Autonomia, il PD Calabria annuncia iniziativa pubblica per proporre referendum abrogativo

Il gruppo del Pd in Consiglio regionale, presieduto da Mimmo Bevacqua, è al lavoro insieme al partito regionale e ai capigruppo di opposizione a palazzo Campanella Davide Tavernise (M5s) e Domenico Lo Schiavo (Misto) per l’organizzazione di un’iniziativa pubblica, aperta anche alle forze sociali, per fare in modo che anche il Consiglio regionale della Calabria si unisca alla battaglia e chieda il referendum abrogativo dell’autonomia differenziata.

L’iniziativa pubblica è prevista per il prossimo 11 luglio e registrerà la partecipazione del segretario regionale Nicola Irto e del senatore Alessandro Alfieri, responsabile per le Riforme in seno alla segreteria nazionale del Pd.

Le Regioni italiane, infatti, hanno avviato la mobilitazione per impegnare i Consigli regionali a chiedere l’abrogazione della legge che ha istituito l’autonomia differenziata, tramite l’istituto del referendum disciplinato dall’art. 75 della Costituzione. 

Emilia Romagna, Campania e Toscana hanno già intrapreso questo percorso e hanno avviato l’interlocuzione con le rispettive Assemblee regionali per riuscire a bloccare una riforma che rischia di parcellizzare l’Italia, come si può facilmente capire anche dalle richieste che iniziano ad arrivare dalle Regioni del Nord, in ordine a maggiore autonomia rispetto alle materie in cui non si applicano i Lep.

«È arrivato il momento di passare dalle parole ai fatti – spiegato Bevacqua – e in coerenza alla posizione sostenuta fin dall’inizio della discussione sull’autonomia differenziata, adesso attiveremo ogni strumento utile per bloccarla, con la speranza che questa battaglia di uguaglianza e solidarietà venga condivisa in modo unanime dalla società e in Consiglio regionale». (rcz)

REGGIO – L’iniziativa di FDI su Referendum Abrogativi

Mercoledì 8 giugno, all’E-Hotel di Reggio, alle 17.30, è in programma una iniziativa sui Referendum Abrogativi organizzati da Fratelli d’Italia e che prevede la partecipazione del deputato Andrea Delmastro Delle Vedove, capogruppo FDI in Commissione Esteri e presidente della Giunta per autorizzazioni a procedere.

Si tratta di un momento di confronto fortemente voluto dal Commissario provinciale Denis Nesci che, con la fattiva collaborazione del Circolo cittadino ‘Reghion 2019’ presieduto da Marcello Altomonte, ha voluto dare impulso anche in riva allo Stretto  alla campagna per i referendum promossa da Fratelli d’Italia.

Dal titolo Verso la riforma della Giustizi’, il dibattito avrà un ricco parterre, a partire dal capogruppo in Consiglio regionale Giuseppe Neri, al capogruppo al Comune di Reggio Calabria Demetrio Marino e al vice commissario cittadino Pasquale Oronzio, fino ad arrivare ai responsabili del Dipartimento Giustizia Fdi, regionale, provinciale e cittadino, rispettivamente guidati da Giovanna Cusumano, Carmen Bertuccio e Michele Miccoli

L’iniziativa sarà anche l’occasione per presentare alla stampa i responsabili dei dipartimenti di Fratelli d’Italia, sia per quanto concerne la struttura dirigenziale provinciale sia per quella cittadina. (rrc)

L’OPINIONE / Nino Mallamaci: Referendum abrogativo, uno strumento inadatto per intervenire sulla giustizia

di NINO MALLAMACI  – L’istituto del referendum abrogativo è un problema in sé. Volgarizzando, si può affermare che il modo in cui vengono formulati i quesiti (per difficoltà oggettive a fare diversamente) porta a scriverli in ostrogoto, cioè il contrario di come dovrebbe essere in quanto è il cittadino comune a doversi esprimere su temi complessi e ostici, e al rischio di buttare via il bambino con l’acqua sporca. Sui quesiti di questo referendum non ho pregiudizi o preconcetti. Non sono un tifoso, neanche quando si tratta di calcio. Se il Milan va nelle mani di Berlusconi, o la Reggina in quelle di un imbroglione che ha danneggiato migliaia e migliaia di lavoratori, non li supporto.

Se l’Inter, per la quale simpatizzo, gioca male o vince per un rigore inesistente, non gioisco. In tema di Giustizia bisogna andarci coi piedi di piombo, valutando bene e in profondità quali effetti possano scaturire dalle decisioni che si assumono. Io forse andrò a votare, forse in quanto ritengo che vi sia un ricorso eccessivo e smodato al referendum abrogativo. Se andrò, esprimerò convintamente la mia contrarietà alle abrogazioni per 4 quesiti. Anche sulla Severino, che andrebbe sì aggiustata ma non sottoposta alla mannaia di uno complessivo.

Sulla separazione delle carriere tra PM e Giudici ho molti più dubbi. Tuttavia, non credo che una scelta così netta possa determinare un miglioramento della situazione della Giustizia italiana. Credo che un punto di equilibrio possa rintracciarsi nella proposta Cartabia, che spero venga approvata in tempi ragionevoli. Altra considerazione sulla divulgazione delle notizie: anche in questo caso, c’è la necessità, secondo me, di una maggiore sobrietà da parte dei magistrati. Ma tra i magistrati star e il silenziatore all’informazione esistono molti gradi intermedi.

E su quelli bisogna che si metta a ragionare il legislatore. Insomma, torniamo all’incipit di questa riflessione: il problema è a monte, ed è il referendum abrogativo. La polarizzazione sta danneggiando seriamente la democrazia liberale, grazie anche al lavorio delle autocrazie e all’utilizzo, da parte loro, di strumenti manipolativi pervasivi e tecnologicamente potenti ed efficaci. Questi referendum sono polarizzanti, roba da tifosi. Per molte materie questo è un approccio pessimo, per la Giustizia può essere letale. (nm)