EDILIZIA SCOLASTICA: UNA CURA DRASTICA
UN TERZO DEGLI EDIFICI SONO A RISCHIO

di MARIA CRISTINA GULLÌ – Serve una “cura” drastica per l’edilizia scolastica calabrese. Come emerge dal report Ecosistema Scuola di Legambiente, gran parte degli edifici scolastici, soprattutto in Calabria, hanno bisogno di interventi di manutenzione straordinaria.

Dati che evidenziano come «la Scuola in Calabria deve essere una delle priorità assolute perché è la chiave di volta della costruzione della società del futuro. I dati del rapporto Ecosistema Scuola, seppure parziali, che riguardano la Calabria ci rivelano l’urgenza e l’importanza di migliorare le nostre strutture scolastiche ed i relativi servizi», ha dichiarato ha dichiarato Anna Parretta, presidente di Legambiente Calabria.

«La sicurezza, la riqualificazione e l’efficienza energetica degli edifici scolastici – ha continuato – costituiscono necessità improrogabili che non possono continuare a tradursi in promesse non mantenute. La Calabria può e deve ripartire dalle storie positive realizzate sui territori dagli amministratori come da alcuni dirigenti scolastici e dai docenti più sensibili come ci raccontano i progetti di educazione ambientale, la raccolta differenziata effettuata nelle nostre Scuole e la realizzazione di impianti a fonti rinnovabili sugli edifici scolastici».

Nel rapporto, giunto alla 22esima edizione, con i dati riferiti al 2021, è stato analizzato lo stato di 5.616 edifici scolastici di 94 capoluoghi di provincia – tra scuole dell’infanzia, primarie e secondarie di primo grado – frequentati da una popolazione di oltre un milione di studenti -rivelando, ancora una volta, il divario esistente tra il Nord ed il Sud e gli inconcepibili ritardi sulla messa in sicurezza degli edifici scolastici e sull’efficientamento energetico.

Negli ultimi 5 anni (2017-2021), a livello nazionale, il 59,3% degli edifici scolastici ha beneficiato di interventi di manutenzione straordinaria. Tuttavia, nel 2021 il 30,6% delle scuole necessita ancora di interventi straordinari. Un dato che al Sud sale al 36,8% (e nelle Isole al 53,8%).

Nella nostra regione preoccupa il quadro che emerge: «i dati sono incompleti – viene riportato – a causa della mancata risposta ad alcune parti dei questionari e si riferiscono alle province di Catanzaro, Cosenza e Vibo Valentia. La quasi totalità degli edifici scolastici calabresi delle province esaminate è di proprietà dell’Amministrazione (a Catanzaro 54 edifici su 56, a Cosenza 35 su 35 ed a Vibo Valentia 42 su 45)».

«Nessuno degli edifici nelle province di Catanzaro e Cosenza – si legge – è stato progettato in base alla normativa tecnica di costruzione antisismica; negli ultimi 5 anni sono stati realizzati solo alcuni interventi di adeguamento. Ancora, nessuno degli edifici scolastici calabresi è stato costruito secondo i principi della bioedilizia».

«La verifica di vulnerabilità sismica, così come le indagini diagnostiche sui solai – viene riportato da Legambiente – sono state eseguite solo su una parte degli edifici scolastici. In provincia di Catanzaro, l’unica ad avere fornito i relativi dati, solo 2 edifici scolastici sono in possesso del certificato di agibilità previsto dal Dpr n. 380/2001 e successive modifiche. Tutti gli edifici della provincia considerati sono dotati di certificato di collaudo statico e di certificato di prevenzione incendi. Un dato positivo riguarda le barriere architettoniche: tutti gli edifici delle province di Catanzaro, Cosenza e Vibo Valentia si sono dotati di accorgimenti per il superamento delle barriere architettoniche (Dpr n.503/1996 e successive modifiche)».

«Diversi edifici scolastici hanno goduto negli ultimi anni di interventi di manutenzione straordinaria», ha spiegato Legambiente, sottolineando che «solo una parte delle strutture scolastiche esaminate sono servite da un servizio di scuolabus comunale, non esistono servizi di pedibus o percorsi sicuri casa -scuola né servizi di bicibus o contesti collocati in luoghi protetti come Ztl, isole pedonali, zone 30 ( dove la velocità massima consentita è di 30 km/h) con l’eccezione della provincia di Cosenza. Inoltre solo una parte degli edifici scolastici sono dotati di biblioteche per ragazzi, di impianti sportivi e mense».

Risultano gravi i dati relativi all’efficientamento energetico degli edifici scolastici esaminati, operazione ancora più indispensabile dopo i rincari dei prezzi dell’energia che non risparmiano neanche la scuola.

A livello nazionale questi interventi sono stati rivolti solo al 17% degli edifici scolastici ed hanno riguardato interventi parziali ed insufficienti come la sostituzione di caldaie, vetri e serramenti, quindi lavori di isolamento delle coperture e delle pareti esterne. Ad oggi solo il 4,2% delle scuole a livello risulta in classe energetica A, appena il 10,8% nelle prime tre classi energetiche, mentre ben il 74,8% è fermo nelle tre ultime classi energetiche (il 39% in Classe G).

Nessuno degli edifici scolastici della provincia di Catanzaro, l’unica ad avere forniti questi dati, è nelle prima 3 classi energetiche, 3 edifici sono in classe D e ben 53 sono in G l’ultima classe energetica.

«In Calabria – viene rilevato – sono ancora poche le strutture che utilizzano fonti di energia rinnovabile come solare termico e fotovoltaico : 8 edifici in provincia di Catanzaro e 10 in provincia di Cosenza. Una storia calabrese molto positiva per la categoria “Efficienza energetica”, è quella riguardante il Comune di San Nicola da Crissa (VV), in Calabria, dove è nata ed è stata inaugurata in questi giorni la Comunità energetica rinnovabile e solidale “Critaro”, composta dal Comune e 30 famiglie, che vede un sistema di accumulo e pannelli fotovoltaici sopra il tetto della Cittadella scolastica “Domenico Carnovale” (infanzia, primaria e secondaria di primo grado) che distribuisce energia alle adiacenti case popolari».

È stato rilevato che nel 2021 «aumentano gli investimenti in manutenzione straordinaria e ordinaria, soprattutto rispetto al 2019 (ultimo anno prima della pandemia), con maggiori stanziamenti e una maggiore spesa, ad eccezione dei comuni del Centro Italia che vedono una contrazione sia negli investimenti che nella capacità di spesa. Lo stanziamento per la manutenzione straordinaria, a livello nazionale, passa quindi da quasi 28mila euro a edificio del 2019 a circa 34mila euro a edificio del 2021; la spesa effettuata da 15mila a 20mila euro. Per quanto riguarda la manutenzione ordinaria, sono stanziati nel 2021 circa 10mila euro a edificio, con una capacità di spesa di 8,4mila euro a edificio (nel 2019 erano stati rispettivamente 7mila e 6,5mila). In particolare, cresce la spesa delle amministrazioni del Sud che passano da 2mila euro a edificio a 7mila euro».

«In crescita nel 2021 – si legge – il servizio di scuolabus che passa da circa il 20% di scuole servite nel 2020 al 24% nel 2021 con importanti incrementi percentuali anche al Sud, dal 15,3% del 2020 all’attuale 31,7% e nelle Isole, dal 12% al 16,6%. Sul fronte mensa scolastica, se a livello nazionale le mense sono presenti nel 75,3% degli edifici scolastici, al Nord le troviamo nell’ 89,8%, al Centro nel 76,8%, al Sud nel 56,2, nelle Isole solo nel 38,3%. Anche in risposta alla crisi economica, il 96,5% dei comuni garantiscono l’accesso al servizio mensa alle famiglie a basso reddito: la percentuale di gratuità più alta rispetto ai beneficiari nelle Isole (27,4%) e al Sud (17,6%), mentre al Centro e al Nord rispettivamente al 10% rispetto ad una media nazionale del 12,2%. Per quanto riguarda le palestre, solo il 51,9% degli edifici scolastici ne è dotato. Spazi che a loro volta solo per il 56,4% restano aperti anche in orario extrascolastico, quindi a beneficio del territorio. Inoltre, ben il 24,4% degli impianti necessita di interventi di riqualificazione urgenti».

Come si può migliorare la situazione dell’edilizia scolastica? Semplice, attraverso le dieci proposte avanzate dall’Associazione al Governo e al ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, come appello.

Si tratta di interventi da realizzare in tempi brevi partendo dai territori più fragili e con gap infrastrutturale, per una scuola più sicura, inclusiva, innovativa e meno energivora. Per questo l’associazione chiede più attenzione verso i territori più fragili individuando modalità alternative di affidamento dei fondi attraverso bandi e dando supporto tecnico e amministrativo agli Enti Locali più in difficoltà; attivare processi di amministrazione condivisa sulla base di patti educativi di comunità e definire un sistema complessivo dei servizi essenziali inerenti l’istruzione e procedere al suo progressivo finanziamento, al fine di superare divari territoriali e assenza di servizi e opportunità.

«Il Pnrr può inaugurare una nuova modalità di messa a terra delle risorse, ma non è la soluzione a tutto. Da qui ai prossimi anni – ha evidenziato Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente – il grande nodo rimane la qualità diffusa delle scuole. I lievi miglioramenti registrati nel 2021 sono troppo lenti e rischiano, in assenza di interventi diffusi e rapidi, di non superare mai il cronico stato di emergenza».

«Il fattore tempo è determinante ora più che mai – ha continuato – per questo è importante avviare un percorso di rinnovamento e messa in sicurezza per la scuola. È questa a nostro avviso la direzione che si dovrebbe intraprendere, come spieghiamo nelle dieci proposte e nell’appello che abbiamo rivolto al ministro dell’Istruzione e all’Esecutivo Meloni».

«Come raccontiamo in Ecosistema Scuola – ha spiegato Claudia Cappelletti, responsabile ufficio scuola Legambiente – sarà fondamentale pensare alla riqualificazione delle nostre scuole come a un cantiere di rigenerazione urbana, sociale e educativa, condividendo il tutto con la comunità locale che si fa comunità educante, per attuare percorsi condivisi attraverso la coprogettazione sia nei servizi che nella riqualificazione e costruzione di nuove scuole». (mcg)