LA VICEMINISTRA BELLANOVA ALL'EVENTO “IL PORTO INCONTRA” HA RIAFFERMATO LA SUA CENTRALITÀ STRATEGICA;
Porto di Gioia Tauro

DA GIOIA TAURO TANTA VOGLIA DI FUTURO
MA IL PAESE NON HA LA CULTURA DEL MARE

di FRANCESCO RAO – L’evento programmato da Fise Uniport, “Il Porto Incontra a Gioia Tauro” ha rappresentato un momento di sintesi programmatica per il futuro di un territorio che dispone numerose opportunità e oggi, grazie al PNRR, potranno essere strutturate mediante una serie di iniziative strategiche volte a imprimere all’Italia quella forza trainante di un Meridione che ha dimostrato di fare bene la propria parte proprio nel momento più delicato vissuto non soltanto in Italia ma in tutto il mondo a causa della pandemia.

I contributi istituzionali, forniti in apertura, hanno visto avvicendarsi Antonio Davide Testi, Amministratore Delegato Medcenter Container Terminal e Presidente Vicario Fise Uniport; Pasquale Legora de Feo, Amministratore Delegato CO.NA.TE.CO. e Vice Presidente FISE Uniport; Massimo Mariani, Prefetto di Reggio Calabria; Andrea Agostinelli, Presidente Autorità di Sistema Portuale dei Mari Tirreno Meridionale e Ionio e Michele Volpicella, responsabile Sviluppo Commercializzazione Territoriale Sud Ovest di RFI. Prima di affidare le conclusioni a Teresa Bellanova, Vice Ministra delle Infrastrutture e Mobilità Sostenibili, il giornalista Michele Albanese, moderatore dell’evento, ha chiesto l’intervento del pubblico per eventuali contributi volti ad arricchire il confronto, avviato nel primo pomeriggio in un luogo allestito sulla banchina del Porto nel quale è stato possibile assistere anche ai i movimenti praticati dalle gigantesche gru e dai carrelli porta container.

Durante i brevissimi interventi, hanno preso la parola i rappresentanti delle principali sigle sindacali presenti all’iniziativa e il Sindaco di Gioia Tauro Aldo Alessio. Nell’intervento della ministra, oltre all’ottimismo è prevalsa una forte dose di incoraggiamento, finalizzata a superare gli steccati divisori ed agire con determinazione per utilizzare bene i fondi messi a disposizione della Calabria. «Ringrazio Uniport per l’invito e per aver organizzato questo momento. Grazie al Presidente dell’Autorità di Sistema Portuale per il lavoro importante che sta facendo e anche per l’ospitalità e grazie a tutti voi per essere presenti. Vedo che questo è un momento importante di confronto sia gli stakeholder sia per tutto il territorio. Parto col dire che ritengo positivo questo momento. Il nostro Paese ha 8000 km di costa, ma è carente di una cultura del mare.  Perciò, dobbiamo essere molto obiettivi nelle nostre valutazioni. Per inclinazione personale non voglio unirmi al coro del lamento. Non mi appartiene. Per formazione, per cultura, per mia modalità di approcciare le questioni non possiamo neanche ignorare questa realtà. Tra le mie deleghe vi sono la portualità, le Z.E.S. e i commissariamenti delle ferrovie.  Un punto forte sul quale dobbiamo continuare a lavorare riguarda i momenti di confronto con il territorio. “Il Porto incontra”, significa sviluppare una cultura e una sensibilità che sta dentro l’idea di sviluppo che deve avere il nostro Paese. Per fare ciò bisogna avere un’idea di sistema paese e, dentro l’idea di sistema paese, si dovrà sapere quali sono i punti di forza che ci metteranno nella condizione di fortificare le azioni indispensabili per creare lavoro sia per quanti lo hanno perso sia per quanti un lavoro non l’hanno mai avuto. In questa direzione potremo incontrare i giovani che stiamo formando nelle nostre scuole, nelle nostre università e che ci chiedono di avere un futuro in questa terra e non altrove. Io credo che la cultura del mare sia qualcosa di molto complesso. La cultura di un Paese che ha 8000 km di costa merita di essere impregnata anche attraverso un costante confronto volto a comprendere meglio che cos’è la portualità, quale e quanta ricchezza possa rappresentare questo comparto per il Paese e su come si possa contribuire a determinare un paese più sostenibile da tutti i punti di vista. Ognuno di noi avrà ben compreso che ci troviamo in un luogo che rappresenta il punto di forza di questo territorio. Lasciamo perdere tutto quello che c’è in termini di ritardi accumulati nel corso dei decenni. Gioia Tauro sarà stata una realtà trattata con meno interesse rispetto ad altre?

Teresa Bellanova e Francesco Rao
Teresa Bellanova e Francesco Rao

«Oggi – ha detto la ministra – parliamo della realtà che è in controtendenza rispetto a tutti gli altri Porti italiani. Qui, nella fase più complicata del nostro Paese e dell’umanità intera, si è registrato un incremento del traffico commerciale che i dati certificano nella misura del 26%. Quando le altre realtà portuali vanno giù, se a Gioia Tauro c’è un incremento del traffico commerciale, quel traffico commerciale è un incremento nazionale e allora non stiamo parlando di una struttura marginale, stiamo parlando di una infrastruttura strategica per il Paese e noi dobbiamo avere consapevolezza di questo.

«Voi dovete avere consapevolezza di questo perché da questo dato bisogna partire per rafforzare le politiche pubbliche e il rapporto pubblico-privato. Se deprimiamo tale realtà, non riusciremo a mettere a valore neanche questo aspetto che è un aspetto di grande rilevanza. L’invito che intanto voglio fare e che dentro questa cornice, noi dobbiamo guardare la realtà senza pensare che non sono sufficienti i finanziamenti per le attività da compiere. Quando si hanno risorse e non si sanno finalizzare il risultato sarà pessimo. Dobbiamo avere le risorse e dobbiamo pensare a fare squadra. Il Covid ci ha insegnato a tutti quanto è importante il funzionamento della filiera. Provate ad immaginate se Porti, sistema agricolo, sistema agroalimentare, autotrasportatori e catena commerciale non fossero stati in grado di funzionare all’unisono nella fase del lockdown, cosa avrebbe comportato tale disfunzione per il nostro paese? Seppur chiusi dentro alle nostre case abbiamo potuto vivere, anche se ci è costato chiudere i nostri genitori nelle case e non poterli andare a trovare; a non mandare i nostri figli a scuola. Chiudere le aziende.  Nulla è stato normale nella nostra vita. L’unico momento di normalità è stato quello di non aver dovuto cambiare le nostre abitudini alimentari. Tutto ciò è stato possibile perché la filiera ha funzionato, facendo mantenere all’Italia momenti di normalità che sono stati importanti, non solo dal punto di vista economico ma principalmente dal punto di vista della tenuta psicologica del Paese. Cosa avrebbe rappresentato per tutti noi andare in un supermercato, in un negozio e trovare gli scaffali vuoti? Questo non è accaduto. La filiera deve continuare a funzionare.

«Quando vi faranno la domanda: ma le risorse saranno sufficienti? Io rispondo con un’altra domanda: siamo sicuri che ci stiamo mettendo in condizione di spendere e spendere bene e nei tempi dati quelle risorse assegnate? Adesso non abbiamo un problema delle risorse. Non dobbiamo confrontarci solo con il Piano Nazionale di Ripresa e resilienza, la Regione Calabria, dal PNRR, prende due miliardi 350 milioni. Insieme a quelle risorse ci sono quelli del Fondo Sociale, ci sono i Fondi Comunitari, ci sono i Fondi Strutturali, ci sono i Fondi Nazionali, c’è la Legge di Bilancio. Questa volta le risorse ci sono, perciò noi dobbiamo metterci nella condizione di spendere quelle risorse e di spenderle nei tempi che ci sono dati. Quindi non ci sono più scusanti per nessuno.  Stiamo lavorando sulla semplificazione e sulla riforma della Pubblica Amministrazione perché non possiamo da una parte quantificare le risorse e dall’altra perderle per la burocrazia che ne rallenta i processi. Per intenderci: quando si dice è un problema della burocrazia, la burocrazia funziona esattamente come la politica. Se quest’ultima decide che deve funzionare non è che la burocrazia va per conto suo autonomamente. Quando la politica ha il coraggio di intervenire, modifica le norme e la burocrazia deve applicare quelle norme il cambiamento rispetto al passato sarà evidente. La sfida che abbiamo dinnanzi è spendere le risorse mediante la realizzazione di progetti realizzati nei tempi dovuti.

Il Porto Incontra a Gioia Tauro«Per quanto riguarda la delega relativa al commissariamento delle Ferrovie, la costante collaborazione con la dottoressa Fiorani, che è l’Amministratrice delegata, ci sta consentendo di svolgere un grande lavoro. Stiamo andando nei territori a parlare direttamente con i commissari, con gli amministratori locali, con il mondo imprenditoriale, con i rappresentanti dei lavoratori, perché è evidente che se siamo arrivati al commissariamento l’Italia ha bisogno di infrastrutture. Noi avevamo 120 miliardi di risorse su progetti immediatamente cantierabili e quelle risorse non venivano spese.

«L’attuale Governo, con due Decreti, ha avviato 102 opere mettendo a disposizione 98 miliardi di risorse su progetti che stanno partendo. Stiamo applicando lo stesso metodo per l’ANAS, anche se per le strade non sarà possibile utilizzare i finanziamenti del PNRR. Io credo che quando parliamo di infrastrutturare il paese parliamo sia di opere grandi sia di opere piccole che divengono di vitale importanza per il rilancio del paese.  Vi faccio un esempio: quando mi è stato detto che 5 km di infrastruttura, tra averli o non averli significa essere competitivi o meno è semplice che non ti puoi concentrare solo sulle grandi opere ma diviene indispensabile concentrarsi anche sulle piccole opere e bisogna darsi dei tempi per rispondere con puntualità a quell’emergenza per far ripartire il paese e creare opportunità di lavoro.  La sostenibilità ambientale ci chiede di avere la ferma convinzione nel realizzare anche sostenibilità sociale. Qualcuno forse non ha ancora compreso che la sostenibilità ambientale, senza sostenibilità sociale, significa macelleria sociale. Il passaggio cruciale sarà comprendere come ripensare un modello di sviluppo da affiancare ad un sistema produttivo che ha bisogno di numerose innovazioni. Tale passaggio, potrebbe anche non essere gestibile con equilibrio e con giuste politiche pubbliche e private.

«Una infrastrutturazione deve anche essere l’occasione per rendere più competitivo e più attrattivo di investimenti quel territorio. Questa è la sfida che noi abbiamo. Quando parliamo di intermodalità è chiaro che rispondiamo ad una richiesta forte che è quella della sostenibilità ambientale. Un po’ di merci dalle strade le dobbiamo togliere e per togliere merci dalle strade dobbiamo avere un buon funzionamento del mare. Dobbiamo avere una grande capacità di spostare quelle merci sul ferro. Il PNRR prevede risorse destinate proprio alle ferrovie, non solo alle tratte lunghe ma anche alle ferrovie regionali. Stiamo ragioniamo sulla tratta Napoli-Bari e sulla Salerno-Reggio Calabria in termini di alta velocità, ma anche di alta capacità. Se noi pensiamo soltanto alla mobilità delle persone non raggiungiamo l’obiettivo che ci viene richiesto.

«Personalmente sono tra quelle persone che vedono la mobilità delle persone come un diritto di cittadinanza ma altrettanto penso che la mobilità delle merci, in tempi rapidi, sia un altro diritto di cittadinanza del sistema paese e del sistema produttivo. Noi siamo in una regione che ha tanti problemi, tante difficoltà ma anche tante eccellenze. Per tali motivi, se noi davvero crediamo alla intermodalità e crediamo di poter contribuire alla sostenibilità ambientale, dobbiamo porci il problema della sostenibilità economica. Un solo un riferimento, per un settore che come saprete mi sta molto a cuore, come i prodotti agroalimentari di questa terra arrivano in modo sostenibile nel centro del nostro paese ma anche nel cuore dell’Europa, noi potremo farli arrivare su quei mercati che sono sempre più lontani e che si possono permettere il costo del made in Italy potremo rilanciare l’Italia. per rilanciare il Mezzogiorno, non è sufficiente il mercato interno. Per far ripartire il mercato interno dovremo raggiungere con i nostri prodotti i mercati che sono sempre più lontani, anche quelli da noi considerati come paesi poveri nei quali ci sono popolazioni che si possono permettere il costo del made in Italy. Produrre in Italia, produrre con gli standard qualitativi italiani e anche con i costi sociali e del lavoro italiani, significa dover vendere a prezzi più alti questo è il pubblico una cosa semplice ma è la sfida che noi abbiamo dinnanzi.

«Con l’allora ministro Claudio De Vincenti abbiamo lavorato intensamente per lanciare le Z.E.S. Allora, fare un provvedimento che parlava di Mezzogiorno, non era proprio semplice. Lo abbiamo fatto e però per le Z.E.S. nel 2016. Adesso siamo al 2021 e ancora non sono partite. In questa fase non possiamo più perdere tempo, abbiamo lavorato in questi mesi con il ministero per la coesione e il decreto finalmente è pronto e presto i responsabili dei due Ministeri lo firmeranno. Da parte mia sto spingendo affinché il 18 novembre, il Decreto sulle Z.E.S. vada nella conferenza unificata Stato Regioni e quello sarà il punto definitivo in cui finalmente si ripartiranno le risorse. Questa Z.E.S., dopo la Campania, è la Z.E.S. che avrà la maggiore quantità risorsa quantificata in  111.700.000 € di cui 43 milioni di euro per la l’Autorità di Sistema portuale di Gioia Tauro.  Quelle sono risorse che noi dobbiamo investire rapidamente perché le Z.E.S. hanno una funzione se sono attrattori d’investimenti, perciò, mi sta molto a cuore l’infrastrutturazione primaria e secondaria del territorio.

«Per quanto riguarda la criminalità, penso che in questo territorio il crimine vada contrastato costantemente con il costante e prezioso lavoro compiuto da sempre dalle Forze dell’Ordine. Questa mattina ho incontrato un gruppo di persone che vivono il dramma annesso alle difficoltà riscontrate dalle agenzie del lavoro portuale. Sia per Taranto sia per Gioia Tauro bisognerà individuare i fondi e rifinanziate tali realtà, perché quelle persone sono ancora persone utili al sistema portuale. Con altrettanta chiarezza vorrei sottolineare che quei bacini vanno svuotati. Non si può da una parte lasciare le persone in cassa integrazione e dall’altra parte si chiamano altre persone.  I bacini vanno svuotati e siccome siamo persone serie e rigorose, dobbiamo lavorare per contribuire a risolvere queste questioni perché così facendo daremo un’ulteriore iniezione di fiducia ai nostri territori. Oggi di questo abbiamo bisogno per recuperare un po’ di fiducia. Il Covid purtroppo ha segnato tutti noi, anche da questo punto di vista. Allora, ringraziandovi per questa straordinaria occasione di confronto, senza entusiasmi di maniera, dico che oggi abbiamo la condizione per dire: stringiamo i pugni e insieme possiamo farcela. Abbiamo le competenze, le professionalità e anche le persone giuste nei posti giusti per fare ulteriori passi avanti». (fr)