A Feroleto Antico la tavola rotonda sulla Finanza responsabile della Uilca Calabria

Domani pomeriggio, a Feroleto Antico, al T-Hotel, alle 15, è in programma la tavola rotonda Per una Finanza Responsabile a sostegno dello Sviluppo del Territorio, che chiude il settimo congresso regionale della Uilca Calabria.

I lavori saranno moderati dal Direttore di Ten Attilio Sabato e vedranno la partecipazione del Presidente  Fincalabra Alessandro Zanfino, del Presidente Agrifidi Mario Caligiuri, oltre a Santo Biondo Segretario generale Uil Calabria, Fulvio Furlan Segretario Generale Uilca e Andrea Sità Segretario regionale Uilca. Nel corso della mattina verrà anche presentato il nuovo numero dei Quaderni di Analisi Uilca Calabria,  dedicato al tema congressuale, in cui sono evidenziati i divari territoriali in campo finanziario ed una serie di  proposte destinate a facilitare un percorso di sviluppo sostenibile e duraturo anche in Calabria.

Biondo (Uil Calabria): Regione renda operativa Commissione sul lavoro sommerso

Il segretario di Uil Calabria, Santo Biondo, ha chiesto alla Regione di rendere operativa la Commissione regionale sul lavoro sommerso, «a cui deve essere affiancato un organismo regionale tecnico/politico, affidato alle cure di un luminare universitario, con funzione consultiva e propositiva nei confronti del Governo e del Consiglio regionale».

Si tratterebbe di «una struttura dotata di risorse umane ed economiche utili a produrre un lavoro serio ma sempre sotto la sorveglianza degli organi ispettivi ma anche alla sorveglianza sociale» ha spiegato il segretario generale, nel suo contributo  ai lavori del workshop Le attività di prevenzione e di contrasto al lavoro sommerso e al lavoro irregolare nel territorio calabrese, organizzato da Anpal a Reggio Calabria.

«La Calabria nel Paese – ha detto Santo Biondo – detiene la maglia nera nel lavoro regolare. Quasi il 22% delle lavoratrici e dei lavoratori calabresi vivono una condizione di irregolarità lavorativa.  Sono 137 mila i lavoratori calabresi che svolgono il proprio lavoro in condizione di irregolarità retributiva, contributiva e assicurativa. Alla base di questo fenomeno agiscono cause di natura culturale e sociale, ma anche una legislazione nazionale poca attenta».

Per il Segretario generale della Uil Calabria, poi, «il lavoro sommerso ha un riflesso immediato sulla sicurezza in maniera diretta ed indiretta. Una lavoratrice ed un lavoratore irregolare oggi è poco sicuro, esposto ai rischi del suo mestiere, senza tutele e garanzie; un lavoratore irregolare sarà un pensionato povero».

Questo fenomeno ha riflessi diretti sulla tenuta economica del territorio.

«In Calabria – ha detto il sindacalista – il lavoro sommerso sottrae alle casse dell’erario 1 miliardo di euro e questo ammanco si riflette immediatamente sui calabresi in termini di mancati servizi di cittadinanza: con una sanità che non cura; trasporti pubblici locali inefficienti; scuole in perenne difficoltà; servizi per l’infanzia all’anno zero e politiche sociali di difficile applicazione».

La Uil Calabria ha le idee chiare su cosa serve per cambiare questa narrazione.

«Sul piano nazionale – ha spiegato Santo Biondo – è necessario irrobustire il controllo da parte dello Stato, attraverso un importante piano assunzionale di ispettori del lavoro. Poi occorre una legislazione in grado di premiare le imprese che fanno lavoro di qualità e sanzionare le imprese che della irregolarità e dell’illegalità fanno un fattore premiante».

Ma non solo.

«Ancora, serve una cultura delle legalità che parta dalla scuola, che faccia della sicurezza sui luoghi di lavoro e dell’educazione civica i punti qualificanti di una nuova stagione di rinascita culturale e sociale.Appare determinante, poi, la creazione di una cultura della legalità fiscale e in questo senso come Uil, da tempo, chiediamo l’istituzione di una giornata nazionale per l’equità e la legalità fiscale».

«Scendendo dal piano nazionale a quello locale – ha concluso il Segretario generale della Uil Calabria –, riteniamo necessario diffondere con le parti datoriali la contrattazione territoriale, di settore, di filiera. La Calabria, in questo campo, deve recuperare un pesante ritardo e, quindi, bisogna sforzarsi di creare delle dinamiche virtuose sul territorio». (rrc)

A Catanzaro è arrivato il camper della sicurezza di Uil Calabria

Il camper della sicurezza della Uil Calabria e Uil Artigianato Calabria ha fatto tappa a Catanzaro, la prima delle sei tappe previste e che si concluderà a Cosenza il 20 luglio.

Il camper rientra nell’ambito dell’iniziativa nazionale “Scendiamo in campo per la sicurezza. Un camper per la salute e la sicurezza sui luoghi di lavoro, che è stata presentata dal segretario generale della Uil Calabria, Santo BiondoBenedetto Cassala, coordinatore regionale della Uil artigianato calabrese.

«In questa nostra stagione congressuale – ha detto Biondo – che in Calabria si concluderà il 13 settembre a Roccella Jonica con il Congresso regionale della Uil Calabria, il tema della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro, è centrale. La nostra campagna nazionale di sensibilizzazione Zero morti sul lavoro ha avuto il merito di aver portato all’attenzione dell’opinione pubblica e delle istituzioni, il tema delle morti e degli infortuni sul lavoro, argomento che era stato messo da parte nel dibattito pubblico nazionale».

«In Calabria – ha proseguito Biondo – oggi lanciamo la campagna regionale “Scendiamo in Camper per la sicurezza”. Il nostro impegno sul territorio, per la Sicurezza e Salute nei luoghi di lavoro, deve puntare a realizzare e implementare con le parti datoriali la contrattazione di prossimità, di settore, di filiera, rispetto alla quale, la Calabria è maglia nera sul piano nazionale. Ed occorre irrobustire e diffondere il ruolo della rappresentanza Rls e Rlst.  Nel settore dell’Artigianato, dobbiamo strutturarla in tempi brevissimi».

«Infine, sul tema degli incidenti sul lavoro – ha concluso il segretario  generale della Uil Calabria – al governo regionale, chiediamo: l’istituzione di una Commissione regionale e assunzioni di personale in ambito della medicina del lavoro».

Dopo Catanzaro e Catanzaro Lido il 4 luglio, per poi proseguire alla volta di Vibo Valentia e Pizzo, dove il camper sosterà l’11 luglio; Polistena e Reggio Calabria con sosta prefissata il 13 luglio; Crotone il 15 luglio; Rossano il 18 luglio e Cosenza come tappa conclusiva il 20 luglio.

«Oggi – ha detto, infine, Benedetto Cassala– parte questa campagna per la sicurezza. Il nostro camper girerà per tutta la regione Calabria ed il nostro obiettivo è quello di promuovere sicurezza e lo faremo distribuendo documenti e dispositivi individuali di sicurezza nei luoghi di lavoro. Con questa campagna cerchiamo di avvicinare noi i lavoratori, superando ogni tipo di ostacolo che ci viene frapposto, per promuovere al massimo la cultura della sicurezza sui luoghi di lavoro, sostenendo la consapevolezza della necessità di lavorare senza rischi, perché la sicurezza non deve essere imposta per legge».

«I dati sono sconfortanti – ha concluso – e la nostra organizzazione, che da tempo grazie ad un’intuizione del Segretario generale Pierpaolo Bombardieri, sta promuovendo e sostenendo questa campagna di grande importanza». (rcz)

Lunedì a Catanzaro si presenta l’iniziativa nazionale sulla sicurezza sul lavoro di Uil Calabria

Lunedì 4 luglio, alle 9.30, a Piazza Matteotti a Catanzaro, è in programma la presentazione dell’iniziativa nazionale Scendiamo in campo per la sicurezza. Un camper per la salute e la sicurezza sui luoghi di lavoro, che è stata rilanciata dalla Uil Calabria e della Uil artigianato Calabria.

L’iniziativa, che si inserisce nella campagna Zero morti sul lavoro promossa dalla Segreteria nazionale della Uil, sarà itinerante e in Calabria darà vita a sette tappe.

Si partirà da Catanzaro e Catanzaro Lido il 4 luglio, per poi proseguire alla volta di Vibo Valentia e Pizzo, dove il camper sosterà l’11 luglio; Polistena e Reggio Calabria con sosta prefissata il 13 luglio; Crotone il 15 luglio; Rossano il 18 luglio e Cosenza come tappa conclusiva il 20 luglio. (rcz)

Biondo (Uil Calabria): Inaccettabile il rischio di restituzione a Europa dei Fondi Coesione

Il segretario regionale di Uil CalabriaSanto Biondo, ha rimarcato che «il paventato rischio di restituzione all’Europa dei finanziamenti del Fondo sociale di coesione è inaccettabile. Se questi fondi non dovessero trasformarsi in opere concrete si realizzerebbe una doppia contraddizione, in quanto quella coesione tanto ricercata non verrebbe realizzata tanto nei fatti quanto nelle parole».

«Mettendo da parte le polemiche sterili – ha aggiunto – che non ci sono mai appartenute, crediamo sia determinante trovare i corretti giusti e applicarli tempestivamente per rendere alla Calabria il giusto servizio. Siamo convinti, infatti, che piuttosto di non spenderli e, nella peggiore delle ipotesi, restituirli all’Europa, per mettere a frutto questi fondi la Regione debba dare corpo, coinvolgendo le parti sociali e le amministrazioni comunali calabresi, un piano per il rilancio dell’occupazione e il potenziamento del welfare fondato su due punti: l’incentivo all’occupazione di qualità e il potenziamento della legge sulla non autosufficienza».

«Partiamo dal lavoro – ha illustrato –. I dati occupazionali relegano la Calabria agli ultimi posti, fra le regioni italiane e non solo, per percentuale di donne, uomini e giovani attivi. Un dato, purtroppo, drammaticamente accentuato dalle ricadute economiche e sociali della pandemia da Covid-19. Per l’Eurostat in Calabria lavorano solo quattro giovani su dieci, facendo registrare uno dei tassi di disoccupazione più alti che si è attestato al 37%. Peggio di noi fanno la Sicilia, la Campania, la regione spagnola di Ceuta (56%), le regioni greche della Macedonia orientale, Tracia (45%) e Macedonia occidentale (42%) e ancora la spagnola Melilla (42%)».

«Questi dati, con la loro triste oggettività – ha proseguito – ci dicono che non c’è più tempo da perdere, che la Calabria – in tema di politiche del lavoro – deve voltare pagina e ricercare soluzioni efficaci. Così, in primis sarebbe necessario dare corso ad una politica di concreta defiscalizzazione del lavoro, così da liberare risorse e consentire alle aziende sane, che sono tante sul nostro territorio, di ricercare e assumere lavoratrici e lavoratori accuratamente formati. Questo inciso, naturalmente, apre il ragionamento sulla formazione professionale e sul valore che essa assume nel territorio regionale. Solo una lavoratrice formata, solo un lavoratore formato può diventare un valore aggiunto per la crescita economica dell’azienda presso la quale lavora e per tutto il tessuto produttivo regionale».

«Tutto ciò – ha detto ancora – inserito nel contesto di un piano industriale rinnovato ed operativo e di politiche attive del lavoro realmente produttive, potrebbe rappresentare la chiave di volta della Calabria. Naturalmente, chi amministra la cosa pubblica in Calabria non può dimenticarsi di quella grossa fetta di popolazione inattiva che risiede sul territorio regionale. Le anziane e gli anziani, spesso considerati dal Governo come veri e propri bancomat, non possono essere lasciati da soli. Le ricadute della pandemia da Covid-19 sono state pesantissime su questa numerosa platea, segnata da numerosi lutti, con le famiglie in enorme difficoltà nella gestione quotidiana dei propri parenti in età avanzata».

«Di fronte a questa drammatica situazione – ha spiegato – sosteniamo che sia indispensabile approvare una Legge quadro nazionale per la non autosufficienza, e di farlo oggi anche utilizzando i fondi previsti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza.  In Calabria, poi, si sente forte l’esigenza di un potenziamento finanziario della legge esistente che, a causa della disattenzione della classe politica, sino ad oggi non ha potuto dispiegare i propri effetti benefici».

«Ma non solo – ha detto –. In questo territorio appare necessario assicurare l’assistenza alle persone non autosufficienti prioritariamente nel proprio contesto di vita e promuovere la vita indipendente delle persone non autosufficienti e con disabilità, investendo decisamente nell’assistenza sociosanitaria domiciliare e semiresidenziale con investimenti nella robotica e domotica. E, ancora, nell’ottica di una razionalizzazione della rete di assistenza del Servizio sanitario regionale, promuovere strutture di prossimità ed intermedie (del tipo case della salute, Ospedali di comunità) dove collaborano tutti i professionisti della sanità e del sociale».

«Per realizzare tutto ciò  – ha concluso – è indispensabile un quadro di riferimento legislativo ed istituzionale nazionale, fondato su un costante coordinamento degli indirizzi normativi e degli atti di programmazione, tra il ministero della Salute, quello del Lavoro e delle Politiche Sociali e il Dipartimento disabilità, la Conferenza delle Regioni e l’Anci. Siamo convinti, infine, che vada prevista la partecipazione delle organizzazioni sindacali e associazioni sociali nei processi di governance a tutti i livelli del sistema di assistenza per la non autosufficienza». (rrm)

IN CALABRIA DOVE NON C’È MAI IL LAVORO
MANCA PERSONALE PER LE RISORSE PNRR

di SANTO BIONDO La Calabria dei paradossi si riscopre debole davanti alla sfida che potrebbe cambiare il suo futuro. Nella regione che spicca a livello nazionale per il più alto indice di disoccupazione, soprattutto fra i giovani e le donne, l’incapacità amministrativa degli enti territoriali, conseguenza di anni di tagli al comparto pubblico da parte di una politica incapace di costruire corrette pratiche di promozione occupazionale, rischia di mettere a repentaglio la progettazione e la finalizzazione dell’imponente dote di finanziamenti che l’Europa, in uno slancio solidaristico, accantonati gli anni di ristrettezze legate ai vincoli del patto di stabilità, ha messo a disposizione del nostro paese. 

La carenza di personale e di competenze, purtroppo, si evidenzia in tutto il comparto della pubblica amministrazione. Tutti gli enti locali, Regione e Comuni, che saranno chiamati a gestire la fase progettuale dei bandi del Pnrr e a seguirne la messa a terra concreta, sono in enormi difficoltà di pianta organica e di qualificazione professionale. 

Nasce così il paradosso di una regione senza lavoro nella quale la mancanza di lavoratrici e lavoratori, che riguarda tutte le amministrazioni, nei cui bilanci la spesa per il personale è al di sotto dei tetti massimi, contribuisce non solo a mantenere alti i tassi di disoccupazione regionale soprattutto giovanile, ma impedisce, in questa fase di grandi opportunità, di creare nuova occupazione nel settore privato nella nostra regione, dato che una pubblica amministrazione inefficiente, non permetterà alla Calabria di mettere in moto la propria economia attraverso la messa a terra delle risorse europee. 

Questa cronica mancanza di personale, rimanendo così le cose, impedirà la realizzazione dei programmi europei, non permetterà l’apertura dei cantieri, non permetterà di migliorare i servizi di cittadinanza e di crearne di nuovi; non permetterà di modernizzazione e innovare il tessuto produttivo e non consentirà di attrarre in regione nuovi e importanti investimenti privati. 

Occorre lanciare l’allarme a Roma. Perché occorre fermare il cane che si sta mordendo la coda. 

Questa rivendicazione ai piani alti la deve porre la politica calabrese, la quale deve chiedere al governo nazionale di consentire alla Calabria l’apertura, in via straordinaria, di una stagione di concorsi pubblici e meritocratici all’interno di tutte le articolazioni pubbliche regionali. 

Se questo non sarà fatto, nel mentre il cane fuori controllo insisterà ad inseguire la propria coda, i giovani continueranno ad andare via dalla Calabria, la nostra regione si impoverirà ulteriormente e le prospettive di rinascita e di ripartenza del territorio sbiadiranno. 

Il Pnrr per la Calabria deve rappresentare anche l’occasione per modernizzare e innovare la propria macchina pubblica. Un’amministrazione pubblica efficiente è un argine contro la criminalità organizzata e contro il rischio dell’applicazione di pratiche clientelari e collusive.

Inoltre se la politica calabrese non mette sotto la propria lente di ingrandimento la voce personale pubblico, potrebbe verificarsi, anche che grazie ai fondi del Pnrr vengano costruite delle infrastrutture che, per la grave mancanza di personale, potrebbero rischiare di diventare delle nuove cattedrali nel deserto.

Cose se ne possono fare i calabresi, infatti, di nuovi ospedali se poi non ci sono gli operatori sanitari necessari per farli diventare i luoghi della salute? Cosa se ne possono fare i calabresi di scuole e asili nido nuovi di zecca se poi non ci sono le insegnanti e gli insegnanti per far crescere i nostri ragazzi?

Il rischio concreto, quindi, è quello di far precipitare il territorio della Calabria nel labirinto del sottosviluppo. Una ipotesi inaccettabile che dobbiamo assolutamente scongiurare.

Un sottosviluppo che potrebbe segnare il destino della sanità calabrese, che potrebbe trovare ossigeno nell’incapacità di infrastrutturare una regione povera nei suoi asset viari, che potrebbe amplificarsi a causa dell’odiosa mancata applicazione della clausola del 34% degli investimenti in conto capitale che dovevano essere destinati alle regioni del Mezzogiorno, che potrebbe essere appesantito dai miasmi nefasti di un federalismo fiscale a trazione padana.

Infine sul Pnrr, gli enti territoriali, che devono e dovranno svolgere da qui al 2026 un ruolo da protagonisti nello sviluppo sociale, occupazionale ed economico del nostro territorio, devono mettere da parte le barriere campanilistiche e devono avanzare nella capacità di mettersi insieme, consorziarsi, fare sinergia affinché insieme possano affrontare le criticità amministrative e mettere a fattore comuni i punti di forza.  Per fare tutto questo è necessario che i Comuni calabresi si associno sostanzialmente e non formalmente in ambiti provinciali ottimali. 

In una visione solidaristica, infine, dovrebbero essere soprattutto i grandi comuni calabresi a muovere il primo passo verso i piccoli e medi comuni, che sono gli enti in cui si riscontrano le maggiori difficoltà.

Al via tavolo di confronto tra Regione e sindacati su forestazione: Necessario definire programma di sviluppo pluriennale

È necessario definire un programma di sviluppo pluriennale. È quanto è emerso dal tavolo di confronto tra la Regione Calabria e le segretarie regionali e confederali di Cgil, Cisl e Uil.

Attorno allo stesso tavolo, insieme all’Assessore regionale alla Forestazione, Gianluca Gallo, si sono ritrovati il neo direttore generale del Dipartimento Forestazione, Domenico Pallaria; il commissario straordinario dell’azienda regionale di forestazione Calabria Verde, Giuseppe Oliva; il presidente ed il direttore di AnbiCalabria, rispettivamente Rocco Leonetti e Antonio Rotella. Presenti, altresì, per la Uil, il segretario generale regionale Santo Biondo e per la Uila Nino Merlino; Caterina Vaiti (in rappresentanza del segretario generale regionale Angelo Sposato) e Bruno Costa, per la Flai Cgil; Tonino Russo (segretario generale regionale Cisl) e Michele Sapia (Fai Cisl).

Al centro del confronto, scaturito da un precedente incontro tra i sindacati ed il Presidente della Giunta regionale, Roberto Occhiuto, le politiche della forestazione e la proposta, di matrice sindacale, di costituire un ufficio del piano per il rilancio del territorio e del lavoro in Calabria.

L’Assessore Gallo, dal canto suo, ha illustrato le iniziative assunte in ambito forestale dal 2020 ad oggi, soffermandosi in particolare sulle iniziative intraprese per dar vita ad una forestazione produttiva, svincolata da modelli del passato, attraverso la creazione di una filiera bosco-legno, piani di gestione moderni, certificazione dei crediti di carbonio, piani antincendio efficienti ed efficaci, soprattutto in chiave preventiva, attraverso il coinvolgimento di Vigili del Fuoco, Carabinieri Forestali, associazioni ambientaliste e di volontariato, pastori, agricoltori e cacciatori, questi ultimi impegnati in veste di sentinelle contro i piromani.

Si è altresì discusso della prospettiva di un necessario ricambio generazionale e dell’opportunità di puntare su prospettive di sviluppo occupazionale, con un adeguamento degli organici (ad esempio già nell’attuazione del piano Aib). Temi sui quali Cgil, Cisl e Uil hanno esposto il proprio punto di vista, rivendicando una rinnovato impegno – ad ogni livello – per la forestazione, in un’ottica di programmazione e non più soltanto emergenziale, fornendo a tal proposito anche la disponibilità ad investire della questione le rispettive segreterie nazionali, per ottenere maggiori risorse e più attenzione sullo sviluppo occupazionale, anche da parte del Governo, dato che la carenza di personale nella forestazione calabrese renderebbe difficile l’attuazione del Piano Attuativo di settore. Inoltre dai sindacati è giunta la richiesta di dar forma ad un’articolata programmazione in materia, su base pluriennale.

Proposta accolta favorevolmente dall’Assessore Gallo, con l’impegno condiviso ad approntare una bozza di piano, da discutere in una nuova riunione, da convocarsi già nelle settimane a venire. (rcz)

La Uil Calabria incontra la Regione per i ritardi sugli aumenti contrattuali dei lavoratori Lsu/Lpu

La Uil CalabriaUil Fpl CalabriaUil Temp Calabria, hanno incontrato l’assessore Regionale al Lavoro, Giuseppina Princi, il dg del Dipartimento Lavoro, Roberto Cosentino e il Funzionario del Dipartimento, Pasquale Capicotto, per la discussione sull’aumento orario per i Lavoratori ex Lsu/Lpu.

Si tratta di un incontro che si è reso necessario «a seguito degli inaccettabili ritardi che si stanno registrando in ordine all’adesione alla manifestazione di interesse per l’aumento contrattuale da parte delle Amministrazioni Comunali. Appare, infatti, paradossale che, dopo aver conseguito l’importante risultato dell’aumento di risorse con ulteriori 20 mln messi a disposizione dal Ministero, ancora oggi troppi enti non abbiano proceduto ad avviare l’iter amministrativo per la revisione al rialzo dei livelli retributivi, qualcuno probabilmente più interessato a fare cassa a discapito della finalità della norma che invece mira al miglioramento delle condizioni lavorative attese da tempo».

«Per non vanificare gli sforzi sin qui fatti dalle Organizzazioni Sindacali e dalla Regione Calabria – viene spiegato in una nota – che hanno sottoscritto un dettagliato Accordo Quadro, si è concordato di fissare, a stretto giro, un incontro con l’Anci Calabria, perché si possano dirimere tutte le perplessità avanzate dagli Enti e procedere ad una soluzione concordata che soddisfi le legittime aspettative dei lavoratori».

«Come Uil – conclude la nota – abbiamo anche posto il problema degli ex Lsu/Lpu stabilizzati nelle precedenti tornate, poiché rimane obiettivo di questo sindacato il miglioramento delle condizioni lavorative e retributive  di tutti i lavoratori. In ordine ai mancati trasferimenti ai Comuni delle residue risorse finanziarie per il 2021, il Dipartimento ha assicurato saranno effettuati a breve». (rcz)

Approvata legge su Multiutility, Biondo (Uil): Ora dare vita a un piano industriale serio che gestisca Ato unico

Il segretario generale di Uil CalabriaSanto Biondo, esprimendo soddisfazione per la nascita della Multiutility che si occuperà del sistema idrico e della gestione dei rifiuti, ha evidenziato come «ora la giunta regionale, guidata dal presidente Occhiuto, deve dare vita ad un piano industriale serio che gestisca la vita di questa Multiutility e che, soprattutto, ponga la giusta attenzione alla salvaguardia occupazione e alla valorizzazione delle risorse professionali in atto presenti».

«Un Piano industriale – ha aggiunto – che sia in grado di predisporre il corretto utilizzo dei finanziamenti messi a disposizione dall’Europa e dallo Stato. Questo nella convinzione che senza un Piano industriale moderno ed efficiente gli sforzi compiuti sino ad oggi sarebbe vani».

«Nelle intenzioni del legislatore regionale – ha spiegato Biondo – questa nuova azienda dovrà adoperarsi per superare le difficoltà degli Ambiti territoriali ottimali che, sul territorio regionale, non sempre hanno lavorato bene e, sovente, hanno lasciato il territorio di competenza in difficoltà, soprattutto, nella gestione dei rifiuti».
«La norma, emendata durante l’ultimo Consiglio regionale – ha detto – appare migliorata nel punto in cui chiama i sindaci, in particolare di quelli che rappresentano la Città metropolitana, della diretta gestione di due settori determinanti per l’economia regionale, quali sono quello del ciclo integrato delle acque e, quindi, della depurazione e dei rifiuti, che negli anni hanno evidenziato troppi problemi – portando alla Calabria diverse procedure di infrazione europee – e gestioni poco produttive».
Un altro passo decisivo, per il sindacalista, è quello di «chiamare alla guida della nuova Multiutility che si occuperà del sistema idrico e della gestione dei rifiuti, un management capace di programmare al meglio la gestione del ciclo integrato delle acque e della raccolta e smaltimento dei rifiuti in ossequio a quelle che sono le regole comunitarie in atto vigenti e, poi, che sia in grado di mettere al riparto l’azienda e, quindi, i settori di competenza da quelle infiltrazioni clientelari e criminali che, troppo spesso, hanno segnato il destino delle nostra terra». (rcz)

Biondo (Uil Calabria): Trasformare area industriale di Gioia Tauro in una “Silicon Valley” calabrese

Il segretario generale della Uil CalabriaSanto Biondo, ha evidenziato come trasformare l’area industriale del Porto di Gioia Tauro in una Silicon Valley calabrese «potrebbe essere una chiave di sviluppo determinante per un’area che non ha ancora pienamente espresso le sue reali potenzialità».

Per fare ciò, secondo Biondo, «basterebbe utilizzare i fondi messi a disposizione dall’Europa per la produzione di semiconduttori, in particolare di quei microchip fondamentali per diversi settori economici. L’area industriale, il porto di Gioia Tauro con la sua apertura strategica sul Mediterraneo, la Zona economica speciale potrebbero essere tre punte di diamante in un’ottica di sviluppo legata alla produzione e commercializzazione di semiconduttori».

«L’Europa – ha proseguito – ha presentato il suo piano per potenziare la produzione di microchip e si propone di investire 15 miliardi di euro. In questo modo la Commissione, come sostenuto dalla presidente Ursula von der Leyen, “vuole raggiungere il 20 per cento di produzione globale entro il 2030: una sfida importante, che richiederà di quadruplicare il volume di produzione visto che nello stesso periodo il mercato globale dei semiconduttori è previsto raddoppiare”».

«Promuovere Gioia Tauro – ha concluso – per intercettare una parte di questo imponente finanziamento, rendendo questo intervento complementare rispetto a quelli già in atto sull’area, potrebbe rappresentare una sfida per la classe dirigente calabrese». (rcz)