L’OPINIONE / Maria Elena Senese: Si riparte con le scuole insicure di sempre, nonostante le tante risorse del Pnrr

di MARIA ELENA SENESE – Sono diverse le problematiche riguardanti le condizioni strutturali degli istituti scolastici con problemi che vanno dalla staticità, alla sicurezza antisismica fino all’efficientamento energetico.

Una situazione  estremamente preoccupante, nonostante la mole di risorse stanziate con il Pnrr, ben12,4 miliardi a cui si sommano 914,4 milioni provenienti da altre fonti di finanziamento.

La maggior parte dei 40.293 edifici scolastici italiani è fatiscente ma soprattutto insicura. Il 57,9% delle strutture è addirittura priva del certificato di agibilità e il 54,92%, del certificato di prevenzione incendi. Il 41,4% dei plessi scolastici è privo di collaudo statico.

Tra le regioni con la percentuale più elevata di edifici non in regola la Calabria è in pole position con il 18,75%, superata solo dalla Sardegna (22,81%). Sono sei le misure del Pnrr destinate alle scuole, con investimenti complessivi per 13,4 miliardi: 12,4 dal Pnrr e 914,4 milioni da altri fondi.

Le Regioni con più progetti approvati sono la Lombardia (5.173 progetti per 1,6 miliardi); la Campania (4.773, 1,6 miliardi); la Sicilia (3.786, un miliardo); il Lazio (3.493, 962,6 milioni); la Puglia (3.143, 992,8 milioni); l’Emilia-Romagna (2.784, un miliardo) e il Veneto (2.845, 998,9 milioni).

Sono 216 le nuove scuole finanziate con le risorse del Pnrr, rispetto alle 195 inizialmente previste, grazie ad un aumento dei fondi che ha portato lo stanziamento da 800 milioni a un miliardo di euro. Al Mezzogiorno andrà il 42,4% dei fondi.

Davanti a queste ingenti risorse il quadro attuale è però decisamente allarmante: la spesa effettiva delle risorse complessivamente stanziate, ad oggi è ferma al 22,19% a fronte di una spesa prevista che doveva raggiungere il 55,46% entro fine settembre

È evidente che, in una situazione del genere, il timore che le risorse possano essere revocate è estremamente alto.

Il Ministero dell’Istruzione e del merito ha di recente pubblicato l’elenco di 399 interventi di edilizia scolastica indicati dalle Regioni a seguito dello stanziamento di risorse aggiuntive avvenuto con decreto del Ministro del 7 dicembre 2022 e finanziati con circa 936 milioni di risorse proprio nell’ambito del Pnrr, che Comuni e Province potranno immediatamente attuare. Il 40% dei finanziamenti, ricordiamolo, è stato destinato al Mezzogiorno.

Gli interventi sono dedicati alla messa in sicurezza degli istituti, riqualificazione, adeguamento sismico e antincendio ed eliminazione delle barriere architettoniche.

Dando un’occhiata al sito dedicato del ministero dell’Istruzione e del merito, infatti, emerge come gli interventi per l’adeguamento antisismico e il risparmio energetico degli istituti sono in totale 21 per una spesa di 43 milioni di euro. A fare la parte del leone è la provincia di Cosenza con 15 progetti finanziati. Il Catanzarese si ferma a quota 4, per Crotone non ci sono finanziamenti previsti, mentre a Reggio Calabria e Vibo Valentia sono solo due i progetti ammessi a finanziamento.

Il rispetto delle scadenze europee avrebbe consentito, in moltissimi casi, una ripresa dell’anno scolastico in condizioni migliori. Oggi, pero, è importante procedere con la massima sollecitudine per recuperare, nei limiti del possibile, il tempo perduto fino ad oggi.

Il degrado dei quartieri e i fenomeni di devianza giovanile si contrastano anche, se non soprattutto, partendo da questi interventi. La scuola in Calabria deve essere una delle priorità assolute perché è la chiave di volta della costruzione della società del futuro. La sicurezza, la riqualificazione e l’efficienza energetica degli edifici scolastici costituiscono necessità improrogabili che non possono continuare a tradursi in promesse non mantenute. (mes)

[Maria Elena Senese è segretaria generale di Fenealuil Calabria]

Pnrr, il presidente Occhiuto: Eventuali spostamenti di risorse da fare all’interno dello stesso territorio

«Eventuali spostamenti di risorse (del Pnrr ndr) devono avvenire all’interno dello stesso territorio». È quanto ha detto il presidente della Regione, Roberto Occhiuto, in un colloquio con La Stampa.

«Per capirci, se si tolgono finanziamenti a un Comune calabrese, devono essere dati a un altro Comune con migliore capacità di spesa o alla Regione», ha detto Occhiuto.

Sulla revisione del Pnnr, i presidenti delle Regioni hanno protestato per non essere stati coinvolti, ma «in realtà abbiamo evidenziato che le Regioni non sono mai state coinvolte, nemmeno dai governi precedenti, e questo ha senza dubbio generato progetti difficilmente cantierabili», ha dichiarato il presidente

«Bastava contare – ha aggiunto – quante ‘talpe’ per scavare gallerie abbiamo a disposizione in Italia. In Calabria abbiamo Comuni senza il capo dell’ufficio tecnico, che non hanno la possibilità di fare interventi nei tempi previsti».

Quindi, ha fatto bene il ministro Fitto a togliere 16 miliardi per progetti già avviati?, è stato chiesto al governatore, che ha detto come «intanto, va dato atto a Fitto di aver informato le regioni sugli obiettivi del suo piano di rimodulazione. Poi auspico che quelle risorse vengano effettivamente messe di nuovo a disposizione in altra forma».

Il Governatore, poi, è tornato a parlare di sanità, ricordando come «mettendo a posto i conti» della sanità calabrese, «qui ho trovato un avanzo di 200 milioni: soldi non spesi, servizi non erogati ai cittadini».

Quanto ai miliardi necessari per la sanità, «aspettiamo la legge di bilancio per verificare se la lezione del Covid è servita o meno. Ma, oltre ai soldi, servono le riforme. Per noi in Calabria, ad esempio, il reclutamento dei medici è molto difficile: vorrei poter offrire incentivi economici e di carriera ai professionisti disposti a venire a lavorare nei nostri ospedali, esattamente come già si può fare con i magistrati assegnati alle nostre procure».

Sul tema dell’immigrazione, secondo Occhiuto «In Italia manca un modello di accoglienza dei migranti, non siamo stati in grado di crearlo: è un fallimento degli esecutivi che si sono succeduti, in modo particolare delle anime belle della sinistra che hanno governato ininterrottamente negli ultimi anni».

«Centomila arrivi – ha spiegato – non possono rappresentare un problema per un Paese con 60 milioni di abitanti, anzi bisognerebbe vederli come un’opportunità. Qui da noi abbiamo tante famiglie sotto la soglia di povertà, diamo loro la possibilità di ospitare e assistere un minore non accompagnato, ovviamente con un contributo economico da parte dello Stato. Sarebbe un sistema più funzionale».

In passato «si è dovuti intervenire perché in molte regioni si era sviluppata un’industria del profitto, che lucrava sull’accoglienza dei migranti. Altra cosa è costruire un vero modello di accoglienza diffusa e di integrazione, all’insegna della sussidiarietà, per dare la possibilità a giovani e disoccupati di trasformare il problema in un’opportunità».

Come si è cercato di fare in Calabria dopo la tragedia di Cutro, attraverso «un accordo con l’associazione dei costruttori per la formazione professionale dei migranti, da impiegare nei cantieri edili, in modo da integrarli grazie al lavoro».

«Noi in Calabria abbiamo sempre accolto tutti in silenzio, con grande solidarietà – ha ricordato – ma rispetto le difficoltà degli altri governatori, che devono affrontare realtà diverse, specie nelle aree metropolitane, dove la mancanza di un modello di integrazione ha generato dei ghetti, o ad esempio, nelle stazioni divenute spesso un luogo fertile per la microcriminalità».

«Se si chiede giustamente all’Europa di assumersi le sue responsabilità, poi è necessario che ciascuno, a tutti i livelli, faccia lo stesso esercizio di responsabilità», ha concluso. (rrm)

 

Centrale Enel, Tavernise e Baldino (M5S): Persi 14,7 mln di fondi Pnrr

Il consigliere regionale Davide Tavernise e la deputata Vittoria Baldino del M5S, hanno denunciato come «grazie alla nuova dirigenza dell’Enel, la città di Corigliano Rossano perde un’occasione incredibile di sviluppo sostenibile e di rilancio del territorio con la creazione di una hydrogen valley».

«Il caso della Centrale di Sant’Irene, ossia l’annunciata rinuncia al finanziamento di 14,7 milioni di euro per la riconversione della centrale per la produzione di idrogeno attraverso fondi gestiti dalla Regione Calabria (Missione 2 Componente 2 – Investimento 3.1 del Piano Nazionale Di Ripresa e Resilienza (PNRR) “Produzione di idrogeno in aree industriali dismesse”) – hanno spiegato – è emblematico di una politica economica ed energetica che non prende in considerazione la transizione ecologica e le enormi ricadute positive che un’idea di tale portata innovativa può generare in termini di sviluppo, lavoro e futuro in un’area vasta come quella della Sibaritide».
«Come nella tela di Penelope – hanno aggiunto –  la nuova dirigenza Enel ha così distrutto quello che attraverso il Pnrr si stava costruendo ovvero una riconversione economica e sociale nel segno della sostenibilità di un sito industriale dismesso».
«Siamo convinti – hanno proseguito – che investendo sulle rinnovabili si sarebbe creato un indotto straordinario a Corigliano Rossano. L’idrogeno “verde”, derivato quindi da fonti di energia sostenibile, è visto come il cardine della transizione verso un’economia a emissioni zero. Il mercato della produzione di idrogeno sarà sicuramente in forte aumento nei prossimi anni. L’Ue prevede che l’idrogeno contribuirà per circa il 15% al mix energetico del blocco entro il 2050. Mobilità sostenibile, decarbonizzazione dei processi industriali, ottimizzazione della produzione di energia rinnovabili, le applicazioni dell’idrogeno sono tante, anche nella nostra regione come ad esempio il suo uso sui sei treni ad idrogeno destinati ai nuovi collegamenti ferroviari tra Cosenza e Catanzaro».
«Con questa scelta – hanno concluso – Enel concretizza una visione antistorica del progresso. Speriamo che tutte le forze politiche facciano quadrato intorno alla bontà di questo progetto e riescano a convincere la dirigenza Enel a fare un passo indietro e a scommettere nuovamente e fortemente nelle potenzialità di siti strategici per il Paese, come quello di Sant’Irene». (rcs)

 

Rimodulazione Pnrr, Lo Schiavo: la politica calabrese si mobiliti contro il saccheggio di Salvini

Il consigliere regionale Antonio Lo Schiavo si è rivolto a tutta la politica calabrese, affinché si mobiliti contro «la rimodulazione dei fondi del Pnrr operata dal ministero delle Infrastrutture, guidato dal vicepremier Matteo Salvini, con la quale si sottraggono ben 2,5 miliardi di euro destinati alle regioni del Mezzogiorno per garantire la copertura di opere pubbliche concentrate in Piemonte, Lombardia e Veneto».

«Siamo di fronte ad un nuovo, volgare, gioco delle tre carte con il quale il ministro leghista-nordista mai pentito, con una mano sventola la carta illusoria della mega opera del Ponte sullo Stretto – ha detto Lo Schiavo –  e con l’altra sottrae con destrezza fior di risorse alle infrastrutture del Sud Italia, per destinarle al completamento di altre opere casualmente concentrate oltre la Linea Gotica. Un autentico saccheggio ai danni del Sud quello che emerge dall’informativa dello stesso Salvini che dirotta i fondi sull’alta velocità Verona-Padova, sul secondo lotto di Vicenza, sul terzo valico dei Giovi e sul nodo di Genova. Una maxi-rimodulazione ovviamente a danno di opere previste al Sud e in Calabria, dove, in particolare, erano in programma interventi sulle linee ferroviarie Lamezia Terme-Catanzaro e Sibari-Melito Porto Salvo».

«Un colpo di mano inaccettabile, in linea con gli intendimenti leghisti celati dal disegno dell’Autonomia differenziata, e rispetto al quale, questa volta, mi auguro non vi siano complicità da parte del Governo regionale – ha concluso –. Auspico, al contrario, che si levi forte la voce di condanna da parte di tutto il Consiglio regionale e anche dalla Giunta, a stigmatizzare questo atteggiamento predatorio che rischia solo di far sprofondare ancor di più una regione che, più di altre, ha fame di infrastrutture moderne ed efficienti». (rrc)

Pnrr, Osvaldo Napoli: «Il Governo penalizza e mortifica la Calabria»

di PINO NANO – «Un miliardo di lire tolto alla Calabria regione governata da Forza italia è uno schiaffo a Forza Italia e al suo staff, oltre che al sud».

A difendere questa volta le ragioni della Calabria è Osvaldo Napoli, uomo di punta di Azione di Calenda e per lunghissimi anni protagonista di lungo corso della politica italiana.

Osvaldo Napoli è un uomo che le cose che pensa non le manda a dire. «Il governo taglia alla Calabria quasi un miliardo di euro perdendo il 46 percento delle risorse prendiamo atto che Giorgia Meloni e il ministro Musumeci e Fitto riempiono a parole il territorio meridionale salvo poi nella prima occasione penalizzare il territorio calabrese ,sono sicuro che il presidente Roberto Occhiuto profondo difensore del proprio territorio dimostrerà differenziazione politica da questo atto. Ci aspettiamo un pronto ripensamento da parte del governo e non vi sono dubbi che i nostri rappresentanti regionali e comunali di azione sapranno nelle sedi opportune denunciare questa iniqua penalizzazione».

Il leader di Azione conosce bene la regione e i suoi dirigenti: «Conosciamo già la replica del governo: nessun progetto sarà definanziato, i fondi tagliati dal Pnrr saranno compensati con le risorse del Fondo di coesione sociale. Questa è la promessa, la realtà dice tutt’altro per la Calabria: la regione guidata dal presidente forzista Roberto Occhiuto si vista punita con il taglio di 1 miliardo dei fondi del Pnrr. Questo significa che se il Mezzogiorno è la Cenerentola del Pnrr, la Calabria ha subito un trattamento ben peggiore visto che 1 miliardo rappresenta ben il 46% delle risorse».

Poi aggiunge: «Sono convinto che il presidente Roberto Occhiuto farà sentire la sua voce e difenderà il territorio che amministra senza farsi condizionare dalle ragioni dell’alleanza di destra. Gli interessi della Calabria sono certamente superiori alla coesione dell’alleanza di destra. Gli amministratori locali di Azione non resteranno a guardare questo autentico

Cugliari (Cna): Bene inserimento nel Pnrr del progetto di autoproduzione energetica

Il presidente di Cna Calabria, Giovanni Cugliari, ha evidenziato come l’ingresso nel Pnrr del progetto della Confederazione nazionale Artigianato volto a favorire l’autoproduzione di energia con pannelli fotovoltaici sui tetti dei capannoni sia «una grande vittoria».

«D’ora in poi per ogni impiantista sui tetti sapremo che è anche merito nostro, avendo portato avanti una battaglia che oltre ad a favorire la svolta green del Paese, mette in moto l’occupazione», ha detto Cugliari, sottolineando come «l’introduzione di questo strumento avrà un impatto positivo sulla crescita del tessuto imprenditoriale in Calabria, una riduzione dei costi energetici e porterà un nuovo impulso alle imprese del settore edilizio e impiantistico che potrebbe contribuire ad un aumento dell’occupazione, con nuove opportunità di lavoro per artigiani e professionisti del settore, favorendo la libertà energetica rispetto ai modelli tradizionali. Sono sviluppi molto promettenti per la Calabria!».

I sostegni, sotto forma di credito d’imposta, permetteranno a oltre 200.000 micro e piccole Imprese italiane di installare gli impianti fotovoltaici, produrre energia da fonti rinnovabili, abbattere fino al 60% i costi dell’energia, contribuire alla transizione energetica del Paese. L’utilizzo dei tetti dei capannoni contribuirà in modo significativo anche alla riduzione del consumo di suolo nella produzione di energia.

«È importante – ha concluso Cugliari – riconoscere gli sforzi e l’impegno di Cna nel promuovere l’autoproduzione energetica e lavorare per un futuro più sostenibile e prospero per la Calabria». (rcz)

L’OPINIONE / Tonino Russo: Servono azioni per vero sviluppo e lavoro, non assistenzialismo

di TONINO RUSSOLe previsioni della Svimez per il triennio 2023-2025 ci parlano di un Sud che ha partecipato attivamente alla ripartenza nel biennio 2021-2022, anche se si registra che “il Pil del Mezzogiorno, nonostante la ripresa sostenuta, rimane ancora di oltre sette punti al di sotto del livello del 2008, da quando ha preso le mosse una lunga stagione di ampliamento dei divari territoriali”.

L’analisi dell’Associazione per lo sviluppo dell’industria nel Mezzogiorno ci dice anche che restano non sciolti i nodi drammatici del lavoro povero, dei bassi salari, della precarietà dell’occupazione: questioni che riportano in primo piano l’esigenza di tutelare le fasce deboli della popolazione, ma al tempo stesso l’urgenza di promuovere politiche attive del lavoro, perché i sussidi erogati in favore di chi si trova in situazioni di grave disagio non si trasformino in forme di assistenzialismo che mortificano la persona e non fanno crescere il tessuto delle nostre comunità nel suo insieme.

Così com’è importante, più in generale, coinvolgere i lavoratori nelle scelte che riguardano la gestione delle aziende, come si propone la Cisl promuovendo la proposta di legge di iniziativa popolare per l’attuazione dell’art. 46 della Costituzione: la partecipazione fa crescere l’impresa, migliora produttività e redditi.

Tornando al Sud e alla Calabria, non c’è dubbio che la coesione sociale sia fortemente a rischio nel nostro territorio e che sia necessario impegnare maggiori risorse per la tutela dei soggetti fragili anche rilanciando le politiche regionali di welfare, perché nessuno sia lasciato indietro. Ma è fondamentale che si attivino, al tempo stesso, processi di formazione per nuove competenze, realizzare le condizioni per agganciare crescita e ripresa, per creare nuovo lavoro.

La stagione dell’assistenzialismo, pur necessaria, deve essere finalizzata non a perpetuare dipendenze, ma a creare autonomia, a restituire dignità alle persone. È questo l’obiettivo verso il quale tendere, non limitandosi alla protesta, ma partecipando senza stancarsi ai tavoli nazionali e regionali del confronto, proponendo soluzioni per un utilizzo efficace dei finanziamenti del Pnrr, dei fondi per la coesione, di tutte le risorse disponibili per lo sviluppo. Oggi più che mai non serve il conflitto che rischia di essere fine a sé stesso; serve invece un grande patto sociale per un’alleanza a favore del lavoro(tr)

[Tonino Russo è segretario generale di Cisl Calabria]

L’OPINIONE / Rubens Curia: Attuiamo il Pnrr per garantire una democrazia delle cure

di RUBENS CURIA – Il Pnrr ha reso, finalmente, attuale un nuovo lessico sanitario con termini quali: “Territorio, Prossimità, Reti, Medicina Proattiva, Continuità, Digitalizzazione, Casa come primo luogo di cura”. La valorizzazione della medicina territoriale garantisce la “democrazia delle Cure” implementando l’eguaglianza nell’accesso alla prevenzione e alle terapie che è obiettivo primario del Pnrr il cui strumento principale sono le Case della Comunità (C.d.C.), le Cot e gli Ospedali di Comunità (O.d,C.).

L’ultimo monitoraggio del Pnrr del 15 luglio da parte del ministero della Salute e della Regione Calabria e le notizie in merito ad un corposo ridimensionamento, da parte del Governo nazionale, dei fondi del Pnrr che interesserebbero le Case della Comunità e gli Ospedali di Comunità non possono lasciarsi tranquilli perché ciò potrebbe comportare, a breve, la riduzione delle 61 C.d.C. e dei 20 O.d.C. programmati per la Calabria. La verifica del 15 di luglio ci dice che “permangono criticità significative per 41 C.d.C.e per 11 O.d.C.” molti dei quali previsti, giustamente, nei Comuni delle Aree Interne che in Calabria sono 326 su 404.

La mancata o rinviata costruzione degli O.d.C. e delle C.d.C., che sono il luogo dove operano le équipes multiprofessionali composte dai mmg/Pediatri di libera scelta/ Infermieri di comunità e Specialisti ambulatoriali interni e del raccordo operativo (Transitional Care) tra Ospedale e Territorio e dell’integrazione sociosanitaria tra Azienda Sanitaria ed Ente Locale, sarebbe un fatto grave perché isolerebbe ulteriormente queste Aree, alcune delle quali subiscono già un grave ritardo nell’utilizzazione, da parte della nostra Regione, dei fondi della Strategia Nazionale Aree Interne (Snai) finanziati da molti anni!

Ci permettiamo di invitare il presidente Occhiuto a: A) sollecitare gli uffici tecnici preposti delle Aziende Sanitarie Provinciali a lavorare, senza interruzione, per superare le criticità evidenziate nel rapporto Regis del 15 luglio, specialmente per le Strutture delle Aree Interne; B) non tagliare nel nuovo programma le C.d.C.e gli O.d.C. utilizzando i fondi non spesi dell’articolo 20 della legge 67/88; C) attuare un cambio di passo nell’ utilizzazione dei finanziamenti Snai che interessano l’Area Grecanica, il Versante Ionico Serre, la Sila- Pre Sila Crotonese e Cosentina ed il Reventino Savuto. Attuiamo pienamente in Calabria la 833/78 che ha trasformato la tutela della salute da diritto dei lavoratori a diritto dei cittadinI. (rc)

[Rubens Curia è portavoce di Comunità Competente]

PNRR, MANCANO I DATI DELLA CALABRIA E SOLO CROTONE E VIBO SONO “VIRTUOSI”

di FRANCESCO CANGEMIIn Calabria il 100% dei capoluoghi di provincia non ha fornito dati sui progetti del Pnnr attraverso domanda di accesso civico “generalizzato” (la cosiddetta Foia). Il drammatico dato emerge dalla seconda edizione del Rapporto che fotografa l’attivazione e la conoscibilità dei progetti del Pnnr presentato da Libera e Gruppo Abele.

«In Calabria – commenta Giuseppe Borrello, referente regionale di Libera Calabria – considerando l’assenza dei dati dei capoluoghi di provincia, i calabresi non sono posti nelle condizioni di sapere dove il Pnrr si stia concretizzando in Calabria. Chiediamo trasparenza e inclusione nelle scelte e nella rendicontazione del Pnrr a livello locale. Per capire davvero dove sia il Pnrr, il rispetto dei principi della completezza e della certezza dei dati dovrebbe essere un’indispensabile premessa. Tuttavia, i risultati che presentiamo vanno nella direzione opposta e la trasparenza è ancora una chimera, nonostante l’allarme lanciato dalle procure calabresi sul pericolo delle infiltrazioni della ‘ndrangheta sui fondi del Pnrr. In una situazione molto delicata, come quella calabrese, solo la trasparenza, presupposto essenziale per il monitoraggio “dal basso”, può rappresentare l’antidoto più efficace contro ogni forma di corruzione e infiltrazione. Non possiamo perdere l’occasione del Pnrr. Il cambiamento passa per la capacità dello Stato di garantire partecipazione e rendicontabilità».

Libera e Gruppo Abele spiegano che da mesi si parla di Pnrr di bandi, di riformulazione di progetti ma la verità è che il Pnrr continua ad essere un piano misterioso: siti istituzionali incompleti, dati che non coincidono, una trasparenza che viaggi su binari diversi e mai coincidenti.

Il rapporto curato Progetto Common – Comunità monitoranti di Libera e Gruppo Abele in collaborazione con la rivista “lavialibera” è un monitoraggio civico che ha visto la partecipazione di 124 volontarie e volontari dei presidi territoriali di Libera.

In Calabria, è stato possibile mappare solo 4 progetti, per una spesa totale di circa 1 milione e 700mila euro, nei soli comuni di Crotone e Vibo Valentia attraverso la pubblicazione dei dati in Amministrazione Trasparente. Confrontando il dataset di Libera con i dati sui progetti di Pnrr rilasciato in Italia Domani (giugno 2023) in Calabria: 2 progetti dei 4 mappati da Libera non sono presenti (o almeno non sono coincidenti) nel database istituzionale.

Ai capoluoghi di provincia è stato chiesto, attraverso la domanda di accesso civico “generalizzato” (cosiddetta Foia, acronimo di Freedom of information act), di fornire informazioni e dati circa la quantità di denaro speso per singolo progetto, l’origine di quel denaro (chi è il soggetto titolare) e l’obiettivo di ogni progetto. In Calabria nessun capoluogo di provincia ha risposto positivamente inviando i documenti richiesti. Un triste primato assoluto, unico caso in Italia, che evidenzia nella nostra regione la grandissima difficoltà di raccogliere dati utili sugli interventi concreti del Pnrr.

«Davanti questa fotografia – scrivono le due organizzazioni – non ci sorprende se secondo una recente indagine di Demos per Libera il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) viene dipinto come un oggetto misterioso nella percezione delle cittadine e dei cittadini. Circa sette intervistati su dieci (68%) affermano di averne “nessuna” o “scarsa conoscenza”. Contestualmente, la stessa indagine mostra che è alta la preoccupazione che la grande mole di denaro impiegata in investimenti pubblici possa favorire infiltrazioni mafiose. Infatti, ben l’88% degli intervistati ritiene che il Pnrr – per quanto avvolto in una nebbia di incertezza sulla sua reale natura – sia comunque a rischio di corruzione e infiltrazioni mafiose, presumibilmente al pari di ogni altra forma di investimento di risorse pubbliche in Italia».

Cinque le questioni sollevate dal rapporto di Libera e Gruppo Abele al decisore nazionale e locale, rispetto al Pnrr: «Perché i dati da noi raccolti interpellando i Comuni non coincidono con quelli istituzionali? E che ne è dell’unicità del dato per i progetti di Pnrr? Come facciamo a ricostruire la filiera informativa dei progetti di Pnrr fin dalla fase decisionale, se vengono cambiati in corsa gli elementi tramite i quali poter confrontare i dati? Quando è prevista la pubblicazione del portale di Pnrr fondato su “trasparenza, semplicità, immediatezza e personalizzazione”, per come promesso nel Pnrr stesso? Perché questo duplice rilascio con tempistiche inusuali? E con quale frequenza saranno aggiornati i dati d’ora in avanti? Quanti e quali sono quindi i progetti di Pnrr oggi attivi in Italia?».

In seguito alla gran confusione e l’impossibilità di ottenere informazioni pulite e chiare in un clima politico insofferente a qualsiasi forma di controllo esterno, Libera e Gruppo Abele avanzano al Governo due proposte: istituire un portale unico nazionale che diffonda i dati aggiornati e trasparenti sul Piano; alle amministrazioni comunali di dotarsi di pagine specifiche per i progetti, così che non possano esserci dubbi sul come e il perché un comune decida di utilizzare le risorse del Piano.

«Come Libera e Gruppo Abele – scrivono nel rapporto – riteniamo che un buon modo per generare un modello di attuazione del Pnrr che risulti più resistente all’infiltrazione corruttiva e dei clan è nella ricerca di risposte alle cinque domande che presentiamo in questo report, capaci di attivare un processo virtuoso che può e deve tradursi in soluzioni organizzative concrete da parte dei decisori, tanto a livello nazionale che locale». (fc)

Venerdì in Regione il webinar informativo sul bando Imprese-Borghi-Pnrr

Venerdì 21 luglio, alle 12.30, è in programma il webinar informativo organizzato dalla Regione sull’Avviso Pubblico  Bando imprese borghi-Pnrr a cui parteciperanno l’Unità di missione del ministero della Cultura e Invitalia.

Durante l’iniziativa saranno approfonditi i contenuti del bando destinato al sostegno di micro, piccole e medie imprese, associazioni, organizzazioni non profit ed enti del terzo settore iscritti al Runts interessati a sviluppare attività imprenditoriali nei 16 Comuni calabresi aggiudicatari delle risorse Pnrr inerenti la linea B del bando borghi, nel quadro dei progetti locali di rigenerazione culturale e sociale presentati.

Il bando, con una dotazione finanziaria per la Calabria pari a circa 9 milioni di euro mira a sostenere iniziative imprenditoriali che promuovano in modo innovativo e sostenibile dal punto di vista ambientale la rigenerazione dei piccoli borghi attraverso servizi per la popolazione locale e per i visitatori.

L’apertura istituzionale del webinar è affidata all’assessore allo aviluppo economico e attrattori culturali, Rosario Varì. Intervrranno il dirigente generale dell’Unità di missione-Mic per l’attuazione del Pnrr, Angelantonio Orlando, e il dirigente generale del dipartimento sviluppo economico e attrattori culturali, Paolo Praticò. L’intervento tecnico è a cura di Vittorio Fresa di Invitalia. (rcz)