Sonia Ferrari e Tiziana Nicotera stilano il Primo rapporto sul turismo delle radici in Italia

di FRANCO BARTUCCI – È una forma di turismo sostenibile che ha un impatto estremamente positivo sul territorio e che potrebbe favorire il ripopolamento dei nostri borghi. Si tratta del turismo delle radici, studiato da anni da Sonia Ferrari, docente di marketing del turismo e di marketing territoriale all’Unical, e di Tiziana Nicotera, cultore della materia presso l’Unical e consulente di marketing del turismo. E attualmente è anche oggetto di un grande interesse sia del Ministero degli Esteri che di quello del Turismo. Le due studiose hanno realizzato, con il patrocinio del Ministero degli Esteri e grazie anche al contributo di altri ricercatori, il Primo rapporto sul turismo delle radici in Italia, considerato il principale riferimento per chi opera in questo ambito. Stanno svolgendo, inoltre, una serie di corsi di formazione online su questo tema per conto di Confcommercio, con grande successo.

Oggi la Ferrari e la Nicotera stanno studiando l’impatto di questa forma di turismo e dell’attaccamento ai luoghi delle proprie origini da parte di emigrati e turisti delle radici in termini di promozione dei prodotti agroalimentari italiani nel mondo. La ricerca è realizzata in collaborazione con il Crea, il principale ente di ricerca italiano dedicato alle filiere agroalimentari, nell’ambito del progetto Oleario, che ha l’obiettivo di unire competenza e comunicazione per generare un’accelerazione dei processi culturali che riguardano il settore olivicolo.

Lo studio, ormai al termine, mostra come i turisti delle radici (oriundi italiani e loro discendenti che tornano in vacanza nei luoghi delle origini) possano concorrere a migliorare l’immagine di alcuni marchi territoriali, oltre ad acquistare direttamente prodotti realizzati nel luogo di origine della loro famiglia e a promuoverli. Questi turisti diventano veri e propri ambasciatori all’estero del cosiddetto Made in Italy. Tutto ciò può favorire le esportazioni, stimolare la produzione locale, aumentare l’orgoglio della comunità, accrescere la sostenibilità e l’attrattiva locale. Inoltre, gli ‘italiani nel mondo’ possono limitare l’impatto negativo del fenomeno dell’Italian sounding, che diffonde finti prodotti italiani di scarsa qualità, dannosi per l’immagine della gastronomia italiana e per l’economia e le esportazioni del settore agro-alimentare italiano. Nell’ambito della ricerca è previsto un focus sul comparto olivicolo-oleario. (fb)

LA CALABRIA E IL PARADOSSO TURISMO
POCHE PRESENZE E SCARSA PROMOZIONE

di PIETRO MASSIMO BUSETTAQuel treno per Yuma era il titolo di un famoso film del 2007 remake del film omonimo del 1957. Me lo ricorda l’annuncio del treno per Pompei. «Il 16 luglio é partito  il treno Roma-Pompei, realizzato con le Ferrovie dello Stato: porterà i visitatori direttamente alla stazione ma anche agli scavi. All’interno si potrà vedere anche un video che introduce alla storia di Pompei e ai grandi scavi iniziati con i Borbone e si potrà acquistare il biglietto di accesso agli scavi». Ad annunciarlo, è stato il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, che si concentra giustamente sui siti culturali che possono essere attrattori di visitatori. 

Egli ha molto chiaro il collegamento tra conservazione e fruizione, ma anche che non si distribuiscono pasti gratis, e che quindi la fruizione deve avere un prezzo.

L’ingresso a pagamento del Pantheon a Roma evidenzia un progetto sano che prevede che anche i beni archeologici, architettonici ed in generale tutti i beni culturali, prevedano per la loro visita un biglietto d’ingresso, come avviene in tutti i Paesi del mondo, nei quali paghi per vedere opere da noi assolutamente gratuite. L’abbondanza dei beni culturali, delle chiese monumentali, degli scavi archeologici, dei beni ambientali presenti in tutto il Paese non ci può non far riflettere che la loro manutenzione e la possibilità di fruizione hanno un costo che ogni giorno le Istituzioni affrontano, che va rifuso da coloro che ne diventano gli utilizzatori. 

Tale approccio ricorda a tutti noi che il turismo non è solo un’attività che consente a tutti noi di mostrare quanto la realtà in cui viviamo sia bella ed attraente, cosa che facciamo normalmente compiacendocene alquanto, ma che deve diventare uno strumento, soprattutto al Sud, area nella quale è assolutamente sotto dimensionato, un driver dello sviluppo importante.

Senza inseguire gli utili idioti che affermano che il Sud potrebbe vivere di agricoltura e turismo, non vi è dubbio che una utilizzazione attenta e una gestione avvertita dell’industria turistica potrebbe rappresentare una parte della soluzione al processo di spopolamento che le aree meridionali stanno subendo. 

Non bisogna dimenticare però che il rapporto tra presenze e occupati, diretti ed indiretti, nel settore, quindi compreso l’indotto che riguarda tutto il terziario, si colloca tra il 3 ed il 7 × 1000, e varia a secondo della concentrazione delle presenze, per cui se esse sono disperse ci avviciniamo al 7 × 1000 se sono invece concentrate in grandi complessi con centinaia di camere ci si avvicina, come é logico, al dato più basso.

Poiché il Mezzogiorno ha 80 milioni di presenze, stimando un dato medio del 5 × 1000, si può valutare che il settore dia lavoro, tra occupati diretti ed indiretti, a circa 400.000 persone. Per chi volesse approfondire tale tema può scaricare un lavoro pubblicato sulla Rivista Economica del Mezzogiorno della Svimez, pubblicato da me recentemente.  

Quindi incide sull’occupazione e probabilmente anche sul valore aggiunto dell’area per il 7%. Il raddoppio delle presenze, cosa assolutamente complicata, porterebbe ad un aumento dell’occupazione interessante ma non certamente risolutiva rispetto alle esigenze enormi riguardanti una popolazione che, con 20 milioni di abitanti, dovrebbe avere una occupazione complessiva di oltre 9 milioni, rispetto ai 6 che oggi sono il numero di coloro che trovano un lavoro sia regolare che invece senza coperture assicurative e quindi sommerso. In tale quadro di riferimento il successo e i risultati che la branca sta conseguendo in quest’anno felice devono essere inquadrati.

La Calabria su 20 regioni italiane è al 15 posto per presenze turistiche nel 2022. Al primo posto il Veneto con 65,9 milioni, seguito dal Trentino Alto Adige e dalla Toscana. La Campania è la prima regione del Mezzogiorno e al settimo posto in Italia, con 17,8 milioni di presenze, seguita da Puglia, Sardegna Sicilia. La Calabria è al quinto posto con 7,3 milioni di presenze.

In Calabria nel 2019 ci sono state 9,5 milioni di presenze. Dopo il crollo di presenze nel 2020 per la pandemia (4,5 milioni), i forti incrementi del 2021 e 2022 non hanno ancora permesso di raggiungere i livelli del 2019, soprattutto per quanto riguarda le presenze straniere. 

Tra i primi 200 comuni italiani per presenze turistiche nel 2022 al primo posto Roma con 29,2 milioni, seguita da Venezia, Milano e Firenze, che ha 7,4 milioni di presenze (l’intera Calabria ne ha 7,3 milioni). Seguono Cavallino-Treporti (Venezia) e Rimini. 

Il primo comune del Mezzogiorno per presenze turistiche è Napoli, al sedicesimo posto in Italia, con 2,7 milioni, di cui 1,3 milioni stranieri, seguito da Sorrento al diciottesimo posto e Vieste (Foggia) al 25 posto tra i comuni italiani. 

Bene sono questi i dati con i quali bisogna confrontarsi quando si parla del boom turistico del 2023, che vede alcune realtà come quella di Napoli avere un’accelerazione interessante, che non deve far dimenticare come é stato detto precedentemente che tutta la Calabria ha meno presenze della sola Firenze. Eppure la costa calabrese tirrenica  da Scilla a Bagnara a Tropea, alla costa ionica  é un paradiso purtroppo riservato ai pochi appassionati che l’hanno scoperta. 

Senza parlare della Sicilia che con i suoi  15 milioni di presenze che, paragonate a quelle analoghe di Malta, dovrebbero provocare se non pianti tragici risate amare,  rimane una Isola ancora non attraversata da flussi importanti.

In tutto questo una confusione di dati che l’Istat raccoglie come se il settore fosse minore, senza porsi  il problema di una indagine campionaria per poter rilevare il sommerso, che lo caratterizza parecchio. 

Basteranno gli incrementi, anche notevoli, che la branca sta avendo in alcune realtà particolari come il napoletano piuttosto che nel Salento per far diventare il settore l’industria turistica che serve al Mezzogiorno? 

Senza alcuna pianificazione che consenta di raggiungere in tempi brevi quei numeri che servono attraendo investimenti dall’esterno dell’area in località particolarmente vocate, con ampi spazi, che consentano anche quei grandi numeri dei quali il Mezzogiorno ha bisogno ma che non ha ancora attratto? Forse sarebbe opportuno che il Ministero del turismo pensasse ad una pianificazione seria, sia normativa che operativa. Ma  in questo momento è chiedere troppo. (pmb)

[Corutesy Il Quotidiano del Sud – L’Altravoce dell’Italia]

Dalla Cgil un piano strategico enogastronomico e culturale per un lavoro dignitoso

«Bisogna fare una battaglia contro la precarietà e mettere a regime un sistema che possa dare qualità di servizi e del lavoro mettendo insieme i vari turismi che abbiamo in Calabria, beni culturali, enogastronomia, turismo religioso e puntare su una Carta Turistica unica in Calabria. Anche la Regione deve avviare una discussione profonda sul rilancio del settore e sui diritti dei lavoratori». È quanto ha dichiarato Angelo Sposato, segretario generale di Cgil Calabria, nel corso dell’iniziativa del sindacato svoltasi al Castello di Squillace e organizzata con la collaborazione delle federazioni di categoria che si occupano di turismo e agroalimentare (Filcams e Flai Cgil).

Per Sposato, infatti, «il settore turistico è in crescita, ma occorre stimolarlo, sia dal punto di vista dell’offerta sia in termini di qualità dei servizi e del lavoro. Le potenzialità del settore non corrispondono, infatti, alla qualità del lavoro: contratti irregolari, sfruttamento, utilizzo di contratti impropri».

La segretaria generale Flai Cgil Calabria, Caterina Vaiti, mette l’accento sulla creazione di “percorsi di cibo”: «Il turismo enogastronomico deve essere strettamente legato al turismo culturale, unendo le bellezze paesaggistiche e turistiche a dei percorsi del cibo che partano dal nord al sud della Calabria. In questo è fondamentale la collaborazione tra comuni per far sì che la persona che, ad esempio, sceglie la meta balneare sia incentivato ad andare anche nell’hinterland con dei percorsi studiati e sinergici per poter apprezzare le specialità locali e il cibo del luogo».

«Importante – ha aggiunto Vaiti –  è che i due ministeri, quello del Turismo e quello dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste siano connessi e che a cascata lo siano anche gli assessorati regionali. In Calabria non abbiamo un assessorato al Turismo, perché la delega è rimasta al presidente della Regione, mentre riteniamo sarebbe opportuno che ci sia un assessorato ad hoc e che gli assessorati possono viaggiare insieme».

«Occupare la cultura, questa la provocazione che vogliamo lanciare stasera da Squillace da dentro un castello. Se abbiamo ancora meravigliosi castelli in Calabria – ha affermato il segretario generale Filcams Cgil Calabria Giuseppe Valentino – è perché c’erano le corti, i re e le regine che man mano abbiamo cacciato per vivere in democrazia».

«Oggi paradossalmente gli stessi castelli che i Comuni hanno acquisito in nome per conto del popolo ci vengono privati, non sono fruibili se non a pagamento, e così per altri luoghi meravigliosi e di interesse paesaggistico che siano parchi archeologici, attrattive turistiche e culturali.  Abbiamo bisogno di costruire una cultura alternativa che permetta alla Calabria di diventare una terra di libertà in tutti i sensi. L’iniziativa di ieri è stata una piccola tappa in un percorso nel quale l’obiettivo è quello di mettere il sistema turistico sottosopra. C’è bisogno – ha concluso – di ripensare ad un sistema turistico fruibile da tutti e che attivi dal basso le imprese, le associazioni, il territorio e naturalmente le lavoratrici ed i lavoratori i cui diritti devono essere garantiti nel rispetto dei CCNL di settore».

Al termine dell’evento, moderato dal giornalista Pietro Melia e a cui hanno preso parte anche Enzo Scalese, Segretario Generale Cgil Area Vasta,  Andrea Coinu, vice presidente Effat (European Federation of Food, Agriculture and Tourism Trade Unions), Francesco Perino, presidente EBTC (Ente Bilaterale Turismo della Calabria), Carolina Scicchitano, direttore amministrativo e finanziario Gal Serre Calabresi e Franco Caccia, assessore Turismo e Programmazione del Comune di Squillace, si è tenuto un aperitivo di solidarietà alle popolazione delle Marche e dell’Emilia Romagna. (rcz)

Regione e Arpacal al fianco di San Ferdinando per garantire un’ottimale esperienza turistica

La Regione Calabria e Arpacal al fianco del Comune di San Ferdinando per garantire un’ottima esperienza turistica. Una iniziativa che ha raccolto il plauso dell’Amministrazione comunale, guidata da Gianluca Gaetano, soddisfatti che Regione e Arpacal ci «affianchi in questo duro lavoro».

«Non intendiamo produrci in j’accuse populisti che, se pur solleticano l’umore popolare, ben poco possono restituire i termini di risultati», ha detto l’Amministrazione comunale, ribadendo l’idea che «tutte le istituzioni debbano collaborare, ognuna per i propri profili di competenza, nella risoluzione di questa  complessa problematica e siamo felici che le garanzie di impegno da parte di Arpacal e Regione Calabria si siano trasformate in un concreto lavoro comune».

La Calabria è ricca di attrattive turistiche, di marcatori culturali, di beni paesaggistici e di notevoli risorse naturalistiche. Arte, gastronomia, natura, storia e ospitalità costituiscono un enorme vantaggio competitivo per rendere la nostra regione una destinazione attrattiva e un luogo ideale per trascorrere piacevoli periodi di vacanza o lavoro. Anche San Ferdinando è ricca di risorse turistiche e di paesaggistiche e per questo motivo l’amministrazione comunale è impegnata in una sfida per valorizzare le grandi potenzialità del luogo.

Tuttavia, come spesso accade nelle Regioni meno sviluppate dal punto di vista economico e urbanistico, sono necessari sforzi maggiori per raggiungere la normalità e offrire standard di vita ottimali a residenti e visitatori. Questo aspetto, che chiama responsabilmente tutte le istituzioni a un lavoro corale, si manifesta con tutta la sua carica negativa quando si tratta di temi ambientali.

 Anche San Ferdinando ha pagato il prezzo di politiche pubbliche non appropriate, di condotte irresponsabili e di speculazioni che ne hanno mortificato il glorioso passato turistico e talvolta la reputazione pubblica. Sono numerosi i fattori critici che arrecano danno all’ambiente, alla balneazione e alle esperienza dei turisti ma questo non deve far venire meno la spinta ad agire e la determinazione a recuperare la bellezza della natura e la gradevolezza del soggiorno.

Per questo motivo l’amministrazione comunale, fin da subito, si è attivata per promuovere processi virtuosi nel solco della già sperimentata sensibilità ambientalista dei cittadini e dell’attaccamento ai propri luoghi del cuore. Le condotte del passato non devono essere un alibi né motivo di rassegnazione, il compito della politica è di attuare iniziative concrete che guardino al futuro e puntino con chiarezza agli obiettivi di rinascita economica e di risanamento dei territori.

«Sul Mesima e sul Vena – è stato spiegato – sono stati eseguiti interventi di messa in sicurezza che presto daranno i loro frutti e la presenza odierna di Regione e Arpacal, che hanno garantito la loro presenza di sabato sotto un sole cocente, è un chiaro segno della premura con cui sono state accolte le legittime istanze del territorio e l’attenzione che ci è stata rivolta. La collaborazione tra istituzioni deve essere continua e puntare alla riduzione costante del danno fino alla risoluzione definitiva dei problemi».

L’amministrazione comunale ha espresso la sua gratitudine a tutti coloro che si sono impegnati e che continueranno questo lavoro collettivo, dal presidente Occhiuto che ha subito corrisposto le richieste della comunità, al generale Errigo e al professor Iannone, rispettivamente commissario e direttore scientifico di Arpacal, all’ingegnere Siviglia del Dipartimento Ambiente della Regione Calabria  e infine al WWF Vibo per gli ambiziosi progetti che sta realizzando alla foce del Mesima.

«Siamo confidenti – conclude la nota – che il prosieguo delle attività farà sentire le comunità locali protette e tutelate, la vigilanza andrà estesa e dovrà interessare i numerosi fattori che inducono alla preoccupazione: reti idriche, stazioni di sollevamento, infrastrutture di collettamento, ciclo della depurazione, autobotti, autospurgo e sversamenti illegali. No i siamo determinati e continueremo ad esserlo, non intendiamo arretrare e se non arriveranno subito risposte adeguate siamo pronti, carte alla mano, a promuovere ogni iniziativa – anche di natura legale e risarcitoria – a tutela dei diritti individuali e degli interessi diffusi. Infine ringraziamo i cittadini e gli operatori locali per la tenacia e la partecipazione, invitando tutti a tenere comportamenti responsabili e a rispettare l’ambiente partendo dai piccoli gesti, come quello di non abbandonare rifiuti e di avere cura delle spiagge e degli spazi comuni». (rrc)

L’OPINIONE / Claudio Aloisio: Reggio, quella città le cui mancanze sono inammissibili

di CLAUDIO ALOISIOEra il 19 maggio quando scrissi che, senza l’immediata emanazione di un bando a seguito dello sgombero, la Torre Nervi sarebbe rimasta chiusa in balia di vandalismo e degrado. Siamo al 14 luglio e le mie previsioni si sono avverate. La Rotonda del Lido con la sua splendida balconata è chiusa, abbandonata. Un pugno in un occhio nel mezzo del Lungomare, quello che dovrebbe essere il fiore all’occhiello della città.

Il 1° giugno 2022, invece, scrivevo che Reggio aveva perso una gigantesca occasione non riuscendo a mettere in piedi uno straccio di programmazione e promozione efficace per il cinquantesimo dei Bronzi di Riace. Tra le altre cose all’epoca si disse che, dato il ritardo, nell’anno successivo si sarebbe provveduto a organizzare meglio le cose per valorizzare i Guerrieri di Riace. Forse mi sarà sfuggito ma mi sembra che nulla sia stato fatto. Per l’ennesima volta.

Vedete, parliamo di due vicende molto diverse che però sono facce della stessa medaglia. Rappresentano plasticamente la situazione quasi kafkiana che stiamo vivendo. Sembra che a Reggio Calabria ci si stia mettendo d’impegno per rendere le cose peggiori più di quanto già lo siano, aggiungere difficoltà a difficoltà, far scappare quei pochi turisti che girano spaesati in un luogo che non offre il benché minimo servizio serio e professionale di accoglienza o d’informazione.

Reggio è quella città dove nel centro storico (e non solo) manca l’acqua ma in compenso abbondano i rifiuti, dove i lavori per riasfaltare il lungomare si protraggono sino estate inoltrata, dove nel pieno di quella che dovrebbe essere la stagione turistica si inizia a lavorare per la riqualificazione del Lido Comunale, dove si aprono cantieri per nuove opere mentre quelle realizzate non vengono neanche manutenute. 

Reggio è la città dove l’Estate Reggina, il contenitore degli eventi che dovrebbe valorizzare e caratterizzare la stagione estiva cittadina, altro non è che un guazzabuglio imbarazzante di qualsiasi cosa, senza un ordine, una visione strategica, una coerenza. Un minestrone dove i pochi eventi validi vengono fagocitati da decine di altri che nulla hanno a che vedere con la programmazione che dovrebbe portare avanti il capoluogo dell’area metropolitana.

Reggio è la città dove invece di agevolare chi vuole fare impresa lo si ostacola, dove si devono aspettare tempi inaccettabili per ottenere autorizzazioni per l’occupazione del suolo pubblico e dove si decide tout court, data la mancanza di un piano stabilito e condiviso, di non concedere più autorizzazioni per ztl e isole pedonali anche in quelle strade che non creano alcun problema alla viabilità, producendo un danno agli imprenditori, ai potenziali turisti e ai cittadini. In compenso è la città più tassata d’Italia, con le aliquote che vengono tenute al massimo anche ora che si potrebbe intervenire per abbassarle.

Reggio è una città senza una visione, una strategia, un’idea di sviluppo e questo lo si nota ancor di più sotto il cocente sole estivo che fa “brillare” tutte le mancanze che ormai non sono più sopportabili né ammissibili.

Comprendiamo le enormi difficoltà nel gestire una città come la nostra ma questo non basta più a giustificare lo stato in cui versa e l’inefficienza dell’azione amministrativa.

Come Confesercenti continueremo a dare il nostro contributo rimanendo interlocutore costruttivo per trovare soluzioni che mirino al bene e allo sviluppo di Reggio ma crediamo di avere il diritto di pretendere che si faccia di più, molto di più e meglio. (ca)

[Claudio Aloisio è presidente Confesercenti Reggio Calabria]

 

Lunedì a Squillace l’iniziativa di Cgil su “Un piano strategico per il Turismo enogastronomico e culturale”

Lunedì 17 luglio, a Squillace, alle 18.30, al Castello, si terrà l’iniziativa Un piano strategico per il Turismo Enogastronomico e Culturale promossa da Cgil CalabriaFlai Cgil CalabriaFilcams Cgil Calabria.

Interverranno Andrea Coinu, vice presidente Effat (European Federation of Food, Agriculture and Tourism Trade Unions), Francesco Perino, presidente Ebtc (Ente Bilaterale Turismo della Calabria), Angelo Sposato ( Segretario Generale Cgil Calabria), Carolina Scicchitano, direttore amministrativo e finanziario Gal Serre Calabresi, Caterina Vaiti, Segretaria Generale Flai Cgil Calabria, Giuseppe Valentino, Segretario Generale Filcams Cgil Calabria, Franco Caccia, assessore Turismo e Programmazione del Comune di Squillace.

Dalle 20 aperitivo solidale in favore delle Marche e dell’Emilia Romagna. (rcz)

In Calabria la prima riunione dei direttori di Federalberghi

Nel mese di giugno si è svolta, a Tropea, la prima riunione dei direttori di Federalberghi, dove si è discusso di turismo e fatto il punto sui provvedimenti che riguardano le strutture alberghiere.

I lavori si sono aperti con l’introduzione di Francesco Perino, direttore di Federalberghi Calabria e di Alessandro Nucara, direttore generale di Federalberghi nazionale.

 La prima giornata è stata dedicata a un seminario dal titolo Turismo, non è un lavoro per i giovani (d’oggi)? coordinato da Silvia Zanella, esperta di marketing nell’ambito delle risorse umane. Durante il seminario, organizzato in collaborazione con Cfmt, sono state analizzate le corrette strategie per migliorare l’employer branding del settore turistico.

 I lavori della seconda giornata sono iniziati con Federica Bonafaccia, responsabile del servizio legale-tributario di Federalberghi, che ha presentato i contenuti dei più recenti provvedimenti di interesse per le imprese alberghiere, soffermandosi in particolare sul tema delle locazioni turistiche sia dal punto di vista della proposta di legislazione del Ministero del Turismo sia dal lato della proposta di regolamento europeo. Ha poi illustrato la normativa IVA sui contributi associativi.

 A seguire, Manlio d’Agostino Panebianco, Direttore St Laurentius, ha trattato il tema del cross cultural approach nel turismo, ovvero come creare la giusta ospitalità e una vera ‘comfort zone’ per i turisti con abitudini e tradizioni proprie e con un’elevata capacità di spesa.

Giacomo Angerillo e Alfredo Passeri di Nexi hanno illustrato i trend più recenti del mercato dei servizi di pagamento.  Federico de Stasio, dottore commercialista in Roma, ha analizzato il tema degli adeguati assetti organizzativi, amministrativi e contabili per rilevare tempestivamente eventuali crisi aziendali.

 Il direttore di Federalberghi Napoli, Andrea Milazzo, ha poi presentato l’iniziativa “Il turismo oltre le barriere”, che ha realizzato strumenti per agevolare il turismo di ciechi e ipovedenti.

 Giorgio Rapari, vicepresidente Cfmt, ha presentato le opportunità formative e i vari strumenti che il Centro Formazione Management del Terziario mette a disposizione delle imprese.

 A seguire, Vincenzo Zulli, Coordinatore Business Development Cattolica per il Turismo, ha illustrato i risultati del rapporto “Comunicare il turismo sostenibile” che analizza il posizionamento dell’Italia nel percorso verso la sostenibilità fornendo in conclusione cinque punti chiave per il turismo del futuro.

La sessione pomeridiana si è aperta con un faccia a faccia tra Fabrizio D’Agostino, presidente di Federalberghi Calabria, e Fausto Orsomarso, senatore della Repubblica ed ex assessore al Turismo della Regione Calabria, che si sono soffermati sulle politiche di sviluppo per il turismo perseguite a livello nazionale e regionale.

 Barbara Antognini ha illustrato le condizioni di favore che Unoenergy riserva alle imprese associate al sistema Federalberghi.

 Angelo Candido, responsabile dei servizi sindacali di Federalberghi, ha illustrato lo stato di avanzamento delle trattative per il rinnovo del Ccnl Turismo. Ha, inoltre, presentato gli osservatori regionali sul mercato del lavoro nel turismo. Tornando al tema delle locazioni brevi, il Comandante Generale del Corpo di Polizia Locale della Città di Venezia, Marco Agostini, ha illustrato le finalità e il funzionamento della smart control room del comune di Venezia. 

Marco Coppola, presidente di Federalberghi extra, il sindacato nazionale delle attività extralberghiere, ha presentato l’associazione illustrando le attività svolte, le soluzioni organizzative in essere e le modalità di adesione.

 Francesco Tapinassi, direttore di Toscana Promozione Turistica ha introdotto il programma della BTO 2023, che si terrà alla Leopolda di Firenze il 22-23 novembre e ha illustrato le agevolazioni riservate ai soci del sistema Federalberghi.

Al termine della riunione, i partecipanti hanno espresso vivo apprezzamento per l’organizzazione, che è stata curata da Federalberghi Calabria, con il supporto e la collaborazione del THotel Lamezia, del Comune di Tropea, del ristorante Le Mura di Tropea, della Gelateria Ercole di Pizzo, della Acqua degli Dei, della Stranges Viaggi, del Grand Hotel Excelsior di Reggio Calabria, del Museo archeologico nazionale di Reggio Calabria e della guida Tommaso Misiano

 Un ringraziamento particolare è stato rivolto all’Ente Bilaterale del Turismo della Calabria e al sindaco di Tropea dr. Giovanni Macrì(rvv)

Filcams Cgil Calabria: Il turismo in mano all’illegalità mentre Occhiuto tace

La Segreteria regionale Filcams Cgil Calabria si è chiesta se «è normale per il Presidente di una Regione come la Calabria assistere, quotidianamente, ad operazioni di polizia e magistratura che vedono il sequestro di aziende, impianti e strutture del settore Turistico».

«Deve essere così – si legge nella nota – se nonostante i dati economici che tagliano fuori solo ed esclusivamente la Regione Calabria dai flussi Turistici e le operazioni come quella odierna che ha visto per ultimo il sequestro del Villaggio Sayonara di Nicotera Marina, l’onorevole Occhiuto dorme sonni tranquilli».

«A questo punto – si legge – vien da pensare se l’atteggiamento superficiale del Presidente non dipenda dal contesto politico, evidentemente non influente, che ha visto la sua Giunta o le sue scelte fiduciarie oggetto di inchieste giudiziarie ed imbarazzi; penserà che sia normale che l’esito dell’operazione Wave ci consegni una Calabria che nel turismo tocca punte estreme di illegalità e criminalità. Non si spiegherebbe altrimenti l’atteggiamento arrogante e stizzito che il Presidente ha dimostrato nell’ultimo consiglio regionale quando di fronte alle proposte ed alle critiche della Filcams Cgil Calabria che a vario titolo i Consiglieri Regionali hanno riportato nell’assise regionale non si è nemmeno degnato di replicare o, in alcuni momenti, di essere presente in aula ad ascoltare».

Se il Presidente della Regione non ha il coraggio di convocare le parti sociali – ha concluso – o non ha tempo per occuparsi di Turismo almeno rimetta la delega e trovi qualcuno disposto ad impegnarsi. Altrimenti, non si offenda, se chi con determinazione ogni giorno si batte per tutelare chi lavora onestamente, per affermare la legalità ed i diritti, per bonificare e scacciare la ‘ndrangheta dalla nostra terra gli ricordi che, mai come in questo caso: chi tace acconsente!». (rcz)

La consigliera Amalia Bruni: La Calabria non può tutelare la salute dei turisti

La consigliera regionale Amalia Bruni ha evidenziato come mentre «in ogni parte d’Italia si cerca di riorganizzare al meglio il servizio dell’emergenza urgenza e in molte regioni la situazione è decisamente migliorata, solo in Calabria la gestione del Commissario è riuscita a peggiorare, quando possibile, lo stato delle cose, riducendo il 118 a una sorta di taxi dei pazienti».

«durante il Simposio Nazionale Vibo Emergency Medicine si è parlato di “Futuro dell’emergenza fra crisi e riorganizzazione” – ha spiegato – e decine di colleghi si sono mostrati increduli e a tratti sbigottiti di fronte a certe affermazioni che, secondo lo Smi, mettono a serio rischio l’incolumità dei calabresi e non solo».

«Alcuni relatori, infatti – ha proseguito – hanno sottolineato che non ci sarebbe bisogno che la rete tempo-dipendente sia gestita da un medico sull’ambulanza (relatori Battistini, Profiti, Graziano) ma che con le nuove tecnologie infermieri scelti e formati (i nostri lo sono?) potranno essere autorizzati a usare protocolli d’intervento relazionandosi con il medico della centrale operativa».

« Si è poi sostenuto – ha detto ancora – suscitando sconcerto, che medici formati e specializzati verranno scelti per essere assegnati alle automediche, mettendo di fatto in dubbio la competenza e la professionalità dei colleghi calabresi che ogni giorno salgono sulle autoambulanze per fare turni massacranti».

«Insomma, mentre altrove si risolve il problema assumendo medici, rafforzando le strutture e incentivando tutto il personale sanitario – ha evidenziato – come al solito da noi si escogitano stratagemmi incredibili per porre mano a un problema giunto a questo punto perché per anni nessuno ha trovato soluzioni serie ed efficaci».

«Intanto – ha detto ancora – mentre grandi menti disegnano soluzioni eccellenti solo in teoria (ci aspettiamo anche il ricorso all’intelligenza artificiale per sostituire i nostri colleghi) è arrivata un’estate con tanti turisti ma non siamo in gradi di tutelare la loro salute».

«Venerdì pomeriggio, tanto per cambiare – ha concluso – la postazione del 118 di Falerna è rimasta totalmente chiusa per mancanza di medici, autisti e infermieri. A questi problemi bisogna dare risposte concrete e non fare scelte cervellotiche». (rrc)

Filcams Cgil Calabria contro la Regione sul Turismo: Panico istituzionale

Giuseppe Valentino, Segretario generale Filcams Cgil Calabria, attacca la Regione sulle politiche legate al turismo

«Diciamocelo, in Calabria siamo di fronte ad una situazione di panico istituzionale che non viene affrontata per presunzione o arroganza da chi Governa la nostra Regione – scrive –
Presunzione di avere il consenso dei calabresi, quando i dati elettorali dicono che più della metà degli aventi diritto non ha votato alle elezioni regionali e chi ha vinto ha ottenuto meno di un quarto delle preferenze totali degli elettori.Arroganza, perché si pensa di non aver bisogno di ascoltare le rappresentanze sociali, politiche, territoriali per fare le scelte giuste che servono a far uscire la nostra Calabria dalla situazione di arretratezza e disagio economico e sociale».

«Basta pensare agli appelli inascoltati in prima persona dal Presidente Occhiuto su alcuni temi che la Filcams Cgil Calabria ha posto all’attenzione dello stesso negli ultimi tempi – dice ancora Valentino – Dalla Peste Suina che sta mettendo in ginocchio agricoltori e turismo nel Reggino, ai lavori previsti per la messa in sicurezza della Trasversale “Limina”, passando per i traghetti sequestrati in riva allo Stretto di Messina il Presidente Occhiuto non è riuscito a dare alcuna risposta alle preoccupazioni dei calabresi e della Filcams Cgil Calabria che vorrebbe vedere il settore del Turismo organizzato e governato allo scopo di far crescere la ricchezza e la qualità delle vita di chi lavora e vive in Calabria. Chi Governa può anche pensare che bastino i numeri della propria maggioranza (quando ce li ha) per fare bene; a noi il compito di far sapere a chi “manovra” che sarà chiamato ad assumersi le responsabilità politiche ed istituzionali delle scelte fatte senza confronto, specie quando si rischia di continuare ad impoverire la già fragile economia regionale contribuendo a far scappare i calabresi dalla propria terra». (rcz)