Piani Urbani integrati, Metrocity RC incontra i Comuni per l’iter dei 28 progetti

Si è svolta, a Palazzo Alvaro di Reggio Calabria, una riunione tecnica-operativa fra i vertici della Città Metropolitana ed i sindaci dei 97 Comuni del territorio coinvolti nel progetto Aspromonte in città.

Il progetto Aspromonte in città è l’idea messa in campo dall’amministrazione metropolitana e promossa dai Ministeri dell’Interno e dell’Economia con il riconoscimento dei 28 programmi presentati nell’ambito del bando sui Piani Urbani Integrati.

Si tratta di un vero e proprio tesoretto da 118 milioni di euro dei fondi Pnrr, destinato a riqualificare e rivitalizzare ogni area del comprensorio. «Non c’è tempo da perdere. Abbiamo un’occasione più unica che rara per fare quel salto di qualità che attendiamo, ormai, da davvero troppo tempo». Così, il sindaco metropolitano facente funzioni, Carmelo Versace, coadiuvato dal dirigente al Pnrr, Pietro Foti, ha incalzato gli amministratori locali ed i loro tecnici affinché «si rispettino le tabelle di marcia sulla progettazione e si arrivi a capitalizzare il lavoro, complesso e articolato, condotto in questi mesi e pienamente approvato dai Ministeri competenti».

«Il progetto messo in campo dalla Città Metropolitana – ha ricordato Versace – ha raccolto il sostegno che merita per la sua ambizione, l’ampio respiro della sua proposta ed il coinvolgimento di tutti gli enti locali. È un riconoscimento alla grande capacità di coinvolgimento dei territori, alla disponibilità al confronto, ad una politica che proietta le comunità in una dimensione verde, sostenibile, inclusiva e smart».

Soddisfazione è stata espressa anche dal consigliere metropolitano delegato al Pnrr, Domenico Mantegna: «È importante che i Comuni capiscano, fino in fondo, l’incredibile opportunità che abbiamo di fronte. L’incontro con gli amministratori ed i Rup ha avuto, quale principale obiettivo, quello di conoscere lo stato dell’arte dei diversi progetti inseriti nei Piani urbani integrati».

«Siamo qui – ha aggiunto – per dare loro il giusto impulso affinché si proceda, speditamente, con l’iter amministrativo e si inverta il preconcetto che vuole le realtà calabresi incapaci di spendere. Daremo ogni supporto possibile ai sindaci e gli staremo col fiato sul collo per riuscire a rispettare il primo target sulla progettazione, fissato al prossimo 30 luglio».

«L’investimento di 118 milioni – ha continuato Mantegna – è distribuito lungo tutto il comprensorio e, a differenza delle altre Città Metropolitane, abbiamo deciso di assegnare un protagonismo reale e concreto ai Comuni, affidando loro, soprattutto ai capofila, responsabilità importanti sugli interventi previsti».

«Aspromonte in città – ha concluso il consigliere metropolitano delegato – ha l’ambizione di rigenerare intere zone, antichi borghi ed i quartieri più popolosi che vivono una particolare condizione di degrado. È, quindi, veramente molto importante riuscire a portare a casa un risultato dalle proporzioni storiche. Siamo fiduciosi e riusciremo a rispettare i limiti temporali imposti dai Ministeri e dalla Comunità Europea». (rrc)

Pnrr, domani si sigla accordo tra la Provincia di Vibo e il Comando della Guardia di Finanza

Domani mattina, a Vibo, alle 9.30, nell’Aula Consiliare della Provincia, sarà presentato e siglato il protocollo d’intesa tra la Provincia di Vibo e la Guardia di Finanzia in merito al Pnrr.

Nello specifico, il presidente della Provincia di Vibo, Corrado L’Andolina e il Comandante provinciale della Guardia di Finanza, Massimo Ghibaudo, illustreranno i punti chiave dell’accordo, che prevede di migliorare l’efficacia complessiva delle misure volte a prevenire, ricercare e contrastare le violazioni in danno degli interessi economico-finanziari connessi alle misure di sostegno e finanziamento del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, in particolare per quanto riguarda la prevenzione, l’individuazione e la rettifica delle frodi, dei casi di corruzione, dei conflitti di interesse e della duplicazione dei finanziamenti. (rvv)

CROTONE NON È FIGLIA DI UN DIO MINORE
SIA RESTITUITA LA MERITATA CENTRALITÀ

di MIMMO CRITELLI – La sortita della Lega Catanzarese, in ordine all’ipotesi che il capoluogo di Regione possa ampliare le proprie prerogative istituzionali e legislative, diventando Città Metropolitana, offre lo spunto per una riflessione più articolata e meno oltranzista, anche se a confrontarsi sono, allo stato, le due “curve ultras” (Lega) di Catanzaro e di Crotone.

Ne immagino già l’epilogo. Proverei, invece, a setacciare la proposta separando gli spunti e gli obiettivi di interesse generale, la Calabria, da quelli che tentano di restaurare lo status quo ante (1993) e un centralismo che ha prodotto i suoi effetti negativi rispetto alla coesione territoriale. È da tempo, immemore, che insieme a qualche amico provo a sollecitare una riflessione intorno al riassetto Istituzionale ed Amministrativo della Calabria. Lo abbiamo fatto anche in occasione della tornata elettorale Regionale, interloquendo con Roberto Occhiuto, all’epoca candidato alla Presidenza della Giunta Regionale.

In pratica, la costituzione di un un tavolo Istituzionale Regionale che coinvolgesse non solo l’Upi e l’Anci Calabresi ma anche il sindacato ed il variegato mondo dell’Associazionismo. Un “Forum Interistituzionale e civico” che si facesse carico di compiere una ricognizione degli ultimi 50 anni di Regionalismo (1970-2021) e un consuntivo sullo stato e la condizione dei territori e, in essi, delle grandi aree urbane (Gioia Tauro, Vibo Valentia, Lamezia Terme, Crotone, Corigliano-Rossano, Castrovillari, etc.).

Sarebbe stato opportuno che il sistema politico, i partiti, fra le inesistenti attività di proposta e confronto programmatico non rinunciassero a pensare come ridisegnare la Calabria, atteso il consuntivo negativo di tutte le esperienze pregresse, sempre alternate fra di esse, e rendicontate dai diversi indicatori che generano il Pil Regionale in confronto con la crescita Nazionale e Continentale.

Un’architettura politica e istituzionale tutta da affinare che prova a recuperare quel protagonismo che Catanzaro ha perso oltre 25 anni fa’ con la nascita delle Province di Crotone e Vibo. In tal caso proverò a spiegare, non in maniera reazionaria come hanno fatto i leghisti Krotoniati, le ragioni per cui le riforme hanno il compito di esaltare le autonomie locali, tutte, ma offrendo un respiro e un orizzonte di coesione e di crescita ai territori, in egual misura, garantendo gli stessi standard di qualità della vita. Soprattutto perché ci apprestiamo, come cittadini del Sud Europa, a veder riequilibrare i livelli essenziali di servizi e prestazioni con i nostri omologhi del Nord d’Italia e D’Europa.

L’unico aspetto positivo che si può cogliere, quindi, nella proposta della Lega Catanzaro, è di aver dato la stura ad un confronto che non può circoscriversi al suo interno ma deve, necessariamente, coinvolgere i diversi livelli di responsabilità politica e di rappresentanza Istituzionale.

Anche se fuori tempo massimo per immaginare un approdo comune fra le due Istituzioni (Catanzaro e Crotone) si coglie l’elemento prodromico ad un tavolo regionale per avviare un confronto generale.

Proprio perché la Lega è forza di Governo, nazionale e regionale, sarebbe più che opportuno vigilare e affiancare il Presidente Occhiuto rispetto all’autonomia differenziata attestandosi su una impellente rivisitazione dell’impianto Statuale, soprattutto perché l’autonomia differenziata non aggravi il divario esistente fra nord e sud del Paese.

Non si perda, cioè, l’occasione di aggiornare la Costituzione sulla quale andrebbe ad incidere l’autonomia stessa, l’articolazione dello Stato e i meccanismi elettivi del Premier e dei Parlamentari. Ecco la sfida alla quale è chiamata la Lega Calabrese e meridionale in primis. Fallito il tentativo di Salvini di accreditare una Lega Nazionale (uno specchietto per allodole) ed una volta vistasi occupare lo spazio sovranista e conservatore da FdI, alla Lega non resta che trasformarsi in una Lega del Sud anche per difendersi da sé stessa. Il Federalismo Istituzionale fu una battaglia abbandonata dalla Lega quasi subito, dai suoi albori, non perché non vi credessero (prof. Miglio docet), ma perché era più conveniente puntare al Federalismo fiscale(2008), (gli sghej) che sono riusciti ad affermare guarda caso con Calderoli.

Quello che è avvenuto dopo, anche grazie alla riforma del Titolo V (Amato 2001) è stato solo aumento del debito pubblico e divario sempre più marcato fra Centro- Nord e Sud dell’Italia.

Ed allora si prospetti ai Ministri e Parlamentari Leghisti di “mettere a terra” le risorse del Pnrr partendo dal Sud ed alzando, inevitabilmente, la quota del 40% che l’ottimo Ministro Carfagna era riuscita a spuntare nonostante al Sud risieda poco meno di 1/3 della popolazione. È una proposta, nemmeno tanto scandalosa, giacché il principio che ha ispirato il Next Generation Ue era rivolto alle nuove generazioni ed alle aree svantaggiate.

In Calabria, per tornare a bomba, serve mandare in soffitta il vecchio armamentario ideologico e centralista. Bisogna rompere lo strabismo degli ultimi 50 anni che ha tenuto la Città di Crotone ai margini e periferica rispetto al resto della Calabria. Se siamo gli ultimi vi è una grande responsabilità dei Governi Regionali precedenti, tutti, che non hanno saputo farsi carico delle nostre fragilità.

Rappresentiamo un’area strategica nel Mediterraneo perché siamo baricentrici rispetto alle rotte per l’Europa del nord ed orientale.

Eppure, la coincidente presenza di un porto e un aeroporto ha sempre rappresentato un orpello utile alla bisogna, che si trattasse di Sacal o dell’autorità di bacino di Gioia Tauro.

Tutto quanto non avviene per un destino avverso o immodificabile, qualcosa non ha sicuramente funzionato nelle scelte Regionali, ma un concorso di colpa riguarda anche la pletora di Parlamentari e affini, Sindaci e Presidenti di Provincia che si sono alternati, quasi a completare il lavoro che gli altri avevano lasciato incompiuto.

In qualunque parte d’Italia un’area soggetta a dismissione industriale diventa oggetto di concorso internazionale di idee o coinvolge Urbanisti di altrettanta fama. Un esempio: Tirana.

Qualche anno fa, il Governo Albanese ha recuperato oltre 100 ettari di area degradata e industriale a nord della Capitale affidandosi all’Arch. Boeri. Un Italiano. A Crotone, invece, si è pensato al futuro affidandosi a chi aveva già immaginato una Città ripiegata su se stessa.  Con il risultato che chi arriva dopo, per reazione, fa ancora peggio.

La nostra è una realtà rassegnata all’irrilevanza perché non ci sono idee, non c’è una visione e manca la percezione dell’orizzonte. Crotone deve uscire dalla sua condizione di minorità con la stessa unità con la quale, senza distinzioni o primazie, riuscì ad affermare la propria autonomia Istituzionale: La Provincia. Oggi, la discussione intorno al tipo di elezione, è fuorviante e, al solito, un ibrido legislativo.

Si cambierà la Del Rio o la si riconfermerà? Ma, ancora prima di svelare l’arcano, cosa impedisce alla Calabria di autoriformarsi?

A legislazione vigente, le aree vaste (350 mila ab.) Potrebbero essere 5, vista la popolazione Calabrese (1.8 mln) ed essere rimodulate territorialmente. Potrebbero tenere conto dell’articolazione dei collegi elettorali alla Camera, trattandosi di organizzazione Statuale, alla quale coniugare contiguità territoriale (infrastrutture) e di sviluppo economico oltre che di retaggio sociale e culturale. Leggasi Area Vasta della Magna Graecia, magari con doppio Capoluogo (Crotone e Corigliano-Rossano) che amplii la rete dei servizi ed implementi le funzioni oltre il semplice coordinamento ed attuando un diffuso trasferimento delle deleghe da parte della Regione.

In questo caso l’elezione diretta, e non ponderata, avrebbe un senso pur riproponendo un antico interrogativo riguardo all’efficacia dei quattro livelli Istituzionali (Stato, Regione, Provincia Comune). Personalmente li ho sempre ritenuti troppi e, in alcuni casi, sovrapponibili.

Ma questo è un altro discorso che necessiterebbe di una consapevolezza nazionale ed un impegno unitario a ridisegnare l’architettura Statuale e i meccanismi di selezione della classe dirigente che negli ultimi anni (Porcellum (CD) Rosatellum (tutti) hanno generato una moltitudine di “dilettanti allo sbaraglio”. Tuttavia, auspicando che si avvii un confronto virtuoso a livello Regionale, qui a Crotone possiamo cominciare a darci una strategia che rallenti il declino demografico ed economico e rilanci il peso geopolitico della Città dei tre millenni.

Pensare ad unire le municipalità contermini (Crotone, Isola Capo Rizzuto, Cutro Scandale, Rocca di Neto, Strongoli) per creare un’area urbana di oltre 100 mila abitanti ed il secondo territorio (oltre 600kmq) d’Italia per estensione, dopo l’area metropolitana di Roma. Per non accennare alle provvidenze finanziarie ai diversi livelli di competenza. Una classe dirigente ambiziosa ed attrezzata non tarderebbe ad attivarsi nella direzione di una crescita collettiva.

Ciascuno dei protagonisti politici in campo avrebbe da trarre solo vantaggi a cimentarsi su obiettivi che vadano oltre i confini angusti dell’autoreferenzialità. (mc)

 

Sanità, implementato il servizio di Telemedicina

Il Dipartimento Salute e Servizi socio-sanitari della Regione Calabria ha reso noto che è stato implementato il Servizio di Telemedicina previsto dal Piano Operativo del Pnrr Missione 6.

Nello specifico, riguardano riprogettazione della Rete dei servizi territoriali, introducono strumenti di teleassistenza e di telemedicina e ridisegnando il modello della salute complessiva delle persone e delle nostre comunità regionali, non solo quindi prestazione sanitaria ospedaliera ma una nuova sanità territoriale più vicina, più capace di proteggere, più capace di provvedere ai bisogni.

«La Missione Salute del Pnrr – viene spiegato in una nota – si articola in due componenti di cui la principale riguarda le Reti di prossimità: strutture intermedie e telemedicina per l’assistenza sanitaria territoriale. Gli interventi intendono infatti rafforzare le prestazioni erogate sul territorio grazie al potenziamento e alla creazione di strutture e presidi territoriali (come le Case della comunità e gli Ospedali di comunità), il rafforzamento dell’assistenza domiciliare attraverso l’attivazione delle Centrali operative territoriali, lo sviluppo della telemedicina e una più efficace integrazione con tutti i servizi socio-sanitari».

«In particolare, un’articolazione della missione Salute del Pnrr – continua la nota del Dipartimento – è come detto l’assistenza domiciliare e la non-autosufficienza Per l’avvio delle attività per l’attivazione del servizio di telemedicina la Regione Calabria, Dipartimento Tutele della salute, ha completato il Piano Operativo Regionale, rispettando la data prevista per la trasmissione sulla piattaforma Agenas del piano. Il Piano è stato progettato seguendo le indicazioni contenute nel decreto del ministro della Salute del 30 settembre 2022 che tengono conto del proprio fabbisogno totale per i servizi di telemedicina previsti per l’infrastruttura regionale di telemedicina, del rispetto di Milestone e Target nonché del cronoprogramma dello specifico sub-investimento».

«Il progetto prevede anche – prosegue la nota – quali componenti del fabbisogno si intende eventualmente garantire, con soluzioni di telemedicina già esistenti e attive su tutto il territorio regionale, quali componenti del fabbisogno totale intende acquisire. In particolare, nella redazione del piano operativo regionale sono state comprese tutte le quattro tipologie di prestazioni di telemedicina previsti dal decreto: Televisita, Teleconsulto, Teleassistenza, Telemonitoraggio/Telecontrollo per le persone affette da cinque patologie croniche indicate dal Ministero (diabete, respiratorio, cardiologico, oncologico e neurologico)».

«Il servizio di Telemedicina – che verrà attivato nei tempi previsti dal Piano operativo del PnrrM6 – prevede un percorso di presa in carico a domicilio dei pazienti cronici – viene spiegato – nel quale intervengono: il medico di medicina generale, il pediatra di libera scelta al quale è in capo la responsabilità clinica dell’assistito nel percorso generale di presa in carico; l’infermiere territoriale, come componente dell’équipe multiprofessionale che funge da punto di riferimento per la famiglia e per gli altri attori coinvolti; la Centrale operativa territoriale, che avrà la responsabilità dell’organizzazione, del tracciamento della presa in carico e del raccordo tra i diversi soggetti (medici di medicina generale, pediatri di libera scelta, Case di comunità, Ospedali di comunità)».

«Infine, il Piano prevede di dotare – conclude la nota – tutti i medici di medicina generale, i pediatri di libera scelta e gli specialisti ambulatoriali di idonee postazioni di telemedicina, mediante le quali fornire servizi territoriali di assistenza sanitaria, senza intasare gli ospedali e facilitando le cure domiciliari ai malati cronici». (rcz)

Russo (Cisl): Al lavoro per ripresa e sviluppo sostenibile della Calabria

Lavorare per la ripresa e lo sviluppo sostenibile della Calabria. È questo l’obiettivo del percorso di formazione, per i quadri della Cisl, Calabria sull’utilizzo delle risorse del Pnrr è dedicata alle politiche attive del lavoro e alle politiche sociali e sanitarie.

Tonino Russo, segretario generale di Cisl Calabria, ha spiegato che nell’incontro di domani, venerdì 10 febbraio, «metteremo a fuoco alcune misure del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, fondamentali per la nostra regione. Questi i temi che approfondiremo: sulla Missione 5 C1, “Politiche attive del lavoro e sostegno all’occupazione: riforme ed investimenti, come potrebbe cambiare il mercato del lavoro e delle competenze”; sulla Missione 5 C2, dedicata a servizi sociali, disabilità e marginalità sociale, “Le politiche sociali tra riforme ed investimenti del Pnrr per una nuova stagione di inclusione, di tutele e di accessibilità ai servizi territoriali”; sulla Missione 6 C1, “Potenziamento e assistenza della rete sanitaria: tra riforme ed investimenti per una nuova Sanità nel Paese e in Calabria, tra vincoli ed opportunità”».

«Con il supporto e il coordinamento della Fondazione Cisl “Ezio Tarantelli” – ha concluso – e l’intervento di esperti e dirigenti della Cisl nazionale e regionale, individueremo, negli spazi offerti dai fondi del Pnrr, secondo la logica del Next Generation Eu, le priorità negli interventi per la Calabria. La Cisl è pronta a dare il proprio contributo per avviare processi di coesione sociale e di crescita che mettano al centro dello sviluppo le persone e le comunità in cui esse vivono». (rcz)

Pnrr, le proposte e le analisi di Cgil Calabria

Nella Sala Coni di Piazza Matteotti a Cosenza, i sindacalisti della Cgil si sono confrontati sul tema Pnrr: Territori, generi, generazioni per un Paese più equo e inclusivo.

Un momento di confronto su un tema quanto mai attuale, ora che l’autonomia differenziata rischia di diventare una cesoia sociale e affrontato con un parterre eterogeneo per analizzare, a partire dal ruolo dei sindacati, come sia possibile incidere sul Piano e quali siano le falle di sistema.

A partecipare il Segretario Generale Cgil Calabria, Angelo Sposato, il Segretario Generale Cgil Cosenza, Massimiliano Ianni, l’economista Domenico Cersosimo, la responsabile Politiche di Genere Cgil Nazionale, Laura Ghiglione, Emilio Viafora, Cgil Veneto e Flavio Stasi, sindaco di Corigliano-Rossano.

Tra le osservazioni sollevate da Sposato l’invito a tenere la barra dritta contro la pervasività della criminalità organizzata lì dove ci sono fondi da spendere, dal Pnrr al Por e così via. Il Segretario ha poi ricordato come la Cgil si sia fatta promotrice di un protocollo con le Procure, i Comuni e le Stazioni Appaltanti al fine di creare vigilanza sociale e contrattazione d’anticipo.

Anche per il Segretario Cgil Cosenza Massimiliano Ianni il ruolo della Cgil deve essere nevralgico, offrendo un monitoraggio civico, mentre per Emilio Viafora, Cgil Veneto, il sindacato deve aprire ad una contrattazione nazionale ed internazionale, affrontare la questione salariale nel settore pubblico e lavorare per la sburocratizzazione dell’apparato.

Importanti anche i contributi tecnici. Dal sindaco di Corigliano Rossano Flavio Stasi che ha portato esempi concreti di come i Comuni abbiano difficoltà a gestire sia l’attività ordinaria che quella straordinaria, a quello dell’economista Domenico Cersosimo che ha spiegato come manchi la visione di un’Italia industriale e un approccio alle comunità tenendo conto del contesto in cui sono inserite e delle tante risorse al proprio interno che, solo se oliate insieme, possono portare a risultati sulla qualità della vita, dei servizi e del welfare.

Il Pnrr può però dare frutti anche sulle politiche di genere. Tema affrontato dalla responsabile del settore in Cgil Nazionale Laura Ghiglione. Ghiglione ha annunciato la nascita di una piattaforma Cgil (verrà presentata ufficialmente a marzo) che proverà ad immaginare investimenti e potenzialità con l’obiettivo di incidere sui gap occupazionali e di genere. (rcs)

A Cosenza l’incontro della Cgil su “Pnrr: Territori, generi, generazioni”

Questo pomeriggio, a Cosenza, alle 16, nella Sala Coni di Piazza Matteotti, è in programma l’incontro promosso dalla Cgil dal titolo Pnrr:  Territori, generi, generazioni per un Paese più equo e inclusivo.

i prenderanno parte il Segretario Generale Cgil Calabria, Angelo Sposato, il Segretario Generale Cgil Cosenza, Massimiliano Ianni, l’economista Domenico Cersosimo, la responsabile Politiche di Genere Cgil Nazionale, Laura Ghiglione, Emilio Viafora, Cgil Veneto e Flavio Stasi, sindaco di Corigliano-Rossano. (rcs)

A Trebisacce con il Comitato Elette Alto Jonio si parla di Commissioni e Pnrr

Domani mattina, a Trebisacce, nella Sala Consiliare di Piazza della Repubblica, con il Coordinamento Elette Alto Jonio si parlerà della Formazione delle commissioni e proposte operative anche nell’ottica del Piano Nazionale di Ripartenza e Resilienza.

Lo hanno reso noto la consigliera delegata alle politiche sociali e pari opportunità, Antonia Roseti, insieme al sindaco Alex Aurelio.ù

«Incentivare ogni strategia utile per promuovere la parità di genere e contrastare, in ogni ambito, tutte le forme di violenza fisica, verbale e psicologica che possano ferire, minacciare e ledere la dignità, la sensibilità e la libertà della donna, era e continua ad essere un impegno prioritario per l’Esecutivo», ha spiegato la consigliera Roseti.

Approvato già dal consiglio comunale di Trebisacce, il Patto siglato nello scorso mese di novembre dal Coordinamento, iniziativa nata su impulso di Maria Rita Acciardi, già sindaco di Amendolara e consigliere comunale della stessa città, coinvolge i comuni di Albidona, Alessandria del Carretto, Amendolara, Canna, Castroregio, Cerchiara di Calabria, Francavilla Marittima, Montegiordano, Nocara, Oriolo, Plataci, Rocca Imperiale, Roseto Capo Spulico, San Lorenzo Bellizzi, Trebisacce e Villapiana. (rcs)

Deserti sanitari, Tavernise (M5S): Il Pnrr opportunità solo se sfruttato

Il consigliere regionale del M5S, Davide Tavernise, a commento del report realizzato da Cittadinanza Attiva sulla carenza di camici bianchi in rapporto alla popolazione, ha ribadito che il «Pnrr è un’opportunità solo se sfruttato».

«Il dato che più desta stupore – ha spiegato – prima dell’esiguo numero di cardiologi in rapporto alla popolazione di Crotone, o di quello dei ginecologi, in rapporto alla popolazione di Reggio Calabria, è uno: per stessa ammissione dell’associazione Cittadinanza Attiva i dirigenti sanitari si rendono indisponibili o si dichiarano ignari dei dati sanitari richiesti».

«La sottrazione di chi opera nel mondo sanitario – ha proseguito – alla richiesta di informazioni semplici, quale il numero dei medici di medicina generale nella propria regione, è sintomatico di una cattiva amministrazione delle politiche sanitarie. Tanto non può non mettere in discussione l’opportunità che in tema di sanità viene offerta, anche alla Calabria, dal Pnrr. Senza piena coscienza dell’operatività di tutto il personale sanitario operante sul territorio regionale, quale personale si pensa di inserire nei previsti ospedali e case di comunità?».

«Se queste sono le premesse – ha concluso – come le vecchie case della salute le nuove strutture sanitarie, che si vorrebbero più prossime ai territori, rischiano o di non nascere proprio o di nascere monche. E a pagarne le conseguenze, come sempre saranno i cittadini che chiedono di non dover percorrere centinaia di chilometri di strade sferrate per accedere al pronto soccorso. Dove ovviamente troverebbero un medico, forse, di turno». (rrc)

Perciaccante (Ance): Pa e caro materiali sta rallentando attuazione del Pnrr

«Il settore delle costruzioni ed il Sud sono centrali nella realizzazione degli obiettivi del Pnrr. Purtroppo alcuni elementi ne stanno significativamente rallentando l’attuazione: il funzionamento della Pubblica Amministrazione ed il caro materiali». È quanto ha denunciato il presidente di Ance Calabria, Giovan Battista Perciaccante, al convegno Pnrr per il Sud che verrà svoltosi a Lecce.

Presenti la presidente nazionale di Ance, Federica Brancaccio e il ministro per gli Affari Europei, Raffaele Fitto.

Alla tavola rotonda, moderata da Nicola Porro ed alla quale hanno preso parte anche l’Anci e la Regione Puglia, Perciaccante ha sottolineato l’importanza delle misure previste dal Pnrr e le dinamiche di sviluppo che potrebbero essere generate nel Sud e, di conseguenza, nell’intero territorio nazionale. Infatti dei 222 miliardi di euro, 108 mld interessano il comparto delle costruzioni. Di questi ultimi oltre 45 miliardi riguardano il Sud. 

«Ai ritardi sul fronte Pnrr si aggiungono quelli accumulati nella spesa dei fondi comunitari. Ne è un esempio il Fesr – ha sottolineato Perciaccante – il cui avanzamento della spesa al 31 ottobre 2022, secondo le elaborazioni Ance sui dati della Ragioneria Nazionale dello Stato, vede la Calabria in coda alla classifica con il 48%, a fronte di una media nazionale del 66%».

Rispondendo alle domande del giornalista, il presidente Perciaccante ha avuto modo di sottolineare la partenza lenta che si è registrata nell’attuazione del Pnrr con una spesa realizzata pari a 20,5 mld contro i 33,7 previsti. 

Il grado di efficienza della P.A., soprattutto nel Sud del Paese, trova collocazione fra gli ultimi posti nella graduatoria europea. Difficoltà che vengono accentuate dalla centralità che il Pnrr affida proprio ai Comuni per l’attuazione degli interventi. Cosa quest’ultima di grande rilievo poiché lo sviluppo dal basso è fondamentale per cogliere al meglio le specificità territoriali, ma che si scontra con una burocrazia sempre meno specializzata e sempre più anziana. L’età media nella P.A. è infatti salita a 55 anni ed oltre 1/3, nel Sud, ha più di 60 anni.

«È necessario perciò – ha sottolineato il presidente di Ance Calabria e del Comitato Mezzogiorno dell’Ance – puntare sui giovani, formarli ed adeguatamente retribuirli per implementare ed innovare una P.A che da troppi anni non registra turn over. Sarebbe anche un incentivo a trattenere i troppi giovani laureati che vanno via da territori come la Calabria». 

Sul versante del caro prezzi per Giovan Battista Perciaccante «non è più rinviabile la necessità di una rimodulazione del Pnrr per poter adeguare le condizioni di appalto dei lavori alle mutate condizioni del mercato. Solo a titolo di esempio: +37,2% l’acciaio, +142,5% l’energia, + 34,3% il bitume, +179,7% il gas. Questi pochi numeri stanno a testimoniare il perché è necessario intervenire, soprattutto per evitare che le gare d’appalto, come sta succedendo, vadano deserte».

Luci ed ombre dunque che possono essere dissipate secondo i massimi rappresentanti del sistema nazionale Ance con una nuova e più forte consapevolezza che investire nel Sud significa investire nel futuro del Paese. (rmm)