Domani mattina, all’Unical, alle 9, all’University Club, si terrà l’incontro per discutere dell’attuale sistema universitario e delle emergenze che lo interessano., organizzato dalla FLC Cgil Cosenza.
Domani mattina, all’Unical, alle 9, all’University Club, si terrà l’incontro per discutere dell’attuale sistema universitario e delle emergenze che lo interessano., organizzato dalla FLC Cgil Cosenza.
di FRANCO BARTUCCI – Il dado è tratto. Sia il Tar Calabria che il Consiglio di Stato hanno respinto i ricorsi presentati dai Comuni di Cosenza, Castrolibero e Luzzi e dai vari comitati che si sono costituiti contro il disegno di legge regionale che prevede la fusione dei comuni di Rende, Cosenza e Castrolibero, nonché di bloccare il referendum indetto dal Presidente della Giunta regionale calabrese, Roberto Occhiuto per il prossimo 1° dicembre.
A questa notizia inneggiano i promotori del disegno di legge che hanno proposto la fusione dei tre comuni e quindi sostengono, con gioia ed allegria, il “Si” per il prossimo referendum consultivo, incoscienti tutti che da questa vicenda ne esce fuori una vittima illustre del territorio e cioè l’Università della Calabria.
Un Ateneo, costituito a norma della legge istitutiva del 1968 e relativi atti legislativi successivi approvati dal Ministero della Pubblica Istruzione, che viene a trovarsi deturpato nella sua estensione naturale con l’esclusione del territorio di Montalto Uffugo. Un Ateneo che per farlo nascere, in ordine di tempo vanno riconosciuti dei meriti ad uomini politici di prestigio del cosentino, che hanno partecipato attivamente alla sua realizzazione: Giacomo Mancini, firmatario, come Ministro Lavori Pubblici, della legge istitutiva, senza dimenticare il presidente Aldo Moro, con origini anch’esso cosentine in virtù della madre; Dario Antoniozzi, sottosegretario alla presidenza del Consiglio, con a capo del governo l’on. Emilio Colombo, che approvarono nel mese di febbraio 1971 una delibera Cipe che stabiliva, come area territoriale della nascente università calabrese, il territorio cosentino; Riccardo Misasi, in qualità di Ministro della Pubblica Istruzione del governo Colombo, al quale toccò il compito di costituire, dopo un Dpr del Presidente della Repubblica Giuseppe Saragat, gli organismi direttivi del nuovo Ateneo (Comitato Tecnico Amministrativo e Comitati Ordinatori delle quattro Facoltà previste dalla legge istitutiva, il tutto coordinato e diretto dal Rettore Beniamino Andreatta), nonché di approvare e ratificare, attraverso un DPR del presidente della Repubblica, il primo statuto dell’Università della Calabria, datato 1° dicembre 1971.
Poi ci sono altri quattro nomi che parteciparono, come politici all’approvazione del progetto ed alla collocazione delle strutture della nuova cittadella universitaria a Nord di Cosenza e nei territori dei comuni già sopra indicati, che sono: Antonio Guarasci, presidente della Provincia di Cosenza, prima, e presidente della Giunta regionale successivamente; Francesco De Munno, presidente della Provincia di Cosenza; Fausto Lio, Sindaco di Cosenza, che in qualità entrambi di componenti del Comitato Tecnico Amministrativo dell’Università, sottoscrissero ed approvarono la delibera del 31 luglio 1971, in occasione della seduta che tale organo svolse nel salone di rappresentanza di Palazzo dei Bruzi; Francesco Principe, che in qualità di sottosegretario, ma soprattutto quale sindaco di Rende, seppe comprendere la grande opportunità per creare a favore della popolazione del suo territorio di competenza condizioni di vita migliore, mettendo a disposizione da subito un territorio vasto necessario a realizzare la cittadella universitaria, a vantaggio di chi spingeva nel realizzarla più a Sud nell’area di Piano Lago.
Organismi, che oltre ad impostare l’ordinamento didattico dei vari corsi di laurea e l’organizzazione gestionale dello stesso Ateneo, deliberarono e scelsero come insediamento della nascente Università l’area a Nord di Cosenza sui territori di Rende e Montalto Uffugo, su un asse di 3.400 ml. legato tra la SS 107 ed il tracciato ferroviario Cosenza/Paola/Sibari in località Settimo di Montato, su una estensione complessiva di 310 ettari di terreno, dei quali 50 collocati nell’area di Settimo confinante con Rende. Uomini e figure politiche che appartengono ad un’altra generazione e che alcuni dei loro discendenti ne stanno distruggendo il loro operato e la loro fede politica.
Il fatto che la difesa di questa integrità territoriale assegnata nel 1971 dalle due amministrazioni comunali di Rende e Montalto Uffugo all’Università, non considerata dal disegno di legge in questione, doveva essere la motivazione principale da difendere di fronte agli organi giudiziari, sia del Tar Calabria che del Consiglio di Stato. Ciò non è avvenuto, sia nei ricorsi presentati dai comuni che dai comitati, cosicché sono scaturiti decisioni giudiziarie che non vanno nella direzione giusta di accertamento e premiazione della verità dei fatti. Questa verità è che la integrità territoriale della nostra Università è stata calpestata facendo svanire nel nulla i 50 ettari collocati nell’area di Settimo di Montalto, dove il progetto strutturale Gregotti prevedeva importanti edifici universitari e servizi.
La mancata presenza costitutiva in essere, contro il disegno di legge, sia da parte dell’Università, come del Comune di Montalto Uffugo ha contribuito a creare questa spiacevole situazione che ripeto, ha finito per coinvolgere gli stessi organi giudiziari nell’emanare una sentenza che crea una vittima e questa è proprio l’Università della Calabria, alla quale è stato tolto il diritto di crescere e svilupparsi nei confini stabiliti dagli accordi in precedenza enunciati.
A nulla son serviti gli interventi di chiarimento fatti sia sull’on. Simona Loizzo, che sul presidente della Giunta regionale Roberto Occhiuto, come sull’attuale dirigenza provinciale del Partito Democratico, che ne ha sostenuto il disegno, invitandoli a recedere per riaprire un nuovo tavolo di lavoro finalizzato ad impostare una nuova legge in concordia tra le parti interessate, con il coordinamento professionale di valenti studiosi del settore dell’UniCal. Ho riferito loro che il disegno di legge cozzava con le sollecitazioni fatte a suo tempo dal Rettore Beniamino Andreatta di creare le condizioni per la nascita, attorno alla realizzazione del progetto dell’Università, di una “Grande Cosenza”, una città europea quale riferimento anche in ambito dell’area mediterranea.
La fretta di avere una legge approvata, attraverso anche un referendum consultivo, ha portato tutte le parti a dare una risposta univoca: “Penseremo a Montato dopo”. Intanto in base all’emendamento presentato dal PD ed approvato dal Consiglio regionale che prevede lo scioglimento dei comuni interessati per creare la città unica bisogna attendere il mese di febbraio 2027. I conti non tornano: che cosa spinge e crea questa fretta? Ambizioni politiche e mire particolari? In effetti è già iniziata riservatamente una campagna elettorale per cercare un sindaco da mettere a capo della nuova città in un momento di debolezza in cui Rende è amministrata da commissari; mentre a Montalto da pochi mesi si è insediato un nuovo sindaco lontano dall’affrontare questo importante tema anche per effetto che la mozione prevede lo scioglimento dei comuni entro il mese di febbraio 2027.
In questi giorni è arrivata poi la notizia della prossima uscita di un libro “Tra benessere e fragilità comunale: Cosenza e la sua “corona” urbana”, a cura di Maria Francesca D’Agostino e Francesco Raniolo per la collana “Futuri urbani: Crisi e rigenerazione delle città”, che sarà pubblicato da Franco Angeli, per come è stato anticipato domenica 10 novembre sul “Domenicale di Calabria.Live”, nel quale vi è un capitolo di analisi e studio fatto proprio sull’area interessata alla creazione della nuova città unica del cosentino, in base anche a dati forniti dall’Istat e dall’ufficio dell’Entrate. Da questo lavoro scaturisce una “verità” incontrovertibile ed è che Montalto Uffugo rispetto a tutti gli altri comuni dell’area risulta quello più solido ed in crescita economica e demografica; mentre gli altri sono in decrescita, tranne Rende.
Il tempo, dopo cinquant’anni, dà ragione al “sogno di Beniamino Andreatta”, che vedeva attorno all’Università della Calabria l’estensione di una unica e più vasta area urbana incentrata sull’asse Montalto, Rende, Cosenza, che amava definire la “Grande Cosenza” per essere città europea aperta al contesto dell’area mediterranea.
I discendenti di quegli uomini politici del passato, che ci hanno consegnato questo patrimonio di ricchezza culturale, economica, sociale e di conoscenza, stanno adoperandosi, disconoscendo il lavoro dei loro avi, per abolire quel loro grande sogno, mettendo da parte il territorio di Montalto Uffugo, dove ci sono in località Settimo, come già detto in precedenza, 50 ettari di terreno vincolati dal piano regolatore comunale per strutture edilizie universitarie.
Su quel territorio, come auspicato dai padri fondatori dell’UniCal e come risulta visibile dal progetto strutturale edilizio, a firma Vittorio Gregotti, come dalle fotografie che fanno parte integrante del servizio, corrono dei binari ferroviari di collegamento tra Cosenza/Paola e Sibari/Paola con incrocio proprio in località Settimo di Montalto, dove manca soltanto la stazione ferroviaria, anche questa facente parte del progetto complessivo dell’Università della Calabria.
Questa location, secondo il disegno di legge della città unica, verrebbe a cadere nell’area urbana di Montalto Uffugo, che guarda caso per effetto della linea confinante del fiume Settimo, il territorio riservato all’Università per la realizzazione delle sue opere strutturali cadrebbe in due aree urbane diverse, creando dei vantaggi di grande, sia demografico che economico, a favore di Montalto Uffugo per come ha ben descritto la prof.ssa Rosanna Nisticò nella sua relazione di cui sopra. Ed allora è il caso di chiedersi – come ha sottolineato la docente universitaria – perché tre comuni e non quattro? Finora non è arrivata alcuna risposta. (fb)
Lunedì 18 novembre, alle 15.30, nella sala stampa dell’aula magna “Beniamino Andreatta”, sarà consegnato alla Pro Rettrice, con delega al Centro Residenziale dell’Università della Calabria, prof.ssa Patrizia Piro, il Premio Calabria che Lavora, Eccellenze Calabresi.
Il riconoscimento le fu assegnato dall’Associazione Asso Calabria, in occasione della XXIII edizione del Premio, svoltasi lo scorso mese di luglio in una nota location di Gioia Tauro. A consegnarle il premio, Franco Buccinà, vice Presidente “Associazione Ricreativa Culturale Il Delfino G.B. Eventi”.
La cerimonia di premiazione avverrà nel corso dell’incontro in cui la prof.ssa Daniela Pellegrino, docente del Dipartimento DiBEST, parlerà del tema “Antartide: evoluzione di un continente senza l’uomo”, promosso dall’Associazione Internazionale “Amici dell’Università della Calabria”.
L’incontro, moderato da Franco Bartucci, portavoce dell’Associazione Amici UniCal, si aprirà con una introduzione della Presidente della stessa Associazione, prof.ssa Silvia Mazzuca, alla quale seguirà un intervento della prof.ssa Patrizia Piro, che in qualità di Pro Rettore e referente alla buona gestione dello storico Centro Residenziale dell’Università della Calabria e professore Ordinario di Costruzioni Idrauliche Idrologia e Costruzioni Marittime, farà il punto sul forte interessamento dell’UniCal verso la ricerca in Antartide iniziato con l’interessamento e lo stimolo del compianto prof. Carlo Bellecci, valente docente del dipartimento di Fisica.
Nel seminario “Antartide: evoluzione di un continente senza l’uomo”, la prof. Daniela Pellegrino presenterà una panoramica delle attività di ricerca che si svolgono in Antartide ma soprattutto verranno evidenziate le caratteristiche climatiche dell’ambiente antartico e come queste influiscono sulla vita delle specie endemiche (sia marine che terrestri) e dei ricercatori che partecipano alle spedizioni antartiche.
L’Antartide non è stabilmente abitato dall’uomo ma circa 4000 persone provenienti da tutto il mondo stazionano nei mesi estivi nelle varie basi (solo 1000 nei mesi invernali) e nell’ambito del Programma Nazionale di Ricerche in Antartide (PNRA) ogni anno partono per l’Antartide circa 200 italiani tra tecnici e ricercatori.
La prof. Daniela Pellegrino fa parte del Pnra da lungo tempo, dal 1996 come membro dell’unità operativa dell’Unical, dal 2012 come coordinatore e responsabile scientifico dell’unità operativa dell’Unical e dal 2019 come coordinatore nazionale e responsabile scientifico del progetto “AntaGPS”. Ha partecipato finora a tre spedizioni italiane in Antartide. (rcs)
di FRANCO BARTUCCI – La notizia è che il Pro Rettore dell’UniCal, Francesco Scarcello, ha fatto parte della delegazione italiana al seguito del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, per un Forum sui rapporti Italia/Cina, sottoscrivendo a Pechino un’intesa con la South China University of Technology per un centro di ricerca interdisciplinare sull’intelligenza artificiale.
A Pechino, alla presenza dei due capi di Stato Xi Jinping e Sergio Mattarella, il prorettore dell’Unical Francesco Scarcello ha rappresentato l’Ateneo nel forum tra i rettori cinesi e italiani dal titolo “China-Italy University Rectors Dialogue Meeting”, nel corso del quale è stato proposto un protocollo bilaterale sull’innovazione tecnologica e sull’interscambio di conoscenze nei settori scientifici e umanistici.
Nella prestigiosa cornice dell’assemblea principale dell’Università Beida di Pechino, dove Mattarella ha tenuto la sua lectio magistralis, Scarcello ha sottoscritto un accordo con Zhang Xichun, rettore della South China University of Technology (Scut) di Guangzhou, e Francesco Cupertino, rettore del Politecnico di Bari (Poliba).
L’Unical entra, così, a far parte di un’importante collaborazione internazionale che porterà all’istituzione di un centro di ricerca interdisciplinare dedicato all’intelligenza artificiale.
In questo momento bisogna ricordare che l’Università della Calabria ha una storia di rapporti con la Repubblica Popolare Cinese fin dal mese di ottobre 1979 (45 anni) con il primo protocollo d’intesa sottoscritto dal Rettore Pietro Bucci, coadiuvato dal prof. Francesco Del Monte, delegato per il Settore orientamento laureati ed inserimento nel mondo del lavoro, nonché dal prof. Giovanni Mazzetti, delegato al Settore di Educazione permanente. Con quell’accordo arrivarono dalla Cina nel mese di dicembre 1979 all’Università della Calabria ben 16 studenti, dei quali cinque già laureati per essere ammessi a due anni di specializzazione in ambito delle Facoltà di Scienze Economiche e Sociali, nonché Lettere e Filosofia. Mentre gli undici studenti si immatricolarono ai primi anni di corso delle due Facoltà già citate e a quelle di Ingegneria e di Scienze Matematiche Fisiche e Naturali.
L’Università della Calabria fu la prima Università italiana ad aprire dei rapporti di collaborazione con la Repubblica Popolare Cinese per lo scambio di studenti e poi seguirono i rapporti di collaborazione scientifica con varie università cinesi che continuano ancora oggi avendo il Rettore Nicola Leone nel prof. Giancarlo Fortino, del dipartimento Dimes, il suo delegato nei rapporti con le Università cinesi.
Il presidente della Fondazione Agnelli, John Elkam, ha inaugurato a Pechino, in occasione del Forum la Cattedra Agnelli della cultura italiana con l’obiettivo di costruire un “ponte” tra il nostro Paese e la Cina, coinvolgendo studenti e docenti.
«Vogliamo favorire – ha sostenuto il presidente Elkan – una collaborazione reciproca e unire due mondi. I corsi abbracceranno ogni espressione della creatività italiana».
Vedo in questo tutto il lavoro fatto dai docenti dell’UniCal in questi 45 anni ricordando i nomi di alcuni docenti che hanno svolto ruoli significativi, a cominciare dal prof. Enrico Drioli, che ha portato in Cina la conoscenza e lo studio delle alte tecnologie con particolare riferimento al campo delle membrane con sbocchi alla creazione di reattori catalitici per uno sviluppo industriale sostenibile; il prof. Giuseppe Chidichimo impegnato come chimico nella ricerca applicativa dei cristalli liquidi, trovando anche nel prof. Roberto Bartolino un valido sostenitore in ambito del dipartimento di fisica; i professori Francesco Menichini, Sebastiano Andò e Giancarlo Statti nel settore della medicina tradizionale cinese coi canoni della fitoterapia occidentale, che con l’Università di Nanchino hanno trovato metodologia di studio in ambito di un apposito master frequentato da 10 studenti cinesi e 10 studenti italiani.
Sono tante le cose che sono avvenute nell’arco dei 45 anni e negli ultimi quindici si è concretizzata una fattiva presenza scientifica in ambito dell’ingegneria informatica, modellistica, elettronica e sistemi del prof. Giancarlo Fortino; ma vorrei ricordare anche nei primi anni di collaborazione un ruolo svolto dalla prof.ssa Ada Cavazzani in ambito di studi sociologici, che hanno attirato l’attenzione in particolare dello studente Liu Ruting, divenuto giornalista e scrittore, rientrato in Cina dopo un periodo di lavoro svolto nella redazione romana di “Nuova Cina”, continua ad intrattenere un rapporto di amicizia e stima con gli amici dell’UniCal, impegnandosi al momento a dare spazio da diversi anni alla sua passione di traduttore in lingua cinese di alcuni testi di successo di autori italiani.
Nel corso del suo intervento, il Presidente Mattarella ha più volte sottolineato il ruolo decisivo svolto dalle università nella costruzione e nel consolidamento del rapporto tra i due Paesi. Dell’amicizia tra Cina e Italia «le università sono una componente importantissima – ha dichiarato il Capo dello Stato –, direi insostituibile. […] La mia presenza in questa importante istituzione universitaria è quindi anche testimonianza del desiderio dell’Italia di veder crescere ulteriormente, in uno spirito di genuina collaborazione e responsabilità, la prossimità delle nostre comunità accademiche».
«Confido – ha aggiunto Mattarella – che i progetti di ricerca e di scambio che elaborerete saranno ispirati a una visione di sviluppo umano che consenta agli studenti, così come ai docenti, di esprimere in modo completo il proprio potenziale».
Un auspicio che si riflette nella decisione della Repubblica Popolare Cinese, annunciata dal ministro dell’Istruzione Huai Jinpeng durante il forum, di offrire almeno cinque opportunità di scambio studentesco completamente finanziate da Pechino a ciascuna delle 22 università italiane partecipanti all’evento, Unical compresa.
L’incontro di Pechino del Presidente Mattarella è stata un’occasione per parlare di pace affermando che «la Cina si adoperi per porre termine alla brutale aggressione russa all’indipendenza dell’Ucraina», ribadendo che «i principi di tutela della dignità di ogni persona non è interferenza nei confronti di alcuno».
Nel Campus universitario di Arcavacata c’è una storia impiantata dagli studenti cinesi arrivati nel 1979. Da una gita fatta in Sila nella primavera del 1980 portarono nel campus delle piantine di pino silano per piantarle di fronte il loro blocco di residenza quale segno di amicizia e rapporti umani intensi in uno spirito di libertà, concordia e pace.
Quell’esperienza l’amico e collega Liu Ruting l’ha raccontata in un servizio giornalistico pubblicato da una rivista cinese. Quei rapporti e valori sono ancora oggi vivi perché improntati sulla conoscenza e rispetto dei valori umani. Dall’esperienza UniCal ritorniamo all’evento Focus Italia Cina dei giorni scorsi a Pechino.
L’accordo Scut-Unical-Poliba
Le tre università, che già in passato avevano avviato proficui percorsi di collaborazione scientifica in campi come l’informatica e le scienze biomediche, uniranno le proprie forze per sviluppare soluzioni innovative che possano migliorare la nostra vita quotidiana, dalla sanità alla produzione industriale, passando per le comunicazioni. In particolare, il nuovo centro di ricerca interdisciplinare si focalizzerà su ricerche multidisciplinari di Intelligenza Artificiale in tre aree chiave: informatica e apprendimento automatico, ingegneria biomedica e chirurgia robotica, ingegneria elettronica e Internet of Things.
L’obiettivo è concentrare risorse e competenze per affrontare le sfide del futuro e cogliere le opportunità offerte dall’intelligenza artificiale e dalle sue molteplici applicazioni, lavorando su progetti d’avanguardia, scambiando conoscenze e promuovendo la crescita di giovani talenti.
Il centro di ricerca si propone di diventare un punto di riferimento internazionale per lo studio dell’intelligenza artificiale e delle sue applicazioni in ambiti ingegneristici e biomedici, capace di formare una nuova generazione di esperti e promuovere la collaborazione tra il mondo accademico e industriale. Un progetto ambizioso per l’Università della Calabria, che testimonia ancora una volta l’attenzione rivolta dall’Ateneo all’innovazione e all’internazionalizzazione.
L’Unical ha affidato il coordinamento del progetto al professore Francesco Scarcello e la direzione al professore Giancarlo Fortino, che ha già sviluppato ricerche e pubblicazioni congiunte nell’ambito dell’intelligenza artificiale, dell’Internet of Things e del wearable computing con il professor Min Chen della “School of Computer Science and Engineering” e con la professoressa Wen Qi del dipartimento “Future Technology” della Scut. (fb)
di FRANCO BARTUCCI – Il 15 novembre 1974 si riuniva nell’edificio polifunzionale, convocato dal decano prof. Pietro Bucci, ordinario di chimica e direttore del dipartimento di chimica, il primo consiglio della Facoltà di Scienze Matematiche Fisiche e Naturali, che subentrava, a norma dell’art. 7 della legge istitutiva dell’Università della Calabria 12 marzo 1968 n° 442, al Comitato Ordinatore insediatosi nel mese di maggio 1971, presieduto dal prof. Gianfranco Ghiara e composto dai professori Carlofelice Manara, Alessandro Quaranta Alberigi, Rolando Cultrera, che svolse la sua ultima riunione il 28 ottobre 1974. Siamo, quindi, nel cinquantesimo anniversario costitutivo del primo Consiglio di Facoltà dell’Università della Calabria.
La convocazione istitutiva del primo Consiglio della Facoltà di Scienze Matematiche Fisiche e Naturali fu resa possibile per il fatto che la Facoltà al suo interno aveva quattro professori Ordinari, così come prevedeva l’art. 15 del Testo Unico, modificato all’art. 9 della legge 30 novembre 1973 n° 766. Infatti, oltre al prof. Pietro Bucci, facevano parte dell’organico del corpo docente di Facoltà, quali Ordinari i professori: Cesare Roda, Alberto Tognoli e Bruno Forte, arrivato dall’Università canadese di Waterloo per insegnare agli studenti di ingegneria e matematica la nuova materia di informatica.
Componevano in quel momento il Consiglio di Facoltà, oltre ai quattro professori Ordinari sopra riportati, i docenti: Renzo Alzetta, Margherita D’Aprile, Carlo Di Lauro, Roberto Scarmozzino, Piera Spadea, Nicola Uccella, Alfonso Vignoli. Quella riunione procedette, vista la presenza del numero legale, ad eleggere il suo primo preside di Facoltà nella figura del prof. Pietro Bucci.
Con questa convocazione ed elezione del preside Bucci, che farà parte del Senato Accademico, l’Università della Calabria entra in una nuova fase operativa di gestione diretta dell’Ateneo passando dai Comitati Ordinatori (con durata triennale 1971/1974) alla composizione dei Consigli di Facoltà, ch’erano: Scienze Matematiche Fisiche e Naturali, Ingegneria, Scienze Economiche e Sociali, Lettere e Filosofia.
Quindi è la Facoltà di Scienze Matematiche Fisiche e Naturali, con preside il prof. Pietro Bucci, che arriva per prima, rispetto alle altre Facoltà, a darsi una sua composizione stabile di gestione, tenendo conto che afferivano a detta Facoltà i dipartimenti di: Fisica, Chimica, Matematica, Scienze Naturali, Ecologia, Scienze della Terra, Scienze Biologiche con i corsi di laurea in fisica, matematica, chimica, scienze naturali, scienze biologiche.
Al prof.Pietro Bucci, che nel 1978 sarà eletto a ricoprire la carica di Rettore che manterrà fino al 1987 per tre mandati triennali, seguiranno nella carica di Presidi della Facoltà di Scienze Matematiche Fisiche e Naturali i seguenti professori: Francesco Aldo Costabile (1978/1984), Nicola Uccella (1984/1991), Giancarlo Susinno (1991/1994), Giovanni Sindona (1994/1997), Roberto Bartolino (1997/2005), Gino Mirocle Crisci (2005/2011). Dal 2012 verrà applicata la legge di riforma universitaria del ministro Gelmini che prevedeva la chiusura delle Facoltà a vantaggio della funzionalità dei dipartimenti. Tutti hanno concorso per le loro competenze e funzioni ad allineare la nostra Università sulle vie dei rapporti nazionali ed internazionali buttando le basi nella realizzazione di una didattica di qualità e di ricerca scientifica di prestigio.
Nel fare l’elenco dei Presidi è opportuno e doveroso ricordare la figura del prof. Nicola Uccella, ordinario di Chimica, scomparso nello scorso mese di agosto senza che ne venisse ricordata e commemorata la persona all’interno dell’Università in forma istituzionale anche per i ruoli svolti durante gli anni di servizio all’Università della Calabria. Oltre alle funzioni di preside della Facoltà di Scienze Matematiche Fisiche e Naturali che svolse per un periodo di sette anni, prima ebbe modo di ricoprire la carica di Presidente del Consiglio di amministrazione dell’Opera universitaria e anche di direttore del dipartimento di chimica.
Ma ritorniamo a completamento del servizio, per farne memoria soprattutto alle nuove generazioni, alla figura del prof. Pietro Bucci, che lo scorso 10 settembre ne abbiamo ricordato il 30° anniversario della sua scomparsa; mentre oggi ricordiamo il 50° della sua elezione a preside della Facoltà di Scienze Matematiche Fisiche e Naturali.
Nei giorni scorsi in occasione del Forum Italia Cina svoltosi a Pechino abbiamo ricordato, che in qualità di Rettore da poco eletto nel mese di ottobre 1979 sottoscrisse un accordo di collaborazione e scambi con la Repubblica Popolare Cinese facendo arrivare, con primato assoluto italiano, un primo nucleo di 16 studenti cinesi per fare conseguire loro la laurea o la specializzazione, come l’amico e collega giornalista Liù Ruting, in virtù del fatto che la nostra Università era dotata di un Campus universitario.
Di Bucci sinteticamente si possono ricordare inoltre e sono primati assoluti nel sistema universitario italiano: 1) l’Istituzione di un ufficio stampa e pubbliche relazioni quale strumento di garanzia della trasparenza e diritto d’informazione al cittadino; 2) la creazione di tre importanti consorzi innovativi e tecnologici come il Crai, il Cud e il Tebaid; 3) la creazione della concessione affidata all’impresa Bocoge, attraverso un regolare concorso nazionale, per realizzare le strutture universitarie del progetto Gregotti, che fu interrotta nel 2007; 4) fu il primo delegato nazionale del Ministero della Pubblica Istruzione per organizzare nel sistema universitario italiano il Programma Erasmus della mobilità degli studenti nelle Università europee; 5) fu il primo presidente del Comitato Ordinatore della Facoltà di Farmacia dell’Università della Calabria; 6) fu il primo presidente del Campus Biomedico di Roma; 7) Ebbe con San Giovanni Paolo II un rapporto di grande stima mettendosi al servizio, come uomo di fede, della Chiesa calabrese e della Diocesi di Cosenza/Bisignano proponendo la creazione di organismi importanti per interventi sul sociale.
Del prof. Pietro Bucci, dopo quella del Rettore Beniamino Andreatta emergono ricordi e testimonianze che collocano l’Università della Calabria nel firmamento delle migliori università italiane per ciò che hanno fatto e lasciato in termini di programmazioni, valori ed impegno sociale, scientifico, culturale, formativo ed umano. Ne abbiamo avuto sentore personalmente il 10 ottobre 2004 in Vaticano incontrando in udienza privata il Santo Padre Giovanni Paolo II e il 2 maggio 2007 Benedetto XVI nell’udienza privata sul sagrato della Basilica di San Pietro. Due figure che appartengono alla storia dell’Università della Calabria, la cui eredità è ancora oggi pregnante e utile per un suo servizio di crescita e conoscenza. (fb)
Il 14 e 15 novembre, all’Università della Calabria, al Campus universitario, si terrà l’11esima edizione dell’IG For You Challenge, la competizione dedicata ai migliori laureandi e neolaureati in Ingegneria Gestionale del Sud Italia e promossa dal Corso di Studi in Ingegneria Gestionale dell’Unical.
Alla competizione, dunque, parteciperanno sei Università italiane: l’ateneo ospitante e cinque altri prestigiosi istituti, tra cui il Politecnico di Bari, l’Università di Napoli Federico II, l’Università Parthenope, l’Università di Salerno e l’Università del Salento.
L’IG For You Challenge è una Business Game Competition che offre ai partecipanti la possibilità di mettere alla prova le proprie competenze strategiche e decisionali, simulando la gestione di un’azienda virtuale. Durante la competizione, i team si sfideranno in tre round di simulazione su scenari realistici, con l’obiettivo di massimizzare il valore di mercato dell’azienda rappresentata. Questo contesto stimola lo sviluppo di competenze essenziali in ambito gestionale, tra cui capacità di analisi, problem solving, team working e orientamento al risultato.
L’evento sarà arricchito dalla presenza dei rappresentanti delle aziende partner di quest’edizione – Avvale, Fincantieri, Deloitte e Rai – che parteciperanno in qualità di sponsor e mentor. Gli HR Manager delle aziende partner affiancheranno i partecipanti nelle varie fasi del gioco, osservando e valutando le loro performance con l’obiettivo di individuare nuovi talenti da inserire nei rispettivi contesti aziendali. In questo modo, l’IG For You Challenge si configura come una concreta opportunità per i giovani talenti di entrare in contatto diretto con importanti realtà aziendali.
La competizione sarà articolata in tre momenti distinti. La giornata inizierà con le simulazioni del Business Game, in cui ogni team rappresenterà il proprio ateneo. In seguito, ciascuna azienda partner avrà l’opportunità di presentare la propria organizzazione e le possibilità di carriera al suo interno. In alternanza, si terrà una sessione di personal-branding denominata “Pitch Yourself”, durante la quale ogni partecipante avrà tre minuti per presentare ai recruiter il proprio percorso accademico e le proprie aspirazioni professionali, dimostrando le proprie competenze comunicative.
La conclusione dell’evento avverrà con l’assegnazione del premio al miglior team universitario. Questo riconoscimento celebra il team che avrà ottenuto i migliori risultati nella Business Game Competition, sottolineando l’importanza della cooperazione e dell’efficacia strategica nell’ambito della simulazione.
di FRANCO BARTUCCI – Nel concludere il servizio ultimo, pubblicato da Calabria. Live domenica 3 novembre 2024, su città unica o grande Cosenza, nel citare l’attesa che si è creata per il giudizio ad opera del Tar Calabria sui vari ricorsi presentati avverso e a favore del disegno di legge regionale sulla fusione di Rende, Cosenza e Castrolibero in città unica e relativo referendum consultivo indetto per il prossimo 1° dicembre dal presidente della giunta regionale, Roberto Occhiuto, ho auspicato un giudizio vero e sano non alla “Ponzio Pilato”.
Nel senso di eventuali rinvii e accomodamenti di sorta, per come è accaduto negli anni ottanta/novanta, quando alcuni dipendenti dell’UniCal si rivolsero al Tar Calabria, a tutela del diritto di residenzialità, come prevedeva la legge istitutiva, e in quella circostanza il giudizio fu folle.
Il ricorso fu respinto in quanto, pur avendo i dipendenti ragione nell’ usufruire degli alloggi di servizio del centro residenziale, il legale di parte non aveva allegato la delega dell’incarico alla memoria difensiva, portando di fatto a distanza di anni a svuotare il Campus universitario della presenza sia di docenti che di non docenti.
L’auspicio, quindi, è quello che il giudice del Tar Calabria sappia guardare al passato e alla storia dell’UniCal del presente e del futuro, in quanto il disegno di legge predisposto dal Consiglio regionale sulla fusione dei tre comuni in città unica sopra richiamati, crea la sua prima vittima proprio nell’Università della Calabria impedendole il diritto di svilupparsi in quell’area urbana di Rende e Montalto Uffugo come deliberò a norma di legge il Comitato Tecnico Amministrativo con la delibera del 31 luglio 1971.
Un disegno di legge che divide in due il progetto dell’Università della Calabria spostando la barriera finora ancora attiva del fiume Campagnano tra Rende e Cosenza a quella del fiume Settimo che crea la barriera divisoria tra Rende e Montalto Uffugo.
Abbiamo nell’Università oggi una creatura ancora in erba che deve crescere e svilupparsi, secondo la delibera del Comitato Tecnico Amministrativo di cui sopra su di un asse tra la Statale 107 Crotone/Cosenza/Paola ed il tracciato ferroviario Cosenza/Paola/Sibari con incrocio in località Settimo di Montalto Uffugo per una lunghezza di 3.400 metri.
Se la classe politica odierna, che ha lavorato nella stesura di un disegno di legge inconsistente e vuoto (padre perdona loro perché non sanno quello che fanno), privo di significati sociali, economici, culturali molto alti per il bene della società che vi risiede nell’area, come la stessa opinione pubblica che si è spaccata tra i pro ed i contrari e gli indifferenti, creando una condizione di vita di piena incomunicabilità (vedi la torre di Babele), è più che auspicabile che il giudice chiamato al Tar Calabria ad affrontare nella giornata del 6 novembre ad esaminare i vari ricorsi avverso il disegno di legge ed il referendum consultivo, fissato per il prossimo 1° dicembre con decreto del Presidente Roberto Occhiuto, si rivesta dei panni del Re Salomone e sappia in piena coscienza fare la sua valutazione di giustezza emanando un giudizio ed una sentenza sana e rispettosa della vita, che nel caso individuiamo nel diritto alla vita dell’Università della Calabria, che non può subire un taglio netto del suo corpo in due, perché ne sarebbe la morte, la cui agonia è già iniziata tenendola bloccata su quella collina di contrada Vermicelli e contrada Rocchi.
Per chi ama la storia ed in particolare quella dell’Università della Calabria è il caso di ricordare che già i Consigli comunali di Rende e Cosenza nella prima decade del mese di marzo 1998 raggiunsero l’accordo di costituire un’area urbana unica tra i due comuni e superare il blocco del Campagnano, che portò il sindaco Giacomo Mancini a dichiarare: «In questa iniziativa c’è il superamento del municipalismo più deteriore. Le nostre sono città piccole e come tali hanno sempre contato poco. Noi abbiamo l’ambizione di diventare più forti, creando un’autorevole area urbana, quella del Crati, dalla quale è passata la storia. Anche oggi come in passato Cosenza si propone punto di riferimento con un primo progetto, quello della metropolitana, che dovrà costituire un richiamo».
Finanche il sen. Antonio Gentile il 26 agosto 2001 dichiara alla Gazzetta del Sud parlando della “Grande Cosenza” (ricordate Andreatta?) e del rapporto con l’Università della Calabria: «Cosenza città non ha mai tratto grossi benefici dalla presenza dell’Università, e questo è un trend che noi vogliamo assolutamente ribaltare. La città a cui pensiamo non conosce muri e frammentazioni, ma racchiude tutte le risorse presenti, esaltandole. Occorre realizzare una grande sinergia di intendi per non far disperdere all’area urbana cosentina i cospicui finanziamenti di Agenda 2006 per costituire, intorno alla storia, alla tradizione ed alla cultura della città capoluogo un collante che porti benefici a tutto il comprensorio».
Ed ancora mi piace ricordare in questi momenti di forte conflittualità e di grande confusione ciò che disse il Presidente Silvio Berlusconi ai giovani calabresi ed alla Calabria intera, in occasione del conferimento della laurea “Honoris Causa” in ingegneria gestionale il 27 novembre 1991, riferendosi proprio all’Università della Calabria.
«Queste opere – disse – vanno fatte vedere, vanno portate all’attenzione nazionale in primo piano. Sono stupito e felice. Complimenti, auguri Calabria». Ed ancora proseguendo rivolto soprattutto ai giovani universitari presenti nell’aula celebrativa: «Preparatevi bene, non temete di osare e battervi per raggiungere quel che sembra impossibile raggiungere. Provate, riprovate, lavorate anche quando gli altri riposano e vedrete che il successo sarà vostro. Io, da oggi, vi sarò più vicino, sarò più vicino, sarò più vicino a questa università del profondo Sud. La materia uomo qui non manca, la vostra intelligenza, la vostra cultura saranno le armi vincenti di questa bellissima terra di Calabria».
Di fronte a tutto questo rivendico al Giudice del Tar Calabria, una sentenza salomonica, che ci consegni il diritto alla vita dell’Università della Calabria, così come ci venne consegnata, a norma della legge istitutiva e successivi provvedimenti legislativi, dai padri fondatori come in precedenza evidenziato, in modo di andare alla scrittura di una nuova legge in piena concordia tra le parti interessate, per come peraltro fu chiesto al Presidente Occhiuto attraverso la lettera aperta a lui indirizzata pubblicata da questo giornale il 7 agosto scorso.
Anche perché nel frattempo è arrivato un lavoro di ricerca ed analisi dell’area richiamata, che verrà pubblicato nel Domenicale del prossimo 10 novembre, sviluppato dalla prof.ssa Rosanna Nisticò, economista dell’UniCal, che comprova la validità, per effetti demografici ed economici, dell’asse portante Montalto, Rende, Cosenza per dare spazio al sorgere della nuova Grande Cosenza nella Media Valle del Crati, città europea e di riferimento per l’intera area mediterranea. (fb)
In copertina, foto di Vittorio Talarico.
Sono 31 i giovani che hanno scelto le Scuole di Specializzazione di area sanitaria attivate dall’Università della Calabria, con sede presso l’ospedale di Cosenza, ma collegate a strutture ospedaliere distribuite in tutto il territorio regionale e anche a Potenza.
Ventuno di questi, infatti, hanno scelto le quattro scuole di Chirurgia Generale, Ematologia, Malattie Cardiovascolari e Nefrologia, superando le aspettative di partenza, che le vedono penalizzate dal poco tempo a disposizione per promuovere i nuovi corsi nel panorama accademico italiano e dall’assenza di laureati in medicina all’Unical, dove il corso di studio è appena al II anno.
Dieci laureati non medici, inoltre, si sono iscritti alla quinta Scuola di specializzazione, quella in Patologia clinica e biochimica clinica, aperta anche a chi ha conseguito il titolo in Farmacia, Biologia, Chimica e classi equivalenti.
I neo specializzandi sono stati accolti questa mattina (4 novembre) all’ospedale dell’Annunziata dal rettore dell’Unical, Nicola Leone, dal direttore del Dipartimento di Farmacia, Vincenzo Pezzi, e dal direttore generale dell’Azienda ospedaliera, Vitaliano De Salazar, che hanno rivolto loro un augurio di buon lavoro.
Nel dettaglio, sono stati assegnati 4 posti per la scuola di Chirurgia generale, 3 per la Nefrologia e 14 per le Malattie cardiovascolari, in questo caso coprendo il 100% dei posti a bando. In tutto sono state assegnate 14 borse di studio nazionali e ulteriori 7 finanziate dalla Regione.
Un dato degno di nota è che tutti i 21 posti sono stati occupati da giovani medici provenienti da altre università italiane, da Firenze a Roma, da Catania a Perugia e anche dalla Romania, non avendo Unical ancora laureati in Medicina. Accanto a loro, sono entrati in ospedale anche 5 dottorandi, tra cui alcuni già in possesso di specializzazione, che contribuiranno ad accrescere la risorse mediche nei reparti.
«Siamo soddisfatti e orgogliosi di essere già riusciti ad appena due anni dall’avvio del corso di Medicina, a far aprire ben 5 Scuole, che hanno attratto l’interesse di 31 giovani laureati, provenienti da tutta Italia – ha dichiarato il Rettore Leone –. Formare specialisti qualificati direttamente sul nostro territorio è un obiettivo strategico e questo interesse dimostra la bontà del nostro progetto. I benefici saranno molteplici: per i giovani, per le strutture sanitarie e per il territorio».
«L’ingresso degli specializzandi dà forma concreta al percorso che l’Unical e questa Azienda hanno avviato nel febbraio del 2023. Aver ottenuto l’autorizzazione alle cinque scuole di specializzazione è un risultato importante altrettanto importante è la richiesta dei giovani medici di specializzarsi a Cosenza. All’Annunziata questi giovani professionisti hanno la chance di prendere lezioni di assistenza con il tutoraggio degli ottimi medici del Sistema sanitario nazionale».
In primo luogo, la formazione in Calabria permetterà ai calabresi neolaureati in Medicina di formarsi nel proprio territorio, aumentando così il numero di specialisti disponibili a rimanere nel lungo termine. Medici formati sul posto, infatti, tendono a essere più motivati a lavorare nella loro terra d’origine, contribuendo a rafforzare il sistema sanitario calabrese. Questo è particolarmente importante per affrontare la carenza di personale specializzato che affligge la regione.
Inoltre, le strutture sanitarie beneficeranno immediatamente della presenza di specializzandi, che parteciperanno attivamente alle attività cliniche. Questa interazione non solo migliorerà la qualità dei servizi offerti ai cittadini, ma offrirà anche ai neolaureati l’opportunità di applicare le loro conoscenze in un contesto pratico, creando un ambiente di apprendimento dinamico.
Infine, le Scuole di specializzazione rappresentano un ambiente ideale per lo sviluppo di ricerche e studi clinici innovativi e multidisciplinari, in un’epoca in cui la medicina richiede sempre più approcci integrati, anche con il supporto delle nuove tecnologie e dell’Intelligenza artificiale.
Ogni anno il Ministero dell’Università pubblica il decreto con i posti disponibili per ciascuna delle 51 diverse specializzazioni previste. Per l’anno accademico 2024-2025 i posti totali sono 15.577, di cui 14.576 coperti con fondi statali e il resto finanziato da altri enti, pubblici o privati. I posti vengono assegnati tramite concorso nazionale, che prevede una prova scritta sugli argomenti del corso di laurea in medicina e chirurgia e la valutazione dei titoli e del curriculum formativo.
I candidati possono indicare al massimo 10 scuole di specializzazione come preferenze che vengono poi assegnate in base al punteggio ottenuto. Completati i 4, 5 o 6 anni della scuola di specializzazione, i medici conseguono il diploma di specialista. (rcs)
di FRANCO BARTUCCI – Nel momento in cui sui media del cosentino si dibatte sulla creazione di una città unica che vede la fusione, attraverso un disegno di legge regionale approvato dal Consiglio nello scorso mese di luglio, dei comuni di Rende, Cosenza e Castrolibero, che crea la prima vittima nel diritto di espansione dell’Università della Calabria collocata, su delibera del Comitato Tecnico Amministrativo del 31 luglio 1971, presieduto dal Rettore Beniamino Andreatta, sui territori dei comuni di Rende e Montalto Uffugo, per una estensione su un asse di 3.400 metri lineari, tra la SS 107 Crotone/Cosenza/Paola ed il tracciato ferroviario Cosenza/Sibari/Paola in località Settimo di Montalto Uffugo, dalla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa arriva all’Università della Calabria la dottoranda in Management dell’Innovazione, della Sostenibilità e della Salute, Silvia Iossa, per esplorarne il ruolo svolto nel generare impatti economici e sociali, in questi anni di presenza sul territorio calabrese.
«Le università possono infatti svolgere un ruolo cruciale nel promuovere lo sviluppo e l’innovazione, e per questo motivo – ci ha detto la dottoranda Silvia Iossa -–ho deciso di approfondire il loro contributo in contesti come quello calabrese e l’UniCal è una realtà accademica di rilevanza regionale con riflessi internazionali».
«Durante la mia settimana di prima fase di ricerca esplorativa sulla struttura – ha proseguito – ho visitato il campus e ho cercato di raccogliere informazioni attraverso interviste e focus group con soggetti a vario titolo: docenti, personale, amministrativi e così via. Ho voluto ascoltare le loro esperienze e le loro visioni riguardo all’impatto dell’università sul territorio, cercando di capire come le iniziative intraprese possano influenzare la comunità locale. Le persone che ho coinvolto in questa indagine si sono dimostrate fin da subito disponibili e mi hanno accolto al meglio, invitandomi anche a ritornare in futuro».
«Nel corso della mia visita, ho analizzato documenti, articoli e pubblicazioni, sia su riviste scientifiche che su periodici locali, che trattano dell’Università della Calabria, con l’intento di contestualizzarne la storia unica e le principali pratiche operative. Ho inoltre avuto l’opportunità di confrontarmi con i delegati del rettore per la terza missione dell’università, approfondendo temi quali il trasferimento tecnologico e il coinvolgimento pubblico».
«Questi incontri – ha aggiunto – mi hanno offerto spunti interessanti su come l’Università della Calabria lavori per essere un punto di riferimento nell’innovazione e nella collaborazione con le diverse realtà presenti sul territorio. Ho potuto apprezzare le numerose esperienze che l’università ha maturato nel corso degli anni attraverso partnership mirate a promuovere una trasformazione positiva della Regione Calabria».
«Tuttavia, durante la mia esperienza – ha proseguito nel suo racconto la dott.ssa Silvia Iossa – sono emerse alcune questioni che meritano attenzione. Ho percepito una forte consapevolezza delle sfide che l’istituzione deve affrontare per ampliare il proprio impatto, sia in termini sociali che economici. Diversi interlocutori hanno evidenziato l’importanza di mantenere le attività accademiche in linea non solo con le esigenze attuali del mercato del lavoro, ma soprattutto con quelle future, rispondendo allo stesso tempo alle aspettative della comunità locale in termini di crescita e sviluppo sociale».
«È emersa, con forza – ha detto ancora – la necessità di rafforzare il ruolo dell’università come motore di progresso sociale, affinché possa contribuire concretamente al miglioramento delle condizioni e delle opportunità per la regione Calabria. L’esperienza complessiva si è rivelata arricchente e stimolante. Ho trovato una comunità accademica impegnata e desiderosa di contribuire al progresso sociale ed economico della Calabria. È evidente che l’Università della Calabria ha un potenziale significativo».
«In conclusione, questa visita – ha spiegato – mi ha fornito una visione approfondita delle dinamiche che caratterizzano il ruolo delle università nel promuovere cambiamento e sviluppo. Sono motivata a proseguire la mia ricerca per scoprire ulteriormente come le università possano affrontare le sfide del presente e contribuire al progresso delle loro comunità. L’Università della Calabria, con la sua storia e le sue potenzialità, rappresenta un interessante contesto di studio per esplorare il rapporto tra accademia e territorio».
Ho apprezzato molto questa testimonia e racconto della dottoranda Silvia Iossa che, con i suoi contatti sul campo, certamente ci porterà a scoprire il valore di un bene sociale, culturale, economico e scientifico non indifferente, come l’Università della Calabria, che pur essendo al servizio della propria regione continua a non essere considerata dall’attuale classe politica, come si evince dalla scarsa attenzione riservatele nella circostanza della impostazione del disegno di legge regionale sulla creazione della città unica tra Rende, Cosenza e Castrolibero. (fb)
Il 7 novembre, all’Unical, alle 11, nell’Aula Consolidata 13C, sarà presentato il master di I livello in “Wealth Management & Family Office”, realizzato in collaborazione con Mediolanum Private Banking.
Intervengono Ugo Lombardi, Network Regional Manager di Banca Mediolanum, Antonio Gusmini, Head of Human Resources di Mediolanum, e il Professor Fabio Piluso, direttore del Master e Professore Ordinario di Economia degli Intermediari Finanziari.
«Questo Master – ha spiegato Piluso – è pensato per rispondere a un mercato in continua evoluzione, dotando i partecipanti di competenze tecniche e strumenti operativi per una gestione patrimoniale strategica e lungimirante».
Il percorso formativo è progettato per soddisfare le esigenze emergenti del settore finanziario, offrendo a laureati e professionisti competenze avanzate nella gestione patrimoniale e nella pianificazione finanziaria a lungo termine.
Il Master rappresenta una proposta formativa pionieristica, unica nel suo genere in Calabria, focalizzata su strategie innovative e personalizzate per il wealth management e il family office, ambiti sempre più rilevanti nel contesto finanziario internazionale. La collaborazione tra il mondo accademico e bancario intende preparare figure professionali capaci di affrontare le sfide odierne, come la protezione del patrimonio, la consulenza patrimoniale avanzata e l’adozione delle tecnologie FinTech.
La collaborazione con Mediolanum Private Banking offre ai partecipanti opportunità esclusive, tra cui il Progetto Next, un programma di carriera accelerata con stage e tirocini presso Banca Mediolanum e altre aziende partner. (rcs)