Lunedì 27 settembre, a Catanzaro, alle 18, nella Casa delle Culture, l’iniziativa La società del possesso. Violenza de-genere organizzata dai Giovani Democratici di Catanzaro, alla presenza della senatrice Valeria Valente, presidente della Commissione parlamentare d’inchiesta sul femminicidio.
Lo ha reso noto il candidato Pd al Consiglio regionale, Fabio Guerriero, spiegando che è «un bollettino di guerra quello che ci rimandano i quotidiani, i siti di informazione, il ministero dell’Interno. Ogni giorno. Una scia di sangue che lascia le drammatiche tracce di un amore malato: di mariti, fidanzati, padri, fratelli e anche figli. Nel 2021 fino ad oggi fino al 15 settembre contava 83 femminicidi, 3 al giorno, quasi tutti avvenuti in ambito familiare».
«Dei 199 delitti commessi da gennaio ad oggi – ha spiegato – 83 sono donne e oltre la metà sono state uccise dal partner o da un ex. In una campagna elettorale molto social, e poco sociale, in cui si parla alla pancia per un pugno di voti in più, sarebbe il caso di aprire una riflessione su questi numeri, che sono prima di tutto storie di donne sottratte alla vita e agli affetti».
«In Calabria – ha illustrato Guerriero – il 26,4% delle donne fra i 16 e i 70 anni ha subìto nel corso della propria vita una qualche forma di violenza fisica o sessuale: in particolare, il 16,5% ha subito violenza fisica, il 16,1% violenza sessuale, e il 4,1% uno stupro o un tentato stupro. I dati sono quelli del primo primo Rapporto sulla violenza di genere in Calabria’, che risale ormai al 2019».
«Questi dati – ha proseguito – sono stati prodotti dall’Osservatorio regionale contro la violenza di genere è una delle innovazioni più significative introdotte nella legislatura conclusa con l’avvento del centrodestra, nel 2020. E che, infatti, dovrebbe essere recuperata e rilanciata perché ha dimostrato di essere un organismo concreto, capace di intervenire in maniera puntuale e con competenza sulle questioni, andando oltre i compiti di puro monitoraggio per costruire una rete della quale fanno parte tutti gli attori socio-istituzionali».
«Bisogna aprirsi al territorio – ha concluso – mettere al centro azioni di tutela coinvolgendo la rete delle associazioni, dei centri antiviolenza che devono essere potenziati e finanziari: l’Italia vive una vera e propria emergenza su questa materia. Se non ora, quando?». (rcz)