A Catanzaro, fino a dicembre, è in programma il Congresso-Corso di Aggiornamento organizzato dalla sezione calabrese della Società Italiana di Tossicodipendenze e presieduto da Giovambattista De Sarro, Rettore dell’Università Magna Graecia di Catanzaro.
«Si tratta di una tematica di grande attualità e interesse – ha dichiarato il Rettore De Sarro, presidente regionale della Sitd e responsabile scientifico del Corso –. È un argomento solitamente poco trattato ed approfondito, nonostante rappresenti il fondamento dei trattamenti integrati, finalizzati al cambiamento dello stile di vita degli utenti tossicodipendenti. I percorsi di cura sono solitamente difficili e caratterizzati da risultati parziali e/o ricadute. Per questo è fondamentale parlare di prevenzione e di azioni nei diversi moduli».
«In questa ottica – ha evidenziato De Sarro – nei vari appuntamenti si stanno susseguendo relazioni con esperti del settore, nonché la descrizione di esperienze avanzate e consolidate, al fine di elaborare strategie operative condivise sia livello aziendale che regionale, con un coordinamento universitario finalizzato alla produzione di un lavoro scientifico mirato».
Nella giornata inaugurale è intervenuto il senatore Giuseppe Lumìa, relatore in Parlamento della legge 45 del ’99 che ha riorganizzato in Italia i servizi pubblici delle tossicodipendenze, i noti Ser.T., e ha dato delle regole per rilanciare il ruolo delle comunità terapeutiche.
«Nel mio intervento in Parlamento – ha spiegato Lumìa – ho chiesto un rilancio della rete dei servizi, sia del settore pubblico che di quello privato, per le dipendenze, seguendo due profili importanti: da un lato garantire la personalizzazione dell’intervento che può essere decisiva, in quanto non esiste una sola causa o una sola via d’uscita per la dipendenza; dall’altro mantenere in piedi il sistema integrato, vale a dire un approccio dove sono coinvolte più professionalità, come lo psichiatra, lo psicologo, l’infettivologo, l’assistente sociale, ecc. L’integrazione fra queste figure è fondamentale, considerando che nelle dipendenze abbiamo i poli assuntori, cioè chi fa uso di sostanza o alcool o gioca d’azzardo. Per fare ciò bisogna immettere nei servizi altri professionisti e fare in modo che ci sia una visione ampia ed europea, in modo da poter utilizzare in modo ottimale l’esperienza professionale italiana».
«La Sitd è sempre molto attiva in Calabria – ha evidenziato Attilio Maria Insardà, vicepresidente regionale della Società Italiana di Tossicodipendenze –. Ogni anno organizziamo un Congresso concentrato in una sola giornata e monotematico, quest’anno abbiamo preferito fare ampliare la sfera di azione con più appuntamenti e più temi. Abbiamo fortemente voluto questo evento, anche se non è stato semplice organizzarlo, con tutte le restrizioni dettate dal Covid-19, ma la scienza deve essere la prima difesa, rispetto alla pandemia, ma anche la prima a ripartire».
Molto interessanti e di rilievo, gli interventi dei relatori inseriti nell’intenso programma, come quello del dott. Salvatore De Fazio, dirigente medico in farmacologia e tossicologia clinica al Ser.T. Mesagne di Brindisi, che si è soffermato sulle difficoltà da affrontare nel trattamento di pazienti con dipendenze patologiche, sia dal punto di vista dell’approccio clinico che di quello farmacologico: «I farmaci sono indispensabili ma meno efficaci in alcuni ambiti, ad esempio sulla flessibilità cognitiva hanno uno stretto margine di azione e, ancora, alcuni di essi non toccano il sistema del glutammato che, invece, è il vero motore del meccanismo di ricaduta. È estremamente necessario un trattamento di mantenimento che sia integrato con la terapia psicologica e farmacologica».
«L’evento – ha dichiarato il dott. Franco Montesano, responsabile dei moduli – coinvolge soprattutto i professionisti multidisciplinari del settore del dipartimento di riferimento, ovvero della salute mentale oltre che della tossicologia ed alcologia clinica. Il corso è stato avviato nel pieno rispetto delle norme di sicurezza dettate dall’emergenza Corononavirus, con l’auspicio che si possa continuare ad attuare la modalità interattiva interpersonale, di scambio proficuo tra discenti e docenti».
«Siamo molto soddisfatti di questa partenza spumeggiante – ha aggiunto De Sarro –. È stato organizzato tutto in sicurezza, alternando relazioni in presenza con altre in remoto, Abbiamo avuto notevoli richieste, con molti giovani collegati».
«La società scientifica che rappresento – ha proseguito il Rettore dell’Università Magna Graecia – ha basato l’attività di questi anni sulla ricerca e sull’aggiornamento delle condizioni, sulle patologie e sulle droghe emergenti, che sono ancora disconosciute. È essenziale la prevenzione nel periodo perinatale e adolescenziale. I giovani devono capire che le droghe danno un gradimento breve ma provocano danni che permangono per tutta la vita». (rcz)
In copertina, Insardà e De Sarro