di CATERINA RESTUCCIA – Mercoledì 17 maggio si è aperto a Rosarno l’evento dedicato alla poetessa e pittrice rosarnese Annunziata Staltari, scomparsa nel 2020 in piena pandemia. La manifestazione, organizzata presso l’Auditorium dell’Istituto d’Istruzione Superiore “R. Piria”, accolta e pianificata dalla Dirigente Scolastica Prof.ssa Mariarosaria Russo, ha avuto ospiti ascoltatori in misura straordinaria gli studenti adulti dei Corsi Serali dello stesso Istituto.
Il convegno realizzato ha avuto la finalità precipua di presentare la figura del noto personaggio a tutto tondo nelle sue qualità culturali e nelle sue molteplici attività, offrendo, nonostante la sua assenza terrena, tutta la bellezza e la purezza della sua arte sia pittorica che poetica.
A presenziare e relazionare sono stati il Prof. Sergio Talarico, coordinatore didattico Corsi Serali settori IPSASR di Rosarno ed ITE di Laureana di Borrello, le Prof.sse Antonia Catanzaro e Angela Masso, docenti di Lingue e Letterature straniere dell’Istituto d’Istruzione Superiore R. Piria ed infine la Prof.ssa Caterina Restuccia, saggista, pubblicista, ricercatrice appassionata nonché docente di Lettere presso lo stesso Istituto.
La location per l’occasione è stata allestita con le stesse opere dell’artista, che hanno fatto da sfondo scenografico alle letture delle elegie della Staltari.
Compito di apertura lavori è stato affidato al Prof. Talarico, che ha portato i saluti della Dirigente Russo, distante dall’evento a causa di sopravvenuti ulteriori impegni istituzionali, ed ha introdotto la nota pittrice attraverso la lettura di una delle poesie edite della sua raccolta.
Il legame tra l’arte di Nunzia Staltari e l’iter didattico degli allievi adulti è stato evidenziato in seguito dalla Prof.ssa Catanzaro, che ha voluto rimarcare il punto di incontro tra il percorso di studi degli studenti Serali e le attività imprenditoriali e commerciali della pittrice. Ella, donna non solo di cultura, ma anche di visioni aperte, era stata la fondatrice di una delle prime aziende locali di Rosarno in campo gastronomico sia per la cucina tradizionale del Ristorante “La scaletta” che per la produzione di conserve tipiche delle tradizioni rosarnesi. Su questi elementi la docente si è fermata a lungo, rimarcando l’importanza della promozione delle aziende locali calabresi. «Negli anni 60 Stefano e Annunziata vivono esperienze di emigrazione prima in Francia e poi a Torino…», racconta la voce della Prof.ssa Catanzaro che così prosegue: «…là a Torino Stefano lavora alla Pirelli e Nunzia svolge attività di cameriera in terra sabauda, essendo territori molto frequentati da francesi e conoscendo lei stessa bene il francese, era molto apprezzata e stimata. I due, tuttavia, non riescono a sopportare la distanza dalla propria terra e insieme decidono di rientrare, di provare a sviluppare una propria e personale realtà lavorativa. Appassionati di cucina, aprono prima il panificio e iniziano a panificare ai primi anni ’70, tra i primi panifici a Rosarno riportano immediato successo e il punto diventa ritrovo non solo per i cittadini di Rosarno, ma anche e soprattutto per i passanti, i viaggiatori, i turisti. Tutti già conoscono il pane e i piatti de La Scaletta e il luogo diviene, addirittura, emblematico per la cittadina. All’inizio la loro visione è considerata un’impresa da pazzi, rischiosa, difficile, eppure riesce a dare un contributo d’immagine fattiva al luogo e ai suoi prodotti. Il ristorante La scaletta inizia la propria attività nel 1975 grazie alla passione per la ristorazione e per i prodotti tipici locali del fondatore, Stefano Celea. Per quest’ultimo l’apertura del ristorante è stato un vero e proprio atto d’amore nei confronti della moglie Annunziata e della famiglia».
Nel discorso di cronistoria del gruppo familiare si innestano i germogli di quel che sarà di lì a breve il futuro artistico della Staltari.
È, quindi, più avanti nel convegno che dallo spaccato introduttivo della Prof.ssa Masso che si colgono i singolari dettagli della nascita dell’artista. «Oggi, infatti… – continua la Prof.ssa Masso – …il locale è gestito dai figli, che proseguono la tradizione familiare fatta di attenzione per la tradizione gastronomica calabrese e di ricerca degli ingredienti, provenienti da rivenditori rigorosamente locali. Ma una forte incrinatura si insinua in questo sogno imprenditoriale. Il successo e la crescita dell’attività sono improvvisamente contaminati da un evento difficile, che è quello della malattia di Stefano, Nunzia deve dedicarsi a lui, seguirlo, curarlo. Panificio e ristorante si trovano in momenti di crisi, che solo la maturità e la responsabilità dei figli riescono a superare. Nunzia, sebbene, in età adulta e matura inizia a disegnare ovunque, su foglietti, block notes, carte volanti e arriva dipingere. Medesima cosa avviene per le poesie, appunta, scrive, corregge».
Ed è da questo quadro generale che si affaccia la Nunzia pittrice e poetessa, la donna che, crescendo figli e nipoti, dipinge ed educa la sua Rosarno a dipingere. Apre una scuola di pittura, una piccola bottega d’arte e inizia a promuovere eventi culturali di ogni livello, scopre talenti e li indirizza e la straordinaria sensibilità fa tradurre le immagini in liriche, in versi spontanei e genuini. Su questi aspetti si sofferma la Prof.ssa Restuccia che declama le elegie della nota Staltari, si entusiasma e fa entusiasmare l’uditorio con la raccolta postuma di Nunzia dal titolo Nunzia Anima Sognatrice – Annunziata Staltari Collana Immagini e Parole, testo finito di stampare nel luglio 2021, edito grazie all’attività dell’Associazione Culturale “LunaNera”. La relatrice mette in luce la poliedricità dell’artista che si era distinta per attività di promozione culturale, che l’avevano portata a conoscere numerosi volti della cultura italiana e a realizzare eventi di elevato spessore, in cui incontra da Fabrizio Frizzi a Nino Benvenuti, da Carlo e Daniela Rambaldi a Santo Versace. E la saggista non può tacere lo straordinario amore, che le ha legate in profonda amicizia da sempre, verso la propria terra, la propria Calabria, recitando brevi passi come quelli della lirica “Dedicata alla mia terra” nei versi “Sei tanto bella e tanto, tanto amata che, emigrata al nord, son poi da te tornata. Lontana da te è una pazzia, spero di non lasciarti più Calabria mia”.
La Prof.ssa con le stesse espressioni e gli stessi occhi di Nunzia ha modulato lo straziante sentimento dell’emigrante calabrese folle di passione per le proprie radici e le proprie origini, tra i temi più cari all’artista, che riemergono spesso nella sua poetica così attuale e toccante.
In questa candida fusione di immagini e parole, ha lasciato una breve testimonianza anche il figlio Giovanni Celea, costantemente presente ad ogni circostanza che ricordi e celebre la madre, con la sorella Gisella. Nel suo saluto e nel suo intervento conclusivo ha trovato modo per annunciare l’uscita di un’opera originale ed unica che ancora parli di Nunzia. Si tratta dell’opera fotografica “Annunziata Staltari – Fotografata da Fabrizio Gatta – Poesia Visiva”, di cui la presentazione al Piria parla in anteprima assoluta, lavoro del grande Fabrizio Gatta, artista amico della pittrice, che ha voluto omaggiare con una antologia fotografica e letteraria la cara Nunzia, sintetizzando la sua bella figura matronale di donna calabrese e mamma esemplare e quella di interprete di un’arte autodidatta narrativa e riflessiva. (cr)