Il consigliere regionale e capogruppo del Movimento 5 Stelle, Davide Tavernise, ha chiesto, in una interrogazione al presidente della Regione, Roberto Occhiuto, di adottare «ogni utile iniziativa per potenziare il pronto soccorso dello spoke di Corigliano Rossano dotandolo di tutte le unità necessarie, aggiungendo urgentemente nuovi medici e agendo per aumentare la sicurezza del personale sanitario».
«Il pronto soccorso dell’ospedale Giannettasio di Rossano è al collasso – ha proseguito –. Diversi sono i pazienti in attesa di ricovero e a causa dell’alto numero di malati che arrivano a bordo delle ambulanze il personale sanitario, già sotto organico, è costretto a turni estenuanti per sopperire anche alla mancanza di operatori sanitari dovuto alla diffusione della nuova variante Covid. Una situazione esplosiva che sottopone il personale in organico a un maggiore carico di lavoro e a pressioni incessanti da parte dei cittadini che chiedono, a giusta ragione, di essere visitati e sottoposti alle cure del caso. Mentre risultano essere stati inviati una decina di operatori socio sanitari e poche unità di infermieri per tamponare la situazione, anche se non sufficienti a risolvere la cronica situazione di sotto-organico, il numero di medici disponibili nel pronto soccorso dell’ospedale Giannettasio si è ulteriormente assottigliato negli scorsi mesi, indipendentemente dalle positività al Covid, che in questo momento è solo un’aggravante, passando da otto a sei unità. Due medici, infatti, sono attualmente in malattia, poiché colpiti da problemi cardiaci. Uno di questi ha subito un’aggressione, nel pronto soccorso aggressioni verbali ed anche fisiche si perpetuano da tempo verso medici ed infermieri, mentre era in servizio nella sala medica. In ragione del procurato grave malore è stato trasferito all’unità di emodinamica di Castrovillari, lasciando un posto vuoto e mai ricoperto».
«Ad oggi, il pronto soccorso di Rossano, unico a sottoporre a tampone molecolare, e non rapido, i pazienti costringendoli ad attese infinite prima del ricovero, nonostante la grande volontà del personale sanitario –– ha spiegato – non è più in grado di garantire la sicurezza delle prestazioni alla cittadinanza di tutto il territorio della costa ionica e dell’entroterra montano. Una responsabilità che non può non ricadere, stante il perpetrarsi nel tempo e le continue denunce degli operatori sanitari, anche sul direttore sanitario e il primario del pronto soccorso, che è anche direttore del dipartimento emergenza urgenza, assenti e per niente incisivi nella risoluzione delle problematiche, per cui necessita la loro rimozione immediata dall’incarico».
«Con le lunghissime attese, e il rischio contagio – ha concluso – è certamente in gioco la salute e la sicurezza dei cittadini di un’ampia zona, che si vedono negati i più elementari e fondamentali presidi di tutela e la garanzia costituzionale del diritto alla salute. Lavorare in un pronto soccorso comporta maggiore responsabilità, rispetto ad altri reparti, posto che si è anche ad alto rischio denunce. E anche per questo motivo, solo aumentando il personale e sostituendo i vertici dirigenziali dell’ospedale sarebbe possibile gestire meglio i pazienti e avere meno rischi di errori». (rcs)