A Riace oggi la festa del ritrovamento dei Bronzi

È festa oggi a Riace: cinquant’anni dopo il ritrovamento dei Bronzi la spiaggia della cittadina sullo Jonio sarà di nuovo protagonista della grande scoperta.

Un evento simbolico, di (ri)appropriazione di tutto ciò che i due guerrieri rappresentano dal punto di vista storico e culturale: la loro immagine a grandezza naturale è stata frammentata in 50 tessere – una per ogni anno trascorso dal 16 agosto 1972 – che torneranno sulla riva riacese. 

Le tessere verranno portate nella parte centrale di Riace Marina, dove saranno i bambini a ricomporre il mosaico dei Bronzi.

La cittadina che ha dato il nome ai due guerrieri saluterà così il giorno del cinquantesimo anno dal loro ritrovamento, con un evento in cui l’aspetto ludico si unisce alla scelta di coinvolgere le nuove generazioni nel percorso di conoscenza delle bellezze del territorio e di consapevolezza della ricchezza rappresentata da questi due simboli della storia della Magna Grecia. 

All’evento, organizzato dal Comune di Riace e dalla Regione Calabria in partnership con ViaCondotti21 e con il gruppo Pubbliemme – Diemmecom – LaC network, parteciperanno il sindaco Antonio Trifoli e la vice Presidente della Regione Giusi Princi. 

Appuntamento alle 10.30 di oggi 16 agosto al lido Keros di Riace Marina (RC), via Nazionale.

È possibile rimanere aggiornati su eventi e iniziative sui social ufficiali, Facebook e Instagram, @bronzidiriace50 e seguendo l’hashtag ufficiale #bronzi50. Inoltre sul sito www.bronzi50.it saranno periodicamente pubblicate tutte le novità, con approfondimenti e interviste disponibili anche sul canale YouTube dedicato, Bronzi di Riace Official.

L’Evento celebrativo Bronzi50 1972-2022 è voluto e promosso dalla Regione Calabria in collaborazione con il Segretariato Regionale per la Calabria del Ministero della Cultura, il Comune di Reggio Calabria ed il Comune di Riace, della Direzione Regionale Musei Calabria, del Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria, della Soprintendenza Archeologia, Belle arti e Paesaggio per la Città metropolitana di Reggio Calabria e la provincia di Vibo Valentia, dell’Università della Calabria e di Unioncamere Calabria e l’Ufficio Scolastico Regionale per la Calabria. L’intera progettazione di Bronzi50 è stata fortemente voluta dalla Regione Calabria.  (rrc)

A Riace si è alzato il sipario sulla Scuola di Astronomia

A Riace è partita la 27esima edizione della Scuola estiva di Astronomia, un appuntamento di grande prestigio e di particolare rilievo scientifico organizzato dal Platenario Pythagoras di Reggio e dalla Città Metropolitana di Reggio Calabria.

Questo evento, peraltro, rappresenta uno dei momenti clou del nutrito cartellone di iniziative che l’Ente metropolitano ha predisposto con il preciso obiettivo di rilanciare il percorso didattico e divulgativo a carattere scientifico del Planetario della Città metropolitana di Reggio Calabria nei mesi di luglio, agosto e settembre.

«La Scuola – è stato spiegato – che avrà una durata complessiva di 40 ore e si svolgerà dal 25 al 30 luglio, approfondirà i diversi aspetti del tema Astronomia, una storia per immagini: dalla Magna Grecia ai nostri giorni, con uno sguardo rivolto al lungo percorso compiuto dall’uomo fra il pensiero scientifico arcaico-antico e quello moderno. La Scuola, inoltre, è attuata con il Ministero dell’Istruzione e la Società Astronomica Italiana nel quadro di un protocollo d’intesa che vede il Planetario Pythagoras della Città metropolitana di Reggio Calabria sede operativa delle attività didattiche e divulgative. Fra gli altri partner coinvolti nel progetto figurano inoltre l’Istituto Nazionale di Astrofisica e per questa annualità Regione Calabria (PAC 2014-2020), Ministero dei Beni Culturali e Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria».
Presenti, per l’avvio delle attività, il consigliere metropolitano delegato alla Cultura, Filippo Quartuccio e la direttrice scientifica del Planetario, professoressa Angela Misiano.
«Oggi celebriamo un altro momento estremamente importante nelle dinamiche di sviluppo culturale che stanno interessando il territorio metropolitano e siamo doppiamente felici di poterlo incorniciare all’interno del percorso che l’Ente sta compiendo per la valorizzazione dei Bronzi di Riace e di tutto lo straordinario patrimonio storico e culturale che Reggio Calabria custodisce». È quanto affermato dal Consigliere metropolitano Quartuccio nel corso dell’iniziativa, evidenziando l’importanza «di questo appuntamento che fa di questo territorio un punto di riferimento di primissimo piano per tutta la comunità scientifica nazionale e in particolare per il settore astronomico».
«Lo dimostrano i numeri, incredibili, che anche quest’anno la scuola fa registrare – ha proseguito – con tantissime richieste e presenze, anche da remoto, da parte di docenti e studenti provenienti da tutta Italia. Un percorso, quello intrapreso al fianco del nostro Planetario grazie agli input costanti della professoressa Misiano, che oggi ci consente anche di allargare l’orizzonte della nostra azione coniugando efficacemente la divulgazione scientifica alla riscoperta e al rilancio dei luoghi più affascinanti della provincia. Un incontro virtuoso tra cultura e valorizzazione del territorio che crediamo possa essere vincente e di cui siamo molto orgogliosi». (rrc)

Comitato bronzi: aria di bufera e distinguo del sindaco di Riace Antonio Trifoli

L’organizzazione delle iniziative per la celebrazione del 50° del ritrovamento dei Bronzi nel mare di Riace, partita in ritardo, rivela ogni giorno la necessità di un più coerente coordinamento per evitare improvvisazioni e pressapochismi.

È di stasera la puntualizzazione piccata del sindaco di Riace, Antonio Trifoli: «Intendo smentire – ha scritto in una nota inviata alla stampa – la mia presenza presso Palazzo Alvaro ieri alla riunione “convocata” dalla Città Metropolitana di Reggio Calabria con oggetto le celebrazioni dell’anniversario dei Bronzi di Riace. Con il dovuto rispetto per le Istituzioni tutte che rappresentano il territorio della Provincia di Reggio Calabria, sono tuttavia costretto a prendere le distanze da quanto asserito in queste ore ed erroneamente comunicato. Apprendo infatti dagli organi di informazione di aver partecipato al suddetto incontro. Ma in realtà non è stato affatto così. E non ritengo questo un atteggiamento rispettoso nei confronti dell’Amministrazione di Riace, intenta esclusivamente a valorizzare il proprio nome, quello dei Bronzi, di Reggio e della Calabria. Motivo per cui, sin da subito e sempre, abbiamo sposato a pieno come Amministrazione comunale le iniziative ed il modus operandi della Regione, ispirato ad una visione collettiva e coordinata delle celebrazioni dei nostri Guerrieri, volta al coinvolgimento istituzionale di tutti i livelli.
«Pertanto, non capiamo adesso il senso di “convocare” una riunione sul tema, a seguito delle decisioni sinergicamente prese seduti tutti insieme al tavolo della Cittadella regionale appena la scorsa settimana, quando con tutti gli attori coinvolti è stato condiviso all’unanimità il progetto di un percorso di gruppo, costituendo di conseguenza il Coordinamento unico regionale. Non condividiamo dunque l’atteggiamento assunto adesso dalla Città Metropolitana. Correre da soli non ha alcun senso, oggi più che mai. Ancor meno se l’unica certezza che si ha è costituita dai fondi stanziati dalla Regione Calabria con gran lavoro e fatica del Vicepresidente Princi e del Presidente Occhiuto. ad oggi è solo grazie a loro se ci sono le risorse per supportare le iniziative e programmare tutto (nonostante i ritardi generali che da tempo sto sottolineando), sotto l’egida di un Ente sovraordinato che non ha certo bisogno di primogeniture.
«Mi piacerebbe – conclude il sindaco Trifoli – fosse chiaro a tutti che solo camminando insieme potremo trarre qualcosa di buono da questa ricorrenza storica». (rrc)

RIACE – Oggi si presenta il progetto pedagogico e il libro “Il dolore sospeso” della D’Onofrio

Oggi pomeriggio, sabato 13 novembre, alle 16.30 all’Hotel Federica di Riace (RC) la presentazione del polo di ricerca pedagogica e il libro di Maria Antonietta D’Onofrio Il dolore sospeso, (edizioni Mannarino).

Lo scopo della presentazione del romanzo è quello di testimoniare una reale storia di vita, il cui “finale” è tutt’altro che negativo, come spesso accade nelle cronache odierne. La protagonista non solo si salva, grazie all’aiuto di una forte e vigorosa “donna del Sud”, ma costruisce il suo domani sulle orme della cultura e dell’aiuto al prossimo. Grazie allo studio, al sapere e alla cultura, dalla sofferenza nasce l’amore; l’amore per la ricerca e lo studio in divenire.

Per questo motivo, oltre alla presentazione del romanzo, verrà presentato un progetto molto importante per il territorio di Riace, della Calabria e dell’intera Italia. Iideato dalla dottoressa Eleonora Aloise Pegorin, che tra l’altro è  la protagonista del romanzo stesso, è intitolato “Polo di ricerca pedagogica a partire dalla cura, il primo in Italia”. Questo progetto intende creare una struttura che farà da capofila nella quale si incontreranno, educazione, pedagogia, ricerca e cura.

Il progetto, presentato in Senato lo scorso 13 luglio ha ricevuto il plauso ed il consenso delle Senatrici Castellone e Leone, che saranno presenti anche a Riace per confermare il loro appoggio a questo grande progetto.

L’amministrazione di Riace ha accolto sin da subito il progetto del Polo di Ricerca, poiché ha carpito l’importanza culturale e sociale di una struttura del genere e ha dato massima disponibilità alla realizzazione della stessa.

Al convegno di oggi novembre interverranno, oltre al Sindaco Antonio Trifoli, la presidente della Pro Loco, Marcella Pisano e faranno da ouverture agli interventi dei numerosi ospiti. (rrc)

RIACE (RC) – Si presenta il libro “Il dolore sospeso” e il Polo di Ricerca Pedagogico a partire dalla Cura

Sabato 13 novembre, a Riace, alle 16.30, all’Hotel Federica, è in programma un evento culturale che prevede la presentazione del libro Il dolore sospeso di Maria Antonietta D’Onofrio e del Polo di Ricerca Pedagogico a partire dalla cura, il primo in Italia, ideato dalla dott.ssa Eleonora Aloise Pegorin.

La manifestazione è stata organizzata dal Comune di Riace insieme a Allegramente Insieme e alla Pro Loco I Bronzi di Riace.

Partendo dalla storia vera di una vittima di violenze, narrata nel romanzo Il dolore sospeso della scrittrice Maria Antonietta d’Onofrio, edizioni Franco Mannarino, il discorso si dipanerà attraverso scenari importanti di cultura e legalità.

Lo scopo della presentazione del romanzo è quello di testimoniare una reale storia di vita, il cui “finale” è tutt’altro che negativo, come spesso accade nelle cronache odierne. La protagonista non solo si salva, grazie all’aiuto di una forte e vigorosa “donna del Sud”, ma costruisce il suo domani sulle orme della cultura e dell’aiuto al prossimo. Grazie allo studio, al sapere e alla cultura, dalla sofferenza nasce l’amore; l’amore per la ricerca e lo studio in divenire.

Per questo motivo, oltre alla presentazione del romanzo, si presenterà un progetto molto importante per il territorio di Riace, della Calabria e dell’intera Italia; il progetto in questione ideato dalla dottoressa Eleonora Aloise Pegorin, che tra l’altro è  la protagonista del romanzo stesso, è intitolato Polo di ricerca pedagogica a partire dalla cura, il primo in Italia. Questo progetto intende creare una struttura che farà da capofila nella quale si incontreranno, educazione, pedagogia, ricerca e cura. Nell’ottica del prendersi in cura per prendere in cura.

Il progetto, presentato in Senato lo scorso 13 luglio ha ricevuto il plauso ed il consenso delle Senatrici Castellone e Leone, che saranno presenti anche a Riace per confermare il loro appoggio a questo grande progetto.

«L’amministrazione di Riace – si legge in una nota – ha accolto sin da subito il progetto del Polo di Ricerca, poiché ha carpito l’importanza culturale e sociale di una struttura del genere e ha dato massima disponibilità alla realizzazione della stessa».

Al convegno del 13 novembre interverranno, oltre al sindaco Antonio Trifoli, la presidente della Pro Loco, Marcella Pisano e faranno da ouverture agli interventi dei numerosi ospiti.

Saranno presenti la scrittrice del romanzo, Maria Antonietta d’Onofrio, la senatrice Maria Domenica Castellone, capogruppo al senato del M5S e la senatrice Cinzia Leone, vice presidente della commissione d’inchiesta sul femminicidio, la dottoressa Eleonora Aloise Pegorin, pedagogista, ideatrice del progetto del Polo di ricerca e presidente dell’Associazione AllegraMente Insieme, la dottoressa Renata Ferraro, anch’essa pedagogista e ricercatrice nel polo e la dottoressa Daniela Campagna, psicoterapeuta, impegnata anch’essa nelle attività del Polo di Ricerca Pedagogica a partire dalla cura.

Interverranno online due madrine d’eccezione, che sono state fin da subito un grande sprone per l’avvio del progetto del polo di ricerca: Pia Tuccitto, cantautrice per molti autori italiani, tra cui Vasco Rossi e Federica Lisi, nota pallavolista della nazionale. 

Modererà l’evento il dott. Francesco Sorgiovanni, giornalista. (rrc)

A Riace l’iniziativa “Abbracciamo Riace e Mimmo Lucano”

Domani, sabato 6 e domenica 7 novembre, a Riace, è in programma l’iniziativa Abbracciamo Riace e Mimmo Lucano, promossa da Padre Alex Zanottelli, per dare solidarietà e sostegno all’ex sindaco Mimmo Lucano.

Una manifestazione nazionale, quella organizzata dal Movimento Riace non si arresta, e che ha richiamato nel piccolo borgo tantissimi artisti, che interverranno nella giornata di domani per «esprimere fraternità alla comunità riacese attraverso la propria arte (voce, chitarra e voce, ecc.)».

A questa Chiamata alle Arti, hanno risposto Nino QuarantaManiera d’AutoreMaea CartàzarKatia ColicaAntonio AprileCorampopuloRadioautDaniela LarosaMico ArgiròNicolaMarco MicheleMarco MitticaGabirle LaponteGino MattianiMassimo FerranteSergio AndreiMarco ChiavistrettliArgiròRita AtzeriIl CrogiuoloMotus Danza, Tonio CostanzoMaria Francesca LucantoTommaso Carturan Arte MigranteGad LernerCollettino Fx.

E ancora, Cagliostro con HaninFrancesca PrestiaKilling CartisanoQuello Sporco DuoMattanzaFabio Macagnino e Francesco Loccisano, Cosimo Damiano Damato conErica Mour e Pierdavide Caroni, Baba e Djana Sissoko, Vito Teti, Ulderisco Pesce, Roberto Zeno con Salvatore Annaloro e Walter Brancatisano, Beppe Voltarelli, Tetes De Bois, Dario Brunosi e Ascani Celestini.

Loro, interverranno nella giornata di domani, dalle 12 alle 22 al Villaggio Globale, mentre il 7 novembre, alle 15, interverranno Gabriele MininoMala AngelikaChiara Femia. Ad arricchire il tutto, i contributi video di Vinicio CaposselaRossella MannoiaRoberto Saviano.

Ma non sono solo gli artisti ad aver risposto: anche la Cgil Calabria, le confederazioni territoriali e le categorie saranno presenti alla manifestazione, riconoscimento «nel modello Riace i valori dell’accoglienza, inclusione, solidarietà ed umanità».

«I bambini, le donne – scrive il sindacato – gli uomini che in questo momento stanno vivendo situazioni di terrore a causa di guerre, pandemia, fame, persecuzioni e disperazione cercano una speranza lontani dalla loro terra e Riace può e deve essere considerata ancora terra di accoglienza».

Anche la Spi Cgil della Calabria sarà presente. Il sindacato, insieme alla Cgil, nei giorni scorsi ha inaugurato «una nuova Camera del Lavoro come presidio di democrazia, di impegno antirazzista, di solidarietà sociale ed umana e come luogo d’incontro multiculturale di tutti i popoli, ed in particolare di quelli del mediterraneo».

«A Mimmo Lucano, abbiamo attestato in questi anni – continua il sindacato – e particolarmente dopo la sentenza di condanna sproporzionata pronunciata contro di lui, la nostra vicinanza, stima e solidarietà umana per cio’ che é riuscito a realizzare in Calabria e nel piccolo Borgo di Riace, nei confronti di persone socialmente fragili, che vengono da altri continenti, che soffrono, che fuggono da guerre e fame, che spesso hanno perso tutto e vivonno in condizioni di precarietà».

«Aver prestato soccorso, offerto solidarietà, cura, tutela, lavoro e fratellanza – continua il sindacato – a persone deboli che chiedevano aiuto, ha evidenziato tutta l’umanità di Mimmo Lucano, ed ha permesso di realizzare un modello di accoglienza, ma anche di sviluppo economico e di integrazione, che non ha eguali nel resto del mondo. Ecco perchè andremo a Riace e parteciperemo a questa importante manifestazione».

«Vogliamo continuare a pensare ed immaginare – conclude il sindacato – che le persone accolte in questi anni e tutti coloro che hanno bisogno di aiuto, possano ancora avere un futuro e trovare in Calabria ed in Italia, una rete di solidarietà vasta, nella quale lo Spi Cgil sarà sempre presente concretamente con il suo fattivo impegno». (rrc)

RIACE (RC) – S’inaugura la “Camera del Lavoro” della Cgil

Domani pomeriggio, a Riace, alle 15, s’inaugura la nuova Camera del Lavoro – Spi Cgil Reggio Calabria – Locri, che sarà intitolata a Pasquale Aprigliano, compianto segretario della Cgil di Crotone

Introduce Carmelo Gullì, segretario generale Spi-Cgil Reggio Locri. Dopo i saluti di Gregorio Pititto, segretario Cgil Reggio Locri, e di Celeste Logiacco, segretario generale Cgil Gioia Tauro, intervengono Claudia Carlino, segretario generale Spi – Cgil Calabria, Angelo Sposato, segretario generale Cgil Calabria e Stefano Landini, segretario nazionale Spi – Cgil. Conclude Ivan Pedretti, segretario generale Spi-Cgil.

Presente anche una delegazione della Cgil Area Vasta Cz, Kr, VV, guidata da Enzo Scalese, che ha sottolineato come «l’apertura di una nuova sede, soprattutto in un luogo simbolo dell’accoglienza come Riace, rappresenta una occasione per valorizzare ulteriormente la presenza del sindacato quale presidio di democrazia e legalità».

«E lo è soprattutto – ha aggiunto – in questo difficile momento sociale che stiamo attraversando, in cui torna ad affermarsi il linguaggio della violenza e della prevaricazione per mettere in discussione conquiste democratiche e diritti acquisiti. L’attacco al mondo del lavoro subito nei giorni scorsi con l’attacco fascista alla sede nazionale della Cgil ci ricorda che non dobbiamo mai abbassare la guardia e che la presenza sul territorio favorisce il senso di comunità da cui scaturiscono gli anticorpi dal degrado umano e l’impoverimento di valori di cui la violenza si nutre». (rrc)

 

LUCANO RIMANE IN CORSA E SI PUÒ VOTARE
QUESTA SENTENZA INFLUENZERÀ IL VOTO?

di SANTO STRATI – Se la “giustizia” degli uomini – che in questo caso avrebbe potuto attendere almeno la chiusura delle urne – ha pensato di “punire” anche politicamente l’ex sindaco di Riace Mimì Lucano, in realtà gli ha fornito un assist formidabile per macinare consensi. In poche parole, risulta evidente che la sentenza di condanna – pesante ogni oltre immaginazione – trasformerà questa consultazione elettorale in un referendum sul modello Riace, chiamando i calabresi ad esprimere anche attraverso il voto lo sbigottimento e l’incredulità che il verdetto ha provocato, non solo in Calabria, non solo in Italia, ma in gran parte del mondo. Sia ben chiaro, lo abbiamo detto e ridetto ma repetita juvant: le sentenze non si commentano né si valutano a seconda delle convenienze o delle personali simpatie/antipatie verso l’imputato, ma la cronaca impone di dare conto del “terremoto” mediatico che si è scatenato dopo la veloce lettura della sentenza, nel Tribunale di Locri. Non si tratta di commentare la sentenza: o si crede nella giustizia o si incrina il pilastro che regge tutto l’impianto democratico di una nazione, però si possono, si devono, registrare le reazioni e ci sia consentito di fare qualche considerazione sulla mancanza di buon senso e sul “condizionamento” che una sentenza – a due giorni dal voto – può provocare.

Il prof. Enzo Ciconte, apprezzato storico (e mancato candidato – presumibilmente vincente – della coalizione di centrosinistra) ha tirato in ballo il mito di Antigone e Creonte, il re di Tebe che voleva impedirle la sepoltura del fratello Polinice che doveva restare mercé di animali e uccelli a farne scempio. Sappiamo com’è andata: Antigone non ha rispettato la legge crudele e l’ha infranta per seguire la propria coscienza e per questo viene imprigionata finendo per uccidersi. «I giudici di Locri – ha scritto Ciconte sul Domani – hanno scelto Creonte e soprattutto il suo cuore di pietra che non riconosce alcuna alternativa alla legge, dura e inflessibile». Nessun nobile fine, ma l’esatto contrario, secondo i giudici che hanno persino raddoppiato la pena invocata dalla pubblica accusa.

Il tempo è galantuomo e i vari gradi di giudizio che seguiranno ci diranno se l’avventura umana di Mimì Lucano doveva seguire la strada dell’oltraggio, dell’umiliazione, della persecuzione (com’è stato fino a oggi), oppure, ancora una volta, ci troviamo di fronte a un terribile caso di malagiustizia, che nessun risarcimento (né monetario né morale) potrà mai cancellare. Il “modello Riace” è stato indicato in tutto il mondo come simbolo di accoglienza (sentimento che i calabresi si tramandano da secoli nel proprio dna) e, probabilmente, qualche volta ha dovuto registrare una non corretta esecuzione delle norme legislative. In altre parole, s’è aggirata la legge da parte di Lucano, per fini di umanità, ma questo – giustamente – non può giustificare la violazione del diritto, perché si darebbe spazio al libero arbitrio se la legge si può rispettare a seconda delle situazioni. Ciò non toglie, però, che se rilasciare una carta d’identità a un migrante che non ne ha diritto è un “abuso d’ufficio”, questo non può essere condannato alla stregua di una violenza mafiosa (ci sono mafiosi dichiarati e condannati con la metà della pena inflitta a Lucano).

Non conta che Mimì Lucano non si è arricchito né ha comprato palazzi con i soldi della provvidenze pro migranti:  di questo si deve occupare la magistratura,  valutare l’eventuale reato e infliggere la pena ritenuta più giusta, che è poi ciò che è avvenuto a Locri. Secondo il Tribunale che lo ha giudicato in primo grado i reati – gravi – sono tutti accertati, la pena è quella che si ricava dai calcoli del codice penale. Ma non è questo l’aspetto inquietante della vicenda. C’è il rischio assai forte che le elezioni regionali di domani e dopodomani possano subire un’interferenza che può risultare intollerabile. Un po’ di buon senso avrebbe suggerito di rinviare di qualche giorno la camera di consiglio e soprattutto la lettura della sentenza. Ma qualcuno ha già obiettato che, visto che in Italia si vota in continuazione, se si seguisse questo criterio non ci sarebbero più sentenze per non condizionare il voto. E il segretario dem Enrico Letta s’è lasciato scappare una dichiarazione che la dice lunga su quanto accaduto: «Una sentenza che mina la fiducia nella magistratura».

Ed è su questo che bisognerà confrontarsi a partire dalle 15 di lunedì, dopo la chiusura delle urne, quando lo spoglio ci dirà quanto ha pesato il “referendum” sul modello Riace, il consenso aggiuntivo – frutto di solidarietà e sostegno – arrivato a testimoniare una vicinanza e un affetto che sono, in ogni caso, largamente evidenti. Si ricorderà che Mimì Lucano non riuscì a farsi rieleggere dai suoi concittadini nemmeno come consigliere comunale (dopo il clamoroso arresto), ma quell’episodio non fa testo, oggi, alla luce di quanto avvenuto in questo anno di consiliatura ammezzata, con un presidente ff che, dopo la sentenza, poteva almeno risparmiarsi la zaffata d’odio buttata su Lucano, e una regione troppo sconvolta da un’ingovernabile inedia, inseguendo una data del voto continuamente rinviata causa covid.

Non si tratta di stabilire se De Magistris e la sua coalizione raccoglierà un consenso aggiuntivo e inaspettato (davanti alle urne ciascuno, ricordiamolo, sceglie il proprio futuro con o senza convinzione) quanto se la sinistra divisiva e pressoché disintegrata non riceverà il colpo di grazia da un voto popolare che non è di rabbia ma di umana considerazione verso un “dannato” che ha voluto sfidare il mondo indicando un modello di accoglienza che si basava soprattutto sulla solidarietà e i gesti di speranza. Quando, nel 1997, sbarcarono a Riace i primi curdi (da qui l’appellativo “Mimmo il curdo” che gli venne con disprezzo appioppato dalla destra forcaiola e intollerante) il paese era conosciuto solo perché nel 1972, nelle sue acque, erano affiorati i due magnifici bronzi della Magna Grecia che presero il nome del luogo. Era un paese di case senza gente e i migranti in fuga dalla guerra sbarcati a Riace erano gente senza casa. È stato geniale creare un modello di accoglienza basato sul senso di umanità e giustizia: il borgo rinasceva, si era ripopolato, tutti avevano inventato o trovato un lavoro di che vivere, persino gli asinelli del paese erano stati “ingaggiati” per il trasporto della spazzatura. Non tocca a nessuno, all’infuori della magistratura, individuare se – come hanno ritenuto i giudici del primo grado di giudizio – vi sono state violazioni di legge, ma la realtà di Riace oggi è la risposta più concreta alla domanda se fosse sbagliato il modello Lucano: il borgo è abbandonato, sono rimasti in pochi, hanno chiuso le attività artigianali che davano di che vivere, tutto s’è accartocciato sul primo avviso di garanzia e i provvedimenti che sono seguiti: arresti domiciliari, divieto di dimora, etc.

In un’intervista al Corriere della Sera, Mimì Lucano ha detto a Carlo Macrì: «Sono un uomo onesto. È stata la mia popolarità a dare fastidio a molti. Non ho avuto la notorietà perché me la sono cercata. Il mio impegno, il mio modo di aiutare il prossimo sono stati gli argomenti che mi hanno reso popolare». Come non condividere il pensiero di un uomo perbene che si è dato il titolo di “Fuorilegge” nel suo fortunato e apprezzato libro e che nel suo conto in banca ma meno di dieci euro? Come non indignarsi, con tutto il rispetto per chi emette sentenze, per una condanna senza precedenti? «La sola imperdonabile colpa di Mimmo Lucano – ha scritto in un post l’avv. Anna Falcone (candidata alle regionali con De Magistris) –  è quella di aver aiutato i gli ultimi, i più derelitti, quelli che gli altri usano come bersagli di odio o di sfruttamento. E l’accanimento verso Mimmo Lucano nasce proprio dall’aver dimostrato, con l’esempio della sua Riace, i frutti dell’integrazione solidale, la rinascita che può derivarne per i nostri borghi e la nostra società vecchia ed egoista! Del resto, accogliere, aiutare, tendere non una, ma due mani, è quello che noi calabresi facciamo da sempre, da secoli! Perché la storia della Calabria è una storia di eretici, di esuli, di minoranze scacciati, perseguitate, bandite e accolte nella nostra terra, dove tante popolazioni, tanti “stranieri” hanno trovato asilo, portando ricchezza e umanità. La stessa che esportiamo nel mondo».

La rivista Fortune nel 2016 aveva collocato Mimì Lucano tra i 50 uomini più influenti della terra. Non disponeva di ricchezze né di potere, era armato di un grande, fortissimo, senso di umanità che il mondo intero ha avuto modo di conoscere e apprezzare. Lo stesso sentimento che, pur amareggiato e avvilito, Mimì Lucano continua a coltivare. Non “santo subito” perché non è uno che ha fatto miracoli, ma nemmeno il ludibrio d’una condanna che si attaglia più ad attività criminali di mafia e malaffare.  (s)

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[Il dipinto che appare in copertina è stato realizzato dall’artista iraniana Golrokh Nafisi e quindi donato a Mimmo Lucano a Caulonia, durante il suo divieto di dimora a Riace, dalla dott.ssa  Flavia Prestininzi che ha conosciuto l’artista, nata a Teheran, al Chelsea College of Art di Londra dove frequentavano insieme il corso di laurea in Curatela Museale.]

L’EDITORIALE di Filippo Veltri: “Ma chi te l’ha fatto fare, Mimmo?”

di FILIPPO VELTRI – Conosco Mimmo Lucano da molti anni e alcuni miei colleghi da molti più di me. Da ieri si sente dire e scrivere che le sentenze non si commentano. Vero, verissimo, anche se in quanto a quantità vale quello che Lucano ha detto ieri uscendo dal Tribunale di Locri: nemmeno a un mafioso! Ma non sarebbe stato diverso se ci fosse stato in ogni caso una condanna, anche se a pene più miti. Le sentenze non si commentano, giusto, anche se un dato emerge e su cui tutti dobbiamo riflettere: se la giustizia di un Tribunale cozza, infatti, così tanto violentemente con  un sentire comune qualche problema c’e’.

Ma in ogni caso non mi voglio occupare di ciò ma di Mimmo Lucano uomo e persona, perché se non si può giudicare una sentenza prima di averla letta, giusto per la terza volta, si può però benissimo giudicare un uomo. E io Mimmo Lucano lo conosco bene. Quando andai tanti anni fa a Riace per la prima volta e vidi quest’uomo pensai subito alla fine della visita: ma chi glielo fa fare? Si sbatteva a destra e a sinistra, dava udienza a gente che veniva da ogni parte (del Mondo, non della Calabria), il paese era un fiore, lui ti lasciava e poi ricompariva all’improvviso.

All’epoca non lo conosceva quasi nessuno. Wenders non aveva fatto ancora il film, nessun giornale gli aveva dedicato la copertina, non conosceva nessuno dei cd potenti, né qui e né altrove, non aveva parlato sui palcoscenici più famosi del mondo (non della Calabria).

Scesi a Riace Marina con la sensazione che non mi sono più tolto dalla testa in tutti questi anni di avere conosciuto un uomo generoso, uno che butta il cuore oltre l’ostacolo, di uno fuori dal coro. In tutti i sensi.

All’epoca non aveva una lira e ora non ha un euro. Chi te l’ha fatto fare Mimmo? Le sentenze non si commentano, giusto ed è la quarta volta, ma a quest’uomo chi mai restituirà un giorno l’onore e la dignità per avere aiutato decine di ultimi nel mondo ad avere una speranza? Chi dirà a costoro che sono stati invece truffati da un malandrino che nel suo conto corrente non ha nemmeno 10 euro? Se la giustizia delle aule si allontana così profondamente dal senso comune, così come da ieri sta avvenendo dopo la sentenza di Locri un problema c’è: o nella giustizia o nel senso comune. Ma fare finta di niente non è possibile. Per noi tutti ma soprattutto per Mimmo Lucano, un hombre vertical in un mondo di nebbie. (fv)

A Riace inaugurato il “Forno sociale dei popoli”

A Riace, nella Piazzetta Donna Rosa, è stato inaugurato il Forno Sociale del Popoli, reso possibile grazie all’Associazione Spostiamo mare e monti di Torino che, per il secondo anno consecutivo, ha portato nel paesino della Locride decine di giovani di vari comuni torinesi interessati a conoscere il modello Riace  e a dare vita a questo progetto insieme alla Comunità Laudato Sì, che lo ha già messo in pratica nel Comune di Nichelino Stupinigi, nel Torinese.

All’inaugurazione, infatti, erano presenti l’ex sindaco Mimmo LucanoValentina Cera, assessore al Comune di Nichelino,  Alessandro Azzolina, presidente dell’Associazione Spostiamo mare e Monti, e alcuni ragazzi di Nichelino che, dopo l’accensione del forno, hanno fatto il pane e lo hanno distribuito ai cittadini per mangiarlo insieme.

«Il pane rappresenta l’incontro – ha spiegato Azzolina – è uno degli alimenti più semplici e poveri ma che per essere fatto necessita di una comunità e di un territorio, per avere il forno, la farina e chi la impasta. Quello che vogliamo dire è che dall’incontro può rinascere un borgo e si può riaccendere la speranza di un’umanità migliore possibile».

«Ringraziamo Valentina Cera, assessore al comune di Nichelino – ha detto Lucano – per l’impegno in questo progetto, che prevede la creazione di forni sociali in 100 comuni italiani comemessaggio di pace e di fratellanza, per aver scelto noi e Riace. Quello che abbiamo fatto oggi col comune di Nichelino è più forte di un gemellaggio formale: siamo legati da ideali e valori comuni».

«Con progetti culturali come questo, di crescita – ha detto l’assessore Cera – vogliamo che i nostri giovani cambino la società. Abbiamo deciso di prendere Riace come esempio di un’altra umanità possibile, come esempio di valori che ci rappresentano tutte e tutti». (rrc)