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Giuseppe Varacalli: Enti locali e regionali usino i fondi Ue per rilanciare i settori culturali e creativi

Giuseppe Varacalli, relatore del Comitato Europeo delle Regioni e consigliere comunale di Gerace, ha presentato il parere da lui elaborato sul rilancio dei settori culturali e creativi, nel quale si raccomanda che i finanziamenti dell’Ue raggiungano i settori culturali e creativi in tutte le loro forme e arrivino a tutti coloro che vi contribuiscono. 

«Gli enti locali e regionali – ha spiegato Varacalli – dovrebbero utilizzare i fondi Ue e i vari programmi e misure per la promozione dei singoli artisti, sviluppando occasioni di eventi e scambi anche virtuali, che possano fare emergere la moltitudine di potenziale creativo nascosta nei territori, facendoli divenire ambasciatori e veicolo delle proprie culture. Le città e i territori che sanno valorizzare la loro storia, raccontarsi, rinnovarsi e ripensarsi diventano attraenti non solo per i turisti e il loro indotto economico, ma anche per le imprese che vi si insediano».

«Nel parere di cui sono relatore – ha proseguito il consigliere comunale – si evidenzia la necessità, sollecitata da diversi stakeholder, di un adeguato sistema di welfare capace di dare a tutti gli operatori del settore – soprattutto ai liberi professionisti – la giusta dignità. Inoltre, appare davvero assurdo che, per esempio, in Italia un pittore o uno scultore possano aprire una partita iva solamente come artigiani, svilendo la propria professione di artisti. Per questa ragione tanti lavoratori del settore culturale hanno maggiormente sofferto a causa della crisi, lavorando con ritenute d’acconto e non avendo diritto a nessun bonus durante la pandemia».

Lo stesso tema è stato affrontato nel corso di un dibattito con Mariya Gabriel, commissaria europea per l’Innovazione, la ricerca, la cultura, l’istruzione e i giovani, dove i membri del Comitato europeo delle regioni (CdR) hanno sottolineato il forte contributo della cultura e del patrimonio culturale allo sviluppo locale e regionale e ai valori, alle identità e alla cittadinanza dell’Europa, sostenendo che l’arte e la cultura dovrebbero svolgere un ruolo più rilevante nel dibattito sul futuro dell’Ue.

«Poiché sono particolarmente colpiti dalla pandemia – ha detto la commissaria Gabriel – i settori culturali e creativi necessitano e meritano il nostro massimo impegno. Le città e le regioni costituiscono degli alleati fondamentali in questa impresa. Con il nostro sostegno congiunto, ci adopereremo affinché la cultura possa effettivamente svolgere un ruolo chiave nella costruzione di un’Europa più verde, più dinamica e più resiliente».

«Nel solo 2020 – ha dichiarato Apostolos Tzitzikostas, presidente del Comitato Europeo delle Regioni e presidente della regione della Macedonia centrale – i settori culturali e creativi hanno subito perdite finanziarie fino al 70%: questo mette a rischio non solo i posti di lavoro e le imprese, ma anche il nostro patrimonio e la nostra identità. La cultura e la creatività rafforzano la coesione sociale delle nostre comunità e sono il cuore pulsante delle nostre identità e delle nostre tradizioni. Pertanto, investire nella cultura significa investire nella nostra stessa esistenza in quanto cittadini europei. È per questo che dobbiamo apportare un sostegno più forte e deciso a questi settori a livello europeo, nazionale, regionale e locale».

«Dopo un anno di chiusura – ha dichiarat Laurence Farreng, eurodeputata e relatrice del Parlamento europeo – è ormai chiaro che la cultura avrà bisogno dell’Europa per la sua ripresa; tuttavia è ancora più evidente che l’Europa avrà bisogno della cultura per il suo proprio rilancio. Questa ripresa dovrà realizzarsi il più vicino possibile ai cittadini, a livello locale, ma richiederà anche uno sforzo europeo per garantire che nessun artista, autore, musicista, attore o regista sia dimenticato. Pertanto, apprezzo molto il fatto che il Comitato europeo delle regioni si sia unito all’invito del Parlamento a destinare almeno il 2 % dei fondi per la ripresa a questi attori chiave della nostra economia e, soprattutto, della nostra identità europea».

Nel parere del CdR, si invita a trattare i settori culturali e creativi come un’industria di beni primari, facendo sì che, in caso di nuovi eventi straordinari come la pandemia di Covid-19, non siano penalizzati da un lockdown.

Il Comitato suggerisce di realizzare delle linee guida comuni per permettere a questi settori di continuare a operare, seppur con restrizioni in termini di fruibilità. Accoglie, con favore, il recente accordo sul programma Europa creativa, che garantisce un sostegno di 2,2 miliardi di euro agli artisti e agevola la partecipazione dei progetti culturali di piccole dimensioni.

Raccomanda, tuttavia, di integrare maggiormente gli investimenti nella cultura dei diversi fondi Ue, ampliando la possibilità di cofinanziamento fino all’80% per i progetti dei piccoli operatori. Le regioni e le città concordano con il Parlamento europeo sulla necessità di destinare alle industrie e ai settori culturali e creativi almeno il 2% dei fondi del dispositivo per la ripresa e la resilienza. Chiedono inoltre che i finanziamenti provenienti dagli strumenti React-Eu Sure siano utilizzati per sostenere questi settori a livello nazionale. (rrm)