MANCANO QUATTRO MESI PER IL RITORNO ALLE URNE: L’AFFLUENZA IN CALABRIA SI PREFIGURA MOLTO BASSA;
Il Parlamento europeo

ELEZIONI EUROPEE 2024: COM’È IL VENTO
LE PRIME STIME DEGLI SCENARI DI GIUGNO

Non è un sondaggio, ma più semplicemente l’analisi dei flussi elettorali storici e del più recente andamento dei principali partiti a livello nazionale. Eppure finora gli analisti di Calabria.Live le hanno azzeccate tutte in questi anni, con una precisione quasi chirurgica, sia per le Comunali di Reggio Calabria e Catanzaro, le regionali del 2019 e del 2021, per le politiche del 2023.

Ed ecco le risultanze del più recente studio sulle Europee 2024 in Calabria che ovviamente sono da prendere con le pinze, sia perché il metodo utilizzato non prende in considerazione intenzioni di voto ma solo l’analisi di dati storici, sia perché all’appuntamento con le urne mancano quattro mesi.

Partiamo dall’affluenza stimata. Alle europee 2024 dovrebbero andare alle urne 600.000-650.000 calabresi, con una percentuale intorno al 40%, più bassa di quella di cinque anni fa (43,99%), di quella delle regionali (44,36%), decisamente inferiore al 50,80% delle politiche.

C’è da dire che nonostante queste europee siano percepite dai calabresi come distanti, in realtà ci troviamo di fronte ad un test politico di notevole importanza, soprattutto per il Governatore Roberto Occhiuto che si gioca una doppia partita: la tenuta complessiva del centrodestra e all’interno dello schieramento il risultato di Forza Italia.

Se le previsioni di Calabria.Live saranno confermate, avremmo una sostanziale tenuta del centrodestra, che si assesterebbe intorno al 40%, con una lieve flessione rispetto al 42% delle regionali, un allineamento con la percentuale della Camera, mentre più marcato l’arretramento rispetto alle europee di cinque anni fa (46%).

Anche il secondo dato sembrerebbe arridere ad Occhiuto, poiché la percentuale prevista per Forza Italia si muove tra il 12 e il 14%, praticamente il doppio di quella che i principali istituti di rilevazione assegnato agli eredi di Berlusconi a livello nazionale.

Sempre nel centrodestra, il dato più eclatante è il rischio estinzione della Lega che potrebbe arrivare tra il 3 e il 4%, uno o due punti in meno del 5,7% conquistato alla Camera 2022, ma addirittura 19 punti in meno dell’exploit alle europee del 2019. 

Le polemiche sull’autonomia differenziata e sul Ponte sullo Stretto, nonché l’appannamento del leader Salvini, potrebbero penalizzare molto il Carroccio. A meno di una strategia che costringa tutti i consiglieri regionali leghisti ad entrare in lista per compensare con consensi di natura personale.

Fratelli d’Italia appare in leggero vantaggio (20-22%) sul Movimento 5 Stelle (18-20) per la conquista del primo posto assoluto, primato che i grillini hanno confermato nelle recenti elezioni per la Camera dei Deputati.

Sul fronte opposto, il Partito Democratico calabrese, che è in buona parte ostile al nuovo corso della segretaria Elly Schlein, appare stabile, con una leggera tendenza positiva che potrebbe portarlo ad una percentuale tra il 15 e il 17%. Anche per i democrat si pone il problema di proporre candidature locali per attrarre consensi di natura personale.

Nel “derby” tra Calenda e Renzi appare in vantaggio il primo, che potrebbe portare a casa un 3% anche grazie all’apporto dei consiglieri regionali recentemente transitati ad Azione, mentre l’ex premier non supererebbe l’1,5-2%.

A sinistra del PD si muove una galassia che comprende sia Sinistra Italia/Verdi (stima 1-2%) sia la possibile lista pacifista proposta da Michele Santoro, Luigi De Magistris e forse Mimmo Lucano. Quest’ultima novità potrebbe anche arrivare al 3%, soprattutto se in lista dovesse esserci l’ex sindaco di Riace. (rrm)