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Scena Nuda

Al Festival di Spoleto debutta la nuova produzione della compagnia reggina Scena Nuda

È domani sera che al Festival di Spoleto, nello Spazio Oberdan, alle 18,30, debutterà la nuova produzione teatrale della compagnia reggina Scena Nuda, dal titolo Antonio e Cleopatra… o quel che ricordo, con Teresa Timpano e Filippo Gessi, e la regia di Andrea Collavino.

Lo spettacolo sarà replicato, sempre allo Spazio Oberdan, il 2 luglio alle 21,30, il 3 luglio alle 17,30 e alle 21,30, e il 4 luglio alle 17,30.

Nuovo importante progetto, dunque, per la compagnia reggina, che approda a Spoleto, nell’ambito de La Mama Spoleto Open, manifestazione curata dalla residenza artistica e centro studi e produzione La MaMa Umbria International – per la terza volta, dopo il successo di Penelope (nel 2018) e di Circe (nel 2019), con la regia di Matteo Tarasco.

 Antonio e Cleopatra…o quel che ricordo nasce da un lungo lavoro sul testo shakespeariano che, “«tra i classici – ha dichiarato Collavino – è quello che più rispecchia l’incertezza e l’assurdità».

Il tema centrale riguarda il desiderio e la volontà: attraverso questi argomenti si snoda la drammaturgia, scaturita da un intenso confronto tra quotidianità contemporanea e interrogativi e dinamiche che nascono dai dialoghi tra i due protagonisti, i soli sul palcoscenico come narratori di ciò che vivono.

«Cleopatra-Teresa e Antonio-Filippo, vestiti in abiti moderni, che si rifanno ai caratteri dei protagonisti», raccontano «una storia, ogni volta in modo sorprendentemente diverso, perché la struttura ha degli appuntamenti fissi, ma permette all’attore di agire in base all’hic et nunc». Dunque, «lo spettatore non vedrà mai lo stesso spettacolo»: un aspetto che caratterizza questa produzione, insieme all’universalità delle tematiche, in un incontro tra ieri e oggi.

«Una storia – ha spiegato il regista – che si contamina e scorre passando dalla finzione del testo shakespeariano alla realtà, alla quotidianità di due persone che vivono i dubbi, le scelte, i combattimenti amorosi, le lotte e i trattati di pace, le rinunce, le assenze, gli incontri, le gioie della fatica di vivere e di amare… autenticamente». (rrc)