischi».

«Dobbiamo mettere in campo – ha evidenziato –un’azione che sia in grado di accelerare la spesa, di ottimizzare le risorse, di guardare con attenzione ai cronoprogrammi di realizzazione dei progetti e di guardare alla necessità di adeguare la governance». 

«Stiamo lavorando – ha spiegato ancora Fitto – con un raccordo operativo importante con la Commissione europea, con i vari commissari tra cui Gentiloni e Ferreira, e anche con la presidente Von der Layen. Ma lavoriamo anche – ha rimarcato il ministro verso il sistema italiano per capire come rendere operative le azioni dei diversi ministeri, delle Regioni e delle autonomie locali». 

«Quindi un grande progetto  – ha proseguito – che deve mettere in campo uno sforzo da parte di tutti, una visione che guardi ben oltre le scadenze immediate, sulle quali pur ci confrontiamo – gli obiettivi da raggiungere al 31 dicembre di quest’anno – ma che abbiano una dimensione più lunga».

Il ministro, poi, ha evidenziato come «la Calabria è una regione che, , nonostante le grandi difficoltà, sta dando, con l’azione del governo regionale e del presidente Occhiuto, segnali di grande e profondo cambiamento, che dobbiamo cogliere e accompagnare, per cui è molto utile questa sinergia». (rrm)

Senese (Fenealuil Calabria): Utilizzare i fondi del Pnrr per rigenerare la scuola calabrese

La segretaria generale di Fenealuil CalabriaMaria Elena Senese, ha evidenziato come «per la scuola in Calabria, per rilanciarla sotto il punto di vista infrastrutturale, per metterla in sicurezza, è di fondamentale importanza spendere bene e subito la grande mole di denaro pubblico che l’Europa ha messo a disposizione con il Pnrr».

«Il Capo della Protezione civile nazionale ha ragione: per la scuola serve una rinnovata attenzione, sono necessari nuovi finanziamenti. Come non essere d’accordo con Fabrizio Curcio, le sue sono parole sagge e condivisibili. Ma noi vogliamo dire di più» ha detto Senese, spiegando che quelli del Pnrr «sono stati indirizzati all’ammodernamento delle infrastrutture, per il potenziamento dell’offerta formativa dagli asili nido alle Università, per la strutturazione del tempo pieno, per la messa in funzione delle mense, per la costruzione di nuove palestre, per sciogliere questi nodi e provare a recuperare quell’odioso gap fra Nord e Sud del Paese e non sentir più parlare di autonomia differenziata e di disuguaglianze. Per rimettere in moto, cosa non di poco conto, la macchina produttiva del settore edile».

«Sono 481 milioni di euro – ha spiegato – rimanendo ancorati allo sviluppo del solo settore dei servizi all’istruzione, subito disponibili e spalmati su tutte le province calabresi, la maggior parte dei quali indirizzati a migliorare i servizi di educazione e cura della prima infanzia (255 milioni di euro); per l’estensione del tempo pieno e delle mense (17 milioni di euro); per il potenziamento delle infrastrutture per lo sport a scuola (24 milioni di euro) e per la messa in sicurezza e la riqualificazione dell’edilizia scolastica (185 milioni di euro)».

«A sostegno di quanto stiamo dicendo, poi – ha proseguito – arriva un recente monitoraggio realizzato dalla Cassa depositi e prestiti i cui analisti, proprio per offrire un quadro di supporto all’impiego delle risorse del Pnrr, hanno classificato la situazione degli edifici scolastici nel paese attraverso 4 parametri: presenza di barriere architettoniche, mancanza di accorgimenti per la riduzione dei consumi energetici, assenza di impianti di riscaldamento e carenze nella progettazione antisismica. Ebbene, se su queste basi l’indice di carenza strutturale è in media in Italia dello 0,8, il dato cresce tantissimo in Calabria ed arriva all’1,5».

«Così come per il tempo pieno che se al Centro Nord è presente nel 60% delle scuole – ha continuato – vede precipitare questa percentuale al Sud al 18%. Un problema anche strutturale, se si pensa che per incrementare il tempo pieno occorre avere gli spazi in cui attivare il servizio mensa».

«Per questo siamo convinti, e chiediamo all’amministrazione pubblica regionale e locale – ha continuato Senese – di fare uno sforzo concreto in questa direzione, sia necessario – prima di parlare di altri finanziamenti che di certo non ci dispiacciono – mettere a terra quelli già esistenti e finalizzarli al potenziamento delle infrastrutture per lo sport, al miglioramento della didattica digitale, alla messa in sicurezza e riqualificazione delle scuole, alla costruzione nuove mense e alla riqualificazione di quelle esistenti».

«Nella convinzione che – ha concluso – come sostenuto dal Capo della Protezione civile nazionale, “in tema di sicurezza delle scuole, c’è ancora molto, moltissimo da fare” e bisogna farlo con immediatezza partendo dal dato certo, ove questo fosse presente, in mano a chi gestisce la cosa pubblica in Calabria». (rcz)

Venerdì a Villa Rendano i sindaci a confronto su Pnrr e autonomia differenziata

Venerdì 11 novembre, a Cosenza, a Villa Rendano, alle 16.30, è previsto l’incontro Pronti alle barricate! I sindaci del Sud, l’autonomia differenziata e i miliardi del Pnrr, promosso dalla Fondazione Attilio e Elena Giuliani.

Obiettivo dell’incontro, offrire un utile contributo al dibattito sulle principali questioni che riguardano il ruolo e l’azione dei sindaci sul territorio.

All’iniziativa, che sarà coordinata dal giornalista Antonlivio Perfetti, direttore della testa on line camtele3tv.it, parteciperanno i sindaci di Cosenza, Franz Caruso, di Rende, Marcello Manna, di Montalto Uffugo, Pietro Caracciolo, di Castrolibero, Giovanni Greco, di Cerisano, Lucio Di Gioia, e di Casali del Manco, Stanislao Martire

Il confronto tra i sei primi cittadini sarà preceduto da un breve intervento del giornalista Francesco Kostner che, prendendo spunto dal romanzo storico “Il Sindaco”, scritto da Gaetano Mollo e pubblicato da Luigi Pellegrini Editore, tratteggerà la figura e l’impegno civico del barone Vincenzo Maria Mollo, primo cittadino di Cosenza nel 1808 e testimone – ricordato dallo scrittore francese Alessandro Dumas nel resoconto del suo viaggio in Calabria nel 1835 – del difficile momento vissuto dalla città a causa del terremoto.

“Al barone Mollo”, spiega il presidente della Fondazione Giuliani Walter Pellegrini, «toccò il gravoso compito di tenere unità la sua comunità in quel difficilissimo momento e di recuperarne per quanto possibile la dimensione sociale e urbana. La sua esperienza in quella funesta circostanza – ha continuato – mise in luce l’importanza del sindaco, alle prese con gli effetti di un forte sisma ma, allora come oggi, i sindaci sono chiamati a misurarsi con emergenze, difficoltà e problemi rispetto ai quali quasi sempre gli strumenti e le risorse a disposizione sono insufficienti».

«Ecco allora – ha concluso il presidente della Fondazione Giuliani – la necessità, ma direi anche l’opportunità di mettere a fuoco il peso di una figura istituzionale che, spesso, non è nelle condizioni di operare e, finanche, di utilizzare le opportunità previste da strumenti finanziari eccezionali come il Pnrr».

L’evento potrà essere seguito in streaming sul canale Youtube di Villa Rendano. Di seguito il link per accedere alla diretta: https://youtu.be/CXUFqza774Q. (rcs)

BOVA MARINA (RC) – Al Comune finanziamento per messa in sicurezza degli edifici scolastici

Sono 230 mila euro la somma di cui è destinatario il Comune di Bova Marina, per la messa in sicurezza degli edifici scolastici e, in particolare, dell’Istituto Comprensivo di Via Pasubio.

«Questo risultato come tanti altri, si è reso possibile per l’ottimo lavoro svolto dall’Ufficio Tecnico del Comune che ha saputo riorganizzare le proprie risorse umane con la nuova gestione del responsabile di settore riuscendo a programmare e partecipare ai vari numerosi bandi del Pnrr che richiedevano competenze prima inespresse o sconosciute e che continuano a dare frutti positivi per la nostra comunità – ha dichiarato l’assessore ai LL.PP, all’Urbanistica e all’Ambiente, Elvira Tuscano –. È di qualche settimana addietro, la comunicazione del finanziamento per l’importo di 1 milione di euro al Comune di Bova Marina per la riqualificazione ed il recupero dell’area degradata e del complesso case popolari Aterp di via Forli nell’ambito del progetto di rigenerazione urbana del comprensorio grecanico di 5.000.00 con Melito capofila in corso di attuazione».

L’assessore comunale ci tiene a precisare anche che «è stata conclusa la gara d’appalto per la realizzazione del nuovo depuratore del Comune fortemente osteggiato da interessi miopi ed angusti che hanno trovato purtroppo udienza, senza incidere più di tanto in altri organi dello Stato col sequestro inopinato del relitto e dell’area prescelta che avrebbe dovuto mettere la parola fine a quest’opera fondamentale che, invece, ha segnato il punto di non ritorno con l’individuazione della ditta vincitrice, la Calgeco srl, cui a breve saranno consegnati i lavori. La coerenza e la pervicacia nel perseguire alcuni obiettivi in modo disinteressato per il bene della comunità alla fine paga sempre». (rrc)

Trasparenza fondi Pnrr, il PD Calabria chiede alla Regione ulteriori misure di pubblicità

I consiglieri regionali del Partito Democratico hanno depositato una interrogazione, a risposta scritta, per chiedere alla Regione «le iniziative che intende intraprendere per aumentare la pubblicità e la trasparenza in ordine alla spesa dei fondi del Pnrr e se sia stata valutata la possibilità di dedicare al Pnrr un portale esclusivo da mettere a disposizione di tutti i calabresi».

L’interrogazione parte da alcune considerazioni di base su quanto fin qui avvenuto e prendendo spunto da alcuni modelli di pubblicità adottati in altre Regioni italiane, a partire dall’Emilia Romagna.

«I fondi messi a disposizione dal Pnrr rappresentano un’opportunità di sviluppo irripetibile per la Regione Calabria – si legge nell’interrogazione depositata dai dem – Alcuni dei bandi fin qui emanati non hanno avuto la pubblicità necessaria per fare in modo che la partecipazione potesse essere la più estesa possibile innescando spesso anche la polemica politica, mentre la trasparenza per finanziamenti nevralgici per il futuro della Calabria deve essere massima».

A tal proposito viene suggerita alla giunta la possibilità, sulla scorta di quanto avvenuto in Emilia Romagna, di attivare un portale ad hoc nel quale trovare tutte le informazioni relative al Pnrr, ai bandi, alle risorse disponibili, agli stati di avanzamento e a tutti gli interventi posti in essere. (rrc)

Senese (Fenealuil): Istituire task force in Calabria per vincere sfida del Pnrr

La segretaria generale di Fenealuil CalabriaMaria Elena Senese, ha ribadito la necessità di istituire in Calabria una task force «di progettisti e tecnici esperti in progettazione e rendicontazione da mettere a supporto degli enti locali ed aiutare gli stessi a vincere la sfida rappresentata dal corretto utilizzo dei fondi europei».

«Ai comuni – ha aggiunto – saranno destinate ingenti risorse e i capitoli sono tantissimi, dalla riqualificazione energetica, alla transizione ecologica, al dissesto idrogeologico fino all’edilizia scolastica».

«Solo in Calabria il Pnrr mette a disposizione del settore edile una cifra molto consistente – ha spiegato – attraverso la quale sostenere la rivoluzione verde e la transizione ecologica con un forte investimento nella riqualificazione e nella costruzione di beni immobili statali e nel rafforzamento dell’Ecobonus e del Sismabonus; senza contare le risorse messe a disposizione per l’inclusione e la coesione; per la salute, in particolare, per il rafforzamento della medicina territoriale e per le infrastrutture finalizzate ad una mobilità sostenibile».

«È una sfida da far tremare i polsi davanti alla quale, però – ha proseguito – la classe dirigente calabrese non può farsi trovare impreparata, non può chiudersi nel suo recinto di identità politica ma deve aprirsi al confronto e accogliere quelle idee, come potrebbero essere quelle da noi esplicitate, utili al cambiamento costruttivo del nostro territorio».

Senese, poi, ha ricordato come «il commissario UE Paolo Gentiloni ha invitato il governo a procedere rapidamente sulle sfide legate al Pnrr, perché altrimenti c’è il rischio di ritardi, e l’Unione europea non sarà benevola nei confronti dei Paesi che non rispetteranno i tempi europei nella programmazione dei fondi perché non è nell’interesse comune».

«Sappiamo bene – ha evidenziato – che il Pnrr è un’occasione unica per il rilancio dell’Italia e del mezzogiorno in particolare, per il superamento delle diseguaglianze territoriali, di genere e generazionali che gravano su tutto il Paese. Il Presidente del Consiglio ha dichiarato che nei primi 100 giorni di governo darà priorità assoluta al caro energia e alla manovra ma noi diciamo che  tra queste priorità, non può non esserci il Pnrr».

«La coalizione di centro destra – ha detto ancora – parla da tempo di rinegoziazione del Pnrr ed astrattamente non ci sarebbe nulla di sbagliato. Il problema è come si rinegozia e come si vuole cambiare il Pnrr, perché su questo, ad oggi, nulla è dato sapere ed intanto il tempo scorre».

«Per rinegoziare efficacemente il Pnrr – ha sottolineato – ci vorrebbero capacità progettuali importanti e autorevolezza con Bruxelles, al fine di colmare gli attuali ritardi di attuazione, di velocizzare sull’utilizzo dei fondi europei  in modo da poter garantire la piena attuazione delle misure previste per il nostro Paese. Al 2021 avremmo dovuto spendere 15.4 miliardi, ma a marzo ne avevamo speso solo 5,1 e di questi 2 miliardi e mezzo sono andati all’Alta velocità che era già un progetto  già esistente prima del Pnrr».

«Ciò vuol dire – ha detto ancora – che molti soldi del Pnrr vanno a finanziare progetti che non sono quelli per il quale il Pnrr è stato messo a terra. Dobbiamo capire che i finanziamenti da soli non bastano. Serve la capacità di utilizzarli bene e in tempi certi. Lo sviluppo economico delle regioni meridionali è fortemente condizionato da insufficienti infrastrutture e scarsa qualità dei servizi pubblici. E anche quando ci sono finanziamenti la situazione non migliora, in quanto per incapacità politiche e note difficoltà burocratiche i comuni del Mezzogiorno rimangono indietro aggravando il ritardo».

«Il metodo di allocazione dei finanziamenti Pnrr – ha concluso – è poi basato sulla competizione territoriale, che avvantaggia di fatto le più efficienti amministrazioni del Centro-Nord rispetto al sud e nel sud stesso ci sono regioni che hanno la meglio poiché amministrativamente più efficienti». (rcz)