Sangalli (Confcommercio): La ripresa del Paese passa dal rilancio del Sud

«Se non riparte il Mezzogiorno non riparte il Paese». È quanto ha dichiarato Carlo Sangalli, presidente di Confcommercio nel corso dell’Assemblea pubblica di Confcommercio Cosenza, dal titolo Il ruolo dei corpi intermedi per il rilancio del Mezzogiorno.

«Penso agli imprenditori, a partire da quelli del Sud presenti in questa Sala. Donne e uomini che hanno dimostrato nelle difficoltà e dimostrano oggi nel lavoro quotidiano, tanta responsabilità e determinazione, prima di tutto nei confronti dei loro collaboratori, per le comunità, per il Paese. È difficile non arrendersi in un tempo in cui la parola più ricorrente è stata “crisi”. Crisi pandemica, crisi economica, crisi diplomatica, crisi energetica. E se non c’è stata anche una crisi sociale lo dobbiamo proprio ai corpi intermedi, quelli vivi e che hanno funzionato, come la Confcommercio» ha detto Sangalli.

E, proprio sui corpi intermedi, il presidente di Confcommercio ha evidenziato come quest’ultimi sono «determinanti per gli equilibri sociali ed economici del territorio. Dialogare infatti significa far vedere che innanzitutto i corpi intermedi, le parti sociali e quindi anche il mondo associativo, sono una realtà importantissima in grado di offrire alla politica le richieste del mondo delle imprese».

«Coraggio nelle scelte, trasparenza, responsabilità, ascolto e buoni esempi. Sono queste le parole che devono comparire in primo piano nel vocabolario economico e sociale della Calabria.  Lo chiediamo alla politica ma anche ai corpi intermedi. È tempo che istituzioni, enti e corpi intermedi assumano comportamenti di responsabilità negli interessi di tutti», ha dichiarato Klaus Algieti, presidente di Confcommercio Cosenza.

Tanti complimenti per il Presidente della Regione sul lavoro svolto ma anche tanti spunti su temi che andrebbero affrontati: «Ci sono tanti temi sanità, porto di Gioia Tauro, lavoro, politiche energetiche e del mare, testo unico sul commercio e turismo, rigenerazione urbana – ha proseguito Algieri – per ognuna di esse Confcommercio è al fianco della politica e delle istituzioni per portarle a compimento. Questo è il ruolo dei corpi intermedi, fornire spunti, opinioni, collaborare e non dare giudizi. Essere di supporto e non di peso. Prima di giudicare bisognerebbe trovarsi nelle condizioni in cui si è agito per capire come si è arrivati a quell’azione».

Un bel confronto con il Presidente Occhiuto che nell’apprezzare le proposte di Confcommercio ha dichiarato: «Concordo con quanto detto dal presidente Algieri nel suo intervento – ha sostenuto Roberto Occhiuto, Presidente della Regione Calabria – coinvolgere i corpi intermedi nelle scelte strategiche che riguardano la nostra Regione, è per me un percorso ineludibile. Voglio cambiare la Regione che ho l’onore di governare, ma per farlo ho bisogno della partecipazione attiva di tutte le energie positive del territorio e Confcommercio è una di queste».

«Vorrei che le associazioni di categoria – ha concluso il Governatore – diventassero sportelli della Regione e front office del mondo delle imprese. Soprattutto di quelle micro che non hanno accesso ai bandi o perché i bandi non esistono o perché non hanno personale capace di intercettare questi finanziamenti».

L’incontro ha visto l’alternarsi di tre momenti distinti. Il primo la proclamazione dei risultati dell’Assemblea Elettiva di Confcommercio Cosenza, che ha visto riconfermato alla carica di Presidente l’uscente Klaus Algieri. Successivamente sono state premiate cinque soci del sistema Confcommercio: Enzo Barbieri, Franco Totera, Mario Tarsitano e Renata Tropea per la storicità delle proprie imprese, Ester Chimento per essere stata la prima a creare in Italia Confcerimonie.

Momento culmine è stato il dibattito pubblico aperto dai saluti dell’assessore del Comune di Cosenza, Pina Incarnato e della presidente della Provincia di Cosenza, Rosaria Succurro.  Tutto l’evento è stato moderato dalla direttrice di Confcommercio Cosenza, Maria Santagada(rcs)

L’OPINIONE / Filomena Greco: L’emergenza è il Sud, non l’autonomia differenziata

di FILOMENA GRECO – I dati estremamente preoccupanti sull’aumento dei divari tra Nord e Sud, sul rischio di un “collasso” del sistema meridionale che per l’Istat richiede interventi “urgenti”, sulle migliaia di giovani e adolescenti costretti ogni anno a recarsi al Nord per curarsi: tutto questo per l’Esecutivo nazionale viene dopo la svolta federalista che rischia di disgregare definitivamente la nostra Nazione. L’emergenza è il Sud, non l’autonomia differenziata.

Insieme ai sindaci della Rete Recovery Sud, esprimiamo grande disappunto per le modalità con cui il Governo, incurante del disagio delle comunità da essi rappresentate, sta procedendo all’approvazione della riforma dell’autonomia differenziata. Le lettere inviate al Presidente della Repubblica da duecento primi cittadini, le prese di posizione delle Anci di Basilicata, Campania e Calabria nonché di molti sindaci pugliesi, siciliani, abruzzesi e molisani, non sono bastate a smuovere la politica nazionale.

Ci richiamiamo agli articoli 2, 3 e 5 della Costituzione, che prescrivono “l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale”, la “pari dignità di tutti i cittadini” e la natura “indivisibile” della Repubblica. E in nome di questi torniamo a chiedere di essere ricevuti dal Capo dello Stato.

Siamo estremamente preoccupati per la mancata individuazione di risorse che finanzino i livelli essenziali delle prestazioni, che andrebbero definiti piuttosto “livelli uniformi delle prestazioni” e accompagnati da un robusto intervento di riequilibrio della spesa pubblica che annulli le diseguaglianze. Altrimenti produrranno gli stessi risultati dei livelli essenziali di assistenza, che non hanno inciso in alcun modo sugli squilibri territoriali nella sanità.

Siamo preoccupati  per il destino a cui vanno incontro i nostri giovani, che aspirano a un futuro dignitoso nella nostra terra e i nostri anziani e tutti i cittadini che rischiano di non avere accesso a cure adeguate e a servizi degni di un Paese civile.

Chiediamo al nostro presidente del Consiglio Giorgia Meloni di non approvare una riforma così divisiva che rischia di commissariare l’unità nazionale. Quella Repubblica Italiana alla quale noi sindaci abbiamo giurato fedeltà e per la quale molti cittadini, del Sud come del resto d’Italia, hanno dato la vita. Chiediamo piuttosto un piano straordinario che preveda assunzioni nei nostri Comuni, impoveriti da anni di tagli e federalismo fiscale, l’attuazione della perequazione infrastrutturale, prevista a Costituzione e una strategia seria di attrazione degli investimenti nelle nostre aree industriali.  (fg)

[Filomena Greco è sindaco di Cariati]

L’OPINIONE / Giancarlo Greco: In 10 anni il Sud ha donato al Nord 10 mld per migrazione sanitaria

di GIANCARLO GRECOÈ inammissibile, inaccettabile. L’intero Mezzogiorno ha “donato” al ricco Nord ben 14 miliardi di euro in 10 anni per migrazione sanitaria, i viaggi della salute per intenderci che poi in gran parte sappiamo bene essere del tutto evitabili in presenza di un razionale sistema sanitario nazionale ben spalmato sull’intero territorio. Questo è un dato drammatico, il dato per eccellenza perché dipinge le vere ragioni dell’impoverimento progressivo e seriale, quindi scientifico, del Sud.

Per quanto riguarda la Calabria, poi, – continua Giancarlo Greco – la “donazione” è persino da record o quasi perché è la seconda in graduatoria dopo la Campania che ovviamente conta sul triplo dei residenti. La cifra che ha versato la Calabria in 10 anni alle altre Regioni del Nord, Lombardia ed Emilia Romagna in testa, è davvero “monstre”: ben 2,7 miliardi di euro. Una spesa pazzesca che avrebbe potuto incidere e non poco non solo sulla qualità e quantità dei servizi sanitari regionali quanto sull’intero sistema di sviluppo socio economico. Forte, fortissimo il sospetto che in tutti questi anni i commissari ad acta “stranieri” inviati in Calabria non abbiano fatto altro, chissà se solo casualmente, che reiterare e se possibile incrementare questo flusso che poi è un dissanguamento per la Calabria.

Non meno di 250 milioni di euro all’anno con punte vicine ai 300 milioni. Trend che non è mai diminuito in questo decennio mantenendo piuttosto sostenuto il sospetto del “progetto industriale” e nazionale finalizzato all’impoverimento della Calabria e del Sud a beneficio delle grandi aree del Nord. Non abbiamo nulla contro le imprese sanitarie private accreditate lombarde o emiliane in grado di fornire servizi sanitari attrattivi ed eccellenti, tutt’altro. Vorremmo però che la leale e funzionale sinergia tra sanità pubblica e sanità privata convenzionata con il sistema pubblico, quindi pubblica ugualmente, fosse consentita anche al Sud e in Calabria dove invece in questi anni si è quasi data la “caccia” al privato convenzionato quasi fosse un nemico della società e dell’integrazione sanitaria.

Un vero e proprio “delitto” per il territorio, questo continuo atteggiamento assunto dai commissari fin qui. Non tanto e non solo per l’importanza dei servizi sanitari che il privato accreditato può e deve erogare quanto per il livello occupazionale che ne viene appresso. Attualmente in Calabria sono occupati circa 20mila dipendenti nel sistema sanitario privato accreditato, un numero importante in termini di nuclei familiari. E molti di più potrebbero essere se lo stesso privato accreditato non fosse visto come “nemico” dell’integrazione sanitaria regionale perché così è stato fin qui. Ecco, chiediamo esattamente questo al nuovo commissario ad acta in Calabria Roberto Occhiuto.

Invertire la sciagurata tendenza e il progressivo impoverimento della Calabria a vantaggio delle strutture del Nord che spesso e volentieri, e giustamente, sono anche private accreditate. Anche in Calabria si può erogare con razionalità un servizio sanitario integrato di qualità in grado non di cancellare la migrazione ma quantomeno di dimezzarla, di abbatterla. Di renderla sostenibile ed equa. Fin qui ogni commissario ha lavorato per il contrario. Confidiamo che Occhiuto voglia giocare una partita tutta nuova. (gg)

[Giancarlo Greco è presidente di Unimpresa]

Il nostro futuro secondo la sindaca di Siderno, Maria Teresa Fragomeni

di ARISTIDE BAVASenza adeguati finanziamenti per la nostra terra il divario con il Nord si allargherà sempre di più. La sindaca Maria Teresa Fragomeni è fortemente preoccupata del futuro della nostra Regione, e quindi, della nostra città. 

«Il 2023 rischia di essere – scrive in una sua nota – un anno di recessione per la nostra Regione. Gli effetti della guerra in Ucraina e della congiuntura economica (inflazione e crisi energetica) impatteranno sul già fragile tessuto economico della Calabria, caratterizzato da bassi redditi e sottoccupazione. Secondo la Svimez avremo un meno 0,9% che allargherà il divario con il resto del Paese Italia che, secondo le proiezioni regionali, sarà ancora più divisa con un Mezzogiorno generalmente interessato da dati recessivi».

Le considerazioni vanno, poi, a quelli che definisce “i nuovi poveri” affermando che «è evidente che il numero di nuovi poveri è destinato a crescere. Su questo, la politica, le parti sociali e le Istituzioni devono agire in maniera netta prima che sia troppo tardi. Quindi ricorda un suo recente intervento al Convegno di Napoli sul Sud e l’ Europa ricordando dio aver sottolineato come sia «necessaria e non più rinviabile  una forte crescita di investimenti pubblici nel Mezzogiorno».

«Occorre – afferma – una ottimizzazione della progettazione e della spesa, delle risorse previste dalle politiche di coesione e dal Pnrr. La debolezza delle pubbliche amministrazioni del Sud, prive delle risorse umane qualificate e specializzate sta determinando il concreto pericolo di una mancata occasione per la parte più svantaggiata dell’Italia. Le procedure di assunzione, necessarie, hanno tempi non compatibili con l’obiettivo di progettare sul Pnrr. Del resto tra il 2010 ed il 2019 gli occupati nei Comuni del Mezzogiorno sono calati del 15%!!! La proposta di una alleanza progettuale ed attuativa per supportare le progettazioni, lanciata da Bianchi, per coinvolgere Università, ordini professionali in uno sforzo, va subito praticata per evitare la perdita di Risorse Economiche decisive se si vuole invertire la rotta, non solo al Sud: è infatti ormai chiaro che se non cresce il Mezzogiorno non cresce l’Italia».

Quindi interviene sulla “bozza Calderoli e la cosiddetta Autonomia Differenziata”, evidenziando che «urge ragionare di una realtà che sfata il luogo comune sulla spesa pubblica dello Stato superiore di ben 4 mila euro pro capite nelle regioni del Nord. È il tempo – dice – di abbandonare una semplice posizione di rifiuto del disegno leghista, che rischia di essere di retroguardia: della proposta Calderoli  e che non si può nemmeno discutere».

Nella chiosa finale l’affermazione che «servono politiche pubbliche di investimenti rilevanti nel Mezzogiorno, coordinate dentro una visione strategica di sviluppo. O si affronta la principale frattura economica e sociale del nostro Paese, o si sceglie di non occuparsi della più grande disuguaglianza del nostro tempo. Questo l’orizzonte cui lavorare per la Calabria e per l’Italia». (ab)

 

Versace (Metrocity RC): Legge Finanziaria non fornisce risposte, il sud ancora dimenticato

Il sindaco f.f. della Città Metropolitana di Reggio Calabria, Carmelo Versace, ha evidenziato come «il Governo nazionale purtroppo dimostra di non essere all’altezza delle sfide che attendono il Paese».

«La legge finanziaria – ha continuato – dimostra tutti i limiti di questa maggioranza parlamentare. Avevano annunciato fuochi d’artificio e nulla, ciò che hanno concepito è semplicemente una sommatoria di mancette elettorali. E quel che è peggio è che il Sud e la Calabria sono completamente fuori dall’agenda di questo Governo. Il Governo dimostra di non saper investire sul futuro del Paese. Non un provvedimento che riguardi il Mezzogiorno o la nostra Regione, a cominciare da temi fondanti come quello della sanità, delle infrastrutture e del sostegno ai giovani, sui quali avevamo peraltro avanzato dei suggerimenti».

«Ed inoltre – ha continuato – sul tema dell’autonomia differenziata il Governo dimostra quella sua trazione nordista, tesa ad avvantaggiare i territori più ricchi, che non farà bene al Paese e che noi fronteggeremo con vigore. Oggettivamente pare proprio che la montagna abbia partorito il topolino. Purtroppo si tratta dell’ennesima occasione persa per dare un impulso decisivo allo sviluppo del Mezzogiorno. Noi continueremo a fare la nostra parte, come sempre, ma pare che il Governo, stando alla somma dei provvedimenti approvati in finanziaria, sia totalmente orientato in altre direzioni». (rrc)

Carfagna (Azione): Fondi al Sud grazie a opposizioni, pessima prova governo

La deputata e presidente di Azione, Mara Carfagna, ha evidenziato come «alla fine grazie alla levata di scudi di opposizioni e imprenditori il Sud ha trovato spazio in legge di bilancio, dopo essere stato del tutto ignorato dal governo nella prima versione del testo, quella approvata in Consiglio dei ministri».

«La proroga anche per il 2023 dei crediti di imposta per chi investe nel Mezzogiorno – ha detto – per chi investe nelle Zes e per le imprese del Sud che investono in ricerca, sviluppo e innovazione è ossigeno per quel mondo imprenditoriale meridionale che ha voglia di fare e chiede solo opportunità. Si tratta di misure che hanno avuto un impatto molto positivo per lo sviluppo del Mezzogiorno, eppure il governo se n’era dimenticato, salvo rimediare copiando le proposte delle opposizioni. Che dire: ottimo il risultato, pessima la prova». (rmm)

Versace (Metrocity RC): Battaglie del lavoro e del Sud cruciali

C’è una forte necessità di realizzare battaglie per i diritti del lavoro e per le questioni essenziali del Meridione partendo proprio da Sud. Lo ha detto il sindaco f.f. della Città Metropolitana di Reggio Calabria, Carmelo Versace, nel corso del suo intervento al congresso nazionale della Filcams – Federazione italiana lavoratori commercio, albergo, mensa e servizi.

I lavori si sono svolti in presenza del Segretario nazionale Gianni Dalò, di quello generale della Calabria Giuseppe Valentino nonché di Gregorio Pititto per la Cgil Reggio Calabria – Locri.

Intervenendo di fronte alla platea sindacale Versace ha sottolineato che «se le cose non ce le andiamo a difendere noi a Roma nessuno farà qualcosa in più per questa terra. Paradossale il fatto che l’unico intervento relativo alla sanità calabrese sia stato fatto da una parlamentare emiliana e non da calabresi».

Anche rispetto alla finanziaria del Governo ed alle proteste sindacali che ne sono scaturite ha espresso un chiaro giudizio politico-amministrativo

«Ho prodotto degli emendamenti, verosimilmente gli unici da parte di amministratori nel mio ruolo, di carattere generale – ha precisato – ma comunque in linea con indirizzi e bisogni non solo del territorio metropolitano ma anche di quello dell’area metropolitana dello Stretto. Sono stati tutti trascurati e questo deve farci pensare molto».

Si è infine rinnovata la vicinanza alle istanze ed ai diritti del mondo del lavoro con una fattiva sinergia già in atto proprio con la delegata metropolitana di Filcams Samantha Caridi(rrc)

Bevacqua (PD): Con legge di Bilancio Calderoli cerca di far passare in silenzio l’autonomia differenziata

Il capogruppo del Pd in Consiglio regionale, Mimmo Bevacqua, ha denunciato come «con l’art. 143 della legge di bilancio, il ministro Calderoli cerca di far passare in silenzio l’autonomia differenziata, tagliando fuori dal dibattito il Parlamento e sottraendosi al confronto democratico».

«Sarebbe un colpo definitivo per il Sud e il trionfo dell’autonomia», ha denunciato Bevacqua, ribadendo che «i Lep sono i livelli di prestazione essenziali che corrispondono, dunque, a diritti civili e sociali che dovrebbero essere garantiti su tutto il territorio nazionale e che, vista la divaricazione attuale tra le diverse aree del Paese, devono essere sottoposte a una preliminare perequazione. Qualcuno sta cercando di giocare con il fuoco, silenziando il dibattito sull’autonomia differenziata per poi approvarla con la legge di bilancio».

«Conosciamo bene – ha concluso – le capacità e la dimestichezza con la macchina legislativa del ministro Calderoli, ma sui diritti sociali e civili degli italiani non si scherza. Per questo come gruppo Pd organizzeremo un incontro pubblico al quale inviteremo oltre ai parlamentari del nostro partito, i sindacati, il presidente del Consiglio regionale Mancuso e il governatore Occhiuto per tenere alta la tensione oltre a dimostrare quella compattezza fin qui registrata a tutela dell’intero territorio che siamo chiamati a rappresentare». (rrc)

L’OPINIONE / Santo Biondo: Nella Legge di Bilancio si cela l’ultimo danno a discapito del Sud

di SANTO BIONDO – Nella parole si nasconde la fregatura. Questo il legislatore lo sa bene e, spesso, soprattutto su materie controverse, con le parole ci gioca pro domo sua, per celare l’ennesimo inganno. È questo il caso dell’ultima Legge di bilancio licenziata dal Consiglio dei ministri lo scorso 21 novembre che, in uno dei suoi articoli, recita: “Determinazione dei Lep ai fini dell’attuazione dell’articolo 116, terzo comma, della Costituzione”.

L’approvazione di questo articolo in legge di Bilancio, non deve passare in silenzio. Esso nasconde l’ansia da prestazione di una forza politica, ritornata al governo del Paese lo scorso settembre, che vuole portare a casa una riforma identitaria.

Ma non solo, la norma cela un inganno per tutte le regioni del Mezzogiorno. Se, infatti, fosse approvata la manovra dal Parlamento senza essere emendata sul punto, la norma in questione prevede che i Lep, (gli ormai famigerati Livelli essenziali delle prestazioni), verranno definiti da una Cabina di regia, istituita sulla base della stessa previsione normativa, in funzione non dei reali fabbisogni dei territori, del Sud in particolare, ma in rapporto alle risorse disponibili da parte dello Stato e “a legislazione vigente”.

Questo tema, infine, fondamentale per le prospettive del Mezzogiorno, unito alla scarsa attenzione che la legge di Bilancio pone su materie quali: lavoro, stato sociale e fisco, basta per chiamare alla mobilitazione le piazze ed i territori.

Il legislatore cosi facendo, quindi, manderà in soffitta la Perequazione, rispetto alla quale la Costituzione prevede l’istituzione di un fondo statale, utile a garantire una omogeneità nella distribuzione della spesa pubblica da parte del tanto delicato e complesso meccanismo del Regionalismo asimmetrico.

L’articolo in questione, poi, si spinge addirittura fino al punto di prevedere che, laddove la Cabina di regia non dovesse definire i Lep, entro un anno dall’entrata in vigore della legge di Bilancio, sarà un Commissario a portare avanti e completare il lavoro propedeutico all’attuazione del Regionalismo differenziato.

Dunque, rimanendo così le cose, l’attuazione di un capitolo della Costituzione, così complesso e delicato come quello dell’Autonomia differenziata, piuttosto che essere definito attraverso il circuito democratico della discussione in Parlamento, aprendo la stessa alle parti sociali e alla cittadinanza attiva, sarà affidata all’operato di un organo monocratico, quale è un Commissario nominato da un governo che, tra le altre cose, sul tema è un esecutivo oggettivamente di parte.

Il futuro del Mezzogiorno, pertanto, sarà  determinato da un “monarca” che deciderà per noi e per le future generazioni.

E tutto questo mentre lo Svimez, non più tardi di 48 ore addietro, ci ha ricordato che il Sud sta vendendo accentuarsi, rispetto al Nord della Nazione, i divari di cittadinanza.

Far passare in sordina questa norma sarebbe l’ennesimo errore, dopo quello commesso sulla legge 42/09, quella che ha introdotto il concetto di federalismo fiscale, sulla quale in passato si è consumata una colpevole distrazione da parte della classe dirigente meridionale. Un errore macroscopico che, oggi, è reso evidente a tutti anche dagli atti sottoscritti, negli anni, dalle commissioni parlamentari competenti in materia..

Distarsi adesso per una seconda volta non è ammissibile. Se sbagliare può essere considerato umano, anche se a certi livelli di responsabilità non è consentito, perseverare può trasformarsi in diabolico per l’Unità Nazionale, per la Coesione sociale del Paese e in particolare per il futuro del Mezzogiorno.

Su questo non ci si può dividere, anzi occorre una forte azione unitaria che si sforzi di aprire il confronto con chi amministra la cosa pubblica, per evitare l’ennesima beffa per le regioni del Sud Italia, ma non si preoccupi di richiamare la piazza laddove fosse necessario. (sb)

Orsini (Confindustria): Al Sud mancano investimenti e risorse nuove per le Zes

Il vicepresidente di Confindustria, Emanuele Orsini, ha evidenziato come «l’interlocuzione con il Governo è in atto» ma che «in merito al Sud riteniamo che manchino investimenti mirati e non ci sono nuove risorse per le Zes».

Orsini, intervenendo all’Assemblea di Confindustria Cosenza, ha evidenziato la necessità di riattivare «le moratorie per chi ha necessità di supporto e riattivare gli aiuti per generare nuovi finanziamenti alle imprese, incrementando il plafond da cinque a dieci milioni di euro».

Fortunato Amarelli, presidente di Confindustria Cosenza, nel suo intervento ha dichiarato che «dobbiamo avere la capacità di reagire, perché senza crescita non si va da nessuna parte».

«La crescita è una responsabilità collettiva – ha continuato Fortunato Amarelli – perché le aziende creano lavoro e il lavoro sostiene la crescita. È fondamentale non perdere nessuna impresa e nessuno stipendio. Abbiamo bisogno di agevolazioni concrete perché non cessa il ritmo con il quale cresce l’inflazione e la capacità di acquisto si è ridotta del venti per cento. Una situazione che richiede una reazione di insieme».

Per il presidente Aldo Ferrara di Unindustria Calabria «il Pnrr legato al Por Calabria ed al Fondo di sviluppo e Coesione potrebbe garantire una crescita di medio lungo periodo». 

«Il Mediterraneo – ha spiegato – diventa strategico per inaugurare una nuova stagione geopolitica che possa incidere sull’economia del Paese e dei nostri territori».

Sui cambiamenti connessi ai processi di transizione ecologica, digitale, sociale ed economica, si sono confrontati, moderato dal Direttore di Confindustria Cosenza Rosario Branda –  il sindaco di Cosenza Franz Caruso che ha sottolineato come l’occasione sia stata utile a rafforzare il dialogo per contribuire ad agire nell’interesse della comunità, il docente Luiss School of Government Massimiliano Panarari, il presidente di Assafrica e Mediterraneo Massimiliano Dal Checco, il vice Presidente Ance e presidente Comitato Mezzogiorno e Isole Giovan Battista Perciaccante, il vicepresidente di Confindustria Emanuele Orsini e l’Assessore regionale allo Sviluppo Economico Rosario Varì.

Nei processi di sviluppo hanno sempre un ruolo fondamentale le infrastrutture, perché esse servono a ridurre l’impatto ambientale e favorire le interconnessioni. 

«Dal punto di vista economico – ha detto il presidente Giovan Battista Perciaccante – l’edilizia si conferma come uno dei principali motori dell’economia, tanto per le ricadute sulla filiera quanto per l’occupazione che genera». 

«Le opere previste dal Pnrr – ha aggiunto – vanno messe in cantiere da subito e in tutto questo occorrerà che i lavori prevedano il coinvolgimento delle imprese locali perché da un lato così si aiutano le imprese a crescere, dall’altro migliora l’occupazione».

«Le transazioni – ha affermato il docente Massimiliano Panarari –   caratterizzano i processi economici e sociali, l’importante è contribuire alla loro pianificazione». 

«Si può partire – ha proseguito – da una nuova narrazione del Sud, che potremmo definire ‘neomeridionalista’ ma che incrocia tutta una serie di questioni nazionali». 

«Serve costruire un’idea di cultura positiva del produrre e del fare – ha evidenziato – non ‘antindustriale’ che sia in grado di cogliere le opportunità, che rifiuti le tentazioni troppo assistenzialistiche perché quello di cui abbiamo veramente bisogno è una società basata sulla formazione continua e sulla dignità del lavoro».

Nel corso dell’Assemblea spazio ai temi di respiro internazionale, con particolare interesse ai paesi in crescita. «In una situazione geopolitica come quella attuale – ha dichiarato il presidente di Assafrica e Mediterraneo Massimiliano Dal Checco – l’Africa avrà un ruolo sempre più importante sia dal punto di vista delle forniture di gas e di petrolio che di grano e altri cerali, in sostituzione di quello che importavamo dai paesi russofoni. Su questi territori arriverà nuovo sviluppo economico con impatti positivi anche per l’Europa e l’Italia».

La giornata ha fatto registrare la consegna di riconoscimenti alle imprese aderenti a Confindustria Cosenza da 50 e da 25 anni: Azzinnari Eugenio Eredi snc di Santa Sofia d’Epiro, Cinema Teatro San Marco di Rossano, Mastrosimone Costruzioni srl di Montalto Uffugo, Parise Fratelli snc di Castrolibero, Ca.dis srl di San Marco Argentano, La Molazza sas di Corigliano Rossano, Edil s.d di Castrolibero, Calabra Maceri e Servizi spa di Rende, Italbacolor srl di Fuscaldo. (rcs)