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La vicepresidente Princi al congresso nazionale della Fondazione Italiana per l'Autismo

La vicepresidente Princi al congresso nazionale della Fondazione Italiana per l’Autismo

La vicepresidente della Regione Calabria, Giusi Princi, ha rappresentato la Conferenza delle Regioni e delle Province autonome nell’ambito dell’importante convegno nazionale organizzato dalla Fia – Fondazione Italiana per l’Autismo, svoltasi all’Auditorium del ministero della Salute.

Tema centrale del convegno, lo stato di attuazione della legge 134/2015 “Disposizioni in materia di diagnosi, cura e abilitazione delle persone con disturbi dello spettro autistico e di assistenza alle famiglie”.

Il testo in oggetto attribuisce alle Regioni ed alle Province autonome il compito di garantire il funzionamento dei servizi di assistenza sanitaria tramite l’individuazione di centri di riferimento e di percorsi diagnostici, terapeutici ed assistenziali ed attraverso l’adozione di misure idonee al conseguimento degli obiettivi della legge, garantendo dunque la tutela della salute, il miglioramento delle condizioni di vita e l’inserimento nella vita sociale delle persone che soffrono di questi disturbi.

Oltre al Vicepresidente Princi, che ha parlato a nome di tutta la Conferenza delle Regioni, nel corso della giornata sono intervenuti specialisti di fama nazionale ed illustri personalità, tra cui si evidenziano Vincenzo Falabella, Presidente nazionale Fish – Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap, Davide Faraone, Presidente nazionale FIA e già Sottosegretario di Stato alla Salute, Alessandra Locatelli, ministro per le Disabilità.

«Desidero esprimere a nome del Presidente della Conferenza delle Regioni – ha affermato Giusi Princi, delegata nella circostanza da Massimiliano Fedriga e da Roberto Occhiuto – il mio più sincero apprezzamento per avere preso parte all’organizzazione di questo importante appuntamento su una tematica delicata, rilevante e sempre di stringente attualità, su cui gli enti sovraordinati hanno da sempre posto grandi attenzioni».

«È stata – ha aggiunto – un’occasione per riflettere tutti insieme, in maniera collegiale, sul futuro del sistema Welfare italiano, in un momento strategico del nostro Paese, che deve essere sempre più orientato verso la promozione del benessere delle persone con disabilità, a prescindere dal tipo di patologia di cui soffrono».

Nel merito, la vicepresidente della Calabria ha fatto presente quanto sia stata importante la legge 134 del 2015, che ha rappresentato uno spartiacque per l’Italia tutta, garantendo finalmente il miglioramento delle condizioni di salute e sociali per migliaia di italiani.

«Sono circa 500mila le persone su scala nazionale che hanno disturbi da autismo – ha proseguito Princi – il che vuol dire che il sistema attorno a cui ruota questo fenomeno, tra famiglie e professionisti del settore coinvolti, arriva a sfiorare i 2 milioni di persone. Diventa quindi essenziale garantire a tutte le persone affette da questo disturbo e relative famiglie una qualità della vita rispettosa della dignità e dei diritti inalienabili di cui godono, di conseguenza una vita quanto più possibile ricca di opportunità».

«Alla luce degli insegnamenti che derivano dalla recente pandemia – ha spiegato – risulta pertanto fondamentale investire su un rinnovato e solido sistema di Welfare pubblico accompagnato da politiche di promozione e coesione sociale all’altezza dei tempi che viviamo. C’è bisogno di un sistema sinergico e unitario su scala nazionale volto a garantire pari opportunità, nessuna discriminazione, una progressiva riduzione di situazioni di svantaggio e vulnerabilità, maggiore inclusività territoriale e relazioni di prossimità».

«Intendo ringraziare la Fia – ha detto in conclusione Giusi Princi – per avere organizzato questo significativo momento di incontro e riflessione a voce alta, da cui sono certa scaturiranno proposte di cui potremo fare tesoro tutti. Come Regioni e Province autonome d’Italia diamo la nostra totale disponibilità ad offrire il nostro contributo in maniera costruttiva perché crediamo molto in servizi pubblici forti, che possano fare la differenza». (rrm)