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Mons. Attilio Nostro

Mons. Attilio Nostro da oggi nuovo vescovo di Mileto-Nicotera-Tropea

di PINO NANO –  Sarà il Cardinale Vicario di Roma  mons. Angelo De Donatis a presiedere oggi, nella basilica di San Giovanni in Laterano, la celebrazione per l’ordinazione episcopale di don Attilio Nostro, nominato il 19 agosto scorso da Papa Francesco nuovo Vescovo della diocesi calabrese di Mileto-Nicotera-Tropea.

Don Attilio Nostro, sacerdote del clero romano, ordinato sacerdote nel 1993, è stato fino ad oggi parroco della comunità romana di San Mattia. L’annuncio è stato dato proprio nella parrocchia di Monte Sacro dal vescovo ausiliare per il settore Ovest della Diocesi di Roma, monsignor Paolo Selvadagi, davanti ai fedeli riuniti per la Messa appena terminata. «Sono felice di annunciarci questa notizia», ha detto il vescovo ausiliare.

«Don Attilio – ha proseguito – ha passato momenti importanti del suo vissuto pastorale nella diocesi di Roma. Preghiamo per lui perché sia assisto dal Signore e accompagnato dalla Madonna».

Nato a Palmi (Reggio Calabria) il 6 agosto 1966, don Attilio Nostro è stato alunno del Pontificio Seminario Romano Maggiore. Ha conseguito il Baccalaureato in Filosofia e Teologia alla Pontificia Università Gregoriana e la Licenza in Studi su Matrimonio e Famiglia presso la Pontificia Università Lateranense. È stato ordinato sacerdote da san Giovanni Paolo II il 2 maggio 1993 per la diocesi di Roma. Tra i servizi prestati nella diocesi del Papa, quelli di vicario parrocchiale a Santa Maria delle Grazie al Trionfale (1993-1995); di vicario parrocchiale a Gesù Divin Lavoratore (1995-2001); di parroco a San Giuda Taddeo (2001-2014); infine di parroco a San Mattia nonché di insegnante di religione cattolica presso l’Istituto scientifico Nomentano.

Nella celebrazione di oggi, accanto al vicario del Papa per la diocesi di Roma ci saranno come conconsacranti monsignor Fortunato Morrone, arcivescovo metropolita di Reggio Calabria-Bova, e monsignor Francesco Massara, arcivescovo di Camerino-San Severino Marche e vescovo di Fabriano-Matelica.

Prevista naturalmente anche la partecipazione di una rappresentanza della diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea. Animerà la liturgia il Coro della diocesi di Roma.

L’inizio del ministero episcopale di monsignor Attilio Nostro nella diocesi calabrese è in programma sabato 2 ottobre alle 17 con la celebrazione nella cattedrale di Mileto. La celebrazione verrà trasmessa in diretta su Telepace e in streaming sulla pagina Facebook della diocesi di Roma. La Messa per l’ingresso del vescovo nella nuova diocesi è prevista invece per la settimana seguente, sabato 2 ottobre alle 17 nella cattedrale di Mileto.

Appena avuto notizia del suo nuovo incarico don Attilio ha salutato la comunità di San Mattia, parrocchia di Roma dove è stato fino a ieri parroco per quasi sette anni ricordando che non interromperà mai il suo rapporto personale e diretto con i più deboli. 

«Mi sono sentito padre, fratello, sposo, ed è questo quello che voglio portare a questa comunità. Accompagnatemi con le vostre preghiere. Ho imparato ad amare e desidero farlo ancora di più. Se il Papa mi ha voluto fortemente nella mia terra natìa, se ha scelto un parroco di Roma è un segno di fraternità e di ulteriore comunione. Ho due riferimenti in cuore: uno per fedeli laici e uno per sacerdoti – ha aggiunto –. Voi laici avete una grande responsabilità, quella di non farci sentire soli, di aiutarci nell’incredibile compito di instaurare il regno di Dio su questa terra. E poi una parola per i sacerdoti: un vescovo si deve sporcare le mani per liberare da tante fogne intasate nel nostro cuore. Ringrazio la parrocchia di San Mattia in particolare, e tutte le parrocchie in cui sono stato parroco e viceparroco: mi avete insegnato ad amare».

Nel messaggio inviato invece alla sua comunità diocesana che è ora chiamato a guidare, il nuovo vescovo ha ricordato la sua terra di origine e la sua infanzia tutta calabrese, consapevole da intellettuale preparato ed erudito delle tante difficoltà che un Vescovo giovane come lui rischia di incontrare lungo il suo percorso calabrese.

«Sono cosciente – confessa don Attilio – che il Signore mi sta innestando nella pianta di un territorio formato da gente laboriosa e dignitosa ma troppo spesso costretta a misurarsi con un tessuto sociale umiliato dalla piaga della disoccupazione che rende ancora più difficile il futuro di tante giovani famiglie costrette al doloroso distacco dell’emigrazione. Questo fu anche il destino della mia famiglia che 36 anni fa condusse i miei passi da Palmi verso la città di Roma». (rrm)