Il 30 settembre la Notte dei Ricercatori SuperScience Me: Le iniziative della Mediterranea

L’Università Mediterranea di Reggio Calabria sarà tra le protagoniste della Notte dei Ricercatori – SuperScienceMe, il cui messaggio, quest’anno, sarà Research is an inexhaustible (re)source of inspiration to make Europe better for the next generation.

L’Ateneo reggino, dunque, sarà tra le protagoniste dell’importante evento scientifico, in contemporanea con le più blasonate Università Europee ed insieme all’Università della Calabria, l’Università Magna Graecia, l’Università della Basilicata, CNR e Regione Calabria.

La Commissione Europea ha invitato i ricercatori ha rivolgere i loro studi alla risoluzione di cinque grandi problemi che rappresentano le cinque missioni del programma “Horizon Europe”: Adattamento ai cambiamenti climatici, impegnandosi a prevenire gli effetti e a mitigare i danni prodotti da inondazioni, uragani e incendi, che minacciano l’economia, il benessere e la vita sul pianeta.

Far rivivere oceani e acque, che sono vita, ossigeno, cibo, ed energia; è nostro compito proteggere l’acqua cercando soluzioni che prevengano l’inquinamento, l’impoverimento della biodiversità e i fenomeni metereologici estremi.

Un patto europeo per i suoli, al fine di ripristinarli e migliorarne la salute; è necessario salvaguardare la produzione di cibo sano e di ossigeno contrastando la desertificazione dei terreni e la sparizione di boschi e foreste.

Realizzare città intelligenti a impatto climatico zero, con mobilità sostenibile, migliore efficienza energetica, sviluppo delle rinnovabili e urbanistica verde, allo scopo di annullare tutte le emissioni nocive per i cittadini.

Lotta contro il cancro, ideando nuove tecniche diagnostiche, sperimentando nuovi farmaci e trattamenti non invasivi, per sconfiggere il male che accorcia la vita, frantuma le famiglie e non risparmia i bambini.

Prepariamoci ad una giornata all’insegna della conoscenza!

Un grande evento scientifico che presenterà esperimenti, visite virtuali nei laboratori ed intrattenimento alla scoperta della Ricerca all’interno dell’Università Mediterranea.

Venerdì 30 settembre dalle ore 9.30 alle ore 18.30 presso Piazza Italia di Reggio Calabria: Stand espositivi dove verrà messa in mostra la Ricerca dell’Università Mediterranea. In particolare, saranno presentati i progetti finanziati dall’Unione Europea e le iniziative della Regione Calabria sui fondi Por e Pnrr, oltre ad uno spazio dedicato ad orientare gli studenti alla scelta del corso di laurea universitario.

Venerdì 30 settembre alle ore 15:00 presso il Museo Nazionale di Reggio Calabria: Cerimonia di consegna delle Pergamene ai Dottori di Ricerca in occasione del 50° anniversario del ritrovamento dei Bronzi di Riace. Concerto Quartetto dell’Orchestra del Teatro F. Cilea di Reggio Calabria. (rrc)

Ad Agraria della Mediterranea il seminario sulla riqualificazione dei boschi dopo l’incendio

Domani mattina, alle 9, nell’Aula Seminari del Dipartimento di Agraria dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria, è in programma il seminario formativo dal titolo Strategie e possibili interventi per il ripristino e la riqualificazione dei boschi percorsi da incendio.

Il Seminario, peraltro, rappresenta un’occasione per presentare i risultati preliminari di una attività di ricerca a carattere multidisciplinare avviata in Aspromonte in “risposta” ai severi incendi occorsi nell’estate 2021, con il coinvolgimento di Docenti, Ricercatori e Studenti del Corso di Studio in Scienze Forestali e Ambientali.

Gli incendi boschivi che hanno colpito l’Aspromonte nell’estate del 2021, per magnitudo, vastità e qualità dei soprassuoli boschivi interessati, hanno assunto livelli mai registrati prima. La superficie colpita dagli incendi, misurata con rilievi a terra ed immagini satellitari, è stata circa 14.836 ettari, di cui 7.172 all’interno del Parco Nazionale. Ben 1.850 sono stati gli ettari bruciati nella zona di protezione integrale (zona A) e 2.482 quelli in zona B: pari, complessivamente, all’11% della superficie dell’area Protetta.

Il bosco di Acatti, edificato da una foresta pluricentenaria di pini, è andato quasi completamente distrutto; sono stati lambiti, inoltre, dalle fiamme anche i faggi della “Valle infernale”, recentemente riconosciuta patrimonio UNESCO. Numerose aziende agrarie e forestali sono state percorse dal fuoco, ricevendo ingenti danni alle colture, ai mezzi ed agli immobili. Purtroppo, il fuoco ha mietuto anche vittime umane.

Gli incendi boschivi di forte severità hanno determinato, su ampie superfici, la parziale o totale eliminazione della componente forestale con grave compromissione della funzionalità ecologica dell’intero ecosistema e della biodiversità. D’altra parte, la “scomparsa” del manto boschivo, soprattutto in un contesto idro-geomorfologicamente complesso, quale è quello calabrese (e aspromontano, in particolare) può rappresentare l’innesco dei fenomeni di dissesto idrogeologico.

In relazione a tutto ciò, e in linea con le proprie competenze accademiche, didattiche, scientifiche e di terza missione, l’intero corpo docente del Corso di Studi in Scienze Forestali e Ambientali del Dipartimento di Agraria dell’Università degli Studi Mediterranea di Reggio Calabria ha promosso la realizzazione in situ di un cantiere didattico-sperimentale finalizzato allo studio delle dinamiche ecologiche e ambientali post-incendio e alla individuazione di possibili interventi e misure conservative (a basso impatto ambientale ed economico) di ripristino e di riqualificazione dei boschi percorsi dal fuoco per “aiutare” l’ecosistema forestale a mettere in atto i meccanismi naturali di “autoriparazione” dopo l’incendio. (rrc)

Al Dipartimento di Agraria della Mediterranea successo per il seminario “Sustainable Forest Operations”

Si è concluso, con successo, al Dipartimento di Agraria dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria, il seminario formativo Internazionale dal titolo Sustainable Forest Operations, tenuto dal Prof. Piotr Mederski, della Poznań University of Life Sciences (Polonia) e promosso dal dott. Andrea Proto.

L’evento, che ha registrato la partecipazione di un numeroso pubblico, ha rappresentato un’occasione formativa e di approfondimento di temi di rilevante interesse per gli Studenti del Corso di Studio in Scienze Forestali e Ambientali, per i Dottorandi e per i corsisti del Master in “Tecnico esperto in gestione sostenibile degli ecosistemi forestali ed urbani”.

A porgere i saluti istituzionali e dare benvenuto al prof Piotr Mederski, il Rettore dell’Università Mediterranea  prof. Giuseppe Zimbalatti, che ha dichiarato che «le foreste calabresi rappresentano un patrimonio di inestimabile valore, in grado di garantire, in un’ottica di straordinaria multifunzionalità, elevate produzioni forestali e, al tempo, la protezione dal rischio idrogeologico, la qualità della vita e gli importanti equilibri ambientali che sono alla base di un desiderabile sviluppo socio-economico della nostra regione fondato sul turismo naturalistico ed esperienziale, sulla fruizione consapevole del paesaggio agro-forestale e rurale e sulla tutela e valorizzazione delle emergenze ambientali e naturalistiche».

La relazione del prof. Mederski ha posto l’accento sulla necessità di promuovere le utilizzazioni forestali con un approccio ecosostenibile, al fine di assicurare al fine di coniugare gli aspetti della produttività del bosco con quelli della conservazione della sua funzionalità ecologica e dei delicati equilibri che la regolano.

«In Europa – ha dichiarato il prof. Mederski – le attività di forestazione e di recupero di aree forestali degradate rappresentano un impegno primario e irrinunciabile, rispetto a cui la Comunità Europea sta promuovendo specifiche politiche di sostegno, anche nell’ottica del contrasto al climate change. In questo quadro si inserisce, peraltro, la proficua collaborazione avviata con la Mediterranea, che si concretizza non solo in ambito scientifico, ma anche formativo, attraverso lo scambio e la condivisione di esperienze e iniziative rivolte agli studenti».

All’evento è intervenuto il prof. Giuseppe Bombino, Coordinatore del Corso di Laurea Magistrale in Scienze Forestali e Ambientali che ha evidenziato come «in un contesto biogeografico e forestale di enorme importanza, quale è quello calabrese nel più vasto panorama Mediterraneo, l’ampia e articolata offerta formativa dei Corsi di Studio in Scienze Forestali e Ambientali della Mediterranea possano accompagnare le attese di crescita economica e possa rappresentare un importante agente del progresso culturale, tecnico-scientifico e civile, anche occupazionale, in risposta alle profonde trasformazioni socio-economiche e ai cambiamenti ambientali in atto».

A conclusione della relazione del prof. Piotr Mederski, il dott. Proto, anche nella qualità di moderatore dell’incontro, ha orientato e coordinato un interessante dibattito, nell’ambito del quale i numerosi partecipanti si sono confrontati non solo sull’attualità e sulla cogenza del tema del Seminario, ma anche sulla opportunità di dare continuità a simili iniziativa per promuovere le buone prassi della gestione sostenibile dei boschi in Calabria, dove il comparto forestale manifesta un significativo fabbisogno di attenzione. (rrc)

La Mediterranea di Reggio Calabria tra le migliori Università italiane

L’Università Mediterranea di Reggio Calabria è tra le migliori università italiane, risultando prima nell’area delle Scienze Chimiche. È quanto è emerso dalla Valutazione della qualità della ricerca dell’Agenzia Nazionale di Valutazione del Sistema Universitario e della Ricerca.

A completamento del Rapporto Finale, sono stati inoltre pubblicati i ‘Rapporti di Istituzione’ delle 134 Istituzioni, tra cui Università ed Enti pubblici di ricerca,  che hanno partecipato alla valutazione.

Quello conseguito dalla Mediterranea è un risultato di estrema importanza che premia la qualità della ricerca dei professori e ricercatori dell’Ateneo che operano in questa area disciplinare e che afferiscono, rispettivamente, al Dipartimento di Agraria, con il Settore Scientifico Disciplinare (SSD) della Chimica degli Alimenti ed al Diceam con quello dei Fondamenti Chimici delle Tecnologie.

La Prof.ssa Mariateresa Russo, Delegata alla Ricerca del Dipartimento di Agraria e coordinatrice del team di ricerca, tutto al femminile, della Chimica degli alimenti, con pubblicazioni valutate tutte in Classe A, ha chiarito che l’importante risultato «è stato ottenuto a valle di un processo di valutazione della qualità dei prodotti della ricerca che, ai sensi del Bando VQR 2015-2019, ha visto classificare le pubblicazioni nelle categorie: ‘Eccellenti ed estremamente rilevanti’ (Classe A) ed ‘Eccellenti’ (Classe B), rispettivamente per aver raggiunto i “massimi livelli di eccellenza” e “livelli eccellenti”, in termini di “originalità, conoscenza e capacità di utilizzo della letteratura, rigore metodologico e chiarezza espositiva, impatto nella comunità scientifica».

«Il risultato – ha detto – ci rende orgogliose anche alla luce di quanto emerso dai rapporti VQR in merito al perdurare, nell’Università italiana, di un evidente gender gap soprattutto tra i professori».

In generale, dall’esame dei dati della VQR 2015-2019 emerge l’importante balzo in avanti compiuto dalla Mediterranea nel suo complesso rispetto alle precedenti tornate valutative, ad ulteriore testimonianza delle tante eccellenze presenti nell’Ateneo di Reggio Calabria.

I risultati confermano, tra gli altri, il trend di crescita del Dipartimento di Agraria negli indicatori quantitativi e qualitativi che misurano la qualità dei prodotti rispetto alla qualità media di quelli presentati dalle altre istituzioni di ricerca nazionali e che tiene conto del peso delle diverse aree scientifiche nelle singole Università, misurato attraverso l’indicatore R (valori vicini e progressivamente superiori ad 1 indicano performance migliori e crescenti).

Il Dipartimento di Agraria, che partiva da un valore medio di R pari a 0,75, ottenuto nella vecchia VQR (2011-2014), ha conseguito nell’attuale (VQR 2015-2019) un considerevole miglioramento, raggiungendo lo 0,97. In alcune aree, il valore di R ha superato 1, ad indicare l’alta qualità della produzione scientifica. In tale ambito il Prof. Leonardo Schena, referente della VQR del Dipartimento di Agraria, evidenzia come sia emersa in particolare la posizione dell’Area 07/C (IngegneriaAgraria,Forestale e deiBiosistemi) con una valore pari a 1.06 che conferisce un sesto posto rispetto alle stesse aree valutate a livello nazionale e l’Area 07/D (PatologiaVegetaleedEntomologia)  con un valore pari a 1.01 che vale un quinto posto a livello nazionale.

Il Direttore del Dipartimento, prof. Giovanni Agosteo, ha espresso soddisfazione per «la netta crescita, nella sua globalità, del Dipartimento di Agraria, capace di coniugare le tradizionali sfide che coinvolgono i sistemi produttivi agro-alimentari e forestali con quelle legate alla salvaguardia delle risorse naturali, alla protezione degli ecosistemi e degli ambienti naturali, alla riduzione delle emissioni di gas serra e alla lotta ai mutamenti climatici, con uno sguardo privilegiato al recupero e tutela della biodiversità e dei servizi ecosistemici, nonché alla sostenibilità delle filiere alimentari ed il contenimento degli sprechi».

A conferma del ruolo di primo piano del Dipartimento di Agraria nel contesto della ricerca italiana – la prof.ssa Russo ricorda la partecipazione, in ambito PNRR, ai partenariati del Centro Nazionale Agritechper lo sviluppo delle nuove tecnologie in agricoltura, e dell’Ecosistema dell’Innovazione di Calabria e Basilicata Tech4You (Technologies for climate change adaptation and quality of life improvement), nel quale il Dipartimento di Agraria è coordinatore  dello spoke 3 – Smart Technologies for Sustainable Agri-Food Chain and Forestry, dedicato alla transizione digitale e sostenibilità dei sistemi agricoli, forestali e del food, con l’obiettivo di dare vita alla Digital H-Farm-To-Fork, una avanzata piattaforma di ricerca e dimostrativa che supporterà il trasferimento tecnologico, la formazione degli studenti e delle giovani generazioni di ricercatori, nonché la creazione di spin-off e start-up.

«I risultati VQR 2015-2019, sono il frutto di uno sforzo collettivo di tutte le componenti della Mediterranea e della qualificazione dei team dei laboratori di ricerca che lavorando in sinergia tra loro ed in rete con il sistema universitario italiano ed internazionale hanno consentito all’Ateno di raggiungere questi importanti traguardi», ha concluso il Prof. Feliciantonio Costabile, Rettore FF dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria. (rrc)

Alla Mediterranea il convegno nazionale di Geotecnica

All’Università Mediterranea di Reggio Calabria, prende il via domani il 27esimo Convegno Nazionale di Geotecnica, organizzato dall’Associazione Geotecnica Nazionale.

l convegno tratterà il tema La geotecnica per lo sviluppo sostenibile del territorio e per la tutela dell’ambiente di estrema attualità sia in ambito internazionale sia nel nostro Paese, dove l’esigenza di adottare tecnologie costruttive, processi produttivi e stili di vita compatibili con l’ambiente è diventata ormai imprescindibile.

Il Convegno si articolerà in tre giornate ognuna delle quali dedicata ad uno specifico argomento: Produzione di energia da fonti rinnovabili; Difesa del territorio e valorizzazione della risorsa suolo; Interventi sostenibili per la tutela dell’ambiente.

A partecipare, professori e ricercatori delle Università Italiane e straniere, dottori di ricerca, liberi professionisti, dipendenti di enti pubblici e di imprese che operano nel settore dell’ingegneria geotecnica.

Il programma del convegno prevede 5 Relazioni Generali, 14 Relazioni di Panel, 2 tavole rotonde e sessioni Parallele dedicate alla presentazione dei lavori pubblicati sugli atti del convegno.

Il tema dello sviluppo sostenibile rappresenta ormai una priorità sociale connessa ad aspetti sia ambientali sia economici. Per affrontare tale tema sono necessarie competenze non solo tecniche, ma anche economiche e sociali. Infatti in una società evoluta lo sviluppo, che in ambito ingegneristico si estrinseca attraverso la realizzazione di nuove opere, deve avvenire in modo tale da soddisfare i bisogni attuali senza tuttavia compromettere la possibilità di sviluppo delle generazioni future.

In questa accezione, il concetto di sostenibilità è quindi collegato alla compatibilità tra lo sviluppo del territorio e della società e la salvaguardia dell’ambiente. Nasce pertanto l’esigenza di adottare tecnologie costruttive, processi produttivi e stili di vita compatibili con l’ambiente. In tale ambito, l’Ingegneria Geotecnica riveste un ruolo rilevante essendo depositaria di un patrimonio di conoscenze teoriche e pratiche volte a garantire questi fondamentali obiettivi. (rrc)

 

Alla Mediterranea l’H2020 A-WEAR 2022 Summer Workshop

È in corso, all’Universaità Mediterranea di Reggio Calabria, l’H2020 A-WEAR 2022 Summer Workshop, organizzato dai docenti di Laboratorio di Advanced Research into Telecommunication Systems (ARTS) con il supporto del Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione, delle Infrastrutture e dell’Energia Sostenibile (DIIES) dell’Università Mediterranea.

L’evento è stato organizzato nell’ambito del progetto Horizon2020 Marie Sklodowska-Curie Innovative Training Network (ITN)/European Joint Doctorate (EJD), denominato A-WEAR (A-WEAR A network for dynamic wearable applications with privacy constraints), e vedrà coinvolti docenti e Dottorandi provenienti dalle diverse Università europee partner, Tampere University of Technology, Università Jaume I e i Politecnici di Bucarest e di Brno, oltre che rappresentanti delle Aziende che hanno ospitato i Dottorandi, tra le quali spicca la Ericsson Finlandia.

Scopo del progetto è quello di costituire nuovi programmi di dottorato europei con rilascio di doppio titolo o titolo congiunto per formare una nuova generazione di giovani ricercatori capaci di rispondere alle sfide di ricerca ed innovazione che emergeranno nei prossimi anni negli ambiti delle comunicazioni wireless e dei dispositivi indossabili intelligenti (es. smart watch, smart glass), che rappresentano un mercato in crescita esponenziale. Il Dottorato di ricerca in Ingegneria dell’Informazione, attivato presso il DIIES, è partner di questo prestigioso programma.

L’iniziativa sarà un’importante occasione di confronto ed approfondimento sulla tematica dei dispositivi indossabili di prossima generazione e loro utilizzo in diversi ambiti socio-economici (eHealth, Industria 4.0, sicurezza, tra gli altri) con un taglio non limitato esclusivamente ad aspetti di natura tecnologica, ma orientato anche a tematiche che spaziano dalla progettazione efficace di proposte ICT (Information & Communication Technology) in ambito Europeo, al trasferimento tecnologico di idee di ricerca verso il mercato, alle analisi delle vulnerabilità e dei fattori di sviluppo delle start-up innovative.

L’evento è di  interesse sia per gli studenti di dottorato che per l’intero tessuto socio-economico del territorio in cui la Mediterranea opera, a testimonianza del forte e costante impegno dei suoi docenti a perseguire gli obiettivi strategici di una moderna Università: didattica di eccellenza, internazionalizzazione della ricerca e contributo alla crescita del territorio tramite azioni di terza missione ad alto impatto sociale. (rrc)

REGGIO – All’Università Mediterranea arriva il talk #Noncifermanessuno di Luca Abete

Giovedì 31 marzo, all’Università Mediterranea di Reggio Calabri afa tappa #NoncifermaNessuno, il tour motivazionale universitario ideato da Luca Abete, l’inviato di Striscia La Notizia.

L’evento è in programma, in modalità virtuale, a partire dalle ore 10,00 e vedrà, come sempre, la partecipazione attiva degli studenti. In collegamento ci saranno anche il Rettore Santo Marcello Zimbone ed un ospite a sorpresa che interverrà per dialogare e stimolare le riflessioni degli studenti.

La vera novità dell’edizione 2022 del tour #NonCiFermaNessuno è il claim scelto da Luca Abete per sollecitare gli interventi: «Alla scoperta della Serendipità!».

«Dalla casualità può nascere una vera svolta di vita. La mia esperienza ne è una chiara testimonianza – evidenzia Abete –. Ed è proprio partendo dal mio racconto che puntiamo a diffondere non solo un vocabolo nuovo ma soprattutto il senso, la forza ed il valore di proattività che esso concentra. Il talk punterà ad accendere l’entusiasmo dei giovani attraverso storie vere e credibili».

#NonCiFermaNessuno è una campagna sociale nata nel 2014 con l’obiettivo di incoraggiare i giovani studenti italiani, affrontare gli ostacoli che la vita pone dinanzi a loro. L’approccio innovativo del format sta nel focus puntato non sulla ricerca del successo ad ogni costo, ma sull’analisi delle sconfitte, delle difficoltà e delle paure in grado di incrementare consapevolezze e coraggio.

L’iniziativa gode del patrocinio del Ministero per le Politiche Giovanili e della CRUI (Conferenza dei Rettori Universitari Italiani) e vanta, inoltre, la Medaglia del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Durante il tour motivazionale in collegamento con l’Università Mediterranea di Reggio Calabria saranno presentate una serie di opportunità riservate alla community da aziende ed organismi nazionali ed internazionali.

Nel corso della mattinata, infine, verrà consegnato il Premio #NonCiFermaNessuno ad una studentessa o uno studente under 30 dell’Ateneo reggino che, con la propria esperienza, rappresenta un esempio di coraggio e resilienza.

«Con i ragazzi dell’Università di Reggio Calabria c’è un rapporto speciale. Ci siamo visti in presenza prima della pandemia, ci ritroviamo a distanza di tre anni in una forma che ci ricorda quanto il mondo sia cambiato – conclude Luca Abete –. Ciò che resta immutato è il sogno che ciascuno culla e che, spero, anche attraverso questa campagna possa continuare ad essere la leva su cui costruire il proprio futuro». (rrc)

Expo Dubai, presentato il lavoro del Contamination Lab dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria

A Expo Dubai lo scorso 15 febbraio, è stato presentato il lavoro e i risultati raggiunti dal Contamination Lab dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria, nato nel 2014 su impulso del Ministero dell’Istruzione, dell’Università della Ricerca e del Ministero dello Sviluppo Economico.

L’evento ha visto la partecipazione del Prorettore alla Ricerca dell’Università Mediterranea, Professore Claudio De Capua, del Knowledge Transfer Manager Luciano Zingali, dell’Innovation Promoter Domenico Rositano e del responsabile scientifico del Marine Energy Lab, Professore Fabio Filianoti.

Lorenzo Micheli, in apertura dei lavori, ha ricordato come uno degli obiettivi principali della missione italiana ad Expo 2020, sia proprio quello di promuovere Scuola, Formazione e Ricerca. Anche per questo, il Padiglione Italia è l’unico ad aver previsto una “Accademia di Formazione” progettata per ospitare eventi come quello di cui è stata protagonista l’Università Mediterranea di Reggio Calabria.

Claudio De Capua, supportato da Luciano Zingali e Domenico Rositano, ha illustrato alcuni dei risultati più importanti raggiunti dal Contamination Lab negli ultimi anni, quali, dal successo delle ultime edizioni della StartCup Calabria, al contributo per la creazione di nuovi spin-off e start up nella provincia reggina così come la partecipazione ad importanti fiere del settore tecnologico come il Viva Technology di Parigi ed il CES di Las Vegas (eventi tecnologici tra i più influenti al mondo).

Sono state, inoltre, approfondite le tematiche legate alla “terza missione” vale a dire l’impegno dell’università nel diffondere cultura, conoscenze e trasferire i risultati della ricerca al di fuori del contesto accademico, contribuendo alla crescita sociale e culturale del territorio.

Infine, Fabio Filianoti ha presentato alcune attività scientifiche universitarie affini alle tematiche di Expo 2020 dedicate alla sostenibilità, alla mobilità ed alle fonti di energia rinnovabile soffermandosi, in particolare, su quelle provenienti dal mare.

Una trasferta, quindi, che proietta verso nuovi scenari il Contamination Lab dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria. (rrm)

 

Dalla Mediterranea un volume internazionale su Covid-19 e diritto dell’emergenza

È stato pubblicato il volume El Co­vid-19 y el Derecho de la Emergencia, diretto dal prof. Angelo Viglianisi Ferraro dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria.

L’opera, che raccog­lie in ben 700 pagine gli scritti di 62 autorevoli giuristi di 14 Paesi, europ­ei, asiatici e latin­oamericani (Italia, Germania, Francia, Portogallo, Spagna, Paesi Bassi, Russia, Brasile, Costa Rica, Repubblica Dominica­na, Ecuador, El Salv­ador, Messico e Perù­), è il frutto della Conferenza internaz­ionale “Covid-19 y derechos humanos”, sv­oltasi il 28 maggio 2020, su iniziativa del Mediterranea Int­ernational Centre for Human Rights Resea­rch – Università “Mediterranea” di Reggio Calabria (Italia), in collaborazione con il Department of Civil, Economic and Private International Law – Cracow Unive­rsity of Economics (Polonia), il Centro REDHT – Universidade Federal de Sergipe (Brasile), l’Aindes di Medellín (Colombi­a) e la Aid-IA, Asso­ciação Iberoamericana de Direito e Intel­igência Artificial (Brasile).

Il volume, che contiene la prefazione è del prof. Giovanni D’Amico e il contributo della prof.ssa Tiziana Rumi, sarà a bre­ve presentato in var­ie Università strani­ere. Alla sua pubblicazione, poi, seguirà la firma di un Progetto di ricerca interna­zionale, che coinvol­gerà gruppi di studi­osi di vari Atenei di tutti e 5 i Contin­enti e che sarà dire­tto dallo stesso Vig­lianisi Ferraro e dal prof. André Pereira (docente di diritto privato a Coimbra, la più antica e pre­stigiosa Università portoghese, e già be­neficiario di un co-­finanziamento dell’O­MS per un suo Proget­to di ricerca su “Re­sponsibility for Pub­lic Health in the Lu­sophone world: doing justice in and beyo­nd the Covid emergen­cy”. (rrc)

Il Decision Lab della Mediterranea presenta il workshop “Pandemic Dynamics Modeling”

All’Accademia Peloritana dei Pericolanti dell’Università di Messina, il Decision LabDipartimento di Giurisprudenza, Economia e Scienze Umane dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria e il suo Direttore Scientifico, Prof. Massimiliano Ferrara, ha presentato, insieme all’Accademia, il workshop Pandemic Dynamics modeling: a holistic approach.

La ricerca presentata, attraverso la realizzazione di tre modelli matematici ha individuato, sulla scorta di dati offerti dalla stessa OMS, 34 ceppi diversificati del Virus. Due focus su tutti hanno acceso i riflettori internazionali sul Progetto: il caso pakistano e quello iraniano per i quali i modelli hanno fornito un concreto aiuto alla gestione della crisi in quei contesti territoriali. I risultati scientifici hanno trovato collocazione editoriale in riviste ad alto impatto scientifico internazionale (Results in Physics, Communications in Nonlinear Science and Simulation, Advances in Difference Equations, Scientific Report – Nature, Nature Communications, ISA Transactions, Sustainable Cities and Society). 

Rifacendosi al classico modello SIR, l’obiettivo è l’elaborazione di un nuovo modello fuzzy di infezione e progressione della crescita partendo dal presupposto che tutti gli individui infetti vengono isolati dopo il periodo di incubazione in modo tale da non poter infettare altre persone. Combinando un modello di trasmissione fuzzy con dati sui casi di Covid-19 a Wuhan e casi internazionali originati a Wuhan, si stimerà come la trasmissione vari nel tempo tra luglio 2020 e gennaio 2021. Sulla base di queste stime, si calcolerà quindi la probabilità che casi insorti possano generare focolai in altre aree. Per stimare le prime dinamiche della trasmissione nel resto del mondo, si adatterà un modello dinamico di trasmissione fuzzy a più set di dati disponibili relativi a casi conclamati.

I set di dati a cui si riferiranno i ricercatori coinvolti, sono: numero giornaliero di nuovi casi esportati a livello internazionale (Italia, Turchia, Malesia e altri) e numero giornaliero di nuovi casi in Cina. Il modello descrive i molteplici percorsi di trasmissione nella dinamica dell’infezione e sottolinea il ruolo del serbatoio ambientale nella trasmissione e diffusione di questa malattia. Il modello fuzzy proposto impiega anche velocità di trasmissione non costanti che cambiano con lo stato epidemiologico e le condizioni ambientali.

Altro studio parte della ricerca, all’attenzione della comunità scientifica internazionale e pubblicato su Nature Scientific-Reports, è “Fuzzy rank-based fusion of CNN models using Gompertz function for screening COVID-19 CT-scans” che introduce una nuova rete isomorfa “a grafo”. Il nuovo modello “GraphCovidNet” (questo il nome del brevetto che gli Autori hanno presentato negli USA) valuta la radiografia del torace sulla base di quattro set di dati standard di cui si dispone, tra cui: set di dati SARS-COV-2 Ct-Scan, set di dati Covid-CT, combinazione di set di dati covid-radiografia del torace, immagini radiografiche del torace (Polmonite) dataset e CMSC-678-ML-Project dataset e, infine, in un confronto con queste basi di dati da cui si rileva il Covid19 e soprattutto le sue tre varianti principali. Il modello mostra un’incredibile precisione del 99% per tutti i set di dati e la sua capacità di previsione diventa precisa al 100% per il problema della classificazione binaria del rilevamento delle scansioni Covid-19. 

Gli ulteriori studi presentati da altri membri del gruppo di ricerca (dott. B. A. Pansera, dott.ssa T. Ciano, dott.ssa M. Gangemi, dott.ssa D. S. Merenda) durante il Workshop sono: “Investigation of fractal-fractional order model of COVID-19 in Pakistan under Atangana-Baleanu Caputo (ABC) derivative”, pubblicato sulla rivista Results in Physics; “Covid-19: Fake news Sentiment Analisys”, in corso di pubblicazione sulla rivista Computers and Electrical Engineering; “Multi-attribute decision making based on interval-valued trapezoidal neutrosophic number and its application in the diagnosis of viral flu”, in corso di pubblicazione su International Journal of Fuzzy Systems; “On Treating a fractional order mathematical model of Covid-19 and its variants via Haar wawelets method”, in corso di pubblicazione sulla rivista Electronic Research Archive dell’AIMS Press. (rrc)