Il sindaco di Cassano Papasso scrive al Prefetto per un presidio fisso di Polizia a Marina di Sibari

Il sindaco di Cassano allo Ionio, Gianni Papasso, ha inviato una lettera al Prefetto di Cosenza, Vittoria Ciaramella, per chiedere un presidio fisso di forze dell’ordine a Marina di Sibari dopo gli attentati avvenuti nei giorni scorsi ad alcune attività commerciali.

«La richiesta – si sottolinea – è frutto di una necessità che si presenta come viva, urgente e palpitante in questo difficile momento», in quanto «per l’Amministrazione comunale cassanese Marina di Sibari rappresenta un fiore all’occhiello del Comune di Cassano All’lonio è un complesso turistico d’eccellenza e alla luce di quanto accaduto, si teme seriamente, che tali accadimenti possano avere gravi e irreparabili ripercussioni negative sull’imminente stagione estiva, causando nocumento dal punto di vista economico, ma anche sociale e culturale».

«Ho personalmente incontrato cittadini, commercianti e operatori turistici – ha scritto il sindaco Papasso nella lettera – i quali mi hanno rappresentato uno stato d’animo di apprensione e inquietudine, pertanto, sono qui a chiederle che venga da subito istituito, per tutta l’estate e magari anche oltre, un presidio fisso delle forze dell’ordine. Tale presenza, oltre a garantire l’ordine e la sicurezza pubblica, sarebbe motivo di serenità poiché sinonimo di forte presenza dello Stato».

L’amministrazione comunale e, in particolare, il gabinetto del sindaco hanno voluto sottolineare che dopo gli episodi perpetrati con una certa spregiudicatezza e violenza sul territorio «non si è stati fermi ma ci si è subito messi all’opera per garantire vicinanza e sicurezza ad imprenditori e cittadini».

«Esprimo preoccupazione per quanto sta accadendo – ha concluso Papasso – ma la fiducia nelle forze dell’ordine e nella magistratura è massima. Invito i cittadini ad unirsi, farsi forza e collaborare: insieme usciremo anche da questo momento difficile come sempre questa comunità, fatta soprattutto di gente onesta e laboriosa, ha sempre saputo fare». (rcs)

CATANZARO – Lunedì l’iniziativa di Confcommercio Calabria Centrale sulla sicurezza digitale

Lunedì 4 marzo, a Catanzaro, alle 17, nella sede di Confcommercio Calabria, si terrà l’iniziativa Basta un click. Prevenire è meglio che curare. Aziende sicure nel mondo digitale, organizzato dal Giovani Imprenditori di Confcommercio Calabria.

Dopo i saluti e l’introduzione di Pietro Falbo, presidente Camera di Commercio Catanzaro-Crotone -Vibo Valentia, Giovanni Ferrarelli, direttore Confcommercio Calabria Centrale, Andrea Rotundo, presidente Gruppo Giovani Imprenditori Confcommercio Calabria Centrale, seguiranno approfondimenti su “Creare una cultura della sicurezza. Formazione continua e Phishing Training” (Martina Paonessa – CyberDef.it), “Attacchi ransomware prevenzione e contrasto” (Gerardo Costabile – Deep Cyber), “Collaborare per la sicurezza: il ruolo della polizia postale” (con la partecipazione della Polizia di Stato. Sezione Operativa per la Sicurezza Cibernetica di Catanzaro). (rcz)

Molte adesioni per il bando per i sistemi di videosorveglianza emanato dalla Camera di commercio di Cz-Kr-Vv

Intimidazioni e racket, altissima adesione al bando per i sistemi di videosorveglianza emanato dalla Camera di commercio di Catanzaro, Crotone e Vibo Valentia. Soddisfatto il presidente Pietro Falbo che rivolge un appello alla Regione Calabria.

«La massiccia adesione – dice Falbo – è certamente indice di una richiesta di sicurezza maggiore da parte delle nostre imprese, troppo spesso e per troppo tempo esposte ad atti intimidatori e danneggiamenti. Una richiesta che non può rimanere inascoltata. È per questa ragione che rivolgo il mio appello alla Regione Calabria affinché possa entrare in rete con gli altri attori istituzionali per rispondere in maniera sinergica alle numerose istanze giunte dalle tre province di Catanzaro, Crotone e Vibo Valentia appoggiandoci nelle attività di prevenzione e contrasto ai fenomeni criminali».

«Si è registrata una altissima adesione al bando rivolto alle piccole e medie imprese per la concessione di contributi economici finalizzato a promuovere e sostenere l’installazione di sistemi di videosorveglianza», commenta così Pietro Falbo il positivo riscontro ottenuto dall’iniziativa frutto di una collaborazione istituzionale con la Prefettura, la Questura e il Comando provinciale dei carabinieri di Catanzaro.

Illustrata nelle scorse settimane alla stampa, la misura si pone quale obiettivo quello di rafforzare i presidi posti a sicurezza degli esercizi commerciali tramite l’installazione di telecamere, sistemi di videosorveglianza a circuito chiuso, sistemi di video allarme antirapina per contenere e contrastare minacce a scopo estorsivo perpetrate spesso per mezzo di danneggiamenti coadiuvando così le forze dell’ordine nelle attività di investigazione.

«La partecipazione delle imprese al bando ha superato ogni aspettativa – dice il presidente – Nel giorno di apertura dell’avviso, sono giunte domande di contributi per un valore doppio alla dotazione finanziaria inizialmente messa a disposizione dall’ente camerale. È una risposta che ci gratifica ma che deve al contempo indurre a riflessione». (rcz)

L’OPINIONE / Saccomanno (Lega): «Incendio auto parroco, serve un piano per la sicurezza»

di GIACOMO FRANCESCO SACCOMANNO – Il controllo del territorio non è cosa facile in Italia, maggiormente è quasi impossibile in Calabria.

Aggressioni nel Pronto soccorso, negli ospedali, agli amministratori, al Comandi Vv.Uu., ai parroci, ai dirigenti scolastici, minacce, insulti, incendi, un crescendo di violenze che stanno mettendo a grave rischio la libertà dei cittadini e dei servizi. Pur con uno sforzo inumano delle istituzioni tutte, appare inattuabile un percorso virtuoso quando in molte zone gli impianti di video sorveglianza non funzionano o i cittadini, spesso, si fanno i fatti propri.

Quest’ultima condotta dimostra una sfiducia nelle istituzioni e il sentimento di evitare “grane”, non essendoci un sistema giustizia che funzioni adeguatamente. Le indagini, i processi e la definizione di questi passano attraverso un percorso tortuoso con anni ed anni di attività giudiziaria e convocazione di testi che spesso vengono rimandati indietro per varie ragion, che, però, creano disagi. E questo quando va bene e nei procedimenti poco importanti. In quelli, invece, di un certo rilievo il testimone riceve pressioni, quando va bene, tali da portarlo, certamente, a rimproverarsi di aver denunciato, quando, in fatti più gravi, è portato a ritrattare o a dire “non ricordo”.

Questi momenti non sono, certamente, risolvibili in tempi brevi, ma devono far riflettere sia sulla riforma del sistema giustizia e sia sulla necessità che le persone abbiamo ampiagaranzia di tutela. Quello che, invece, è insopportabile è la presenza di impianti di video sorveglianza spesso non funzionati per incuria o mancanza di fondi! È possibile accettare ciò? Certamente no. Il sistema di video sorveglianza non solo è un deterrente alla commissione di reati, ma consente di poter individuare coloro che li commettono. Se questa è la situazione attuale, devono assumersi provvedimenti urgenti e straordinari, come quelli di un finanziamento speciale o di un pianto straordinario per sistemare l’esistente e, comunque, per creare un sistema di controllo del territorio radicale, senza lasciare spazi incontrollati.

In tal modo, si potrebbero limitare le intimidazioni notturne, le aggressioni dei sanitari, degli insegnanti, dei preti e di tutte le persone che non amano la violenza e vorrebbero vivere nella serenità. Ma, a questo ci deve essere un processo rapido con condanne esemplari ed immediate, senza attendere anni ed anni, facendo dimenticare la gravità degli accadimenti, stancando le povere parti offese e consentendo, spesso, la chiusura dei procedimenti con una dichiarazione di prescrizione che è, sicuramente, un fallimento dello Stato. (gfs)

(Giacomo Francesco Saccomanno è commissario della Lega in Calabria)

La Misericordia di Scala Coeli: Sempre in prima linea per la sicurezza della Comunità

di ANTONIO LOIACONONella piccola ma vibrante comunità di Scala Coeli, la Misericordia è un faro di speranza e solidarietà, pronta ad intervenire in qualsiasi momento di necessità.

Recentemente, dopo un intenso addestramento sull’uso del defibrillatore e sul soccorso in seguito a incidenti stradali, i membri della Misericordia non hanno perso tempo nel mettere in pratica le loro competenze, dimostrando ancora una volta la loro dedizione al servizio della comunità. 

Questa volta, però, l’attenzione della Misericordia si è rivolta verso un’altra forma di soccorso: quella nel contesto dello sport. E così, mentre ancora risuonano gli echi dell’addestramento appena concluso, la Misericordia si è precipitata in campo per donare un defibrillatore vitale alla squadra di calcio locale di Scala Coeli.

L’evento è stato solenne e significativo, con la presenza del vice sindaco Michele Cataldo e del presidente della squadra di calcio, avvocato Roberto Parise, a testimoniare l’importanza di questa donazione per la sicurezza degli atleti e degli spettatori. È stato il Governatore della Misericordia, Rocco Acri, a consegnare personalmente il prezioso strumento, proprio prima dell’inizio di un importante incontro di calcio contro il Calopezzati. 

La squadra di calcio di Scala Coeli, insieme a tutta la comunità, accoglie con gratitudine questa donazione e si impegna a fare il massimo per promuovere la sicurezza e il benessere di tutti coloro che partecipano agli eventi sportivi. È evidente che la collaborazione tra la Misericordia, le istituzioni locali e le associazioni sportive può portare a risultati concreti e benefici duraturi per la comunità nel suo insieme. La donazione del defibrillatore agli spogliatoi dello stadio comunale “Domenico Bria” non è soltanto un gesto di generosità, ma rappresenta un impegno tangibile per la sicurezza e il benessere della comunità sportiva di Scala Coeli.

In un mondo in cui gli eventi sportivi sono spesso caratterizzati da un’intensa competizione e da un alto livello di esercizio fisico, è essenziale garantire che siano disponibili dispositivi medici vitali per rispondere prontamente a qualsiasi emergenza cardiaca che possa verificarsi. La Misericordia di Scala Coeli ha dimostrato ancora una volta di essere un pilastro importante della comunità locale, estendendo il suo impegno per la sicurezza e il benessere al di là delle sue consuete attività di primo soccorso. 

La formazione sull’uso del defibrillatore e sul soccorso in seguito a incidenti stradali, insieme alla donazione del defibrillatore alla squadra di calcio, evidenzia l’ampia gamma di competenze e iniziative della Misericordia per la tutela della salute pubblica. Il sostegno e la collaborazione delle istituzioni locali, rappresentati dalla presenza del vice sindaco e del presidente della squadra di calcio alla cerimonia di consegna, sottolineano l’importanza di queste iniziative per l’intera comunità.

La sinergia tra enti pubblici e organizzazioni di volontariato come la Misericordia è fondamentale per promuovere una cultura della sicurezza e della prontezza di intervento in tutte le sfere della vita quotidiana.

Infine, il gesto della Misericordia di Scala Coeli rappresenta un esempio positivo che speriamo possa ispirare altre organizzazioni e comunità a seguire il suo esempio nel promuovere la sicurezza e il benessere tramite azioni concrete e generose come questa. Grazie alla loro iniziativa e al loro spirito altruistico, la comunità di Scala Coeli può guardare al futuro con maggiore fiducia, sapendo di poter contare sulla presenza costante della Misericordia a fianco di loro, pronta ad offrire soccorso e sostegno in ogni momento di necessità.

La Misericordia di Scala Coeli merita l’elogio e il riconoscimento per l’impegno costante nel promuovere la sicurezza e il benessere della comunità locale. Ci auguriamo che questo gesto possa fungere da esempio per altre organizzazioni e ispirare una maggiore consapevolezza sull’importanza di essere preparati ad affrontare situazioni di emergenza in tutti i contesti della vita. (al)

Saccomanno (Lega): In arrivo in Calabria 295 militari

Il commissario regionale della Lega, Giacomo Saccomanno, ha reso noto che sono in arrivo in Calabria 295 militari, «60 unità in più rispetto all’anno scorso, che saranno impiegati per presidiare il territorio e rafforzare le misure a tutela della legalità».

Un risultato reso possibile grazie al lavoro del ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi e del sottosegretario Molteni per rendere le città calabresi ancora più sicure.

«Un impegno concreto della Lega al Governo – ha evidenziato – il segnale positivo di attenzione nei confronti dei cittadini. La sicurezza è sempre stata la nostra priorità e poter disporre di più uomini nelle stazioni ferroviarie e in strada significa mettere in campo un piano di prevenzione e controllo nel solo interesse di chi vive il territorio». (rcz)

Il sindaco di Corigliano Rossano Stasi: Istituzioni prendano iniziative concrete su sicurezza e legalità

«I fatti accaduti nelle scorse settimane, con incendi quasi quotidiani e con la sfida diretta alle Istituzioni democratiche, lanciata apertamente con l’incendio all’auto del Presidente del Consiglio, impone a quelle stesse istituzioni pubbliche, allo Stato, di intraprendere iniziative concrete sul tema della sicurezza e della legalità». È quanto ha dichiarato il sindaco di Corigliano Rossano, Flavio Stasi, nel corso del Consiglio comunale.

Garantire la sicurezza sul territorio, camminare uniti, senza divisioni partitiche, per la riapertura del Tribunale, ottenere l’innalzamento del distretto di polizia e maggiori forze in campo. Si è mosso su queste fondamentali direttrici il consiglio comunale odierno svoltosi, per precisa scelta dell’amministrazione, nella sala udienze dell’ex Tribunale in viale Santo Stefano.

Un consiglio velato dalla tristezza, che si è aperto con la lettura di una commossa lettera dei familiari del consigliere comunale di recente scomparso, Raffaele Vulcano, una ferita ancora aperta, sia sotto il profilo umano che istituzionale, per proseguire con la surroga in base all’ art. 45, comma 1 ed Art. 64, comma 2, del D. Lgs 267 /2000 con Giovanni Maria Vergadoro, che insediatosi, dopo aver comunicato la volontà di continuare sul percorso e per rispetto del compianto Raffaele, ha costituito il gruppo corrispondente alla lista nella quale è stato eletto, ovvero Fratelli d’Italia.

l consiglio è poi proseguito con la partecipata discussione sul punto riguardante la sicurezza e la legalità. Numerosi gli interventi in sala, a partire dall’intervento del deputato Elisa Scutellà, Movimento Cinque Stelle, del consigliere regionale di Azione, Giuseppe Graziano, del consigliere regionale del Movimento Cinque Stelle, Davide Tavernise, di don Pino Straface vicario generale Arcidiocesi Rossano Cariati, di don Pietro Madeo parroco unità pastorale centro storico di Rossano, di Giuseppe Lavia, segretario provinciale Cisl e Giuseppe Guido, segretario generale Cgil, Pollino-Sibaritide-Tirreno, del sindaco di Longobucco, Giovanni Pirillo, dell’avvocato Maurizio Minnicelli e del presidente della Camera Civile, Francesco Bianco.

Assenti per impegni istituzionali, l’assessore regionale, Gianluca Gallo,  la consigliera regionale, Pasqualina Staface, la presidente della Provincia, Rosaria Succurro,  il Presidente Commissione consiliare regionale contro il fenomeno della ‘ndrangheta, della corruzione e dell’illegalità diffusa, Pietro Molinaro, il presidente della Camera Penale, Giovanni Zagarese, il presidente del Coa, Nicoletta Bauleo, il questore Giuseppe Cannizzaro e il procuratore della Repubblica, Alessandro D’Alessio, i quali hanno comunque inteso inviare messaggi alla presidenza del consiglio esprimendo la volontà di contribuire alla lotta per legalità e fronteggiare il fenomeno criminale.

Per il primo cittadino «non bastano gli interventi episodici perché il continuo attacco alla serenità della nostra comunità non è né episodico né casuale, ma è frutto di un arretramento dei “buoni”, cioè delle Istituzioni pubbliche, che ormai da molti anni hanno progressivamente lasciato spazio libero sul territorio, uno spazio che la criminalità sta occupando sfacciatamente. Non servono rassicurazioni, ma interventi strutturali, interventi per altro dovuti a un territorio ingiustamente scippato».

«Il nostro territorio è vivo, ha un tessuto produttivo dinamico, istituzioni vivaci, una comunità importante e che si evolve nonostante l’assenza di servizi e presidi pubblici – ha proseguito Stasi – ma ora è il momento che a Roma la smettano di considerare la nostra città come un caso qualsiasi, come un’entità di poche migliaia di abitanti e di pochi chilometri quadrati: questo vale per il tribunale, per il Distretto di Polizia, per il Gruppo dei Carabinieri, per tutte le forze dell’ordine, più in generale per i servizi».

«Una città di 80 mila abitanti, su un territorio di centinaia di migliaia di abitanti – ha ricordato – con il tessuto produttivo più dinamico della regione è distantissimo dall’attuale tribunale e della sede della Procura. Da Aosta a Siracusa tutti gli addetti ai lavori sanno che chiudere l’ex tribunale di Rossano fu una scelta ingiustificabile e sbagliata: non istituire il tribunale ora sarebbe diabolico ed ancor più assurdo. La nostra comunità non vuole la soppressione di altri tribunali, semplicemente rivendichiamo l’istituzione del tribunale cittadino, che rappresenta un caso unico. Il Consiglio Comunale di oggi rafforza ulteriormente queste sacrosante rivendicazioni». (rcs)

Ferrara (Unindustria): Sicurezza tema prioritario per la crescita della Regione

Il presidente di Unindustria Calabria, Aldo Ferrara, esprimendo solidarietà all’imprenditore Guerino Preite per il grave attentato che ha distrutto tre autobus della ditta, ha evidenziato come «la sicurezza è un tema prioritario per la crescita della Regione».

«Atti come quello accaduto a Diamante – ha spiegato – mettono a dura prova la fiducia degli imprenditori nei confronti del territorio. Il tema della sicurezza degli operatori economici nella nostra regione è sempre di forte e stringente attualità. Non può e non deve essere ignorato, anzi è necessario un ulteriore innalzamento del livello d’attenzione perché si tratta di un argomento dirimente per il futuro delle imprese che già operano sul territorio. Inoltre, è una questione che influisce significativamente sulla capacità del sistema Calabria di attrarre nuovi imprenditori e quindi sulla possibilità di far evolvere il tessuto produttivo e la sua capacità di creare lavoro».

«Come unione degli industriali calabresi è nostra ferma convinzione – ha concluso – che ci sia solo un modo di contribuire alla lotta alla criminalità organizzata e alle intimidazioni: aprirsi il più possibile alla collaborazione con le Forze dell’Ordine e continuare senza sosta nella testimonianza quotidiana della cultura della legalità attraverso atti e fatti concreti con cui si certifica la forte sinergia tra Stato, imprese e cittadini che l’unico strumento capace di arginare i disvalori criminali». (rcz)

L’OPINIONE / Antonio Errigo: La sicurezza delle infrastrutture pubbliche una leva per uguaglianza sociale e nuova occupazione

di ANTONIO ERRIGO – La sicurezza delle infrastrutture è sempre un tema molto delicato da affrontare. Lo è in Calabria così come lo è nel resto del mondo. La mia opinione, dunque, sarà improntata alla semplice condivisione di un pensiero con tutti i lettori di Calabria.live, senza voler scendere nei particolarismi tipici di questa materia che per sua stessa natura richiederebbe ben altri approfondimenti.

Vado subito al dunque: con la messa in sicurezza delle infrastrutture pubbliche, siano esse autostradali, ferroviarie, portuali o aereoportuali in Calabria – attraverso le necessarie manutenzioni protettive e conservative delle opere – non solo si si ridurrebbero moltissimo i prevedibili rischi di collasso di quelle più obsolete ma si creerebbero le giuste condizioni per generare una rilevante occupazione di personale qualificato, abilitato e specializzato e migliori condizioni sociali.
Mi spiego meglio.

Un lavoro onesto e giusto, che crei e garantisca sicurezza generale, credo che sia il meglio che una società evoluta come la nostra possa e debba attendersi. È una mia convinzione: non pensare di adoperarsi per raggiungere il bene dei singoli e della collettività significa pure ignorare che la crescita economica di un popolo sia strettamente legata alla quantità di risorse che riesce a produrre o acquisire per soddisfare bisogni sempre più eterogenei. Io, quindi, non riesco a concepire una società nella quale il benessere psicofisico ed economico sia limitato a una ristretta quantità di esseri umani. Un mondo più giusto passa da una società più equa e da una minore discriminazione nel godimento di beni individuali e pubblici primari.

Ecco allora che la Calabria, nella sua conformazione e vastità regionale dove vivono una moltitudine di individui, se non viene messa nelle giuste condizioni di sviluppo sostenibile dal punto di vista economico, sociale ed ambientale, arriverà al punto tale di vedere costantemente violato quell’ideale patto di civile convivenza che lascia spazio ad ogni tipo di violenza, corruzione e collusione.
Mi sono trovato spesso, nel corso della mia precedente esperienza professionale presso la Rappresentanza Permanente Italiana presso l’Unione Europea a Bruxelles, a presenziare a numerosi incontri di studio o dibattiti istituzionali durante i quali si cercava di decifrare il presente e ragionare su come sarebbe stato, in via di previsione, il futuro di alcune realtà economiche degli stati membri dell’UE, ma molto meno su come alcune scelte avrebbero impattato sulle società dove esistevano ed esistono delle eccessive inuguaglianze e differenze economiche reddituali pro-capite.

Allora oggi posso ben dire con cognizione di causa che gli Stati (Italia in primis) devono adoperarsi nell’acquisire e produrre le necessarie risorse economiche ma, al contempo, devono impegnarsi al fine di far giungere ad ogni individuo presente al nord, al centro, al sud e nelle isole, le necessarie opportunità di lavoro equamente retribuito, per poter accedere liberamente alle risorse necessarie per soddisfare i proprio bisogni personali e famigliari.

In Calabria questo ideale patto sociale tra lo Stato è l’individuo non mi pare garantito: una generale insoddisfazione e indifferenza si palesa nei giovani residenti delle cinque province; è altresì riscontrabile una conseguente e costante emigrazione del capitale umano (magari formatosi nelle migliori università di tutto il mondo e specializzato nei più importanti atenei e centri di ricerca esteri) verso destinazioni economicamente, civilmente e socialmente migliori della Calabria.

Sulle analogie del passato (nel 1876, i due deputati nazionali, Leopoldo Franchetti e Sidney Sonnino, chiesero di accertare le reali condizioni sociali ed economiche in Sicilia dopo l’Unità d’Italia) sarebbe interessante che fosse costituita una Commissione Parlamentare bicamerale avente per fine una indagine conoscitiva sullo stato e sulle condizioni di vita economica e sociale dei cittadini residenti nella Regione Calabria. Solo in seguito, eventualmente, prevedere misure legislative di necessità e urgenza ritenute utili alla creazione di uguaglianze sociali, civili e di paritetico accesso al lavoro onesto e legale, adeguatamente retribuito. (ae)